Universit della Svizzera italiana Milano 6 febbraio 2006
Università della Svizzera italiana Milano, 6 febbraio 2006 Verso un linguaggio comune per le pubbliche amministrazioni Marco Colombetti Politecnico di Milano e Università della Svizzera italiana
Università della Svizzera italiana 1 Tre fasi dell’informatica n Fasi storiche dell’uso del computer: n dagli anni ’ 50: calcolo scientifico e tecnico n dagli anni ’ 60: gestione di dati e archivi n dagli anni ’ 90: interazione umana n Il passaggio alla terza fase è legato alla diffusione di internet n Dal punto di vista tecnologico internet esisteva di fatto dagli anni ’ 70: n perché si è dovuto aspettare un quarto di secolo prima che iniziasse a diffondersi su larga scala?
Università della Svizzera italiana 2 Il successo di una tecnologia n Una tecnologia ha successo quando: n è ragionevolmente matura e stabile n gli strumenti necessari per utilizzarla hanno costi accessibili n i nuovi servizi messi a disposizione sono percepiti come importanti dal punto socio-economico n le competenze, la cultura e le strutture organizzative necessarie per sfruttarla sono abbastanza diffuse n Esempio: n la diffusione del web a partire dalla metà degli anni ’ 90
Università della Svizzera italiana 3 Il web non è un archivio di documenti, bensì n un insieme di luoghi, disposti in un territorio virtuale, . . . n. . . che fungono da punti d’ingresso per l’interazione fra individui e individui, fra individui e organizzazioni, fra organizzazioni e organizzazioni n Interazione: n scambio di informazioni e documenti n accesso a servizi: n n amministrazione pubblica commercio elettronico salute. . .
Università della Svizzera italiana 4 Interoperabilità n Il tema centrale: n l’interoperabilità n Tre livelli di requisiti: n hardware e software di base: n standard universali, computer potenti, cablatura diffusa n software applicativo: n standard universali, strumenti di sviluppo n componente umana: n n n competenze tecniche linguaggio condiviso strutture organizzative adeguate
Università della Svizzera italiana 5 Linguaggio comune n Interoperabilità e linguaggio: n per condividere contenuti occorre prima condividere una forma: n il linguaggio condiviso: schemi concettuali e termini linguistici n Un esempio recente: n Xena: il decimo pianeta del sistema solare? n che cos’è un pianeta? n n n diametro? sfericità? dominio gravitazionale?
Università della Svizzera italiana Un altro esempio 6 n L’ “abuso infantile”: n fine dell’Ottocento: concetto di “maltrattamento infantile”, inteso in senso strettamente fisico n dagli anni ’ 60: un concetto più ampio di “abuso infantile”, sviluppato principalmente negli Stati Uniti, che copre anche la violenza sessuale e psicologica: n 1967: 7. 000 casi riportati n 1974: 60. 000 casi n 1982: 1. 100. 000 casi n Dal 1967 al 1982 è sicuramente cambiato il concetto di abuso infantile e quindi il significato del termine: n in che misura il termine ha lo stesso significato nei paesi europei? e in Italia?
Università della Svizzera italiana 7 Schemi concettuali e informatica n Gli schemi concettuali n si manifestano nell’uso dei termini linguistici n costituiscono la forma che diamo ai contenuti n Anche le applicazioni informatiche più semplici dipendono dai nostri schemi concettuali: n una base di dati registra un insieme di fatti, ovvero di contenuti considerati veri, . . . n. . . ma la totalità dei fatti potenzialmente registrabili è determinata dallo schema concettuale della base di dati
Università della Svizzera italiana 8 Le ontologie n Negli anni ’ 80 l’informatica (l’ingegneria della conoscenza in particolare) ha cominciato a occuparsi del problema di definire schemi concettuali comuni a determinate comunità: n prime esperienze nel campo della medicina (Ontolingua) n Questa tematica è passata in primo piano con l’inizio del nuovo millennio: n linguaggi, tecnologie e strumenti per il web semantico: n n n logiche descrittive per definire e condividere ontologie (ovvero schemi concettuali relativi a determinati settori) standard tecnologici definiti dal W 3 C (World Wide Web Consortium): XML, RDF, OWL strumenti software disponibili per definire, mantenere e utilizzare ontologie: Jena, Protégé, Racer, . . .
Università della Svizzera italiana 9 Il web semantico n Nel web semantico l’interazione avviene sulla base di una terminologie predefinite: n precisione: ai termini linguistici corrispondono concetti definiti in modo rigoroso e privo di ambiguità n condivisione: le definizioni dei concetti sono pubbliche e condivise, e possono essere discusse e criticate n Uso di linguaggi logici descrittivi (come OWL) per definire le ontologie: n automazione dei servizi: le informazioni e i servizi sono direttamente accessibili ad applicazioni software dislocate nella rete n ragionamento automatico: le applicazioni software possono contare su possibilità limitate ma significative di ragionamento automatico
Università della Svizzera italiana 10 Per saperne di più n T. Berners-Lee, J. Hendler, O. Lassila. The semantic web, Scientific American, Maggio 2001 Reperibile dal sito del W 3 C, www. w 3. org, link “Semantic Web” n G. Antoniou, F. Van Harmelen. A semantic web primer, MIT Press, Cambridge, MA n Materiale dal sito del corso di Ingegneria della conoscenza del Politecnico di Milano: http: //www. elet. polimi. it/upload/colombet/IC_2005/index. html
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