Lidea dellautogoverno nata nelle civilt greca e romana
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L'idea dell'autogoverno, nata nelle civiltà greca e romana, si è affermata, però, gradualmente soltanto con la cultura moderna, soprattutto con la filosofia illuminista del Settecento e con le costituzioni inglese (1689), americana (178789), e con quelle francesi dell'epoca della grande rivoluzione (1789/1793). Si è arricchita ulteriormente con le riflessioni del marxismo e delle internazionali socialiste. Oggi è un'idea universalmente accettata, ma non universalmente praticata.
La democrazia, cioè la cultura costituzionale dell'autogoverno e dei diritti di libertà, è presente nei paesi sviluppati, assente nei paesi non sviluppati. La democrazia si è affermata dove c'è stata una classe di capitalisti e dove quindi c'è stato bisogno di una cultura liberale e poi democratica e dove la questione sociale nata col capitalismo ha creato conflitti politici e sociali che sono stati regolati con gli ordinamenti democratici. In Italia, l‘ articolo 1 della Costituzione stabilisce che la "sovranità appartiene al popolo", cioè afferma che tutti i cittadini hanno il diritto politico fondamentale di governare lo Stato. L'art. 2 afferma che la "Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e con ciò pone le basi del successivo riconoscimento dei diversi diritti particolari; sempre l'art. 2 afferma che i cittadini hanno "doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".
Tuttavia, occorre affermare, infine, che la democrazia è, probabilmente, dappertutto, una pericolosa illusione. Il potere politico reale risiede in piccoli gruppi elitari che dirigono i partiti politici e in altri piccolissimi gruppi, altrettanto elitari, che dirigono i gruppi economici multinazionali dominanti e influenzano fortemente gli stessi gruppi politici.
L'articolo 23 della Dichiarazione stabilisce il diritto al lavoro, alla difesa contro la disoccupazione e all'equa retribuzione, cioè ad una salario che ci consenta un discreto benessere. Pur sembrando un diritto antico e naturale, quello al lavoro è un diritto largamente inattuato in Italia e in tutto il mondo.
CONSEGUENZE: • Forte disoccupazione. • Lavori saltuari e senza contratto. Spesso chi lavora è costretto a farlo in “nero”. • Precarie condizioni di vita. • Sfruttamento minorile e abuso delle donne. • Enorme differenze fra i salari all’ interno di uno stesso stato.