Vietato studiare vietato insegnare Le norme antiebraiche applicate
Vietato studiare, vietato insegnare Le norme antiebraiche applicate al mondo della scuola Nina Quarenghi-Irsifar Istituto nazionale “Ferruccio Parri”
Gli ebrei in Italia prima del fascismo � La presenza degli ebrei in Italia è antica di � � � oltre duemila anni. Essi raggiunsero la parità dei diritti solo nell’Ottocento durante il Risorgimento. Agli inizi del ‘ 900 erano circa 45. 000, cioè l’ 1 per 1000 della popolazione italiana. Svolgevano le professioni più varie, dalle più umili – è il caso dei molti ambulanti che vivevano in povertà – alle più elevate nel settore della pubblica amministrazione, nelle libere professioni, in campo bancario e assicurativo e nell’insegnamento. Ernesto Nathan, uno dei più bravi sindaci che ebbe la città di Roma (1907 -1913), era ebreo. Alcuni di loro furono eroi della Prima guerra mondiale. Molti ebrei si laicizzarono e i matrimoni misti erano molto diffusi (più del 30%).
Gli ebrei durante il fascismo � Negli anni del fascismo, dal 1922 al 1938, gli ebrei si comportarono come il resto degli italiani, cioè ci fu un generale consenso al regime e un senso di patriottismo. Gli ebrei non smisero di comportarsi e sentirsi italiani. � Fino alla metà degli anni Trenta il fascismo non perseguitò gli ebrei italiani, molti dei quali entrarono nel Pnf (Partito nazionale fascista) ed ebbero ruoli importanti nell’amministrazione pubblica. � (Nella fotografia: Bologna, anni ‘ 30. Daniele Nacamù (nato nel 1929) in uniforme dei Figli della Lupa. United States Holocaust Memorial Museum, Washington)
Gli ebrei antifascisti � Ci furono anche ebrei italiani attivi nell’opposizione al regime e, come tutti gli altri antifascisti, furono perseguitati; molti scelsero l’esilio. � Alcuni pagarono con la vita questa scelta coraggiosa, come i fratelli Carlo e Nello Rosselli, uccisi in Francia da sicari del fascismo nel 1937.
Prime manifestazioni razziste del regime � Dopo la guerra in Etiopia e la sua occupazione (maggio 1936) compare e si diffonde nel regime un razzismo antinero che considera inferiori le popolazioni africane conquistate. � Nello stesso anno Mussolini si avvicina ancora di più alla Germania nazista e antisemita di Hitler con l’alleanza chiamata “Asse Roma-Berlino”.
La svolta antiebraica del regime � Nel 1932 Mussolini dichiara al giornalista Emil Ludwig: “L’antisemitismo non esiste in Italia (…). Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini, e come soldati si sono battuti coraggiosamente. Essi occupano posti elevati nelle Università, nell’esercito, nelle banche”. � Nel 1938 invece afferma: “Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale. L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo”. � (Mussolini e Ludwig seduti alla scrivania nella Sala del Mappamondo a Palazzo Venezia. Archivio storico Istituto Luce) � (Discorso di Trieste, 1938. Archivio storico Istituto Luce)
Luglio 1938: esplode l’antiebraismo fascista � Il 14 luglio 1938 venne pubblicato sul “Giornale d’Italia”, quello che sarebbe diventato poi famoso come il MANIFESTO DELLA RAZZA o MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI. � Nell’introduzione era spiegato che un gruppo di scienziati, intellettuali e professori fascisti aveva scritto un documento per chiarire la posizione del fascismo nei confronti della questione razziale. � Il manifesto venne pubblicato una seconda volta nell’agosto del 1938 sul primo numero de La difesa della razza.
Agosto 1938: provvedimenti per affrontare la “problematica razziale” � Con un censimento su basi razziste il regime schedò la popolazione ebraica presente in Italia. � Circa 50. 000 italiani vengono classificati come ebrei. Il singolo individuo, indipendentemente dalla religione professata, viene considerato ebreo se figlio di genitori ebrei. � (In questo documento, conservato a Roma presso l’Archivio Centrale dello Stato, viene indicato il numero degli ebrei italiani e stranieri “puri”, “misti” e “imprecisati” in tutte le regioni d’Italia).
Settembre-novembre 1938: le leggi antiebraiche � 5 settembre: provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista � 7 settembre: provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri � 6 ottobre: emanazione della carta della razza: il Gran Consiglio formula la definizione di “appartenenza alla razza ebraica” � 17 novembre: Decreto legge per la difesa della razza italiana
L’allontanamento degli ebrei dalla scuola � Dal Regio decreto del 5 settembre 1938, n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista: � Art. 1. All’ufficio di insegnante nelle scuole statali e parastatali, di qualsiasi ordine e grado (…) non potranno essere ammesse persone di razza ebraica. � Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.
Circolare n. 32 – Inizio del nuovo anno scolastico, 30 settembre 1938 “Ad alti fini della Scuola fascista ho accennato. Sono essi quelli stessi, che la Rivoluzione persegue nei riguardi di tutto il popolo italiano, riportandolo, libero da intrusioni e da scorie, alla espressione genuina delle sue essenziali tendenze e rendendolo sempre più unito e compatto, per razza e per tradizione, per volontà e per ideali, attorno al suo Duce”. Giuseppe Bottai, ministro dell’Educazione Nazionale dal 1936 al febbraio 1943
Più di 700 provvedimenti � Tra il 1938 e il 1943 furono emanati più di 700 provvedimenti per la “difesa della razza” nella scuola. In media due-tre volte alla settimana, per cinque anni, il Ministero dell’Educazione Nazionale si premurò di diramare documenti attraverso i quali si ribadiva l’esclusione dei cittadini ebrei dal mondo dell’istruzione e della cultura.
Gli esclusi dalla scuola, dalla Università e dal mondo della cultura � 279 presidi e docenti � 96 professori universitari � oltre 200 liberi docenti � 133 aiuti e assistenti � oltre 100 maestri � migliaia di studenti � 672 membri di accademie e società scientifiche, letterarie, storiche e musicali. � Non furono più allestite mostre di pittori o scultori ebrei � Tutti gli ebrei sparirono dal mondo dello spettacolo, del cinema e della radio
Nell’Italia delle leggi razziali fasciste non poterono più continuare gli studi � Rita Levi Montalcini: premio Nobel per la Medicina nel 1986 � Emilio Segré: premio Nobel per la Fisica nel 1959 � Franco Modigliani: premio Nobel per l’Economia nel 1985 � � Salvatore Lauria: premio Nobel per la medicina nel 1969 � ->
La eliminazione dei libri � I libri di autori ebrei furono tolti dal commercio, così come quelli di autori “ariani” che facevano riferimento a ebrei morti dopo il 1850. � (Alcune pubblicazioni, scritte o curate da ebrei, tolte dalla circolazione in seguito alle leggi razziali)
Le classi speciali � Le comunità ebraiche ebbero il permesso di occuparsi dei bambini e dei ragazzi espulsi dalle scuole pubbliche, che poterono continuare a frequentare la scuola in classi di alunni esclusivamente ebrei. � In alcune città vennero istituite nelle stesse scuole pubbliche delle classi separate, le classi speciali della Sezione Ebraica. � In queste classi insegnavano i docenti “di razza ebraica” espulsi dalla scuola.
dalla DISCRIMINAZIONE … (novembre 1938 -estate 1943) � In seguito alla legge del 1938 vennero emanate innumerevoli altre norme che tendevano ad allontanare e escludere gli ebrei dal mondo del lavoro, della scuola, dello sport, dello spettacolo, della vita pubblica. � Si voleva spingere la minoranza ebraica all’emigrazione. � Fino a settembre del 1943 tuttavia gli ebrei non furono in pericolo di vita.
…alla PERSECUZIONE (8 settembre 1943 -25 aprile 1945) �Dall’ 8 settembre 1943, cioè da quando l’Italia firma l’armistizio con gli Alleati, Hitler occupa militarmente l’Italia centro settentrionale insieme a Mussolini, che ha fondato la Repubblica di Salò, gli ebrei vengono perseguitati e deportati per essere uccisi.
Moltissimi studenti e insegnanti non tornarono più dai lager A noi il compito di non dimenticarli
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