The Holocaust Martyrs and Heroes Remembrance Authority The
The Holocaust Martyrs’ and Heroes’ Remembrance Authority The International School for Holocaust Studies Prof. ssa Silvia Guetta Ph. D guetta@unifi. it
§ Introduzione al tema § Le domande che introducono alla conoscenza dei genocidi § L’unicità della Shoah § L’essere umano al centro di ogni percorso § Considerazioni conclusive
§ Nel 1944, nel libro Axis Rule In Occupied Europe, l’avvocato ebreo polacco, Raphael Lemkin (1900 -1959), considerando cosa era successo agli Armeni sotto l’Impero Ottomano collega le politiche naziste di sterminio sistematico per la distruzione degli Ebrei e gli altri genocidi perpetuati. § Coniò la parola “genocidio” unendo il prefisso geno-, dal greco razza o tribù, con il suffisso -cidio, dal latino uccidere.
§ Adopted by Resolution 260 (III) A of the United Nations General Assembly on 9 December 1948. § Le Alte Parti Contraenti, considerando che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella Risoluzione 96 (1) dell’ 11 dicembre 1946 ha dichiarato che il genocidio è un crimine di diritto internazionale, contrario allo spirito e ai fini delle Nazioni Unite e condannato dal mondo civile; riconoscendo che il genocidio in tutte le epoche storiche ha inflitto gravi perdite all’umanità; convinte che la cooperazione internazionale è necessaria per liberare l’umanità da un flagello così odioso, convengono quanto segue: § Art. I Le Parti contraenti confermano che il genocidio, sia che venga commesso in tempo di pace sia che venga commesso in tempo di guerra, è un crimine di diritto internazionale che esse si impegnano a prevenire ed a punire.
§ Art. II Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, § § commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro. Art. III Saranno puniti i seguenti atti: a) il genocidio; b) l’intesa mirante a commettere genocidio; c) l’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio; d) il tentativo di genocidio; e) la complicità nel genocidio. Art. IV Le persone che commettono il genocidio o uno degli atti elencati nell’articolo III saranno punite, sia che rivestano la qualità di governanti costituzionalmente responsabili 1 o che siano funzionari pubblici o individui privati. Art. V Le Parti contraenti si impegnano ad emanare, in conformità alle loro rispettive Costituzioni, le leggi necessarie per dare attuazione alle disposizioni della presente Convenzione, e in particolare a prevedere sanzioni penali efficaci per le persone colpevoli di genocidio o di uno degli altri atti elencati nell’articolo III. Art. VI Le persone accusate di genocidio o di uno degli altri atti elencati nell’articolo III saranno processate dai tribunali competenti dello Stato nel cui territorio l’atto sia stato commesso, o dal tribunale penale internazionale competente rispetto a quelle Parti contraenti che ne abbiano riconosciuto la giurisdizione.
CRIMES AGAINST HUMANITY § Defined in the Rome Statute of the International Criminal Court as “Acts that are part of a widespread or systematic attack directed against any civilian population, with knowledge of the attack: a) Omicidio; b) Sterminio; c) Riduzione in schiavitù; d) Deportazione o trasferimento forzato della popolazione; e) Imprigionamento o altre gravi forme di privazione della libertà personale in violazione di norme fondamentali di diritto internazionale; f) Tortura; g)Stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata o altre forme di violenza sessuale di analoga gravità; h)Persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di propria identità, ispirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale ai sensi del paragrafo 3, o da altre ragioni universalmente riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto internazionale, collegate ad atti previsti dalle disposizioni del presente paragrafo o a crimini di competenza della Corte; i) Sparizione forzata di persone; j) Crimine di apartheid; k) Altri atti inumani di analogo carattere diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale.
§ WAR CRIMES I crimini di guerra possono essere commessi contro una varietà di tipologie di vittime, sia combattenti che non combattenti. a) Gravi violazioni della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 , vale a dire uno qualsiasi dei seguenti atti posti in essere contro persone o beni protetti dalle norme delle Convenzioni di Ginevra: i) omicidio volontario; ii) tortura o trattamenti inumani, compresi gli esperimenti biologici; iii) cagionare volontariamente grandi sofferenze o gravi lesioni all’integrità fisica o alla salute;
ETHNIC CLEANSING § Il termine pulizia etnica è entrato a far parte del vocabolario internazionale a partire dal 1992, allorché la Commissione dei diritti umani, in una sessione speciale in cui analizzava la situazione nella ex Jugoslavia, e la sotto-Commissione per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione delle minoranze condannarono quelle politiche finalizzate alla creazione di un'area etnicamente omogenea o pura, forzando le persone o determinati gruppi ad allontanarsene mediante l'uso della forza. § The Final Report of the Commission of Experts Established Pursuant to United Nations Security Council Resolution 780 (1992) ha usato il termine per descrivere «Una politica mirata di un gruppo etnico o religioso usata per rimuovere con mezzi violenti e terroristici la popolazione civile di un altro gruppo etnico o religioso da determinate aree geografiche»
§ Che cosa ha causato il genocidio e in quali contesti si è sviluppato? § Come ha preso mano il genocidio una volta che si è sviluppato e quali fattori sono entrati in gioco? § Qual è stato il ruolo delle ideologie e della propaganda in mobilitare la violenza delle masse? § Come ha avuto termine il genocidio? I poteri militari esterni sono intervenuti? § Che cosa è successo alle società dopo il genocidio? Il genocidio è stato riconosciuto? § In che modo è stata fatta luce sulle responsabilità dei fatti? § Come sono state trattate le vittime e cosa è stato riconosciuto loro? § Nella storia del Paese è stato lasciato lo spazio alla memoria? Ci sono stati processi di riconciliazione? § È possibile individuare persone che hanno aiutato o hanno cercato di fermare la violenza? § Il genocidio poteva essere impedito? § Quali significato hanno per noi e per i nostri studenti la conoscenza dei processi che hanno portato allo svolgersi della Shoah e gli altri genocidi? § Quali sono gli obiettivi cognitivi, conoscitivi, comportamentali affettivi ed emotivi che consideriamo prioritari nell’affrontare queste tematiche? § Siamo consapevoli che trattando questi argomenti sia necessario dare gli strumenti per esplorare la dimensione oscura/violenta dell’educazione? § Quanto sono disposto/a elaborare con gli studenti un nuovo approccio educativo in funzione di una formazione fondata sulla comunicazione non violenta, la cittadinanza globale, la salvaguardia delle appartenenze, le responsabilità verso l’ambiente? § Siamo d’accordo nell’affermare che quanto successo poteva non accadere? E quale implicazione ha questo nella nostra proposta educativa? § Com’è possibile educare al comune senso di appartenenza della Comunità Umana e Comune Umanità?
Global Citizenship refers to a sense of belonging to the global community and a common sense of humanity, with its presumed members experiencing solidarity and collective identity among themselves and collective responsibility at the global level. (UNESCO. 2016. The ABCs of Global Citizenship Education. ) Global Citizenship Education (GCED) is a framing paradigm that encapsulates how education can develop the knowledge, skills, values and attitudes learners need for securing a world that is more just, peaceful, tolerant, inclusive, secure and sustainable. GCED has three conceptual dimensions. The cognitive dimension concerns the learners’ acquisition of knowledge, understanding and critical thinking. The socio-emotional dimension relates to the learners’ sense of belonging to a common humanity, sharing values and responsibilities, empathy, solidarity and respect for differences and diversity. The behavioral dimension expects the learners to act responsibly at local, national and global levels for a more peaceful and sustainable world. (UNESCO. 2015. Global Citizenship Education-Topics and learning objectives) Human Rights Education comprises “activities aimed at promoting universal respect for and observance of all human rights and fundamental freedoms and thus contributing, inter alia, to the prevention of human rights violations and abuses by providing persons with knowledge, skills, and understanding, and developing their attitudes and behaviors, to empower them to contribute to the building and promotion of a universal culture of human rights”. (United Nations General Assembly Resolution on Human Rights Education and Training A/Res/66/137, 2011).
Genocide Education refers to education about patterns and trends in the phenomenon of genocide and/or about the causes, nature and impact of particular instances of genocide. Peace Education promotes a Culture of Peace, which according to the United Nations General Assembly Resolution A/RES/52/13 (1998) consists of “values, attitudes and behaviors that reflect and inspire social interaction and sharing based on the principles of freedom, justice and democracy, all human rights, tolerance and solidarity, that reject violence and endeavor to prevent conflicts by tackling their root causes to solve problems through dialogue and negotiation and that guarantee the full exercise of all rights and the means to participate fully in the development process of their society”. Reconciliation Education is a methodology “to promote tolerance, inclusiveness, and ability to deal with conflict nonviolently, and the capacity to think critically and question assumptions that could again be manipulated to instigate conflict”. (Cole, E. (Ed. ) 2007. Teaching the Violent Past: History Education and Reconciliation. Rowman and Littlefield, p. 2).
§ Per molti autori i processi, le dinamiche, gli eventi, le azioni che hanno coinvolto le persone durante la Shoah, costituiscono i punti di riferimento nella lettura di ciò che può accadere quando viene usata la violenza. § La Shoah diventa un concetto universale perché è un problema universale in quanto è gli esseri umani, non importa dove, sono costruito un sistema specificamente orientato a distruggere l’umanità. § Yehuda Bauer riflette ampiamente su queste tematiche e sottolinea che ci sono primariamente 4 aspetti che nello studiare e riflettere sull’agire umano, delineano l’unicità della Shoah: 1. Totalità 2. Globalità 3. Ideologia 4. Disumanizzazione/umiliazione totali
1. Totalità tutti gli ebrei del mondo dovevano essere uccisi, la cultura eliminata, l’estirpazione doveva essere radicale. 2. Globalità tutte le persone di origine ebraica di tutto il mondo dovevano essere incluse nelle sterminio. 3. Ideologia costruita su questioni astratte, su accuse e su problemi sociali fantasiosi. Utilizzo e sostegno della pseudoscienza. 4. Disumanizzazione/umiliazione totale a partire dalle normative e dalle leggi contro gli ebrei viene avviato un processo di umiliazione con l’obiettivo di rendere le vittime colpevoli di loro stesse e del loro destino.
§ 5. L’uso dei morti § I corpi delle vittime vengono usati industrialmente e servono all’economia
§ Una delle questioni che attiva la riflessione verso l’educazione morale è quella della giustizia. § Come si declina la giustizia e cosa significa fare? § Parlare di giustizia implica che si faccia luce sulle responsabilità umane, sui comportamenti umani, sulle politiche della prevenzione e della punizione. Si sta quindi parlando dei perpetratori - coloro che hanno commesso la violenza «diretta e indiretta» § Un aspetto della giustizia importante è quello che riguarda le vittime e gli spettatori casuali COSA INTENDIAMO CON QUESTE DEFINIZIONI?
Se il dare valore al rispetto della dignità di ogni essere umano § Chi si è occupato di esplorare gli aspetti umani di ciò che è accaduto? quali processi culturali, storici e di riconciliazione si sono sviluppati dopo i genocidi? § Il riferimento alla questione della giustizia per coloro che sono morti, implica: § Coloro che sono morti con possono più raccontare della loro vita, non possono chiedere giustizia, non possono perdonare o condannare, non possono avere futuro. § Tutto si è spezzato con violenza e la loro perdita è fonte di sofferenza per coloro che sono sopravvissuti. § Quale riconoscimento viene dato alle vittime, quale dibattito si apre intorno a cosa ha portato a essere tali, può aprire ad analisi e percorsi educativo/didattici importanti § La memoria dei genocidi tra un suo senso, soprattutto in ambito educativo, se viene esplorata la storia di vita delle persone che sono state travolte dalla violenza di altri esseri umani. § Yad Vashem insegna che è possibile tracciare delle storie di vita delle persone, anche dai piccoli oggetti ritrovati o dagli scritti che ci sono stati lasciati o sono stati trovati, dalle foto, dai video e altre tipologie di immagini. Sappiamo che nessuna storia è assoluta e niente può dare completezza a ciò che è avvenuto, ma tutte sono fondamentali per la costruzione di quadro generale su quello che è accaduto.
§ Conoscere l’Altro o la reciproca conoscenza non è una condizione che previene la violenza § La Shoah mostra chiaramente che non c’è una diretta conseguenza tra il subire violenza e perpetuare violenza
§ Considerare come priorità educativa la formazione degli strumenti necessari per gestire, risolvere, mediare i conflitti e le controverse con approcci pacifici. § Attivare sempre la sollecitazione al senso di responsabilità delle persone, all’impegno sociale per il benessere di se stessi e degli altri e la ricerca dei mezzi che possono aiutare a decostruire le differenti forme di violenza. § Costruire il percorso di riflessione sulle questioni della violenza, della Shoah e del secolo dei genocidi in modo collegiale in una prospettiva di continuità colleghi e dove è possibile attraverso percorsi di continuità educativo-didattica. § Sollecitare domande e richieste da parte degli studenti mostrando chiaramente il bisogno da parte di tutti di doversi documentare per rispondere, di doversi rifare ad un quadro di complessità che richiede tempo, analisi, collegamenti e questioni. § Creare gli spazi per esplorare insieme agli studenti quali sono le informazioni che vengono trovate nella rete, quali sono le letture che ne vengono date, quali aspetti sono rilevanti per loro.
§ La Shoah ha una sua unicità, ma le questione che richiede di esplorare e analizzare diventano un paradigma interpretativo per affrontare la conoscenza di altri genocidi. § Ogni storia ha la sua unicità e l’uso dei termini o di un lessico non appropriato rappresenta un’offesa alla dignità umana. § È necessario mantenere lo sguardo sul rapporto tra individuale e universale/ locale e globale § La complessità dell’essere umano va mantenuta al centro di ogni percorso formativo § Gli esseri umani sono capaci di commettere ciò che è stato commesso e per questo l’educazione deve interrogarsi sul suo ruolo e sul come prevenire ogni forma di violenza.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE Se avete domande sono a disposizione guetta@unifi. it
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