STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO IL MERCANTILISMO La prima

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STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO

STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO

IL MERCANTILISMO La prima vera e propria teoria economica è il mercantilismo: tale tendenza

IL MERCANTILISMO La prima vera e propria teoria economica è il mercantilismo: tale tendenza di pensiero si sviluppò dal XVI secolo grazie ai contributi di Colbert e Mun. Ormai il sistema feudale è entrato in crisi, si va verso l’affermazione degli Stati moderni e un’economia aperta agli scambi commerciali con l’estero. Anche grazie alle scoperte geografiche, si assiste ad una espansione delle attività mercantili. Alla rivalità politica tra gli Stati si aggiunge dunque una rivalità commerciale e coloniale.

RUOLO ATTIVO DELLO STATO: il sovrano deve intervenire nella vita economica per favorire l'accumulazione

RUOLO ATTIVO DELLO STATO: il sovrano deve intervenire nella vita economica per favorire l'accumulazione di ricchezze e l’espansione del commercio internazionale. LA BILANCIA COMMERCIALE DEVE ESSERE IN ATTIVO: le esportazioni devono essere superiori alle importazioni. Le importazioni, comportando un deflusso di oro verso l’estero, costituiscono una perdita di ricchezza. AUMENTO DELLA RICCHEZZA DELLO STATO: favorendo l’afflusso di oro dalle colonie, si accrescerà la ricchezza dello Stato e sarà possibile consolidare la sua potenza attraverso il finanziamento di un esercito sempre più potente. La ricchezza, e con essa la potenza di uno Stato, dipende dall'afflusso di metalli preziosi provenienti dalle colonie (oro).

INCENTIVARE LE ESPORTAZIONI (mediante premi e sussidi; mediante un sistema di prezzi interni bassi)

INCENTIVARE LE ESPORTAZIONI (mediante premi e sussidi; mediante un sistema di prezzi interni bassi) E SCORAGGIARE LE IMPORTAZIONI (mediante dazi doganali): sono auspicabili politiche di carattere protezionistico che proteggano le attività economiche interne dalla concorrenza dei prodotti esteri. FAVORIRE UN CIRCOLO VIRTUOSO DI BENESSERE E CRESCITA: l’aumento di esportazioni, favorisce l’afflusso di moneta e oro dall’estero. L’aumento della ricchezza favorisce gli investimenti produttivi, che a loro volta consento un aumento della produzione e un ulteriore aumento delle esportazioni.

CIRCOLO VIRTUOSO DI BENESSERE E CRESCITA Elevate esportazioni Afflusso di oro Aumento della produzione

CIRCOLO VIRTUOSO DI BENESSERE E CRESCITA Elevate esportazioni Afflusso di oro Aumento della produzione Aumento degli investimenti

LA FISIOCRAZIA Nel XVI e XVII secolo, i provvedimenti con cui le monarchie assolute

LA FISIOCRAZIA Nel XVI e XVII secolo, i provvedimenti con cui le monarchie assolute garantiscono l’interesse dei mercanti e attuano le politiche suggerite dai mercantilisti (protezionismo) finiscono per ostacolare le attività economiche e per creare un sistema di privilegi, corruzione, inefficienze e distorsioni che soffoca la nascente attività industriale. La risposta ideale a tale stato di cose è l'eliminazione di tutte le restrizioni al commercio che erano state introdotte in epoca mercantile, per lasciare la concorrenza libera di dispiegarsi su tutti i mercati.

La fisiocrazia è una scuola di pensiero economico sviluppatasi intorno alla metà del '700.

La fisiocrazia è una scuola di pensiero economico sviluppatasi intorno alla metà del '700. La parola deriva dal greco e significa “superiorità della natura” (fisis = natura e kratos = governo, potere). Il “Tableau Economique” (1758) di Francois Quesnay (filosofo, economista e medico della corte di Luigi XV) rappresenta il contributo più notevole di questa teoria economica. La ricchezza è prodotta solo dalla terra. Analisi della distribuzione della ricchezza: l'unica fonte di ricchezza, l’unica attività che produce un sovrappiù è l’agricoltura.

Il lavoro produttivo è quel lavoro che è in grado di creare un'eccedenza (sovrappiù),

Il lavoro produttivo è quel lavoro che è in grado di creare un'eccedenza (sovrappiù), cioè qualcosa di più della ricchezza che esso consuma nella produzione. L’industria, l’artigianato e il commercio sono attività sterili. La classe degli artigiani è un ”classe sterile”: l’artigianato non crea "prodotto netto" (non crea una ricchezza superiore a quella utilizzata in partenza), ma si limita a trasformarlo in prodotti.

Libera economia di mercato: fiducia nell'ordine naturale ("laisser faire, laisser passer”). La società umana

Libera economia di mercato: fiducia nell'ordine naturale ("laisser faire, laisser passer”). La società umana e il mercato sono governati da leggi naturali che assicurano il massimo benessere e l’equilibrio. I fisiocratici sono contro qualsiasi forma di intervento da parte dello Stato. Lo Stato deve solo favorire le attività agricole e aumentare in questo modo il prodotto netto dell’agricoltura. AI contrario dei mercantilisti, dunque, i fisiocratici sono liberisti, rifiutano cioè qualsiasi intervento dello Stato, sulla base del principio per cui ogni soggetto economico deve essere libero di prendere le decisioni che ritiene più opportune.

IL LIBERISMO CLASSICO INGLESE LA SCUOLA CLASSICA In Inghilterra, dove la struttura produttiva è

IL LIBERISMO CLASSICO INGLESE LA SCUOLA CLASSICA In Inghilterra, dove la struttura produttiva è decisamente orientata più all'industria che all'agricoltura, la reazione al mercantilismo assume in modo ancora più convinto e generalizzato i principi del liberismo economico, che vengono avanzati da Adam Smith (1723 -1790) nella sua opera principale, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, pubblicata nel 1776.

Smith apprezza la crescita economica promossa dalla rivoluzione industriale e ritiene che, per incrementare

Smith apprezza la crescita economica promossa dalla rivoluzione industriale e ritiene che, per incrementare la ricchezza del Paese, sia necessario liberare le forze che guidano i mercati, e in primo luogo, consentire il pieno esplicarsi della libera iniziativa economica.

LA MANO INVISIBILE Per descrivere i benefici effetti della libera iniziativa individuale, Smith elabora

LA MANO INVISIBILE Per descrivere i benefici effetti della libera iniziativa individuale, Smith elabora la famosa similitudine della "mano invisibile". Egli infatti è convinto che in un sistema di libero mercato, perseguendo il proprio egoistico interesse, i singoli individui possano realizzare anche il massimo benessere collettivo. Il libero dispiegarsi delle iniziative individuali non genera caos, ma un ordine naturale desiderabile. Ogni tentativo da parte dello Stato di alterare tale ordine è destinato a produrre distorsioni e inefficienze, riducendo inevitabilmente la ricchezza nazionale. Ne discende un programma di politica economica, che si riassume nella formula del “laissez faire”.

CONDIZIONI CHE HANNO FAVORITO LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA INNOVAZIONI TECNOLOGICHE (MACCHINA A VAPORE,

CONDIZIONI CHE HANNO FAVORITO LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA INNOVAZIONI TECNOLOGICHE (MACCHINA A VAPORE, TELAIO MECCANICO) ABBONDANZA DI CAPITALI RESA POSSIBILE DAL COMMERCIO INTERNAZIONALE ABBONDANZA DI LAVORO IN CONSEGUENZA DELLO SVILUPPO DEMOGRAFICO ABBONDANZA DI MATERIE PRIME

RICARDO E IL PROBLEMA DELLA DISTRIBUZIONE David Ricardo (1772 – 1823) condivide con Adam

RICARDO E IL PROBLEMA DELLA DISTRIBUZIONE David Ricardo (1772 – 1823) condivide con Adam Smith il suo atteggiamento di fiducia nei mercati. Ricardo si occupa della distribuzione della ricchezza tra le classi sociali: lavoratori, proprietari fondiari e capitalisti. Solo un saggio di profitto adeguato spinge i capitalisti a realizzare nuovi investimenti, garantendo la crescita dell’economia.

Il prodotto agricolo viene ripartito tra salari (remunerazione per i lavoratori), profitti (remunerazione per

Il prodotto agricolo viene ripartito tra salari (remunerazione per i lavoratori), profitti (remunerazione per gli imprenditori) e rendite (remunerazione per i proprietari terrieri). I salari tendono a stabilizzarsi ad un livello di sussistenza. La stabilità dei salari è garantita dal movimento demografico. Salari più bassi, infatti, portano ad una diminuzione della popolazione e quindi dei lavoratori. La carenza di lavoratori spinge i capitalisti ad aumentare i salari. Di conseguenza la popolazione aumenterebbe e con questa i lavoratori disponibili. I salari tornerebbero al valore iniziale.

La rendita dipende dalla diversa fertilità dei terreni. La rendita delle terre più fertili

La rendita dipende dalla diversa fertilità dei terreni. La rendita delle terre più fertili tende a crescere. Il profitto è il risultato della relazione seguente: PROFITTO = PRODOTTO – SALARI - RENDITA

Le conclusioni di Ricardo sono pessimistiche. Egli infatti è convinto che con il passare

Le conclusioni di Ricardo sono pessimistiche. Egli infatti è convinto che con il passare del tempo, la crescita continua della domanda di grano porterà a un costante incremento della rendita a scapito del profitto agricolo, il quale in un arco di tempo sufficientemente lungo potrebbe anche azzerarsi, provocando la crisi dell’intero sistema economico. L'aumento della rendita infatti finirebbe anche per innalzare il prezzo relativo del grano, con gravi conseguenze sul livello dei salari pagati nell'industria e conseguentemente sui profitti del settore manifatturiero.

Andamento del saggio di profitto nel tempo secondo Ricardo Saggio del profitto Tempo 18

Andamento del saggio di profitto nel tempo secondo Ricardo Saggio del profitto Tempo 18

Senza profitto i capitalisti non avrebbero più interesse ad investire e l’intero ciclo produttivo

Senza profitto i capitalisti non avrebbero più interesse ad investire e l’intero ciclo produttivo finirebbe per arrestarsi. L’economia si assesterebbe così in uno stato stazionario in cui non vi sarebbe più alcuna crescita del reddito. Possibili soluzioni? Cambiamenti esterni come miglioramenti delle tecniche di produzione e innovazioni tecnologiche. Liberismo: lo Stato dovrebbe abolire i dazi doganali e interrompere le politiche protezionistiche , retaggio del mercantilismo.

L’abolizione dei dazi sulle importazioni permetterebbe all’Inghilterra di importare il grano dalla Francia ad

L’abolizione dei dazi sulle importazioni permetterebbe all’Inghilterra di importare il grano dalla Francia ad un prezzo più basso e consentirebbe all’Inghilterra stessa di specializzarsi nella produzione dei tessuti e di esportarli verso la Francia. Nel commercio internazionale gli Stati devono specializzarsi nelle produzioni dei beni che riescono a produrre a condizioni più vantaggiose (specializzazione nelle produzioni con costi di produzione più bassi).

LA TEORIA DEL VALORE IN SMITH E RICARDO Smith distingue tra valore d’uso e

LA TEORIA DEL VALORE IN SMITH E RICARDO Smith distingue tra valore d’uso e valore di scambio. Valore d’uso: capacità del bene di soddisfare i bisogni. Valore di scambio: capacità del bene di essere scambiato con altri beni. Ad esempio l’acqua ha un alto valore d’uso e un basso valore di scambio. I diamanti invece …

Il valore di scambio e quindi il suo prezzo sono determinati dalla quantità di

Il valore di scambio e quindi il suo prezzo sono determinati dalla quantità di lavoro necessario a produrlo. Il prezzo quindi comprende il costo del lavoro e il profitto per l’imprenditore.

LA TEORIA DEL VALORE DEI BENI SECONDO RICARDO BENI PRODUCIBILI VALORE = LAVORO (il

LA TEORIA DEL VALORE DEI BENI SECONDO RICARDO BENI PRODUCIBILI VALORE = LAVORO (il valore dei beni facilmente producibili dipende dalle quantità di lavoro e materie prime necessarie a produrli) VALORE = SCARSITA’ BENI RARI (il valore dei beni non facilmente producibili dipende dalla scarsità, in quanto a loro quantità non può essere aumentata, aumentando il fattore lavoro. Es. opera d’arte)

MALTHUS E LA TEORIA DELLA POPOLAZIONE Il pessimismo ricardiano sui limiti della crescita economica

MALTHUS E LA TEORIA DELLA POPOLAZIONE Il pessimismo ricardiano sui limiti della crescita economica trova un autorevole precedente in Thomas Robert Malthus (1766 – 1834). SISTEMA DI FABBRICA PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA DEI CETI SOCIALI PIU’ POVERI

La popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica, raddoppia ogni venticinque anni. 2

La popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica, raddoppia ogni venticinque anni. 2 … 4 … 8 … 16 … 32 La produzione di beni cresce secondo una progressione aritmetica. 2 … 4 … 6 … 8 … 10 … 12 Il risultato di queste leggi di natura sarebbe un inarrestabile e progressivo impoverimento della popolazione.

Andamento della popolazione e del prodotto secondo Malthus Popolazione Produzione Tempo 26

Andamento della popolazione e del prodotto secondo Malthus Popolazione Produzione Tempo 26

La soluzione poteva trovarsi in alcuni strumenti che permettessero il controllo demografico: quelli preventivi,

La soluzione poteva trovarsi in alcuni strumenti che permettessero il controllo demografico: quelli preventivi, come la castità e l’astensione dal matrimonio, che dovevano ridurre il tasso di natalità, e quelli successivi, come le guerre, le malattie e la miseria, che avrebbero alzato il tasso di mortalità. Per questa ragione, Malthus non considera completamente negativi tali fenomeni, che riducendo la popolazione possono consentire migliori condizioni di vita ai superstiti. Per lo stesso motivo, anch'egli abbraccia i principi del liberismo economico. Qualsiasi intervento pubblico volto a migliorare le condizioni di vita delle classi sociali meno agiate, avrebbe impedito agli «strumenti successivi» di controllo della popolazione di sviluppare pienamente i propri effetti, con grave danno per la società nel suo insieme.

JEAN BAPTISTE SAY Un altro economista della scuola classica è J. B. Say, che

JEAN BAPTISTE SAY Un altro economista della scuola classica è J. B. Say, che sostiene che in un sistema di libero mercato tutto quanto viene prodotto, sarà sempre venduto (Legge di Say o legge degli sbocchi). Un aumento della produzione genera sempre un aumento del reddito e quindi dei consumi.

MARX E LA CRITICA AL CAPITALISMO Karl critica la Karl Marx (1818 – –

MARX E LA CRITICA AL CAPITALISMO Karl critica la Karl Marx (1818 – – 1883) critica prospettiva della scuola classica la prospettiva della scuola secondo la quale il sistema classica secondo la quale il capitalistico è in grado di autoregolarsi sistema capitalistico è in grado e di distribuire benessere a tutta la popolazione. di autoregolarsi e di distribuire benessere a popolazione. tutta la

Questi sono i punti dell’analisi di Marx: essenziali il capitalismo crea un conflitto distributivo

Questi sono i punti dell’analisi di Marx: essenziali il capitalismo crea un conflitto distributivo tra capitalisti e operai (proletariato): lotta di classe; il profitto deriva dallo sfruttamento dei lavoratori da parte dei capitalisti; saggio di sfruttamento = rapporto tra profitto (plusvalore) e salario; plusvalore di cui si appropria il capitalista: il prodotto di una giornata è superiore al salario;

il capitalismo è destinato a finire: sarà sostituito da una società comunista, senza classi

il capitalismo è destinato a finire: sarà sostituito da una società comunista, senza classi sociali; anche per mantenere bassi i salari, i capitalisti tendono a sostituire i lavoratori con i macchinari; siccome solo il lavoro genera profitto (plusvalore), con l’intensificarsi dell’uso degli impianti, il saggio di profitto è destinato a diminuire (caduta tendenziale del saggio di profitto); la disoccupazione (esercito industriale di riserva) tenderà ad aumentare.

ALFRED MARSHALL Alfred Marshall (1842 -1924), il più importante tra gli autori neoclassici, pubblica

ALFRED MARSHALL Alfred Marshall (1842 -1924), il più importante tra gli autori neoclassici, pubblica i suoi “Principi di economia” nel 1890. Marshall si dedica allo studio della formazione dei prezzi nei singoli mercati, convinto com'è che l'equilibrio complessivo del sistema economico sia il risultato di singoli equilibri (analisi degli equilibri parziali).

Secondo Marshall il prezzo dei beni è determinato dalle forze che governano la domanda

Secondo Marshall il prezzo dei beni è determinato dalle forze che governano la domanda e l’offerta. Esso quindi dipende da un lato dall'utilità che il bene può procurare al consumatore, dall'altro dai costi che l'imprenditore deve sostenere per realizzarlo; costi che a loro volta dipendono dalla tecnologia disponibile. L’incontro tra la domanda e l’offerta determina il prezzo, proprio come, secondo la celebre similitudine, l’incontro tra le lame di una forbice determina il taglio.

PREFERENZE INDIVIDUALI TECNOLOGIA UTILITA’ COSTI DOMANDA OFFERTA EQUILIBRIO

PREFERENZE INDIVIDUALI TECNOLOGIA UTILITA’ COSTI DOMANDA OFFERTA EQUILIBRIO

LA CROCE MARSHALLIANA La sintesi del ragionamento di Marshall è ben rappresentata dalla cosiddetta

LA CROCE MARSHALLIANA La sintesi del ragionamento di Marshall è ben rappresentata dalla cosiddetta “croce marshalliana”, la quale costituisce certamente il diagramma economico più noto.

La croce marshalliana. Il punto di intersezione tra la curva della domanda (D) e

La croce marshalliana. Il punto di intersezione tra la curva della domanda (D) e la curva dell’offerta (O) determina il prezzo di equilibrio, in corrispondenza del quale la quantità venduta è uguale alla quantità acquistata. Prezzo CURVA DELLA CURVA DOMANDA DELL’OFFERTA Pe E Qe Quantità 36

Si dice che un mercato è in equilibrio quando, per un dato prezzo, la

Si dice che un mercato è in equilibrio quando, per un dato prezzo, la quantità prodotta e la quantità domandata sono uguali. In tali condizioni infatti nessun operatore, né il consumatore, né il produttore, ha convenienza a modificare i propri comportamenti.

JOSEPH SCHUMPETER E IL RUOLO DELL'INNOVAZIONE Joseph Schumpeter (1883 -1950) concentra la propria attenzione

JOSEPH SCHUMPETER E IL RUOLO DELL'INNOVAZIONE Joseph Schumpeter (1883 -1950) concentra la propria attenzione sul problema della crescita economica, che dipende dalla capacità dell’imprenditore di progettare e introdurre cambiamenti nel sistema di produzione. Senza innovazioni, il sistema economico si riproduce ciclicamente su scala immutata.

Ogni impresa continuerebbe a realizzare gli stessi beni, secondo i medesimi processi produttivi e

Ogni impresa continuerebbe a realizzare gli stessi beni, secondo i medesimi processi produttivi e per gli stessi mercati. In tali condizioni, attraverso il gioco della concorrenza, il profitto finirebbe ben presto per uguagliarsi tra settori e, a livello aggregato, anche per azzerarsi (stato stazionario). L’unico modo per invertire questa tendenza è quella di innovare il processo produttivo.

L’innovazione permette all’imprenditore di conseguire profitti maggiori e di vincere la concorrenza delle altre

L’innovazione permette all’imprenditore di conseguire profitti maggiori e di vincere la concorrenza delle altre imprese, Anche le altre imprese applicheranno la stessa innovazione o ne introdurranno altre. Questo avrà effetti positivi sull’espansione del sistema economico. Secondo Schumpeter il profitto nasce dalla capacità dell'imprenditore di innovare i processi aziendali ed è la remunerazione per questa particolare abilità.

Schumpeter sottolinea il ruolo svolto dall’imprenditore-innovatore. Le novità proposte dall'imprenditore-innovatore possono riguardare: - la

Schumpeter sottolinea il ruolo svolto dall’imprenditore-innovatore. Le novità proposte dall'imprenditore-innovatore possono riguardare: - la produzione di un nuovo bene (innovazioni di prodotto); - la realizzazione di un nuovo processo produttivo (innovazioni di processo); - l'espansione su un nuovo mercato (innovazioni di mercato); - l’impiego di nuovi materiali (innovazioni di materiali); - la riorganizzazione dell'azienda (innovazioni di organizzazione).

In questo processo occupa un ruolo fondamentale il sistema creditizio. L’imprenditore, infatti, per poter

In questo processo occupa un ruolo fondamentale il sistema creditizio. L’imprenditore, infatti, per poter innovare deve disporre di risorse finanziarie ed è compito del sistema creditizio fornirgliele. Secondo Schumpeter, il compito principale del sistema creditizio è quello di finanziare l’innovazione.

I FALLIMENTI DEL MERCATO E IL RUOLO DELLO STATO Gli economisti neoclassici finiscono per

I FALLIMENTI DEL MERCATO E IL RUOLO DELLO STATO Gli economisti neoclassici finiscono per ammettere la necessità che lo Stato debba intervenire nell’economia per regolare le situazioni in cui i mercati non sono in gradi da soli di produrre risultati ottimali. Da un lato essi riconoscono l’esistenza di alcuni possibili fallimenti del mercato. Dall’altro, è necessario porre maggiore attenzione al problema della distribuzione della ricchezza tra le persone.

ECONOMISTI NEOCLASSICI INTERVENTO DELLO STATO ARGINARE I FALLIMENTI DEL MERCATO CORREGGERE L’INIQUA DISTRIBUZIONE DELLA

ECONOMISTI NEOCLASSICI INTERVENTO DELLO STATO ARGINARE I FALLIMENTI DEL MERCATO CORREGGERE L’INIQUA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA

1 Tra i fallimenti del mercato va ricordata innanzitutto la tendenza di alcuni mercati

1 Tra i fallimenti del mercato va ricordata innanzitutto la tendenza di alcuni mercati a configurarsi come monopoli, con grave danno per i consumatori. Nel monopolio infatti l'imprenditore ha convenienza a ridurre la quantità prodotta, per venderla a un prezzo più alto. Tale situazione diventa particolarmente delicata quando il monopolio riguarda la realizzazione di grandi opere o di servizi di pubblica utilità: strade, ferrovie, acquedotti, reti di distribuzione energia ecc. In questo caso, solo lo Stato può accollarsi i costi elevati dei relativi impianti, senza farli ricadere sui consumatori, garantendo a tutti la possibilità di utilizzare questi servizi a prezzi accessibili.

2 Un altro caso di fallimento del mercato riguarda la produzione o il consumo

2 Un altro caso di fallimento del mercato riguarda la produzione o il consumo di beni che presentano economie esterne (o esternalità positive) o diseconomie esterne (o esternalità negative). A volte l’esercizio di un’attività economica comporta la produzione di effetti positivi o negativi che ricadono su soggetti “esterni”. Ad esempio l’inquinamento che un impianto industriale è un caso di diseconomia esterna o esternalità negativa. L’industria provoca inquinamento e i costi dell’inquinamento (in termini di peggioramento delle condizioni di vita e di salute) ricadono sulle persone che vivono nelle vicinanze dell’impianto industriale. Lo Stato potrebbe intervenire per impedire che tali effetti negativi vengano sopportati dalla collettività e per obbligare l’impresa a pagare i costi dei danni provocati. Lo Stato potrebbe intervenire applicando tributi o sanzioni o approvando norme finalizzate ad impedire tali eventi (ad esempio norme che obblighino le industrie ad installare depuratori).

3 Un ultimo caso importante di fallimento del mercato riguarda la distribuzione dei redditi

3 Un ultimo caso importante di fallimento del mercato riguarda la distribuzione dei redditi tra le persone. A proposito della distribuzione personale dei redditi, infatti, il mercato potrebbe produrre un risultato efficiente dal punto di vista produttivo, ma iniquo dal punto di vista sociale. Potrebbe cioè accadere che una grande disparità nelle condizioni sociali di partenza o nelle capacità individuali determini situazioni di grande diversità tra i redditi percepiti, producendo un impoverimento generale dei lavoratori meno qualificati, anziché un miglioramento nelle loro condizioni di vita. Lo Stato potrebbe intervenire per correggere la distribuzione della ricchezza creata dal mercato con tributi più alti applicati alle persone più ricche o con sussidi e servizi in favore delle persone in situazioni di bisogno.

LA RIVOLUZIONE KEYNESIANA NASCE LA MACROECONOMIA MODERNA La crisi economica (Grande depressione) che iniziò

LA RIVOLUZIONE KEYNESIANA NASCE LA MACROECONOMIA MODERNA La crisi economica (Grande depressione) che iniziò nel 1929, ebbe origine negli Stati Uniti e interessò tutti gli Stati europei. Tale crisi durò parecchi anni e fu caratterizzata da una diminuzione progressiva della ricchezza e della produzione e da altissimi tassi di disoccupazione. Nei primi decenni del XX secolo l'incapacità della teoria neoclassica di spiegare in maniera coerente e accettabile il fenomeno della disoccupazione di massa determina l'esigenza di elaborare una nuova teoria, più coerente con la realtà storica di quegli anni.

John Maynard Keynes (1883 -1946), un economista inglese allievo di Marshall, abbandonò la tradizione

John Maynard Keynes (1883 -1946), un economista inglese allievo di Marshall, abbandonò la tradizione neoclassica e formulò un nuovo modello economico, completamente alternativo alla teoria precedente e che da lui prende il nome di teoria keynesiana. Nella sua opera principale, pubblicata a Londra nel 1936, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, Keynes esamina le cause e i rimedi di quello che ritiene essere il principale fallimento del sistema di mercato: la sottoutilizzazione sistematica delle risorse disponibili, e in particolare della forza lavoro.

Nello spiegare i motivi alla base della disoccupazione di massa sperimentata durante la Grande

Nello spiegare i motivi alla base della disoccupazione di massa sperimentata durante la Grande depressione, Keynes rovescia il principio fondamentale di tutta la tradizione precedente: la legge di Say, secondo la quale l'offerta di beni crea sempre la propria domanda, e la sostituisce con il principio, diametralmente opposto, della domanda effettiva, secondo cui la produzione delle imprese trova un limite nella domanda che proviene da consumatori e imprese. Se la produzione supera tale limite, si forma un eccesso di merci invenduto che non trova sbocco sui mercati e spinge le aziende a ridurre la propria attività con inevitabili conseguenze sul numero degli occupati.

Secondo Keynes, la disoccupazione di massa è il risultato di un insufficiente livello della

Secondo Keynes, la disoccupazione di massa è il risultato di un insufficiente livello della domanda aggregata di beni e servizi. L'incertezza sul futuro, la soggettività delle decisioni di investimento degli imprenditori, la distribuzione diseguale dei redditi che penalizza i consumi delle classi più povere, sono condizioni che possono determinare un livello insufficiente della domanda aggregata. L'insieme di questi fattori rende del tutto naturale, in un sistema di libero mercato, il fenomeno della “povertà nel mezzo dell'abbondanza”.

Per arginare tale fenomeno e ridurre lo spreco di risorse umane e sociali implicito

Per arginare tale fenomeno e ridurre lo spreco di risorse umane e sociali implicito nella disoccupazione di massa, è necessario l'intervento di un soggetto esterno al mercato, che sappia guidarlo verso l'obiettivo fondamentale del pieno impiego. Tale soggetto non può essere che lo Stato, uno Stato peraltro liberale e progressista, in grado di predisporre le misure necessarie per eliminare il principale fallimento strutturale del mercato. La piena occupazione delle risorse deve diventare l'obiettivo prioritario delle autorità che governano l'economia e il Paese.

Keynes sostiene che la "mano invisibile" di Smith non esiste. Secondo Keynes i mercati

Keynes sostiene che la "mano invisibile" di Smith non esiste. Secondo Keynes i mercati non si riequilibrano da soli, ma devono essere governati per evitare sprechi di risorse e inefficienze. Nell'individuare i rimedi più appropriati contro la disoccupazione, Keynes introduce un'altra innovazione, di portata rivoluzionaria, spostando il centro di interesse dal ruolo macroeconomico della tassazione a quello macroeconomico della spesa pubblica. In effetti, se la causa della disoccupazione è un livello troppo basso della domanda aggregata, per migliorare la situazione lo Stato deve agire in modo da farla crescere. Secondo Keynes, ciò si può ottenere con un'espansione della spesa pubblica, la quale, aumentando la domanda dì beni e servizi, permetterà di espandere la produzione delle imprese e con essa il volume dell'occupazione.

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA AUMENTO DELLA PRODUZIONE AUMENTO DELL’OCCUPAZIONE

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA AUMENTO DELLA PRODUZIONE AUMENTO DELL’OCCUPAZIONE

L'analisi di Keynes delinea così le premesse di una nuova disciplina, la politica di

L'analisi di Keynes delinea così le premesse di una nuova disciplina, la politica di bilancio, il cui scopo è proprio individuare i rimedi più opportuni contro la disoccupazione, per portare il sistema economico al pieno impiego di tutte le risorse disponibili. La politica di bilancio riguarda infatti l'insieme degli interventi con cui il Governo modifica la composizione delle proprie entrate e delle proprie spese. Una politica di bilancio espansiva, per esempio consiste in un incremento della spesa pubblica e/o nel taglio dei tributi. AI contrario, una politica di bilancio restrittiva, consiste in una riduzione della spesa pubblica e/o in un aumento dell'imposizione fiscale.