Stereotipo e pregiudizio Che cosa sono stereotipi e

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Stereotipo e pregiudizio

Stereotipo e pregiudizio

Che cosa sono stereotipi e pregiudizi? Stereotipo: rappresentazione sociale ipersemplificata, distorta o inventata. Opinione

Che cosa sono stereotipi e pregiudizi? Stereotipo: rappresentazione sociale ipersemplificata, distorta o inventata. Opinione precostituita su un gruppo di individui. Gli stereotipi si formano in vari modi: li assorbiamo dal contesto nel quale cresciamo; attraverso l’esperienza personale; su sollecitazione di altre persone; per l’influenza dei media e dei mezzi di comunicazione. Una volta formatisi, si attivano in modo automatico e non controllabile. Pregiudizio: «loro sono tutti uguali» Stereotipo caricato di un giudizio di valore, in genere negativo. Un gruppo viene giudicato prima di averne esperienza diretta, sulla base di una precedente etichettatura. Possedere un pregiudizio condiziona il modo di essere e la nostra osservazione: andiamo alla ricerca di informazioni che li confermino. Vediamo solo ciò che ci aspettiamo di vedere (meccanismo della «profezia che si autoavvera» ).

Quale funzione hanno svolto, in passato, e quale funzione svolgono anche oggi stereotipi e

Quale funzione hanno svolto, in passato, e quale funzione svolgono anche oggi stereotipi e pregiudizi nel determinare emarginazione, esclusione? Esistono oggi, nel nostro Paese, concrete condizioni – analoghe a quelle degli anni 30 e 40 del ‘ 900 o anche «nuove» – tali da produrre, sotto la spinta di gruppi politico-sociali, uno spostamento delle tensioni e dell’attenzione collettive contro specifiche fasce della popolazione?

The Lunch Date (Adam Davidson, 1990)

The Lunch Date (Adam Davidson, 1990)

Stereotipo anti-rom e anti-sinti Quando pensiamo a una donna rom o sinti, quale immagine

Stereotipo anti-rom e anti-sinti Quando pensiamo a una donna rom o sinti, quale immagine ci viene in mente?

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…. . o questa? . . . Eva Pevarello https: //www. youtube. com/watch? v=qi. Eosyot. JQs

Stereotipi sugli «zingari» : «popolo criminale» - Sono pericolosi perché nomadi Sono pericolosi perché

Stereotipi sugli «zingari» : «popolo criminale» - Sono pericolosi perché nomadi Sono pericolosi perché rubano Sono pericolosi perché rapiscono i bambini Sono sporchi Sono bugiardi Razzismo biologico e razzismo democratico oggi 2008: censimento dei campi nomadi; impronte digitali; schedatura.

Rom e sinti: stranieri o cittadini europei? Oggi nel nostro Paese ci sono circa

Rom e sinti: stranieri o cittadini europei? Oggi nel nostro Paese ci sono circa 150. 000 rom e sinti. Rappresentano lo 0, 25% della popolazione e pongono l’Italia al quattordicesimo posto tra i Paesi europei per la presenza di questo gruppo. La metà circa di queste persone ha la cittadinanza italiana; i restanti sono cittadini europei; solo una piccola parte sono migranti o profughi non comunitari (stranieri). In Italia sono arrivati nel XV secolo. La loro storia è quindi pienamente europea e, nel caso dell’Italia, è storia italiana. La storia dell’internamento dei rom e sinti in Italia tra 1940 -45 è però una pagina di storia che manca di memoria collettiva.

Fattori che contribuiscono al radicamento degli stereotipi e dei pregiudizi • Semplificazione interpretativa: comodità

Fattori che contribuiscono al radicamento degli stereotipi e dei pregiudizi • Semplificazione interpretativa: comodità dei modelli precostituiti. • Senso di superiorità che stereotipi e pregiudizi consentono di avvertire nei confronti dei presunti gruppi «inferiori» , • Rafforzamento di una rassicurante rete di legami di coesione sociale: canalizzazione della frustrazione e delle insicurezze individuali e collettive vero l’esterno, cui corrisponde la coesione e il senso di appartenenza collettiva all’interno.

ANTISEMITISMO Termine che indica un atteggiamento di avversione, di odio nei confronti degli Ebrei

ANTISEMITISMO Termine che indica un atteggiamento di avversione, di odio nei confronti degli Ebrei (semita è anche sinonimo di ebreo, e deriva dal nome proprio Sem, uno dei figli di Noè: un personaggio che si ritrova nelle pagine dell’Antico Testamento). L’antisemitismo è un fenomeno complesso, che accompagna la storia dell’Occidente. Numerose sono le cause dell’antisemitismo, dell’atteggiamento di odio nei confronti degli Ebrei. Possiamo indicarne quattro: - cause politiche; - cause economiche; - cause religiose; - cause razziali.

1. Cause politiche dell’antisemitismo Gli Ebrei sono per eccellenza il popolo paria. Questa espressione

1. Cause politiche dell’antisemitismo Gli Ebrei sono per eccellenza il popolo paria. Questa espressione è stata usata da Max Weber (1864 -1920), uno dei più importanti esponenti della sociologia tedesca. La parola paria è un termine che si riferisce alla organizzazione sociale dell’India: con paria, in India, fino a pochi decenni fa, si indicavano le persone più povere, appartenenti alla classe (“casta”) sociale inferiore. Se si volesse fare una classificazione dei popoli, si può dire, con Max Weber, che il popolo ebraico, nella storia dell’Occidente, ha occupato sempre il gradino più basso della piramide sociale ed è stato considerato come un popolo privo di diritti. Quali sono le ragioni di questa esclusione? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo guardare alla storia passata, a partire dall’epoca dell’Impero romano (29 a. C – 476 d. C. ). A quel tempo, la Palestina, la terra in cui abitavano gli Ebrei ed era vissuto Gesù, era una provincia romana.

Impero romano I sec. d. C.

Impero romano I sec. d. C.

Impero romano I sec.

Impero romano I sec.

La diaspora Nel 66 d. C. , gli Ebrei tentarono di ribellarsi ai Romani

La diaspora Nel 66 d. C. , gli Ebrei tentarono di ribellarsi ai Romani e fecero una rivolta. L’esercito romano, guidato dapprima dall’imperatore Vespasiano, poi dall’imperatore Tito, riuscì a sedare la rivolta. Nel 70 d. C. gli Ebrei furono sconfitti; il loro tempio a Gerusalemme venne raso al suolo, e gli Ebrei furono cacciati dalla loro terra. Nel 70 d. C ha quindi inizio la diaspora, cioè la dispersione degli Ebrei dalla Palestina. Gli Ebrei vengono privati del proprio Stato. Da allora, dal 70 d. C. fino al 1948, quando viene proclamato lo Stato di Israele, gli Ebrei restano privi di Stato. È questa, quindi, una delle ragioni per cui Max Weber definisce gli Ebrei un popolo paria: perché per quasi due millenni non hanno avuto un luogo in cui vivere tutti insieme, con un ordinamento politico proprio. Gli Ebrei, privi di Stato, della propria terra, si disperdono tra gli altri popoli. Pur vivendo per decenni, per secoli, in mezzo agli altri popoli, vengono però considerati come stranieri, come diversi, anche perché continuano a mantenere intatte le proprie tradizioni, il proprio culto, la propria religione. Hanno i loro luoghi di culto, le sinagoghe, dove si incontrano per le liturgie religiose; hanno le loro feste; hanno una loro lingua: l’ebraico, che usano per le liturgie religiose e per lo studio della Torah, il loro libro sacro; usano invece le lingue locali nella vita quotidiana.

Ebrei: popolo nomade; stranieri indesiderati • Gli Ebrei sono un popolo nomade: spesso, infatti,

Ebrei: popolo nomade; stranieri indesiderati • Gli Ebrei sono un popolo nomade: spesso, infatti, vengono cacciati dai Paesi e dai luoghi nei quali vivono, per volere della popolazione locale o delle autorità. Sono come degli ospiti indesiderati: soprattutto nei momenti di crisi economica, di tensione sociale, di disordine politico, le popolazioni locali avvertono con maggiore fastidio del solito la presenza di questi stranieri e li cacciano. • Non solo: spesso agli Ebrei, proprio perché stranieri, diversi dalla popolazione in cui si trovano a vivere, viene attribuita la colpa, la responsabilità di quello che sta accadendo nella società. Per comprendere meglio, facciamo un esempio che riguarda il nostro tempo: in Italia oggi la disoccupazione è molto diffusa. Invece di cercare di capire quali sono le ragioni complesse di questa situazione, di chi è la responsabilità, molte persone affermano che la colpa è degli immigrati stranieri che “rubano il lavoro”. È più semplice attribuire la colpa ai migranti, anche perché sono più poveri, sono diversi, sono stranieri.

Ebrei: «capro espiatorio» Gli ebrei fungono, spesso, per usare l’espressione analizzata da René Girard,

Ebrei: «capro espiatorio» Gli ebrei fungono, spesso, per usare l’espressione analizzata da René Girard, da “capro espiatorio” delle situazioni di crisi e conflitto. Indicativi a questo proposito sono le persecuzioni subite dagli ebrei negli anni delle pestilenze in Europa: dopo la prima epidemia del 1348, causata dai topi provenienti dalla Cina sulle navi dei mercanti, gli ebrei vengono considerati gli “untori” i propagatori della peste. Secondo gli storici di quel periodo, le persecuzioni degli ebrei furono numerose e quantitativamente inferiori solo alla Shoah nazista.

2. Cause economiche: Gli ebrei detengono in Europa una sorta di monopolio del capitale

2. Cause economiche: Gli ebrei detengono in Europa una sorta di monopolio del capitale finanziario. Come osservano Theodor Adorno e Max Horkheimer nel capitolo di Dialektik der Aufklaerung (Dialettica dell’Illuminismo) dedicato all’antisemitismo, gli ebrei rappresentano la ricchezza economica priva del potere politico. Va ricordato che gli ebrei si dedicarono al commercio, al prestito di denaro sin dai primi secoli dell’era cristiana. Nella loro religione, infatti, il prestito a interesse di denaro non è vietato, a differenza della religione cattolica, che fino alla fine del Medioevo considera il prestito a interesse un peccato capitale. Gli ebrei si dedicano quindi spesso a questo genere di attività, in un’epoca in cui le banche e le società di credito ancora non esistevano. Nei secoli dell’età moderna, molti ebrei continuarono ad occuparsi del capitale finanziario: numerose sono le famiglie ebree di banchieri, anche perché agli ebrei sono precluse altre possibilità di impiego negli uffici, nell’esercito, nella burocrazia. Tra gli ebrei, come tra gli altri gruppi sociali, si trovano poveri e ricchi: sarti, ciabattini, semplici maestri, commercianti, banchieri, imprenditori, intellettuali, medici, avvocati.

Usurai nel Rinascimento fiorentino Marinus van Reymerswaele, 1540 (Ufficio stampa Palazzo Strozzi)

Usurai nel Rinascimento fiorentino Marinus van Reymerswaele, 1540 (Ufficio stampa Palazzo Strozzi)

3. Cause religiose: È esistito un antisemitismo cattolico, che ha le sue radici nell’accusa

3. Cause religiose: È esistito un antisemitismo cattolico, che ha le sue radici nell’accusa che viene mossa al popolo ebreo nella sua generalità, di essere il popolo deicida. Va ricordato, a questo proposito, che nella funzione cattolica del venerdì santo, fino al Concilio Vaticano II (1962 -1965), veniva recitata una frase in cui gli ebrei erano considerati colpevoli della crocifissione di Cristo. Non solo l’atteggiamento del cristianesimo nei confronti del popolo ebraico è stato caratterizzato sin dai suoi inizi da una «ostilità antigiudaica» , ma, a proposito dell’atteggiamento della Chiesa cristiana nei confronti degli ebrei, uno studioso ha parlato di «pedagogia del disprezzo» , che ha caratterizzato tutta la storia medioevale, moderna e contemporanea fino al Giubileo del 2000, in cui Papa Woytila ha assunto una esplicita e pubblica presa di posizione critica nei confronti di questo atteggiamento.

Cristiani /Ebrei e pagani L’umanità per tutto il Medioevo, si suddivide in cristiani, ebrei

Cristiani /Ebrei e pagani L’umanità per tutto il Medioevo, si suddivide in cristiani, ebrei e pagani, una triade che ha in sé un’ulteriore differenziazione: gli ebrei sono considerati superiori ai pagani fino all’incarnazione di Cristo; se poi continuano a mantenere la loro religione, confluiscono nei pagani.

Cristiani/pagani: concetti antitetici e… • ADVERSUS JUDAEOS: l’atteggiamento del cristianesimo nei confronti del popolo

Cristiani/pagani: concetti antitetici e… • ADVERSUS JUDAEOS: l’atteggiamento del cristianesimo nei confronti del popolo ebraico è stato caratterizzato sin dai suoi inizi da una «ostilità antigiudaica» , anche perché va considerato il fatto che il cristianesimo nasce come eresia all’interno del mondo ebraico. La creazione di stereotipi antiebraici e la discriminazione antiebraica risalgono al IV secolo, ossia al periodo in cui il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’Impero romano. • È infatti, a partire dal IV secolo d. C. che si costituisce una delle coppie concettuali, definite da Reinart Koselleck come coppie di concetti antitetici asimmetrici: la coppia cristiano / pagani, che spodesta e sostituisce la più tradizionale opposizione classica tra Elleni (Greci) e barbari. • Queste coppie concettuali sono antitetiche, perché a partire dalla definizione di sé (ipseità: gli elementi specifici dell’identità greca o dell’identità cristiana) si definiscono gli altri – i pagani, i barbari – come altro da sé: i pagani sono i non cristiani; i barbari erano i non greci, quelli che ‘balbettavano’, non conoscevano la lingua greca. Nel mondo cristiano, spesso, si ha una sovrapposizione anche tra pagani e barbari.

Cristiani/pagani: … concetti asimmetrici Cristiani/pagani: questa coppia concettuale è asimmetrica perché configura attribuzioni contrarie

Cristiani/pagani: … concetti asimmetrici Cristiani/pagani: questa coppia concettuale è asimmetrica perché configura attribuzioni contrarie in modo diseguale e applicabili solo unilateralmente; il loro opposto – pagani rispetto a cristiani– è contrario, ma in modo diseguale, perché pagani è un concetto di carattere inequivocabilmente negativo (come barbari rispetto a Greci: i barbari sono rozzi, vili, crudeli, oggetto di disprezzo). Asimmetrici significa quindi che non sono reversibili: nella coppia cristiani/pagani, il contenuto semantico (il significato) del secondo termine non è reversibile rispetto al primo; i pagani non possono trattare i cristiani come i cristiani trattavano i pagani. Si tratta di definizioni che tendono a generare opposizioni concettuali che discriminano gli esclusi; la pretesa di universalità viene avanzata da un gruppo: nel caso specifico, dai cristiani.

Età moderna: l’identità europea nasce come «negazione dell’altro» • L’avvento dell’età moderna coincide con

Età moderna: l’identità europea nasce come «negazione dell’altro» • L’avvento dell’età moderna coincide con atteggiamenti di chiusura nei confronti delle comunità ebraiche insediate nelle terre cristiane d’Europa – nel 1290 gli ebrei vengono cacciati dall’Inghilterra, nel 1306 dalla Francia; il 1492 è l’anno della cacciata degli ebrei sefarditi (circa 300. 000) dalla Spagna e della confisca di tutti i loro beni. • Rivoluzione francese: costituisce un momento storico di grande importanza, sia per la definizione della libertà di culto e quindi per la piena affermazione di uno Stato laico – che lascia completa libertà di religione ai suoi cittadini – sia per l’estensione a molti ebrei diritti di cittadinanza. • Con l’affermazione del cittadino, nasce anche la figura dell’apolide (Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo). • Reazione della Chiesa cattolica alla rivoluzione francese e alle società liberali: atteggiamento di intransigenza che attraversa tutto il XIX secolo e parte del XX secolo fino al Concilio Vaticano II.

4. Cause razziali: L’antisemitismo biologistico-razziale costituisce un elemento relativamente nuovo: esso risale alla fine

4. Cause razziali: L’antisemitismo biologistico-razziale costituisce un elemento relativamente nuovo: esso risale alla fine del XVIII secolo e al XIX secolo, in concomitanza con gli sviluppi di una nuova disciplina, la biologia. L’antisemitismo specificamente moderno si ricollega allo sviluppo del concetto pseudo-scientifico di razza e alla nascita del razzismo inteso come fenomeno volto a legittimare la superiorità della razza bianca sulle altre razze, in decenni in cui il colonialismo europeo mostrava il suo volto più spietato; viene poi accolto e integrato nell’ideologia nazista nel XX secolo. Gli ebrei vengono definiti la gegen-Rasse, la razza inferiore, in relazione alla presunta purezza e superiorità della razza ariana. Oggi sappiamo che si tratta di una affermazione pseudo-scientifica, priva di qualsiasi validità e consistenza, ma nell’Ottocento veniva assunta come una verità di fede scientifica. Nella seconda metà dell’Ottocento, l’idea di razza diventa il mito politico prevalente, intorno al quale articolare l’identità dello Stato-nazione e giustificare le imprese coloniali. Questa idea di superiorità della razza bianca e della cultura occidentale, largamente diffusa nella cultura occidentale della seconda metà del XIX secolo, aveva diversi fondamenti: da un lato, si nutriva della fiducia e dell’ottimismo derivanti dallo sviluppo tecnologico in atto nell’Occidente ed era uno dei tasselli più importanti della cultura positivista; dall’altro, prendeva spunto e sostegno dalle teorie dell’evoluzionismo (Charles Darwin) che in quei decenni si andavano diffondendo nella cultura europea. Ciò significa che il colonialismo europeo veniva giustificato sia attraverso l’ideologia della superiorità tecnologica, culturale, morale dell’Occidente, e come missione di civilizzazione nei confronti dei popoli colonizzati; sia ricorrendo all’applicazione delle categorie di Darwin alla società (darwinismo sociale). Come in natura esistono specie animali selezionate nel corso dell’evoluzione naturale, perché più forti, così nella realtà umana esistono popoli più forti, superiori e in quanto tali legittimati a dominare e a colonizzare. Si stabiliscono così delle classificazioni delle diverse “razze”, distinte sulla base dei tratti somatici, e delle gerarchie tra “razze”: la razza bianca superiore a quella gialla e a quella nera.

Propaganda nazista antisemita

Propaganda nazista antisemita

Lo stereotipo della cospirazione giudaica • Il carattere infido degli ebrei, dilagante nella cultura

Lo stereotipo della cospirazione giudaica • Il carattere infido degli ebrei, dilagante nella cultura europea di fine Ottocento come dimostra l’emblematico caso Dreyfus in Francia contro il quale si alza la voce isolata dello scrittore naturalista Emile Zola (testo ristampato nel 2011 dalla casa editrice Giuntina), viene accentuato dalla divulgazione dei Protocolli dei saggi di Sion: un testo scritto originariamente a Parigi nel 1897 -98, sotto forma di un resoconto di una serie di conferenze tenute segretamente a Basilea durante il congresso sionista del 1897 (vedi: nazionalismosionismo). In queste conferenze verrebbe svelato un vasto e segreto disegno di conquista del mondo da parte degli ebrei. • I Protocolli sono in realtà la parafrasi di un libro scritto nel 1864 da Maurice Joly contro Napoleone III, Dialogue aux Enfers entre Montesquieu et Machiavel. Questa scoperta avviene nel 1921, da parte del giornalista Philip Graves. Nonostante sia quindi noto – dal 1921 – che si tratta di un «falso storico» , i Protocolli sono diffusi ovunque con grande successo. • In Russia si diffondono dopo la rivoluzione del 1905: sono questi gli anni di numerosi pogrom nei confronti delle comunità ebraiche della Russia.

 «I protocolli dei Saggi di Sion» in Italia I Protocolli vengono pubblicati per

«I protocolli dei Saggi di Sion» in Italia I Protocolli vengono pubblicati per la prima volta nel 1921, ma passano quasi inosservati. Diversa sarà invece la ricezione di questo testo nell’edizione del 1937, a cura di Julius Evola. Nella terza edizione, del 1938, sotto il titolo Gli ebrei in Italia, viene inserito un nuovo capitolo con l’elenco in ordine alfabetico di 9. 800 famiglie ebraiche. Per quanto riguarda l’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti dei Protocolli, pur dando per acquisito che si tratta di un falso, essi vengono accolti come «verosimili» . Alcune voci isolate – tra cui quelle di Jacques Maritain – si levano per invitare a riflettere sull’antisemitismo di una certa tradizione cattolica, in conflitto con il pensiero cristiano e per denunciare l’innocenza degli ebrei.

Nazionalismo e sionismo Sionismo: nazionalismo ebraico. Si tratta di un movimento politico e religioso

Nazionalismo e sionismo Sionismo: nazionalismo ebraico. Si tratta di un movimento politico e religioso che si propone di ricostituire uno Stato ebraico; il termine sionismo deriva da Sion, la collina su cui sorge Gerusalemme. Uno dei padri del sionismo è Theodor Herzl, che nel 1895 pubblicò lo scritto Lo Stato ebraico, nel quale si rivendica l’esigenza di fondare in Palestina uno Stato per gli ebrei. Il fenomeno del sionismo va quindi collocato nell’ambito più generale del nazionalismo, che caratterizza la cultura politica – non solo europea – nella seconda metà del XIX secolo e rispecchia l’esigenza di una identità ancorata all’appartenenza ad uno Stato-nazione. • Nazionalismo è un concetto ambivalente. Secondo lo storico francese Chabod, può essere declinato in due modi: nazionalismo volontaristico e nazionalismo naturalistico. Nel primo caso - l’interpretazione volontaristica del nazionalismo - l’appartenenza alla nazione viene rivendicata in base al criterio della volontà politica dei singoli individui e del popolo. Si deve interrogare la volontà dei cittadini per definire l’appartenenza nazionale. In questo senso il nazionalismo si collega all’idea di sovranità popolare, agli ideali liberali e democratici che ispirano, ad esempio, nell’Italia dell’Ottocento, i movimenti risorgimentali. È dall’esperienza dell’esilio, della dominazione che nasce l’appello alla nazione: ad una identità negata, a una patria, la cui ricostruzione, diviene una missione da compiere. Si diffonde in questo periodo una mistica della rivoluzione e della nazione, che unisce spirito religioso e slancio politico. Emblematica, a questo proposito, è la figura di uno dei maggiori protagonisti del risorgimento italiano: Giuseppe Mazzini, che riassume il suo pensiero nel motto Dio e popolo. • Nel panorama culturale e ideologico europeo di fine secolo predominerà invece la concezione naturalistica della nazione. L’appartenenza alla nazione viene stabilita in base a criteri quali il sangue e il suolo. La nazionalità viene quindi identificata su basi etniche. Secondo questa concezione la nazione è pre-esistente al popolo e ai singoli individui. La nazione, il territorio, i suoi confini sono dati in modo naturale. Questa interpretazione della nazionalità fornisce un forte senso di appartenenza e di identità, e contemporaneamente fornisce un criterio di esclusione: gli altri – quelli che non hanno lo stesso sangue o non vivono sullo stesso territorio – vengono considerati stranieri, nemici. Nella sua versione naturalista, il nazionalismo è il segno di un fallimento degli ideali della Rivoluzione francese (1789). Anziché vedere realizzati gli ideali di uguaglianza e di fraternità, l’assimilazione e pacifica convivenza tra popoli di diversa cultura, religione e lingua, le ideologie nazionaliste coltivano il mito della diversità, dell’ineguaglianza, della superiorità: un mito alimentato dal culto della forza e della violenza. Queste considerazioni relative al fenomeno del nazionalismo riguardano soprattutto la politica e la cultura politica delle potenze occidentali nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Una ulteriore distinzione va tracciata a proposito dei fenomeni nazionalistici che sorgono nei Paesi che erano sotto il controllo delle potenze coloniali. Qui, i movimenti nazionalistici si fanno portavoce delle istanze di autonomia e di indipendenza di popoli che per secoli erano stati assoggettati, sia sul piano politico che su quello economico e culturale, alle potenze coloniali. Il nazionalismo di fine secolo è stato anche definito panslavismo e pangermanesimo.

Internet e antisemitismo: le principali calunnie Le false accuse diffuse nell’opinione pubblica mondiale sono:

Internet e antisemitismo: le principali calunnie Le false accuse diffuse nell’opinione pubblica mondiale sono: a) il capitalismo finanziario ebraico è all’origine della mondializzazione (nessun cenno ai capitalismi finanziari arabo, cinese, indiano ecc. ) b) gli ebrei manovrano un complotto mondiale per sfruttare e dominare il mondo (imperialismo israelo-americano, imperialismo sionista) c) gli ebrei sono i gestori occulti della politica americana d) gli ebrei complottano per dividere e rovinare la comunità islamica e) gli ebrei usano il sangue dei bambini palestinesi per impastare le azzime f) gli ebrei sono responsabili del “genocidio” dei palestinesi

Bertolt Brecht, La resistibile ascesa di Arturo Ui (1941 -1956) «E voi imparate che

Bertolt Brecht, La resistibile ascesa di Arturo Ui (1941 -1956) «E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria, occorre agire e non parlare. Questo mostro stava una volta per governare il mondo. I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto; il grembo da cui nacque è ancora fecondo» .

 • Principali testi di riferimento: • • Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo,

• Principali testi di riferimento: • • Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, edizioni di Comunità. • Zygmund Bauman, Modernità e Olocausto, il Mulino, Bologna. • Elias Canetti, Massa e potere, Adelphi, Milano. • Federico Chabod, L’idea di nazione, Laterza, Bari. • Max Horkheimer, Theodor W. Adorno, La dialettica dell’Illuminismo, Einaudi, Torino. • Reinard Koselleck, Per una semantica storico-politica di alcuni concetti antitetici asimmetrici, in R. Koselleck, Futuro Passato, Marietti, Milano. • Serge Latouche, L’Occidentalizzazione del mondo, Boringhieri, Torino. • Rosetta Loy, La parola ebreo, Einaudi, Torino. • T. Todorov, La scoperta dell’America. La negazione dell’altro, Einaudi, Torino. • Max Weber, Sociologia delle religioni, edizioni di Comunità. • Emile Zola, Je accuse, Giuntina, Firenze, 2011. • Luca Bravi, Il porrajmos, lezione seminariale Pontignano • Tullio Seppilli, Sull’uso politico dei pregiudizi, lezione seminariale Pontignano