UNIVERSIT DELLA CALABRIA Dipartimento di Fisica MASTER FERDOS
UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA Dipartimento di Fisica MASTER “FERDOS” Formazione di Esperti in Radioprotezione e Dosimetria Modulo n. 9 Trasporto Materiale Radioattivo e Gestione Rifiuti Roberto Mezzanotte II parte: gestione dei rifiuti radioattivi
QUADRO GENERALE
• Aprile 1986: incidente di Chernobyl (spegnimento degli impianti italiani) • Novembre 1987: Referendum Chiusura delle attività per la produzione di energia da fonte nucleare (1988) Sostanziale mancanza di iniziative per oltre un decennio
Eredità da gestire: • sistemazione dei rifiuti radioattivi (quasi 25000 m 3 già presenti nei siti ove erano stati prodotti, spesso ancora allo stato originario – 6000 m 3 in attesa di spedizione in Italia dall’Inghilterra) • sistemazione del combustibile (circa 300 tonnellate presenti sugli impianti) • disattivazione degli impianti (produzione di ulteriori decine di migliaia di m 3 di rifiuti)
ULTERIORE PRODUZIONE DI RIFIUTI • da attività “non nucleari” (impieghi medici, industriali e di ricerca) • per il mantenimento in sicurezza degli impianti nucleari, anche se spenti • incremento complessivo di 300 -500 m 3 all’anno
Ispra Saluggia Trino Pavia Boscomarengo Caorso Siti nucleari italiani Pisa Casaccia Latina Garigliano Trisaia CENTRALE ELETTRONUCLEARE REATTORE DI RICERCA Palermo ALTRI IMPIANTI
Strategia originariamente adottata dagli esercenti custodia protettiva passiva (safstor) - rimozione della radioattività asportabile con mezzi ordinari - sigillatura della radioattività residua entro edifici dell’impianto - conservazione dell’impianto nello stato così raggiunto per diversi decenni prima dello smantellamento Alternativa: disattivazione accelerata (DECON)
SAFSTOR - DECON SAFSTOR Vantaggi • Dosi ai lavoratori più basse • Riduzione del volume di rifiuti radioattivi prodotti • Consente l’eventuale stoccaggio dei rifiuti e del combustibile nel sito DECON Vantaggi • Possibilità di disporre del sito in tempi brevi • Possibilità di utilizzare pienamente il personale con esperienza di esercizio • Non sono necessarie sorveglianza e manutenzione a lungo termine Svantaggi • Sono necessarie sorveglianza e manutenzione a lungo termine Svantaggi • Non è possibile utilizzare il • Dosi ai lavoratori più elevate personale con esperienza di • Disponibilità di un sito per lo esercizio per lo smaltimento dei rifiuti e per smantellamento finale lo stoccaggio del • Onere per le generazioni future combustibile irraggiato
Limiti della custodia protettiva passiva nello specifico caso italiano: n • Mancanza di reali motivi radioprotezionistici per rimandare lo smantellamento • Assenza di siti multipli • Perdita delle competenze nazionali • Onere lasciato alle generazioni future Attività comunque svolte con lentezza
Azioni necessarie • condizionamento dei rifiuti già presenti sui siti • realizzazione di un sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti di bassa e media attività e di un deposito temporaneo per i rifiuti di alta attività e per il combustibile irraggiato • istituzione o individuazione di un organismo per la gestione dei rifiuti radioattivi • adozione della strategia della disattivazione accelerata (inizio immediato smantellamento impianti) Iniziative per sollecitare azioni concrete
Eventi successivi (dal 1999) • costituzione della SOGIN • documento di indirizzo del Ministero dell’Industria (disattivazione accelerata, sito nazionale, finanziamenti) • gruppo di lavoro della Conferenza Stato-Regioni per la definizione della procedura per l’individuazione del sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi (prodotta relazione) • attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti
• ridefinizione delle strategie e dei programmi SOGIN per la disattivazione delle centrali: “prato verde” sui 4 siti entro il 2020 • presentate istanze per l’autorizzazione alla disattivazione accelerata degli impianti SOGIN • per Caorso lavori avviati in base a una prima autorizzazione parziale (agosto 2000) • passaggio impianti ENEA a SOGIN (2003)
Problemi aperti • necessità di disporre entro la fine del decennio di: sito (siti) nazionale per rifiuti media e bassa attività - deposito temporaneo per rifiuti alta attività e combustibile irraggiato, precedentemente trasferito in contenitori a secco - “Not in my backyard” • in caso di perdurante indisponibilità: • -impossibilità procedere secondo piani attuali di disattivazione degli impianti nucleari -gravi problemi per impieghi di radioisotopi accelerazione di attività di gestione dei rifiuti • mantenimento delle competenze dell’ente di controllo e degli esercenti •
Rifiuti radioattivi: un grosso problema di piccole dimensioni • 26000 m 3 presenti oggi in Italia • 6000 m 3 di ritorno dall’Inghilterra • alcune decine di migliaia di m 3 dal decommissioning degli impianti nucleari • qualche centinaio di m 3 di nuova produzione annuale Produzione annua di rifiuti pericolosi in Italia 3, 6 milioni di m 3
LA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
DEFINIZIONI IAEA Safety Series No. 111 -G-l. l CLASSIFICATION OF RADIOACTIVE WASTE Waste, radioactive: for legal and regulatory purposes, radioactive waste may be defined as material that contains or is contaminated with radionuclides at concentrations or activities greater than clearance levels as established by the regulatory body, and for which no use is foreseen. (It should be recognized that this definition is purely for regulatory purposes, and that material with activity concentrations equal to or less than clearance levels is radioactive from a physical viewpoint, although the associated radiological hazards are negligible) D. L. vo n. 230/1995 e s. m. i. Rifiuti radioattivi: qualsiasi materia radioattiva, ancorché contenuta in apparecchiature o dispositivi in genere, di cui non è previsto il riciclo o la riutilizzazione D. L. vo n. 22/1997 Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’Allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi
Waste management, radioactive: all activities, administrative and operational, that are involved in the handling, pretreatment, conditioning, transportation, storage and disposal of waste from a nuclear facility (IAEA Safety Series No. 111 -G-l. l) Gestione dei rifiuti: insieme delle attività concernenti i rifiuti: raccolta, cernita, trattamento e condizionamento, deposito, trasporto, allontanamento e smaltimento nell'ambiente (D. L. vo n. 230/1995 e s. m. i. ) Gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la chiusura (D. L. vo n. 22/1997)
PRINCIPI • Principi generali della radioprotezione: giustificazione, ottimizzazione, limitazione delle dosi individuali • Riduzione della produzione dei rifiuti radioattivi all’origine, in termini di massa, volume e attività • Concentrazione e confinamento, oppure • Diluizione e dispersione
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI • Guida nelle varie fasi della gestione dei rifiuti • Facilità nella comunicazione • Diversi riferimenti possibili per sistemi di classificazione in funzione dello scopo - radionuclidi contenuti - Concentrazione di attività - Tempo di dimezzamento - Tipo di radiazione emessa - Produzione di calore - ………
CLASSIFICAZIONE IAEA Prima classificazione (1981): • Rifiuti ad alta attività (high level waste): - rifiuti liquidi da primo ciclo di separazione nel riprocessamento del combustibile irraggiato con presenza di prodotti di fissione e attinidi residui - rifiuti con livelli di radioattività tali da produrre notevoli quantità di calore - combustibile nucleare irraggiato, quando dichiarato rifiuto • Rifiuti intermedi (intermediate level waste): per il loro contenuto di radioattività richiedono schermature ma non provvedimenti per smaltimento del calore • Rifiuti a bassa attività (low level waste): non richiedono schermature per le normali operazioni di movimentazione e trasporto
Classificazione attuale (1994) Rifiuti a bassa e media attività a vita breve t. dimezzamento 30 anni livello di radioattività Rifiuti ad alta attività Rifiuti a vita lunga 400 -4000 Bq/g emettitori alfa a lunga vita Rifiuti esenti tempo di dimezzamento
Rifiuti esenti: concentrazione minore di livelli di rilascio (clearance) definiti dall’autorità competente Rifiuti ad alta attività: produzione di calore maggiore di 2 k. W/m 3 (~104 TBq/m 3) Rifiuti a vita breve: concentrazione di alfa emettitori minore di - 4000 Bq/g per singolo manufatto - 400 Bq/g media di tutti manufatti
Classificazione IAEA – Modalità di smaltimento CATEGORIA CARATTERISTICHE 1. Rifiuti esenti Attività minire del livello di rilascio 2. Rifiuti a bassa e media attività Attività superiore al livello di rilascio – potenza termica minore ~ 2 k. W/ m 3 OPZIONI DI SMALTIMENTO Nessun vincolo radiologico 2. 1 Vita breve Emettitori alfa a vita lunga in Smaltimento superficiale concentrazioni minori di 400 - o in sito geologico 4000 Bq/g 2. 2 Vita lunga Emettitori alfa a vita lunga in concentrazioni maggiori di 400 -4000 Bq/g 3. Rifiuti a alta attività Smaltimento in sito geologico Potenza termica maggiore ~ Smaltimento in sito geologico 2 k. W/ m 3
CLASSIFICAZIONE UE Raccomandazione Commissione 1999 1. Residui radioattivi di transizione: soprattutto di origine medica. Il decadimento avviene durante il deposito temporaneo e possono poi essere gestiti come rifiuti convenzionali fuori del sistema regolatorio, purché siano rispettati i livelli di clearance 2. Residui radioattivi a bassa e media attività: la concentrazione di radioattività è tale che la generazione di calore è bassa. I livelli di potenza termica sono specifici del sito 2. 1 Residui a vita breve: radionuclidi con emivita inferiore o uguale a quella del Cs 137 e Sr 90 e emettitori alfa a vita lunga in concentrazioni inferiori a 4000 Bq/g nel singolo manufatto e a 400 Bq/g nel volume totale dei rifiuti 2. 2 Residui a vita lunga: radionuclidi a vita lunga e emettitori alfa in concentrazioni maggiori 3. Residui ad alta radioattività: produzione di calore non trascurabile
CLASSIFICAZIONE ITALIANA Guida Tecnica n. 26 APAT - 1987 Prima Categoria Rifiuti radioattivi che richiedono sino a alcuni anni per decadere a concentrazioni di radioattività inferiori a quelle definite dal DM 14 luglio 1970 per l’esenzione dall’autorizzazione allo smaltimento di rifiuti radioattivi, o con radionuclidi a vita lunga già in concentrazioni inferiori. Smaltibili nel rispetto delle leggi sui rifiuti convenzionali Seconda Categoria Rifiuti radioattivi che richiedono da qualche decina ad alcune centinaia di anni per decadere a concentrazioni di radioattività dell’ordine di alcune centinaia di Bq/g o con radionuclidi a vita molto lunga già in concentrazione di quell’ordine Terza Categoria Rifiuti che non rientrano nelle categorie precedenti, richiedendo migliaia di anni per decadere a concentrazioni di radioattività dell’ordine di alcune centinaia di Bq/g
DM 14 luglio 70 - Livelli di smaltimento in esenzione di rifiuti solidi (abrogato) I gruppo di radiotossicità (Am 241, Np 237, Pu 241, Ra 228, Th 228, U 233………. ) 10 -3 m. Ci in 100 g (0, 37 Bq/g) II gruppo di radiotossicità (Co 60, Cs 134, Cs 137, I 131, Sr 90, Ir 192……. . ) 10 -2 m. Ci in 100 g (3, 7 Bq/g) III gruppo di radiotossicità (C 14, P 32, Tc 99……. ) 10 -1 m. Ci in 100 g (37 Bq/g) IV gruppo di radiotossicità (Tc 99 m, Th nat. , U 235, U 238, U nat. , U impoverito……) 1 m. Ci in 100 g (370 Bq/g)
Le condizioni di esenzione del DM 14 luglio 1970 nella disciplina di legge attuale sostituite dall’esenzione generale per lo smaltimento di rifiuti alle seguenti condizioni: • concentrazione fino a 1 Bq/g • tempo di dimezzamento inferiore a 75 giorni • rispetto delle norme del D. L. vo n. 22/1997 Negli altri casi: livelli di rilascio stabiliti caso per caso in base a riferimenti di dose
Guida Tecnica n. 26: Limiti di concentrazione per rifiuti di II categoria condizionati a emettitori t 1/2 < 5 anni b/g emettitori t 1/2 >100 anni in metalli attivati b/g emettitori 5<t 1/2 <100 anni Cs 137 e Sr 90 Co 60 H 3 Pu 241 Cm 242 Radionuclidi t 1/2 < 5 anni 370 Bq/g 3, 7 k. Bq/g 3, 7 MBq/g 37 MBq/g 1, 85 MBq/g 13 k. Bq/g 74 k. Bq/g 37 MBq/g
RIFIUTI RADIOATTIVI ATTUALMENTE PRESENTI NEI SITI ITALIANI
RIPARTIZIONE NELLE TRE CATEGORIE
RIFIUTI PREVISTI DALLO SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI NUCLEARI ITALIANI
FASI DELLA GESTIONE PRODUZIONE • Impianti nucleari (esercizio e disattivazione) • Riprocessamento combustibile • Impieghi di materie radioattive (medici, industriali, di ricerca) RACCOLTA e TRASPORTO TRATTAMENTO e CONDIZIONAMENTO STOCCAGGIO TEMPORANEO SMALTIMENTO
RACCOLTA • Attività di intermediazione, associata o meno al trasporto dei rifiuti o a fasi successive della gestione • Disciplinata dalla legge (art. 31 D. L. vo n. 230/1995 e s. m. i. )
TRATTAMENTO Complesso di operazioni che, mediante l’applicazione di processi chimici e/o fisici, modificano la forma fisica e/o la composizione chimica dei rifiuti radioattivi, con l’obiettivo principale di operare una riduzione del volume e/o di preparare i rifiuti radioattivi alla successiva fase di condizionamento
PROCESSI DI TRATTAMENTO • evaporazione • filtrazione • scambio ionico • precipitazione • incenerimento • supercompattazione • ……………….
TRASMUTAZIONE Trasformazione di radionuclidi a vita lunga in radionuclidi a vita breve: • fissione degli attinidi • cattura neutronica o altre reazioni per prodotti di fissione (es Tc 99 (t 1/2 2, 13 * 105 a) + n Tc 100 Ru 100 (t 1/2 15, 8 s) + b) Plutonio utilizzabile nel combustibile MOX per reattori termici Altri attinidi fissionabili nei reattori veloci Migliori rendimenti e maggiore sicurezza con sistemi sottocritici guidati da acceleratori di protoni con produzione di neutroni tramite spallazione Alcuni impianti sperimentali in corso di realizzazione
CONDIZIONAMENTO Processo effettuato con l’impiego di un agente solidificante all’interno di un contenitore allo scopo di produrre un manufatto (rifiuti radioattivi condizionati + contenitore) nel quale i radionuclidi sono inglobati in una matrice solida al fine di limitarne la mobilità potenziale
Solidificazione: Condizionamento dei rifiuti liquidi o semiliquidi con produzione di una matrice solida omogenea Inglobamento: Condizionamento dei rifiuti solidi con produzione di una matrice solida eterogenea
Nel caso di rifiuti solidi secchi al di sotto di determinati limiti di concentrazione è ammesso lo smaltimento senza condizionamento (Guida tecnica n. 26) Radionuclidi t 1/2 > 5 anni Cs 137 e Sr 90 370 Bq/g 740 Bq/g Radionuclidi t 1/2 < 5 anni e Co 60 18, 5 k. Bq/g
Proprietà dell’agente solidificante • Compatibilità fisica e chimica con i rifiuti • Omogeneità • Insolubilità e impermeabilità • Resistenza meccanica • Resistenza al calore e alle radiazioni • Stabilità nel tempo
Principali tecniche di condizionamento: Cementazione: per rifiuti contenuti di a emettitori e produzione di calore limitati Vetrificazione: per i rifiuti ad alta attività e lunga vita
“pizze” condizionate in matrice cementizia
STOCCAGGIO TEMPORANEO • Effettuato presso depositi ingegneristici idoneamente attrezzati, al fine di - consentire un eventuale abbattimento del calore di decadimento prodotto - attendere la disponibilità di un sito di smaltimento - attendere la disponibilità di altre soluzioni di lungo termine - ……………… • Situazione italiana: una decina di depositi di raccolta
Requisiti per i depositi temporanei (Guida tecnica n. 26) • Ispezionabilità dei manufatti • Protezione da agenti meteorici • Protezione da eventi esterni (sisma, tromba d’aria) • Sistemi di drenaggio con possibilità di raccolta e campionamento dei liquidi drenati • Sistemi antincendio commisurati al carico di fuoco • Inaccessibilità ai non addetti
SMALTIMENTO Collocazione dei rifiuti, secondo modalità idonee, in un deposito, o in un determinato sito, senza intenzione di recuperarli (D. L. vo n. 230/1995 e s. m. ) Idee e pratiche del passato: - Interramento - Affondamento in mare - …………
Interramento Praticato anche in Italia negli anni’ 60 e ’ 70 Rifiuti interrati presenti in diversi siti nucleari Oggi recupero dei rifiuti interrati
Affondamento in mare - Pratica iniziata nel 1946 nel Pacifico orientale e proseguita anche nell’Atlantico e nell’Artico - Nel 1972 Convenzione di Londra vietava l’affondamento di rifiuti ad alta attività (in vigore dal 1975) - Nel 1983 moratoria volontaria per tutti i rifiuti - Nel 1993 estesa la convenzione a tutti i rifiuti radioattivi
Soluzioni considerate oggi valide: • deposito superficiale o sub-superficiale per i rifiuti a bassa e media attività – alcune centinaia di anni di controllo istituzionale dopo la chiusura (10 dimezzamenti del Cs 137 e Sr 90) • deposito geologico profondo per i rifiuti ad alta attività In tutti i casi si applica il principio della barriera multipla tra radioattività e ambiente esterno
DEPOSITO SUPERFICIALE (tipo modulare) 1. Fusto condizionato (manufatto) 2. Modulo 3. Cella 4. Rivestimento esterno
riempimento in malta cementizia manufatti (18 ) ~3 m MODULO IN C. A.
SCHEMA DI DEPOSITO GEOLOGICO 1. Tunnel di deposito 2. Gallerie di accesso ai tunnel. 3. Barriere ingegneristiche. 4. Barriere geologiche.
PROGETTO DI DIRETTIVA UE • Tutti i paesi debbono dotarsi di un deposito di smaltimento per i rifiuti a media e bassa attività entro il 2013 • Tutti i paesi debbono dotarsi di un deposito di smaltimento geologico per i rifiuti a alta attività entro il 2018 Il progetto è attualmente in discussione presso il Consiglio
Alcune soluzioni adottate, progettate o in corso di realizzazione • Spagna: deposito superficiale di tipo modulare • Francia: depositi superficiali di tipo monolitico • Svezia: deposito in gallerie sotto il livello del mare per b/m attività • Gran Bretagna: deposito superficiale e progetto di deposito profondo • Germania: depositi in miniere di ferro e di sale per b/m attività • Svizzera: deposito in galleria (fianco di montagna) per b/m attività • USA: depositi geologici per alta attività e combustibile irraggiato e per residui della produzione militare
GESTIONE DEL COMBUSTIBILE IRRAGGIATO Possibili due strategie: • Riprocessamento – trattamento chimico con estrazione, per riutilizzo, di U e Pu (e “attinidi minori” nell’ipotesi di ciclo “a doppio strato”) e produzione di rifiuti ad alta attività • Smaltimento come rifiuto - in prospettiva in siti geologici profondi (es. Yucca Mountain) In attesa: deposito temporaneo a lungo termine
Combustibile irraggiato in Italia • Utilizzate oltre 1800 t in 25 anni • Quasi 1600 t spedite nel tempo al riprocessamento in GB • 286 t rimanenti negli impianti italiani (stoccaggio in piscina) • 53 t in via di trasferimento in GB per riprocessamento • Per il combustibile rimanente previsto lo stoccaggio in contenitori a secco di tipo “dual purpose” (trasporto e stoccaggio) • Rientro dei rifiuti prodotti in GB
LIVELLI DI ALLONTANAMENTO* (*rilascio – clearance)
TERMINOLOGIA • Esclusione: esposizioni considerate non suscettibili di controllo (es. livello naturale di radiazioni) • Esenzione: esposizioni teoricamente suscettibili di controllo ma sottratte alle prescrizione della regolamentazione per considerazioni di ottimizzazione (BRC) – Comunicazione e autorizzazione non obbligatorie • Allontanamento: esenzione dalle prescrizioni della regolamentazione di materiali contenenti sostanze radioattive derivanti da pratiche soggette ad essa (rilascio nell’ambiente esterno)
SISTEMA ALLONTANAMENTO SOGGEZIONE REGOLATORIO ESCLUSIONE
Direttiva 96/29/Euratom • Il riciclo, il riutilizzo e lo smaltimento di materiali contenenti sostanze radioattive derivanti da pratiche soggette a comunicazione o ad autorizzazione debbono essere preventivamente autorizzate, a meno che…. • …i livelli di radioattività non siano conformi a livelli di allontanamento stabiliti dalle autorità nazionali, secondo criteri fissati dalla Direttiva (Allegato I) e tenendo conto delle raccomandazioni EU
Criteri radioprotezionistici Direttiva 96/29 • dose individuale dell’ordine di 10 Sv/a • dose collettiva dell’ordine di 1 Sv-persona per anno di pratica (in alternativa, dimostrazione che l’allontanamento è l’opzione ottimizzata) I criteri stabiliti originariamente nella Safety Series n. 89 dell’AIEA (1988) Livelli di allontanamento congruenti con i criteri sono indicati in raccomadazioni del Gruppo di esperti ex articolo 31 Trattato Euratom
Raccomandazioni EU • “Recommended radiological protection criteria for the recycling of metals from the dismantling of nuclear installations” Radiation Protection 89 (1998) • “Recommended radiological protection criteria for the clearance of buildings and building rubble from the dismantling of nuclear installations” Radiation Protection 113 (2000) • “Practical use of the concepts of clearance and exemption - Part I: Guidance on general clearance levels for practices” Radiation Protection 122 (2000)
Livelli di allontanamento ottenuti tramite valutazioni di dosi individuali e collettive connesse a scenari di riciclo, riutilizzo o smaltimento di materiali contaminati con diversi radionuclidi
Scenari e dosi per il riciclo dell’acciaio Polveri e fumi in fabbrica (ing. 4. 3 – 6; inal. 1. 0 -5) Trasporto Deposito Taglio Fusione (est. 8. 6 -6) (est. 9. 3 -7) (inal. 1. 6 – 5*) Rilasci atmosfera (est. ing. inal. 2. 9 -8) lavorazioni Lingotti (inal. 7. 2 – 8) prodotti scorie Dosi annue in Sv da 1 Bq/g del radionuclide critico (* 1 Bq/cm 2)
Prodotti (esterna) Macchina utensile (7. 3 – 6 Sv/a) Cucina per comunità (1. 5 – 6 Sv/a) Vessel di processo (3. 4 – 6 Sv/a) Parti di imbarcazione (1. 7 – 5 Sv/a) Armatura di edificio in c. a. (1. 5 – 6 Sv/a) Radiatore riscaldamento (7. 3 – 7 Sv/a) Campo sportivo (inalazione 4. 0 – 5 Sv/a) Scorie Sito di smaltimento scorie e polveri (est. ing. inal. 4. 8 – 5 Sv/a) Riutilizzo del sito dopo chiusura (est. ing. inal. adulti 2. 6 – 7; bambini 6. 5 – 7; lattanti 1. 6 -7 Sv/a)
Per ciascun radionuclide 10 m. Sv Livello di allontanamento = —————— x 1 Bq/g dose scenario più gravoso • Verifica dose collettiva (ipotesi di rilascio di 10000 t/anno) • Arrotondamenti riferiti al 3 di ogni decade
Con le stesse procedure studiati scenari analoghi per: • riutilizzo diretto di componenti e strumenti (definizione di livelli di allontanamento in termini di attività superficiale) • altri metalli: alluminio e rame • riutilizzo di edifici e riciclo o smaltimento di materiali cementizi • riciclo, riutilizzo o smaltimento di materiali generici
Rilascio di rottami di rame Riprocessamento dei rottami - trasporto (est. ) - taglio (est. inal. ) - cumuli nel deposito (est. ) Fonderia e raffinazione - lavoratori in fonderia (inal. ing. ) - scarichi nell’ambiente - manifattura di prodotti - elettroraffinazione Uso di prodotti (est. ) -attrezzature da laboratorio e domestiche - pannelli decorativi Uso di sottoprodotti -fondo di campo da calcio (inal. ) - discarica (lavoratori, occupazione dopo chiusura) (est. ing. inal. )
Rilascio di rottami di alluminio Riprocessamento dei rottami - trasporto (est. ) - taglio (est. inal. ) - cumuli nel deposito (est. ) Fonderia e raffinazione - lavoratori in fonderia (inal. ing. ) - scarichi nell’ambiente - manifattura di prodotti Uso di prodotti (est. ) - mobili per ufficio - imbarcazione da pesca - panello ornamentale (controsoffittatura) - motore di automobile - radiatore per riscaldamento Uso di sottoprodotti - additivo per cemento (est. ) - discarica (lavoratori, occupazione dopo chiusura) (est. ing. inal. )
Livelli di clearance per il riciclo di rottami metallici
Livelli di clearance per il riutilizzo diretto di oggetti metallici
Rilascio di edifici Riutilizzo edifici -occupazione -ristrutturazioni Demolizione edifici Trasporto Riutilizzo materiali con lavorazioni (framment. selezione) Costruzione - fondazioni - strade -- …… Riutilizzo materiali senza lavorazioni (riempimenti) Inerte per nuovo c. a. -edilizia residenziale - piattaforme - ……. . Trasporto Smaltimento in discarica dei materiali cementizi
Livelli di clearance per riutilizzo o demolizione di edifici (attività totale nella struttura per unità di superficie) 1, 3 E-2 nel caso il contributo del radionuclide sia maggiore del 10%
Livelli di clearance per la demolizione di edifici (attività totale nella struttura per unità di superficie)
Livelli di clearance per i materiali cementizi (concentrazione di massa) * 3, 5 E-3 nel caso il contributo del radionuclide sia maggiore del 10% ** 2, 6 E-2 nel caso il contributo del radionuclide sia maggiore del 10%
Scenari per i livelli di clearance generali Inalazione: 1. Inalazione di polveri da parte di un lavoratore, concentrazione 1 mg/m 3, respirazione 1, 2 m 3/h, 1800 h/anno 2. Inalazione di polveri da parte di un bambino, concentrazione 0, 1 mg/m 3, respirazione 0, 24 m 3/h, 8760 h/anno Ingestione: 1. Ingestione di 20 g/anno da parte di un lavoratore attraverso il percorso mani-bocca 2. Ingestione di 100 g/anno da parte di bambino attraverso l’ingestione di terreno contaminato
Esposizione esterna: 1. Lavoratore di una discarica, 1800 h/anno, 10% di materiale contaminato 2. Guidatore di autocarro per il trasporto di materiale contaminato 200 h/anno 3. Persona che vive in una casa costruita con 2% di materiale cementizio contaminato 7000 h/anno Dose pelle: mani e avambracci di un lavoratore coperti da 100 m di polvere per 1800 h/anno
Livelli generali di clearance
Attuazione della Direttiva 96/29/Euratom D. L. vo n. 241/2000 a modifica del D. L. vo n. 230/1995 • Riciclo, riutilizzo o smaltimento di materiali contenenti sostanze radioattive provenienti da installazioni soggette a comunicazione o autorizzazione sono soggette alle norme del decreto a partire da “soglia zero” (Allegato I, par. 6, lettere c) e d)) • Esplicito riferimento ai criteri radioprotezionistici EU (art. 2, comma 6, e Allegato I, par. 0) Attuazione più stringente • Esenzione generale per riciclo, riutilizzo e smaltimento di materiali contenenti radionuclidi con tempo di dimezzamento < 75 giorni in concentrazione < 1 Bq/g (art. 154, comma 2)
Per concentrazioni > 1 Bq/g e per gli altri radionuclidi: • per gli impianti di cui ai capi IV, VI e VII l’allontanamento è soggetto ad apposite prescrizioni da prevedere nei rispettivi provvedimenti autorizzativi (art. 154, comma 3 bis); • per le pratiche soggette a comunicazione l’allontanamento è soggetto ad autorizzazione rilasciata da autorità stabilite con leggi regionali (art. 30) • In tutti i casi i livelli di rilascio devono soddisfare i criteri radioprotezionistici e tener conto delle raccomandazioni EU (artt. 154, comma 3 bis, e 30)
Caso Caorso Primo caso di definizione dei livelli di allontanamento: prescrizioni allegate al decreto autorizzativo per la disattivazione della centrale di Caorso Per ogni radionuclide utilizzata una griglia di criteri: • Livello di allontanamento < livello raccomandato EU • Livello di allontanamento < livello generale di esenzione stabilito dalla legge (1 Bq/g) • Livello di allontanamento < valore proposto dall’esercente
Alcune considerazioni • Per Caorso approccio pragmatico: nel rispetto dei criteri radioprotezionistici nessuna ricerca di congruenza tra livelli per concentrazione di massa e di superficie • I livelli di allontanamento valgono solo per la pratica specifica e non costituiscono livello generale di esenzione per lo stesso tipo di materiali di altra origine • La disciplina si applica alle intere installazioni e non solo alle zone controllate
• Nessuna autorizzazione necessaria per materiali non contaminati • La conformità della concentrazione di massa al corrispondente livello di allontanamento va comunque verificata (possibile riciclo dopo il riutilizzo)
CONTAMINAZIONE DEI ROTTAMI METALLICI
Numerosi casi di presenza di sorgenti radioattive o di radiocontaminazione nei rottami diretti al riciclo in fonderia • Incidenti avvenuti in Italia • Incidenti avvenuti in altri paesi Misure di controllo adottate in Italia dall’inizio degli anni ’ 90
Provvedimenti richiesti dal D. L. vo n. 230/1995: • Obbligo di sorveglianza radiometrica sui rottami da parte degli esercenti attività industriali e commerciali (art. 157) – mancanza del decreto applicativo • Obbligo di comunicazione al prefetto e agli organi locali del SSN da parte degli stessi soggetti e dei trasportatori in caso di eventi con materie radioattive (art. 100) • Obbligo per tutti di comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza del ritrovamento di materie radioattive riconoscibili come tali (art. 25)
Realizzata dal Ministero delle Attività Produttive una rete di “portali” per il controllo automatizzato dei carichi di rottami in transito nei punti di accesso in Italia Installati complessivamente 30 portali Gestione affidata ai VVF Iniziative italiane per l’assunzione di provvedimenti legislativi e protettivi analoghi a livello UE In altri paesi provvedimenti su base volontaristica
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