LA CRISI DEL TRECENTO XIIIXIV secolo Il trionfo

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LA CRISI DEL TRECENTO (XIII-XIV secolo) Il trionfo della morte REALIZZATO DA CRAPANZANO MARGHERITA

LA CRISI DEL TRECENTO (XIII-XIV secolo) Il trionfo della morte REALIZZATO DA CRAPANZANO MARGHERITA 3^B A. S. 2016/2017

IL TRECENTO Il trecento fu segnato da una serie di carestie ed epidemie; si

IL TRECENTO Il trecento fu segnato da una serie di carestie ed epidemie; si trattò di un’età che vide il crollo delle industrie e dei commerci, aumentarono i tumulti nelle città e si diffusero le rivolte contadine. Questo periodo prende il nome di CRISI DEL TRECENTO o AUTUNNO DEL MEDIOEVO. Gli storici per spiegare la fine del Medioevo sviluppano due tesi: la tesi «depressionista» nella quale esaltano il periodo di decadenza, crollo demografico e profondo stato di malessere; mentre nella tesi «ottimista» sostengono che la crisi sia stata all’origine di un periodo di trasformazione positivo che ha stimolato i produttori e mercanti a dare luogo ad attività più efficienti. Il fattore principale del crollo demografico fu la peste nera (1347 -1350), altre cause furono anche la mancanza di cibo ed acqua e la scarsa igiene a rendere le persone più deboli e quindi più vulnerabili alle epidemie. All’inizio del trecento l’Europa contava circa 70 milioni di abitanti che si ridussero a 45 milioni nel corso di poco più di un secolo. Questa catastrofe demografica è un aspetto imprescindibile per comprendere la trasformazione del Medioevo.

LA PESTE NERA(1347 -1350) Il termine «peste» era utilizzato nel 300 per indicare una

LA PESTE NERA(1347 -1350) Il termine «peste» era utilizzato nel 300 per indicare una serie di malattie epidemiche definite le peggiori a causa dell’alta mortalità. La causa patogena della malattia è il bacillo Yersinia Pestis, un’infezione del ratto, che si trasmette all’uomo attraverso le pulci. I caratteri della peste nera sono: rigonfiamenti alle ascelle, all’inguine, al collo, macchie scure e livide, vomito, convulsioni e febbre. Nell’uomo la peste si può manifestare nella forma polmonare negli ambienti freddi, mentre nella forma bubbonica negli ambienti caldi ed umidi. La peste nera che giunse in Europa ebbe origine in Oriente nel 1347; mentre in Cina la peste fu attestata nel 1333 e probabilmente si diffuse verso Occidente attorno al 1338 -1339 lungo la via di Samarcanda. La diffusione della peste iniziò nel 1347 durante l’assedio da parte dei mongoli, durante il quale alcuni cadaveri furono catapultati all’interno di alcune navi, trasmettendo così il contagio in tutti i porti in cui sostarono: Costantinopoli, Trebisonda, Messina e infine Genova.

L’ANNO DI MAGGIOR CONTAGIO: 1348 A metà del 1348 l’epidemia si era diffusa in

L’ANNO DI MAGGIOR CONTAGIO: 1348 A metà del 1348 l’epidemia si era diffusa in tutta Italia, buona parte della Francia, della Spagna e dell’ Ungheria; alla fine dell’anno in Inghilterra; fu poi la volta di Germania, Belgio, Olanda, Svizzera e Austria; a metà del 1349 era in Scandinavia e nel 1350 in Svezia; nel 1351 in Russia. La peste colpì circa un terzo della popolazione europea, con forti differenze tra regioni e fra campagne e città. L’incidenza infatti fu minore nelle campagne, dove l’isolamento in cui viveva la popolazione rendeva più difficile il contagio. Il contrario accadde in città, dove i contatti tra persone malate e topi, in una condizione di igiene scarsa favorirono maggior contagio; proprio per questo la mortalità più elevata si registrò in Italia, poiché era l’area più urbanizzata di Europa. Dopo la Peste nera del 1347 -1350 vi furono ricorrenti ondate di contagio: la più virulente fu quella del 1363 -1364 detta la «peste dei bambini» perché colpì chi era nato dopo il 1348 e non era immunizzato. La peste continuò anche nei secoli successivi, come la peste di Milano nel 16291630 narrata da A. Manzoni nei Promessi Sposi.

IL TERRORE DELLA MORTE La peste nera suscitò molto terrore al punto che molti

IL TERRORE DELLA MORTE La peste nera suscitò molto terrore al punto che molti malati erano lasciati soli ad attendere la morte con cibo vicino al letto. I morti poi venivano depredati dai becchini ed inoltre veniva abbandonata la ritualità sacra, lasciando così il posto a funerali semideserti, cadaveri gettati nelle fosse comuni e coperti di calce. LE INTERPRETAZIONI DELLA PESTE I contemporanei cercarono di individuare le cause della peste, elaborando spiegazioni che meglio si addicevano alla loro cultura. La risposta più immediata fu quella di interpretare la peste come un castigo di Dio per i peccati degli uomini. Di conseguenza si svilupparono pratiche di penitenza come processioni, pellegrinaggi, digiuni e canti per placare l’ira divina. Inoltre fu interpretata anche come un segno apocalittico che annunciava la prossima fine del mondo. Dunque per placare l’angoscia , si dovette cercare un responsabile verso il quale riversare la propria rabbia; la peste proveniva da Oriente, quindi i cristiani erano vittime innocenti. La colpa veniva riversata su coloro che per religione, stile di vita e comportamento erano diversi cioè gli ebrei e musulmani. Infine anche le donne e le ragazze furono accusate di provocare la peste con incontri segreti col demonio: furono dunque condannate e uccise come streghe.

GLI EFFETTI DEL CROLLO DEMOGRAFICO Tra i primi effetti del crollo demografico vi furono:

GLI EFFETTI DEL CROLLO DEMOGRAFICO Tra i primi effetti del crollo demografico vi furono: Il calo del prezzo dei cereali: alla diminuzione dei consumatori di cereali, base essenziale della dieta degli europei. La diminuzione delle rendite: in conseguenza dello spopolamento delle campagne e della perdita di valore delle vecchie monete. L’aumento dei salari: dovuto essenzialmente alla difficoltà di reperire manodopera tante nelle città che nelle campagne. In Inghilterra il governo emanò uno statuto dei lavoratori che vietava l’aumento dei salari, lo stesso avvenne nei principali comuni d’Italia, da Bologna a Firenze a Trapani. Mentre nelle regioni in cui il potere centrale era più debole come in Germania e Paesi dell’Est i nobili ne approfittarono per aumentare i canoni d’affitto ed introdussero nuove imposte.

LA RISTRUTTURAZIONE AGRARIA Molti per contrastare gli effetti del crollo demografico, decisero di riconvertire

LA RISTRUTTURAZIONE AGRARIA Molti per contrastare gli effetti del crollo demografico, decisero di riconvertire l’attività agricola, destinando i campi ai seguenti usi: • L’allevamento, dato che i prezzi dei prodotti di origine animale, come latte, burro e carne resistevano alla crisi rispondendo alle esigenze alimentari. • La produzione di prodotti di nicchia, come olio e vino. • La coltivazione di piante per l’uso industriale, come la canapa, il luppolo, il cotone… In Inghilterra il passaggio dall’arativo all’allevamento determinò la diffusione dei pascoli recintati, chiamati enclosures. Si trattò di un fenomeno di ampie dimensioni che consisteva nella privatizzazione dei terreni incolti, che fino a quel momento erano stati patrimonio comune della collettività rurale. Mentre le attività legate al forno, al mulino o alla forgia non furono più controllate dai signori, ma furono gestite in proprio dai contadini svolgendo così attività di artigianato rurale.

LE RIVOLTE CONTADINE E I TUMULTI CITTADINI Ø JACQUERIES Nel 1358 in Francia un

LE RIVOLTE CONTADINE E I TUMULTI CITTADINI Ø JACQUERIES Nel 1358 in Francia un gruppo di contadini assaltò le case dei nobili e i catelli, dando vita alla rivolta che prese il nome di jacqueries, dal soprannome Jacques Bonhomme ovvero Giacomo Buondiavolo, con cui già da tempo i nobili indicavano i contadini. Alla protesta oltre ai contadini, commercianti e artigiani si aggiunsero anche i seguaci di Etienne Marcel, uno dei rappresentanti più importanti della corporazione parigina dei mercanti; nel giro di pochi giorni essi furono soffocati dai nobili, con un bilancio di 20 mila morti tra cui lo stesso Marcel. Ø RIVOLTA POLL-TAX Nel 1381 in Inghilterra scoppiò una rivolta contadina in seguito della poll-tax, una tassa personale su tutti gli abitanti di età superiore ai 15 anni. Durante la protesta migliaia di contadini marciarono su Londra, trascinati dalla predicazione del prete John Ball che proclamava l’assoluta uguaglianza fra gli uomini e il comunismo di beni. Dopo un breve successo iniziale, la ribellione fu sanguinosamente repressa dai soldati del re e dai nobili; poco dopo John Ball fu impiccato con i capi della rivolta. Successivamente nacque la setta religiosa dei lollardi, dei seguaci delle tesi di John Wycliff, che sosteneva la povertà evangelica e negava qualunque ruolo al clero poichè qualsiasi uomo poteva stabilire un rapporto diretto con Dio.