La concezione del tempo Pearson Italia S p

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La concezione del tempo © Pearson Italia S. p. A. Da Newton ad Einstein

La concezione del tempo © Pearson Italia S. p. A. Da Newton ad Einstein

Newton: il tempo assoluto • Per Isaac Newton (1642 -1727) il tempo con cui

Newton: il tempo assoluto • Per Isaac Newton (1642 -1727) il tempo con cui abbiamo a che fare tutti i giorni è una quantità, ovvero è misurabile sulla base di un movimento (un giorno, ad esempio, è il tempo impiegato dalla Terra a compiere la sua rivoluzione attorno al Sole) • In base al principio galileiano della relatività del moto, tuttavia, un corpo può essere definito in quiete o in movimento solo rispetto alla posizione di altri corpi, che a loro volta possono essere in quiete o in movimento rispetto ad altri corpi… • Per evitare di procedere all’infinito nella ricerca di un corpo stabile o di un riferimento spaziale ultimo, Newton postula l’esistenza: - di uno spazio assoluto, infinito e immobile, che contiene infiniti spazi relativi, finiti e mobili © Pearson Italia S. p. A. - di un tempo assoluto, infinito e uniforme: la DURATA Solo la durata è il tempo «assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno» , che «scorre uniformemente» (Principi matematici) 2 | La concezione del tempo Il tempo che misuriamo è invece un tempo «relativo, apparente e volgare» , «misura (esatta o inesatta) sensibile ed esterna della durata per mezzo del moto» (Principi matematici)

Leibniz: il tempo come relazione Gottfried Leibniz (1646 -1716) contesta l’idea di Newton: per

Leibniz: il tempo come relazione Gottfried Leibniz (1646 -1716) contesta l’idea di Newton: per lui lo spazio e il tempo assoluti sono fantasie prive di fondamento © Pearson Italia S. p. A. perché lo spazio è un «ordine delle coesistenze» , ovvero «l’ordine di quelle cose che esistono nello stesso tempo» il tempo è un «ordine delle successioni» , ovvero corrisponde al cambiamento di un certo ordine spaziale (ad esempio della Terra rispetto al Sole) Lo spazio e il tempo hanno natura relativa o relazionale 3 | La concezione del tempo

Kant: il tempo “percepito” Anche per Immanuel Kant (1724 -1804), come per Leibniz, uno

Kant: il tempo “percepito” Anche per Immanuel Kant (1724 -1804), come per Leibniz, uno spazio e un tempo assoluti, oggettivi e indipendenti rispetto a un soggetto che li percepisce, non esistono tuttavia © Pearson Italia S. p. A. spazio e tempo non derivano dall’esperienza (come affermava Leibniz) 4 | La concezione del tempo ma pur non derivando dall’esperienza, non sono neppure concetti astratti Lo spazio e il tempo sono piuttosto le forme pure della nostra esperienza sensibile, le condizioni della rappresentabilità degli oggetti esterni

Bergson: il tempo interiore • Nella filosofia contemporanea l’idea del tempo come quantità misurabile

Bergson: il tempo interiore • Nella filosofia contemporanea l’idea del tempo come quantità misurabile lasciando emergere la dimensione passa definitivamente in secondo piano, soggettiva o esistenziale del tempo © Pearson Italia S. p. A. Henri Bergson (1859 -1941) distingue e contrappone 5 | La concezione del tempo il tempo della scienza, oggettivo e misurabile, fatto di istanti che si susseguono identici l’uno all’altro il tempo della coscienza, ovvero dell’interiorità e della vita vissuta, flusso continuo di momenti tra loro non distinguibili questa è la DURATA, l’unica autentica dimensione temporale

Einstein: il tempo relativo • La concezione filosofica del tempo come qualcosa di relativo

Einstein: il tempo relativo • La concezione filosofica del tempo come qualcosa di relativo a un soggetto e Heidegger) risuona in ambito (che nel Novecento accomuna Bergson scientifico nella teoria della relatività di Albert Einstein (1879 -1955) Anche per Einstein il tempo è sempre relativo alla percezione di un osservatore, e quindi a una serie di coordinate spaziali di riferimento anzi © Pearson Italia S. p. A. lo spazio e il tempo sono tra loro così strettamente connessi da costituire un vero e proprio “sistema spazio-temporale” nel quale il primo influenza e “deforma” il secondo, e viceversa • Dalle tre dimensioni della fisica classica (x, y e z: lunghezza, altezza e profondità) si passa così alle quattro dimensioni della fisica relativistica: x, y, z e t (tempo) 8 | La concezione del tempo