UN MODELLO DI ANALISI DELLA CONOSCENZA CONTENUTO E

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UN MODELLO DI ANALISI DELLA CONOSCENZA: CONTENUTO E PROCESSI DI APPRENDIMENTO DI UN MESTIERE

UN MODELLO DI ANALISI DELLA CONOSCENZA: CONTENUTO E PROCESSI DI APPRENDIMENTO DI UN MESTIERE NELLA FORMATION EN ALTERNANCE Annalisa Sannino, Alain Trognon e Laura Dessagne Antoniani Annarita 1395056 Caggia Adriana 1691788 Ponzani Barbara 1474422 Russo Alessandra 1703361 Corso di Psicologia e scuola Prof. ssa Ajello Anna Maria

Un modello di analisi della conoscenza: contenuto e processi di apprendimeto di un mestiere

Un modello di analisi della conoscenza: contenuto e processi di apprendimeto di un mestiere nella “Formation en Alternance” INDICE: 1. Introduzione 2. Approccio analitico e logica interlocutoria 3. Logica interlocutoria 4. 5. Analisi delle sequenze interlocutorie Contenuti dell’apprendimento che emergono dalle interazioni 6. Gradi di autonomia

Introduzione L’educazione professionale e il lavoro non sono due attività che si coniugano tra

Introduzione L’educazione professionale e il lavoro non sono due attività che si coniugano tra loro in modo armonico.

Introduzione LOGICA EDUCATIVA / LOGICA DELLA PRODUZIONE DELLE INDUSTRIE Le istituzioni educative possono essere

Introduzione LOGICA EDUCATIVA / LOGICA DELLA PRODUZIONE DELLE INDUSTRIE Le istituzioni educative possono essere efficienti solo se permettono agli studenti di acquisire conoscenze e abilità DIRETTAMENTE APPLICABILI alle loro future professioni e alle molteplici realtà lavorative cui dovranno far fronte.

Introduzione Francia – anni 70 FORMATION EN ALTERNANCE: L’insegnamento sul luogo di lavoro. Operai

Introduzione Francia – anni 70 FORMATION EN ALTERNANCE: L’insegnamento sul luogo di lavoro. Operai esperti / apprendisti. Sicuramente tutti voi sapete cos’è il tutoring… ma come lo definireste in poche parole?

Introduzione La formazione en alternance si fonda sulla transizione del Know How da operai

Introduzione La formazione en alternance si fonda sulla transizione del Know How da operai esperti ad apprendisti fra i 16 e i 25 anni che seguono un training che si svolge per ¼ del tempo in un centro di formazione, mentre il resto del tempo è spesso in apprendistato. Questo tipo di training dura 2 anni.

Approccio analitico e logica interlocutoria CONVERSAZIONE

Approccio analitico e logica interlocutoria CONVERSAZIONE

Approccio analitico e logica interlocutoria L’approccio analitico utilizzato dai ricercatori per analizzare le conversazioni

Approccio analitico e logica interlocutoria L’approccio analitico utilizzato dai ricercatori per analizzare le conversazioni è quello della Logica interlocutoria che riconosce due componenti fondamentali dell’atto linguistico: 1. FORZA ILLOCUTORIA. 2. CONTENUTO PROPOSIZIONALE.

Approccio analitico e logica interlocutoria FORZA ILLOCUTORIA Funzione pragmatica (ovvero) orientamento verso uno scopo.

Approccio analitico e logica interlocutoria FORZA ILLOCUTORIA Funzione pragmatica (ovvero) orientamento verso uno scopo.

Approccio analitico e logica interlocutoria Cinque tipi di azioni possono essere realizzati attraverso l’enunciazione

Approccio analitico e logica interlocutoria Cinque tipi di azioni possono essere realizzati attraverso l’enunciazione di un atto linguistico: 1. ASSERTIVA. 2. DIRETTIVA. 3. COMMISSIVA. 4. ESPRESSIVA. 5. DICHIARATIVA.

Approccio analitico e logica interlocutoria CONTENUTO PROPOSIZIONALE la rappresentazione, alla quale viene applicata una

Approccio analitico e logica interlocutoria CONTENUTO PROPOSIZIONALE la rappresentazione, alla quale viene applicata una data forza.

Logica Interlocutoria LOGICA INTERLOCUTORIA Distingue 4 livelli delle interlocuzioni 1. Interventi 2. Scambi 3.

Logica Interlocutoria LOGICA INTERLOCUTORIA Distingue 4 livelli delle interlocuzioni 1. Interventi 2. Scambi 3. Strutture 4. Transazioni Sulla base di questi 4 livelli di conversazione la logica interlocutoria spiega: • la conoscenza intuitiva che gli interlocutori hanno di un particolare gioco linguistico; • gli effetti socio-cognitivi che questo gioco provoca.

Analisi delle sequenze interlocutorie PRIMA SEQUENZA INTERLOCUTORIA C 1: L’intonaco non dovrebbe essere preso

Analisi delle sequenze interlocutorie PRIMA SEQUENZA INTERLOCUTORIA C 1: L’intonaco non dovrebbe essere preso lateralmente. A 2: (martello pneumatico) C 3: Ecco come fare, così va molto meglio.

Analisi delle sequenze interlocutorie ANALISI PRIMA SEQUENZA INTERLOCUTORIA Dal punto di vista LESSICALE È

Analisi delle sequenze interlocutorie ANALISI PRIMA SEQUENZA INTERLOCUTORIA Dal punto di vista LESSICALE È ASSERTIVO, in quanto l’operaio specializzato asserisce qualcosa C 1 Dal punto di vista NON LETTERALE È DIRETTIVO, in quanto l’operaio specializzato esige la correzione di una manovra maldestra compiuta dall’apprendista. Atto C 3 linguistico complesso, costituito da un ESPRESSIVO e un ASSERTIVO che valutano l’azione in corso. L’operaio specializzato indica che A 2 ha soddisfatto la richiesta di una correzione. I contenuti proposizionali di C 1 e C 3 corrispondono alla stessa rappresentazione. Differenza: - C 1 colloca la rappresentazione nel mondo possibile. - C 3 colloca la rappresentazione nel mondo reale.

Analisi delle sequenze interlocutorie Nella sequenza la struttura dell’interazione consiste in uno scambio riparatore.

Analisi delle sequenze interlocutorie Nella sequenza la struttura dell’interazione consiste in uno scambio riparatore. Anche se i contributi non-discorsivi non siano di per sé parti del parlato lo diventano nel momento in cui le azioni non discorsive provocano il parlato.

Analisi delle sequenze interlocutorie SECONDA SEQUENZA INTERLOCUTORIA C 1: Stai deviando. A 2: Il

Analisi delle sequenze interlocutorie SECONDA SEQUENZA INTERLOCUTORIA C 1: Stai deviando. A 2: Il martello è troppo pesante. C 3: Sei uscito ieri notte? A 4: Non ho dormito molto. C 5: Ah, sarebbe meglio non andare a festeggiare quando devi rimuovere l’intonaco il giorno dopo.

Analisi delle sequenze interlocutorie C 1: valutazione implicita dell’azione in corso che implica il

Analisi delle sequenze interlocutorie C 1: valutazione implicita dell’azione in corso che implica il direttivo “non deviare”. A differenza dell’esempio precedente, qui l’apprendista, invece di correggere immediatamente la sua manovra, risponde spiegando e giustificando la sua azione sbagliata. C 3: indica una domanda subordinata e funge da richiesta di conferma di un’ipotesi implicita, riguardo la stanchezza dell’apprendista.

Analisi delle sequenze interlocutorie “Il martello è troppo pesante” “La scorsa notte sono uscito”

Analisi delle sequenze interlocutorie “Il martello è troppo pesante” “La scorsa notte sono uscito” “Non ho dormito molto” “Io sono stanco” A 4: convalida questa ipotesi e la serie di rappresentazioni. C 5: ha due funzioni concomitanti, ovvero da una parte asserisce un principio per la gestione del tempo personale dell’apprendista in relazione all’attività lavorativa; dall’altra suggerisce, in modo implicito, conformità con questo principio.

Analisi delle sequenze interlocutorie TERZA SEQUENZA INTERLOCUTORIA A 1: Così. C 2: Tira un

Analisi delle sequenze interlocutorie TERZA SEQUENZA INTERLOCUTORIA A 1: Così. C 2: Tira un po’ verso di te […] così, esattamente […] Quello che è veramente importante è evitare di entrare troppo profondamente nel muro. Guarda il tuo intonaco, è troppo spesso. Non provare troppo a smussare l’angolo. C 2: Sì, sì. C 4: […] Il punto è che non usi abbastanza l’attrezzo. Se non lo usi con la pala così, guarda (martello pneumatico), vedi la differenza nel lavoro e di conseguenza nel tempo impiegato e nello sforzo. […]. Comunque meno usi il martello, più tempo ci vorrà per rimuovere l’intonaco. […] È già abbastanza pesante così, senza che ti ammazzi. Te lo dico, questo non è facile, io lo so, ok? Noi sappiamo che non ce la fai. Persino noi ci prendiamo una pausa. Dai, prova ad usare il tuo attrezzo in modo corretto, dopo tutto non è un divertimento, è vero che è dura. A 5: Sì.

Analisi delle sequenze interlocutorie C 6: Bene, questo è uno dei lavori più duri

Analisi delle sequenze interlocutorie C 6: Bene, questo è uno dei lavori più duri al mondo; all’inizio ti ammazzi di fatica ma quando ti sarai abituato, potrai lavorare in modo veramente veloce. Comunque, dopo non è il massimo perché ti stanchi; ma lavorare velocemente non è buono, perché non è importante lavorare velocemente piuttosto che lentamente, l’intonaco non cadrà da solo. Dopo, ragazzo, useremo acqua pressurizzata per lavare in modo che il cemento possa aderire ai mattoni; dopo di che, non appena abbiamo finito con questo, dobbiamo ripulire il soffitto qui sotto. Questo di sicuro non si farà da solo. Richiederà, senza dubbio, più lavoro. Forza, hai ancora la parte di sotto da fare. A 7: (martello) C 8: Sei cotto amico mio, eh. A 9: Hum. (martello pneumatico). C 10: Ne hai abbastanza. , ora scendi giù, cerca Rob e digli che ti ho detto di smettere. Non serve a niente, non stai lavorando in modo efficiente; fai quello che ti ho detto, scendi giù, cerca Rob e digli che ti ho detto di smettere. Di’ che non stai lavorando in modo efficiente, che ti fa male la mano, che non ha senso continuare; questa è l’unica cosa che ti rimane da fare oggi. Vai e vedi se lui sa cosa puoi fare; perché per quanto mi riguarda, non posso seguirti, non ho tempo.

Analisi delle sequenze interlocutorie DUE FASI Da A 1 a C 4 manovra errata

Analisi delle sequenze interlocutorie DUE FASI Da A 1 a C 4 manovra errata induce il capomastro a spiegare l’uso corretto dell’attrezzo. Da C 4 a C 10 il capo mastro si accerta che la manovra migliora dopo le sue spiegazioni. INSUCCESSO

Analisi delle sequenze interlocutorie C 2: avanza richieste in MODO INDIRETTO C 4: asserisce,

Analisi delle sequenze interlocutorie C 2: avanza richieste in MODO INDIRETTO C 4: asserisce, in MODO INDIRETTO, che le richieste di C 2 non sono state soddisfatte. RICHIESTA: azione che si compie nei confronti dell’interlocutore; rappresentazione di condizioni soddisfacenti. La richiesta si dice soddisfatta se, l’interlocutore (apprendista) compie ciò che gli è stato rappresentato nella richiesta del locutore (capo mastro).

Analisi delle sequenze interlocutorie Spiegazioni sull’uso dell’attrezzo Livello discorsivo Livello non discorsivo ü l’operaio

Analisi delle sequenze interlocutorie Spiegazioni sull’uso dell’attrezzo Livello discorsivo Livello non discorsivo ü l’operaio prende il martello pneumatico in mano e spiega come maneggiarlo (“Così guarda”), commentando le azioni che sta svolgendo; ü spiega i principi di giusto uso dell’attrezzo, includendo una spiegazione tecnica dell’incapacità che l’apprendista dimostra nel maneggiarlo (“Se non lo usi con la pala…”); ü spiega vantaggi sull’utilizzo appropriato dell’attrezzo secondo la qualità del lavoro, di performance lavorativa e benessere fisico (“Vedi la differenza…”) ü spiega le conseguenze di un uso non corretto (“Meno usi il martello. . . ”); ü fa riferimento ad un metodo comune per gestire la fatica del lavoro (“Persino noi facciamo delle pause”).

Analisi delle sequenze interlocutorie C 6: riformula la richiesta sottoforma di spiegazione in MODO

Analisi delle sequenze interlocutorie C 6: riformula la richiesta sottoforma di spiegazione in MODO DIRETTO, implicitamente formulata già da C 2 e contestata in MODO INDIRETTO da C 4: “Hai ancora la parte di sotto da fare”. C 8: come C 2 esplicita il fallimento nella performance dell’apprendista, A 7 non raggiunge nessun tipo di successo come A 1 e A 5. Differenza: o C 2 non fa riferimenti alla condizione fisica, ma l’obiettivo è la spiegare l’uso dell’attrezzo. o C 8: la spiegazione è incentrata sulla condizione fisica dell’apprendista L’APPRENDISTA SMETTE DI LAVORARE A CAUSA DEL DOLORE FISICO. FALLIMENTO DI UNA CORRETTA ATTIVITÀ LAVORATIVA

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione I CONTENUTI DELL’APPRENDIMENTO CHE EMERGONO DALL’INTERAZIONE Organizzazione, gestione

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione I CONTENUTI DELL’APPRENDIMENTO CHE EMERGONO DALL’INTERAZIONE Organizzazione, gestione spazio-temporale ed ergonomica del lavoro 58% Modalità operative dello svolgimento del lavoro 20% Filosofia del lavoro 10% Adattamento a situazioni differenti 9% Gestione del proprio tempo in relazione all’attività lavorativa 3% Distribuzione della conoscenza acquisita che emerge dalle interazioni

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione ORGANIZZAZIONE, GESTIONE SPAZIOTEMPORALE ED ERGONOMICA DEL LAVORO 58%

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione ORGANIZZAZIONE, GESTIONE SPAZIOTEMPORALE ED ERGONOMICA DEL LAVORO 58% • Organizzazione dei materiali. • Organizzazione del tempo giornaliero lavorativo. • Limiti psicofisici dell’apprendista. • Uso degli attrezzi.

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione MODALITÀ OPERATIVE DELLO SVOLGIMENTO DEL LAVORO 20% possono

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione MODALITÀ OPERATIVE DELLO SVOLGIMENTO DEL LAVORO 20% possono essere verbalizzate in ogni momento Modalità relativa alle istruzioni dell’operaio specializzato riguardanti le modalità operative dello svolgimento del lavoro svolge il lavoro da solo mostrando i passi da seguire Operaio esperto o l’apprendista esegue guidato dall’esperto

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione Operaio esperto Può dare istruzioni in risposta alle

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione Operaio esperto Può dare istruzioni in risposta alle richieste dell’apprendista. Ø Puo dare istruzioni in modo indiretto. Ø Istruzioni dopo il completamento del compito, aiuta a correggere l’errore dell’apprendista.

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione FILOSOFIA DEL LAVORO 10% Capomastro Durante la giornata

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione FILOSOFIA DEL LAVORO 10% Capomastro Durante la giornata di lavoro raccoglie valutazioni sul suo lavoro. Trasmesse all’apprendista durante la formazione. Operaio esperto INSEGNA IL LAVORO DI SQUADRA.

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione ADATTAMENTO A SITUAZIONI DIFFERENTI 9% Deve indirizzare Operaio

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione ADATTAMENTO A SITUAZIONI DIFFERENTI 9% Deve indirizzare Operaio esperto l’apprendista alla risoluzione di situazioni nuove.

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione GESTIONE DEL PROPRIO TEMPO IN RELAZIONE ALL’ATTIVITÀ LAVORATIVA

I contenuti dell’apprendimento che emergono dall’interazione GESTIONE DEL PROPRIO TEMPO IN RELAZIONE ALL’ATTIVITÀ LAVORATIVA 3% Risulta essere una parte interessante nella relazione esperto-apprendista. UNO STILE DI VITA BUONO HA EFFETTI POSITIVI SULL’EFFICIENZA LAVORATIVA.

Gradi di autonomia PROCESSI DI APPRENDIMENTO CHE EMERGONO DALLE RELAZIONI Fallimento apprendista Dipendenza dall’esperto

Gradi di autonomia PROCESSI DI APPRENDIMENTO CHE EMERGONO DALLE RELAZIONI Fallimento apprendista Dipendenza dall’esperto Impara comunque in altri modi: • facendo domande; • riformulando il discorso dell’esperto; • valutando le proprie azioni; • dando il proprio contributo al lavoro di squadra

Gradi di autonomia Grado 0: Completa delle direttive dell’operaio esperto 8% 1° Grado: Domande

Gradi di autonomia Grado 0: Completa delle direttive dell’operaio esperto 8% 1° Grado: Domande 12% 2° Grado: Riformulazioni del discordo dell’operaio esperto 16% 3° Grado: Valutazioni dell’apprendista circa le proprie azioni 16% 4° Grado: Soluzioni creative 4% 5° Grado: Contributo al lavoro comune in corso 36% 6° Grado: Capacità di insegnare a un altro apprendista 4% 7° Grado: Completa autonomia 4% Distribuzione dei processi di apprendimento che emergono dalle interazioni e gradi di autonomia

Gradi di autonomia GRADO 0: COMPLETA DIPENDENZA 8% Situazione dove l’apprendista non dimostra di

Gradi di autonomia GRADO 0: COMPLETA DIPENDENZA 8% Situazione dove l’apprendista non dimostra di avere iniziative. C: Taglia qui, ok, sei d’accordo con me? A: No, ma questo è il motivo per cui ti stavo aspettando, non sapevo cosa fare! C: Premi qui, ti rimane qualche pezzo?

Gradi di autonomia 1° GRADO: DOMANDE 12% L’apprendista pone due tipi di domande: ü

Gradi di autonomia 1° GRADO: DOMANDE 12% L’apprendista pone due tipi di domande: ü domande che richiedono informazioni ma non necessarie; ü domande finalizzate alla risoluzione di un problema. C: qui non ci sono più riconvertitori, ne hai uno? A: Sì, ne ho uno niente male, ma il bottone giallo a cosa serve? A: Come fai lo spigolo della finestra? C: Devi fare così, qui e dopo torni qui e tu…

Gradi di autonomia 2° GRADO: RIFORMULAZIONI DEL DISCORDO DELL’OPERAIO ESPERTO 16% L’apprendista mostra di

Gradi di autonomia 2° GRADO: RIFORMULAZIONI DEL DISCORDO DELL’OPERAIO ESPERTO 16% L’apprendista mostra di aver fatto sue le parole dell’esperto quando le riformula in termini propri. C: I soffitti ampi sono per gli asciugatori, perché qui ci sono e, poiché non c’è nessuna schermatura, il soffitto è più ampio qui e qui c’è una schermatura, al primo livello c’è la schermatura dove c’è un soffitto regolare… A: Al primo livello c’è, c’è sempre una schermatura.

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 3° GRADO: VALUTAZIONI DELL’APPRENDISTA CIRCA LE PROPRIE

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 3° GRADO: VALUTAZIONI DELL’APPRENDISTA CIRCA LE PROPRIE AZIONI 16% Quando l’apprendista valuta un’azione da lui appena compiuta, dimostra di conoscere come vanno le cose C 1: Qui, guarda. Prova a fare l’effetto bucciato, perché non ci sono ragioni per cui non dovresti farlo; vieni avanti, Patrick, e prova ad evitare di urtare il tuo rullo contro il supporto, altrimenti potresti spezzare le setole; vieni avanti crea l’effetto bucciato. Non fermarti lì, fermati più giù, altrimenti si può vedere il punto in cui ti sei fermato, tu puoi vederlo, guarda, non c’è l’effetto bucciato; devi provare ad andare ancora più in basso. A 2: deve essere rifatto. C 3: Uh, sì.

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 4° GRADO: SOLUZIONI CREATIVE 4% In situazioni

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 4° GRADO: SOLUZIONI CREATIVE 4% In situazioni diverse l’apprendista trova nuove soluzioni C: Hai usato la lima? A: No. C: Hai usato la sega! Facendo così non ti riuscirà mai un lavoro ben fatto! A: Al diavolo! Ho usato una guida per fare la traccia!

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 5° GRADO: CONTRIBUTO AL LAVORO COMUNE IN

Processi di apprendimento che emergono dalle relazioni 5° GRADO: CONTRIBUTO AL LAVORO COMUNE IN CORSO 36% Situazioni dove l’apprendista porta contenuti aggiuntivi nella comunicazione con l’esperto e un contributo al lavoro comune C: Hai preparato il materiale? I tuoi attrezzi? A: Sì; uh, abbiamo bisogno di fibra di vetro, abbiamo bisogno anche di un po’ di fibra di vetro in anticipo.

Gradi di autonomia 6° GRADO: CAPACITÀ DI INSEGNARE A UN ALTRO APPRENDISTA 4% Quando

Gradi di autonomia 6° GRADO: CAPACITÀ DI INSEGNARE A UN ALTRO APPRENDISTA 4% Quando l’apprendista è capace di dirigere l’azione di un altro nella giusta direzione significa che, ha acquisito pienamente le conoscenze. C: Non farlo qui! Qui, solo nella parte inferiore, abbiamo bisogno di farlo solo qui sotto. B: Qui sotto? A: Sì! B: Non abbiamo bisogno di fare niente qui? A: No, non toccare, non c’è bisogno di fare niente sulla grondaia.

Gradi di autonomia 7° GRADO: COMPLETA AUTONOMIA 4% L’intervento del tutor diviene di supporto.

Gradi di autonomia 7° GRADO: COMPLETA AUTONOMIA 4% L’intervento del tutor diviene di supporto. C: Vai avanti, Bruno, vai avanti. Ok, va bene! A: Vuoi il coltello? C: No, grazie! Va bene!

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

GRAZIE PER L’ATTENZIONE