Test neuropsicologici per la diagnosi dei disturbi cognitivi
Test neuropsicologici per la diagnosi dei disturbi cognitivi Este, 25 novembre 2017 Dott. ssa Alessia Sturaro
Alice: «Ho iniziato a dimenticare delle cose, cose fastidiose… parole e nomi. Mi sono ritrovata persa, completamente persa all’interno del campus» . (Film «Still Alice» . 2014. Regia: Richard Glatzer e Wash Westmoreland) Iris: «Le idee non riesco a metterle insieme, mi dimentico sempre i nomi» . ( Film «Iris: un amore vero» . 2001. Regia: Richard Eyre) Alice: «È come se qualcosa sembrasse sparire dentro di me…. La sensazione è che il mio cervello stia morendo e tutto ciò per cui ho lavorato una vita se ne stia andando» . Alice: «Odio quello che mi sta succedendo… non so cosa potrei combinare ad una cena. Potrei non ricordare i nomi, non rispondere a semplici domande, se poi mi domandassero un aneddoto? . . . Vorrei avere il cancro … non proverei tutta questa vergogna» . Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Chi è il neuropsicologo? È lo specialista che si occupa della valutazione delle funzioni cognitive (memoria, linguaggio, attenzione, funzioni esecutive, percezione degli oggetti, prassie) e dei loro disturbi. Effettua una valutazione delle funzioni cognitive in seguito ad una lesione cerebrale (ictus, ischemia, trauma cranico) o ad una patologia degenerativa (demenza) e si interessa in seguito della loro riabilitazione o stimolazione. Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Quali sintomi suggeriscono la necessità di una valutazione neuropsicologica? La persona ha difficoltà nello svolgere i seguenti compiti: Difficoltà ad apprendere e ricordare nuove informazioni (è ripetitivo, non ricorda il contenuto di informazioni recenti, perde frequentemente gli oggetti) Difficoltà ad eseguire compiti complessi cioè attività che richiedono più fasi in sequenza (preparare il pranzo o la moka del caffè) Disorientamento spaziale e temporale (non conosce la propria età, si perde in luoghi familiari, non ritrova la via di casa) Difficoltà nel linguaggio (ha difficoltà a trovare le parole per esprimersi –anomie- , non riesce a denominare gli oggetti –uso di parole pass-par-tout-) Modificazioni comportamentali (persona è più passiva e disinteressata o è più irritabile, sospettosa, fa accuse infondate) Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Perché fare una valutazione neuropsicologica? Discriminare l’invecchiamento normale dall’invecchiamento patologico Discriminare un disturbo organico da un disturbo funzionale Definire il livello di gravità dei deficit cognitivi Differenziare il tipo di demenza Permette di mettere a punto un trattamento di riabilitazione/stimolazione cognitiva e di verificarne l’efficacia Permette di certificare la presenza di danni neuropsicologi e di disturbi comportamentali, sia in sede peritale che ai fin dell’ottenimento dell’invalidità civile. Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Perché è importante una diagnosi precoce? l'inizio di terapie farmacologiche possono ritardare la progressione della malattia l'inizio di terapie di stimolazione cognitiva che possono potenziare la performance cognitiva del paziente sfruttando la sua non completa compromissione dei circuiti neuronali l'attuazione tempestiva da parte del paziente e della famiglia di misure necessarie per risolvere i problemi connessi con la progressione di malattia. un tempestivo intervento sulle cause delle demenze reversibili Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
La valutazione neuropsicologica indaga: Il funzionamento cognitivo (memoria, linguaggio, attenzione, prassie, funzioni esecutive ecc. ) La funzionalità nella vita quotidiana (in relazione al proprio ambiente e alla propria persona) �Disturbi del comportamento e/o dell’umore (Deliri, Allucinazioni, Agitazione/aggressività, Depressione, Ansia, Euforia, Apatia, Disinibizione, Irritabilità, Attività motoria aberrante, Disturbo del sonno, Disturbo dell’appetito e dell’alimentazione) Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
La valutazione neuropsicologica si suddivide in tre fasi: 1. Colloquio 2. Valutazione testistica 3. Restituzione Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Durante il colloquio iniziale si indagano: • Dati anamnestici (madre, padre, fratelli, referti esami di neuroimmagine, terapia farmacologica ecc. ) • Consapevolezza rispetto ai propri disturbi • Paure ed aspettative rispetto ai disturbi • Aspetti linguistici (fluenza dell’eloquio, comprensione, scelta lessicale, contenuto semantico, competenza sintattica, presenza di anomie, circonlocuzioni, ripetizioni) • Aspetti di relazione (collaborazione, concentrazione, postura e gestualità) • Stato emotivo (ansioso, aggressivo, disinibito, apatico, distratto, depresso, euforico, preoccupato, assonnato, adeguato) • Eventuale presenza di disturbi del pensiero e del comportamento • Interferenza dei disturbi sul funzionamento quotidiano (Autonomie quotidiane e strumentali) Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
La valutazione testistica è condotta utilizzando: Strumenti orientativi (aiutano ad investigare in maniera sommaria le funzioni cognitive e forniscono in poco tempo un’indicazione di massima circa le principali attività cognitive, vedi MMSE, MODA) Batterie di test per le singole abilità cognitive (la cui somministrazione è necessaria per porre la diagnosi di demenza e che vanno a valutare: orientamento spazio-temporale, MBT , memoria verbale e visuospaziale, apprendimento di parole e spaziale, linguaggio, fluenza verbale, abilità costruttive, attenzione, percezione visiva, soluzione di problemi e pensiero logico astratto) Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Possibili esiti della valutazione neuropsicologica Tipologia di MCI Tipologia di demenza MCI amnesico Malattia di Alzheimer MCI a multiplo dominio senza compromissione della memoria Demenza vascolare Malattia di Alzheimer MCI con compromissione di una funzione (non della memoria) Demenza fronto-temporale Demenza a corpi di Lewy Afasia progressiva primaria Demenza di Parkinson Demenza vascolare Malattia di Alzheimer Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
3 ª fase: la restituzione Al termine dell’esame viene data al paziente una preliminare valutazione sull’esito (non si forniscono dati precisi ma si possono fare delle considerazioni). La relazione però richiede l’analisi di punteggi e la sintesi del comportamento del paziente. Per essere completata richiede un certo lasso di tempo e viene solitamente inviata in un secondo momento. Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
È importante, a distanza di 6 -12 mesi, il follow-up, cioè una seconda valutazione neuropsicologica, per rilevare se vi è stato un peggioramento. Un peggioramento dei punteggi ai test somministrati va a confermare la diagnosi di demenza. Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
John: “Con chi sei Iris adesso? Ci siamo persi, ci siamo persi …” John: “Non c’è ragione per tutto questo e se c’è non so quale sia” John: “Io ti odio, Iris… Ti detesto dalla testa ai piedi, tutti i tuoi amici se ne fregano di te, adesso ci sono soltanto io. Adesso non c’è più nessuno che vuole possederti tranne il tuo dannato amico del cuore Mr. Alzheimer con tutti i suoi terribili regali. Sei tutta mia adesso ed io non ti voglio. Io non ho mai saputo niente di te e ora non mi importa” Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Cosa può fare il neuropsicologo per i familiari? �Il ruolo del familiare che si occupa dell’assistenza, in Italia, è principalmente svolto dalle donne (73. 8%), generalmente mogli e figlie. �I caregiver si trovano in prevalenza in età attiva : - il 30, 95% ha fino ai 45 anni - il 38, 2% ha tra i 46 e i 60 anni - il 17, 95% tra i 61 e i 70 anni - il 13% oltre i 70 anni Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
L’impatto della malattia sul caregiver Il tempo dedicato dal caregiver all’attività assistenziale equivale ad una giornata lavorativa, il che significa che nelle situazioni più gravi la funzione di caregiver diventa pressoché incompatibile con qualsiasi attività lavorativa. Il problema che maggiormente affligge il caregiver è il senso d’impotenza nel far fronte alla situazione. Gli viene richiesto moltissimo: deve rapidamente imparare a conoscere questa malattia, prepararsi a tutte le sue fasi, agli inevitabili cambiamenti e ai disagi, sia psicologici che pratici. Il percorso psicologico per accettare la malattia è simile a quello di chi vive una situazione di lutto, cioè un percorso doloroso caratterizzato da alcuni comportamenti specifici. Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Negazione (I familiari rifiutano di credere che sia vero ciò che sta accadendo al malato) Iperattivismo (bisogno compulsivo di fare per avere la mente occupata e non pensare alla situazione che si sta vivendo, che dà ansia) Collera (è generata dalla frustrazione poiché il costante investimento di energie non va a buon fine) Senso di colpa (il caregiver che ama il proprio congiunto si sente in colpa perchè avverte l’ingiustizia del proprio comportamento nei suoi confronti, spesso troppo intollerante) Imbarazzo (per le cose che il malato dice o fa) Inversione dei ruoli (il malato dipende dal figlio quando, fino a poco prima, era il contrario. Il figlio può sentirsi solo e in difficoltà) Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Il neuropsicologo può fornire: Sostegno emotivo Sostegno di tipo informativo Indicazioni sulle strategie di coping più adatte per la gestione dei problemi cognitivi e comportamentali Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
Iris: «Se ascenderò al cielo tu ci sarai, se mi troverò nelle fiamme dell’inferno tu ci sarai, se prenderò le ali del mattino e mi troverò nelle profondità del mare, anche in quelle mi guiderà la tua mano e sarà essa a sostenermi» Dott. ssa Alessia Sturaro - Psicologa Psicoterapeuta
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