Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte

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Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Per il tuo cuore basta il mio petto, per la Ὲρέω τε δηὖτε κοὐκ ἐρέω, Il primo per vederti tutto il viso mia libertà bastano le mie ali. Dalla mia καὶ μαίνομαι κοὐ μαίνομαι. Il secondo per vederti gli occhi bocca arriverà fino al cielo, ciò che era L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. LIBRI L'ultimo per vedere la tua bocca addormentato sulla tua anima. Amo e non amo, L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se E tutto il buio per ricordarmi queste cose sono pazzo e non sono Pablo Neruda pazzo. stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà. Mentre ti stringo fra le braccia. Anacreonte Jacques Prevèrt Herman Hesse - Demian POESIE Ho trovato ciò che cercavo: LICEO CLASSICO GIULIO CESARE (ROMA) cercavo il sole e l'ho trovato nel cielo che splendeva, La poesia si scrive con la penna del cuore, cercavo le stelle e di notte giungevano a colorare il firmamento con l’inchiostro dei sentimenti, e illuminare il buio, con la razionalità del poeta irrazionale, cercavo te ma il suo seme in me è nato, e ora so che sei sempre qui, pronta ad accendere in me il fuoco eterno cresciuto grazie a te e per te continuerà. in cui arde solo chi sa di amare. PAGINE PRESENTA D’AMORE VH D’AMORE A. S. 2009/10 FILM T'amai dunque, t'amai e t'amo ancora di un amore che non si può concepire che da me solo. Anonimo SPETTACOLI A. L. Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, Foscolo (dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis) quindi mille continui, e quindi cento. Certi amori non finiscono. E quando poi saranno mille e mille L’amore non ha luogo, non ha tempo, nasconderemo il loro vero numero, Fanno dei giri immensi e poi tornano. ma, soprattutto, non ha età. che non getti il malocchio l’invidioso per un numero di baci così alto. Antonello Venditti Anonimo Catullo

LO SPAZIO BIANCOTHE READER FILM INVICTUS THE ROAD – LA STRADA

LO SPAZIO BIANCOTHE READER FILM INVICTUS THE ROAD – LA STRADA

Medea Tito Maccio Plauto “Truculentus” SPETTACOLI TEATRALI Odissea Positiva Menandro “L’arbitrato” Negativa

Medea Tito Maccio Plauto “Truculentus” SPETTACOLI TEATRALI Odissea Positiva Menandro “L’arbitrato” Negativa

+ SCHEDA DI LETTURA LIBRI Pietro Abelardo Terenzio Tito Maccio Plauto Hermann Hesse Cormac

+ SCHEDA DI LETTURA LIBRI Pietro Abelardo Terenzio Tito Maccio Plauto Hermann Hesse Cormac Mc Carthy Eva Cantarella Bernard Schlink “LETTERE DI ABELARDO ED ELOISA” “HEAUTONTIMORUMENOS” “TRUCULENTUS” “SIDDHARTA” “LA STRADA” “DAMMI MILLE BACI” “L’AMORE E’ UN DIO” “THE READER”

Dante – “Tanto gentile e tanto onesta pare” POESI E Emily Dickinson - “Amore

Dante – “Tanto gentile e tanto onesta pare” POESI E Emily Dickinson - “Amore tu sei alto” Petrarca - “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi” Gabriele D’annunzio – “La pioggia nel pineto” Saffo - Frammenti

“TRUCULENTUS” TITO MACCIO PLAUTO L’osteria invece non viene intesa solo come il luogo in

“TRUCULENTUS” TITO MACCIO PLAUTO L’osteria invece non viene intesa solo come il luogo in cui si beve, né ha un’accezione del tutto negativa come in Manzoni che la presenta un posto di intrighi e inganni, ma diventa per antonomasia l’ ambiente dove si confidano i timori, le perplessità e i segreti agli amici e spesso non si perde l’occasione di fare anche qualche pettegolezzo. Una diatriba volta a comprendere il vero padre di un bambino è argomento portante dello sviluppo della vicenda, che, però, nella rivisitazione teatrale del regista, non ha un lieto fine ma riesce ad offrire un prezioso spunto di riflessione… Il regista è stato in grado di arricchire il testo plautino facendo gioco anche delle diversità dialettali L’avventata scelta di ambientare in età moderna una commedia di stampo nella nostra penisola. Ambientata circa negli anni Trenta, in una paesino del Mezzogiorno “che classico, come il Truculentus di Plauto , è risultata un gran successo. A non vale la pena di specificare”, la commedia incarna i suoi protagonisti in attori che volutamente conferma gli spontanei e i lunghi applausi al termine di ogni atto e il accentuano le peculiarità della parlate del Sud: il tutto risulta già di per sé assai comico alle nostre profondo coinvolgimento emotivo da parte del pubblico che ha saputo orecchie. È riconoscibile apprezzare e cogliere gli innumerevoli spunti di ironia durante tutto lo invece il tipico accento romagnolo in Anastasia: un omaggio della compagnia a Federico Fellini, al quale, in un dibattito post spettacolo ammette di essersi ispirata. spettacolo. Sicuramente la rappresentazione è riuscita nell’intento del Nonostante infatti la ricostruzione scenica, come accennato, sia in età moderna, il regista si era regista, che ci ha voluto mostrare come si possa magnificamente e anche prefisso lo scopo brillantemente attualizzare una commedia scritta anche centinaia e di proiettare il pubblico in una dimensione affine a quella della Roma Antica. Mette in scena un’opera che richiama molto il mélange di culture, costumi e tecniche di centinaia di anni fa, senza farla perdere di valore. Forse, se si possiede lavorazione che caratterizzava la Roma Antica quando, nel Terzo Secolo A. C. , aveva conquistato un’ampia conoscenza del testo originale plautino, si può rimanere in parte popoli tanto lontani quanto diversi fra loro, sapendo fare tesoro della loro cultura. Si gustano delusi dalla rappresentazione. La seconda parte della commedia e in quindi i veri sapori della commedia plautina, o almeno si cerca di farla suonare oggi come essa, particolare il finale appaiono non del tutto fedeli all’opera originale di Plauto. La commedia, a prendendo spunto sia dalla farsa atellana che dalla commedia greca, doveva risuonare alle differenza di tante altre dello stesso autore, è stata portata in scena poche volte nei secoli orecchie di un romanzo di terzo secolo. a scorsi. Di per sé infatti il testo non ha quella travolgente “vis comica” tipica di altre opere quali Un altro accenno importante meritano i costumi, senza dubbio ben scelti ed idonei. Questi infatti “Menecmi e “Miles Gloriosus”, che anche ad una semplice lettura farebbe strappare almeno in parte hanno saputo rispecchiare ed incarnare le figure stereotipate che sono i cardini della un timido sorriso anche al critico più pessimista. La buona riuscita della rappresentazione è commedia plautina, come il giovane innamorato, il vecchio misantropo, il soldato millantatore (per quindi legata, non esclusivamente ma quasi, alla sensibilità del regista, alla capacità di esempio nel degli Miles Gloriosus), il lenone avido, l’uomo assetato di potere. eloquio attori ed al saper cogliere e sfruttare al meglio situazioni che potenzialmente Il “Truculentus” rappresentato dalla compagnia CASTALIA è uno spettacolo che ho offrono molti spunti di ilarità. Il testo è stato scritto dal commediografo in età apprezzato avanzata e, molto, che ha saputo, specialmente per la sua ironia briosa ma non contaminata eccessivamente stando a quanto ci tramandò Cicerone, Plauto si compiacque molto del suo lavoro. da turpiloqui o trattato volgarità, coinvolgermi profondamente, con il del pubblico. L’argomento nella vicenda di per sé non è certamente dei resto più eleganti. Nel palco infatti si contrappongono due ambienti: un’osteria e una “casa dei piaceri”, almeno così veniva chiamato il lupanare da Capatosta, dove i bisogni di uomini venivano soddisfatti da meretrici, delle quali ci si poteva anche perdutamente innamorare. La più bella fra tutte le donne era Frenesia che, con il suo irresistibile fascino, seduceva chiunque avesse avuto il piacere di incontrarla. Eugenio Santacroce V H Torna alla home

“THE READER - A VOCE ALTA” BERNARD SCHLINK MESSAGGIO DELL'AUTORE: “The Reader – A

“THE READER - A VOCE ALTA” BERNARD SCHLINK MESSAGGIO DELL'AUTORE: “The Reader – A voce alta” è un romanzo che invita a IL CONTESTO STORICO: L'autore omodiegetico narra gli avvenimenti del romanzo I PERSONAGGI: Il protagonista indiscusso del romanzo è Michel. Non viene descritto molto riflettere, nonostante ad scrivendo alcuni possa sembrare allo si stesso tempo nel banale, quasi ambientandoli in un periodo da lui stesso vissuto. Il contesto storico è facilmente desumibile: si fisicamente, e l'autore, in prima persona, immedesima protagonista. scontato, ma è terribilmente drammatico. nel romanzo, e Sessanta. quanto In misteriosa, sensuale romanzo ed a tratta Hanna del invece Secondo una Dopoguerra, figura tanto degli indispensabile anni Cinquanta particolare il descrive, fra l'altro, uno fra i numerosi processi tenuti in quegli anni in Germania per condannare affascinante (almeno nel periodo precedente alla prigionia). La famiglia di Michel non è mai molto L'autore ha lasciato ai lettori ampio spazio per un'interpretazione soggettiva del libro, gli vicina al protagonista. Il padre è un docente di filosofia, serio ed erudito, e dei suoi fratelli e sorelle autori delle atrocità varia e dei da misfatti commessi in età essendo nazista. condizionata dal “modus a che inevitabilmente persona a persona, si parla et poco. di ciascuno di noi. aa vivendi cogitandi” VALORI La figura di antagonista non è palesemente presente nel romanzo, ma può essere incarnata nelle EMERGENTI: Dalla lettura del libro emergono diversi valori, ma il predominante è L'autore vuole comunicare due messaggi. Il primo è quello di invogliare a parlare, a l'amore. imputate che, pur di discolparsi, accusano Hanna. Inoltre l'ignoranza e, nello specifico non nascondersi dietro le segna timidezze ed a saper affrontare, per una giusta causa, L'amore l'analfabetismo, fra Hanna può e Michel essere considerato infatti lo l'antagonista sviluppo della “astratto” narrazione. del L'amore romanzo, che lega però i due ha anche le più intime paure. personaggi principali del romanzo è però una sorta di amore al contempo mistero e controverso: esercitato la sua funzione di antagonista in maniera assai “concreta” ANALISI DEL TITOLO: Il titolo non cela significati simbolico metaforici. Particolare è la presenza sia del titolo aa Il secondo, assai più significativo e simbolico. È quello di farci ragionare intimamente, lei nasconde al suo amante le tristi verità del suo passato e non ammetterà mai il sentimento che originale “the Reader” che della traslitterazione in lingua italiana: a voce alta. Il titolo in inglese ritengo che sia più significante che della traslitterazione, ma questa completa il significato del titolo originale rendendolo più prova nei suoi confronti. Altrettanto particolare è anche il modo in cui questo amore nasce: in una TEMI SIMBOLICI: il tema della crescita viene affrontato nella sue diverse sfaccettature. Michel spingendoci in una sorta di dilemma etico e conflitto morale sulle atrocità del passato efficace così e colorandolo diverse sfumature. risultare anche una forzatura. Un altro valore a maniera segue nel corso del romanzo e con l'avanzare degli anni una crescita fisica e psicologica che si casuale di ed aleatoria che può ed “in primis” sull'Olocausto. Il romanzo infatti, pur presentando come tema portante LA VICENDA: Il romanzo segue un iter cronologico tendenzialmente sequenziale. Scritto in prima persone, emergente riflette mano a mano nei suoi modi di comportarsi. In Hanna invece il passare degli anni può essere considerato l'amicizia, ma che se viene analizzato solo in parte e una controversa storia d'amore, affronta in maniera molto sentita le controversie sul viene presentato dall'autore come una storia da lui stesso vissuta, che ha voluto riportare per iscritto anni ed costituisce un contorno rispetto al valore portante pocanzi descritto. a in prigione porta inevitabilmente allo sciuparsi del suo fascino, e al deteriorarsi del suo profumo. anni dopo. a piano etico sorte nel Dopoguerra, ed offre lo spunto di una profonda riflessione sulle Michel è un ragazzo di quindici anni che, malato di itterizia, viene soccorso da un'affascinante e sensuale “ Ora sa di vecchia” pensa Michel quando dopo anni ed anni la va a ritrovare in prigione, e rimane responsabilità degli atroci misfatti in prevalgo epoca nazista. Si può riportare la casa di a LO SPAZIO E IL TEMPO: Nel romanzo gli spazi chiusi. donna sulla trentina, di nome Hanna, che lo riporta a casa. Diagnosticata la patologia, il giovane è costretto a deluso nelle sue speranze e i suoi ricordi del fascino di Hanna così sensuale sono diventati ormai rimanere a casa per mesi, ma fra i suoi ricordi ritorna sempre l'immagine di quella donna che, forse un po' Hanna, luogo dove i due si incontravano ed avvenivano le letture dei vari romanzi. Il tribunale, un lontano passato. a brutalmente, si era occupata di lui. Decide di ricambiarle il favore e, su strutture consiglio della madre, le porta SCELTE LINGUISTICHE: Il dovrebbe romanzo predilige l'uso di gli paratattiche, ed un è invece, luogo dove la giustizia fare il suo corso, assassini dovrebbero essere mazzo di fiori. a condannati e gli innocenti assolti, non è visto molto positivamente. In questo contesto è lop spazio inoltre abbastanza frequente del discorso diretto alleggerisce il e contenuto MITI: Indubbiamente la trasgressione ed il voler a tutti i costi soddisfare il bisogno sessuale sono i Ma fra i due inizia una relazione, e l'uso Michel si innamora della donna, che colpìtone dal profondo misterioso entro il quale vengono a galla le debolezze di Hanna, la maliziosità ed il cinismo degli avvocati e miti che caratterizzano prima parte del romanzo. era pregnante, molto spazio per ben il dialogo, scelto ed e Hanna, molto a rendendolo più ed accessibile. Il lessico è fascino. Nella loro chiaro storia, la fatta soprattutto di sesso, non vi le bugie delle altre imputate, disposte a mentire ed incolpare gli altri pur di non assumersi le sprezzante, evitava sempre di raccontare del suo passato. Ma provava piacere a sentire il giovane Michel settoriale quando si descrivono i vari momenti del processo. proprie responsabilità. ESISTENZIALE: Nella prima parte del romanzo si evidenzia il tema a leggere libri ad alta voce: si dilettava a sentire le peripezie dell'uomo dal multiforme ingegno, Odisseo, oppure TEMA DELLA RICERCA i romanzi di autori tedeschi contemporanei. a Tra gli spazi aperti riporto la piscina: il luogo dove Michel si incontrava con i suoi amici, ma dove della ricerca del piacere, dal quale deriva anche, in parte, uno stato di felicità. Il rapporto che lega Ma un giorno Hanna scompare, e su di lei nessuno ha più notizie. Michel la rivede per caso durante un non si intratteneva mai a lungo per la sua voglia di vedersi con Hanna. Michel ad Hanna è costituito da una sorta di scambio tra i due. a Eugenio Santacroce processo nel quale lei ed altre imputate erano accusate di aver lasciato bruciare in una chiesa oltre cento Il romanzo racconta avvenimenti che si sviluppano in un arco di tempo di circa trent'anni. L'autore Miche, i suoi donne infatti, durante soddisfa il nazismo. desideri intrattenendo rapporti a livello sessuale con Hanna; alei alterna in maniera ben studiata sequenze statiche ad altre descrittive e dialogiche. L'uso di invece viene ricambiata dal piacere della gioia intellettuale dell'ascolto della ad alta voce di Michel. Le altre imputate si discolpano abilmente e furbescamente, negando il vero e dimostrando che non avevano espedienti letterali come l'ellissi accelerano il ritmo della narrazione, non facendo pesare al lettore avuto la possibilità di salvarle. Lei, con un comportamento apparentemente stolto, o forse sincero e la lunghezza del romanzo. non presenta un lieto fine. La morte inaspettata di Hanna a spontaneo, ammette le sue responsabilità e si autoaccusa di aver scritto un referto. In realtà lei era analfabeta CONCLUSIONE: Il romanzo e, pur di non riconoscere il suo handicap, si fa condannare all'ergastolo. La sua prigionia è lunga e, poco indelebilmente il libro, definendolo un romanzo drammatico. Inoltre l'assenza di un motivo chiaro prima della sua scarcerazione- merito della buona condotta- decide di mettere una pietra sopra la sua vita e si sul suo suicidio contribuisce a lasciare un so che di amaro in bocca al lettore. impicca. Torna al Menù

MEDEA Nel mese di febbraio il Teatro delle Muse è stato sede di uno

MEDEA Nel mese di febbraio il Teatro delle Muse è stato sede di uno spettacolo quale "Medea", messo in scena dal gruppo teatrale "I Baraonda", i quali sono soliti firmare i propri spettacoli cantando. a Molto spesso infatti, la recitazione è interrotta da intermezzi canori per sottolineare l'atmosfera delle scene. Per quanto riguarda la recitazione gli attori erano perfettamente immedesimati nel loro personaggio; in particolare, la protagonista Medea riesce al meglio a coinvolgere e a trasmettere il dolore che prova. a Il dolore di Medea è il tema principale dello spettacolo ed è rappresentato anche da alcune figure simboliche presenti nella scenografia. a Ad esempio all'inizio dello spettacolo Medea recita all'interno di una gabbia, segno di frustrazione, rabbia ed insofferenza. Più avanti la gabbia scompare a simboleggiare la voglia di riscatto e la grinta ritrovata della protagonista. A questo punto infatti inizia la sua vendetta, ricca di misfatti e inganni. a Per sottolineare la rinascita di Medea, la protagonista inizia a recitare al centro del palco sollevata su un piano rialzato. Tutta questa vicenda è collocata nei primi del ‘ 900 come a paragonare Medea alle suffragette per grinta ed innovatività: infatti segni di questa trasgressione sono l'accendersi una sigaretta davanti al proprio marito Giasone e l'uso dei pantaloni all'inizio della rappresentazione. a Elemento particolare che tende ad esaltare l'antichità della vicenda è l'uso delle maschere e la presenza di canti e battute in lingua greca che danno un che di "arcaico" allo spettacolo. a Il gioco delle luci è organizzato in modo tale da accompagnare e rafforzare le affermazioni di Medea. I costumi, come tutta la scenografia, sono neri per evidenziare il sentimento cupo e di morte imminente dei personaggi. Nel finale però intravediamo una luce che taglia l'atmosfera tetra: solo alla fine infatti la protagonista indossa un abito bianco simbolo di rinascita e di soddisfazione per aver raggiunto il proprio obbiettivo: vendicarsi di Giasone. Carlotta Costantini & Irene Spina Torna al menù

Il finale però, come nel libro, lascia l’amaro in bocca, perché non dà un

Il finale però, come nel libro, lascia l’amaro in bocca, perché non dà un “the end” definitivo, In questo inizio struggente, tramite le parole del narratore, spesso riprese anche dal libro, ma lascia in sospeso la trama, innestando nello spettatore molte domande alle quali, con viene presentato il mondo post-apocalittico nel quale si ambienta la trama, i suoi caratteri, gli ogni probabilità, non avrà mai risposta. individui che lo popolano, ma soprattutto il figlio (interpretato dal prodigio australiano Kodi Purtroppo, a mio avviso, questo non si può criticare né a Mc Carthy, né a Penhall, né ad Smit-Mc Phee) il co-protagonista del film, e la madre (una Charlize Theron cinica e, forse, alcuno scrittore, poiché non è facile, dopo egoistica un trama di geniale da così tanti che, spunti perfetta nell’interpretazione della visione questo e personaggio se brillanti ad una come quella di The Road, uscirne con un finale di quelli alla Agatha Christie (anche perché prima e alquanto superficiale analisi potrebbe apparire secondario, diviene invece un libro splatter è e rimane un libro splatter). Spesso non è facile riportare sugli schermi cinematografici capolavori letterali, best-sellers, protagonista, in quanto figura che incarna il motivo del dolore e della sofferenza che turba gli Infine vorrei tornare, in seguito a tutte queste mie lodi per interpreti, autori, produttori e cartoni animati, serie televisive o videogiochi di successo e fama mondiali, spesso si rischia di animi dei due protagonisti). tecnici, alle scene tagliate da 2929, qui si apre infatti la mia unica critica negativa: non ho inciampare inevitabilmente nella banalità, e non poche volte il mondo della critica si è dovuto Il film riesce indubbiamente a trasmettere quella suspence che già si può incontrare nel libro, affatto gradito la scelta di oscurare e censurare alcune “bloody-scenes”. misurare con “flop” clamorosi (solo per citarne alcuni: Dragonball Evolution, che ha causato una forse in maniera più diretta, grazie agli straordinari effetti sonori (“made by” Nick Cave e Io trovo assurdo ed immotivato questo tagliare, spezzettare e censurare. Chi vuole vedere perdita di oltre 5 milioni di dollari nelle casse della Fox, o il famoso caso del pluricriticato e Warren Ellis) e ovunque si può ritrovare anche quell’aria pervasa di horror e splatter delle un film, se rientra nella fascia di età a cui la visione è permessa (in questo caso, gli “over screditato “Eragon”) ma, nonostante i precedenti e le molte difficoltà nella trasposizione, il film scene più cruente. 14”), ha il diritto di godere di uno spettacolo completo, proietta nella sua assoluta integrità, “The Road” di John Hillcoat (sottotitolo, “La Strada”, non intitolato in questo Le scelte della fotografia e dei costumi sono ottime e pregnanti, gli effetti modo in Italia speciali delle da perché solo così si può ottenere un cinema di classe, che attrae che ammalia ed 2929 per non confonderlo con il capolavoro di Fellini del 1954), che porta sul grande schermo il “bloody-scenes” sono sicuramente all’altezza di alcuni fra i gente, più grandi cult della affascina gli spettatori. libro omonimo del premio Pullitzer Cormac Mc Carthy, è riuscito nell’ardua impresa. cinematografia splatter, il cast, sicuramente non “d’eccezione”, è di certo adeguato. Da critico ed appassionato di cinema non posso che dire di aspettare con fervore l’edizione Si premette che non è un film per tutti: è vietato ai minori di 14 anni e, a mio personale giudizio, Ottima la regia di Hillcoat che dimostra la sua crescita cinematografica e l’indiscusso talento DVD/Blu Ray e godere delle cut-scenes. è vivamente sconsigliato a tutti coloro che hanno un cuore troppo debole. artistico ed interpretativo. Perché un film come “The è un capolavoro, che va questo ad incrementare il panorama Innanzitutto, avendo letto il Road” libro (un vero capolavoro osannato dalla critica, vincitore, come Mortensen, che in varie interviste dimostra di aver amato film, co-producendolo e cinematografico surreale e post-apocalittico, spodestando dal trono il successo mondiale detto, del Pullitzer 2005), si possono facilmente notare le differenze, spesso dovute a necessità sacrificandosi per la sua distribuzione, porta nella sua stupenda interpretazione tutto questo “The Day After Tomorrow”, introducendo l’alternativa splatter ed horror che dà quel tocco di cinematografiche, approntate dallo sceneggiatore Joe Penhall. ardore e questa passione. spessore emotivo che manca negli altri film del genere suddetto. La scena non si apre infatti come nel libro. Mc Carthy ci proietta nella scena apocalittica, solo in Il giovane Smit-Mc Phee si dimostra all’altezza di una trama tanto complessa e conferma di “The Road” è quindi un film innovativo, un’esperienza del tutto nuova, che va vissuta nella seguito accenna a ciò che era successo in precedenza, con un abile flash-back. Penhall, in essere un vero “enfaint prodige” del panorama cinematografico internazionale. sua integrità, un’esperienza davvero unica. comune accordo con Hillcoat, ha invece optato per un susseguirsi di flash-back e flash-forward Da notare le significative partecipazioni di Michel K. Williams, il ladro del carrello, Robert che, in modo assai efficace, riescono, anche con l’aggiunta di una voce narrante, quella del Duvall, l’anziano Ely che tanto ricorda il simbolico personaggio biblico del profeta Elia e Guy protagonista principale, il padre (nel film Viggo Mortensen), a far entrare il lettore in quella che è Pearce, che al termine del film prospetta un florido “to be continued”. Andrea Lambertucci la vera storia, la vera trama. Torna alla home “THE ROAD” JOHN HILLCOAT

“HEAUTONTIMORUMENOS” TERENZIO “Il punitore di se stesso” è una commedia di Terenzio rappresentata ai

“HEAUTONTIMORUMENOS” TERENZIO “Il punitore di se stesso” è una commedia di Terenzio rappresentata ai Ludi Megalenses del 163 a. C. in cui si contrappongono: due padri, due figli, due donne amate da due giovani, due servi e due famiglie. Nel prologo l'autore non anticipa ciò che accadrà e non parla in prima persona. La storia tratta di un uomo che vuole punirsi, di nome Menedemo, un vecchio dall'indole scontrosa e chiusa, che decide di lavorare duramente la sua terra per scontare l'errore di aver indotto il figlio Clinia ad arruolarsi nell'esercito in Asia, ostacolando le nozze con una giovane. Dall'altra parte ci sono Cremete, il vicino, uomo cordiale e disponibile e suo figlio, Clitifone, depravato e instabile. Nel testo traspare l'humanitas, una concezione etica basata sull'ideale di un'umanità positiva. Ciò che conta è che questo ideale sia valido per tutti gli uomini. ; Terenzio scriverà appunto: "Homo sum, humani nihil a me alienum puto", ovvero: "Sono un uomo: nulla di umano reputo da me estraneo". E’ una commedia brillante, avvincente e coinvolgente adatta al pubblico di ogni età. Beatrice Mericone Torna alla home

“THE READER” STEPHEN DOLDRY Lo sceneggiatore di "The Reader" coinvolge ancore una volta il

“THE READER” STEPHEN DOLDRY Lo sceneggiatore di "The Reader" coinvolge ancore una volta il pubblico. Michael, appena sedicenne, deve affrontare un durissimo, forse il più duro periodo della sua vita: l'adolescenza. a Purtroppo un forte malanno lo costringe ad allontanarsi dalla scuola per mesi. Ma non tutti i mali vengono per nuocere! Infatti soccorso dall'affascinante Hanna, Michel trova l'amore. Destinato a durare? La maestria e la grande audacia di un cast guidato dal regista Stephen Doldry, con la straordinaria partecipazione di Ralph Fiennes e Kate Winslet, hanno permesso la realizzazione di un film di successo, sèguito dell’omonimo capolavoro letterario. Una storia carica di emozioni e sentimenti, travolgente e coinvolgente. Per scelta del regista il film non cela nulla, né lascia grande spazio all'immaginazione, come nelle scene un po' più spinte, girate fin nei minimi dettagli: visione consigliata ad un pubblico pressoché adulto. Adele Guerra Torna alla home

“LO SPAZIO BIANCO” FRANCESCA COMENCINI La drammatica pellicola, tratta dal romanzo si Valeria Parrella,

“LO SPAZIO BIANCO” FRANCESCA COMENCINI La drammatica pellicola, tratta dal romanzo si Valeria Parrella, affronta il delicato tema della maternità, maternità sofferta perchè prematura e illeggittima (sono definiti proprio così i figli non riconosciuti dal padre). A Lo Spazio Bianco e un "limbo" in cui si trova Maria, l'attesa della seconda nascita di sua figlia (venuta al mondo solo dopo sei mesi e ora rinchiusa in un'incubatrice in attesa di capire se riuscirà a sopravvivere o no). Lo Spazio Bianco, però, è anche la vita di Maria prima della nascita di Irene, costellata di impegni quotidiani: il lavoro di insegnante, il trasferimento a Napoli, alcuni fugaci rapporti sentimentali e la forte passione per il cinema. Bisogna specificare che la Napoli della Comencini è distante e silenziosa, quasi sembra di fotografare un'altra città, diversa da quella che conosciamo; solo alcuni particolari richiamano il mondo della Napoli criminale (la scorta del magistrato che abita nel pianerottolo di Maria, accenni all'usura). L'atmosfera rarefatta e sognante rappresenta benissimo il limbo in cui galleggia la protagonista, sospesa nell'attesa della vita o della morte. Margherita Buy interpreta la protagonista Maria. a La maternità è qualcosa in questo caso di non voluto o cercato, qualcosa che accade per caso; inoltre, lo stile minimalista e l'energia impressa nella rappresentazione della protagonista, dimostrano la volontà del film di rivolgersi a un pubblico variegato. Da segnalare infine l'ottima colonna sonora (che mescola i classici degli anni '80 a pezzi più melodici). Carlotta Sechi Torna alla home

“DAMMI MILLE BACI” EVA CANTARELLA La terza e ultima parte di questa fonte di

“DAMMI MILLE BACI” EVA CANTARELLA La terza e ultima parte di questa fonte di informazione chiude il libro narrando dieci storie d’amore più o meno conosciute, per citarne degli esempi: Enea e Didone, il trio di Lavinia, Turno ed Enea, gli amori di Cesare: Cleopatra e Servilia, Antonio e Cleopatra e altri sia divini sia terreni che concretizzano tutto ciò che è stato assimilato nelle pretendenti pagine. Sicuramente Eva Cantarella riesce a riportare in vita ciò che è ormai sepolto, anche paragonandolo con un pizzico di ironia alla nostra realtà, per renderci conto che in realtà in alcuni frangenti non siamo cresciuti come crediamo… Con estrema leggerezza e naturalezza Eva Cantarella ci trasporta indietro nel tempo, a incontrare i nostri antenati, coloro dai quali dipende il nostro presente, e bisogna dire che anche in ambito sessuale e n’è da dire. Si parte da un romantico e famoso verso del poeta latino Catullo che in breve si trasforma in un Catullo geloso, arrabbiato, insomma, diverso da quello che abitualmente si legge sui banchi di scuola. Con la poesia che scrive per Aurelio e Furio, corteggiatori del suo amato Giuvenzio, la scrittrice apre davanti ai nostri occhi il mondo virile, virtuoso, potente, ingiusto e proibito dei nostri avi. “Tu dammi mille baci, e quindi cento, Il libro è diviso in tre parti principali: il primo capitolo offre una panoramica di quelli che saranno poi dammene altri mille, e quindi cento, gli argomenti affrontati dettagliatamente in seguito: baci, stupri, matrimoni, dei, vanto, dèfaillance. Si legge che per l’uomo romano, la non riuscita del rapporto sessuale era una delle sconfitte più quindi mille continui, e quindi cento. grandi, ma poi ci si chiede: perché oggi è diverso questo aspetto? Mentre Ovidio, tristemente, E quando poi saranno mille e mille ammette la sua debolezza, e giace, non potendo, pur desiderandolo, invece Marziale, da vero nasconderemo il loro vero numero, macho, incolpa il partner Edilio, o l’amante, Lesbia. La seconda parte racconta dei tre differenti che non getti il malocchio l’invidioso tipi di amore che esistevano secoli orsono: ossia amori dovuti, amori possibili e amori proibiti. per un numero di baci così alto. ” Ovviamente non stupisce la discriminazione sessuale riguardo a questi, stupisce però un’inaspettata naturalezza di Eva Cantarella nel narrare fatti che il lettore medio fatica a focalizzare in pieno. Era davvero così naturale per gli antichi Romani tutto ciò che leggiamo? A quanto pare sì. In questa seconda parte supportata da ritrovamenti archeologici, soprattutto pompeiani, come scritte sui muri delle taverne o dei luoghi di prostituzione, viene descritto l’amore, o meglio il sesso, della vita quotidiana degli antenati. Ovviamente agli uomini era tutto dovuto, mentre le donne, se non prostitute, dovevano attenersi alla vita coniugale. Le prostitute infatti, cosa che può risultare leggermente difficile da apprendere, erano ben viste dalla società, obbiettivamente contribuivano al benessere dello Stato, e nessuno osava dir nulla. Per i prostituti Cecilia Gaeta leggiamo che la storia era ben diversa, infatti un elemento fondamentale della mentalità romana era la virilità, un uomo non doveva mai essere sottomesso, se non giovane, straniero o schiavo. Si continua con gli amori tra donne, quelli extraconiugali, la pericolosa emancipazione femminile, l’aborto. Torna alla home

“LA STRADA” CORMAC MC CARTHY La strada è la grande storia di un incondizionato

“LA STRADA” CORMAC MC CARTHY La strada è la grande storia di un incondizionato amore reciproco tra un padre e suo figlio. La necessità di Si incontrano altri personaggi minori, il vecchio Ely, ad esempio, un anziano signore che si dirige inevitabilmente continue certezze, il quotidiano rinnovamento della speranza, il dolore causato dall’abbandono di una delle due verso la morte; i cattivi, che cercano di catturare i protagonisti, invano; la presenza di cannibali che rinchiudono parti, un atto tragico, indescrivibilmente toccante. Talvolta vicenda si può è colpiti da un barlume di uomini in delle cantine, mangiandone pezzo per pezzo. all’interno della L’antagonista principale essere considerata la speranza, derivata da avvenimenti che fanno pensare a una risoluzione della tragica situazione in cui i protagonisti condizione di catastrofe in cui si trovano l’uomo e il bambino. L’oscura natura morta, fredda e ostile; la fame che fa si trovano: l’arrivo nel bunker pieno di cibo, gas, coperte e indumenti trasmette una sensazione di protezione morire le persone, contro la quale combattono fino alla fine i protagonisti. destinata però a durare poco. L’arrivo al mare a la scoperta della barca a vela idem, anche questo non porta che a Temi simbolici: Il tema principale del romanzo è sicuramente quello del viaggio, come suggerisce lo stesso titolo. Un una non-fine se vogliamo. Dopo la ‘preannunciata’ morte dell’uomo il giovane è costretto a proseguire, a viaggio materiale e simbolico, verso un nuovo inizio, insieme con la persona più amata. Un altro tema individuabile continuare a ‘portare il fuoco’ proprio come ha sempre fatto, senza però quella guida fondamentale quale era il nella vicenda può essere quello della crescita: il giovane ragazzo lo si incontra pauroso, timoroso di qualsiasi cosa, padre. Il bambino si unirà nella conclusione ad altri individui, sperando che siano anch’essi buoni come dicono di di qualsiasi azione. Successivamente spinge quasi il padre ad opere pericolose, ed è disposto a collaborare con essere, e che realmente anche loro non si nutrano di altri esseri umani, lo spera anche il lettore, con tutto il cuore. lui, per poi dover continuare il viaggio senza la grande presenza al suo fianco. Anche l’uomo si può dire che muti, Contesto storico-sociale: L’intero romanzo è ambientato in un futuro imprecisabile, presumibilmente non troppo lontano. Titolo: Il titolo del romanzo è ‘La Strada’ e gli può essere attribuito tanto un valore reale quanto simbolico. La strada infatti è e cresca nello stesso tempo, dai dialoghi con il bambino, ogni volta c’è un po’ di fiducia in più, ogni tanto apprende quella la che i due protagonisti seguono per riuscire ad arrivare al Sud, al mare. È una strada pericolosa, “popolata” Tutta vicenda circondata dall’atmosfera cupa della catastrofe, anch’essa inspiegata. Non esiste più alcuna dal figlio qualcosa di nuovo e sconosciuto. anche dai cattivi, cannibali, assassini, ma purtroppo per riuscire ad arrivare all’acqua non è possibile abbandonarla. forma di comunità o vita sociale, le città sono scomparse, la gente è morta, la legge del più forte governa suprema. Miti: Un mito un bambino, che vive come quello che oggi sarebbe La parola può essere quello dell’infanzia, incontriamo infatti ‘strada’ può essere anche identificata come il ‘percorso’ del padre e del figlio verso la salvezza, verso Sistema di valori emergenti: Il valore per eccellenza è l’amore. Indiscusso e inestimabile. L’amore di un padre per un l’apice del loro amore e verso un inizio tanto atteso dopo anni di tragedie, che però non è intenzionato ad arrivare. considerato un ‘barbone’, o ‘homeless’, che dir si voglia. un bambino costretto nell’età infantile a dover affrontare figlio e viceversa viene descritto attraverso piccoli o grandi gesti, semplici dialoghi, che fanno intendere il grande problemi quali la fame, il freddo, la sopravvivenza stessa, un’infanzia negata, si potrebbe dire. legame che può nascere tra due individui. Il vivere reciprocamente per l’altro. Un altro valore può essere quello del Trama: La trama di questo romanzo è estremamente semplice di e questo scarna. aspetto. Strutturata come un un intreccio, ci sono umano infatti può Conclusione: Che quella scritta nelle ultime pagine si possa chiamare conclusione, bè, non si può di certo dirlo. Non si rispetto dell’uomo. Il cannibalismo è la totale assenza Mangiare altro essere flashback che interrompono la particolare narrazione, ricordi di una vita precedente, dell’inizio della catastrofe. arriva infatti a un lieto fine o ad una catastrofe totale. La situazione generale rimane immutata, il grande essere considerata la forma più antica e arcaica della mancanza della fratellanza. Aprendo il libro, siamo catapultati nelle prime pagine in un disastro mondiale, una catastrofe della quale non avvenimento è la triste morte dell’uomo, che lascia il bambino a continuare da solo. Ma continuare, quindi un Rapporto fra luoghi di ambientazione e mondo esterno: In questo romanzo non esiste un luogo di ambientazione che conosciamo cause né effetti. L’autore descrive un’America a noi sconosciuta, in un futuro non troppo lontano, grigia, futuro per ora non diverso dalle vicende descritte nelle prime duecento pagine di romanzo. non sia lo stesso mondo esterno, se non in qualche rara occasione. La natura, ormai grigia, cupa e spoglia, è la polverosa, povera, senza sole e senza luna, senza popolo, senza amore e senza colori. Incontriamo subito due Messaggio dell’autore: In un romanzo del genere trovare il messaggio che Mc. Carthy voleva trasmettere non è di certo nuova casa dei protagonisti. È una dolorosa verità, l’uomo e il bambino sono costretti ogni notte ad accamparsi individui: un uomo e il suo bambino, che tentano di sopravvivere una notte, come fanno da anni e come continuano a semplice. Senza dubbio l’intero libro è incentrato su questo sproporzionato amore e sulla sua importanza, fare ogni notte. Non si sanno nomi, età, luoghi. I dolori pensieri e ricordi dell’uomo piano aiutano a rispolverare “all’ombra” di qualche albero secco, riscaldati talvolta da un instabile fuoco. Una casa fredda, ostile e pericolosa. bisognerebbe cercarlo anche nella nostra vita, senza dover per forza ricorrere alla fine del mondo, probabilmente. uno sconosciuto passato. La catastrofe non viene minimamente descritta, non è infatti importante come si sia Personaggi: I due grandi protagonisti di questo romanzo sono l’uomo e il bambino, se si vuole può essere considerata Un altro punto fondamentale è costituito dalla descrizione minuziosa del doloro fisico e psichico che può portare la verificata, se per colpa dell’uomo o della perfida Madre Natura, l’importante è quello a cui ha portato: miseria e fame. una protagonista, o forse un’antagonista, la Strada. L’uomo non ha un nome, non ha un’età e ha un passato incerto. Il figlio dell’uomo è nato giusto all’inizio del disastro, e si comprende che la madre, credendo di non poter vedere il fame, la disgrazia, il pericolo di morte; anche qui non bisogna andare più lontani di una traversata in nave per L’unica cosa di cui si è certi è il suo incondizionato amore per suo figlio, all’inizio del suo viaggio, ha promesso che mondo morire con le persone amate, decide di lasciarlo prematuramente, e convinta della sua idea, lascia al loro vederlo anche oggi. non lo avrebbe abbandonato, che non lo avrebbe lasciato nell’oscurità da solo, e infatti mantiene la sua destino l’uomo L’autore e mai il bambino. I due protagonisti sono quotidianamente impegnati nella ricerca di cibo, coperte e Scelte linguistiche: utilizza un lessico piuttosto ricercato, per inserirlo in brevissimi periodi, che a volta non promessa fino al momento in cui è costretto ad andare lui stesso nell’oscurità, da solo. Più volte nel corso della qualsiasi tipo di materiale da poter trasportare con il carrello che li accompagna sino alla fine della loro ‘avventura’, se possono neanche essere considerati tali, semplici parole separate da un punto. Non si può dire che rispecchi le vicenda cerca di rendere tutto più facile per il bambino, e più volte affronta per lui delle grandi paure e imprese. così si può dire, insieme. Di giorno camminano con la loro roba sulla strada principale, l’unica, accompagnati da una regole grammaticali di punteggiatura, ma può essere considerato intrigante proprio per questo. Curiosi i dialoghi, Spinto dal desiderio di poter vedere un giorno al l’uomo figlio un mondo migliore questo migliore che non essere vecchia cartina, per cercare di far raggiungere il Sud, dove spera di trovare una da situazione di può quella senza virgolette, senza punti interrogativi, risulta difficile capire chi è che parla. settentrionale, se non altro il mare non può che portare bene, come è sempre stato. Durante la notte sono costretti ad considerato tale. Disposto a fare del male a chi minaccia l’incolumità del figlio, si rivela in realtà una persona molto allontanarsi dalla strada e dopo bambino, aver nascosto il carrello, trovare posto accettabile per non cercare dormire, Cecilia Gaeta umana, fragile e disponibile. Il che viene definito solo un con questo sostantivo, ha di anch’egli né un accompagnati dagli abituali incubi, dopo aver mangiato, non sempre, una scatoletta riscaldata sul fuoco, o una mela nome, né un’età (intorno agli otto anni, forse), né un passato. La sua salvezza è la presenza del padre, gli assicura marcia, o anche la stessa aria. La e strada di notte Il potrebbe pericolosa (come in realtà di giorno), cibo e riscaldamento, compagni sicurezza. giovane diventare è un personaggio curioso, dolce anche e sensibile. Non ha incontrare cannibali, o assassini, o rapinatori armati non sarebbe l’aspettativa migliore. In questo romanzo si può dire vissuto in altro mondo se in quello colpito dalla catastrofe e non è neanche in grado di sognare niente di più che non ci sia mai fine al peggio, si indaga l’animo umano, le reazioni violente che può avere di fronte alla fame, il lontano di un mare Ogni qual si incontra un che, personaggio positivo, con sé, per cannibalismo. Il tutto blu. commentato da volta ‘I Buoni’, da coloro come viene ripetuto vorrebbe più volte, portarlo ‘portano il fuoco’, un non lasciarlo alla dura realtà della morte, vorrebbe dividere il suo cibo con chi non ne ha, ed è convinto che da qualche bambino e suo padre. parte i buoni lo stiano aspettando. Terrorizzato dalla sola idea di cannibalismo, il bambino è legato al padre in un modo che può legare solo un figlio ad un genitore, ancora una volta amore incondizionato. Torna alla home

“HEAUTONTIMORUMENOS” TERENZIO Temi simbolici: Tema simbolico è proprio quello dell’inganno, delle beffe. Questa è

“HEAUTONTIMORUMENOS” TERENZIO Temi simbolici: Tema simbolico è proprio quello dell’inganno, delle beffe. Questa è una commedia interamente basata sul rapporto sbagliato tra genitori e figli. E’ palese un problema di non fiducia. Contesto storico sociale: A Questa commedia è stata rappresentata per la prima volta nel 163 a. C A Tema della ricerca esistenziale e modi in cui è affrontato: Sistema di valori emergenti: A Credo che in questa commedia si nasconda proprio l’amore verso una donna sia il modo in cui amarla. Uno dei più importanti valori emergenti è sicuramente quello dell’amore. A C’è quindi soprattutto ricerca di fiducia, ma, dal momento che questa è assente, tutto viene risolto attraverso inganni Analisi i casi un amore Del Titolo: A In entrambi che non viene accettato e che deve essere nascosto dando vita ad una serie di intrighi ed Il titolo di questa commedia è reale, poiché il libro tratta proprio tutta una serie di intrighi e beffe che nascono inganni, che porteranno alla che non sono la soluzione. verità. A dal discorso principale tra Cremete e Menedemo in cui quest’ultimo narra di punirsi per aver negato al figlio di Importante è anche il valore dell’amicizia tra Menedemo e Cremete che si aiutano rispettivamente e si danno consigli. amare liberamente la donna di cui era innamorato. Il titolo in greco infatti “Heautontimorumenos” significa Altro valore è quello della fedeltà. La fedeltà del servo Siro verso Clitifone, che non tradirebbe mai, lo assiste durante tutta proprio “punitore di sé stesso”. la Conclusione: commedia. A La conclusione per Menedemo, Antifila e Clinia è a lieto fine, poiché Menedemo ha ritrovato il figlio ed è disposto a Valore invece portante di della commedia è quello dell’ “humanitas terenziana”, che non è semplicemente il sentimento A reciproco aiuto e solidarietà che unisce tutti gli uomini che si trovano a condividere le difficoltà della vita, ma significa servirlo in tutti i modi e Clinia sposa la donna dei suoi sogni. Vicenda nelle sue linee essenziali: A essere consapevoli che rimprovera le esperienze umane varie. perchè passa tutto il tempo al lavoro nonostante sia A Il vecchio Cremete il suo vicino sono Menedemo Clitifone invece, ha scelto il patrimonio del padre in luogo dell’amore di Bacchide e sarà costretto a sposare la sua ancora giovane. Menedemo spiega che la ragione di tutto ciò è per punirsi di ciò che ha fatto al figlio Clinia, che vicina di casa che a lui non piace affatto. Rapporto fra luogo di donna ambientazione mondo esterno: A innamoratosi di una di Corinto, e. Antifila, la quale si è trasferita ad Atene con la madre, si comportava Per quanto riguarda i luoghi, la commedia si svolge soprattutto nel campo di Menedemo o a casa di Cremete, dove come se fosse stata una vera moglie e ciò lo aveva scandalizzato. A avvengono maggior parte degli inganni e l’arrivo due di donne. la città ed era partito per tre mesi. A Messaggio Padre la e dell’autore: figlio avevano litigato e Clinia aveva delle deciso lasciare Tornato a casa, Cremete viene a sapere dal figlio Clitifone che Clinia è tornato in città per incontrare Antifila, Il messaggio che l’autore vuole trasmetterci è che gli inganni non servono, perché anche con essi tutto si risolve temendo di non esser più amato da quest’ultima. A Personaggi: come doveva risolversi dall’inizio. Serve fedeltà, fiducia e lealtà per avere qualcosa che si ama e si desidera. Siro, Uomo servo di Cremete annuncia di Bacchide e Antifila, le donne amate da Clitifone servo molto Cremete: molto legato ai soldi, l’arrivo al patrimonio familiare e ai propri discendenti maschi. e Clinia. Il ATiene vuole portare le donne in casa, ma Clitifone lo ferma temendo il giudizio del padre, poiché Bacchide è una all’amicizia e crede nel suo servo Siro che si rivelerà poi molto più fedele al padrone giovane, Clitifone, che a Cremete Scelte cortigiana. Siro allora propone che Antifila, fingerà di essere l’amata di Clitifone, mentre invece Bacchide, verrà stesso. inguistiche: A presentata a Cremete come la donna di Clinia. A Un linguaggio elegante e raffinato, scelto perfettamente per una commedia che trae il suo soggetto dall’opera di Quando le due donne arrivano, Sostrata, moglie di Cremete, riconosce l’anello che Antifila porta al dito. Lo Menedemo: Uomo molto sensibile. Si vuole punire a vita molto severamente per lo sbaglio che ha commesso. Ama suo Menandro, il grande commediografo greco di età ellenistica. stesso che lei aveva infilato al dito di una figlia che aveva affidato ad una vecchia di Corinto, perché il marito figlio ed ora che ha capito il suo errore è disposto a far di tutto pur di farlo tornare a casa. A non voleva discendenti femmine. La donna capisce che Antifila è sua figlia e racconta tutto al marito. Siro: Servo poco fedele e molto astuto. Riesce a elaborare piani in breve tempo per aiutare l’unica persona a cui rimane Menedemo nel frattempo è venuto a conoscenza della verità e sa che il figlio è innamorato della figlia ritrovata davvero fedele durante tutta la commedia, Clitifone. Carlotta Costantini A del vicino e la vuole sposare. Così Menedemo racconta tutto a Cremete il quale si dispera del fatto che la spendacciona e capricciosa Bacchide è in realtà l’amante del proprio figlio. con quella che doveva < Clitifone: Figlio di Cremete, poco astuto poiché si fa scoprire molto spesso amoreggiare essere Cremete teme che, il figlio l’amante dell’amico nel se piano. porterà in famiglia una cortigiana, finirà col consumare tutto il patrimonio per A soddisfare i capricci della donna. In accordo con Menedemo finge di voler lasciare tutto il patrimonio in eredità Uomo disposto a lasciare la donna che ama pur di non rinunciare a tutto il suo patrimonio. A alla figlia. Clitifone, consigliato dal servo Siro, si rivolge alla madre Sostrata credendo che il padre non vuole lasciargli il patrimonio poiché in realtà non è suo figlio. Infine padre e figlio si confrontano. Cremete promette di tornare sui suoi passi riguardo il patrimonio di famiglia a patto che Clitifone lasci Bacchide e si sposi con una donna per bene. Il figlio così accetta di sposare una ragazza del vicinato. A Torna alla home

“ODISSEA” GIOVANNI NARDONI La famosa Odissea di Giovanni Nardoni, rappresentata con successo per anni

“ODISSEA” GIOVANNI NARDONI La famosa Odissea di Giovanni Nardoni, rappresentata con successo per anni al Teatro dei Satiri, si ripropone in veste nuova al Teatro delle Muse. Nardoni non può fare più affidamento sui suoi storici pupilli e deve rimpiazzare la vecchia guardia con nuovi attori, scelta azzardata e riuscita solo in parte. Rispetto ai vari Ulisse che Nardoni aveva sperimentato negli anni il nuovo Odisseo, possente, barbuto e con voce baritonale, idealizza in modo al quanto realistico il ruolo che egli aveva di comandante e di assennato stratega. Purtroppo per Nardoni il discorso non vale per i tre compagni di Ulisse: uno sembra distaccato dalla scena al punto da sbagliare battuta, in modo che l’intera scena in cui i tre aprono l’anfora contenente i venti perda significato, un altro recita in modo pessimo e la sua voce, a tratti, sembra infrangersi contro l’imponente barriera della prima fila; tra i tre si salva solamente, volendo essere buoni e comprensivi (sarebbe infatti un compito arduo per qualunque attore recitare in mezzo a due non attori come quelli) il braccio destro di Ulisse, il personaggio con cui il protagonista sembra avere maggiore sintonia. Telemaco è interpretato da un ottimo ex-alunno del Giulio Cesare, un biondino acclamato dal pubblico femminile, bravo nell’immedesimazione di carattere psicologico del suo personaggio (da notare, infatti, con quale capacità interpretativa è riuscito a trasmettere il dramma interiore di un ragazzo che non ha conosciuto il padre e che lo vorrebbe finalmente al suo fianco in quella Itaca dilaniata dai Proci). Nardoni, inoltre, riafferma la sua musa, Paola Scotto di Tella, nel ruolo di Penelope e ottiene da lei la solita, egregia, interpretazione. Come ormai di norma il regista si immedesima nel ruolo di attore, interpretando Eufemio, questo cantore cieco che tanto ricorda Omero, personaggio dal nome parlante (probabile traduzione sarebbe “colui che dice bene”), un portatore di buone notizie; è lui che fa da voce fuori campo, è lui che entra in scena dialogando con Telemaco e Penelope, è lui che annuncia il ritorno di Ulisse. Oltre alle innovazioni in campo interpretativo e l’aggiunta di nuovi attori, Nardoni ripropone la formula ormai collaudata con scenografia e costumi da “teatro di strada”. Volendo muovere qualche critica riguardo proprio alla scenografia si potrebbe dire che un Polifemo rappresentato da un solo occhio mal dipinto su una tendaccia verde svilisce la scena e la ridicolizza banalmente. Le musiche sono quanto mai appropriate e si intravede lo stile classicheggiante del Nardoni formato da studi, appunto, classici. Dopo successi teatrali indiscussi come l’ “Iliade” e i “Promessi Sposi”, e brevi parentesi sul piccolo e grande schermo, uno dei migliori registi in campo teatrale di opere classiche, ripropone, con scelte rivedibili in fatto di interpreti, in una straordinaria matinèe, uno dei suoi cavalli di battaglia, la sua solita, eccellente, Odissea. Andrea Lambertucci Torna alla home

“ARBITRATO” MENANDRO Ed è forse per questa trama poco divertente e questa assenza di

“ARBITRATO” MENANDRO Ed è forse per questa trama poco divertente e questa assenza di comicità che gli attori, e ancor più il regista hanno trovato opportuno, per alleviare i turbati animi degli spettatori, forzare qualche battuta, aggiungere qua e là accenti regionali attuali, volgarità e sproloqui fantasiosi, mimiche movenze ridicole. Ma se con queste forzature sulla comicità la compagnia pensava di rendere la pillola di una sceneggiatura comica lontana dal nostro modo di fare commedia e di fare teatro meno amara al Volendo scegliere degli aggettivi per descrivere l’”Arbitrato” di Menandro in scena al Teatro Greco di povero spettatore, viene da chiedersi perché dargli il colpo di grazia con delle musiche ed effetti Roma dal 5 al 15 novembre 2009 e interpretato dalla compagnia teatrale “Teatro Politecnico” e diretto da Mario Prosperi, non si dovrebbero cercare vocaboli elevati o altisonanti, basterebbero anche i tre sonori del genere: “Oh mio Dio, perché mi hai abbandonato? ” semplici “forzato”, “ambizioso” e “pretenzioso”. Costumi e maschere volutamente antichicizzati e per questo molto interessanti per richiamare lo Perché forzato? Innanzitutto va detto che Menandro nelle sue opere la vis comica plautina e quindi, splendore delle rappresentazioni classiche vanno a cozzare contro questi attualismo inutili e arrivati alla mezzora dall’inizio dello spettacolo lo spettatore può facilmente dubitare sul fatto che gratuiti. l’arbitrato sia una commedia. E l’ambiziosità e la pretenziosità di questa rappresentazione sono riassunti nelle parole del regista Infatti la trama di questa commedia dalla comicità sottile parla di un parto considerato extraconiugale che poi non di rivelerà essere tale tramite una lunga sequenza di colpi di scene sbalorditivi sulla carta, che dice di avere voluto fortemente questa scena classicheggiante e di aver voluto azzardare assolutamente campati in aria nella rappresentazione. innovazioni e forzature comiche-stilistiche. Panfile partorisce, infatti, in assenza del marito un figlio che era stato concepito nel corso di una violenza E la scenografia? Due casette tipo quelle di un kinderhouse, quattro scalini in croce sullo sfondo, subita durante le Tauropolie. mai visto nulla di più scarno. Dopo una piccola introduzione ci troviamo proiettati a quando il bambino viene conteso, insieme ai suoi Forzato nella sua comicità ambizioso e pretenzioso per aver voluto mischiare nuovo e classico in gioielli, fra due signori di campagna che nella scena divengono burberi e bifolchi, parlando in dialetto ed è Smicrine che districa la matassa a favore del carbonaro, con tanto di lamentela da parte del capraio un mix borioso e inconcludente. Davo. Da qui il titolo di arbitrato. Ed è bello notare come quella dell’arbitrato sia Tante ombre, poche lampadine che tra l’altro vanno ad intermittenza, uno spettacolo insufficiente, L’unica scena convincente dell’intero spettacolo anche perché quella più importante della commedia: inadatto e assolutamente noioso: dieci euro andati in fumo. bella, infatti, la scelta di mettere i due contendenti ai lati e il giudice, Smicrine, in mezzo. Onesimo, però, scopre tramite un anello con cui il piccolo era stato abbandonato e che era stato affidato a Silisco, che quello è un gioiello del padrone Carisio e organizza, con Abrotono, un raggiro ai suoi Andrea Lambertucci danni; da qui nascono una serie di equivoci e rivelazioni che, vedendo la scena, non sono poi così clamorosi quanto ci si aspetterebbe conoscendo la sceneggiatura menandrea. Questa trama con una comicità così lontana dalla nostra assume, grazie anche a questa sciagurata reinterpretazione, più le connotazioni di un dramma che quelle di una commedia. Torna alla home

“INVICTUS” CLINT EASTWOOD Da notare sicuramente l’incredibile interpretazione del premio oscar Morgan Freeman che

“INVICTUS” CLINT EASTWOOD Da notare sicuramente l’incredibile interpretazione del premio oscar Morgan Freeman che risulta perfetto nel ruolo del Dalla notte che mi avvolge, presidente; bravissimo anche il giovane Matt Damon che recita la parte del capitano della squadra. Un’ottima sceneggiatura portata sullo schermo da uno straordinario Clint Eastwood che, con questa nuova ed emozionante pellicola, Nera come la fossa dell’inferno, si dimostra essere veramente uno dei registi più eminenti della scena cinematografica internazionale, smentendo il Rendo grazie a qualunque Dio ci sia maestro Sergio Leone che lo aveva definito “capace solo ad interpretare film western”. Molto buoni la fotografia, gli effetti Il nuovo film del grande regista Clint Eastwood che rivive la storia di Nelson Mandela( interpretato da un immenso Morgan sonori e la colonna sonora. Analizzando la scelta del titolo, “Invictus”, potrebbe essere tradotto erroneamente come Per la mia anima invincibile. Freeman ) nel periodo della sua presidenza. Mandela, neo-eletto leader del Sud-Africa, deve affrontare diverse “Invincibile”, come tra l’altro è stato fatto, ma non è questa la giusta traslitterazione, infatti significa “non vinto, o non problematiche, la principale tra queste è sicuramente la divisione tra bianchi e neri, che caratterizza la storia del Sud. La morsa feroce degli eventi domato”, questa è la corretta traduzione. A “non essere vinto” è l’animo di Mandela che dopo essere stato in prigione ed Africana dei primi anni di governo di Mandela, nei quali si è quasi giunti alla guerra civile. Come può il presidente risolvere aver dovuto affrontare l’astio dei bianchi continua a trovare la forza di guidare il suo paese. a una Non m’ha tratto smorfia o grido. questione tanto delicata? La risposta è attraverso lo sport, il rugby precisamente. Egli sfrutta la squadra degli Springboks: i verde oro, portatori dei colori e dei simboli dell’Apartheid e dell’oppressione degli Afrikaner, odiati dalla Fabio Napolitano Sferzata a sangue dalla sorte, popolazione nera, che vorrebbe loro rimossi dalla scena sportiva nazionale, salvati invece dalla lungimiranza politica del Andrea Lambertucci presidente, che vede in loro un punto di svolta per la riconciliazione tra bianchi e neri, assumono il ruolo di guida e con Non s’è piegata la mia testa. carisma, spinti finalmente dall’intera popolazione Sud-Africana, perseguono risultati insperati. Mandela, scongiurando Di là da questo luogo di ira e di lacrime quindi la scomparsa della squadra nazionale, capisce che non può cercare di cambiare il suo paese, talmente pieno d’ odio, paura e scetticismo, solamente con la politica, ma vuole sfruttare gli Springboks e il rugby, sport nazionale. Chiama Si staglia solo l’orrore della fine. quindi a colloquio Francois Pienaar ( interpretato da Matt Damon )e, stupendolo con le sue doti umane, lo sprona a guidare la sua squadra alla vittoria. Il capitano degli Springboks mostra un significativo cambiamento di mentalità Ma in faccia agli anni che minacciano, divenendo il capitano, insieme a Mandela, dell’intera nazione( da ricordare la significativa frase : ”Ora siamo molto più di una Sono e sarò sempre imperturbato. squadra”). Convinti dal presidente a sfruttare l’immagine dell’unico giocatore nero, Chester, e impegnati costantemente in campo e fuori dagli impegni sportivi e sociali, si presentano alla partita iniziale della coppa del mondo, Non importa quanto angusta sia la porta, contro i “canguri australiani” pieni di adrenalina, godendo del sostegno di milioni e milioni di tifosi. Battuta in una storica Quanto impietosa la sentenza. impresa l’Australia, sembra spianata la strada per la finale. Battuti nei quarti le Isole Samoa, superata la Francia in un’estenuante battaglia sotto il diluvio di Città del Capo, si apprestano ad affrontare in finale gli “All Blacks” neozelandesi, Sono il padrone del mio destino. assoluti favoriti e protagonisti di primo piano della competizione. La partita, seguita da oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, resta in bilico fino all’ultimo. Non una meta a decidere il punteggio. I nove punti del numero 10 neozelandese, Il capitano della mia anima. pareggiati dai nove punti del mediano di apertura sud-africano, portano il match ai supplementari. La Nuova Zelanda si riporta nuovamente in vantaggio, ma gli Springboks con l’ultimo stoico sforzo, dapprima pareggiano e in seguito portano il punteggio sul definitivo 15 -12. Finita la partita, mentre nella nazione impazzano i festeggiamenti, la scena si chiude con un Mandela commosso perché vede realizzato il suo sogno: una nazione unita, un popolo unito, che ha fame di grandezza. Torna alla home

TRUCULENTUS Il “Truculentus” è una delle ultime commedie scritte da Plauto. Cicerone inoltre afferma

TRUCULENTUS Il “Truculentus” è una delle ultime commedie scritte da Plauto. Cicerone inoltre afferma che era una delle commedie di cui l’autore si gloriava. Cosa strana, essendo diversa per certi versi dalle altre commedie plautine: infatti l’opera si concentra di più nel descrivere la psiche dei vari personaggi e, pur essendo molto brillante e divertente, non possiede la “vis comica” diretta e talvolta più greve che caratterizza le restanti opere di Plauto. Il “Truculentus” d’altra parte ha in comune con le altre commedie diversi personaggi tipici e ricorrenti come il servo, la prostituta, il soldato, l’innamorato, ecc. Il titolo della commedia si riferisce infatti proprio al nome di un servo, Truculento, che significa “rozzo”, “violento”, che di fatto però avrà solo un ruolo marginale nella trama. La storia, ambientata ad Atene (infatti era d’uso tra i commediografi romani ambientare le commedie in altri paesi, e specialmente in Grecia) tratta di tre giovani, Capotremendo, Soldatillustre e Guercio, tutti e tre innamorati della stessa donna, una prostituta di nome Fronesio. Ciò darà ovviamente luogo alla classica commedia degli equivoci, in cui avranno un ruolo fondamentale i servi, tra cui soprattutto l’ancella di Fronesio, Uvapassa. Rispetto alla trama classica, la rappresentazione a cui abbiamo assistito al Teatro Arcobaleno del regista Vincenzo Zingaro presenta notevoli stravolgimenti; come ad esempio il fatto che la vicenda è trasposta in chiave moderna, nell’Italia degli anni ’ 30 del ‘ 900, in età mussoliniana. Inoltre mutano i nomi dei personaggi come ad esempio quello di Capotremendo, trasformato in Capatosta, o quello di Soldatillustre, reso come Generale. Le diverse figure della commedia utilizzano vari dialetti italiani, e tutta la ambientazione è spostata da Atene ad un paesino siciliano. Tutti questi cambiamenti nella resa della commedia sono in gran parte positivi, in quanto riescono a coinvolgere di più il pubblico e ad arricchire lo spettacolo di “vis comica”. In sostanza quest’ opera, pur differendo in molti punti dal tradizionale schema plautino, non per questo è da ritenersi inferiore o meno coinvolgente rispetto alle oltre, ed è altrettanto capace di far ridere e sorridere il pubblico. Francesco Felle Torna alla home

SIDDHARTA Titolo. Temi simbolici: Rappresenta soltanto il nome del protagonista, indirizzando subito il lettore

SIDDHARTA Titolo. Temi simbolici: Rappresenta soltanto il nome del protagonista, indirizzando subito il lettore al possibile personaggio principale. Crescita interiore, ricerca di se stesso, di un equilibrio interno e della felicità. Sistema di valori emergenti. Crescita interiore, ricerca della felicità, amore per la conoscenza, Vicenda nelle sue linee essenziali. a Nell’India di un tempo sconosciuto crebbe Siddharta, figlio di un ricco Brahmino. Sin da piccolo aveva seguito tutti Messaggio dell’autore: gli insegnamenti del padre. Era sempre accompagnato dal suo fedele amico Govinda, vissuto sempre nella sua L’autore suggerisce che, per trovare la felicità, ognuno deve prima conosce se stesso. In seguito afferma che Categorie spaziali. ombra. Siddharta piaceva alle ragazze, era ammirato dalla gente e dai suoi genitori, però egli non si sentiva felice coloro che non hanno forza d’animo si ritrovano a seguire dottrine, quando, invece, dovrebbero vagare per La vicenda si sviluppa in India, colma di boschi e fiumi cristallini. Vi è un netto contrasto tra il verde e la natura, di se stesso. Per questo, un giorno decise di andare a vivere con i Samana, nel bosco, per apprendere i loro intraprendere qualche esperienza, solo così si raggiunge la felicità. luogo di pace e di silenzio, e la città, luogo caotico in cui Siddharta si concentra solo sul lucro e sui beni materiali. insegnamenti e rimase con loro insieme a Govinda per tre anni. Non bisognerebbe, inoltre, perdere di vista la propria mèta ma bisognerebbe ascoltare anche il proprio istinto. Poi però, venuto a sapere che in città era arrivato il Buddha, Gotama, l’illuminato, decise di ascoltare questa Personaggi. nuova dottrina. Così mentre Govinda divenne discepolo del Buddha, Siddharta si convinse che l’unica dottrina da Siddharta: protagonista del romanzo è un personaggio profondo e meditativo che cerca la felicità interiore. Cresce Scelte linguistiche. seguire fosse quella di non seguirla nessuna. e si forma con il passare del tempo. Ha un carattere deciso e sa quello che vuole riuscendo, infine, ad ottenerlo Il linguaggio è scorrevole, consono a lettori giovani. Mai noioso, mai ripetitivo. Cominciò a riflettere e giunse in città dove incontrò la bella cortigiana Kamala. Con lei trascorse molti anni. La sempre. paragonò ai cosidetti uomini – bambino, capaci veramente di amare ma con molti problemi. Una volta arricchitosi, Govinda: amico fedele di Siddharta, sembra dover la propria vita all’ombra dell’amico. Successivamente prende la avendo imparato l’ arte della mercanzia da un ricco mercante, si accorse di aver perso la sua parte spirituale e decisione di seguire il Buddha, Gotama, scelta non apprezzata dall’amico. così abbandonò tutto. Vasuveda: è uno dei maestri di Siddharta. E’ un uomo semplice che lo aiuta e lo istruisce sulla forza del fiume. Quella sera fece un sogno: immaginò se stesso mentre si lanciava in un fiume. Si destò e trovò un monaco, che si Kamala: anche lei maestra di Siddharta poiché gli insegna l’arte dell’amore. Come dice il protagonista: “Lei non rivelò essere il suo amico Govinda. Non lo riconobbe subito. ama, poiché altrimenti non avrebbe potuto fare dell’amore un’arte”. Alessio Gregori I due amici si sono rincontrati dopo tanto tempo. La scena è molto toccante. Siddharta così riconosce l’amico e Il mercante Kamaswami: ennesimo maestro del ragazzo. Gli insegna l’rte della mercanzia, a trattare il denaro e a con questo nuovo incontro termina il racconto. non cedere ai creditori. Contesto storico – sociale. A La vicenda è senza tempo. Non sono date informazioni temporali. Tuttavia la presenza del Buddha può far risalire al sec. VI a. C. . La vicenda si svolge in India. Torna alla home

“L’AMORE E’ UN DIO” EVA CANTARELLA “L’amore è un dio” di Eva Cantarella è

“L’AMORE E’ UN DIO” EVA CANTARELLA “L’amore è un dio” di Eva Cantarella è un saggio il cui scopo primario è quello di far comprendere al lettore, riportando talvolta versi di Saffo e di altri autori della Grecia antica, che cos’era l’amore per i Greci, cercando di far cogliere tutti i differenti volti di esso. “Anche l’amore è una cosa che vive nella storia”, afferma l’autrice, “Come si parla dei Greci, si dice sempre che noi dobbiamo a loro la nostra democrazia, la scienza del teatro, etc. Tutto nasce da loro, e noi siamo come la loro continuazione. C’è come un “filo” che arriva dalla Grecia verso Roma, fino a noi. Ma ci sono diverse fratture nella storia, delle diversità. Queste fratture ci sono anche nell’amore. ” Grazie a questo romanzo, infatti, la Cantarella mette in evidenza come anche i Greci siano, da questo punto di vista, diversi da noi, e di come loro stessi vivessero e concepissero l’amore in un modo completamente differente dai Romani. Per esprimere questo concetto, i Greci avevano due parole: una era filia (amicizia) e l’altra eros (amore). La prima era, fondamentalmente, l’amore coniugale, senso di rispetto, obbedienza, naturalmente da parte della moglie, e potere assoluto da parte, invece, del marito. E poi vi era l’eros, questo altro aspetto dell’amore, che era fondamentalmente desiderio sessuale, passione … che si vedeva al di fuori del matrimonio. La cosa interessante dei Greci è quindi questa: essi erano pagani anche in questo, quindi completamente diversi dai Romani che erano, invece, cristiani. Essi erano, pertanto, questa meravigliosa concezione dell’amore come libertà, anche se, come tende a sottolineare la scrittrice, anche loro avevano delle regole. Ho trovato questo libro di profondo interesse, poiché riesce a esporre, con un linguaggio chiaro, scorrevole, e con un gusto uso di vocaboli, il modo in cui l’amore era inteso dalla civiltà ellenica. L’introduzione, inoltre, di poesie di famosi verseggiatori all’interno della narrazione, tiene viva la curiosità del lettore, invogliandolo a continuare a leggere. Un romanzo, a parer mio, chiaro ed interessante. Marianna Brugnoli Torna alla home

“LETTERE DI ABELARDO ED ELOISA” PIETRO ABELARDO Due anni più tardi fonda a Troyes

“LETTERE DI ABELARDO ED ELOISA” PIETRO ABELARDO Due anni più tardi fonda a Troyes un piccolo oratorio dove inizierà nuovamente a insegnare. Tormentato ormai dal continuo timore di nuovi concili e tribunali che lo condannassero, decide di andarsene e diventa, così, abate della corrotta comunità dei monaci di Saint – Gildas. L’abate di S. Dionigi si impadronisce del monastero di Argenteuil e scaccia la comunità di monache, della quale Eloisa era priora. Abelardo dona loro il Paracleto e Eloisa ne diventa badessa, Abelardo torna ad insegnare a S. Genevieve. Nel 1141 il sinodo di Sens Il libro Lettere di Abelardo ed Eloisa consiste in una raccolta parziale delle lettere che i due innamorati, dopo la separazione, si scrissero per tenersi in contatto e candanna le sue opere come eretiche. Abelardo s’incammina verso Roma per appellarsi al nelle quali, oltre a scambiarsi parole d’amore, parlano di filosofia e si scambiano papa, ma, ormai vecchio e malato, deve fermarsi a Cluny, accolto con affetto da Pietro il pareri sul mondo. Ma chi è Abelardo? Abelardo è una delle figure più importanti del Venerabile, uno dei più grandi e colti abati del sec. XII. Un anno più tardi, nel 1142, Abelardo Medioevo, non solo come filosofo, ma anche per le sue idee innovatrici e per la sua muore a Chalon – sur – Saòne. Il suo corpo viene trasportato a Paracleto, così come egli personalità audace ed ambiziosa. Pietro Abelardo nasce nel 1709 a Palais. Avvicinato dal padre agli studi letterali, in breve tempo nasce in lui l’amore per la aveva chiesto. Nel 1164 Eloisa muore al Paracleto. Tramite le lettere di questo libro filosofia. Si trasferisce a Parigi come allievo del maestro Guglielmo di Champeaux riusciamo a cogliere i sentimenti dei due protagonisti, che, a quell’epoca creavano addirittura ed in seguito diventa insegnante aprendo due scuole di dialettica: prima a Melun e scandalo; però notiamo un differente amore tra i due: quello di Eloisa, che è infinito e quello poi a Corbeil. Due anni più tardi si reca a Parigi dove apre la sua terza scuola. Per di Abelardo, invece, limitato, che scompare quasi del tutto diventando un amore fraterno. Il un po’ tempo si stabilisce a Laon per ascoltare le lezioni del maestro Anselmo che era il più apprezzato per i suoi studi sacri. Ma le lezioni del maestro non libro è ben organizzato nonostante la quantità di argomenti d trattare: infatti come aperture entusiasmano Abelardo, che lo ritiene “abile con le parole, ma incapace di del romanzo vi è un’ introduzione chiarisce ciò che si andrà a trattare, ma il tipo di analizzare i significati; dice infatti: “Il suo albero sembrava molto ricco di foglie a scrittura risulta arcaico essendo una traduzione quasi del tutto letterale dall’originale latino. coloro che lo vedevano da lontano, ma, se ci si avvicinava e lo si osservava con Tra le varie lettere, la più importante è la prima: è intitolata Historia Calamitatum Mearum. cura, si scopriva che era privo di frutti”. Per questo i suoi compagni e lo stesso maestro provano invidia e ostilità nei suoi confronti costringendolo ad andarsene. A Essa consiste in una sorte di autobiografia, destinata ad un amico per consolarlo. Parigi ottiene la cattedra di teologia e dialettica a Notre Dame. E’ in questi anni che Abelardo incontra Eloisa, affidatagli dallo zio Fulberto per istruirla. La loro storia d’amore, dalla quale nascerà un figlio, Astrolabio, si trasforma presto in tragedia. Clara Ballerani & Flamina Spunticchia Abelardo viene evirato dai sicari inviati dallo zio di Eloisa. I due sono costretti a separarsi: Eloisa si ritira nel monastero di Argenteuil, Abelardo in quello di S. Dionigi, dove si rende odioso ai suoi confratelli per i numerosi rimproveri e si ritira in un eremo dove riprende a insegnare teologia e fisica. Scrive un trattato sull’unità e la Trinità divina condannato nel Concilio di Soisson nel 1121. Torna alla home

“ARBITRATO” MENANDRO Tornando alla trama le vicende continuano con la presenza quasi costante del

“ARBITRATO” MENANDRO Tornando alla trama le vicende continuano con la presenza quasi costante del Le scene della commedia si aprono, a differenza del testo orignale, con un saggio monologo di Onesimo, schiavo del protagonista, Carisio; il servo racconta le della situazione, ossia il padre di Panfile, Smicrine. Egli è giudice dell’arbitrato vicende che principale, hanno portato uno dei il tanti, suo della padrone rappresentazione: a lasciare la un sua pastore casa, e un carbonaio abbandonando dibattono la moglie su chi amata avesse Panfile. dovuto Questo tenere chiarimento dei gioielli introduce trovati con lo un neonato spettatore nella vicenda togliendo forse la curiosità nello scoprire le vicende dal pastore, quando il bambino era stato poi dato al carbonaio e la moglie; il giudice prende la sua decisione, e da questo momento nascono una passo per passo. Onesimo chiarisce che il suo signore, dopo aver scoperto serie di fraintendimenti ed equivoci che animano la trama di questa commedia che la moglie, già incinta al momento del matrimonio, aveva partorito e che potrebbe risultare non troppo creativa. A rovinare forse la buona messa in abbandonato un bambino di un altro uomo in sua assenza, decide di scena dell’opera contribuiscono i movimenti che risultano quasi caricaturali della andarsene, rifugiandosi dal vicino e amico Cherestrato e dalla sua etera maggior parte dei personaggi, dei dialoghi estremamente pesanti e dei concetti Abrotono, con la quale cerca invano di trovare conforto. Dalle prime ripetuti comparse forse di troppe Carisio volte. lo si Le osserva maschere, in create perenne su stato uno stampo di ebbrezza, autentico dell’antica Grecia, risultano piuttosto adeguate ai personaggi, e anche se sono rappresentato con una maschera che ricorda un adolescente; le maschere, certamente per l’appunto, un sono elemento un elemento al quale non fondamentale siamo abituati, che richiama che comporta lo spettatore la staticità espressiva alla realtà greca per la quale sono state concepite queste commedie, siamo dei personaggi, non viene assolutamente difficile apprezzarle. La scena conclusiva, ossia un lieto fine quasi eccessivamente perfetto riporta il vino nel III sec a. C. e l’idea di Polis è già abbandonata, oramai l’uomo è suddito nelle scene, questa volta in una situazione idilliaca, non più come un qualcosa e nelle commedie di Menandro la politica non entra più; la rappresentazione nel quale affogarsi a causa del dolore. In conclusione, uno spettacolo senz'altro viene accompagnata da un sottile sfondo comico, che in realtà non colpisce adatto così tanto per amanti lo spettatore della commedia moderno. greca Altro ma elemento meno coinvolgente tipicamente per greco spettatori e desiderosi di leggerezza ed ironia. realistico è la presenza del coro, che entra ogni qual volta un atto volge al termine, elemento che può essere apprezzato o meno, comunque estremamente verosimile. Elena Bellocchio A Torna alla home

Commento della poesia : Il sonetto Dantesco è l’esempio più evidente dell’amore del poeta

Commento della poesia : Il sonetto Dantesco è l’esempio più evidente dell’amore del poeta nei confronti di Beatrice, essere angelico, creatura del cielo, che appare Tanto gentil e tanto onesta pare come una visione agli occhi di Dante. Il poeta intende celebrare gli aspetti che lo la donna mia quand'ella altrui saluta, colpiscono nell’incontro con la donna amata. A ch'ogne lingua deven tremando muta, Ogni strofa è composta in questo modo: Prima il poeta elenca un aspetto del e li occhi no l'ardiscon di guardare. carattere di Beatrice per poi indicare l’effetto che provoca in lui e in tutti coloro che si imbattono nel suo sguardo. Ad esempio è talmente tanto nobile e onesta che Biografia dell’autore : Dante Alighieri nacque il 29 maggio 1265 a Firenze da Ella si va, sentendosi laudare, ogni lingua si ammutolisce per il tremore, è talmente adornata di una cortese una famiglia della piccola nobiltà. Nel 1274, secondo la Vita Nuova, vide per benignamente d'umilta' vestuta; benevolenza che pare venuta dal cielo in terra per offrire una dimostrazione della la prima volta Beatrice della quale si innamorò subito e perdutamente. Il e par che sia una cosa venuta potenza di Dio, appare dotata di tanta bellezza a chi la osserva che, attraverso gli giovane Alighieri seguì gli insegnamenti filosofici e teologici delle scuole da cielo in terra a miracol mostrare. francescana e domenicana. In questo periodo strinse amicizie e iniziò una occhi, dà una dolcezza al cuore, che nessuno può comprendere se non la prova. corrispondenza con sonetto i giovani poeti facevano chiamare Un altro aspetto del consiste nella che scelta si di alcune parole, oggi di «stilnovisti» . Inizia a comporre molte opere letterarie come “la Vita nuova” e significato comune ma che nelle scelte linguistiche dello “stil novo”un significato Mostrasi si' piacente a chi la mira, il “Convivio”. Partecipando alla vita politica si schiera dalla parte dei Guelfi preciso. Ad esempio il termine “pare”non vuol dire “sembra in apparenza” bensì “si che da' per li occhi una dolcezza al core, Bianchi in contrasto con i Guelfi Neri, dopo la vittoria di quest’ultimi, manifesta con evidenza”e il termine “gentile” non significa “cortese, di buona che 'ntender non la puo' chi no la prova; avvenuta nel 1300, fu costretto a lasciare Firenze e a rifugiarsi a Verona, in maniera” ma “nobile”. Il poeta fa uso in tre occasioni dell’ enjambement: Lunigiana e a Ravenna. In esilio si dedicò alla scrittura, e infatti fu proprio in questo periodo che prese forma la sua opera “Si più celebre, “La Divina “appare…la donna mia”, “Ella…d’umiltà vestuta”, mova…uno spirito”, che e par che de la sua labbia si mova Commedia”l’opera che lo fece conoscere come il “padre della letteratura intendono rallentare e inserire elementi di graziosità nel testo. uno spirito soave pien d'amore, italiana”. Dante morì in esilio a Ravenna nel 1321. A Trattasi quindi di un sonetto a tema amoroso con due quartine con endecasillabi a che va dicendo a l'anima: Sospira. rima incatenata e con due terzine finali con lo schema di rime “ABC CBA”. “TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE” DANTE ALIGHIERI (Dante Alighieri da Vita Nova) Leonardo Gerli Torna alla home

“AMORE TU SEI ALTO” EMILY DICKINSON Questa poesia è un inno all' amore, non

“AMORE TU SEI ALTO” EMILY DICKINSON Questa poesia è un inno all' amore, non un amore fra due persone, ma il significato e l' esperienza di questo sentimento. La Dickinson ce lo Amore, tu sei alto, presenta come un qualcosa quasi del tutto impossibile, paragonandolo ad e non posso scalarti, una scalata del Chimborazo, ad un difficile guado, anche se , nella ma se fossimo in due, BIOGRAFIA: Emily nasce il 10 dicembre del 1830 ad Amherst, nello stato del seconda parte delle prime due strofe, sembra possa esserci un barlume di chissà mai, se allenandoci Massachussets. Figlia secondogenita di Edward Dickinson, uno stimato avvocato di speranza quando sono in due a cimentarsi nell' impresa di arrivare sul Chimborazo Washington destinato a diventare deputato al Congresso, e di Emily Norcross, una “ducali” all'amore. Nell' ultima strofa però dà un senso quasi spirituale e ducali, non potremmo alla fine raggiungerti? donna dalla personalità molto fragile. Amore sei profondo, religioso all' amore scrivendo che senza aver provato l'amore non puoi La poetessa statunitense è una ragazza di carattere contraddittorio ed indipendente, ma anche timida e molto sensibile, minuta e fragile. Dai dieci fino ai diciassette anni e non so traversarti, arrivare alla Beatitudine e quindi all' Eternità. frequenta la Amherst Academy, studia poi alle scuole superiori anche se, solo dopo ma se fossimo due Emily usa un linguaggio semplice con termini comprensibili, pur avendo un anno, viene ritirata dal padre. All' età di soli venticinque anni, dopo aver fatto solo invece d’uno, un lessico molto ricco. Ogni scelta linguistica viene fatta con scrupolosità, qualche viaggio a Boston, dai parenti materni, a Filadelfia ed a Washington, Emily la barca e il rematore, una suprema estate, decide di isolarsi dal resto del mondo ritirandosi nella sua stanza, dedicandosi come l' uso di termini originali, inusuali o addirittura inventati dalla stessa unicamente alla famiglia ed alla poesia, quasi in segreto. chissà se non potremmo toccare il sole? poetessa. • Sebbene il tema principale delle sue poesie fosse l' amore, Emily non ebbe molte Amore, sei velato relazioni due dei suoi amori più importanti furono “platonici” e forse solo uno fu e ben pochi ti scorgono corrisposto, quello del 1878 verso il giudice Lord, un vedovo Stefano Chieli anziano amico del Sorridono, si alterano padre, l' altro uomo amato vanamente era il reverendo Charles Wadsworth, un e balbettano e muoiono. pastore, però sposato e con figli. Così la sua stanza diventò il simbolo della sua “diversità”, aumentando anno dopo anno il suo isolamento nella totale reclusione, Sarebbe assurda la felicità senza di te aggravata dai vari lutti familiari, perde infatti il padre Samuel Bowles, direttore di un a cui Dio pose nome Eternità giornale, che diventa un altro struggente amore vano, poi la madre nel 1882 e nei due anni successivi muoiono prima il suo amato nipotino Gilbert, poi il giudice Lord. Infine Emily Dickinson (da Silenzi) si ammala nel 1885 e muore di nefrite ad Amherst il 15 maggio 1886 all'età di cinquantasei anni. Torna alla home

18 L’amore mi squassò l’anima Come il vento del monte si scaglia sulle querce.

18 L’amore mi squassò l’anima Come il vento del monte si scaglia sulle querce. “FRAMMENTI” SAFFO In questo frammento Saffo evidenzia come l’amore l’abbia travolta, facendo una similitudine in cui paragona l’amore al vento del monte che si scaglia sulle querce, alberi centenari, robusti e impossibili da abbattere. 26 Biografia: Sulla vita di Saffo si hanno pochissime informazioni. È certo che fosse una La Luna è affondata, poetessa nata nel secolo VII a. C. a Lesbo, un’isola del mare Egeo che in seguito poi le Pleiadi, è già la mezzanotte: lasciò per trasferirsi a Mitilene. Per motivi politici fu poi esiliata con la famiglia in la mia stagione passa, Sicilia, dalla quale tornò poco dopo. A io dormo tutta sola. Fu una donna di famiglia aristocratica ed ebbe tre fratelli. Si sposò ed ebbe una figlia che portò il nome Cleide. A In questo periodo della sua vita la poetessa, descrivendo il paesaggio notturno, trasmette al lettore un senso Tornata in città, grazie alla sua posizione sociale, divenne maestra di un tiaso, dove di malinconia, dovuto dal trascorrere del tempo che gli porta via la sua giovinezza. trascorse gran parte della sua vita: una scuola femminile dedicata al culto della dea La Luna, Selene per i greci, affonda lasciano intorno al lei il buio, facendo aumentare l’angoscia della Afrodite, dove si sviluppava la formazione culturale e sociale delle fanciulle di buona solitudine e l’ansia dell’abbandono. famiglia, che chiamava “le mele del suo albero”, dove le preparava al matrimonio e in cui l’educazione dei sentimenti e l’eros omosessuale erano parte integrante. 30 Sulla sua figura si sono diffuse molte leggende: la più nota è quella in cui, non Eros che stempra ancora mi sconvolge corrisposta dal barcaiolo Faone, si sarebbe gettata in mare da una rupe, che però dolce amaro, serpente irrimediabile, sembra non essere vera perché, secondo un frammento, pare essere arrivata alle Attide: e tu ti sei staccata soglie della vecchiaia. A nel tuo pensiero e voli verso Andròmeda. Qui Saffo dice che l’amore, dolce amaro, rende gli uomini deboli e Le sue composizioni furono raccolte dagli alessandrini in nove libri, di cui ci sono vulnerabili. Inutile è tentare di scappare da Eros, un dio armato che con il proprio arco scoccava frecce pervenuti circa 200 frammenti. A spesso mortali. Saffo è nota, oltre che per essere la più grande poetessa antica, per la grandezza e Chi ne veniva colpito non aveva scampo: si innamorava. semplicità di accenti con cui descrive l'amore e le sue mille sfumature. In particolare la poetessa si riferisce all’amore verso una “mela del suo albero”, Attide, colei che la rifiuterà preferendo Andròmeda. Causandole grande dolore. Stefania De Rose Torna alla home

“LA PIOGGIA NEL PINETO” GABRIELE D’ANNUNZIO Piove su le tue ciglia nere Taci. Su

“LA PIOGGIA NEL PINETO” GABRIELE D’ANNUNZIO Piove su le tue ciglia nere Taci. Su le soglie Odi? La pioggia cade Ascolta, ascolta. L'accordo sìche par tu pianga del bosco non odo su la solitaria delle aeree cicale ma di piacere; non bianca parole che dici verdura a poco ma quasi fatta virente, Commento: Questa poesia è stata composta nell’estate del 1902. Il poeta ci racconta che si umane; ma odo con un crepitío che dura più sordo par da scorza tu esca. trova insieme parole più nuovealla sua amata, Ermione, in una pineta, durante una passeggiata, e vengono e varia nell'aria si fa sotto il pianto E tutta la vita è in noi fresca sorpresi da una pioggia. In questa composizione, D’Annunzio fa capire che si unisce al che parlano gocciole e foglie secondo le fronde che cresce; aulente, paesaggio attraverso dei rapporti sensoriali. L’autore offre un esempio di Panismo lontane. più rade, men rade. ma un canto vi si mesce Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara il 12. 03. 1863. Di famiglia agiata, compie i primi studi nel celeberrimo D’Annunziano, ovvero il fenomeno secondo cui l’essere umano si trasformi e diventi parte del il cuor nel petto è come pesca collegio Cicognini di Prato, distinguendosi per il suo carattere irrequieto e per il precoce ingegno poetico. Nel 1881 Ascolta. Piove Ascolta. Risponde più roco mondo vegetale. La prima tappa è quella del silenzio, fondamentale per distaccarsi dal mondo intatta, s’iscrive alla facoltà di lettere e filosofia all’università di Roma, ma non riuscirà mai a terminare gli studi. dalle nuvole sparse. al pianto il canto che di laggiù sale, umano e percepire i suoni “non umani” della natura: infatti la poesia inizia con un imperativo: “ D’Annunzio si farà conoscere nei salotti aristocratici ed intellettuali di Roma grazie ai suoi gesti ed alle sue tra le pàlpebre gli occhi Piove su le tamerici delle cicale dall'umida ombra remota. avventure amorose e da una di queste nascerà un matrimonio con Maria Hardouin, duchessa di Gallese, da cui Taci. “ Questo è l’invito rivolto alla donna, perché in questo modo si poteva sentire meglio il son come polle tra l'erbe, salmastre ed arse, che il pianto australe Più sordo e più fioco ebbe tre figli: Mario, Gabriellino e Veniero. Il primo grande successo letterario arrivò con la pubblicazione del suo rumore della pioggia. Nel corso del componimento, la natura si trasforma in una immensa i denti negli alvèoli primo romanzo, piacere, nel 1889. Venne presto a uno crearsi un vero e proprio che "pubblico dannunziano", piove su i pini non impaura, s'allenta, si spegne. orchestra: ogni il tipo di vegetazione rappresenta strumento diverso le gocce della con come mandorle acerbe. condizionato non tanto dai contenuti quanto dalla forma divistica, un vero e proprio star system ante litteram, che scagliosi ed irti, nè il ciel cinerino. Sola una nota pioggia suonano. Alla fine della seconda strofa, la donna si trasforma in un oggetto internamente lo scrittore costruì attorno alla propria immagine. Egli inventò uno stile immaginoso e appariscente di vita da E andiam di fratta in fratta, piove su i mirti E il pino ancor trema, si spegne, naturale, vegetalizzandosi. Nella parte centrale della quarta strofa si dirà che entrambi i "grande divo", con cui nutrì il bisogno di sogni, di misteri, di "vivere un'altra vita", di oggetti e comportamenti-culto or congiunti or disciolti divini, ha un suono, e il mirto risorge, trema, si spegne. protagonisti si naturalizzano e vegetalizzano così che il loro cuore diventa come una pesca, gli che stava connotando in Italia la nuova cultura di massa. Precedentemente, aveva scritto raccolte di poesie come (e il verde vigor rude Primo vere (1879), Canto novo (1882), L’Isottèo – La Chimera (1890) e romanzi: L’innocente (1891), Il trionfo della occhi come sorgenti in mezzo a un prato, i denti come mandorle. La poesia è divisa in quattro su le ginestre fulgenti altro suono, e il ginepro Non s'ode voce del mare. ci allaccia i mallèoli morte (1894), Il fuoco (1900). A strofe di trentadue versi ciascuna; i versi sono di tre, sei, sette e nove sillabe, legati da rime ed di fiori accolti, altro ancóra, stromenti Or s'ode su tutta la fronda Nel 1897 iniziò una nuova relazione amorosa con la famosa attrice teatrale Eleonora Duse, attraverso la quale si c'intrica i ginocchi) assonanze che non seguono uno schema fisso. su i ginepri folti diversi crosciare avvicinerà al teatro e scriverà alcuni drammi, che la Duse porterà in scena. Nello stesso anno venne eletto chi sa dove, chi sa dove! di coccole aulenti, sotto innumerevoli dita. l'argentea pioggia deputato nelle liste d’estrema destra, dopo due anni passò a Sinistra; allo scoppio della Prima Guerra Mondiale fu E piove su i nostri vólti sostenitore dell’entrata dell’Italia nel conflitto e nel Gennaio del 1916 partì volontario per il fronte, dove piove su i nostri volti E immersi che monda, silvani, sfortunatamente verrà ferito ad un occhio. Durante questi anni di convalescenza, però, l’autore non si dimenticherà silvani, noi siam nello spirto il croscio che varia Gianluca Vicino della letteratura, infatti scrisse il Notturno (1921). Negli anni della guerra, fu protagonista di alcuni atteggiamenti piove su le nostre mani silvestre, secondo la fronda divistici: famosi quello della beffa di Buccari, quando D’Annunzio penetra nell’omonima baia nel golfo di Fiume e vi ignude, bottiglie ornate di nastri tricolore, il secondo, invece, è quello del volo su Vienna, quando, violando lo d'arborea vita viventi; più folta, men folta. lasciò tre su i nostri vestimenti spazio nemico, il poeta volò sulla capitale austriaca e fece cadere su di essa numerosi volantini che annunciavano su i nostri vestimenti e il tuo volto ebro Ascolta. leggieri, la vittoria dell’Italia. A leggieri, è molle di pioggia La figlia dell'aria Nel 1919 organizzò un clamoroso colpo di mano paramilitare, guidando una spedizione di "legionari", partiti da su i freschi pensieri come una foglia, è muta; ma la figlia Ronchi di Monfalcone all'occupazione di Fiume, città che le potenze alleate vincitrici non avevano assegnato che l'anima schiude e le tue chiome del limo lontana, all'Italia. Con questo gesto D'Annunzio raggiunse l'apice del processo di edificazione del proprio mito personale e novella, politico. A Fiume, occupata dalle truppe alleate, già nell'ottobre 1918 si era costituito un Consiglio nazionale che novella, auliscono come la rana, su la favola bella propugnava l'annessione all'Italia, di cui fu nominato presidente Antonio Grossich. D'Annunzio con una colonna di su la favola bella le chiare ginestre, canta nell'ombra più fonda, volontari occupò Fiume e vi instaurò il comando del "Quarnaro liberato". A che ieri o creatura terrestre chi sa dove, chi sa dove! Il 12 Novembre 1920 fu stipulato il trattato di Rapallo: Fiume diventò città libera e Zara passò all'Italia. Ma m'illuse, che oggi t'illude, t'illuse, che oggi m'illude, che hai nome E piove su le tue ciglia, D'Annunzio non accettò l'accordo e il governo italiano, il 26 Dicembre 1920, fece sgomberare i legionari con la o Ermione. forza. o Ermione. Torna alla home Il regime fascista lo considerò il poeta per eccellenza e visse con una grandissima gloria nazionale l’ultima fase della sua vita al Vittoriale, una villa in provincia di Brescia, affacciata sul lago di Garda. Morì il 1 Marzo 1938 a causa di un’emorragia cerebrale. Il regime fascista fece celebrare, in suo onore, i funerali di stato. Fu sepolto nel Gabriele D’Annunzio (da Alcyone) mausoleo del Vittoriale. A

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea,

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, e 'l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi; “ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI” FRANCESCO PETRARCA e 'l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i' che. Biografia: Nacque ad Arezzo il 20 luglio 1304, da Eletta Cangiani (o Canigiani) e dal notaio ser Pietro di ser l'esca amorosa al petto avea, Parenzo di ser Garzo dell'Incisa (soprannominato Ser Petracco, noto nei documenti come Petraccolus o qual meraviglia se di subito arsi? Petrarca, da cui il cognome del figliolo). Ser Petracco era militante nei guelfi bianchi[1] e fu amico di Dante Alighieri, esiliato da Firenze nel 1302 per motivi politici, legati all'arrivo di Carlo di Valois ed alle Non era l'andar suo cosa mortale lotte tra guelfi bianchi e neri. È curioso a questo proposito notare come la sentenza del 10 marzo 1302 ma d'angelica e le. Cante parole Gabrielli da Gubbio, podestà di Firenze, condannava Ser Petrarca all'esilio, sia la con forma, la quale sonavan altro che con pur voce umana; stessa la quale a Dante Alighieri veniva ingiunto di seguire lo stesso fato: una sentenza, quindi, uno spirtodestinata ad influenzare la storia della letteratura italiana. celeste, un vivo sole fu quel vidi, dell'esilio e se non fosse or tale, A ch'i' causa paterno, il giovane Francesco trascorse l'infanzia in Toscana (prima ad Incisa e poi ad piaga per Arezzo e a Pisa), dove il padre era solito spostarsi per ragioni politico-economiche. Ma già nel 1311 la allentar d'arco non sana. famiglia (nel frattempo era nato nel 1307 il fratello Gherardo) si trasferì a Carpentras, vicino ad Avignone (Francia), dove Petrarca sperava in qualche incarico al seguito della corte papale. La poesia si incentra sull’amore che Petrarca nutre per Laura. Questo amore è terreno quindi la bellezza della donna svanirà, non è un amore Malgrado le inclinazioni letterarie, manifestate precocemente nello studio dei classici e in componimenti platonico come quello che Dante nutriva per Beatrice. Questo amore provocherà in lui anche dei ripensamenti e dei conflitti interni, ma sarà d'occasione, Francesco, dopo gli studi grammaticali compiuti sotto la guida di Convenevole da Prato, comunque infinito. Petrarca, come possiamo notare nelle prime due strofe, assume uno stile di scrittura innovativo. Non ultima fra le sue venne mandato dal padre prima a Montpellier e dal 1320, insieme a Gherardo, a Bologna per studiare innovazioni diritto civile. è la soggettività del poeta, infatti lui non descrive ciò che la visione di Laura provocava alla gente, ma ciò che ha risvegliato e suscitato in lui. Nelle due terzine riappare il semplice e schematico tema del Dolce Stil Novo. La donna viene infatti descritta come un angelo e Morto il padre, poco dopo il rientro in Provenza (1326), Petrarca incontrò il 6 aprile 1327, nella chiesa di Santa qualcosa di sopranaturale. Quel che il poeta dice di aver visto è qualcosa paragonabile ad un dea. Per approfondire: confronta questa poesia Chiara in Avignone, Laura e se ne innamorò. Un amore autentico per una donna reale (come insistette il con qualche sonetto di Dante che fa riferimento ai temi del Dolce Stil Novo. Considerando il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” di poeta nelle sue confessioni), del quale non restano tuttavia dati documentati: esso non venne ricambiato Dante possiamo individuare molte differenze. L’amore che Dante prova per Beatrice è ben diverso da quello che Petrarca prova per Laura. Il e assurse tra i motivi centrali dell'esperienza umana e poetica dello scrittore. È stata proposta primo infatti nutre un amore platonico e atemporale, infatti Alighieri cristallizza la bellezza di Beatrice che non sfiorirà mai, questo forse anche l'identificazione di Laura con Laura de Noves, coniugata con Ugo de Sade. Attorno al 1330, consumato il perché muore giovane; invece tetrarca descrive la sua donna in tutte le sue caratteristiche terrene, quindi la bellezza sfiorirà e questo lo modesto patrimonio paterno, Petrarca si diede alla carriera ecclesiastica, abbracciando gli ordini minori. capiamo anche da come ce ne parla. Inoltre per quest’ultimo il sentimento provato provocherà anche conflitti interni e ripensamenti, cosa che a In questo periodo fu assunto quale cappellano di famiglia dal cardinale Giovanni Colonna, fratello di Dante non succederà. Analisi e commento personale. Personalmente preferisco il sonetto di dante a quello di tetrarca, perché è, a mio avviso Giacomo Colonna, anch'esso amico del poeta, nominato vescovo di Lombez nel 1330. Come lui stesso più passionale e sincero di lettera quello di Dante. L’amore di Alighieri sembra quasi un amore impossibile, qualcosa di surreale, lui posiziona scrisse in una al fratello, trascorse il periodo avignonese negli studi, senza peraltro trascurare i Beatrice su un piedistallo e l’adora, mentre Petrarca soffre per questa donna che lo rifiuta e questo suo tormento si percepisce anche nella piaceri mondani; proprio da due relazioni avute nel 1337 e nel 1343 nacquero i figli Giovanni e poesia. Anche per lui Laura è qualcosa di irraggiungibile ma è qualcosa di vero, di concreto non è soltanto un sentimento platonico, è proprio Francesca, che legittimò in seguito, curandone la sistemazione economica e l'educazione. una sensazione terrena, umana. Appoggiato da questa illustre e potente famiglia romana (fu amico anche di Stefano e Giovanni Colonna), compì in quegli anni numerosi viaggi in Europa, spinto dall'irrequieto e risorgente desiderio di Luca Bontempi conoscenza umana e culturale che contrassegna l'intera sua agitata biografia: fu a Parigi, a Gand, a Liegi (dove scoprì due orazioni di Cicerone), ad Aquisgrana, a Colonia, a Lione. Torna alla home

PAGINE MONTAGGIO MUSICHE D’AMORE La mattina Non. ANDREA arrenderti. . . Il tormento del

PAGINE MONTAGGIO MUSICHE D’AMORE La mattina Non. ANDREA arrenderti. . . Il tormento del poeta Grazie a te. . . LAMBERTUCCI Arrivederci ANDREA LAMBERTUCCI CLARA BALLERANI ELENA BELLOCCHIO ALESSIO GREGORI FRANCESCO CECILIA GAETAFELLE Quanno, Non. Grazie a te. . . arrenderti, non rinunciare sei ancora in tempo. Quando guardo il cielo e fisso le stelle e mi innamoro della notte, Guardo questo foglio bianco. me arzo dal letto Sei ancora in tempo per capire, non lasciarti Nonpenso a te, arrenderti, non rinunciare, Potrei parlarti d’amore, più lo guardo e più mi stanco. alla mattina per mamma, ricominciare, per accettare sommergere dalle onde. le tue ombre, raccontarti i miei pensieri sono già in agitazione, e vedo quer vecchietto e chiedere dei tuoi. che mi hai mostrato la luce. per seppellire le tue paure, Intorno padroneggia il silenzio. non mi vien l'ispirazione! Quando guardo un arcobaleno ti ringrazio, su na panchina, io non son di certo Omero, per riprendere il volo, per continuare il tuo viaggio, Qualche rumore, qualche voce in lontananza, Potrei stringerti tra le mie braccia mamma, con le rime resto a zero. a tirà le briciole ai piccioni, ed accarezzare quei lisci capelli per inseguire iatuoi sogni, per girare pagina. forze. ma per la vita piena di colori che mi hai regalato. non riesci capire, non hai abbastanza nè mi sento invero Dante, color argento, che porelli, Quando guardo un passero in volo, nonnina mia. che di rime ne fè tante. sò un po’ brutti, penso a te, Non arrenderti, nonnelle mollare anche se il freddo Il silenzio ovattato orecchie rende io se proprio mi ci metto Potrei sorriderti mamma, brucia, ma sono paciocconi, l'atmosfera lontana e incomprensibile. ripropongo un vecchio detto, mentre mi guardi per la leggerezza nonostante le difficoltà con cui mi tiri su. che con la parola cuore, anche seme riviè in mente la paura morde, con gli occhi velati dalla stanchezza, Quando guardo la tempesta, ci sta sempre in rima amore! dalla voglia di lasciare questa via. anche sequando Roma mia il sole sienasconde. Silenzio ovunque il tempo che scorre non penso alle lacrime che hai versato. è assai poco originale? ? spaventa più, Non. Quando guardo una cascata, arrenderti, non mollare perché è giunta l'ora di me nutre co sti posti Potrei aiutarti è davvero assai banale? ? scoperchiare penso alla forza che mi hai trasmesso. o quasi. a guardarla in faccia da magia. il cielo, ci riprovo e voglio osare. accarezzando la tua pelle sottile Quando guardo una farfalla, di macerie, che sta immobile sulla Seispostare come unleburattino che fa rima con volare? ? Dove vigge sempre l’armonia e segnata dal tempo. penso alle tue carezze, cresta dell'onda non fa rima ma ci sta di iniziare una nuova vita. de sta città ai tuoi abbracci, la parola libertà! ora ai tuoi sorrisi. sali eche te fa ora scendi. Potrei chiederti di sentire e di pensiero di quando ero bambina, Sembri come addormentato, non Nond'esser bianco oppure nero. arrenderti perché questaleè tue l'oramembra ed il miglior innamorà. di quando la tua mano rispondono come vorresti, momento. Quando guardo il mondo, guidava la mia. di sognare in girotondo ma penso a te, ora sai che ti sta accadendo intorno. Perchè nonquello ci sono ferite che il tempo non curi. tutti quanti un miglior mondo! Ed invece sono qui, mamma, Vedi lesola, stupita, attonita, persone che ti. Civogliono bene Perché non sei solo. siamo noi constarti te. e penso che è grazie a te se ne faccio parte. accanto, preoccupate. Sono loro quel incapace di fermare lei Perchè ti vogliamo bene, qualcosa, quel qualcuno che ti trattiene qui ? che ti sta portando via. perché ti voglio bene. . . papà. C'è ancora vita nei tuoi occhi, c'è ancora fuoco nella tua anima. ORA THE END V°H BACKSTAGE THE END ? UN LAVORO DEL V H ORGANIZZAZIONE RINGRAZIAMENTI LE NON NOSTRE FINISCE POESIE QUI. . . ALESSIO GREGORI CARLOTTA COSTANTINI STEFANIA DE ROSE ANDREA LAMBERTUCCI A. S. 2009 / 10 PROF. SSA MARISA PANETTA ANDREA LAMBERTUCCI ADELE GUERRA LUCA CARLOTTA BONTEMPI SECHI FABIO NAPOLITANO ALESSIO GREGORI MARIANNA BRUGNOLI RESP. LAB. INFORMATICA TIZIANA CARBONE FLAMINIA SPUNTICCHIA BEATRICE MERICONE LEONARDO GERLI CECILIA GAETA EUGENIO SCUSATE, SANTACROCE IL GABBIANO CI DOVEVA ESSERE… LUCA BONTEMPI LICEO CLASSICO GIULIO CESARE (ROMA) GIANLUCA VICINO STEFANO ORA VERAMENTE &CHIELI FRANCESCA FABRIZI IRENE SPINA TUTTA COLPA A TUTTI NOI, BRAVI RAGAZZI!!! Adele Guerra Stefano Chieli Carlotta Costantini Francesca Romana Fabrizi Clara Ballerani