Universit degli Studi di Perugia Facolt di Ingegneria

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Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria Corsi di laurea specialistica in Ingegneria

Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria Corsi di laurea specialistica in Ingegneria Meccanica e per l’Ambiente e il Territorio Corso di Impatto ambientale Modulo b) Aspetti energetici prof. ing. Francesco Asdrubali a. a. 2007/08 Energia dalle Biomasse

Biomasse Con il termine “biomasse” si intendono sostanze di origine biologica in forma non

Biomasse Con il termine “biomasse” si intendono sostanze di origine biologica in forma non fossile: l l materiali e residui di origine agricola e forestale; prodotti secondari e scarti dell’industria agroalimentare; reflui di origine zootecnica; rifiuti urbani (in cui la frazione organica raggiunge, mediamente, il 40 % in peso). Tra le biomasse vengono inoltre considerate: • • alghe e molte specie vegetali che vengono espressamente coltivate per essere destinate alla conversione energetica; altre specie vegetali utilizzate per la depurazione di liquami organici. Sono da escludere: • le plastiche e i materiali fossili, che, pur rientrando nella chimica del carbonio, non hanno nulla a che vedere con la caratterizzazione che qui interessa dei materiali organici.

Fotosintesi clorofilliana Tramite il processo di fotosintesi clorofilliana, i vegetali utilizzano l’apporto energetico dell’irraggiamento

Fotosintesi clorofilliana Tramite il processo di fotosintesi clorofilliana, i vegetali utilizzano l’apporto energetico dell’irraggiamento solare per convertire l’anidride carbonica atmosferica e l’acqua nelle complesse molecole di cui sono costituiti o che compaiono nei loro processi vitali: carboidrati, lignina, proteine, lipidi, oltre a un numero praticamente illimitato di prodotti secondari di ogni tipo, secondo la reazione Ø Solo la parte visibile dello spettro solare (circa il 45% del totale) interviene nella fotosintesi; Ø un ulteriore 20% dell’energia si perde per fenomeni di riflessione o cattivo assorbimento dovuto alla densità del fogliame. Attraverso il processo di fotosintesi vengono fissate complessivamente circa 2 1011 tonnellate di carbonio all’anno, all’anno con un contenuto energetico equivalente a 70 miliardi di tonnellate di petrolio, petrolio circa 10 volte l’attuale fabbisogno energetico mondiale

Tipologie di Biomasse Residui organici forestali • vegetali Colture energetiche Trasformazione tecnologica di prodotti

Tipologie di Biomasse Residui organici forestali • vegetali Colture energetiche Trasformazione tecnologica di prodotti e consumi agricoli • Alimentari • Non alimentari • Animali • Vegetali terrestri acquatiche

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Le colture energetiche sono coltivazioni specializzate

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Le colture energetiche sono coltivazioni specializzate per la produzione di biomassa e possono riguardare sia specie legnose sia erbacee. Coltivazioni energetiche erbacee: • annuali (il girasole, la colza, il sorgo da fibra, il kenaf); • perenni (la canna comune ed il miscanto). Coltivazioni energetiche legnose sono costituite da specie selezionate per l’elevata resa in biomassa e per la capacità di ricrescita dopo il taglio: • boschi cedui tradizionali; • siepi alberate. Caratteristiche qualitative della biomassa: • colture oleaginose (ad es. girasole, colza); • alcooligene (sorgo zuccherino, barbabietola da zucchero, cereali); • lignocellulosiche.

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture per etanolo COLTURE AREA

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture per etanolo COLTURE AREA PROBLEMATICHE Sorgo granella Collina Grano Pianura/collina asciutta Sorgo zuccherino Pianura irrigua Breve periodo di raccolta Bietola Pianura irrigua Breve periodo di raccolta Costi Topinambur Collina asciutta Rotazione difficile

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture per oli esterificati COLTURE

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture per oli esterificati COLTURE AREA PROBLEMATICHE Girasole Pianura/collina Scelte varietali Colza Varie Adattamento Scelte varietali Brassica Carinata Varie Scarsa sperimentazione Cartamo Asciutto Tecniche agronomiche non consolidate Ricino Varie Tecniche agronomiche non consolidate Cynara Card. Asciutto Rese variabili Crambe ab. Tecniche agronomiche non consolidate

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture ligno-cellulosiche per processi termochimici

Principali colture utilizzabili per la produzione di energia Elenco colture ligno-cellulosiche per processi termochimici COLTURE PROBLEMATICHE ANNUALI Sorgo fibra Sfruttamento terreno POLIENNALI Arundo donax Sperimentazioni limitate Miscanthus Sperimentazioni limitate Ginestra Raccolta Cynara Card. Rese variabili S. R. F. Tecniche da mettere a punto, Costo trapianto

materiaconsiderare organica Le. Impieghi biomassedella si possono trasformata risorsefotosintetica primarie rinnovabili e, quindi, •

materiaconsiderare organica Le. Impieghi biomassedella si possono trasformata risorsefotosintetica primarie rinnovabili e, quindi, • inesauribili Conversione in energia termica e/o elettrica e purché produzione di biocombustibili solidi nel tempo, vengano (ad es. pellets) o liquidi (es. biodiesel, bioetanolo, ecc. ); • Biomateriali perimpiegate l’industria edilizia ed abitativa e perritmo la produzione di compositi; ad un • Fibre tessili; • complessivamente Cellulosa, carta ed assimilati; non superiore alle • Fertilizzanti o ammendanti per i terreni agrari; • Prodotti per l’industria (lubrificanti, solventi, plastiche biodegradabili, additivi vari, capacità di rinnovamento biologico. ecc. ). • • • Le biomasse utilizzabili ai fini di conversione energetica possono essere considerate, allo stato attuale, le seguenti: Sottoprodotti (agricoli, forestali e zootecnici) e scarti (urbani e industriali), attraverso combustione, conversione chimica o biologica in biogas, alcool o altre sostanze; Produzioni vegetali su territori non adatti a colture alimentari. (zone marginali, aride e semiaride); Specie vegetali “energetiche” da coltivare in condizioni di eccedenze delle produzioni alimentari rispetto alla domanda, su terreni sinora a destinazione agricola classica.

Vincoli all’uso energetico delle Biomasse Stagionalità La raccolta si concentra normalmente in periodi temporali

Vincoli all’uso energetico delle Biomasse Stagionalità La raccolta si concentra normalmente in periodi temporali di poche settimane (la paglia dei cereali tipo frumento in luglio; gli stocchi di mais in ottobre-novembre; i residui di potatura nei mesi invernali). La domanda dei prodotti di trasformazione si prolunga lungo l’intero arco dell’anno. I calcoli economici debbono tener conto degli investimenti aggiuntivi relativi allo stoccaggio delle scorte, nonché di quelli della loro eventuale essiccazione Raccolta e trasporto Gli impianti di trasformazione delle materie prime agricole sono soggetti ad effetto scala. Ad ogni impianto deve essere asservita una superficie agricola in grado di approvvigionare la materia prima sufficiente per il funzionamento. L’economicità di un impianto dipende dalla minore distanza esistente tra l’impianto ed il baricentro massico delle biomasse.

Aspetti positivi e negativi dell’impiego delle biomasse VANTAGGI SVANTAGGI - Abbondante: si trova in

Aspetti positivi e negativi dell’impiego delle biomasse VANTAGGI SVANTAGGI - Abbondante: si trova in quasi ogni parte della terra, dove siano presenti alghe, alberi, letame; - Fonte di energia rinnovabile: grazie alla possibilità del rimboschimento; - Immagazzinabile-Stoccabile - Convertibile in combustibili solidiliquidi-gassosi con buoni poteri calorifici; - Sfruttamento di zone inutilizzate dall’agricoltura e conseguente occupazione nelle zone rurali; - Ciclo di emissioni di CO 2: le piante la riassorbono durante la loro crescita (fotosintesi) - Necessarie grandi aree a causa della bassa densità energetica: superficie minima 12. 000 ha, produzione superiore a 17 -25 t per ha - La produzione può richiedere elevati volumi di fertilizzanti ed irrigazione; - Sistema di risorse (logistica) complesso per assicurare la costante fornitura della risorsa; - Problemi di trasporto, stoccaggio e movimentazione a causa della bassa densità(bulk density): la convenienza economica c’è se la distanza tra approvvigionamento ed impianto non supera i 160 Km; - Produzione soggetta a variazioni legate alle condizioni ambientali-meteo - Produzione non costante durante l’anno - Contenuto di umidità variabile

Tecnologie per l’impiego energetico delle Biomasse ü ü ü Combustione; Gassificazione; Pirolisi

Tecnologie per l’impiego energetico delle Biomasse ü ü ü Combustione; Gassificazione; Pirolisi

Combustione I dispositivi per la combustione hanno le stesse caratteristiche costruttive di quelli impiegati

Combustione I dispositivi per la combustione hanno le stesse caratteristiche costruttive di quelli impiegati per la gassificazione a letto fisso o a letto fluido e si differenziano soltanto per pochi particolari costruttivi e di processo. Gli impianti che sfruttano la combustione di biomassa a scopi energetici possono essere suddivisi in due categorie: Ø Impianti per la produzione di energia termica eventualmente in cogenerazione, a partire da combustibile solido (generalmente <5 -6 MWt); Ø Impianti per la produzione di energia elettrica eventualmente in cogenerazione, a partire da combustibile solido o liquido (generalmente <2 -15 MWe). Presentano, da un punto di vista tecnico ed economico, le migliori prestazioni generali, anche in termini di potenziale risparmio energetico

Combustione Principali problematiche all’utilizzo degli impianti di combustione di Biomasse: q L’approvvigionamento della biomassa

Combustione Principali problematiche all’utilizzo degli impianti di combustione di Biomasse: q L’approvvigionamento della biomassa a costi contenuti: questo è un fattore chiave anche in presenza di una buona valorizzazione dell’energia elettrica prodotta e spinge a considerare quelle situazioni dove la concentrazione della biomassa è già elevata per motivazioni diverse da quelle energetiche (es. industria con grandi quantità di residui disponibili); q La possibilità di un impiego produttivo del calore disponibile ai prezzi di mercato del riscaldamento civile: questo fattore è strategico per conseguire buone prestazioni economiche anche in presenza di investimenti elevati.

Possibilità di conversione per la generazione di energia elettrica Biomassa ligno-cellulosa Piccole potenze 5

Possibilità di conversione per la generazione di energia elettrica Biomassa ligno-cellulosa Piccole potenze 5 – 1000 k. W Caldaie associate a motori Stirling Caldaie associate a cicli ORC Gassificatori associati a motori endotermici Medie potenze 1 – 5 MW Elevate potenze 5 – 50 MW Caldaie o gassificatori associati a cicli ORC o a vapore Caldaie o gassificatori associati a cicli vapore Gassificarori associati a cicli Brayton Gassificatori associati a cicli Brayton o combinati

Teleriscaldamento e biomasse Affinché si possa ipotizzare di costruire un impianto di teleriscaldamento a

Teleriscaldamento e biomasse Affinché si possa ipotizzare di costruire un impianto di teleriscaldamento a biomassa, occorre che siano soddisfatti i punti seguenti. Ø Aggregato di case e/o attività che richiedano energia termica; Ø Disponibilità di una o preferibilmente più fonti di approvvigionamento o creazione di una filiera di biomassa, come conseguenza della domanda da parte dell'impianto di teleriscaldamento; Ø La distanza dalla fonte di approvvigionamento non deve essere eccessiva; Ø Presenza di un'area adeguata dove poter costruire l'impianto ed i magazzini di stoccaggio. Punti critici del teleriscaldamento a biomasse Ø Ø Ø Accettabilità sociale; Vicinanza alle vie di trasporto e cura per non appesantire l'abitato con un eccessivo traffico di mezzi pesanti; Stoccaggio: i volumi necessari non permettono uno stoccaggio stagionale notevoli superfici per creare magazzini che consentano una certa autonomia; Condizioni di lavoro (sicurezza) degli addetti alla raccolta-selezione-trasporto; Sostenibilità economica; Rapporto tra prime e seconde case per il corretto dimensionamento dell'impianto - spesso la località servita è turistica.

Biocombustibili Prodotti derivati dalla biomassa, miscelati con carburanti ottenuti da combustibili fossili o utilizzati

Biocombustibili Prodotti derivati dalla biomassa, miscelati con carburanti ottenuti da combustibili fossili o utilizzati puri, usati per autotrazione e riscaldamento. • • Impatto ambientale più contenuto rispetto ai combustibili di origine fossile; utilizzare materiali di scarto che solitamente non vengono utilizzati. • L’uso di carburanti per autotrazione di origine vegetale risale ai primi del ‘ 900 (Henry Ford); nel 1938 gli impiani del Kansas producevano già 54. 000 t/anno di bioetanolo. l’interesse americano per i biocombustibili decadde dopo la Seconda Guerra Mondiale in conseguenza dell’enorme disponibilità di olio e gas; negli anni ’ 70, a seguito della prima crisi petrolifera, apparvero in commercio benzine contenenti il 10% di etanolo, il cosiddetto gasohol, (grazie al sussidio fiscale concesso per l’utilizzo dell’etanolo). Clean Air ACT (1990): restrizioni sulle benzine, per migliorare la qualità dell’aria nelle aree metropolitane più inquinate. Ma all’etanolo fu preferita l’adozione dell’MTBE (metil-ter-butil-etanolo) come sostitutivo del piombo tetrametile (per migliorare le proprietà antidetonanti delle benzine). Solo dopo il progressivo inquinamento delle falde acquifere il governo americano sta cercando di mettere fuori legge gli MTBE promuovendo una politica di incentivo per i biocombustibili. • • •

Bio-etanolo • • E’ un alcool (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante fermentazione di

Bio-etanolo • • E’ un alcool (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante fermentazione di diversi prodotti ricchi di carboidrati e zuccheri; Il bio-etanolo è tra i combustibili quello che mostra il miglior compromesso tra prezzo, disponibilità e prestazioni; L’etanolo può essere prodotto seguendo due vie: quella chimica e quella biologica; Il bioetanolo ha origine dalla seconda via; Il processo si basa sulla trasformazione biochimica dei carboidrati (zuccheri) in alcool, operata da microrganismi (lieviti); La produzione di etanolo adatto all’uso combustibile (puro almeno al 95%), richiede un ulteriore processo di distillazione; Nel processo di fermentazione vengono utilizzati dei catalizzatori naturali come i lieviti ed i batteri.

Caratteristiche chimico-fisiche dell’etanolo e della benzina Caratteristiche Unità di misura Formula Etanolo Benzina CH

Caratteristiche chimico-fisiche dell’etanolo e della benzina Caratteristiche Unità di misura Formula Etanolo Benzina CH 3 -CH 2 -CH Miscela idrocarburi - additivi Densità g/cm 3 0, 789 (a 20°C) 0, 740 (a 15°C) Potere Calorifico Inferiore Kcal/kg 6. 400 10. 000 Temperatura di ebollizione °C 78, 3 30 ÷ 200 Temperatura di congelamento °C -11, 4 Sotto i -50 Calore di evaporazione Kcal/kg 200, 6 85 Punto di infiammabilità °C 21 Da -40 a 40 106 98 – 102 (super) Numero di ottano Nonostante la differenza di potere calorifico tra l’alcool etilico e la benzina, le potenze esprimibili nei motori sono all’incirca equivalenti, per le diverse caratteristiche di combustione degli alcoli rispetto alla benzina: • • gli alcoli presentano una minore temperatura e luminosità di fiamma cosicché minor calore è perso per conduzione e per irraggiamento dalla camera di combustione al sistema di raffreddamento del motore; gli alcoli, bruciando più rapidamente, permettono una coppia più elevata al motore.

Risvolti energetici, ambientali ed economici Consumi o Il potere calorifico dell’etanolo è inferiore a

Risvolti energetici, ambientali ed economici Consumi o Il potere calorifico dell’etanolo è inferiore a quello della benzina, la miscelazione di questi determina a parità di altre condizioni un peggioramento del consumo calcolato (Km/Litro). o L’addizione dell’ossigeno, assente del tutto nella benzina, reca un miglioramento alla combustione in termini di consumo termico (Km/caloria): smagrimento della miscela aria/benzina e miglioramento della combustione. Emissioni o Il bioetanolo, essendo un prodotto derivato da biomassa, non comporta alcuna emissione di anidride carbonica netta in ambiente: le biomasse, catturano, durante il processo di fotosintesi”, il carbonio in atmosfera (sotto forma di CO 2); la CO 2 verrà assorbita dalle nuove biomasse coltivate per produrre altro biocombustibile o Eliminazione degli ossidi di zolfo, dei composti aromatici e in particolare del benzene; Riduzione delle emissioni di monossido di carbonio e di idrocarburi incombusti; o Aumento delle emissioni di formaldeide e quelle di acetaldeide. Vantaggi dell’impiego di ETBE come additivo antidetonante o Elevato rapporto quantitativo tra carbonio e idrogeno; o Contenuto di ossigeno legato pari al 15%.

Produzione di Bio-etanolo Principale materia prima per la produzione di bioetanolo: o all’anno (provenienti

Produzione di Bio-etanolo Principale materia prima per la produzione di bioetanolo: o all’anno (provenienti da 17, 6 milioni di ettari coltivati); o Barbabietola da zucchero - 0, 26 miliardi di tonnellate all’anno. Quando sarà disponibile la produzione commerciale di bioetanolo da biomassa lignocellulosica (cioè da processi enzimatici), la potenziale produzione di questo prodotto aumenterà notevolmente: la produzione mondiale di biomassa lignocellulosica è dieci volte superiore a quella di altri tipi di biomassa. o Il costo marginale per il bioetanolo è di $180/m 3; o tonnellate all’anno (0, 5 miliardi di tonnellate all’anno dallo zucchero e 1, 5 miliardi di tonnellate all’anno da biomassa lignocellulosica); o raggiungerà 550 milioni di tonnellate all’anno. Altri possibili impieghi che comporteranno una maggiore penetrazione di bioetanolo: o miscele gasolio-etanolo puro; o gasolio riformulato con ETBE; o uso di bioetanolo per macchine agricole.

Bio-diesel Si ottiene dagli oli vegetali, dai grassi di cucina riciclati, dalla spremitura di

Bio-diesel Si ottiene dagli oli vegetali, dai grassi di cucina riciclati, dalla spremitura di semi oleaginosi di colza, soia, girasole attraverso una reazione detta di transesterificazione. Il bilancio di massa semplificato dell’intero processo Il glicerolo o più comunemente glicerina che si ottiene come prodotto secondario è il seguente: 1000 kg di olio può essere usata per la produzione di creme ad uso cosmetico. I prodotti e gli raffinato + oli 100 kg di utilizzati permetanolo la produzione del biodiesel devono subire vari processi prima di essere convertiti: = Estrazione 1000 kg di biodiesel + 100 kg di glicerolo Meccanica (normalmente a pressione); Chimica (solvente, normalmente esano in rapporto 1: 18); Combinata (Girasole-colza: circa 1 ha produce 1 t di olio); Raffinazione: Depurazione (sedimentazione, filtrazione, demucillaginazione, centrifugazione); Raffinazione (neutralizzazione o deacidificazione, decolorazione, deodorazione, demargarinazione).

Impiego del bio-diesel nei motori o o o o Il biodiesel è stato testato

Impiego del bio-diesel nei motori o o o o Il biodiesel è stato testato in varie percentuali di miscelazione con gasolio, a partire dal 5% passando per il 20 ed il 30% fino ad arrivare al biodiesel puro; Le miscele con gasolio, sino al 30% in volume, possono essere utilizzate senza significative modifiche al motore (verificare la compatibilità dei materiali costitutivi dell’impianto di iniezione, con particolare riferimento alle gomme butiliche); L’olio lubrificante è diluito dal biodiesel, per cui si deve avere l’accortezza di sostituire l’olio con maggiore frequenza (in particolare con sistemi di iniezione con pompe in linea); Problemi nel funzionamento del motore alle basse temperature (punto di otturamento a freddo del biodiesel è di – 9°C, contro i – 22°C del gasolio); Elevato potere detergente dei biodiesel: precoce ostruzione dei filtri carburante; Il potere calorifico inferiore del biodiesel è inferiore di circa il 13% rispetto a quello del gasolio (32, 8 MJ/dm 3 contro 35, 6 MJ/dm 3), ma ciò è parzialmente compensato dalla maggiore densità (0, 88 -0, 89 kg/m 3 contro 0, 83 -0, 85 kg/m 3 a 15°C). Il potere calorifico inferiore del biodiesel comporta un lieve aumento dei consumi, (circa il 2 -3%), difficilmente percepibile a causa dell'elevata oscillazione dei consumi riscontrabili in campo, relativi al tipo di guida e percorso.

Risvolti energetici, ambientali ed economici Consumi - 2 -3%, non è comunque percepibile. Emissioni

Risvolti energetici, ambientali ed economici Consumi - 2 -3%, non è comunque percepibile. Emissioni (biodiesel quale combustibile puro): o

Produzione di Bio-diesel La produzione di biodiesel fino al 1990 essa era solo allo

Produzione di Bio-diesel La produzione di biodiesel fino al 1990 essa era solo allo stato sperimentale. Nel mondo al 1998 erano censiti 85 impianti: • Europa occidentale: 44 • Europa orientale: 29 • Nord America: 8 • altre aree: 4 Le materie prime utilizzate per la produzione sono: • olio di colza (85% del totale); • olio di girasole (13%); • olio di soia, di palma e oli fritti usati per le restanti percentuali. La capacità produttiva globale nel mondo è cresciuta negli anni ’ 90 dalle 75. 000 t del 1991 alle 1. 366. 000 del 1998; La produzione effettiva corrispondente è passata dalle 10. 000 t del 1991 alle 741. 000 t del 1998. In Italia la produzione di biodiesel è stata avviata nel 1992; nel 1997 erano censiti 11 impianti (attualmente gli impianti operativi sono 7). La capacità produttiva nel 1998 era di 211. 000 t/a a fronte di una produzione di 107. 000 t (rapporto tra produzione effettiva e capacità produttiva pari a circa il 51%)

Dislocazione mondiale di impianti con una potenza maggiore di 5 GW

Dislocazione mondiale di impianti con una potenza maggiore di 5 GW

Situazione italiana Biomasse residuali per la produzione di energia termica ed elettrica in Italia

Situazione italiana Biomasse residuali per la produzione di energia termica ed elettrica in Italia (Mtep/anno) BIOMASSA UTENZE DISPONIBILITA’ USO ATTUALE USO FUTURO Legno e residui agricoli forestali Domestiche e rurali 12 2 -3 3 -5 Rifiuti agroindustriali Aziende agroindustriali municipalizzate 6 -8 0. 4 -0. 6 3 -4 TOTALE 18 -23 2. 4 -3. 6 6 -9

Situazione italiana Energia elettrica da biomasse residuali in Italia (settore agro-industriale e delle aziende

Situazione italiana Energia elettrica da biomasse residuali in Italia (settore agro-industriale e delle aziende municipalizzate) MWe TWh/anno POTENZIALE (50%dei rifiuti) POTENZA INSTALLATA (1993) NUOVE INSTALLAZIONI (1998) ATTESE (2005) 2. 000 -3. 000 10 -15 105 0. 4 200 0. 7 400 -500 1. 5 -2. 5 Ordine di grandezza dei costi per la produzione di energia da biomasse residuali ENERGIA TERMICA Costi investimento (€/k. Wt) Costo dell’energia (€/Mcal) 35 -55 0. 025 -0. 05 ENERGIA ELETTRICA Costi investimento (€/k. We) Costo dell’energia (€/k. Wh) 1. 100 -2. 500 0. 05 -0. 1

Situazione italiana Fonti energetiche rinnovabili: equivalente dell’energia da fonti fossili sostituita. anni 1990 -2003

Situazione italiana Fonti energetiche rinnovabili: equivalente dell’energia da fonti fossili sostituita. anni 1990 -2003 (ktep) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Idroelettrica 8. 312 9. 248 9. 152 9. 067 9. 979 9. 725 10. 298 8. 694 8. 068 Eolica 2 7 26 51 89 124 259 309 321 Solare 10 10 10 13 14 15 15 18 21 Geotermia 969 1. 041 1. 072 1. 140 1. 182 1. 248 1. 024 1. 239 1. 388 RSU 97 138 144 266 374 461 721 818 1. 038 Legna ed assim. 1. 976 1. 944 2. 064 2. 124 2. 413 2. 344 2. 475 2. 489 2. 782 Biocomb. 65 45 --- 30 38 66 87 94 177 Biogas 29 59 107 142 167 162 196 270 296 Totale 11460 12. 492 12. 576 12. 833 14. 255 14. 144 15. 255 13. 931 14. 092 non tradizionali 1. 247 1. 305 1. 325 1. 574 1. 892 2. 017 2. 519 2. 932 3. 536

Situazione italiana Situazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili al 1997 e

Situazione italiana Situazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili al 1997 e previsioni di sviluppo al 2008 -2012 (fonte: libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili, 1999) Tecnologia 1997 2002 2006 2008 -2012 MWe Mtep Idro>10 MW 13942 7, 365 14300 7, 550 14500 7, 656 15000 7, 920 Idro<10 MW 2187 1, 787 2400 1, 954 2600 2, 116 3000 2, 442 Geotermia 559 0, 859 650 1, 051 700 1, 132 800 1, 294 Eolico 119 0, 026 700 0, 308 1400 0, 616 2500 1, 100 Fotovoltaico 16 0, 003 25 0, 006 100 0, 024 300 0, 073 Biomasse 192 0, 125 380 0, 502 800 1, 056 2300 3, 036 Rifiuti 89 0, 055 350 0, 385 500 0, 550 800 0, 880 Totale 17104 10, 221 18805 11, 756 20600 13, 151 24700 16, 744

Situazione italiana Situazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili al 1997 e

Situazione italiana Situazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili al 1997 e previsioni di sviluppo al 2008 -2012 (fonte: libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili, 1999. Tecnologia 1997 2002 2006 2008 -2012 Mtep DMtep Biocombustibili 0, 060 0, 280 0, 220 0, 544 0, 484 0, 940 0, 880 Solare termico 0, 008 0, 056 0, 048 0, 111 0, 103 0, 222 0, 214 Geotermia 0, 213 0, 250 0, 037 0, 300 0, 087 0, 400 0, 187 Biomasse 1, 070 1, 400 0, 330 1, 600 0, 530 1, 750 0, 680 Rifiuti 0, 096 0, 120 0, 024 0, 160 0, 064 0, 200 0, 104 Totale 1, 447 2, 106 0, 659 2, 715 1, 268 3, 512 2, 065

Situazione italiana Consumo di energia da legna ed assimilati per tipo di applicazione (k.

Situazione italiana Consumo di energia da legna ed assimilati per tipo di applicazione (k. Tep) 1993 1996 1999 Legna da ardere (stima da indagine campionaria ENEACIRM) 5417 Legna ed assimilati in impianti per teleriscaldamento 0 8 10 Legna ed assimilati in aziende per la produzione di calore 946 946 Legna ed assimilati in impianti per generazione di elettricità (e calore) collegati alla rete elettrica 62 92 131 Totale 6424 6463 6504

Situazione italiana Localizzazione regionale degli impianti a biomasse e rifiuti

Situazione italiana Localizzazione regionale degli impianti a biomasse e rifiuti

Prospettive per l’energia dalle Biomasse in Italia ü confronti del fabbisogno energetico italiano da

Prospettive per l’energia dalle Biomasse in Italia ü confronti del fabbisogno energetico italiano da parte delle biomasse, a medio termine, possa arrivare a superare i 5 Mtep/anno; üItalia In esite un potenziale (prevalentemente da residui agro-industriali urbani) e tali da consentire l’installazione di circa 3000 MW di potenza elettrica niziative Assenza guate imprenditoriali, diü interessanti malgrado incentivi gli in conto capitale previsti dalla legge 10/91. ü esempio, quella dell’ “agricoltore-esercente di impianto termico” (consorzi di operatori agricoli) con la partecipazione di operatori qualificati con esperienza specifica nel settore della produzione dell’energia. Biomasse più interessanti: o residui agro-industriali; o rifiuti solidi urbani; o coltivazioni energetiche di accertata economicità.

Benefici attribuibili all’impiego diffuso delle biomasse

Benefici attribuibili all’impiego diffuso delle biomasse