Ugo Foscolo Vorlesung WS 200405 Prof Tatiana Crivelli
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Ugo Foscolo Vorlesung - WS 2004/05 Prof. Tatiana Crivelli
Sepolcri - elementi pindarici I. Tema d’attualità II. Uso della mitologia III. Conclusione sentenziosa IV. STILE frammentario e asistematico (voli pindarici)
Sepolcri - transizioni Dalla Lettera a M. Guill[on] per la sua incompetenza a giudicare i poeti italiani – Brescia, 26 giugno 1807: I. «sempre ardue per chi scrive, e sovente a chi legge; specialmente in una poesia lirica, e d’un autore che, non so se per virtù o per vizio, transvolat in medio posita, ed afferrando le idee cardinali, lascia a’ lettori la compiacenza e la noia di desumerne le intermedie» . II. «formate da tenuissime modificazioni di lingua e da particelle che acquistano senso e vita diversa secondo gli accidenti, il tempo e il luogo in cui sono
Sepolcri - unità semantica I. Progressione di intensità: tono colloquiale > elevato sepolcro come fatto privato > pubblico
Sepolcri - unità retorica e strutturale I. III. IV. V. VI. Scansione delle interrogative Scansione delle esclamative Alternanza sentenze universali / personali Scansione delle apostrofi Accurata dispositio degli exempla Preciso movimento temporale (presente > passato > mito) VII. Accurata interazioni delle fonti
Sepolcri - le fonti moderne I. Testi poetici cimiteriali: Thomas Gray della Elegy written in a Country Churchyard (1751) Edward Young, The complaint, or Night Thoughts on Life, Death, and Immortality (1742 -45) I Cimiteri di Pindemonte e Giovio. II. Testi della pubblicistica sepolcrale: I. La Sépulture di Legouvé e L’Imagination di Delille. • Repertori eruditi: Johann Nicolaj, De Sepulchris Hebraeorum.
In morte del fratello Giovanni Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentil anni caduto. La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. Sento gli avversi numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta, e prego anch'io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti, almen le ossa rendete allora al petto della madre mesta.