Tra aula e bottega verso una didattica per
Tra aula e bottega: verso una “didattica per competenze” Luogo: Seregno Data: 7 aprile 18 Prof. Ermanno Puricelli CQIA – Università di Bergamo
Alla ricerca di «tratti distintivi» Lo scopo delle riflessioni che seguono è cercare di capire in che consiste una didattica per competenze, per tentare di delinearne i tratti distintivi, possibilmente assumendo con un taglio pratico e operativo. A) Quando si parla di didattica per competenze si è portati a pensare che essa consista in qualche metodologia che, se correttamente e continuamente esercitata e applicata promuove lo sviluppo delle competenze degli studenti. Non è così, nel senso che la didattica non coincide con la metodologia, ma è qualcosa metodologia di più ampio e comprensivo, come vedremo
Didattica di laboratorio B) Ma si è anche portati a pensare che essa coincida con la didattica di laboratorio» . E’ così? E’ così Sì Se intesa in modo radicale -> per esempio nella visione di F. De Bartolomeis No - perché quella dei laboratori è un’esperienza già ampiamente scolarizzata, assimilata e normalizzata dalla scuola standard; è un animale troppo addomesticato; - perché, di norma, fa parte della straordinarietà che lascia inalterata l’ordinarietà.
Una questione di metodo Dove cercare allora la didattica per competenze? I fondamenti fondament di una didattica per competenze devono essere cercati nei luoghi in cui si insegna/apprende effettivamente per competenze (non costruiti a tavolino) -> Per quanto ci riguarda, intendiamo assumere, come paradigma o riferimento ideale per elaborare questa didattica, le modalità di insegnare/apprendere che avevano ed hanno corso nella bottega artigiana La ‘bottega artigiana’ rappresenti ancora oggi una vetta inarrivabile di armonica coesistenza tra le esigenze del lavorare e quelle dell’apprendere, tra le ragioni dell’imparare e quelle del fare.
Aula e bottega a confronto Sulla base del precedente assunto, procederemo: Ø ad un confronto serrato tra l’ambiente dell’aula scolastica standard e l’ambiente della bottega artigiana, artigiana intesa come luogo di lavoro e, al tempo stesso, di apprendimento. Ø E poi ci chiederemo in che modo, l’aula possa trasformarsi in aula bottega nella misura del possibile, – perché non c’è didattica bottega per competenze se l’aula/classe non somiglia almeno un po’ ad una bottega.
Dimensioni a confronto Posto che aula e bottega sono entrambi «ambienti di apprendimento» complessi e organici, il confronto toccherà le seguenti dimensioni: dimensioni 1. spazio ambientale 2. temporale 3. socio relazionale 4. metodologico didattica 5. [curricolo]
LA DIMENSIONE SPAZIO AMBIENTALE
Spazialità d’aula
Caratteristiche • Ogni aula è forgiata dalle attività che vi si esercitano al suo interno: l’attività di insegnamento (lettura e commento) e l’attività di studio (ascolto, esercizio, ecc. ). • Prima caratteristica: l’aula risulta come attraversata da una linea reale o immaginaria che separa il luogo dell’insegnare, dal luogo dell’apprendere. Queste sono le due aree realmente necessarie, una delle quali è polarizzante (monocentrismo). • Seconda caratteristica: dato che insegnamento e studio sono pratiche di parola e di scrittura, ossia pratiche astratte e rarefatte, le aule assumono una configurazione: – astratta e geometrizzata, – “neutra” rispetto al tipo di disciplina di studio che vi si impartisce.
Anche questo è un prodotto della scrittura alfabetica
Spazialità di bottega
L’immagine • La ragione per cui si è scelta questa immagine di bottega è legata alla sua radicale contrapposizione alla caratteristica di un’aula standard. • Qui niente è geometrico, astratto, neutro e apparentemente ordinato. Sembra, anzi, regnare confusione e disordine, movimento e rumore, ecc. . • Si tratta di una fucina, dove si fonde il metallo e lo si lavora per produrre utensili di un qualche tipo: in alto a destra si vede il forno per la fusione del metallo, poi l’area di forgiatura per dare forma al metallo fuso, poi altre aree di lavorazione dove si completano e perfezionano gli strumenti in metallo.
Caratteristiche • Ogni bottega è forgiata dal lavoro e dal tipo particolare di produzione che vi si esercita, per cui ognuna è diversa da ogni altra, a differenza delle aule. • Prima caratteristica: nelle botteghe non è possibile individuare alcuna linea di separazione tra chi parla e chi ascolta; vi sono invece tanti spazi o aree identificabili quante sono i tipi e i momenti della lavorazione (policentrica). • Seconda caratteristica: la bottega non è spazio neutro ma uno profondamente connotato o segnato dalle competenza che vi si esercita. Basta entrare in una bottega per comprendere il tipo di lavorazione.
Una sintesi Spazio di parola e scrittura Spazio di lavoro Spazio monocentrico Spazio policentrico Spazio astratto e geometrico Spazio concreto Spazio di neutro Spazio connotato
LA DIMENSIONE TEMPORALE
Temporalità d’aula
Caratteristiche Il tempo dell’aula è un tempo scandito dall’orario delle lezioni. Giornalmente, dunque, è un tempo spezzato e frammentato in tante quote orarie quante sono le discipline di insegnamento. Con il finire di un’ora termina l’attività e si può passare da una lezione all’altra cui non c’è relazione. Settimanalmente è un tempo ciclico o modulare, che si ripete sempre uguale. E’ un tempo che non è regolato dall’unità e dal senso di un’azione o di uno scopo, ma da un meccanismo astratto, separato dalla concretezza di una attività. E’ un tempo tendenzialmente sempre aperto, che non si conclude, se non all’esaurirsi della molla che regola il meccanismo.
Temporalità di bottega V. Van Gogh il seminatore (1888)
L’immagine • Questa immagine è stata scelta perché qui non c’è traccia di orologi meccanici o digitali e neppure di calendari. • Eppure il pittore rappresenta in qualche modo il tempo, ma lo fa attraverso : a) un sole al tramonto - l’orologio cosmico che ci dice che la giornata, e dunque anche il lavoro, sta per finire. b) un lavoro da compiere, finché c’è la luce del sole; • Quello rappresentato, com’è evidente, non è un tempo numerato e aritmetizzato.
Dai campi alla bottega Poi quando intorno è spenta ogni altra face, E tutto l'altro tace, Odi il martel picchiare, odi la sega Del legnaiuol, che veglia Nella chiusa bottega alla lucerna, E s'affretta, e s'adopra Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba. [Leopardi, Canti, XXV Il sabato del villaggio]
Caratteristiche Il tempo della bottega è il tempo della luce solare che scandisce la giornata di lavoro. Giornalmente: il tempo non è frammentato artificiosamente, ma scandito dalle esigenze concrete delle cose da fare. Ci sono lavori che dettano il ritmo e lavori non possono essere interrotti. Periodicamente: Periodicamente non è un tempo astrattamente ciclico, che si ripete sempre uguale. E’ piuttosto un tempo regolato e compreso nell’unità di senso di un lavoro da compiere: il periodo inizia con l’opera e finisce con il concludersi dell’opera. I periodi non sono mai uguali. Il riferimento temporale forte non è il presente, ma la scadenza, cioè il futuro. Si lavora per la scadenza. Inoltre nella bottega c’è un tempo di tutti e un tempo di ciascuno.
Una sintesi Tempo frammentato Tempo più continuo Periodi modulari Periodi diversi Centratura sul presente Centratura sul futuro Tempo comune Tempo differenziato
LA DIMENSIONE SOCIO RELAZIONALE
Socialità d’aula
Caratteristiche 1] La classe è una realtà socio - relazionale molto complessa; bisogna perciò distinguere tra: a) le relazioni interpersonali ordinarie; b) le relazioni funzionali all’insegnare e apprendere (le sole di cui qui ci occupiamo) 2] La socio – relazionalità funzionale di classe appare caratterizzata da una certa povertà di figure funzionali: anche qui vi è una linea di demarcazione che separa la figura dell’insegnante e la figura dello studente.
Caratteristiche 3] A questa povertà di figure corrisponde una certa povertà di relazioni funzionali: Øla relazione funzionale gerarchica tra docente e studente, fondata sulla disparità rispetto al possesso dei saperi: • il primo commenta, interpreta, spiega; i secondi ascoltano, comprendono e si esercitano; • Il primo verifica e valuta; i secondi sono verificati e valutati; • il primo educa e controlla; i secondi sono educati e controllati. Ø nelle classi standard è pressoché assente la relazione funzionale tra pari o tra figure diverse che non siano l’insegnante e i propri studenti.
Schema di socialità d’aula Docente Alunno Alunno
Socialità di bottega
L’immagine 1] La scena rappresenta una bottega di «scultura su lastra in rame» datata 1590; incisa da GALLE THEODORE (HARLEEM 1537 1612) STRADANUS JOHANNES (BRUGES 1523 FIRENZE 1605). 2] Iscrizione; SCULPTURA IN AES. SCULPTOR NOVA ARTE, BRACTEATA IN LAMINA/SCALPIT FIGURAS, ATQUE PRAELIS IMPRIMIT. Arte incisoria mediante acquaforte) 3] Ciò che interessa – a parte le aree di lavoro, il tempo differenziato- è la grande varietà di figure presenti nella scena, la varietà delle età e delle relazioni.
Caratteristiche 1] La socialità di bottega presenta una maggior varietà di figure funzionale, di varie età: - vi è il maestro che è tale per il livello di competenza raggiunto; - gli aiutanti o assistenti che hanno quasi completato il ciclo di apprendistato; - gli altri apprendisti meno avanzati (principianti, intermedi, ecc. ); - ci sono i lavoranti salariati più o meno specializzati, assunti per un periodo di tempo; - ci sono infine i garzoni addetti ai servizi di fatica.
Caratteristiche 2] Considerato il maggior numero di figure, diverse per età e competenza professionale, nella bottega vi è una maggior ricchezza e varietà di relazioni funzionali e, dunque, di occasioni di apprendimento e crescita. 3] Le relazioni non sono uniformi e standardizzate, ognuno deve essere trattato per il propri bisogni e il proprio livello evolutivo (principio di personalizzazione) 4] Chi sta al vertice della catena deve attivare molte relazioni funzionali di diverso tipo; e chi sta in fondo ha molte occasioni per apprendere (primogenito e secondogeniti)
Caratteristiche 5] Nella bottega vigono relazioni gerarchiche, non paritarie, regolate del livello di padronanza del lavoro e della professione da svolgere: al vertice c'è chi conosce la professione in ogni suo aspetto, alla base coloro che con il mestiere hanno un rapporto marginale. -> La bottega è un universo in cui si accettano le differenze
Schema socialità di bottega Maestro Aiutante Appr. avanzato intermedio principiante operaio garzone
Da socialità povera ad una socialità … Povertà di figure funzionali Varietà di figure Povertà di relazioni Ricchezza di relazioni Povertà di incarichi e ruoli Ricchezza di incarichi e ruoli
LA DIMENSIONE METODOLOGICA
Metodologia d’aula: tra alti … E bassi
Metodologia d’aula 1] La didattica d’aula, proprio per come è configurata l’aula per il tempo e per le relazioni è, essenzialmente, di tipo trasmissivo - acquisitivo 2] E’ una didattica che, di norma, si regge su pratiche di parola e di scrittura (disegno, grafica, ecc. ) 3] L’insegnante è colui che segna dentro l’animo e la memoria del discente 4] I ruoli di docente e discente sono ruoli statici, che non si modificano nel tempo, e non dinamico evolutivi
Metodologia di bottega
Osservazioni 1] La didattica di bottega è, tendenzialmente, di tipo facilitante costruttivo 2] E’ una didattica che, di norma, si regge sul praticare o fare concreto. 3] Il maestro è colui che “parla, facendo” o “fa, parlando”; insomma; il maestro segna dentro non con le parole ma con le opere; è colui che mostra se stesso, mentre opera. Il discente, a sua volta, assume le vesti di apprendista, ossia di colui che “osserva/ascolta, facendo” oppure “fa, osservando/ ascoltando”; 4] I ruoli di maestro e apprendista non sono statici, ma evolvono nel tempo, nel senso che il ruolo del maestro diminuisce a misura del crescere dell’apprendista.
Sintesi Modalità trasmissivo acquisitiva Modalità facilitante costruttiva Centratura su insegnamento Centratura su apprendimento Bassa attivazione Alta attivazione Segnare dentro con la parola Segnare dentro con l’azione
FINE
Parola e scrittura 1] La parola e la scrittura sono il risultato di complessi processi di astrazione che ci allontanano sempre più dai contesti concreti. 2] Per esempio la scrittura alfabetica si presenta come astrazione dal disegno, mediante progressiva eliminazione di particolari non necessari.
De Bartolomeis La proposta di De Bartolomeis (Francesco de Bartolomeis, Sistema dei laboratori, Milano, Feltrinelli, 1978), che risale al 1969 e dal '72 viene sperimentata, delinea un radica le mutamento non solo nei metodi, ma anche nei contenuti e nelle finalità della scuola. [nella foto a 99 anni] Il 'sistema dei laboratori' infatti non affianca la scuola in funzione laboratori complementare, ma "è" la scuola ed è finalizzato alla produzione effettiva Il "prodotto" è, nello stesso tempo, la motivazione e la verifica delle attività di progettazione, programmazione, organizzazione ed esecuzione del lavoro intellettuale e manuale, da compiere mediante l’applicazione pratica del metodo della ricerca in tutte le sue fasi. Il 'sistema' è costituito da laboratori (organizzati e gestiti dagli studenti stessi e utilizzati in relazione laboratori alle diverse attività) forniti delle attrezzature tecnologiche e dei materiali necessari ai compiti più svariati: il centro di documentazione e produzione di informazioni, laboratori per le scienze sociali, per la sperimentazione scientifica, per le attività artistiche (pittura, scultura, grafica ecc. ), per la drammatizzazione, la palestra, la cucina, il laboratorio tecnologico (falegnameria, aggiustaggio), quello di matematica, di musica, fotografico; e inoltre gli spazi esterni, annessi o no alla scuola, in cui si possa o si debba operare. Ogni spazio o attrezzatura può essere utilizzato in maniera interdisciplinare o con funzioni di supporto agli altri.
PREMESSE • Perché si parla di competenze? Si parla di competenze perché esistono contesti in è richiesto un esercizio effettivo delle competenze: tali sono, per esempio, i contesti di vita, i contesti culturali e quelli professionali e di lavoro. • Esistono luoghi in cui si insegna e impara per competenze? Sì, esistono luoghi in cui si insegna e si apprende effettivamente per competenze: tali sono, per esempio, i luoghi di lavoro o le botteghe artigiane nelle loro diverse varianti storiche, comprese le meno nobili sorelle attuali, quali la scuola guida, le scuole di arti marziali, le scuola di cucina, la scuola di tennis, ecc.
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