IIS Leonardo da Vinci via Cavour 258 Roma

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IIS Leonardo da Vinci via Cavour 258 Roma Architettura e design tra Ottocento e

IIS Leonardo da Vinci via Cavour 258 Roma Architettura e design tra Ottocento e Novecento: dall’eclettismo al razionalismo Prof. ssa Floriana Mauro Storia dell’arte

Questa presentazione si compone di una prima parte contenente delle immagini e dei file

Questa presentazione si compone di una prima parte contenente delle immagini e dei file audio di spiegazione e di una seconda parte con una sintesi scritta della lezione

Architettura del ferro nell’Europa dell’Ottocento: Londra e Milano Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura del ferro nell’Europa dell’Ottocento: Londra e Milano Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura eclettica nell’Europa dell’Ottocento: Roma e Monaco di Baviera Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura eclettica nell’Europa dell’Ottocento: Roma e Monaco di Baviera Prof. ssa Floriana Mauro

Nascita dell’architettura moderna : Peter Behrens Prof. ssa Floriana Mauro

Nascita dell’architettura moderna : Peter Behrens Prof. ssa Floriana Mauro

Il Bauhaus e l’ architettura Prof. ssa Floriana Mauro

Il Bauhaus e l’ architettura Prof. ssa Floriana Mauro

Il Bauhaus e il design: Marcel Breuer Prof. ssa Floriana Mauro

Il Bauhaus e il design: Marcel Breuer Prof. ssa Floriana Mauro

IL Bauhaus e le arti applicate: Annie e Joseph Albers Prof. ssa Floriana Mauro

IL Bauhaus e le arti applicate: Annie e Joseph Albers Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura razionalista: Le Corbusier e Frank Lloyd Wright Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura razionalista: Le Corbusier e Frank Lloyd Wright Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura organica: il caso del Museo Guggenheim a New York Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura organica: il caso del Museo Guggenheim a New York Prof. ssa Floriana Mauro

Architettura e design tra Ottocento e Novecento: dall’eclettismo al razionalismo • Nel corso dell’Ottocento

Architettura e design tra Ottocento e Novecento: dall’eclettismo al razionalismo • Nel corso dell’Ottocento assistiamo ad una evoluzione delle arti con particolare ruolo svolto dall’architettura. La tecnica del ferro e del vetro lavorato, comune nelle serre, viene impiegata in Europa per la realizzazione dei padiglioni per le Esposizioni Universali, di cui ci resta l’esempio più noto nella Tour Eiffel a Parigi, testimonianza dell’Esposizione del 1889. Anche in Italia si tenta tale utilizzo per costruzioni di grandissime dimensioni come nel caso della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano dell’architetto Giuseppe Mengoni (1827 -1877), che collega piazza del Duomo a piazza della Scala. Questi intuisce le potenzialità di tale tecnica, non solo come rapido mezzo per l’edificazione a livello industriale, ma soprattutto come importante mezzo di espressione, lasciando la struttura di acciaio in vista e sfruttando la possibilità di avere molta luce negli interni, sostituendo superfici opache con le trasparenze del vetro. Prof. ssa Floriana Mauro

 • Innovativo è anche lo scopo per il quale viene concepita la galleria,

• Innovativo è anche lo scopo per il quale viene concepita la galleria, progettata come punto d’incontro pubblico nel centro della città. Nella decorazione degli interni e nella parte frontale esterna, tuttavia, in contrasto con la modernità delle volte, è utilizzato lo stile neorinascimentale. Il risultato offrì il fianco a numerose ed aspre critiche proprio a causa del risultato ibrido che se ne ottenne. In questa direzione si colloca l’architettura eclettica. Quando il ricorso a un solo stile sembra non essere più sufficiente per soddisfare i desideri di una committenza dai gusti sempre più stravaganti oppure, al contrario, molto tradizionalisti, gli architetti attingono contemporaneamente anche a stili diversi, inventando soluzioni talvolta artificiose e bizzarre da non essere più riconducibili agli stili di partenza, oppure leggibili come rielaborazione di stilemi derivanti da a un’epoca di riferimento • ( neogotico, neorinascimentale, neobarocco ecc. ). Prof. ssa Floriana Mauro

 • Si parla allora di Eclettìsmo, termine che deriva dal greco eklèghein, con

• Si parla allora di Eclettìsmo, termine che deriva dal greco eklèghein, con il significato di “scegliere fra più oggetti”. Il senso dell’architettura eclettica, del resto, sta nel saper attingere all’immenso repertorio di forme e stili del passato, scegliendo fra essi gli accostamenti ritenuti più armoniosi e raffinati ( si vedano gli esempi presentati a Roma , l’edificio della Banca d’Italia di G. Koch e il Koeningsbau di Von Klenze a Monaco di Baviera). Anche la scelta eclettica, però, si riduce quasi sempre a un semplice atto formale, e dunque non tiene in alcun conto le motivazioni storiche e culturali che, nel corso dei secoli, hanno determinato il formarsi e l’evolversi dei vari stili. Questi, in altre parole, vengono scelti e mescolati con intenti puramente decorativi, cosicché l’architetto eclettico si riduce a essere, nel migliore dei casi, un fantasioso assemblatore di elementi architettonici liberamente estrapolati dai contesti più vari. Prof. ssa Floriana Mauro

 • Progettare diventa pertanto una sorta di raffinato gioco compositivo, assolutamente svincolato da

• Progettare diventa pertanto una sorta di raffinato gioco compositivo, assolutamente svincolato da qualsiasi valutazione di tipo strutturale e funzionale, tanto che spesso gli architetti si limitano a intervenire sugli esterni, mentre la soluzione di tutti i problemi statici e realizzativi viene demandata agli ingegneri , accentuando progressivamente il solco che nel tempo differenzierà le due professioni. • Nel corso del Novecento l’architettura trae vantaggio, talvolta, dalle grandi tragedie. Una delle palestre di prova della rivoluzione senza precedenti che ne sconvolse metodi e stili tra il XIX e il XX secolo fu, negli USA, l’incendio che, nel 1871, rase al suolo il centro di Chicago favorendone la ricostruzione e in Europa le distruzioni dovute ai due conflitti mondiali. Queste furono occasioni di ricostruzione, ma in cui si unirono due elementi solo in apparenza contraddittori: una tensione utopistica da un lato ( cambiare e migliorare le cose) e il culto della logica • (la geometria come espressione del pensiero razionale). Prof. ssa Floriana Mauro

 • “Less is more” (‘Il meno è più’, Mies van der Rohe) può

• “Less is more” (‘Il meno è più’, Mies van der Rohe) può essere considerato il motto più significativo dell’architettura razionalista nata dopo la Prima Guerra Mondiale, contrassegnata da grandi ideali. Il valore massimo dell’architettura consisteva nella riduzione alla sintesi estrema degli elementi: una semplicità capace di trasformarsi in eleganza. La Belle Époque era passata, con i suoi fasti borghesi. I problemi sociali si erano fatti scottanti: frotte di reduci ridotti in povertà necessitavano di alloggi e supporto, niente sarebbe stato più come prima e si sentiva il bisogno di una ricostruzione rapida, intelligente, senza fronzoli. La fine della guerra stimolò, dunque, lo sviluppo della nuova poetica architettonica, già avviatasi nel primo ventennio del secolo , agevolata dai numerosi progressi nelle tecniche costruttive. L’evoluzione dell’architettura è, infatti, strettamente legata allo sviluppo tecnologico e scientifico, che le impone continue trasformazioni. Ferro, vetro e cemento furono i protagonisti di un’evoluzione che decise di lasciarli a vista, senza più mascherarli nemmeno con volute decorative: come disse l’architetto Auguste Perret, “Se la struttura non è degna di restare a vista, l’architetto ha male assolto la sua funzione”. Prof. ssa Floriana Mauro

 • L’uso del calcestruzzo armato, in particolare, ha rivoluzionato i sistemi costruttivi: la

• L’uso del calcestruzzo armato, in particolare, ha rivoluzionato i sistemi costruttivi: la rivoluzione razionalista, codificata da Le Corbusier, è stata resa possibile proprio dall’evoluzione tecnica del cemento. • La scuola del Bauhaus, fondata nel 1919 a Weimar e trasferitasi a Dessau nel 1925, rappresentò uno dei momenti di sintesi più importanti del Movimento Moderno. Vi collaborarono architetti, pittori e designer di molti paesi. Il primo direttore fu Walter Gropius, che progettò gli edifici per la sede di Dessau. Un nuovo corso dell’architettura si manifestò negli anni Venti nella costruzione dei quartieri popolari delle città tedesche, come ad esempio il quartiere Weissenhof di Stoccarda: le tipologie abitative proposte tendevano a migliorare le condizioni della vita quotidiana dell’uomo comune, fornendo migliori standard qualitativi. Prof. ssa Floriana Mauro

 • Con l’avvento del nazismo, nel 1933, molti architetti tedeschi, fra i quali

• Con l’avvento del nazismo, nel 1933, molti architetti tedeschi, fra i quali Gropius, Marcel Breuer e Ludwig Mies van der Rohe, si trasferirono negli Stati Uniti, dove continuarono il lavoro svolto in Europa sia nel campo della progettazione architettonica, sia nell’insegnamento. • Tra tutti Le Corbusier ebbe un grandissimo seguito. Nelle sue pubblicazioni si faceva promotore di una sorta di “estetica della macchina” e proponeva sistemi abitativi del tutto nuovi (grattacieli polifunzionali inseriti in vasti parchi), che comportavano una vera rivoluzione nel modo europeo di vivere e lavorare. • La Villa Savoye (1929 -30) presenta i fondamentali cinque elementi o caratteristiche architettoniche teorizzati da Le Corbusier: pilotis (pilastri a sezione circolare), pianta libera, facciata libera, finestra a nastro e tettogiardino. Il celebre architetto svizzero naturalizzato francese, realizzò diversi edifici e, negli anni Cinquanta, elaborò anche il piano urbanistico della nuova capitale del Punjab, Chandigarh, in India. Prof. ssa Floriana Mauro

 • Il Museo Guggenheim, immaginato - e poi realizzato - da Frank Lloyd

• Il Museo Guggenheim, immaginato - e poi realizzato - da Frank Lloyd Wright è esempio compiuto dell’architettura razionalista nella declinazione detta organica, quella cioè che trae spunto dalla natura e ne riprende alcune linee in chiave rivoluzionaria. All’esterno, prima di tutto , esso è costituito da linee curve che marcano immediatamente una discontinuità con le linee squadrate delle strade e dei grattacieli di New York, anche all’interno, dove l’architetto ha voluto un unico ambiente avvolgente da fruire dall’alto verso il basso. I visitatori, secondo la sua idea, dovevano essere portati in alto da un ascensore e poi invitati a scendere i sei piani dell’edificio percorrendo la rampa di 400 metri, sulle cui pareti sono esposte le opere, oppure scegliere di ascendere progressivamente lungo il corridoio perimetrale per scoprire di volta in volta le opere esposte. Un altro punto chiave del progetto di Wright è rappresentato dall’illuminazione naturale: il grande lucernario che copre lo spazio centrale genera una luce diffusa in tutto il museo. Il visitatore, quindi, è indotto ad alzare lo sguardo verso l’alto. Molti artisti temevano che tutto ciò potesse oscurare le opere d’arte esposte, ma Wright replicò dicendo che il suo intento era quello di rendere architettura e pittura parte di una sinfonia ininterrotta come mai si era visto nel mondo dell’arte fino a quel momento. Prof. ssa Floriana Mauro