Terzo tema 8 ore Titolo Nulla pi esigente

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Terzo tema (8 ore) Titolo: Nulla è più esigente dell’amore coniugale e familiare. Bibliografia

Terzo tema (8 ore) Titolo: Nulla è più esigente dell’amore coniugale e familiare. Bibliografia base: G. Alcamo (a cura di), Nulla è più esigente dell’amore. La famiglia e le sfide di Amoris Laetitia, Paoline, Milano 2017, pp. 19 -72. Paragrafi: -Cosa è una famiglia? -La sessualità nell'amore coniugale -L’evoluzione antropologico- sociale della Famiglia -La sfida educativa della famiglia -Una nuova prospettiva di fiducia e di speranza nell’Amoris Laetitia

Che cosa è una famiglia? • La domanda è semplice e sembra quasi scontata;

Che cosa è una famiglia? • La domanda è semplice e sembra quasi scontata; sembra che tutti sappiamo cosa sia una famiglia, tanto da non porci o da considerare inutile la domanda. Eppure non esiste una famiglia uguale ad un’altra. Ogni famiglia è unica. • Tutti proveniamo da una famiglia, tutti cominciamo con un cognome; la famiglia è un fondamento, dunque se essa è un fondamento, non si può «fondare la famiglia» . • Se essa si situa al principio della nostra vita concreta, diventa impossibile giustificarla o spiegarla, perché bisognerebbe risalire ad un principio anteriore; sarebbe come voler dimostrare che il mondo esterno esiste, che il sole illumina. • A livello della condizione umana non esiste principio anteriore alla famiglia, non si può dunque spiegarla, si può soltanto esplicitare la sua presenza che sempre ci precede. • Se ognuno di noi dovesse descrivere la propria famiglia si fermerebbe solo a ciò che appare, fa fatica a definire ciò che è.

Alla ricerca di una identità • La famiglia è una evidenza di cui ci

Alla ricerca di una identità • La famiglia è una evidenza di cui ci si rende conto solo quando uno la perde o quando entra in crisi, così come avviene con i soldi, non li scrutiamo con attenzione, non ne conosciamo tutti i particolari, fin quando non ci viene detto che in giro ci sono soldi falsi. • Dobbiamo ringraziare quanti mettono in discussione la famiglia perché ci costringono alla ricerca delle cause e ad un ritorno verso il fondamento. La difesa della famiglia non deve farci dimenticare l’essere della famiglia. • Che cosa è la famiglia? Si possono dire tante cose sulla famiglia, dal punto di vista storico, sociologico, psicologico, giuridico, morale, riportare dei fatti, sottolineare dei doveri, e tuttavia non cogliere la sua verità, perché la verità non si riduce all’esattezza, così come il tempo non si riduce agli orologi.

Descrittivi o prescrittivi • Possiamo essere descrittivi, per mostrare che la famiglia cambia a

Descrittivi o prescrittivi • Possiamo essere descrittivi, per mostrare che la famiglia cambia a seconda dei luoghi e dei tempi e con ciò proporne una visione relativistica; oppure, possiamo essere prescrittivi affermando che le differenti visoni di famiglia non sono tutte uguali e perciò imporre una visione moralizzatrice. • In entrambi i casi si è esatti ma non veri, si è normativi ma non essenziali. • Il moralizzatore è apertamente normativo perché impone una norma a partire da una dottrina di valori; il relativista è normativo in modo più insidioso perché lascia che una norma si imponga a seconda del rapporto di forza del momento. • L’essenza non ha nulla a che vedere con la norma, si trova al di qua o al di là del normale e dell’anormale. Poiché non è costruito, l’essenziale non è passibile di decostruzione, il solo modo per decostruirlo è distruggerlo completamente. • In riferimento alla famiglia, per distruggerla bisognerebbe distruggere l’uomo stesso, si preferisce quindi deformarla o parodiarla.

Andare oltre al dato di natura? • Oggi assistiamo ad un fenomeno strano: tutti

Andare oltre al dato di natura? • Oggi assistiamo ad un fenomeno strano: tutti coloro che ieri denigravano la famiglia oggi rivendicano un matrimonio e una famiglia a modo loro. • Anche se disdegnano la differenza dei sessi, vogliono una famiglia fatta di due adulti e di uno o più bambini, mantenendo l’ordine simbolico del papà, mamma e bebè. • Questa contraddizione dimostra che non si può decostruire l’essenziale, ma solamente costruirgli accanto un simulacro; così come non si può fabbricare una intelligenza artificiale se non in riferimento all’intelligenza umana. • L’essenziale in questo caso corrisponde al dato di natura: tutti abbiamo l’ombelico ed un organo genitale; ciò non è qualcosa di aggiunto ma di essenziale per la vita di ciascuno. • Nessuno è un angelo, tutti siamo uomini e donne sessuati e proveniamo da una relazione sessuale.

L’essenziale di una famiglia • Alla domanda che cosa è la famiglia, alcuni rispondono

L’essenziale di una famiglia • Alla domanda che cosa è la famiglia, alcuni rispondono dicendo che è innanzitutto il luogo primario dell’amore, il luogo della prima educazione ed infine il luogo del rispetto delle libertà. • Questa prospettiva prende come punto di vista prioritario il bene della prole. Ma analizzando bene i tre elementi messi in evidenza – amore, educazione e libertà – possiamo notare che rimane fuori l’essenziale, cioè che i genitori sono i genitori e che il figlio e il loro figlio. • In questa prospettiva tra una famiglia e un orfanotrofio non vi è differenza perché entrambi si propongono di offrire amore ad un bambino, di educarlo e di rispettarlo nella sua libertà. • Questa non può essere dunque una giusta prospettiva per comprendere il senso della famiglia. Non si vuole dire che questi tre elementi non siano importanti, ma che non sono lo specifico della famiglia, anche una comunità scolastica o religiosa si propone gli stessi obiettivi.

Genitori e figli • È necessario cambiare prospettiva e vedere il bambino non in

Genitori e figli • È necessario cambiare prospettiva e vedere il bambino non in quanto bambino ma in quanto figlio di un padre e di una madre, ordine dato e non ricostruito. • Inoltre, ogni uomo proviene da una relazione sessuale, i termini padre e figlio enunciano sempre un fondamento sensibile che è la nostra fecondità carnale. • È perché un uomo ha conosciuto una donna che sono scaturiti dei figli. Il principio della famiglia è nel sesso. Anche nel caso di una famiglia adottiva, anche nel caso di una famiglia spirituale i termini padre e figlio, fratello e sorella, esprimono innanzitutto la dimensione sessuale, anche se sublimata. • Può capitare che padre e madre siano carenti o assenti perché morti o per altro, si cercherà allora di compensare per il bene del figlio con la madre e la nonna o con la zia, cioè con due donne, ma con questo non possiamo dedurre che sia un fatto normale o un possibile diritto. • Di fronte alle situazioni concrete si trova una soluzione suppletiva che non può assurgere a norma che equivale alla famiglia.

La famiglia è il luogo dei differenti legami • La famiglia è dunque innanzitutto

La famiglia è il luogo dei differenti legami • La famiglia è dunque innanzitutto il luogo nel quale si articolano la differenza dei sessi e la differenza delle generazioni e anche la differenza di queste due differenze, perché la differenza delle generazioni non è analoga alla differenza dei sessi. • La famiglia stringe tre tipi di legami: coniugale, filiale e fraterno. • A questi tre legami si aggiungono altri legami che non possono essere dimenticati: il padre e la madre sono anch’essi figli e il figlio a sua volta è destinato a diventare padre. • I fratelli della madre e del padre, i genitori del padre e della madre hanno con i loro figli un vincolo di parentela che non può essere trascurato; abbiamo coniato dei termini per esprimere questo legame: zio, nonno, cugino. . . • La famiglia non può essere avulsa dal contesto parentale che permette di stemperare l’influenza e il ruolo dei genitori; l’alleanza coniugale deve diventare alleanza tribale e allargare lo spazio familiare a quello sociale per non fare del proprio figlio un emarginato.

Il desiderio e non un diritto • La particolarità dei legami familiari consiste nel

Il desiderio e non un diritto • La particolarità dei legami familiari consiste nel fatto che non si fondano prima di tutto su una decisione, ma su un desiderio; non dipendono da una convenzione, ma da uno slancio naturale; • questo ci porta al di là di noi stessi, più lontano dai nostri progetti individuali, perché ci apre all’altro sesso e all’altra generazione, perché ci fa partecipare ad un tempo che non è più il nostro. • Diciamolo semplicemente: nessun calcolo umano può avere per risultato una nascita; nessuno può dire a se stesso di essere pronto, maturo, competente per avere un figlio. • Come si può pretendere di avere un figlio quando uno sa di avere tante lacune personali, tante imperfezioni caratteriali, tanti comportamenti inadeguati? • Il figlio quindi non è un diritto da pretendere, ma un fatto, un dono della natura e di cui nessuno è mai veramente degno. È il sovrappiù dell’amore sessuato e non il risultato dell’intenzione diretta. • Nessuno è abilitato ad avere un figlio. Le nostre abilitazioni ci spingerebbero piuttosto a non averne, ci inciderebbero alla precauzione per risparmiarci un dramma inevitabile. • Ma c’è l’unione dei sessi, una generosità che ci attraversa, che opera nel mare del mondo e, attraverso il ventre della donna, opera il passaggio delle generazioni.

La logica del dono • Questo passaggio delle generazioni possiede la caratteristica di non

La logica del dono • Questo passaggio delle generazioni possiede la caratteristica di non essere un contratto né una transizione. • È un dono senza reciprocità, perché il figlio non può dare nessun contraccambio, solo l’onore. Poiché, per essere chiari, il figlio non ha debiti nei confronti dei genitori perché non ha chiesto loro di nascere. • Se deve loro qualcosa, è soprattutto di entrare a sua volta in quella generosità con un altro piccolo ingrato. Il dono è anteriore allo scambio e lo rende passibile, la logica mercantile è secondaria e derivata rispetto alla logica dell’offerta. • Ritornando ai tre elementi che possono specificare la famiglia, dobbiamo dire che l’amore è essenzialmente un amore senza preferenza:

I elemento • L’amore tra genitori e figli è fondato sulla filiazione e non

I elemento • L’amore tra genitori e figli è fondato sulla filiazione e non su affinità elettive, la famiglia non è un club elettivo o selettivo. • Il figlio è sempre come i genitori non l’avrebbero voluto, ma è anche come lo amano, e dunque come incondizionatamente acconsentono di accoglierlo. • I genitori sono sempre tali che i figli avrebbero preferito a loro gli eroi o i miti di turno, ma anche così come sono li amano, malgrado tutto di un amore costitutivo che ha preceduto la coscienza che hanno di se stessi. • La famiglia è sempre l’amore di un vecchio “rimbambito” e di un giovane “idiota” ed è questo che la rende così ammirevole, è questo che la rende scuola della carità.

II elemento • Nella famiglia il legame educativo si fonda su un’autorità senza competenze,

II elemento • Nella famiglia il legame educativo si fonda su un’autorità senza competenze, la famiglia non è un’aula scolastica dove si svolge un programma, ma un ambiente dove si vive. • Non si attende di essere un buon padre e una buona madre per avere un figlio. La paternità ci cade addosso, perché il desiderio ci ha fatto volgere verso una donna. • Per la biologia tra padre e figlio c’è continuità, per l’esperienza vissuta vi è una sproporzione radicale, addirittura una rottura tra il desiderio erotico e l’accoglienza di un figlio. • La paternità non è anticipazione del figlio, io prima non divento padre e poi spunta il figlio, è la presenza del figlio che mi fa padre. Nella famiglia non si tratta anzitutto di un progetto di educazione, ma della realtà della filiazione. • Non è la competenza a fondare l’autorità, ma è l’autorità ricevuta dalla venuta di un figlio che mette in ricerca di una competenza. Con questo significa che il padre resta sempre figlio che deve imparare con suo figlio a diventare padre, chiedendo aiuto ad un Padre che lo precede. • Dall’altra parte, la sua autorità non proviene dalla sua competenza ma da un dono, quindi il padre non può fare di suo figlio quello che vuole, deve accoglierlo come un mistero da scoprire.

III elemento • Nella famiglia si esercita una libertà senza indipendenza. I membri di

III elemento • Nella famiglia si esercita una libertà senza indipendenza. I membri di una famiglia sono dipendenti gli uni dagli altri per la loro sussistenza: i figli e i genitori, il marito e la moglie non sono uniti per scelta ma per bisogno: la tavola, il letto, il salotto… tutti i “luoghi” dove si compiono le funzioni elementari del vivere quotidiano, che specificano la vita familiare e che non si trovano in un ufficio. • La dipendenza reciproca tra i membri di una famiglia è data anche dal fatto che entrano uno attraverso l’altro dentro la complessità della vita. • Il figlio fatica con il padre per il suo lavoro e il padre fatica con il figlio che deve fare un esame all’università, padre e figlio soffrono insieme quando uno dei due è ammalato, ecc. • Si può cambiare il socio ma non si può cambiare figlio, si può diventare amico di uno più anziano di noi ma non si può diventare amico del proprio padre, senza una certa artificiosità. • Come la differenza sessuale impedisce la fusione, così la differenza generazionale impedisce il livellamento.

conclusione • La famiglia viene spesso definita focolare, ossia luce e calore, dunque qualcosa

conclusione • La famiglia viene spesso definita focolare, ossia luce e calore, dunque qualcosa che non si illumina con un’altra cosa, ma che si illumina da sé, che si manifesta da sé. • La famiglia è la comunità originaria, data per natura e non solo istituita per convenzione. La famiglia è sempre il luogo in cui qualcuno non funziona, perché non è innanzitutto un luogo funzionale, bensì esistenziale. • Come ogni avventura essa è sempre attraversata da conflitti, da fallimenti, da offese che suscitano il rancore ed esigono il perdono. • Le soluzioni che la famiglia deve trovare a tutti i suoi problemi non possono essere di tipo tecnico, ne di tipo politicamente corrette, ma solo di tipo misericordiose. • È allora attraverso la misericordia che le debolezze dei genitori, i loro stessi fallimenti, diventano una forza e una vittoria, perché permettono di volgere i loro figli – insieme a loro – verso il Padre eterno, perché manifestano in quel momento una vita più forte dei loro successi, più alta dei loro piani. • Alla luce di quanto scrive papa Francesco ho elaborato un inno all’amore:

Un inno all’amore • L’amore non è dominio, né competizione (AL 98); non è

Un inno all’amore • L’amore non è dominio, né competizione (AL 98); non è invidia (AL 95); non è controllo (AL 97). • L’amore non opera in maniera rude, non agisce in modo scortese, non è duro nel tratto, detesta far soffrire gli altri (AL 99). • L’amore rinuncia a controllare tutto, a possedere, a dominare; rifiuta l’inganno, la falsità e la menzogna (AL 115). • L’amore non si lascia dominare dal rancore, dal disprezzo verso le persone, dal desiderio di ferire o di far pagare qualcosa (AL 119). • L’amore è compassione, cioè accettazione dell’altro come «altro» (AL 92). L’amore è amabile, genera relazioni e vincoli, coltiva legami, integra, costruisce una nuova umanità (AL 100). • L’amore è desiderio ardente di «fare il bene» ; nulla è più concreto dell’amore (AL 94). L’amore comprende, cura, sostiene il debole (AL 97).

 • L’amore riconosce i doni differenti e promuove strade diverse nella vita perché

• L’amore riconosce i doni differenti e promuove strade diverse nella vita perché ognuno sia felice (AL 95). • L’amore può spingersi oltre la giustizia e straripare gratuitamente, «senza sperarne nulla» , fino ad arrivare a «dare la vita» per gli altri (AL 102). • L’amore trova sempre le piccole vie che portano alla pace (AL 104). • L’amore è perdono, fondato su un atteggiamento positivo, che tenta di comprendere la debolezza altrui e prova a cercare delle scuse per l’altra persona (AL 105). • L’amore parla bene dell’altro, valorizza il lato buono del coniuge al di là delle sue debolezze e dei suoi errori; l’amore è silenzio davanti ai limiti della persona amata, convive con l’imperfezione, la scusa (AL 113).

 • L’amore ha fiducia, lascia in libertà, permette che emerga la vera identità

• L’amore ha fiducia, lascia in libertà, permette che emerga la vera identità dei suoi membri; rende possibili spazi di autonomia, apertura al mondo e a nuove esperienze (AL 115). • L’amore implica il gusto di contemplare e apprezzare ciò che è bello e sacro dell’essere personale, che esiste al di là dei miei bisogni (AL 127). • L’amore è chiamato a una costante maturazione, non ha un «limite di aumento» (AL 134). • L’amore è «unità nella diversità» o una «diversità riconciliata» ; nell’amore i diversi si incontrano, si rispettano e si apprezzano (AL 139).