Tiberio e Gaio Gracco erano due fratelli Di
Tiberio e Gaio Gracco, erano due fratelli Di buona famiglia. Entrambi ricevettero un'eccellente Educazione a opera dei migliori insegnanti provenienti dalla Grecia. Sia Tiberio , sia Gaio, crearono Delle riforme. Il primo ad essere eletto tribuno fu Tiberio.
Il progetto di riforma di Tiberio Gracco era tutto concentrato su una legge agraria che cercava di limitare gli abusi compiuti dai potenti sull'agro pubblico. Da allora in avanti non si sarebbe più potuto occupare più di una certa quantità di terra per nucleo familiare. Il terreno recuperato sarebbe servito a distribuzioni di piccoli lotti di terra tra gli ex contadini, cui sarebbero toccati in affitto. Tale riforma era tutt'altro che rivoluzionaria, poiché non limitava in alcun modo la proprietà privata (era infatti possibile possedere legalmente quantità infinite di terra), ma solamente l'illecita occupazione di suolo pubblico. Essa venne tuttavia recepita dall'aristocrazia romana come un vero sopruso e il suo promotore come un pericoloso sovversivo. Nonostante la resistenza del Senato, la legge fu però approvata, anche se i fondi per la sua attuazione dovevano ancora essere reperiti. Ciò indusse Tiberio, che era al termine del suo anno di carica, a candidarsi di nuovo al tribunato per l'anno seguente. L'opposizione senatoria ne approfittò per accusarlo di aspirare alla tirannide, e nel corso dei disordini che seguirono Tiberio venne ucciso. La sua opera però gli sopravvisse.
Passarono esattamente dieci anni quando Gaio, Il fratello di Tiberio, riuscì a farsi eleggere a sua volta tribuno. Le sue riforme furono molto più radicali: i lotti, frutto delle ridistribuzioni dell'agro pubblico, sarebbero diventati inalienabili. Inoltre, Gaio propose anche una riforma giudiziaria, la quale prevedeva che i tribunali venissero tolti al completo controllo dei senatori e in parte dati ai cavalieri, e una riforma che prevedeva la vendita del grano alla plebe romana a bassissimo costo (legge frumentaria). Queste leggi erano inaccettabili per i conservatori: scoppiarono gravi tumulti, alla fine dei quali Gaio scelse di farsi uccidere da un servo (121 a. C. ). Le riforme dei due fratelli furono abolite e nel giro di un decennio non ne rimase alcuna traccia. Tuttavia la loro opera finì per aprire un lunghissimo periodo di scontri interni ‒ noto col nome di guerre civili ‒ che durò esattamente un secolo
LA PRIMA GUERR CIVILE
Gaio Mario fu un uomo di politica del II secolo a. C. . Riuscì ad ottenere garanzia al suo ingegno e alla sua forza il consolato di Roma per ben 7 anni, cosa molto difficile. Mario era un homo novus, ovvero un uomo la cui famiglia non aveva mai detenuto delle cariche senatoriali quindi appunto NOVUS(nuovo). Egli, non avendo appigli per entrare in politica in modo facile, si distinse per le notevoli attitudini militari dimostrate in occasione dell'assedio di Numanzia, in Spagna, tanto da farsi notare da Publio Cornelio Scipione Emiliano. Mario parve fin dall'inizio molto interessato a far carriera politica in Roma stessa. . Per cinque volte consecutive, Mario fu rieletto Console (104 - 100 a. C. ). In questo periodo fu molto acclamato dalla plebe, Infatti fece molte riforme popolari, ma, venuto a contrasto con l'aristocratico Lucio Silla, sostenne una sanguinosa lotta civile con delle vicende che lo portarono ell'esilio in Africa: Egli però fu richiamato dall'Africa poichè c'erano dei disordini interni a Roma, quindi Mario tornò, e ottenne per la settima volta il consolato. Pochi giorni dopo, nell'86 a. C. , egli morì di febbre.
Lucio Cornelio Silla nacque a Roma nel 138 a. C. circa. Di antica e illustre famiglia aristocratica, si distinse durante la guerra giugurtina in qualità di questore agli ordini di Gaio Mario e nella guerra sociale (90 -88 a. C. ). Nell’ 88 a. C. fu eletto console. Intanto era scoppiata la guerra mitridatica (prende il nome da Mitridate VI, che all’epoca era il re del Ponto e grande nemico di Roma). Mitridate invase la provincia romana d’Asia sconfiggendo le truppe romane e ordinò di uccidere tutti i cittadini romani e italici presenti nella provincia. Passò poi in Macedonia e in Grecia, dove fu accolto come un liberatore. Il senato affidò il comando della guerra contro gli asiatici e i greci al console Lucio Cornelio Silla.
Alla fine del 91 a. C gli Alleati Italici , delusi nelle loro aspettative, prendono le armi contro Roma dopo aver formato uno stato federale indipendente. Inizio della Guerra Sociale combattuta nell'Italia centrale per tre anni fino a quando il senato concesse i diritti di cittadinanza a tutti gli Italici - 88 a. C. Mitridate re del Ponto aveva deciso di riunire in una grande lega tutti gli stati greci e asiatici dipendenti da Roma ed ordina lo sterminio di tutti i romani stanziati nell'Asia Minore. In seguito (88 a. C) il senato dichiara guerra a Mitridate e affida al console Silla la spedizione militare. Però dopo i gravi tumulti scoppiati a Roma(Mariani contro Sillani) il comando viene tolto a Silla e affidato a Mario. Silla marcia con l'esercito sulla capitale affronta Mario e lo costringe a rifugiarsi in Africa. Nel 87 a. C Silla parte per l'Oriente mentre Mario tornato dall'Africa a Roma, dà il via a feroci persecuzioni contro i sostenitori di Silla, prima di morire improvvisamente. Nel 82 a. C Silla tornato vittorioso dall'Oriente , assume la carica di dittatore a tempo indeterminato.
• Emanazione delle tavole di proscrizione(vengono eliminati anche nemici personali) • Fa approvare le leggi Cornelie per aumentare i poteri dell'aristocrazia senatoria § Svuota il potere dei cavalieri a livello giudiziario con la creazione di tribunali di soli senatori § Vieta ai tribuni della plebe di convocare il popolo e di parlare nelle assemblee, di accedere a cariche politiche superiori • Aumenta il numero dei senatori da 300 a 600 § Separa il potere civile e quello militare • Abolisce la censura per la carica senatoria § Ampliamento del pomerio dalla cinta esterna di • Le proposte ai comizi devono prima essere approvate dal senato Roma agli estremi limiti della parte peninsulare dell'Italia, per impedire che altri si imponesse nella politica con la forza delle armi.
Dopo la morte di Silla, Pompeo, Crasso e Cesare si unirono (primo Triumvirato) ripartendosi le cariche e opponendosi all'oligarchia senatoria. Morto Crasso, si trovarono di fronte Cesare e Pompeo. Cesare entrò in Roma con l'esercito e Pompeo fuggi in Epiro. Lo scontro di Farsalo, in Tessaglia, portò Cesare alla vittoria, al trionfale rientro in Italia e al dominio incontrastato. Alla morte di Cesare (ucciso dai repubblicani Bruto e Cassio) si contesero il potere, inizialmente alleati con Lepido (secondo Triumvirato), Antonio e Ottaviano. Con la vittoria di Ottaviano su Antonio ad Azio, sotto molti aspetti si tirarono le fila della intricata vicenda tardorepubblicana. All'inevitabile sbocco autoritario sul piano del governo corrispose un tentativo di restaurazione morale e religiosa che mirava a presentare all'opinione pubblica tradizionalista il nuovo ordine in termini di continuità con il vecchio
Il giovane Gneo Pompeo, già ufficiale di Silla, si mise in evidenza attraverso tre imprese. Nel 77 a. C. ebbe ragione di Marco Emilio Lepido che nell'Etruria e nella Cisalpina, aveva tentato di abolire la costituzione sillana. In Spagna nel 72 a. C. , domò l'insurrezione dei Lusitani guidata da Quinto Sertorio. In Italia, pose fine a una rivolta di schiavi guidata dal trace Spartaco nel 73 a. C. , e già affrontata dal generale Marco Licinio Crasso. Insieme a Pompeo e Crasso questo fu eletto console nel 70 a. C. ; allo scopo di diminuire l'attività del senato, i due restituirono l'autorità ai tribuni e il controllo dei processi ai cavalieri. Un altro uomo stava emergendo, Marco Tullio Cicerone, I'oratore che era riuscito a far condannare, per le molte ruberie, Verre, ex governatore della Sicilia. Nel 67 a. C. Pompeo, al comando di una potente flotta vinse i pirati che spadroneggiavano nel Mediterraneo. Nel 66 a. C. Mitridate, il re del Ponto, tentò una nuova offensiva contro Roma. Pompeo fu mandato in Oriente e, dopo il suicidio del re, conquistò la regione, fece della Siria e della Giudea due provincie romane e sottomise l'Armenia e la Bitinia.
Nel frattempo a Roma il partito dei popolari appoggiava Caio Giulio Cesare, un aristocratico simpatizzante di Mario. Un altro personaggio raccoglieva seguaci, promettendo l'allargamento della cittadinanza, la cancellazione dei debiti e la distribuzione di nuove terre, il sillano Lucio Sergio Catilina. Sconfitto da Cicerone nell'ascesa al consolato nel 63 a. C. , ordì una congiura. Cicerone lo smascherò in una seduta senatoria (le famose 4 orazioni Catilinarie), costringendolo a fuggire in Etruria dove poco dopo fu sconfitto e ucciso in battaglia. Rientrato dall'Oriente, Pompeo sciolse l'esercito e rinunciò a instaurare una dittatura, contestato dal senato per l'ordinamento dato all'Asia, si alleò con Cesare e Crasso formando il primo Triumvirato.
Il carattere di questo accordo fu soltanto privato, non istituzionale. Cesare ottenne il consolato nel 59 a. C. e fece approvare la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo. L'anno dopo ottenne il governo della Gallia Cisalpina e Narbonese. Arrivato in Gallia nel 58 a. C. , costrinse gli Elvezi a rinunciare alla Gallia Narbonese e il principe germanico Ariovisto al protettorato sugli Edui. Sconfitti anche Belgi e Aquitani (57 a. C. ), riorganizzò l'intera Gallia in una nuova provincia. Nel convegno di Lucca del 56 a. C. Cesare ottenne il comando in Gallia per un altro quinquennio, mentre Pompeo e Crasso ebbero nuovamente il consolato. Nel 53 a. C. Crasso morì in battaglia contro i Parti, che sbaragliarono l'esercito romano a Cana, in Siria. Pompeo e Cesare rimasero soli. Cesare si preparò alla conquista della Britannia, ma fu costretto a rientrare in Gallia per sedare la rivolta di Vercingetorige, re degli Arverni. Vintolo nel 52 a. C. , riuscì a pacificare l'intera Gallia (50 a. C. ). A Roma continuava la lotta tra popolari e conservatori. Il tribuno Publio Clodio, seguace di Cesare, fece esiliare Cicerone il quale fu richiamato da Pompeo. Scoppiarono tumulti e il senato incaricò Pompeo di riportare l'ordine. Egli si fece così eleggere unico console nel 51 a. C.
Cesare rimase in Gallia fino al 49 a. C. , quando il senato inviò un ultimatum con l'imposizione di abbandonare la provincia. Varcato il Rubicone (il fiume che divideva la Cisalpina dall'ltalia), Cesare marciò verso Roma. Era l'inizio della guerra civile. Pompeo, con il senato, fuggì in Oriente cercando d organizzare l'esercito. Lo scontro decisivo avvenne a Farsalo in Tessaglia (48 a. C. ). Cesare ebbe la meglio: Pompeo si rifugiò in Egitto presso Tolomeo XIV, il quale, per ottenere i favore di Cesare, lo fece uccidere a tradimento. Giunto in Egitto, Cesare affidò il trono a Cleopatra, sorella di Tolomeo della quale era divenuto l'amante. Nel 47 a. C. sconfisse Farnace figlio di Mitridate in Africa e in Spagna vinse definitivamente la resistenza dei pompeiani (46 -45 a. C. ). Tornato a Roma, ormai senza rivali, si dedicò a una serie di riforme economiche e sociali. Console dal 48 a. C. in poi, nel 46 fu nominato dittatore per dieci anni e, all'inizio del 44, dittatore a vita. Tale somma di poteri provocò il risentimento di uomini del suo partito. Alle Idi di marzo (il 15) del 44 a. C. , durante una riunione del senato, fu ucciso in una congiura dai repubblicani Bruto e Cassio
La successione a Cesare fu contesa da Antonio, generale di Cesare, e Ottaviano, un giovane adottato da Cesare col nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano. Dapprima Ottaviano cercò di affrontare il rivale ma, accortosi dell'opposizione del senato, fattosi nominare console, si alleò con lui. Nell'accordo entrò anche un altro generale, Marco Emilio Lepido. Fu così formato il secondo Triumvirato che ebbe il compito di elaborare una nuova costituzione. Tutti i rivali di Cesare entrarono nelle liste di proscrizione; vittime illustri furono Cicerone, Bruto e Cassio. I tre triumviri si spartirono l'Impero: Antonio ebbe la Gallia e l'Oriente, Lepido l'Africa e Ottaviano, pur restando in Italia, la Spagna. In seguito allo scontro tra Ottaviano e i seguaci di Antonio rimasti in Italia, fu stretto un nuovo accordo a Brindisi nel 40 a. C. , secondo il quale Antonio rinunciava alla Gallia. Lepido, che aveva aiutato Ottaviano a togliere a Sesto Pompeo (figlio di Gneo) la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, pretese per sé la Sicilia. Ottaviano, contrariato, gli tolse l'Africa e lo espulse dal Triumvirato lasciandogli soltanto la carica di Pontefice Massimo
Ottaviano divenne il padrone dell'Occidente e Antonio dell'Oriente. Nel 37 a. C. Antonio sposò Cleopatra, dimenticando il legame con Ottavia, sorella di Ottaviano. Iniziò inoltre a farsi adorare come un dio, secondo il modello orientale. Ciò indignava Ottaviano, difensore degli austeri valori romani, il quale, rinfacciando al rivale gli insuccessi contro i Parti, indusse il senato a privare Antonio della sua carica e a dichiarare guerra all'Egitto. Lo scontro decisivo avvenne ad Azio, davanti alle coste dell'Epiro, nel 31 a. C. Il generale Agrippa (distintosi nella guerra contro Sesto Pompeo), al comando delle legioni di Roma, ottenne una grande vittoria, costringendo Antonio e Cleopatra alla fuga ad Alessandria. I due si uccisero alcuni mesi dopo, quando seppero dell'arrivo delle truppe di Ottaviano. L'Egitto divenne una provincia romana e Ottaviano, rientrato a Roma nel 29 a. C. , fu accolto da grande trionfatore
§ Cleopatra Tea Filopatore, nota alla storiografia moderna come Cleopatra VII o semplicemente Cleopatra, è stata una regina egizia del periodo tolemaico. § Fu l'ultima regina del Regno tolemaico d'Egitto e l'ultima sovrana dell'età ellenistica che, con la sua morte, avrà definitivamente fine. Il nome Cleopatra deriva dal greco Kleopatra, che significa "gloria del padre" (kleos: gloria; patros: del padre). Fu anche una dei nemici più temuti per la Repubblica romana; oltre che disporre di una grossa flotta, di un esercito potente e di un regno ricco di risorse, infatti, aveva dalla sua parte anche un presumibile grande fascino, grazie al quale aveva sedotto due tra i più grandi condottieri romani: Giulio Cesare e Marco Antonio. § I Tolomei, secondo la loro dinastia, parlavano greco, rifiutandosi di imparare la lingua egizia, che era considerata una lingua "non ufficiale" del regno; in opposizione a ciò Cleopatra studiò ed imparò perfettamente anche l'egizio, ponendosi nei confronti del popolo come la reincarnazione della dea Iside. Oggi è probabilmente la più famosa di tutti i sovrani dell‘Antico Egittoed è conosciuta con il nome di Cleopatra, anche se fu la settima e ultima regina a possedere quel nome. Cleopatra comunque non fu mai di fatto l'unica sovrana dell'Egitto, avendo regnato insieme al padre, al fratellomarito e al figlio.
§ La città è, adesso, ufficialmente nelle mani di Ottaviano che diventa, in pratica, il primo imperatore romano. Egli assume su di se' tutti i poteri (tribunato della plebe, proconsolato di tutto l'impero, carica di pontefice massimo) senza abbattere la Repubblica----> non voleva apparire al popolo come un monarca e quindi questi poteri, se se presi singolarmente, rispettavano i princìpi della Repubblica, ma, se li si sommava, erano a tutti gli effetti i poteri di un dittatore. Inoltre, non volle farsi chiamare "re" o "dittatore", ma scelse come prenome la parola "imperatore", come nome Cesare e come cognome Augusto.
Ottaviano Augusto dirige le sorti di Roma per più di 40 anni, riformando l’economia, l’esercito e creando nuove istituzioni, fra cui il Catasto che registra tutte le proprietà dell’impero ed il Censimento della popolazione. Il popolo romano, stremato da 50 anni di guerre civili, non desiderava altro che pace e tranquillità, per questo Ottaviano congedò molti soldati riducendo l'esercito ridusse anche il salario che lo stato doveva sborsare per pagarli. § annullò i debiti dei privati cittadini nei confronti dello stato § tolse molti poteri "effettivi" al Senato, conferendo cariche praticamente inutili, ma ben pagate, ai senatori, i quali accettarono di buon grado lo stato delle cose § fece dei cavalieri la classe dirigente di Roma- ad essi è affidato il comando dei Pretoriani (la guardia armata), della prefettura della flotta e dell'annona. § La classe media (commercianti e artigiani) apprezza l'operato di Ottaviano perché in tempo di pace anche il commercio fiorisce e anche la plebe lo sostiene perché egli si dimostra attento ai bisogni dei più poveri (organizzazione di giochi nel circo e distribuzione gratuita di grano).
Insieme alla pace, Ottaviano è intenzionato a restaurare anche gli antichi costumi e i valori della tradizione romana che si erano perduti durante le guerre civili, leggi contro il lusso e l'adulterio, per scoraggiare il divorzio, il celibato e la mancanza di prole. In questo viene aiutato dall'amico Mecenate che è incaricato di scegliere i letterati migliori per esaltare le antiche virtù della storia di Roma. Autori come Virgilio, Orazio, Livio e Tibullo diffondono, attraverso i loro scritti, i valori morali e religiosi più tradizionali. Oltre a questo, Ottaviano fece restaurare templi e vecchi edifici, fece costruire nuove piazze, portici e basiliche (Pantheon, Teatro di Marcello, Ara Pacis).
Anche se sarebbe stato compito del Senato designare il suo successore, Ottaviano fece in modo di stabilire una successione di tipo ereditario: il potere, alla sua morte, passò infatti nelle mani di Tiberio (figlio di primo letto della sua seconda moglie, Livia Drusilla)
§ La politica di Tiberio, imperatore dal 14 al 37 d. C. , fu inizialmente abile e prudente, volta a proteggere i confini dello Stato, senza tentare nuove espansioni. La svolta nel regno di Tiberio la si ebbe nel 23 d. C. quando il pretore Seiano iniziò a crearsi un forte potere personale: ottenuta la fiducia di Tiberio che, allontanatosi da Roma verso la famosa villa Iovis a Capri, lasciò di fatto Roma nelle mani di Seiano, che dominò la vita politica dell’urbe, facendo credere a Tiberio di essere semplicemente un portavoce delle idee di Tiberio stesso. Ma dopo la richiesta di ottenere in sposa Lavilla, vedova di un figlio di Tiberio, Druso, l’imperatore s’insospettitosi e lo fece arrestare e condannare a morte. Gli ultimi anni del regno di Tiberio non furono certamente felici: scoppiò una crisi finanziaria e si acuirono i contrasti con il senato. Ci furono, inoltre, parecchi scontri tra filoseiani e tiberiani. Alla morte di Tiberio nel 37 d. C. gli succedette Gaio, detto Caligola, unico sopravvissuto dei figli di Germanico, marito di Agrippina.
Alla morte di Tiberio, succedette Caligola, in un periodo di fortissime tensioni dinastiche e senatoriali. Caligola riuscì ad accaparrarsi il consenso sia dei pretoriani che della popolazione, inaugurando una politica stravagante e rischiosa, fatta di donazioni, grandi spettacoli e imponenti piani edilizi. Tutti questi svaghi e lasciti portarono presto al collasso le casse statali. Inoltre, l’ideale di Caligola era quello di instaurare una monarchia assoluta e di divenire un sovrano sul modello orientale. Nel 41 d. C. in seguito a diversi tentativi, fu, in fine, ucciso da una congiura dei pretoriani che consegnarono il potere allo zio di Caligola, Claudio.
Claudio regna dal 41 -54 d. c. , secondo la leggenda quando gli annunciarono che sarebbe diventato Claudio fu trovato in un tendone temendo di essere ucciso dai congiurati dell’imperatore precedente (Caligola, suo nipote). Claudio tra l’altro, all’inizio fu considerato da Tiberio un incapace ma quando salì al trono dimostrò di essere un buon imperatore (sale avendo già 54 anni) purtroppo fu vittima delle ambizioni sfrenate delle sue due mogli: § Messalina, donna dai costumi dissoluti e con molti amanti. Da lei l'Imperatore ha due figli Ottavia e Brittanico. Agrippina, aveva già un figlio, Lucio Domizio Nobardo, che costringerà in seguito Claudio ad adottare e che successivamente si chiamerà Nerone.
Nerone, figlio di Agrippina Minore e Domizio Enobarbo, viene adottato da Claudio nel 50 d. C. per volontà della madre, cugina e moglie in seconde nozze dell'imperatore. Per evitare che sia l'altro figlio, Britannico, ad ereditare il trono, Agrippina uccide il marito avvelenandolo, d'accordo con i pretoriani guidati da Sesto Afranio Burro. Nerone, dunque, viene nominato imperatore. Nell'anno successivo, il 55 d. C. , anche a Britannico spetta la stessa sorte del padre. Agrippina si dimostra una presenza scomoda e ingombrante, opponendosi, tra l'altro, all'ingresso in famiglia di Poppea Sabina, donna nobile e bella di cui Nerone si era innamorato. Proprio per questo motivo, Nerone uccide la madre, mascherando l'evento come un suicidio. Nel luglio del 64 d. C. scoppia un incendio a Roma e viene sospettato come colpevole: secondo le accuse avrebbe, infatti, compiuto il gesto per poter mettere in opera i propri progetti edilizi.
Dopo il suicidio di Nerone, ci fu una guerra civile e l’assenza di un sistema accettato per la successione del potere determinò un nuovo periodo di guerre intestine. Il potere era in mano, ormai, alle legioni, tanto che nel giro di due anni, si susseguirono quattro imperatori, tutti acclamati dall’esercito. Questi quattro imperatori, Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano, si combatterono l’uno con l’altro, ognuno a capo della propria legione: Galba, vecchio e poco energico (così ce lo descrive Tacito nelle Storie) fu presto spodestato da Otone, il quale fu costretto alla resa dalle truppe di Vitellio, che discese dalla Germania con le sue truppe e il cui scontro con Otone fu un vero e proprio bagno di sangue. Sia Otone che Vitellio vengono considerati da Tacito come due dissoluti ed inetti, la cui brama del potere non era sostenuta da una reale capacità politica. Vespasiano, generale delle truppe in Oriente, fu il primo imperatore di stirpe orientale, il sintomo del cambiamento di importanza della parte Orientale dell’Impero rispetto a quella Occidentale. Vespasiano viene descritto da Tacito come un uomo intelligente, saggio, sebbene un po’ avanti negli anni. Alla fine dei combattimenti, dunque, ne uscì vincitore Vespasiano nel 69 d. C. inaugurando la dinastia flavia.
Come detto Vespasiano fu l’iniziatore della dinastia dei Flavi. Come i suoi futuri successori, si contraddistinse per il rigido impegno nell’amministrazione imperiale. Vespasiano dovette fronteggiare il grande deficit lasciato intatto da Nerone, ereditato da Caligola: i provvedimenti dovuti alla crisi economica lo resero noto come un tirchio, rimpinguando le casse dello Stato: d’altra parte, il popolo giudica il benessere dello Stato esclusivamente sulla base del proprio personale interesse, così che lo scarso amore per le elargizioni pubbliche, che avevano costituito la base del consenso di altri imperatori, imposero l’immagine di Vespasiano come quella di un Imperatore avaro; . Nel 70 d. C. Vespasiano s’impadronì di Gerusalemme, e Tito distrusse il famoso tempio, di cui oggi rimane solo il muro del piano e fu l’inizio della diaspora. Così fu la conquista della Giudea. Con il denaro del bottino di guerra ricostruì il Campidoglio e finì di costruire il Colosseo e il Foro della Pace. Dal 70 d. C. si impegnò nei confini germanici ristabilendo l’ordine nelle comunità germaniche romane. Complessivamente Vespasiano godette di un certo consenso e alla sua morte nel 79 d. C. gli succedette il figlio Tito.
§ Tito regnò per un periodo molto breve, ma riuscì ugualmente a godere di una forte stima (era noto con l’appellativo “delizia del genere umano”). Portò a compimento la costruzione del Colosseo, ottenne vittorie importanti contro la sedizione degli ebrei ed ebbe modo di vivere durante la distruzione di Pompei ed Ercolano a causa dell’eruzione del Vesuvio come ci racconta Plinio il vecchio.
§ Domiziano era il fratello di Tito. Nel 83 d. C. dopo una campagna vittoriosa combattuta contro i Chatti, sul medio Reno in Germania, iniziò la costruzione di grandi accampamenti militari nei limes; per aumentare maggiormente la difesa dei confini, Domiziano fece costruire delle mura che partivano da un accampamento e finivano in un altro. Nel 85 d. C. si andò profilando il problema della Dacia: dovette stipulare una pace con re Decebalo che era riuscito a unificare le varie tribù e rendersi sufficientemente potente da porre problemi concreti ai Romani. Lo stile autocratico della sua politica costò caro a Domiziano, che si faceva chiamare “signore e dio”. Nel 96 d. C. cadde vittima di una congiura e il senato, dopo la sua morte, decretò la damnatio memoriae: l’abbattimento di tutte le sue statue e la cancellazione di tutte le sue iscrizioni, in modo che la sua memoria ne venisse per sempre cancellata.
§ Il II secolo è tradizionalmente considerato come il periodo più prospero dell’impero romano. Questo è il secolo in cui gli imperatori più che succedersi per dinastia, si succedono per capacità: non è più necessario che salga al trono un figlio dell’Imperatore ma piuttosto una persona precedentemente designata con capacità di uomo politico.
§ Nerva attuò il "Processo di Damnatio Memoriae" per Domiziano, cercando di cancellare tutto ciò che lo riguardava da tanto il suo governo era stato disprezzato. Egli aveva una cultura giuridica e fece perciò fare nuove leggi; donò denaro e della terre ai nullatenenti , seguì una politica filosenatoriale e liberò i prigionieri nel Carcere Mamortino che erano stati imprigionati durante Domiziano. Fece una politica di contenimento delle spese e adattò come suo successore il generale Traiano.
§ Traiano apparteneva all’aristocrazia romana provinciale: fu lui il primo imperatore non italico. Questo era un uomo dalla grande esperienza militare ma anche dal forte senso di appartenenza al senato: pur non essendo un aristocratico della città di Roma, aveva ben chiaro i costumi virtuosi dell’Impero. Per contrastare la nuova crisi monetaria che era sorta, Roma aveva bisogno di regioni ricche di oro: Traiano intravide nella Dacia la regione adatta allo scopo. Conquistata, fece altre campagne militari, prima in Arabia e poi contro i Parti. Traiano richiamato a fronteggiare una rivolta degli ebrei scoppiata in Mesopotamia ed estasi anche a Cirene ed altre province orientali, decise di abbandonare le nuove conquiste, e colpito da una grave malattia, morì in Cilicia.
Tacito nacque nella Gallia Narbonese tra il 55 e il 58 d. C. da una famiglia di discendenza senatoria. Frequentò la scuola oratoria di Roma, sposò la figli di Giulio Agricola (statista e comandante militare) ed iniziò la sua carriera politica sotto la pioggia (Vespasiano, Tito e Domiziano) diventò questore, tribuno della plebe e pretore. Successivamente si allontanò da Roma probabilmente per comandare una legione. Fu proclamato console suffectus probabilmente da Domiziano. Quando il regno di Domiziano finì subentrarono al suo posto Nerva e Traiano, e proprio in questo periodo Tacito iniziò a scrivere l’”Agricola”, “Germania”, “Historie” e “Annales”. Fu un abile oratore in coppia con Plinio il Giovane. Si pensa che il 117 d. C. sia la data della morte di Tacito.
§ Successore di Traiano (98 -117) fu Adriano , nato il 24 gennaio del 76 , proveniva dall’aristocrazia spagnola, come Traiano. Adriano era un uomo colto e raffinato, amante della cultura greca; a differenza dei suoi predecessori, viaggiò moltissimo e in ogni angolo dell’impero, per compiere ispezioni e risolvere problemi locali, ma anche per gusto personale e per autentico interesse culturale. La stessa aristocrazia senatoria aveva ormai conosciuto un profondo rinnovamento. Diversa era anche la mentalità di questa nuova aristocrazia, più cosmopolita e interessata in particolare alla cultura greca, la quale costituiva un forte elemento di coesione fra le classi più ricche e più colte. Non a caso, fu Atene una delle mete principali dei viaggi di Adriano, nei quali si manifestava il suo ideale di sincretismo culturale. La pace e la stabilità politica furono i fondamentali obiettivi di governo dell’imperatore Adriano. A differenza di Traiano, Adriano condusse una politica estera difensiva e mirante alla sicurezza. Adriano, infatti, rafforzò e organizzò in modo efficiente il consilium principis, il ristretto nucleo di esperti e consiglieri che collaboravano con lui: pur nel rispetto della tradizione senatoria, il perno attorno al quale ruotava lo stato era più che mai il principato. Adriano morì di edema polmonare nella sua residenza estiva di Baia, il 10 luglio del 138. Si era posto per tempo il problema della successione, adottando Tito Aurelio Antonino, detto Antonino Pio.
Il primo fu Antonino Pio , adottato da Adriano e a lui molto devoto. Riuscì ad ottenere per lui dal senato gli stessi onori divini. Proseguì la linea paterna con la pax romana.
Inizialmente fu una Diarchia, poi Lucio Vero muore. Marco Aurelio fu famoso per il suo scritto , opera filosofica dove descrive la consapevolezza del senso di fragilità e di insicurezza dell'individuo di fronte a tutto il mondo. Per il tempo , quest'opera decisamente rivoluzionaria. Il suo impero , comunque , segnò l'inizio della crisi: I parti invasero la Siria e furono respinti con molto sforzo , ma portarono la peste bubbonica. Essa si propagò in tutto l'impero portando carestia. In più anche sul fronte del Danubio e dei Germani ci furono dei problemi. Nel frattempo si continuava la Colonna Aureliana per celebrare le vittorie sul Danubio e l'impero.
Marco Aurelio Commodo, detto Commodo, della dinastia degli antonini , nacque a Lanuvio nel 160. Marco Aurelio fu nominato Imperator Commodo nel 176 Da Augusto. Commodo Bruzia Crispina, figlio di Commodo , accompagnò suo padre sul fronte del Danubio che morì dopo qualche anno, lasciandolo erede a soli 19 anni.
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