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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Infermieristica Ginecologica ed Ostetrica Dott. ssa Carriero Cecilia Anno Accademico 2015 -2016
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Come nascono i bambini? Lo sappiamo bene, sotto i cavoli, naturalmente…
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA … ma se oggi conosciamo i meccanismi che portano alla formazione di un embrione e poi di un feto che nasce ed inizia il suo cammino di essere umano, probabilmente non conosciamo come veniva affrontata la nascita nelle diverse epoche e culture.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La gravidanza rappresentava , per la donna dell’antichità , un momento nel quale rispettare credenze e tradizioni In molte civiltà (Maya, Aztechi, Sumeri , Egizi, Greci, Romani …) la nascita era legata a complessi rituali magici -religiosi
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA I Sumeri (4000. a. C. )ci hanno tramandato 25 tavolette con scene di parti. Tra i vari Dei presenti nella mitologia sumera esisteva Inanna, la della fecondità.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Le donne egiziane seguivano un vero e proprio parto rituale: sedevano su una sedia da travaglio, detta meskhen, aiutate da levatrici che impersonavano le dee Nefti, Heket e Iside. Il parto avveniva con le preghiere rivolte al dio vasaio Khnum.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La placenta veniva espulsa facendo sedere la donna su di un tampone imbevuto di segatura di abete e feccia e conservata , perché si riteneva possedesse proprietà curative per il neonato. I doni riservati alle partorienti erano amuleti, dotati di forti influssi magici, e statuette votive.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Le donne Maya si affidavano alla del parto Akhushtal e il parto avveniva in posizione verticale La dea Atzeca protettrice del parto era Ixchel
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La donna greca partoriva, generalmente, seduta su una sedia con un’apertura, di modo che la levatrice poteva partecipare manualmente alla nascita. Il neonato veniva “raccolto” come un frutto, da una donna anziana chiamata maia.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Anche la donna romana partoriva seduta sulla sedia, aiutata da una donna anziana chiamata, in latino, obstetrix : “colei che sta davanti « Ma nell’antica Roma le donne nobili partorivano sdraiate
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Ilizia era la dea greca invocata durante il parto. Le donne romane erano protette dalla dea Lucina
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Nel mondo antico il neonato , per entrare a far parte della vita , doveva essere “depurato” dalla sua natura demoniaca, in quanto si credeva provenisse dall’al di là. Al nascituro venivano donati diversi amuleti che, a contatto con la pelle, servivano ad allontanare gli spiriti.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Nei secoli vi è stata un’evoluzione della posizione del parto: erette, sedute , accovacciate, inginocchiate. La moderna ostetricia nacque intorno al 1600 ed uno dei padri fu François Mauriceau, barbiere chirurgo parigino che per primo scrisse dei testi, pubblicò delle tavole anatomiche e spiegò per la prima volta i meccanismi del parto, trasformando la posizione del parto. Mauriceau dispose che la donna dovesse partorire in un letto per favorirne il rilassamento e per aiutare i suoi sforzi
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA In passato i meccanismi del parto non erano conosciuti come lo sono oggi e tantomeno eventuali problemi che potevano mettere a repentaglio la salute del nascituro, della madre o di entrambi… Problemi oggi risolvibili, ricorrendo a particolari manovre o al taglio cesareo, in passato venivano affrontati e risolti in modo disumano.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA I nostri progenitori latini, quando una donna aveva difficoltà durante il travaglio, la legavano ad un palo e la scuotevano dall'alto verso il basso, per favorire la "discesa" del bambino Era il parto per succussione ippocratica, tentativo estremo ed inumano che ha visto la sua origine prima dell'epoca degli imperatori romani.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Prima del 1600 non esisteva nessun modo di estrarre il feto vivo se vi era un qualsiasi ostacolo alla sua fuoriuscita. L'intervento chirurgico di estrazione fetale dall'addome si chiama cesareo che vuol dire incisione, taglio dell'addome. Il primo taglio cesareo della storia pare sia avvenuto nel 1508 ad opera del francese François Rousset
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Il taglio cesareo si effettuava addirittura quasi sempre sulla gestante ormai senza vita per tentare di salvare il bambino.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Ed andiamo ad anni più vicini ad oggi. I nostri nonni come partorivano? Considerando che gli ostetrici della passata generazione non erano nemmeno capaci di effettuare un taglio cesareo, che effettuava un chirurgo , possiamo comprendere quanti e quali passi avanti siano stati fatti. Sembrerà strano ma la "valigia" del medico ostetrico di 50 anni fa era simile ad un kit per macellaio.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Quello che vedrete era quello che si usava quotidianamente nelle sale parto o nelle tavole da cucina dove partorivano le nostre nonne le quali vivevano tutto ciò come assolutamente normale. Partiamo da uno strumento diffusissimo fino a qualche anno fa. In Italia è ormai praticamente in disuso La quasi totalità degli ostetrici delle nuove generazioni non ne ha mai visto uno Per molti è un oggetto da museo. E' il famigerato forcipe. Il suo utilizzo si chiamava "applicazione".
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Forcipe e sua applicazione
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Il forcipe si usava per facilitare l'estrazione della testa del feto quando qualsiasi ostacolo ne impediva la fuoriuscita Si afferrava, con le due branche della pinza, la testa del nascituro ai lati, a livello parietale e si tirava energicamente verso l'esterno. In molti casi il forcipe è stato risolutivo ma il suo peso, la forza necessaria allo scopo e soprattutto la delicatezza delle strutture del feto (ossa, cartilagini, pelle. . . ) causavano spesso lesioni più o meno gravi. Si andava da lividi, lacerazioni della cute, del cuoio capelluto, ferite profonde fino a gravissimi danni cerebrali al feto.
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La ventosa ostetrica Storia • 1705 Yonge di Plymouth : primo tentativo con coppetta di vetro • 1954 Malmstrom : primo modello con pompa manuale • 1969 sistema MYTIVAC • 1997 Kiwi Omni. Cup
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Tutti i sistemi di estrazione con vacuum consistono in una coppetta di materiale rigido o morbido che può aderire allo scalpo fetale, in una pompa per il vacuum che provvede all’aspirazione e un sistema di trazione usato dall’ostetrico che assiste la donna al parto. I migliori risultati dipendono da una corretta applicazione della coppetta sullo scalpo fetale.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Tipi di coppette Anteriori : punti di trazione e di suzione sono localizzati in posizione centrale Posteriori : i dispositivi in uscita dalla coppetta sono localizzati in sede periferica Rigide : di metallo o di plastica Flessibili o soft : in silicone
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La ventosa ostetrica KIWI Nel 1997 è stata introdotta la ventosa KIWI con coppa rigida di plastica tipo Malmstrom connessa attraverso un filo d’acciaio alla pompa manuale per ottenere il vacuum in maniera rapida, utile in caso di teste malposizionate /deflesse
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La ventosa ostetrica KIWI Sistema Semplice: corretto posizionamento in caso di malposizioni (il tubicino di aspirazione è sullo stesso piano della coppetta) Ergonomico: offre un controllo completo al singolo operatore, il personale impiegato è ridotto. Versatile: permette di collocare la coppetta in modo sicuro e corretto sul punto di flessione della testa.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA QUANDO LA VENTOSA?
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Definire il livello di RISCHIO correlato con la decisione di applicare la ventosa Basso rischio v Sospetta compromissione fetale : BCF non rassicurante v Ritardo/arresto della progressione della parte presentata con testa visibile durante Le contrazioni v Indicazione elettiva al raccorciamento del II°stadio Rischio moderato v v v Arresto della progressione della PP con testa non visibile durante le contrazioni Condizioni del feto non rassicuranti con PP non visibile Ritardo della progressione della PP con sospetta sproporzione borderline Parto del II gemello con PP non visibile, ma impegnata Combinazione di più di una condizione a basso rischio
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Definire il livello di RISCHIO correlato con la decisione di applicare la ventosa Rischio elevato v Ritardo della progressione con sospetto distress fetale e malposizione in una multipara con cervice non completamente dilatata v Distress fetale conclamato v Secondo gemello con PP non impegnata con cervice in parte riformata v Associazione di più di una condizione di rischio moderato
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Le cinque regole di base per un uso sicuro della ventosa 1. Il parto deve essere completato entro 15 minuti dall’applicazione della ventosa 2. La testa deve scendere ad ogni trazione. 3. Il parto deve essere espletato con 3 trazioni 4. La ventosa non deve essere applicata più di due volte (la seconda applicazione deve essere eseguita da un operatore esperto). 5. Se il parto con ventosa non riesce, procedere con taglio cesareo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Complicanze fetali Ø Edema dello scalpo (che scompare in poche ore o giorni) Ø Cefaloematoma, che richiede un’osservazione e scompare in una settimana Ø Abrasioni dello scalpo e lacerazioni Ø Emorragia sub galeale o sub aponeurotica Ø Emorragia intracranica (estremamente rara) Ø Alopecia sull’area di adesione della ventosa
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Complicanze materne ü Lesioni del tratto genitale vaginali e/o cervicali ü Estensioni dell’episiotomia ü Tromboembolismo ü Incontinenza urinaria da stress o fecale dopo il parto
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Un altro aspetto da considerare è la morte fetale Frequente in passato. Sconosciute le cause Altissimo rischio per la gravida Metodi di estrazione del feto cruenti e disumani
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Quando un feto non arriva a vedere la luce e muore prima della fine della gravidanza è necessario i l suo parto. Oggi la terapia dipende dalla settimana di gestazione: quando si tratta di aborto (fino a 15 settimane massimo) si esegue la "revisione della cavità uterina, oltre tale periodo si procede con un parto ed il feto, purtroppo senza vita, viene partorito dopo un travaglio indotto da farmaci. In casi estremi si effettua un cesareo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA La revisione della cavità uterina è una "pulizia dell'utero" che ha lo scopo di eliminare ogni residuo della gravidanza ed annullare i rischi di una permanenza in utero del feto e degli annessi fetali, placenta, membrane e liquido. Fino agli anni 60 la revisione si effettuava senza nessuna anestesia. Spesso il medico si recava a casa della donna ed effettuava l'intervento con l'aiuto dei familiari .
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Quando non esistevano i farmaci che stimolavano il travaglio il feto veniva estratto con la forza Ritornando indietro nel tempo vedremo come, per estrarre la testa fetale , venivano utilizzati degli strumenti da museo delle torture
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Il craniotomo Fine 1800. Era uno strumento di acciaio dotato di una punta che bucava la testa del feto per estrarne il contenuto e quindi renderla meno voluminosa e facilmente estraibile.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Assieme ai craniotomi a punta esistevano anche quelli con manovella che facilitavano l'operazione. Ecco dei particolari delle punte :
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Il cranioclasto Metà del 1800. Pinza robusta e pesante che aveva lo scopo di "distruggere", per schiacciamento, la testa fetale e quindi renderla facilmente estraibile. Ne esistevano modelli differenti per peso, lunghezza e meccanismo ma tutti avevano due branche di acciaio che si stringevano a vite o manualmente sulla testa.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA In caso di bisogno , per far fuoriuscire parti fetali, venivano utilizzati degli uncini.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Lo strumento , forse , più pesante da immaginare è il cosiddetto basiotribo. Una pinza pesante circa 8 kg. che presentava tre punte : quella centrale doveva entrare nel cranio fetale , quelle laterali afferravano la testa e con forza si faceva trazione verso l'esterno.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA I Dilatatori (1800) ü Dilatazione uterina lenta ü Travaglio prolungato ü Morte fetale senza dilatazione del collo uterino Tre bracci metallici che venivano inseriti nel collo dell'utero e manualmente lo dilatavano fino a 10 cm. Lo strumento cadde presto in disuso per le frequenti e gravi lacerazioni conseguenti emorragie provocate.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Conclusioni Nonostante tutto questo possa sembrare di una crudeltà estrema, la maggioranza degli interventi effettuati con questi strumenti avevano uno scopo "compassionevole": si evitava quasi sempre la morte della partoriente. Non dimentichiamo che la morte per parto era frequentissima e spesso inevitabile e talvolta un intervento doloroso e sanguinario , come quelli che abbiamo visto, salvava delle donne che , nella norma, morivano. Le donne più anziane ricordano come parlare di "morte per parto" di una donna o di un neonato era un evento assolutamente normale tanto da raccontarlo come qualcosa di inevitabile
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