SSIS Scuola di Specializzazione per lInsegnamento Secondario Corso
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SSIS - Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario Corso Handicap – 800 Ore MODULO DI PSICOLOGIA DELLA RELAZIONE (IIa parte) Dott. ssa Tiziana Vacca e-mail: tiziana. vacca@alice. it Anno Accademico 2007 - 2008 23/09/2008 1
PROGRAMMA 23/09/2008 q HANDICAP E SESSUALITA’ 2
PREMESSA Profonda ambivalenza nella nostra attuale situazione culturale: q tabù q mitizzazione dell’esteriorità 3
PREMESSA La SESSUALITA’ è uno degli aspetti più rilevanti della vita di un individuo, MA l’informazione e l’educazione sessuale nell’infanzia e nell’adolescenza vengono spesso trascurate o disattese. 4
PREMESSA La situazione si complica ulteriormente per i disabili, che non possono gestire la propria vita in piena autonomia, né possiedono la libertà di rifiutare, accettare o accrescere le informazioni in merito ricevute dai loro educatori 5
PREMESSA Handicap e sessualità MONDO DI SILENZIO 6
PROBLEMI DI BASE In letteratura sono ampiamente trattati TUTTI i temi che riguardano la vita e le possibilità di apprendimento delle persone con disabilità ma quasi mai si parla della loro sessualità 7
PROBLEMI DI BASE Atteggiamento diverso: FEMMINE: repressione (anche se imposta con dolcezza) MASCHI: - esercizio sistematico della masturbazione - ricorso alla prostituzione 8
PROBLEMI DI BASE Credenze: • disabili come esseri asessuati negazione • disabili come portatori di una sessualità irrilevante da trascurare • disabili come portatori di una sessualità pericolosa da reprimere 9
PROBLEMI DI BASE La sessualità è una dimensione molto spesso esclusa dai progetti educativi rivolti alle persone con disabilità Logica educativa secondo cui bisogna insegnare abilità e competenze che consentano l’accesso a più ampi spazi di AUTONOMIA 10
PROBLEMI DI BASE Probabilmente concedere una maggiore autonomia sessuale alle persone con handicap spaventa più noi di quanto sia un problema per loro Ognuno parte dalla propria immagine di sessualità nell’affrontare questo tema, e nell’ascoltare ciò che l’altro esprime 11
PROBLEMI DI BASE Tutta una serie di comportamenti inadeguati rispetto a persone con handicap mentale grave non sono frutto del loro deficit, ma del fatto che l’ambiente non ha imposto loro un comportamento da adulti, e non ha fornito una corretta educazione. 12
PROBLEMI DI BASE Tensione esistente tra la sostanziale vitalità del substrato organico E la difficoltà ad esprimerlo per una serie di deficit cognitivi, organizzativi e motori 13
PROBLEMI DI BASE Spesso comportamenti definiti “disadattativi” o “problematici” costituiscono la migliore risposta possibile al profondo disagio dell’organismo. 14
PROBLEMI DI BASE COMPORTAMENTI DIFENSIVI Aggressività: • difesa primaria • ribellione ad una condizione difficile • comunicazione sul proprio bisogno di relazione affettiva Esibizionismo: • comunicazione sul bisogno di avere un’identità sessuale 15
LA FAMIGLIA Ø Il problema della sessualità nella persona con disabilità è uno dei più importanti che i genitori devono affrontare. Ø Essi spesso tendono ad allontanare, rimandare, negare, in quanto questo problema non è circoscritto all’handicap, ma investe e sollecita criticità nella stessa coppia genitoriale. 16
LA FAMIGLIA Deterioramento della qualità della vita di coppia dopo la nascita di un figlio con disabilità (aspetti relazionali e sessuali) Quasi esclusività del figlio come argomento di conversazione tra i coniugi Impegno superiore delle madri nell’accudimento del figlio 17
LA FAMIGLIA È come se questi genitori non riescano più a concedersi nella quotidianità il permesso di ricercare momenti di piacere 18
LA FAMIGLIA MADRE: ferita, spesso schiacciata dal senso di colpa, a livello inconscio non accetta l’handicap del figlio non gli permette un attaccamento sicuro PADRE: ugualmente, e forse maggiormente ferito, non è in grado di sostenere la madre FAMIGLIE: senso di “vergogna” 19
LA FAMIGLIA La persona con handicap, per sentirsi un “essere umano vero” ha bisogno di tanto AMORE, a partire da quello dei genitori 20
COSA SI PUO’ FARE? Il lavoro di aiuto dovrebbe: * definire di quale problema si tratta; * definire di chi è il problema: § della persona disabile? § della famiglia? § dell'ambiente che ospita la persona disabile (strutture, operatori, coetanei…) § di tutte queste figure? 21
COSA SI PUO’ FARE? PROGETTO PEDAGOGICO orientato alla crescita dell’individuo verso l’autodeterminazione e la massima autonomia consentita dal suo handicap 22
COSA SI PUO’ FARE? Modello del Trattamento Meno Restrittivo (FOXX, 1982) “… non si può ricorrere ad una procedura con alto grado di avversità finchè non si dimostra che una con minor grado di avversità si è rivelata inefficace oppure, finchè l’analisi della specifica letteratura non dimostri che procedure con minor grado di avversità non riescono ad indebolire quel tipo di comportamento”. 23
COSA SI PUO’ FARE? 3 Livelli di intervento: 1) interventi che non possiedono sgradevolezza e restrittività più di quante ne siano contenute in qualsiasi forma abituale di comunicazione 2) alcuni atteggiamenti intrusivi che devono essere applicati con cautela (rispetto/possibilità di peggiorare la situazione) 3) procedure altamente restrittive della libertà individuale che devono essere utilizzate con estrema cautela e con il consenso di tutta l’équipe educativa 24
PER CONCLUDERE * L’intervento in senso restrittivo sul comportamento sessuale è ragionevole per la sola gestione delle emergenze ( garantire l’incolumità delle persone) * L’uso esclusivo di interventi restrittivi è fallimentare, deviante e lesivo dei diritti delle persona con disabilità 25
PER CONCLUDERE EDUCARE LA SESSUALITA’ DELLE PERSONE CON HANDICAP MENTALE Importanza dell’informazione 26
PER CONCLUDERE Requisiti indispensabili per un lavoro di tipo educativo: ü conoscenza approfondita dei temi trattati ü idee molto chiare sul significato più profondo della sessualità e delle sue implicazioni etiche ed estetiche 27
PER CONCLUDERE Requisiti indispensabili per un lavoro di tipo educativo: ATTENZIONE ALLA PERSONA E AI SUOI DIRITTI INALIENABILI, E SOPRATTUTTO IMPEGNO A FORNIRLE I MEZZI NECESSARI PER IL SUO SVILUPPO 28
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Barone, L. (a cura di), 2004. Emozioni e disagio in adolescenza. Milano: Unicopli. Giusti, M. (1999). Disabilità e scuola superiore: Adolescenza, integrazione, percorsi scolastici con l’handicap. Firenze: La Nuova Italia. Liverta Sempio, O. (a cura di), 2003. La rete educativa tra scuola e servizi socio-sanitari. Roma: Carocci. Mahler, M. , Pine, F. , & Bergman, A. (1978). La nascita psicologica del bambino. Torino: Boringhieri. 29
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Veglia, F. (a cura di), 2000. Handicap e sessualità: il silenzio, la voce, la carezza. Milano: Franco Angeli http: //www. edscuola. it/archivio/handicap_e_sessualita. htm http: //www. accaparlante. it/cdh-bo/ 30
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