Sociologia economica del welfare Piera Rella 6 marzo

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Sociologia economica del welfare Piera Rella -6 marzo o corso di laurea in Programmazione

Sociologia economica del welfare Piera Rella -6 marzo o corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno o 12 crediti formativi (inclusi 6 Nocifora sulle migrazioni) – gruppo disciplinare SPS/09 o Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche E-mail: piera. rella@uniroma 1. it ludovica. rossotti@uniroma 1. it Ricevimento stanza B 12 su appuntamento 1

Domande preliminari Avete fatto ESAMI di sociologia economica, di sociologia del welfare nella laurea

Domande preliminari Avete fatto ESAMI di sociologia economica, di sociologia del welfare nella laurea triennale? o Avete fatto esami di sociologia nella laurea triennale? 2

sociologia significa a) Societas + logos termine introdotto da Comte nel 1824 b) Descrizioni

sociologia significa a) Societas + logos termine introdotto da Comte nel 1824 b) Descrizioni e interpretazioni generalizzanti dei fenomeni sociali erano comuni alla fine del ‘ 700 (Montesquieu, Touqueville, Smith). Spunti sociologici si trovano anche nella letteratura, filosofia, storia precedenti ma in modo non sistematico c) scienza sociale come l’economia e la politologia 3

La sociologia è una scienza sociale assoggettata a rigorosi procedimenti scientifici come l’economia e

La sociologia è una scienza sociale assoggettata a rigorosi procedimenti scientifici come l’economia e la politologia ha aspetti a) teorici (validazione/confutazione di modelli teorici relativi a una formazione sociale o a una parte della società - ad es. organizzazione - e loro trasformazioni nel tempo e nello spazio) b) empirici (validazione/confutazione di un’ipotesi tramite dati statistici e o ricerca sul campo) 4

Articolazione della sociologia Generale sociologie specifiche Rapporti di interdipendenza tra → individui, parti, settori,

Articolazione della sociologia Generale sociologie specifiche Rapporti di interdipendenza tra → individui, parti, settori, funzioni che costituiscono i sistemi sociali da cui nascono sociologie ancor più delimitate. agricoltura Soc. economica → organizzazione < industria terziario >lavoro 5

Contesto in cui comprendere le sociologie economiche modernizzazione/industrializzazione nascita e sviluppo società capitalistica lungo

Contesto in cui comprendere le sociologie economiche modernizzazione/industrializzazione nascita e sviluppo società capitalistica lungo e complesso processo storico socio-economico geografico uscita feudalesimo trasformaz proprietà materie prime colonie proletariato/borghesia urbanizzazione . migrazioni 6

Il capitalismo va avanti in maniera non lineare e il welfare ne è influenzato

Il capitalismo va avanti in maniera non lineare e il welfare ne è influenzato o Il welfare nasce dall’alto (sovrani illuminati, benefattori) e dal basso (rivolte, movimenti sociali, lotte di classe) o Si afferma nei periodi di espansione economica, ma spesso nasce per uscire dalla povertà generata dalla guerra e per contrastare cicli economici avversi (dalla grande crisi del ’ 29)

Onde lunghe di industrializzazione (Pacey, cit. in A. Negri, Il lavoro nel Novecento, 1988)

Onde lunghe di industrializzazione (Pacey, cit. in A. Negri, Il lavoro nel Novecento, 1988) Ø I (1760 -70) Nuove tecnologie manifattura tessile in GB Ø II (1820 -29) Ferrovie e altre tecnologie meccaniche in Europa Ø III (1870 -80) Nasce industria elettrica in Germania e Usa e poi si sviluppa Industria elettrica pesante nel periodo 1890 -1914. Ø IV (1930 -40) Tecnologie elettroniche. Crescita rapida nel periodo 1945 -70 in Usa. Ø V (1970 - 80 ) Componenti microelettroniche in Giappone e California Ø VI ( inizio XXI sec) Biotecnologie e/o green economy? 8

3 FASI e 2 RIVOLUZIONI (Graziani e Nassisi (a cura di), L'economia mondiale in

3 FASI e 2 RIVOLUZIONI (Graziani e Nassisi (a cura di), L'economia mondiale in trasformazione 1998 1° Dalla manifattura alla macchinofattura (dal 1760 al 1850 - I e II onda lunga→ sostituzione del lavoro muscolare con le macchine- prime forme di welfare dal basso mutue e leghe operaie o 2°Organizzazione Taylorista del lavoro e fordismo (III e IV onda lunga)- dal 1930 welfare dall’alto: assicurazioni e/o servizi pubblici- apice nei “ 30 gloriosi” o 3°Accumulazione allargata territoriale : riconquista del controllo sul lavoro e abbondante esercito internazionale di riserva (V e VI onda lunga) welfare mix (dal basso e dall’alto) 2 sole rivoluzioni: A=1°+ 2°fase Rivoluzione industriale (fino al 1929 o metà anni’ 70) B= 2°+3° Incorporazione dell'informazione e dell'intelligenza computerizzata nei sistemi di produzione e nelle macchine (in questa ottica la IV onda lunga delle tecnologie elettroniche sta qui) o 9

Sapete la differenza tra Taylorismo e fordismo?

Sapete la differenza tra Taylorismo e fordismo?

Taylor e Ford o L’ing. Taylor all’inizio del ‘ 900 progetta un nuovo modo

Taylor e Ford o L’ing. Taylor all’inizio del ‘ 900 progetta un nuovo modo di produzione, basato sull’estrema divisione del lavoro o Il proprietario della Ford capisce che le auto che produce devono poterle acquistare anche i suoi operai→ fordismo = sistema produttivo in cui il surplus va in parte a chi lavora (migliori retribuzioni, ma anche pensioni, indennità di malattia)

La fase attuale appare a noi occidentali solo come crisi o Siamo in una

La fase attuale appare a noi occidentali solo come crisi o Siamo in una fase di industrializzazione? o O di de-industrializzazione? o Che ne pensate? o La crisi attuale di che tipo è? Dove ci porta? o Avete sentito parlare di finanzcapitalismo? 12

Un mondo sempre più industrializzato, ma in modo diverso che nel periodo fordista o

Un mondo sempre più industrializzato, ma in modo diverso che nel periodo fordista o Se consideriamo l’intero mondo non ci sono mai stati tanti addetti all’industria grazie ai paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) in cui i lavoratori del settore industriale sono cresciuti enormemente. I paesi del BRICS comprendono oggi oltre il 42% della popolazione mondiale, il 25% della totale estensione della Terra, il 20% del PIL mondiale, e circa il 16% del commercio internazionale. o Ma ormai il terziario è il settore prevalente nei paesi di più vecchia industrializzazione con alle spalle 2 secoli di industrializzazione 13

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Distinzione tra territorio e spazio, urbs, polis e civitas (Sebastiani) o La città nasce

Distinzione tra territorio e spazio, urbs, polis e civitas (Sebastiani) o La città nasce dando forma allo spazio fisico (urbs) e poi diventa dominio sul territorio o Territorio realtà bidimensionale → statica o Spazio tridimensionale in cui ci sono volumi che lo definiscono e i corpi che lo abitano→ dinamico o Polis= città stato greca → etimo di politica o Civitas = comunità dei cittadini → etimo di cittadinanza, civiltà

Sistemi locali parti con relativa autonomia Città, regioni, aree metropolitane sono parti della società:

Sistemi locali parti con relativa autonomia Città, regioni, aree metropolitane sono parti della società: un microcosmo in cui si riproducono interazioni tra soggetti, gruppi, imprese e istituzioni e anche conflitti politici o Ma anche distretti industriali, incubatori di imprese, start-up che caratterizzano lo sviluppo economico locale o Reti di Asl, distretti scolastici etc. caratterizzano il welfare locale

Analisi dei sistemi locali o È vicina alla sociologia generale e a quella economica:

Analisi dei sistemi locali o È vicina alla sociologia generale e a quella economica: invece che il sistema mondo o uno stato, analizza un sistema sociale più piccolo che può avere una relativa autonomia politica (comune, area metropolitana, regione) o Analizza l’economia e/o il welfare locale o Si guarda alle interrelazioni con altri sistemi territoriali e con l’eco-sistema in generale→geografia, ecologia o si appiglia alla dimensione spazio temporale: fenomeni collocati nello spazio e nel tempo condizionati da risorse e vincoli sociali e ambientali • Ma così fa tutta la ricerca sociale sul campo che ha un pregio: il confronto interdisciplinare • Manca un quadro teorico interpretativo specifico se non quello della sociologia urbana

I fuochi d’interesse della Sociologia Urbana 4 Campi problematici della Sociologia Urbana e non

I fuochi d’interesse della Sociologia Urbana 4 Campi problematici della Sociologia Urbana e non compartimenti chiusi a) Dimensione economica della città con interazioni interne ed esterne (rete di città ossatura dei paesi sviluppati) b) Dimensione politica e struttura sociale (classi strati, partiti, associazioni, gruppi) c) Dimensione culturale↓→confronto tra culture elaborazione di simboli e nuove culture d) Dimensione ecologica o Cfr fig. Mela Sociologia delle città p. 38

Nel ‘ 900 l’urbanesimo diventa fenomeno planetario o L’eccezione diventa il rurale o la

Nel ‘ 900 l’urbanesimo diventa fenomeno planetario o L’eccezione diventa il rurale o la crescita urbana non è legata sempre allo sviluppo, ma anche alla crescita del sottosviluppo: ad es. nell’Africa sub-sahariana dove guerre e siccità hanno destrutturato il territorio o Per i demografi si tratta di fenomeni di espulsione, più che di attrazione→ oggi le principali città sono megalopoli piene di favelas

Nel 2014 il 54 per cento della popolazione mondiale vive in aree urbane secondo

Nel 2014 il 54 per cento della popolazione mondiale vive in aree urbane secondo il rapporto Onu The World Population Situation 2014, una percentuale che dovrebbe aumentare al 66 per cento entro il 2050. Alcune proiezioni mostrano che l'urbanizzazione combinata con la crescita complessiva della popolazione mondiale potrebbe aggiungere un altro 2, 5 miliardi di persone a popolazioni urbane entro il 2050, con quasi il 90 per cento dell'aumento concentrato in Asia e in Africa

Slum e megalopoli o Circa un terzo della popolazione urbana mondiale vive negli slum

Slum e megalopoli o Circa un terzo della popolazione urbana mondiale vive negli slum (in Africa 60%), dove si concentrano povertà, emarginazione e discriminazione. Entro il 2020 quasi 1, 4 miliardi di persone vivranno in insediamenti non ufficiali e negli slum. o Quasi il 10% della popolazione urbana vive in megalopoli, città con oltre 10 milioni di abitanti che si sono moltiplicate in tutto il pianeta. A New York e a Tokyo, che rientrano in questa lista già dagli anni Cinquanta, si sono aggiunte altre 19 megalopoli, tutte (tranne 3) ubicate in Asia, America latina e Africa.

Le popolazioni dell’Europa occidentale e delle Americhe sono già quasi completamente urbane alcuni degli

Le popolazioni dell’Europa occidentale e delle Americhe sono già quasi completamente urbane alcuni degli Stati che registrano un tasso di popolazione urbana superiore al 75%: o Belgio 97% o Argentina 92% o Brasile 87% o Francia 85% o USA 82% o Arabia Saudita 82% o Messico 78%

Paesi con tasso di urbanizzazione compreso tra 25 e 50% o Indonesia 44% o

Paesi con tasso di urbanizzazione compreso tra 25 e 50% o Indonesia 44% o Egitto 43% o India 30% Stati in cui il tasso di urbanizzazione è inferiore al 25%: v Etiopia 17% v Afghanistan 7, 1%

A ogni versione di capitalismo corrisponde un tipo di città o Nella prima età

A ogni versione di capitalismo corrisponde un tipo di città o Nella prima età industriale (XIX sec. ) case fatiscenti intorno a fabbriche e botteghe o Con la produzione di massa zone distinte per colletti bianche e blu o Col post-fordismo le nuove tecnologie informatiche cambiano la produzione con un ruolo attivo delle città: crogiolo del nuovo ordine economico basato sulla cultura e la conoscenza o Nodi centrali dell’era globale sono le grandi città regione

Il modo di vita metropolitano o Si propaga già alla fine del XIX sec

Il modo di vita metropolitano o Si propaga già alla fine del XIX sec con il telefono, la radio e la circolazione rapida delle merci, oltre che con le migrazioni x lavoro anche al di fuori delle aree urbane Nel ‘ 900 il fenomeno accelera e i confini tra urbano e non sfumano ancor più a partire dagli anni’ 90 con la II globalizzazione ↙ ↓ ↘ ↘ economica politica culturale vita quotidiana + espansione insediativa nelle aree esterne alla metropoli ≠ ritorno alla campagna

le città rinascono con la nuova economia della cultura e della conoscenza La crisi

le città rinascono con la nuova economia della cultura e della conoscenza La crisi delle grandi metropoli legate all’ industrializzazione negli anni ’ 70 si risolve negli anni ’ 90 con produzioni ad elevata intensità tecnologica: v informatica e comunicazione, v servizi finanziari e alle imprese, v industria culturale (media cinema, musica), v turismo, produzioni neoartigianali di qualità (dall’alta moda ai prodotti enogastronomici) Ø Attività differenti che hanno in comune la piccola scala e la de-standardizzazione Ø Logica organizzativa basata su collaborazione intra e inter-aziendale (reti di scambio che richiedono un contatto interpersonale continuo) Ma cresce anche il lavoro di servizio non qualificato

Definizioni di welfare e di regime di protezione sociale Prima di presentare Ascoli

Definizioni di welfare e di regime di protezione sociale Prima di presentare Ascoli

XX secolo è il secolo del welfare = benessere e progresso sociale che si

XX secolo è il secolo del welfare = benessere e progresso sociale che si affianca alla crescita economica con le politiche Keynesiane dopo la crisi del 1929 o «l’obiettivo dello Stato è il benessere dei cittadini. Il progresso materiale e la prosperità della nazione sono desiderabili nella misura in cui conducono al benessere morale e materiale di tutti i cittadini » (T. D. Roosevelt, ‘Portland Speech’, 21 settembre 1932) o Roosevelt con il Social Security Act (1935) introduce un sistema previdenziale per tutti i lavoratori statunitensi; o tra il 1945 e 1949, il Regno Unito istituisce il Welfare State, traducendo in legge le proposte del Beveridge Report. 30

I precedenti del welfare o Poor lows tra ‘ 500 e ‘ 600 di

I precedenti del welfare o Poor lows tra ‘ 500 e ‘ 600 di Elisabetta I d’ Inghilterra o Stati illuminati del ‘ 700 che sostituiscono all’intervento della Chiesa quello dello Stato Per rispondere a nuove povertà create dal capitalismo o Rivoluzione francese- riconoscimento diritti del cittadino (per le cittadine solo diritti patrimoniali e non politici De Gouge che afferma quelli della cittadina viene ghigliottinata) o Fine’ 800 cancelliere prussiano von Bismarck prime misure di stato sociale di tipo assicurativo, più consistenti dal 1920 (pensioni e assegni familiari) o Dopo la crisi del 1929 applicazioni teorie keynesiane per la ripresa economica e lancio del welfare con Roosevelt e lord Beveridge

La protezione dalla culla alla tomba di Beveridge o Piano del 1942 attuato nel

La protezione dalla culla alla tomba di Beveridge o Piano del 1942 attuato nel dopoguerra che prevede il diritto del cittadino ad avere buone condizioni di vita→ riforma sanitaria nel 1948, pagata con la fiscalità generale oltre che con i contributi o Il piano Beveridge, che voleva eliminare l’emarginazione si diffonde per 40 anni in particolare nei paesi scandinavi

Il welfare oscilla tra Modello universalistico Paesi anglo scandinavi – protezione per tutti i

Il welfare oscilla tra Modello universalistico Paesi anglo scandinavi – protezione per tutti i cittadini indipendentemente dalla loro posizione lavorativa Modello occupazionale Paesi continentali – protezione per i lavoratori con differenze specifiche determinate dalle differenti Occupazioni Si basa su 3 assicurazioni obbligatorie ↙ ↓ ↘ Malattia e maternità- vecchiaia e invalidità disoccupazione

Primo tentativo di classificazione del Welfare State TITMUSS (1974) 3 modelli o funzioni della

Primo tentativo di classificazione del Welfare State TITMUSS (1974) 3 modelli o funzioni della politica sociale: 1. MODELLO RESIDUALE lo Stato si impegna al minimo, limitandosi a fornire interventi di tipo temporaneo in risposta a bisogni individuali e SOLO quando gli altri canali di intervento (famiglia e mercato) non riescono ad attivarsi → assistenza 2. MODELLO REMUNERATIVO Lo stato fornisce protezione “completando” quella fornita dal sistema economico generale e che deriva all’individuo dalla sua posizione occupazionale → assicurazione 3. MODELLO ISTITUZIONALE-REDISTRIBUTIVO La protezione sociale pubblica costituisce il cardine di questo modello. Lo stato fornisce prestazioni di tipo universale → sicurezza sociale

Secondo Esping Andersen (1990) durante il lungo periodo espansivo del capitalismo keynesiano si sono

Secondo Esping Andersen (1990) durante il lungo periodo espansivo del capitalismo keynesiano si sono consolidati 3 specifici regimi di welfare: �Regime liberale �Regime conservatore-corporativo �Regime social democratico �Con Regime di Welfare Esping-Andersen fa riferimento, non solo alle politiche sociali dello Stato, ma all’intero sistema in interconnessioni tra queste e il mercato del lavoro da un lato e la famiglia dall’altro.

Le funzioni dei regimi di welfare Gli esiti (outcomes) di un regime di welfare

Le funzioni dei regimi di welfare Gli esiti (outcomes) di un regime di welfare si possono valutare in base a tre dimensioni: �DEMERCIFICAZIONE: grado in cui la conformazione delle prestazioni sociali riesce ad attenuare la dipendenza dal mercato, consentendo agli individui di disporre di risorse e opportunità anche senza avere un reddito da lavoro (in quanto soggetti inattivi come casalinghe, bambini, anziani, malati, disoccupati); �DESTRATIFICAZIONE: grado in cui la conformazione delle prestazioni sociali riesce a contrastare e ridurre le disuguaglianze basate sullo status occupazionale o sulla classe sociale; �DEFAMILIZAZIONE: indica il grado in cui la conformazione delle prestazioni sociali riesce ad attenuare la dipendenza dalla famiglia, consentendo agli individui di disporre di risorse e opportunità anche a prescindere dalla solidarietà e dagli obblighi familiari e parentali.

Regime Liberale – caratteristiche secondo Esping Andersen �Predominanza di misure di assistenza basate sulla

Regime Liberale – caratteristiche secondo Esping Andersen �Predominanza di misure di assistenza basate sulla prova dei mezzi (means test). �Riconoscimento ai cittadini di diritti minimi in termini di protezione sociale, prestazioni sociali limitate e poco generose. �Individuazione ristretta dei destinatari (bisognosi, poveri, individui ad alto rischio di esclusione). �Riduzione minima dei compiti dello Stato (promozione e incoraggiamento del ricorso al mercato, individualizzazione dei rischi).

Regime Liberale - esiti �Demercificazione bassa: forte dipendenza degli individui dal mercato (redditi, retribuzioni,

Regime Liberale - esiti �Demercificazione bassa: forte dipendenza degli individui dal mercato (redditi, retribuzioni, rendite). �Destratificazione bassa: dualismo tra il “welfare dei poveri” (pubblico) e il “welfare dei ricchi” (privato). �Defamilizzazione media: dipendenza dal sostegno e dall’aiuto familiare per le fasce sociali deboli.

Regime Socialdemocratico- caratteristiche � Predominanza di misure a carattere universalistico basate sulla cittadinanza �Riconoscimento

Regime Socialdemocratico- caratteristiche � Predominanza di misure a carattere universalistico basate sulla cittadinanza �Riconoscimento del diritto alle prestazioni dello stato a tutti i cittadini; prestazioni sociali ampie, diffuse e generose (prevalentemente uguali per tutti) �Individuazione particolarmente ampia dei destinatari: tutti i cittadini a prescindere dal bisogno, dalla prova dei mezzi, dalla posizione lavorativa �Massima estensione del ruolo dello Stato, massima socializzazione dei rischi �Politica sociale e occupazionale inclusiva e “produttivista”, cioè volta a massimizzare le capacità produttive dei cittadini

Regime socialdemocratico - esiti �Demercificazione alta: la dipendenza degli individui dal mercato è molto

Regime socialdemocratico - esiti �Demercificazione alta: la dipendenza degli individui dal mercato è molto attenuata �Destratificazione alta: eguaglianza di trattamento per tutti i cittadini, “tutti beneficiano, tutti si sentono in dovere di contribuire” �Defamilizzazione alta: la dipendenza dal sostegno e dall’aiuto familiare è minima

Regime conservatore/corporativo - caratteristiche � Predominanza di schemi assicurativi pubblici collegati alla posizione occupazionale.

Regime conservatore/corporativo - caratteristiche � Predominanza di schemi assicurativi pubblici collegati alla posizione occupazionale. �Formule di computo delle prestazioni legate ai contributi e/o alle retribuzioni. �Individuazione dei destinatari in base alla posizione occupazionale (destinazione prioritaria degli interventi ai “capofamiglia”); riconoscimento di prestazioni differenziate su base corporativa. �Ampia estensione del ruolo dello Stato, enfasi sulla “sussidiarietà” dell’intervento pubblico in alcuni ambiti: lo Stato interviene solo se i bisogni non trovano risposta a livello individuale, familiare e di associazioni intermedie. �Politica sociale e occupazionale che tende a scoraggiare ridurre la partecipazione al mercato del lavoro.

La quarta Europa sociale (Ferrera): Spagna, Portogallo, Grecia e Italia I paesi dell’Europa meridionale

La quarta Europa sociale (Ferrera): Spagna, Portogallo, Grecia e Italia I paesi dell’Europa meridionale rappresentano una variante del modello conservatore-corporativo che fa caso a sé in ragione di alcune marcate peculiarità Sulla base delle specificità territoriali sociali ed economiche si può ipotizzare anche l’esistenza di una quinta Europa sociale formata dai paesi neo comunitari dell’Europa dell’est.

La Costituzione italiana alla base del welfare o Art. 3 Tutti i cittadini hanno

La Costituzione italiana alla base del welfare o Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La distorsione funzionale del modello italiano �La principale peculiarità italiana sta nella composizione interna

La distorsione funzionale del modello italiano �La principale peculiarità italiana sta nella composizione interna della spesa pubblica: fortemente squilibrata a vantaggio della funzione di protezione sociale rivolta a “vecchiaia e superstiti” (assorbe circa il 62% delle spesa totale contro il 46% della media europea), cioè del sistema pensionistico. �Si tratta dunque di una distorsione di tipo funzionale, che non si riscontra in nessun altro paese europeo Va detto però che nel sistema pensionistico finiscono funzioni di assistenza come le integrazioni delle pensioni al minimo e la CIG straordinaria

La distorsione distributiva � Un’altra peculiarità italiana è che all’interno delle varie funzioni di

La distorsione distributiva � Un’altra peculiarità italiana è che all’interno delle varie funzioni di spesa, compresa quella pensionistica, vi è un netto divario di protezione fra diverse categorie occupazionali (accesso alle prestazioni e loro entità): �gruppi sociali garantiti (lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione e delle grandi imprese) �gruppi sociali semi-garantiti (lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti delle piccole imprese e dei settori tradizionali) �gruppi sociali non garantiti (lavoratori instabili e irregolari)