U O Statistica Comune di Ferrara Stime di
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U. O. Statistica Comune di Ferrara Stime di povertà nel comune di Ferrara dalla 5 a indagine campionaria triennale sulle Condizioni di vita a Ferrara Anno 2006 14 dicembre 2007
Obiettivi dell’indagine triennale • Analisi delle condizioni abitative ed economiche, stili di vita e di consumo • Valutazione dell’incidenza di povertà
Disegno dell’indagine • • • Universo: Famiglie residenti nel comune di Ferrara Campione: 1000 famiglie estratte casualmente dagli archivi anagrafici. Errore campionario inferiore al 3, 1% ad un livello fiduciario del 95%. Metodo: Questionario con domande a risposte per lo più chiuse ad intervista diretta con rilevatore che si reca presso la famiglia campione Periodo di rilevazione: dicembre 2006 Risposte: questionari distribuiti: 1000 mancate risposte (per dati reddito) max 7, 7%
Non sono rilevati • persone temporaneamente presenti per motivi di studio o lavoro; • persone che vivono ed hanno la residenza in una convivenza (case di riposo, alberghi, caserme, convivenze ecclesiastiche, ecc. ); • immigrati da altri comuni che per motivi di vario ordine non hanno ancora provveduto al trasferimento di residenza; • immigrati stranieri, principalmente extracomunitari, in posizione irregolare; • nomadi e persone senza fissa dimora.
Ambiti dell’indagine • Informazioni generali sui componenti della famiglia: relazioni di parentela, sesso, età, stato civile, titolo di studio, condizione lavorativa e non, mezzo di sostentamento (sezione A). • Notizie sull’abitazione: titolo di godimento, tipologia, superficie, stanze, riscaldamento, e problemi abitativi (sezione B). • Redditi e consumi familiari, valutazione dell’adeguatezza delle risorse economiche delle famiglie, sussidi ricevuti, confronti con la situazione economica passata e aspettative per quella futura (sezione C).
Ambiti dell’indagine • Stili di consumo, andamento delle propensioni alla spesa nell’ultimo anno, difficoltà incontrate dalle famiglie nell’acquisto di alcuni beni e servizi considerati essenziali (alimentari, spese per la casa, spese mediche, spese di istruzione per i figli, pagamento dei debiti) (sezione D). • Possesso dei principali beni durevoli: mezzi di trasporto, televisore, elettrodomestici, computer, telefono fisso e cellulare, hi-fi, condizionatore, ecc. (sezione E).
Risultati Alcune stime di povertà: • Povertà relativa • Povertà soggettiva
La povertà relativa • L’approccio è di tipo relativo, in quanto la condizione di disagio economico viene definita rispetto allo standard medio della popolazione al momento dell’indagine. • Si utilizza il criterio del international standard of poverty line che definisce povera la famiglia di due persone che abbia un reddito/consumo non superiore al reddito medio pro-capite. • Il metodo si estende alle famiglie di numerosità diversa mediante una scala di equivalenza. • Il reddito medio pro-capite ferrarese rilevato ammonta a euro 976, 65. • Sulla base dei redditi familiari dichiarati nelle interviste, la % di famiglie del comune che si collocano al di sotto dei valori soglia è risultata nel 2006 pari al 5, 6%, che corrisponde in valore assoluto a 3. 481 famiglie nell'intero comune.
La povertà relativa
La povertà relativa • La linea di povertà relativa (valore medio pro-capite dei consumi o dei redditi) si sposta di anno in anno: – a causa della variazione dei prezzi al consumo – a causa dell’andamento in termini reali dei consumi e dei redditi delle famiglie.
La povertà relativa • I valori soglia utilizzati sia a livello italiano dall’Istat (valori della spesa per consumi) sia a livello locale sui dati dei redditi dei ferraresi mostrano valori più elevati di anno in anno, con variazioni percentuali superiori al costo della vita. • Se i valori soglia crescessero solo per la rivalutazione dovuta all’incremento dei prezzi, sarebbero valori nettamente inferiori e produrrebbero stime di povertà più basse. • Questi innalzamenti, superiori all’incremento dei prezzi, indicano un innalzamento dei livelli medi di reddito e di consumo, a seguito del miglioramento medio delle condizioni di vita delle persone. • Ciò significa che i poveri individuati nel 1994 sono in termini reali più poveri di quelli individuati nel 2006: l’innalzamento del tenore di vita negli anni richiede redditi medi sempre più elevati e un maggior consumo di alcuni beni legati al benessere.
La povertà relativa • A differenza del resto del Paese, dove il contingente di famiglie sicuramente povere è diminuito, nel comune di Ferrara nell’ultimo triennio si è assistito ad una crescita, indicando che a Ferrara vi è un maggior numero, rispetto alle precedenti rilevazioni, di famiglie che si trovano certamente in situazioni disagiate (nel 2003 erano il 2, 4%).
La povertà relativa
La povertà relativa • • • La povertà relativa a Ferrara risulta del 5, 6%, con una certa stabilità nell’ultimo decennio, con una crescita dell’intensità di povertà, da 17, 8% nel 1994 a 25, 6% nel 2006. Cresce il contingente di famiglie sicuramente povere, collocati molto la linea di povertà (sotto all’ 80% della linea standard). Le famiglie disagiate, con un’incidenza di povertà superiore al valore medio, sono più frequentemente: – Famiglie unipersonali con CF anziano (incidenza dell’ 7, 4%, in diminuzione rispetto al 1994 (era 13, 5%) – Capofamiglia di età superiore a 65 anni (incidenza del 6, 3%, stabile rispetto al 1994 (era 6, 9%) – Famiglie monogenitoriali con figli (incidenza del 14, 7%, era 7, 3% nel 1994) (20% con minori, 36% >65 anni) – Capofamiglia di sesso femminile (incidenza del 7, 4%) – Capofamiglia senza occupazione (casalinga od disoccupato) – Capofamiglia con basso titolo di studio (incidenza del 11, 15% per i senza titolo, del 7, 6% tra chi ha la sola licenza elementare, dell’ 8, 7% per la licenza media inferiore);
La povertà relativa – Capofamiglia separato (11, 5%) o divorziato (14, 3%); – Famiglie con almeno un anziano (6, 1%); – Famiglie con almeno un figlio minore (6, 9% in crescita rispetto al 1994 che era il 5, 3%); – Considerano le proprie risorse economiche scarse (71%) o assolutamente insufficienti (29%); – Per il 69% la situazione economica è peggiorata rispetto al passato; – Credono che nel futuro la propria condizione non si modificherà (49%); – Abitano in prevalenza nell’area cittadina (74, 1%), e segnalano maggiormente la presenza di inquinamento, criminalità e vandalismo; – Vivono più frequentemente rispetto alla media comunale in abitazioni in affitto (30%), pagando un affitto medio di 200 euro; – Vivono in appartamento (61, 4%) con finiture civili od economico popolari e più frequentemente rispetto alla media comunale evidenziano carenze qualitative dell’abitazione; – Non possiedono l’automobile (48%), ma quasi tutti la bicicletta (82%); – Tutte possiedono il frigorifero, la televisione, la lavatrice e il telefono; – Non si concedono vacanze né mobili nuovi; – Hanno difficoltà a pagare le bollette, l’affitto, le spese mediche e a rinnovare l’abbigliamento.
La povertà soggettiva • La povertà soggettiva è un concetto che considera la percezione dello stato di disagio. E’ anch’esso un indicatore monetario, perché è considerata povera una persona o un a famiglia al di sotto una certa soglia. Tuttavia tale soglia è stabilita non in base a criteri oggettivi (reddito o consumi), ma in base a indicazioni soggettive. • “quale è secondo Lei il reddito mensile minimo di cui dovrebbe disporre la sua famiglia per vivere senza lussi ma senza privarsi del necessario? ” • Non individua una vera e propria fascia di indigenza, ma è correlato alle aspettative personali sullo standard di vita, al clima di fiducia dei consumatori ed alle valutazioni della situazione economica, presente e futura.
La povertà soggettiva • In Italia secondo l’Isae (avendo convenzionalmente posto il valore del reddito effettivo nel primo periodo di rilevazione pari a 100) a partire dalla metà del 2003 la linea del reddito necessario inizia una crescita molto marcata, che lo porta a differenziarsi radicalmente dal reddito effettivo, che aumenta in ritardo ed in misura molto minore. • Tuttavia, l’Istituto rileva come la percentuale di famiglie soggettivamente povere, si sia stabilizzata nell’ultimo periodo di rilevazione 2007. Reddito effettivo e reddito necessario in Italia Fonte: Isae
La povertà soggettiva • A Ferrara si sentono soggettivamente più povere le famiglie di un solo componente, rispetto a quelle composte da più persone; • Le tipologie familiari con incidenza di povertà soggettiva superiore alla media sono le persone sole con più di 65 anni (83%), le coppie con capofamiglia anziano (85%), ma anche le persone sotto i 65 anni che vivono sole (80%) e le famiglie monogenitoriali con figli (79%); • C’è una forte correlazione con il reddito percepito: il 20% di famiglie con i redditi più bassi (I° quintile di reddito equivalente) quasi nella loro totalità dichiarano questo disagio (98%); • Tra chi abita in una casa in affitto, si osserva una maggiore incidenza di povertà soggettiva (91%).
La povertà soggettiva • Si osserva una maggiore incidenza di povertà soggettiva quando: – il capofamiglia non ha raggiunto gli studi superiori; – il capofamiglia non è occupato; in ordine decrescente di disagio troviamo gli inabili al lavoro, i disoccupati, le casalinghe, gli studenti e i ritirati dal lavoro; – il capofamiglia è impiegato, pensionato o agricoltore.
Il possesso di beni durevoli
Il possesso di beni durevoli
In progress Fino ad ora l’analisi dei dati rilevati ha affrontato gli aspetti: • Abitudine al fumo e obesità • Stime di povertà e possesso dei beni durevoli Completeranno lo studio l’analisi delle: • Caratteristiche abitative • Distribuzione dei redditi e condizioni economiche Le pubblicazioni sono scaricabili dal sito www. comune. fe. it/statistica
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