Luce ed onde elettromagnetiche Maxwell dimostr che la

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Luce ed onde elettromagnetiche Maxwell dimostrò che la luce è un’onda elettromagnetica di natura

Luce ed onde elettromagnetiche Maxwell dimostrò che la luce è un’onda elettromagnetica di natura ondulatoria con frequenze comprese nell’intervallo 4 x 1014 Hz - 7 x 1014 Hz che si propaga, in un mezzo dielettrico (omogeneo e isotropo) di costante dielettrica e e permeabilità magnetica m, con velocità v. Nel vuoto, dove e = e 0 = 8. 85 10 -12 C 2 N-1 m-2 e m = m 0 = 1. 26 10 -6 Ns-2 C-2, tale velocità è la velocità della luce nel vuoto, generalmente indicata con c. Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 1

Le onde elettromagnetiche Un’antenna (circuito LC) genera onde e. m. con velocità c e

Le onde elettromagnetiche Un’antenna (circuito LC) genera onde e. m. con velocità c e campi elettrico e magnetico di equazione: I vettori elettrico e magnetico variano continuamente la propria di. Rezione come indicato sotto. Inoltre tra le ampiezze dei campi elettrico e magnetico vale la relazione: dove c è la velocità della luce nel vuoto Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 2

Campo elettrico indotto Quando l’onda raggiunge il rettangolo h dx, all’interno di esso B

Campo elettrico indotto Quando l’onda raggiunge il rettangolo h dx, all’interno di esso B varia, quindi varia FB e pertanto, per la legge di Faraday, deve apparire un campo elettrico indotto: Sviluppando l’integrale, si trova: Cioè sostituendo: o meglio Sostituendo le espressioni per i campi elettrico e magnetico: si ottiene: Lezione n. 13 da cui si ha: Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 3

Campo magnetico indotto Quando l’onda raggiunge il rettangolo h dx, all’interno di esso E

Campo magnetico indotto Quando l’onda raggiunge il rettangolo h dx, all’interno di esso E varia, quindi varia FE e pertanto, per la legge di Maxwell, deve apparire un campo magnetico indotto: Sviluppando l’integrale, si trova: Cioè sostituendo: Sostituendo le espressioni per i campi elettrico e magnetico: si ottiene: da cui si ha: equivalente a: Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 4

Trasporto di energia: vettore di Poynting La quantità di energia trasportata da un’onda elettromagnetica

Trasporto di energia: vettore di Poynting La quantità di energia trasportata da un’onda elettromagnetica nell’unità di tempo per unità di superficie è data dal vettore di Poynting S, definito come: Il modulo del vettore di Poynting, essendo E e B perpendicolari tra loro in ogni punto, è dato da: Nel caso in cui E=Em sin (kx-wt), si ottiene per S il valore: Il valore medio temporale di S è chiamato intensità (del campo elettromagnetico) e denotato con I. Si noti che I è misurato in W/m 2. Per quanto riguarda le densità di energia, si può sostituire nell’espressione che definisce u. E (densità volumica di energia elettrica) l’espressione di E: Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 5

Polarizzazione Un’onda si dice polarizzata quando il piano di vibrazione del vettore campo elettrico

Polarizzazione Un’onda si dice polarizzata quando il piano di vibrazione del vettore campo elettrico (o del campo magnetico) rimane costante nel tempo. Per un’onda non polarizzata, invece, ciò non avviene per cui il vettore campo elettrico (e magnetico) vibrerà in tutte le direzioni. In tal caso, in ogni istante è possibile scomporlo in due componenti lungo gli assi y e z. Facendo passare la luce (radiazione luminosa) attraverso particolari lamine polarizzatrici, le componenti dei vettori del campo elettrico parallele alla direzione di polarizzazione vengono trasmesse attraverso la lamina, mentre le altre vengono assorbite. Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 6

Intensità della luce polarizzata trasmessa Nel caso di luce non polarizzata, dal momento che

Intensità della luce polarizzata trasmessa Nel caso di luce non polarizzata, dal momento che l’orientazione dei vettori campo elettrico è casuale, l’intensità luminosa dopo il passaggio attraverso la lamina polarizzatrice è pari alla metà di quella incidente, cioè I = I 0 / 2. Nel caso della luce polarizzata, occorre considerare l’angolo q tra la direzione di polarizzazione della lamina y e quella di vibrazione del vettore campo elettrico E. La componente di E nella direzione y vale Ey = E cos q e siccome l’intensità I è proporzionale al quadrato del campo elettrico, vale la legge (di Malus) I = I 0 cos 2 q Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 7

Riflessione e rifrazione Si parla di ottica geometrica quando la direzione di propagazione dell’onda

Riflessione e rifrazione Si parla di ottica geometrica quando la direzione di propagazione dell’onda luminosa può essere individuata da una linea retta perpendicolare al fronte d’onda. Nell’attraversamento di una superficie di separazione tra due mezzi, l’onda luminosa viene in parte riflessa ed in parte rifratta (fenomeno della rifrazione). Il raggio rifratto è quasi sempre deviato rispetto alla direzione di propagazione originaria. Gli angoli di incidenza, riflessione e rifrazione sono calcolati rispetto alla direzione di propagazione ed indicati con q 1, q 1’ e q 2 rispettivamente, e si trovano sullo stesso piano. La legge della riflessione dice che q 1 = q 1’ mentre la legge della rifrazione dice che n 1 sin q 1 = n 2 sin q 2 Le grandezze n 1 e n 2 sono definite indici di rifrazione del mezzo. Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 8

Dispersione cromatica L’indice di rifrazione n dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione. Se il

Dispersione cromatica L’indice di rifrazione n dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione. Se il raggio luminoso è formato da componenti con lunghezze d’onda diverse, la rifrazione ne separa le componenti (fenomeno della dispersione cromatica). Nelle sostanze di uso comune, l’indice di rifrazione n è inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda per cui l’angolo di rifrazione per le componenti a lunghezza d’onda minore (ad es. Quelle di oclore blu) sarà maggiore e viceversa Pertanto le lunghezze d’onda minori hanno angoli di rifrazione maggiori (il BLU viene rifratto con angoli maggiori del ROSSO) L’arcobaleno è prodotto come risultato della rifrazione dei raggi luminosi (solari) sulle goccioline di acqua nelle nubi o nella precipitazione. Il colore all’interno dell’arcobaleno è indacovioletto. Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 9

Riflessione totale Se un raggio luminoso incide sulla superficie di separazione provenendo da un

Riflessione totale Se un raggio luminoso incide sulla superficie di separazione provenendo da un mezzo più denso verso un mezzo meno denso, l’angolo di rifrazione è maggiore di quello di incidenza. Esisterà allora un angolo di incidenza q 1 = qc, detto angolo limite o angolo critico per il quale l’angolo di rifrazione vale q 2 = 90°, e per cui per q 1 > qc non si ha angolo rifratto ma soltanto angolo riflesso. Tale angolo numericamente si trova imponendo n 1 sin qc = n 2 sin 90° da cui si ricava: Esempi di applicazione di questo fenomeno sono le fibre ottiche, i periscopi, ecc. Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 10

Polarizzazione per riflessione: legge di Brewster Quando un raggio luminoso non polarizzato incide su

Polarizzazione per riflessione: legge di Brewster Quando un raggio luminoso non polarizzato incide su una superficie di separazione tra due mezzi, esso può essere scomposto in due direzioni di polarizzazione, una perpendicolare ed una parallela al piano di incidenza (nella figura, la superficie della pagina). In generale, il raggio riflesso mantiene entrambe le componenti, ma quando l’angolo di incidenza (e di riflessione) assume il particolare valore q. B (detto angolo di Brewster), il raggio riflesso risulta avere soltanto la componente perpendicolare (cioè è polarizzato). Il valore di q. B è tale che q. B + qr = 90° dove qr è il raggio rifratto. Utilizzando la legge della rifrazione, si ha: n 1 sin q. B = n 2 sin qr ma n 1 sin q. B = n 1 sin (90°- qr) = n 1 cos qr da cui si ottiene la legge di Brewster: Lezione n. 13 Corso di Fisica B, C. S. Chimica, A. A. 2001 -02 11