T R A S F O R M

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T R A S F O R M A Z I O N I

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La figura rappresenta un’incisione di M. C. Escher (1898 -1972). Essa fornisce un esempio

La figura rappresenta un’incisione di M. C. Escher (1898 -1972). Essa fornisce un esempio di riflessione sulla sfera; è interessante notare che le linee rette degli spigoli della stanza dove si trova l’artista sono diventate linee curve.

LE TRASFORMAZIONI DEL PIANO SONO 1. CORRISPONDENZE BIUNIVOCHE TRA PUNTI DEL PIANO Date due

LE TRASFORMAZIONI DEL PIANO SONO 1. CORRISPONDENZE BIUNIVOCHE TRA PUNTI DEL PIANO Date due figure corrispondenti, ad ogni punto della prima figura corrisponde uno ed un solo punto delle seconda 2. COLLINEAZIONI Ovvero conservano l’allineamento dei punti.

Ogni trasformazione si caratterizza per qualche cosa che rimane invariato, i cosiddetti INVARIANTI Alcuni

Ogni trasformazione si caratterizza per qualche cosa che rimane invariato, i cosiddetti INVARIANTI Alcuni invarianti di una trasformazione possono essere • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli • Il parallelismo • Le direzioni • Il rapporto tra i segmenti • L’orientamento dei punti del piano

Un punto che nella trasformazione corrisponde a se stesso si dice unito o fisso.

Un punto che nella trasformazione corrisponde a se stesso si dice unito o fisso. Una figura che si trasforma globalmente in se stessa, anche se non tutti i punti sono fissi, si dice unita nella trasformazione.

DUE ESEMPI DI TRASFORMAZIONI 1. Una trasformazione che consiste in uno spostamento ovvero un

DUE ESEMPI DI TRASFORMAZIONI 1. Una trasformazione che consiste in uno spostamento ovvero un movimento rigido ha come invariante globale la MISURA delle figure. Sono suoi invarianti : • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli • Il parallelismo • Il rapporto tra segmenti Il cavaliere nero è il risultato dell’applicazione, alla figura di sinistra, di una traslazione.

 • • • 2. Una trasformazione che consiste in un suoi invarianti :

• • • 2. Una trasformazione che consiste in un suoi invarianti : ingrandimento o riduzione ha. Sono come invariante • L’ampiezza degli angoli globale la FORMA delle figure. • Il parallelismo • Il rapporto tra segmenti

LE ISOMETRIE In matematica, e in particolare in geometria, si definisce isometria (o trasformazione

LE ISOMETRIE In matematica, e in particolare in geometria, si definisce isometria (o trasformazione rigida) una trasformazione che non modifica le distanze tra i punti (e, di conseguenza, le ampiezze degli angoli). B' B F‘ F A' A C C'

Proprietà delle isometrie In una isometria: • a una retta corrisponde una retta •

Proprietà delle isometrie In una isometria: • a una retta corrisponde una retta • a rette incidenti corrispondono rette incidenti • a retta parallele corrispondono rette parallele • a ogni triangolo corrisponde un triangolo ad esso congruente • ad ogni angolo corrisponde un angolo ad esso congruente

Quattro particolari isometrie del piano euclideo sono: • • rotazioni, rotazioni di cui sono

Quattro particolari isometrie del piano euclideo sono: • • rotazioni, rotazioni di cui sono un caso particolare le simmetrie centrali traslazioni simmetrie assiali, assiali anche dette riflessioni antitraslazioni, antitraslazioni anche dette glissosimmetrie, glissoriflessioni o simmetrie con scorrimento (composizione di una simmetria assiale e di una traslazione di direzione parallela all'asse di simmetria. ) Rotazione Traslazione Simmetria assiale Antitraslazione

Le quattro classi di isometrie del piano possono essere a loro volta classificate in:

Le quattro classi di isometrie del piano possono essere a loro volta classificate in: • • isometrie invertenti, che comprendono le simmetrie assiali e le antitraslazioni isometrie non invertenti o dirette, tra cui si trovano rotazioni e traslazioni La simmetria assiale è un'isometria invertente La rotazione è un'isometria non invertente

Una generica isometria T, non appartenente ad una di queste classi, sarà ottenibile composizione

Una generica isometria T, non appartenente ad una di queste classi, sarà ottenibile composizione di alcune isometrie che vi appartengono. Si può dimostrare un altro risultato interessante: le simmetrie assiali sono sufficienti per generare tutte le isometrie

ISOMETRIE IN NATURA E NELL’ARTE In natura si possono individuare forme geometriche interpretabili assumendo

ISOMETRIE IN NATURA E NELL’ARTE In natura si possono individuare forme geometriche interpretabili assumendo come modello le trasformazioni isometriche. Le più frequenti sono la simmetria centrale e la simmetria assiale, presenti in natura sia nelle forme più elementari quali le diatomee, i protozoi e i cristalli di neve, sia in fiori, piante, pesci, uccelli, mammiferi. Nell’arte sin dall’antichità le trasformazioni isometriche del piano sono state usate per creare fregi ornamentali e pavimentazioni, per decorare soffitti e pareti di palazzi, per disegnare tessuti, per costruire rosoni ed edifici monumentali, realizzare statue.

fiocchi di neve medusa

fiocchi di neve medusa

rosoni

rosoni

porta dei leoni (XV sec a. C. ) Micene

porta dei leoni (XV sec a. C. ) Micene

fregio disegno di tessuto

fregio disegno di tessuto

I FREGI Se si utilizzano due colori, ci sono solamente 7 motivi lineari che

I FREGI Se si utilizzano due colori, ci sono solamente 7 motivi lineari che possono essere ripetuti all’infinito su una striscia di carta per ottenere un fregio. Le 4 operazioni elementari che possono essere applicate per ottenere un motivo che si ripete.

Le diverse possibilità si creano agendo su un motivo di partenza, che non deve

Le diverse possibilità si creano agendo su un motivo di partenza, che non deve possedere alcuna simmetria, tramite le seguenti operazioni: I sette fregi distinti che si possono generare combinando le quattro operazioni fondamentali. Alle lettere corrispondono le combinazioni di tali operazioni.

I sette possibili tipi di fregio simmetrico, ciascuno illustrato da due esempi tratti dalle

I sette possibili tipi di fregio simmetrico, ciascuno illustrato da due esempi tratti dalle tradizioni decorative di diverse culture. (da: John D. Barrow, L’Universo come opera d’arte, Rizzoli 1997)