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Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche Corso integrato di

Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche Corso integrato di Metodologia Clinica Anestesiologia (a. a. 2007 -2008) Dott. Lorenzo Pasquariello Direttore SSD Terapia del Dolore

DEFINIZIONE Definizione Il Dolore è… Esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno effettivo

DEFINIZIONE Definizione Il Dolore è… Esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno effettivo o potenziale ai tessuti o descritta in termini di tale danno (IASP, 1986) Dott. Lorenzo Pasquariello

Il dolore acuto

Il dolore acuto

Che cos’è E’ quel dolore che induce a richiedere o desiderare una visita medica

Che cos’è E’ quel dolore che induce a richiedere o desiderare una visita medica entro pochi minuti, ore o giorni dalla sua insorgenza

Per quale motivo? • E’ nuovo, mai provato in passato e genera ansia (es.

Per quale motivo? • E’ nuovo, mai provato in passato e genera ansia (es. dolore al precordio) • E’ insopportabile (es. colica renale o epatica, aneurisma dissecante) e ogni tentativo di alleviarlo da soli è inefficace (mediante cambi di postura, riposo o analgesici da banco) • E’ continuo o ricorre molto frequentemente con poussées violente • La sede del dolore è allarmante (torace, addome, occhi) • I sintomi e i segni che lo accompagnano sono allarmanti (nausea, vomito, convulsioni, cefalea, febbre, sudorazione, diarrea ematica • Il contesto è allarmante (es. familiarità per decessi con sintomi simili)

Il dolore acuto è da sedare subito? No, se la diagnosi non è ancora

Il dolore acuto è da sedare subito? No, se la diagnosi non è ancora certa ed è necessario per seguire il decorso della malattia e un suo eventuale peggioramento Si, una volta effettuata la diagnosi e deciso il trattamento più idoneo (medico o chirurgico)

Dolore acuto postoperatorio E’ il più studiato e trattato Il suo controllo ottimale: •

Dolore acuto postoperatorio E’ il più studiato e trattato Il suo controllo ottimale: • Migliora il decorso postoperatorio • Accorcia i tempi di degenza • Permette un risparmio in termini sia economici che di risorse umane dedicate all’assistenza

Dolore da trauma Non è tra i più trattati precocemente Molte viene sottotrattato perché

Dolore da trauma Non è tra i più trattati precocemente Molte viene sottotrattato perché chi dovrebbe farlo è preso dalle faccende burocratiche relative al ricovero o viene distratto da altre procedure relative al soccorso del ferito Nel paziente non cosciente non viene riconosciuto

Dolore da procedura Completamente misconosciuto o sottotimato Ogni giorno vengono eseguite migliaia di procedure

Dolore da procedura Completamente misconosciuto o sottotimato Ogni giorno vengono eseguite migliaia di procedure che provocano dolore (incannulamenti venosi periferici o centrali, toracentesi, iniezioni di mdc, biopsie, posizionamento di sng, cateterizzazioni, prelievi ematici, indagini invasive, terapie di riabilitazione) senza che il paziente venga adeguatamente protetto dal dolore

Dolore da parto Scontro tra filosofie opposte: • dolore “necessario” o “finalizzato”, da vivere

Dolore da parto Scontro tra filosofie opposte: • dolore “necessario” o “finalizzato”, da vivere come momento di crescita • dolore “inutile” da sedare con le moderne tecniche analgesiche epidurali

Cosa succede se non tratto il dolore acuto? Se il dolore non viene trattato

Cosa succede se non tratto il dolore acuto? Se il dolore non viene trattato entro breve tempo, insorgono dei meccanismi all’interno del SNC che fanno diventare il dolore cronico, cioè esso stesso malattia Nevralgia herpetica Nevralgia postherpetica

Il dolore non correlato a neoplasie Epidemiologia, cause, rilevanza clinica

Il dolore non correlato a neoplasie Epidemiologia, cause, rilevanza clinica

Definizioni • Dolore: spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata a danno effettivo o potenziale

Definizioni • Dolore: spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata a danno effettivo o potenziale ai tessuti. • Dolore Cronico: dolore perdurante da almeno sei mesi • “Più a lungo durerà il dolore, maggiore la possibilità che fattori psicologici influenzino la sua percezione. ”

Esempi di Dolore Cronico DOLORE DEGENERATIVO muscolo/osteo/articolare DOLORE NEUROGENO DOLORE DA ISCHEMIA CRONICA

Esempi di Dolore Cronico DOLORE DEGENERATIVO muscolo/osteo/articolare DOLORE NEUROGENO DOLORE DA ISCHEMIA CRONICA

L’impatto del dolore cronico Fisico Psicologico Debolezza Paura Disturbi del sonno Depressione Disturbi dell’appetito

L’impatto del dolore cronico Fisico Psicologico Debolezza Paura Disturbi del sonno Depressione Disturbi dell’appetito Ansia Disturbi del movimento Ridotta aspettativa Dolore cronico di vita Sociale Economico Isolamento Perdita del lavoro Dipendenza Consumo di farmaci Senso di colpa Bisogno di assistenza Visite specialistiche

Alcuni dati epidemiologici • Circa il 10 % della popolazione mondiale soffre di dolore

Alcuni dati epidemiologici • Circa il 10 % della popolazione mondiale soffre di dolore cronico • Circa l’ 1 % della popolazione mondiale è resa invalida dal dolore cronico Timely Data Resources, 1997; File 465: Incidence and Prevalence • Il 25 - 30 % della popolazione dei paesi occidentali soffre di dolore cronico Bonica JJ. The management of pain, 2 nd ed. Philadelphia: Lea & Febiger, 1990: 159 - 197

1. Il dolore che persiste perché non può esserne eliminata la causa. . .

1. Il dolore che persiste perché non può esserne eliminata la causa. . . • le malattie degenerative (per esempio l'artrosi che non potendo essere guarita continua a causare dolore indefinitamente) • le malattie tumorali e le patologie da danno nervoso

2. Il dolore dato da alterazioni dei meccanismi di trasmissione • Dolore da arto

2. Il dolore dato da alterazioni dei meccanismi di trasmissione • Dolore da arto fantasma • Le cefalee

3. Il dolore associato a terapie specifiche. • Dolore da trattamenti antitumorali

3. Il dolore associato a terapie specifiche. • Dolore da trattamenti antitumorali

EFFETTI DEL DOLORE CRONICO Ø Aumento della frequenza cardiaca Ø Aumento della pressione sanguigna

EFFETTI DEL DOLORE CRONICO Ø Aumento della frequenza cardiaca Ø Aumento della pressione sanguigna Ø Ansia / Depressione Ø Problemi di occupazione e relazionali

CONTROLLO DEL DOLORE CRONICO Il dolore cronico può essere controllato mediante due dispositivi. •

CONTROLLO DEL DOLORE CRONICO Il dolore cronico può essere controllato mediante due dispositivi. • Sistema di stimolazione del midollo spinale (SCS): utilizza un elettrocatetere impiantato per inviare stimolazioni elettriche a bassa frequenza nel midollo spinale così da lenire il dolore. Tale terapia è particolarmente indicato nei casi di pazienti affetti da un particolare tipo di dolore detto “neuropatico” (risultante cioè da un’effettiva lesione dei nervi o da un’alterazione della funzionalità nervosa). • Terapia mediante DAS: utilizza una “pompa” impiantata che somministra morfina al midollo spinale. Tale terapia è particolarmente indicata per la cura di dolore derivante da irritazioni, traumi alle fibre nervose, o lesione dei tessuti ( es. dolore di origine oncologica detto “nocicettivo”). Il DAS è inoltre particolarmente utilizzato nel trattamento della spasticità perché, oltre che della morfina, consente la somministrazione di un particolare farmaco detto baclofene.

CRITERI DI SELEZIONE DEI PAZIENTI Affinchè entrambe le terapie diano dei risultati positivi è

CRITERI DI SELEZIONE DEI PAZIENTI Affinchè entrambe le terapie diano dei risultati positivi è indispensabile che i pazienti vengano selezionati accuratamente. Vengono pertanto riportati di seguito i criteri di selezione generali: • Le terapie più conservative sono fallite • Non è indicato un ulteriore intervento chirurgico • Non ci sono gravi problemi di assuefazione a farmaci • Non esistono controindicazioni di tipo psicologico • Non esistono controindicazioni all’impianto • Il paziente è consapevole del fatto che il trattamento ridurrà il dolore ma non lo eliminerà né risolverà il problema principale. • Il paziente è disposto a collaborare con l’equipe medica • Lo screening di prova è risultato positivo • Il paziente ha un ‘aspettativa di vita di almeno tre mesi

Terapia antalgica invasiva

Terapia antalgica invasiva

2 modi di intervenire • Tecniche di neuromodulazione • Tecniche di neuroablazione (neurolesive)

2 modi di intervenire • Tecniche di neuromodulazione • Tecniche di neuroablazione (neurolesive)

Qual’é la differenza? • Le tecniche di neuromodulazione modificano il flusso di afferenze nocicettive

Qual’é la differenza? • Le tecniche di neuromodulazione modificano il flusso di afferenze nocicettive stimolando il sistema antinocicettivo endogeno. • Le tecniche selettivamente risparmio delle propriocezione simpatiche. neurolesive interrompono le vie della nocicezione con fibre afferenti per il tatto e la e delle efferenti motorie e

Tecniche di neuromodulazione • neuromodulazione farmacologica: somministrazione di farmaci per via peridurale, subaracnoidea, ventricolare.

Tecniche di neuromodulazione • neuromodulazione farmacologica: somministrazione di farmaci per via peridurale, subaracnoidea, ventricolare. • neuromodulazione con stimolazione elettrica: PNS (peripheral nerve stimulation) SCS (spinal cord stimulation)

Neuromodulazione farmacologica: somministrazione peridurale di farmaci Lo spazio peridurale circonda a manicotto la dura

Neuromodulazione farmacologica: somministrazione peridurale di farmaci Lo spazio peridurale circonda a manicotto la dura madre in tutta la sua lunghezza Vi si possono introdurre diversi tipi di farmaci: i più frequentemente usati sono anestetici locali, steroidi, oppiacei, da soli o in associazione

Lo spazio peridurale

Lo spazio peridurale

Lo spazio peridurale é delimitato all’interno dalla dura madre e all’esterno dal periostio del

Lo spazio peridurale é delimitato all’interno dalla dura madre e all’esterno dal periostio del canale vertebrale e dai ligamenti gialli

Somministrazione peridurale di farmaci: Indicazioni • Dolore tissutale (muscolo-scheletrico o viscerale) post-operatorio, post-traumatico colica

Somministrazione peridurale di farmaci: Indicazioni • Dolore tissutale (muscolo-scheletrico o viscerale) post-operatorio, post-traumatico colica renale oncologico • Dolore radicolare (neurogeno, origina dall’eccitazione dei nerva nervorum o dai neorecettori di una radice) radicolopatia cervico-brachiale sciatica Herpes Zooster

Somministrazione peridurale di farmaci : dolore tissutale • Nel dolore post-operatorio, post-traumatico o nella

Somministrazione peridurale di farmaci : dolore tissutale • Nel dolore post-operatorio, post-traumatico o nella colica renale é indicato il posizionamento di un catetere peridurale centrato sui dermatomeri interessati. • Attraverso il catetere é possibile somministrare an. locali ed oppiacei in bolo o in infusione continua (elastomero o pompa infusionale) • Nel dolore oncologico la via peridurale é indicata come provvedimento definitivo solo nei pazienti terminali ( aspettativa di vita di pochi giorni o settimane)

Somministrazione peridurale di farmaci: Dolore radicolare Il dolore radicolare é controllato dal blocco di

Somministrazione peridurale di farmaci: Dolore radicolare Il dolore radicolare é controllato dal blocco di una specifica radice nello spazio peridurale Si parla di: BLOCCO PERIDURALE SELETTIVO - piccolo volume di A. L. + triamcinolone (Depot) 80 mg - blocco della radice vicina alla sede di iniezione - pain relief senza analgesia - non deficit motori, non ipotensione

Dolore radicolare: localizzazione del dolore nella lombosciatalgia

Dolore radicolare: localizzazione del dolore nella lombosciatalgia

Controindicazioni assolute all’impiego della via peridurale • • alterazioni del sistema coagulativo ipopiastrinemia assunzione

Controindicazioni assolute all’impiego della via peridurale • • alterazioni del sistema coagulativo ipopiastrinemia assunzione di farmaci anticoagulanti orali infezione locale in sede di inserzione dell’ago

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Posizionamento nello spazio subaracnoideo di un catetere che

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Posizionamento nello spazio subaracnoideo di un catetere che viene collegato a un sistema di infusione esterno o a un sistema totalmente impiantabile per la somministrazione continua di farmaci. E’ da preferirsi alla via peridurale nei trattamenti a lungo termine per la minore incidenza di complicanze infettive e infiammatorie locali.

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Quando usare la via intratecale? quando le dosi

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Quando usare la via intratecale? quando le dosi di farmaco richieste per via sistemica sono così alte da provocare intollerabili effetti collaterali

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Perchè usare la via intratecale? perché la dose

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Perchè usare la via intratecale? perché la dose di farmaco richiesta può essere ridotta molte volte rispetto alla via sistemica: -massima efficacia con minimo dosaggio -riduzione degli effetti collaterali

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Quali farmaci somministrare? morfina ed altri oppiacei baclofene

Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci Quali farmaci somministrare? morfina ed altri oppiacei baclofene anestetici locali Altri (ketamina, clonidina, etc)

Infusione intratecale di morfina: indicazioni Dolore oncologico: nel 2 -6 % dei pazienti neoplastici

Infusione intratecale di morfina: indicazioni Dolore oncologico: nel 2 -6 % dei pazienti neoplastici il dolore non é controllato dalla somministrazione di oppiacei per via sistemica. Dolore non oncologico: Dolore cronico benigno ( nocicettivo, neuropatico) NON RESPONSIVO misto o L’ 1% della popolazione mondiale è resa invalida dal dolore cronico

Infusione intratecale di morfina: indicazioni Dolore cronico benigno: Osteoporosi con crolli vertebrali Stenosi del

Infusione intratecale di morfina: indicazioni Dolore cronico benigno: Osteoporosi con crolli vertebrali Stenosi del canale vertebrale non trattabile chirurgicamente FBSS (dopo SCS) Lesioni plessiche (prima/dopo SCS) Polineuropatie (dopo SCS) Sindromi dolorose regionali complesse (dopo SCS) Neuropatie trigeminali atipiche Dolore nocicettivo Arto fantasma doloroso Spasticità

SISTEMA IMPIANTABILE DI INFUSIONE DEI FARMACI (DAS) Questa teoria si basa sul presupposto che

SISTEMA IMPIANTABILE DI INFUSIONE DEI FARMACI (DAS) Questa teoria si basa sul presupposto che il corpo umano produce autonomamente sostanze antidolorifiche dette Encefaline che si legano ai recettori degli oppiacei ed inibiscono il rilascio della sostanza P. La sostanza P trasporta gli impulsi dolorosi ai tratti spino Talamici i quali, a loro volta, li trasportano al mesencefalo e al talamo. Il talamo trasmette il segnale agli altri centri Cerebrali tra cui la corteccia cerebrale dove i messaggi Vengono percepiti ed integrati.

tecniche di somministrazione di oppiacei per via intratecale

tecniche di somministrazione di oppiacei per via intratecale

Pompa totalmente impiantabile per la somministrazione intratecale di farmaci

Pompa totalmente impiantabile per la somministrazione intratecale di farmaci

TERAPIA SCS La S. C. S. (Spinal Cord Stimulation) è una tecnica antalgica neuromodulatoria

TERAPIA SCS La S. C. S. (Spinal Cord Stimulation) è una tecnica antalgica neuromodulatoria che negli ultimi 35 anni (1967 data del primo impianto di neurostimolatore midollare sull’uomo ad opera di Shealey), ha sensibilmente ampliato i propri campi di utilizzo con dati e casistiche della letteratura sempre più incoraggianti. La metodica, che utilizza come principio attivo l’energia elettrica, può essere definita con una espressione suggestiva ma efficace, una “manipolazione afferenziale” di grande utilità per l’algologo nella gestione del dolore cronico benigno, a componente prevalentemente neuropatica. Il meccanismo d’azione della metodica, pur non avendo ancora al momento evidenze inconfutabili, pare sia legato comunque alla teoria del “cancello midollare “ di Melzack (gate control theory) e quindi al concetto secondo il quale la stimolazione afferenziale delle fibre di grosso calibro (A d) inibisca l’entrata di impulsi veicolati dalle fibre nocicettive di piccolo calibro (C).

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: Cronologia • 1967 Shelden Wall e Sweet Shealy • 1973

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: Cronologia • 1967 Shelden Wall e Sweet Shealy • 1973 Mazaars et al. • 1974 Shealy • 1976 Burton PNS Ganglio di Gasser PNS rami di nervi spinali SCS DBS TENS per valutare risposta a SCS TENS come metodica autonoma

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: meccanismo d’azione Molte teorie, nessuna certezza! • Teoria del cancello

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: meccanismo d’azione Molte teorie, nessuna certezza! • Teoria del cancello (Melzack e Wall 1965) la stimolazione delle afferenze mieliniche chiude il cancello alle informazioni che percorrono le afferenze amieliniche. • Teoria della liberazione di oppioidi endogeni • Teoria del blocco di conduzione delle afferenze sensitive

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: indicazioni • E’ efficace nel dolore radicolare sia neurogeno (tipo

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: indicazioni • E’ efficace nel dolore radicolare sia neurogeno (tipo nerve trunk pain) che neuropatico (da lesione nervosa periferica per la presenza di neuromi, traumi chirurgici o accidentali) • Non sopprime il dolore da stimolo nocicettivo improvviso (incident) • E’ efficace nel dolore ischemico in quanto provoca vasodilatazione da probabile inibizione delle fibre simpatiche vasocostrittrici a livello segmentale

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: SCS (Spinal Cord Stimulation) • La SCS prevede l’impianto di

Neuromodulazione con stimolazione elettrica: SCS (Spinal Cord Stimulation) • La SCS prevede l’impianto di elettrodi nello spazio peridurale • Nata come metodica “a cielo aperto” si esegue oggi quasi sempre con tecnica percutanea • Il controllo del dolore non si accompagna a deficit sensitivi • Il successo della SCS é subordinato all’integrità delle afferenze sensitive provenienti dalla regione da stimolare (evocazione parestesie) • Non funziona nel dolore da deafferentazione

Spinal Cord Stimulation: Indicazioni • Failed back surgery syndrome (indicazione più frequente negli U.

Spinal Cord Stimulation: Indicazioni • Failed back surgery syndrome (indicazione più frequente negli U. S. A) • Arteriopatie obliteranti degli arti (indicazione più frequente in Italia) • Sindrome da lesione di nervi periferici (avulsione incompleta di plessi) • Sindromi dolorose regionali complesse • Dolore da amputazione (moncone doloroso e sn. dell’arto fantasma) • dolore da lesioni midollari (purché metamericamente circoscritto) • Neuropatia diabetica, post herpetica • Angina

SCS: descrizione della tecnica In anestesia locale, con il paziente in posizione prona l’elettrodo

SCS: descrizione della tecnica In anestesia locale, con il paziente in posizione prona l’elettrodo viene introdotto con tecnica percutanea nello spazio peridurale e spinto nella posizione desiderata (controllo radioscopico). La stimolazione deve produrre parestesie nel territorio interessato.

SCS: diversi tipi di elettrodi

SCS: diversi tipi di elettrodi

Tecniche neurolesive o di neuroablazione le tecniche neurolesive provocano l’interruzione irreversibile della via nocicettiva

Tecniche neurolesive o di neuroablazione le tecniche neurolesive provocano l’interruzione irreversibile della via nocicettiva Agenti neurolitici: fisici: pressione meccanica corrente a radiofrequenza chimici: alcool, fenolo

Tecniche neurolesive: corrente a radiofrequenza • Un dispositivo a radiofrequenza è costituito da un

Tecniche neurolesive: corrente a radiofrequenza • Un dispositivo a radiofrequenza è costituito da un generatore di corrente collegato a un elettrodo a filo, isolato per tutta la sua lunghezza eccetto la porzione terminale che rimane scoperta. • Quando la punta dell’elettrodo si trova nel tessuto nervoso, l’impedenza del tessuto fa sì che la corrente che passa dal generatore al tessuto produca calore in quest’ultimo. • Se la temperatura raggiunta nel tessuto nervoso supera i 44°C si determina una lesione irreversibile • I rapporti fra elettrodo e tessuto nervoso condizionano la termolesione.

Neurolesione con corrente a radiofrequenza: termodenervazione delle faccette articolari Facet Syndrome conquestoterminesiintendeunapatologiadolorosa lombare a

Neurolesione con corrente a radiofrequenza: termodenervazione delle faccette articolari Facet Syndrome conquestoterminesiintendeunapatologiadolorosa lombare a carico delle articolazioni intervertebrali posteriori comunemente note col nome di “faccette articolari” Patogenesi: osteoartrosi, degenerazione discale, eventi traumatici che provocano sovraccarico, distorsione o irritazione a carico dell’articolazione o delle membrane sinoviali

Termodenervazione delle faccette articolari: Facet Syndrome: clinica • Dolore lombare in corrispondenza delle faccette

Termodenervazione delle faccette articolari: Facet Syndrome: clinica • Dolore lombare in corrispondenza delle faccette articolari evocato dalla digitopressione. • Dolore riferito all’inguine, alla radice della coscia e alla regione glutea

Immagini artrografiche : proiezione obliqua e anteroposteriore

Immagini artrografiche : proiezione obliqua e anteroposteriore

Termodenervazione delle faccette articolari: tecnica • 1° fase blocco diagnostico con anestetico locale e

Termodenervazione delle faccette articolari: tecnica • 1° fase blocco diagnostico con anestetico locale e corticosteroide depot. Si tratta di infiltrazione anestetica della branca mediale del ramo primario posteriore del nervo spinale • 2° fase neurolisi della branca mediale mediante termolesione (60°-90° per 90 sec. )

Termodenervazione delle faccette articolari: risultati I dati riportati dalla letteratura sono contrastanti: Si può

Termodenervazione delle faccette articolari: risultati I dati riportati dalla letteratura sono contrastanti: Si può affermare con ragionevole sicurezza che la termodenervazione delle faccette articolari é indicata in pazienti non trattati chirurgicamente con interventi di discectomia o stabilizzazione vertebrale e che i risultati a breve termine sono migliori di quelli a lungo termine forse perché il nervo articolare di Luschka rigenera.

Neurolisi del plesso celiaco e dei nervi splancnici • La neurolisi del plesso celiaco

Neurolisi del plesso celiaco e dei nervi splancnici • La neurolisi del plesso celiaco fa parte delle neurotomie viscerali, cioé di quelle tecniche hanno come obiettivo l’interruzione delle afferenze sensitive provenienti dai visceri. • Il plesso celiaco raccoglie le afferenze dai visceri addominali (stomaco, fegato, colecisti, pancreas, reni, surreni, piccolo e grosso intestino) e le convoglia al sistema nervoso centrale attraverso i nervi splancnici. • Inoltre emette fibre centrifughe simpatiche conducono le efferenze simpatiche ai visceri. • Il plesso celiaco si trova nello spazio retroperitoneale, all’altezza del corpo di L 1, davanti all’aorta e ai pilastri del diaframma

Plesso celiaco e splancnici

Plesso celiaco e splancnici

Neurolisi del plesso celiaco: Indicazioni e tecnica Indicazioni: Dolore viscerale neoplastico con elettiva indicazione

Neurolisi del plesso celiaco: Indicazioni e tecnica Indicazioni: Dolore viscerale neoplastico con elettiva indicazione nel K pancreatico Tecnica: Blocco per via anteriore TAC guidato Blocco per via posteriore transaortico secondo Ischia Blocco degli splancnici

Neurolisi del plesso celiaco: Complicanze • Complicanze transitorie Ipotensione ortostatica, più frequente con il

Neurolisi del plesso celiaco: Complicanze • Complicanze transitorie Ipotensione ortostatica, più frequente con il blocco degli splancnici (50%) che con il blocco del plesso celiaco (1012%) Diarrea più frequente dopo blocco del plesso celiaco per via transaortica (50 -65 %) che degli splancnici (5 -25%) • Complicanze gravi: paraplegia flaccida probabilmente dovuta a mielopatia ischemica nel territorio dell’arteria spinale anteriore. (Rara, 6 casi in letteratura) coinvolgimento del plesso lombosacrale per diffusione retrograda del neurolitico

Neurolisi del plesso celiaco e degli splancnici: risultati • Ottimi risultati quando il dolore

Neurolisi del plesso celiaco e degli splancnici: risultati • Ottimi risultati quando il dolore é ancora solo viscerale (fase precoce) • Il blocco non elimina la componente extraviscerale del dolore, legata all’infiltrazione di strutture somatiche da parte del tumore in fase avanzata

Tecniche neurolesive: Alcune tecniche per l’esperienza e il lungo tirocinio richiesto all’operatore, sono riservate

Tecniche neurolesive: Alcune tecniche per l’esperienza e il lungo tirocinio richiesto all’operatore, sono riservate a centri altamente specializzati dove vengono eseguite routinariamente • Cordotomia cervicale percutanea • Termorizotomia trigeminale

LA VALUTAZIONE DEL DOLORE, TEORIA E PRATICA

LA VALUTAZIONE DEL DOLORE, TEORIA E PRATICA

Perché valutare il dolore ?

Perché valutare il dolore ?

1°Valutazione “qualitativa”, per diagnosi 2°Valutazione “quantitativa”, per terapia

1°Valutazione “qualitativa”, per diagnosi 2°Valutazione “quantitativa”, per terapia

(valutazione “qualitativa”): che tipo di dolore è ? CARATTERISTICHE CLINICHE

(valutazione “qualitativa”): che tipo di dolore è ? CARATTERISTICHE CLINICHE

DOLORE NOCICETTIVO o FISIOLOGICO (da stimolo dei recettori del dolore distribuiti nei tessuti): somatico:

DOLORE NOCICETTIVO o FISIOLOGICO (da stimolo dei recettori del dolore distribuiti nei tessuti): somatico: bel localizzato, schiaccia, strappa, taglia, pesa, trafigge viscerale / profondo: mal localizzato, profondo, distribuito su un'area ampia, riferito ad un'area cutanea, crampiforme, a volte colico, urente

DOLORE NEUROPATICO (da danno del nervo): - è parestetico: formicolio, bruciore, scossa elettrica -

DOLORE NEUROPATICO (da danno del nervo): - è parestetico: formicolio, bruciore, scossa elettrica - è accompagnato da alterazione della sensibilità: iperestesia, anestesia DOLORE CENTRALE

C'è qualcosa che lo fa iniziare ? uno stimolo meccanico, uno stimolo tattile, un

C'è qualcosa che lo fa iniziare ? uno stimolo meccanico, uno stimolo tattile, un movimento, una postura, un cibo, una fase della digestione, o una malattia Dov'è? nella sede dell'alterazione che lo causa o "riferito" in altro punto o ancora "irradiato"

Quanto dura ? Dolore acuto e cronico: differenza di durata ma conseguenze sul significato

Quanto dura ? Dolore acuto e cronico: differenza di durata ma conseguenze sul significato che gli diamo, sulla sua "utilità", sul vissuto del paziente, sulla terapia.

acuto: accompagnato da ansia e iperattività simpatica (tachicardia, tachipnea, ipertensione, pallore, sudorazione, dilatazione pupillare):

acuto: accompagnato da ansia e iperattività simpatica (tachicardia, tachipnea, ipertensione, pallore, sudorazione, dilatazione pupillare): "si vede che ha dolore". cronico: accompagnato da depressione, anoressia, insonnia, modificazioni dello stile di vita senza iperattività simpatica: non "si vede che ha dolore"

Perché valutare il dolore ?

Perché valutare il dolore ?

valutazione “quantitativa”: quanto è forte il dolore ?

valutazione “quantitativa”: quanto è forte il dolore ?

 • Per misurare il sintomo: – sapere quanto è importante ora per il

• Per misurare il sintomo: – sapere quanto è importante ora per il malato • Per monitorare il sintomo: – controllo nel tempo dell’andamento spontaneo – controllo nel tempo dopo la cura (contro la malattia o contro il sintomo) • Per confrontare il sintomo tra vari gruppi di pazienti, malattie, cure

Chi definisce la presenza del dolore ? Non esiste “la macchinetta”, il termometro del

Chi definisce la presenza del dolore ? Non esiste “la macchinetta”, il termometro del dolore Non sempre chi ha dolore mostra la sua sofferenza E' di aiuto l'osservazione del comportamento ma …

Definizione 1 (IASP: Associazione Internazionale per lo Studio sul Dolore): il dolore è un'esperienza

Definizione 1 (IASP: Associazione Internazionale per lo Studio sul Dolore): il dolore è un'esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata ad un reale o potenziale danno tissutale, o descritta in termini di tale danno. Definizione 2 (Melzack): il dolore è un'esperienza personale e soggettiva influenzata dalla cultura, dalle varie situazioni, dall’attenzione e da altre variabili psicologiche. Gli approcci alla sua misurazione includono scale di autovalutazione numeriche e verbali, scale di osservazione comportamentali e responsi fisiologici.

Definizione 3 (Bruera): Il dolore è tutto ciò che il malato chiama dolore ed

Definizione 3 (Bruera): Il dolore è tutto ciò che il malato chiama dolore ed ha l’intensità che egli riferisce. E' quello che il paziente descrive e non quello che altri pensano che sia.

Chi definisce l'intensità del dolore? L’operatore sanitario tende a sottovalutare il dolore Il parente

Chi definisce l'intensità del dolore? L’operatore sanitario tende a sottovalutare il dolore Il parente tende a sovrastimarlo

Quanto è forte il dolore ? SCALE DI MISURAZIONE DEL DOLORE SCALE ANALOGICHE VISIVE

Quanto è forte il dolore ? SCALE DI MISURAZIONE DEL DOLORE SCALE ANALOGICHE VISIVE NESSUN ________________ IL DOLORE PIU' FORTE DOLORE IMMAGINABILE

SCALA NUMERICHE NESSUN DOLORE 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

SCALA NUMERICHE NESSUN DOLORE 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 IL DOLORE PIU' FORTE IMMAGINABILE SCALE VERBALI Nessuno 1 molto lieve 2 Assente 0 lieve 1 fastidioso 2 lieve 3 moderato 4 forte 3 forte 5 fortissimo 4 molto forte 6 micidiale 5

SCALE DI GRIGI O DI COLORE DISEGNI

SCALE DI GRIGI O DI COLORE DISEGNI

Quanto rilevare il dolore? (con quale frequenza ? )

Quanto rilevare il dolore? (con quale frequenza ? )

Quando rilevare il dolore?

Quando rilevare il dolore?

Cosa lo fa passare ? Misurazione del sollievo: scale di sollievo

Cosa lo fa passare ? Misurazione del sollievo: scale di sollievo

Come utilizzare le rilevazioni?

Come utilizzare le rilevazioni?

Scale multiparametriche. sofferenza. qualità di vita

Scale multiparametriche. sofferenza. qualità di vita

CONDIZIONI PARTICOLARI: bambino paziente con compromissioni cognitive

CONDIZIONI PARTICOLARI: bambino paziente con compromissioni cognitive

Fra i metodi per rispondere a tutti i quesiti indispensabili per comprendere e curare

Fra i metodi per rispondere a tutti i quesiti indispensabili per comprendere e curare il dolore, il primo da usare ed il più importante è - il colloquio con il malato e solo secondariamente - l’osservazione

SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS) NESSUN DOLORE IL DOLORE PIU' FORTE IMMAGINABILE ________________ SCALA NUMERICA

SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS) NESSUN DOLORE IL DOLORE PIU' FORTE IMMAGINABILE ________________ SCALA NUMERICA (NRS) NESSUN DOLORE 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 IL DOLORE PIU' FORTE IMMAGINABILE SCALE VERBALI (VRS) Nessuno 1 molto lieve 2 lieve 3 moderato 4 forte 5 molto forte 6 Assente 0 lieve 1 fastidioso 2 forte 3 fortissimo 4 micidiale 5 Assente 0 Lieve 1 Moderato 2 Forte 3 Fortissimo 4 SCALE DI GRIGI O DI COLORE DISEGNI (validata in italiano)

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Risultati dell’indagine condotta dal COSD dell’Azienda USL

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Risultati dell’indagine condotta dal COSD dell’Azienda USL Valle d’Aosta Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Distribuzione assoluta dei pazienti rispondenti per classe

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Distribuzione assoluta dei pazienti rispondenti per classe d’età, sesso e area specialistica Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

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Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Distribuzione del dolore percepito dal paziente al momento dell’intervista. Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Dolore riconosciuto dall’operatore sanitario Dolore percepito dal

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Dolore riconosciuto dall’operatore sanitario Dolore percepito dal paziente Total e Assente Lieve Moderat o Intens o Assente 73 34 20 2 129 Lieve 28 39 34 5 106 Moderato 15 13 28 12 68 Intenso 2 0 4 4 10 Totale 118 86 86 23 313 Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Concordanza

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Concordanza tra dolore percepito dal paziente al momento dell’intervista e il dolore riconosciuto dall’operatore sanitario. Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Percentuale di soggetti che assumono analgesici, tipo

Dott. L. Pasquariello S. S. Terapia Antalgica Percentuale di soggetti che assumono analgesici, tipo di analgesico e modalità di assunzione. Verso un Ospedale senza dolore volere-sapere-agire Corso di laurea in Infermieristica Seminario 3° anno CDL Aosta, 1 settembre 2004