La neuroarcheologia del S Radici affettive ed immaginative

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La neuro-archeologia del Sè Radici affettive ed immaginative della vita mentale Giovedì 31 Marzo,

La neuro-archeologia del Sè Radici affettive ed immaginative della vita mentale Giovedì 31 Marzo, h. 9: 30 Incontro/seminario con Antonio Alcaro (psicoterapeuta, ricercatore in neuroscienze) Centro Tralerighe, via L. Robecchi Brichetti 6 (Piramide) Prenotazioni al n° 347/1232528 Costo 20 Euri La maggior parte degli psicologi e dei neuroscienziati considera oggi la vita mentale come un’acquisizione dello sviluppo individuale. In particolare, l’emergere di un senso di sé nel bambino viene legato ad alcune capacità emotive e cognitive acquisite durante la relazione di attaccamento. Tuttavia, lo sviluppo di una vita psichica e di un senso personale di sé non sarebbero possibile in assenza di alcune potenzialità istintuali che appartengono all’uomo ed anche ad altre specie animali: 1) la capacità di sentire affettivamente, cioè di essere affetti da stati emozionali come la rabbia, la paura, la gioia, ecc. . 2) La capacità di immaginare, cioè di dar vita a rappresentazioni fantastiche si costruiscono intorno a stati affettivi dominanti. Il Sé affettivo ed il Sé immaginativo costituiscono i livelli archetipici e transpersonali della mente e sono legati al funzionamento di particolari substrati neuroanatomici e neurofunzionali. Come intuito da Wilfred Bion, che parlava di “pensieri senza pensatore”, i fenomeni psichici più arcaici e primitivi germogliano in una “terra di nessuno”, prima che una distinzione tra soggetto ed oggetto si sia formata e consolidata. A questo livello, dominato da affetti ed immagini fluide, il Sé non ha ancora confini precisi espande sotto forma di una sensibilità cosciente diffusa ed allargata.