Trekking letterario nei luoghi del Partigiano Johnny Liceo
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Trekking letterario nei luoghi del Partigiano Johnny Liceo Tito Livio Prof. Valeria Fraccari
PROGRAMMA del TREKKING LETTERARIO nei LUOGHI di BEPPE FENOGLIO Dicembre 1998 - Dicembre 2007 LICEO TITO LIVIO - prof. Valeria Fraccari Testo di riferimento: Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny Giovedì Ritrovo in stazione centrale alle ore 8. 45 Partenza da Milano alle ore 9. 15 - arrivo ad Alba alle ore 12. 54 Pranzo autonomo Visita di Alba: i luoghi fenogliani testo di riferimento "Il Partigiano Johnny", lettura commentata di passi da: La città 1, 2, 3 14. 30: trekking fino a Bergolo, sistemazione in ostello (tempo previsto: 3 ore) Conversazione fenogliana Cena in ostello Trekking notturno (tempo previsto: circa 2 ore), testo di riferimento: "Il Partigiano Johnny", lettura dei passi sulla notte Venerdì Prima colazione in ostello Bergolo - Campetto in pullman Trekking (tempo previsto: circa 8 ore) Manera, Cascina Langa, S. Bovo, S. Elena, Cascina del Pavaglione e pranzo al sacco fornito dall'ostello, Rocchetta: testo di riferimento: "Il Partigiano Johnny", lettura commentata di passi dalla parte II del romanzo Rocchetta-Bergolo in pullman Cena in ostello Incontro con Ugo Cerrato (amico di Fenoglio e partigiano) Sabato Bergolo-Castino Trekking (tempo previsto: circa 4 ore) Castino, Cascina della Lodola, Cossano Belbo testo di riferimento: "Il Partigiano Johnny", lettura commentata di passi dalla parte II del romanzo Pranzo al sacco fornito dall'ostello Incontro con il partigiano Felice Marino a Cossano Belbo Cossano-Asti in pullman Partenza da Asti alle ore 15. 06 - arrivo a Milano Centrale alle ore 17. 37
Partigiano, come poeta, è parola assoluta, rigettante ogni gradualità.
Primo Giorno
In cammino verso l’ostello Partì verso le somme colline (…) e nel momento in cui partì, si sentì investito - itself would have been divestitur - in nome dell’autentico popolo d’Italia, ad opporsi in ogni modo al fascismo
Camminando, cominciamo ad entrare nel testo de Il Partigiano Johnny
Qui furono uccisi 11 ragazzi partigiani Ogni anno ci fermiamo e pensiamo a loro.
E pensò che forse un partigiano sarebbe stato come lui ritto sull’ultima collina, guardando la città e pensando lo stesso di lui e della sua notizia, la sera del giorno della sua morte. Ecco l’importante: che ne restasse sempre uno.
Saliva nel fresco cuore del bosco, per sentieri inizialmente scivolosi, ma d’una piacevole sportiva scivolosità, il furore evaporandogli nel fresco, umido alitare del bosco. Con lui e dietro lui parevano muovere tutti i rumori dell’ammantata collina, tutti i brisk rumori della previta autunnale.
Conversazione fenogliana Il Partigiano Johnny è un romanzo postumo. In vita Fenoglio, che muore nel 1963 a quarantun anni, pubblica solo tre libri: nel 1952 I Ventitré giorni della città di Alba, nel 1954 La malora e nel 1959 Primavera di bellezza. Calvino, a proposito degli editi fenogliani, parla di una parte emersa di un iceberg che “presuppone un blocco sommerso” di redazioni diverse, di scritti in alcuni casi editi postumi, in altri non ancora pubblicati: Il partigiano Johnny può essere considerato parte di questo blocco sommerso.
Pubblicato dopo la morte dell’autore in tre diverse edizioni (nel 1968, a cura di L. Mondo, nel 1978, a cura di M. Corti e nel 1992 a cura di D. Isella) a partire dalle due diverse redazioni trovate tra le carte lasciate da Fenoglio, Il Partigiano Johnny è probabilmente parte di quello che lo stesso Fenoglio aveva definito il progetto di un “libro grosso” che avrebbe dovuto abbracciare il quinquennio 1940 -1945, il cui esito editoriale fu Primavera di bellezza. L’essere postumo di questo romanzo, oltre a rinviare alla sua incompiutezza e alla sua esistenza dopo la morte dell’autore, però, va oltre le circostanze della sua pubblicazione, per assumere il senso più alto e profondo della testimonianza e della memoria che, attraverso la scrittura, diviene lascito etico destinato a chi verrà dopo.
Dopo la conversazione, si cena in ostello
Poi, il trekking notturno Il sole calò, ed enorme, abissale fu la perdita di esso. Un vento lo rimpiazzò vesperale, luttuoso e cricchiante.
Camminavano nel bosco, in zone d’ombra sempre più cupe nel crescendo del vento, e pareva che ogni altro sentimento ed istinto si andasse in questa primeva marcia verso il più piatto della sicurezza attraverso il più erto del rischio.
Secondo Giorno
I passi del romanzo guidano i nostri passi
E sulla stradina di cresta si pose a camminare agiatamente, remunerativamente, sorpassando una casa solitaria che egli vagamente conosceva per nome Cascina di Langa, perfettamente impensoso della parte che essa avrebbe recitato nel seguito.
A Cascina della Langa c’era sempre stato, ed anche stanotte, ricetto e vitto per i partigiani. La padrona era una delle più forti, ardite e cupide donne della collina, e dava da mangiare alle squadre in transito
Johnny sbucò il primo nell’aia gelata, aperta per tre lati al cielo, puntando alla finestrella traforata di luce al pianterreno. Gli altri presero a chiamare ed ammansire la cagna lupa, mentre la finestrella si spegneva e una donna veleggiò nel buio. - Chi siete? - domandò con una dura voce mascolina. - Partigiani.
Su un pilone della cascina sono incise le parole dei partigiani
Riprendiamo il cammino verso S. Elena Il meccanismo della marcia s’era del tutto annullato e non restava che la travolgente sensazione della traslazione pura.
Balzarono oltre la strada e presero a salire, dirigendosi là dove la loro mentale geografia scansava ed escludeva gli abitati. Salirono al pulito ed in macchia e poi in bosco e qui presero respiro.
Marciavano inspirando l’aria che era stata di recente inspirata dai loro mortali nemici, con le suole sentivano la terra che essi avevano così a lungo e trionfalmente calpestata.
A S. Elena
Finalmente furono sull’ ampia cresta della collina, e sedettero o si stesero sulla fredda, fradicia, pruriginosa erba.
Johnny accelerò sulla stradina soffice ed erbita, ed in un niente fu all’apice della felicità del camminare in un libero aliare di venti e guardando giú ai distanti paesaggi inferiori.
Si legge sempre e dovunque
Con la neve, il sole, la pioggia
Ci fermiamo a leggere e le parole di Beppe Fenoglio prendono vita.
Con i nostri corpi entriamo in un paesaggio dell’anima.
Il sole non brillò più, seguì un’era di diluvio. Cadde la più grande pioggia nella memoria di Johnny: una pioggia nata grossa e pesante, inesauribile, che infradiciò la terra
Erano di fronte ad una radura, con un ultimo streghesco gioco di luce ed ombra ed assolutamente esente di quella vita bruente e cigolante di ogni altro punto del bosco.
Pareva un giorno del tutto estraneo, stralciato alla guerra, di prima o dopo essa.
E quel mondo collinare che stavano attraversando gli appariva come non mai provvisorio e fittizio, quasi un teatro sgomberato alle quattro della mattina. I fascisti erano venuti ed avevan tutto scancellato e distrutto.
Lezione alla cascina del Pavaglione In Fenoglio il modo della rappresentazione della materia resistenziale è epico, epica è la solennità del racconto, epici sono il tempo e lo spazio , il mondo collinare delle Langhe, “luogo universale che riassume la totalità della guerra”. G. L. Beccaria.
Il partigiano Johnny attraversa quella “mappa del mondo” che sono, secondo la definizione di M. Corti, le Langhe di Fenoglio, “la sua resistenza nasce nelle selve, tra i fiumi, sulle colline, tra gli anfratti, i rigagnoli, i sentieri del suo Piemonte. ” G. Pampaloni. L’incessante andare di Johnny è percorso da uno slancio ideale che si traduce in solitario andare verso il proprio destino e ne fa un personaggio eroico, un “ettorico” eroe sconfitto al cui destino solo il canto, la scrittura epica fenogliana, renderà giustizia.
Fenoglio, come nessun altro scrittore, sa raccontare la Resistenza “proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti, quanto più impliciti…” I. Calvino
Il crepuscolo nella valletta ispessiva, mentre il cielo sulle colline restava straordinariamente, argenteamente chiaro, quasi una luminosa effusione delle stesse creste. Le desiderò subitamente e marciò su verso di esse. È sera, torniamo
In ostello ci attende la cena
La giornata si conclude con Ugo Cerrato, amico di Fenoglio e partigiano
Terzo Giorno
Risveglio sotto la neve
Svegliandosi, ebbe un’immediata, socchiusa sensazione di nevicata, ma poi vide la nebbia. Ma tale una nebbia quale aveva mai visto sulle più favorevoli colline: una nebbia universale, un oceano di latte frappato, che restringeva i confini del mondo a quelli dell’aja, anzi ben più dentro.
Ma egli amò tutto quello, notte e vento, buio e ghiaccio e la lontananza e la meschinità della sua destinazione, perché tutti erano i vitali e solenni attributi della libertà.
A un certo momento non fu d’altro cosciente che di star marciando, con la sazietà ma senza la pena del cammino: il sentiero rimaneva sempre liscio e familiare
Ci prepariamo ad un incontro importante
Una foto di un riorganizzato reparto militare, uomini di Graziani, che avevano rinnegato il giuramento al re per tener fede alla foederis arca germanica: modernissimi, germanlike, tutti con sorrisi di esplodente fiducia, con un risultato visivo verminoso, apertamente, deliberatamente fratricida.
Ascoltiamo il partigiano Felice Marino Insieme a lui, altri partigiani ricordano e raccontano la Resistenza.
Una sosta al caldo, prima dell’ultima tappa.
Il rittano di S. Elena Era un inferno di fango, lezzava di foglie marcite, la vegetazione curva su di esso a mascherarlo come un aborto di natura grondava orribilmente, ma era la salvezza grata. guardò ai luoghi di prima
Il cuore di Johnny cantò e rise, il cuore di tutti fece così mentre s’infilavano nel canyon, lasciandosi lietamente inghiottire.
Poi, dopo tanto camminare, leggere, ascoltare, si torna a casa.
Questa presentazione grafica è stata realizzata con la preziosa collaborazione di Andrea Saliu, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti. • Le immagini della presentazione sono una selezione delle foto che documentano le edizioni del 2002, 2003, 2004, 2006 e 2007 del trekking fenogliano, alle quali hanno partecipato classi diverse di studenti del Liceo Tito Livio. • Le citazioni in corsivo de Il Partigiano Johnny sono tratte dall’edizione Einaudi, 1968, a cura di L. Mondo.
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