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UMANESIMO E RINASCIMENTO Termini usati (spesso indistintamente) per indicare il mov. Culturale nato in

UMANESIMO E RINASCIMENTO Termini usati (spesso indistintamente) per indicare il mov. Culturale nato in Italia nel ‘ 400 e diffusosi in Europa nel ‘ 500, nel segno di un rinnovamento della letteratura, dell’arte, della filosofia e della scienza. Sovente si usa il termine U. per riferirsi al mondo letterario, R. per quello filosofico, scientifico, artistico. LINEE ESSENZIALI Superamento delle illusorie istituzioni universalistiche (Impero e Papato in costante lotta con i particolarismi feudali), nascita delle nazioni e di nuovi apparati burocratici. In seguito alle scoperte geografiche e alla Caduta di Costantinopoli (1453), si diffonde la crescente borghesia mercantile e l’asse commerciale si sposta dal Mediterraneo all’Atlantico. NUOVE SCALE DI VALORI Passaggio dalla mentalità religioso-feudale a una nuova cultura che spezza i vecchi schemi mentali e meglio rispecchia le mutate esigenze della civiltà urbana. Il sapere tradizionale, basato su interessi metafisico religiosi, e l’atteggiamento contemplativo di fronte al mondo, sono superati da una cultura laica fondata su una maggiore attenzione per i problemi dell’aldiqua.

Mentalità plutocratica (il denaro e la ricchezza non vanno condannati, anzi sono rivalutati positivamente

Mentalità plutocratica (il denaro e la ricchezza non vanno condannati, anzi sono rivalutati positivamente come un valore da perseguire). L’amore per la cultura, il desiderio di prestigio e spesso anche l’esigenza di redigere documenti ufficiali, alimenterà il mecenatismo (Medici a Firenze, Aragonesi a Napoli, Montefeltro a Urbino, Este a Ferrara, Gonzaga a Mantova, Malatesta a Rimini…). Accanto alle Università, fioriscono le Accademie quali poli di incontro tra cultori di materie letterarie, filosofiche e scientifiche. L’introduzione della stampa consente una maggiore circolazione di idee e riduzione del tasso di analfabetismo. Le immagini astratte e convenzionali dell’arte medioevale son superate dalla ricerca dell’autentico e dal ricorso alla prospettiva. GUARDARE AL FUTURO RICHIAMANDOSI AL PASSATO I moderni, come nani sulle spalle degli antichi giganti, sono in grado di vedere lontano. Insofferenti alle tenebre medievali, gli umanisti percepiscono una forte attrattiva nei confronti delle civiltà greco-romane, ma l’amore per il passato va ben oltre il fanatismo antiquario , passa attraverso accurati studi filologici e punta a un recupero dei valori dell’antichità classica.

DAL TEOCENTRISMO ALL’ANTROPOCENTRISMO L’uomo medievale si percepiva, con rassegnazione, come parte di un ordine

DAL TEOCENTRISMO ALL’ANTROPOCENTRISMO L’uomo medievale si percepiva, con rassegnazione, come parte di un ordine già dato e immutabile. L’uomo rinascimentale, sebbene non neghi l’esistenza di Dio, è più incline a cercare il divino in sé e intorno a se’, elogia la vita attiva a discapito di quella contemplativa, aspira a costruire e conquistarsi autonomamente un posto nel mondo. Dio crea, ma l’uomo puo’ plasmare e modificare la sua realtà. «Homo faber ipsius fortunae» è questa la prerogativa dell’essere umano, la sua è una natura plastica e camaleontica. CONCLUDENDO: IL MEDIOEVO è: trascendentista (teso all’aldilà); teocentrico ; universalista (basato su istituzioni sovra-individuali ossia Chiesa e Impero). IL RINASCIMENTO è: immanentista; antropocentrico; individualista (punta sulle forze individuali). Tuttavia la tipicità del Rinascimento non esclude tratti di continuità col Medioevo, esso rappresenta piuttosto un punto di transizione tra il Medioevo e l’Età Moderna , in esso convivono elementi di continuità e novità insieme.

I temi dell’Umanesimo, maturato in Italia, non vengono semplicemente trapiantati negli altri paesi, ma

I temi dell’Umanesimo, maturato in Italia, non vengono semplicemente trapiantati negli altri paesi, ma si trasformano in linea con le esigenze e le caratteristiche del luogo. La mentalità rinascimentale evolverà in movimento illuministico nel ‘ 700. LA TEORIA DELLA DOPPIA VERITA’ Una tesi puo’ essere contemporaneamente vera e falsa, in base al settore disciplinare cui appartiene. Ad es. filosofia vs teologia. Molti studiosi, in epoca rinascimentale, dovettero far ricorso alla doppia verità per difendersi dalle accuse di eresia e da conseguenti condanne. Tra i principali rappresentanti del rinascimento europeo va ricordato Michel de Montaigne. Il filosofo Montagne riconosce la fragilità e l’instabilità della natura umana, in perenne bilico tra vita e morte, eppure condanna chiunque osi lamentarsi, ed esorta ad accettare, in modo sereno, la propria natura. «Moriamo perché siamo vivi, la vita e la morte da per tutto si mescolano, saper morire significa saper vivere» .

PLATONISMO (o NEOPLATONISMO) e ARISTOTELISMO RINASCIMENTALE Con l’Umanesimo si assiste a una riscoperta di

PLATONISMO (o NEOPLATONISMO) e ARISTOTELISMO RINASCIMENTALE Con l’Umanesimo si assiste a una riscoperta di Platone che già aveva colto l’inquietudine dell’uomo, e un rinnovato interesse per lo studio della natura di Aristotele. Sede principale del nuovo platonismo fu Firenze, dell’aristotelismo Padova*. DISPUTA TRA PLATONICI E ARISTOTELICI I platonici ponevano in primo piano l’esigenza di una rinascita religiosa, gli aristotelici auspicavano, invece, una rinascita razionale, applicata allo studio della natura, Tuttavia, i nuovi aristotelici si ostinarono a leggere la realtà esclusivamente alla luce degli antichi insegnamenti del maestro, fermandosi al noto «ipse dixit» .

Tra i platonici va ricordato Krebs o Niccolo’ Cusano (da Cusa in Germania), autore

Tra i platonici va ricordato Krebs o Niccolo’ Cusano (da Cusa in Germania), autore della Dotta Ignoranza. Cusano sostiene che la conoscenza è possibile solo dove c’è proporzione tra cio’ che già si conosce e cio’ che si vuole conoscere. Se c’è sproporzione, conviene ammettere la propria ignoranza, che in tal caso sarà DOTTA, poiché consapevole dei propri limiti. Ad es. l’uomo ha conoscenze finite e limitate, per tanto non puo’ pretendere di conoscere Dio che è infinito, che è coincidentia oppositorum. Puo’ parzialmente avvicinarsi alla Sua conoscenza, ma mai del tutto, cosi’ come un poligono non puo’ essere trasformato in circonferenza…. Pico della Mirandola cercò di conciliare le posizioni di Platonisti e aristotelici. La sua tesi fondamentale verteva sull’idea che quando Dio creo’ l’uomo, poiché aveva già distribuito alle altre creature le varie virtu’, penso’ di assegnargli un po’ di tutte quelle. Per tale motivo l’uomo è una creatura che puo’ degenerare nelle forme inferiori o rigenerarsi in quelle superiori. RINASCIMENTO E RELIGIONE Il Rinascimento è anche l’età della Riforma protestante. Erasmo da Rotterdam, nel De libero Arbitrio, definisce l’uomo come libero di salvarsi o dannarsi, l’uomo perderebbe infatti la dignità se non fosse libero di decidere il proprio destino. Di parere opposto è Lutero che nel Servo arbitrio afferma che l’uomo puo’ solo abbandonarsi all’onnipotenza divina.

IL RINNOVAMENTO POLITICO IN EPOCA RINASCIMENTALE L’umanesimo avverte anche l’esigenza di un rinnovamento politico,

IL RINNOVAMENTO POLITICO IN EPOCA RINASCIMENTALE L’umanesimo avverte anche l’esigenza di un rinnovamento politico, inteso come ritorno alle proprie origini e al diritto naturale (o GIUSNATURALISMO). Il progetto del ritorno alle origini trova forma nel pensiero di N. Machiavelli che fa riferimento alla fortuna (intesa come sorte). Proprio come un fiume in piena puo’ esser tenuto a bada se sono stati costruiti preventivamente degli argini, l’uomo puo’ tenere testa agli eventi preparandosi a questi, facendo tesoro del passato e delle esperienze proprie e altrui. Il diritto naturale non coincide con un ordine divino, ma è prodotto dalla ragione umana. Al diritto naturale di matrice laica (comune a tutti gli uomini, cosi’ come la razionalità) si aggiunge un diritto positivo, vigente nei singoli Stati. Ogni stato ha un’origine contrattualistica, ossia nasce da un patto tra sudditi e sovrano. Secondo questa logica, il potere del regnante non è dunque di origine divina.

LA NATURA NEL RINASCIMENTO La natura è retta da forze, scoprirne i principi significa

LA NATURA NEL RINASCIMENTO La natura è retta da forze, scoprirne i principi significa riuscire a dominarla. Compito di queste indagine spetta alla filosofia. Giordano Bruno frate domenicano, maestro dell’arte lulliana della memoria (Da Raimondo Lullo 1200 -1300) fu arso vivo con l’accusa di eresia. (Tra le sue convinzioni ricordiamo quella che la religione è legittima per quanti non sanno elevarsi alla filosofia … i monasteri sono al pari di prigioni anguste e nere… la religione, specie quella cristiana, è un assurdo sistema di credenze finalizzato a sottomettere popoli e favorire la discordia). Secondo Bruno la vera religiosità è quella dei dotti teologi che cercano Dio con la razionalità. Anche se Dio non puo’ che essere oggetto di fede e non si puo’ risalire a lui dal creato, cosi ‘ come non puoi risalire allo scultore dalla statua, puo’ pero’ esser oggetto del discorso filosofico (doppia verità). Negli Eroici furori è narrato il mito di Atteone, un cacciatore che durante una battuta di caccia spia la Dea Diana nuda. Diana per punirlo lo trasforma in cervo e lui viene sbranato dai suoi stessi cani. Allo stesso modo l’anima del filosofo è «furiosa» , ossia desiderosa di esplorare la natura, ma facendolo diviene essa stessa Natura, si libera dalle catene della condizione umana e si fonde nella ciclicità del tutto. Questo furore è eroico distinto da quello basso e bestiale, limitato alle cose finite, e chi lo possiede è un privilegiato.