SOCIOFONOLOGIA DELLARABO La formazione del dialetto di Amman
SOCIOFONOLOGIA DELL’ARABO La formazione del dialetto di Amman
CLASSIFICAZIONE DEI DIALETTI 1. Il criterio sociologico ARABO MESOPOTAMICO 2. Il criterio geografico ARABO PENINSULARE ARABO VICINO-ORIENTALE ARABO EGIZIANO ARABO MAGHREBINO ARABO SUBSAHARIANO Iraq, provincia iraniana del Khuzistan, Anatolia (più della Turchia) Penisola araba e Golfo Siria, Libano, GIORDANIA, Palestina Intorno al Nilo fino al Sudan e nelle oasi dell’Egitto occidentale Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Mauritania + maltese Sudan, Ciad, Nigeria, Camerun settentrionale ORIENTALI OCCIDENTALI
CLASSIFICAZIONE DEI DIALETTI Il criterio sociologico SEDENTARI ﻕ ﺙﻅﺫ Q/’ ( ﺕ ﺩ ﺽ occlusivizzate) BEDUINI G RESTANO Distinzione di genere II/III pers. pl. RESTA Duale nei sostantivi POCO USATO NEUTRALIZZATA ﺇﺿﺎﻓﺔ PARTICELLE GENITIVALI GIUSTAPPOSIZIONE
CLASSIFICAZIONE DEI DIALETTI Il criterio geografico ORIENTALI OCCIDENTALI Conservazione/ampliamento del sistema vocalico dello standard Per es. il damasceno ha 5 vocali lunghe Riduzione del sistema vocalico con la scomparsa delle vocali brevi non accentate (atone) in sillabe che terminano per vocale (aperte) [MSA kataba] katab Cv. C 2 sillabe Kteb CCv. C 1 sillaba La ğīm: Dj (giorno) in molte varietà peninsulari e siro arabiche J (jour) in molte varietà sedentarie vicino orientali e beduine magrebine G (gatto) in varietà sedentarie della penisola araba (Yemen, Oman), al Cairo e in Marocco come allofono
GIORDANIA Fase premoderna: prima della formazione dello stato giordano nel 1921, a questa fase risalgono tutti i dialetti autoctoni Fase moderna: caratterizzata dalle grandi migrazioni palestinesi e quindi dall’importazione di dialetti sedentari non autoctoni (palestinese urbano e rurale) Fase contemporanea: dalla fine degli anni settanta/inizio Ottanta fino a oggi quando nasce il nuovo standard urbano Possiamo individuare 3 dialetti che coesistono: Badawī (beduino) dove la q è resa g Fallāḥī (rurale) dove la q è resa k Madanī (urbano) dove la q è resa ’
Classificazione di Cleveland a partire dalla resa di yaqūlu in arabo standard FASE PREMODERNA YIGŪL TIPO BEDUINO Parlato dai nomadi deserti orientali (confine Iraq) e meridionali fortemente collegato con le varietà del Nağd (centro penisola araba). Caratteristiche: mantiene le interdentali e la ğ; passaggio q>g; nessun preverbo; mancato uso del participio attivo in funzione di presente; lessico conservativo Che cosa: ēš Come: šlōn [ēš lawn] (kīf) Chi: mīn Perché: lēš Quando: mita/mata Negazione mā BIGŪL TIPO BEDUINO/SEDENTARIO Quello con il maggior numero di parlanti Mantiene lo stato costrutto con giustapposizione Fonologicamente beduino ma morfosintatticamente sedentario (preverbio b- per il presente; lessico meno conservativo) Che cosa: šū/ēš Come: kīf/kēf Chi: mīn Perché: lēš Quando: wagtēš Negazione (mā) –š Costrutti analitici con pseudo preposizioni
Classificazione di Cleveland a partire dalla resa di yaqūlu in arabo standard FASE MODERNA BIKŪL TIPO SEDENTARIO RURALE Tipico della Palestina centrale, arrivato in Giordania con le migrazioni q>k (e k>č) preverbio b. Che cosa: šū/ēš Come: kīf/kēf Chi: mīn Perché: lēš Quando: waktēš Negazione (mā) –š BIʔŪL TIPO SEDENTARIO URBANO Parlato nei grandi centri urbani palestinesi Costrutti analitici con pseudo preposizioni Occlusivizzazione delle dentali ﺙ ﺕ ﺫ ﺩ q>’ che appare anche nelle principali metropoli orientali Damasco, Aleppo, Beirut, Gerusalemme e Cairo Che cosa: šū/ēš Come: kīf/kēf Chi: mīn Perché: lēš Quando: ēmta Negazione mā (-š) Costrutti analitici con pseudo preposizioni
LA QĀF La qāf è la più studiata variante sociolinguistica in arabo Tuttavia nel damasceno, nel dialetto di Beirut e di Gerusalemme si realizza sempre come colpo di glottide dunque non può essere considerata una variante Mentre al Cairo la realizzazione diversa è determinata da una scelta lessicale In Giordania la qāf diventa una variabile dagli anni 70 (prima g); Esistono 2+2 realizzazioni che possono verificarsi anche nella pronuncia degli stessi vocaboli e a prescindere dal background dialettale dei parlanti: G gamiːs ʔ ʔamiːs K Ğ Stigmatizzate e riservate a gli ambiti domestici e sub standard
LA QĀF Prima degli anni 70 Dopo gli anni 70 Amman quando è diventata la capitale dell’emirato di Transgiordania era abitata da poche migliaia di persone di diversa origine (le famiglie dell’élite erano principalmente di Damasco, Beirut, Gerusalemme, Haifa e Nablus) che si unirono ai Circassi (monolingui Adyghe). Il settembre nero mette in discussione la stessa esistenza dello stato-nazione giordano e la componente palestinese inizia ad essere percepita come una minaccia, l’identità “giordana” si consolida. Questa rivoluzione identitaria ha un impatto anche sulla lingua: le donne, escluse dal processo di modernizzazione e dal piano dirigenziale/politico, si appropriano del registro urbano/levantino mentre gli uomini che nelle loro posizioni di rilievo avevano bisogno di parlare i dialetti locali si attestano sul giordano. Fino agli anni Sessanta la Giordania non aveva istituzioni di istruzione superiore e aveva a modello i grandi centri urbani più evoluti come Haifa, Gerusalemme, Damasco e Beirut. In una prima fase i tratti linguistici urbani siropalestinesi abbiano prevalso, simbolo del prestigio sociale e del peso politico ed economico dei parlanti.
FORMAZIONE DEL DIALETTO AMMANITA The Amman Project (al-Wer) 3 GENERAZIONI DI PARLANTI 1 Arrivati ad Amman da adulti Dialetto è generalmente fedele ai dialetti di origine anche se si riscontra un certo livello di “rudimentary levelling”. 2 Prima generazione nativa di Amman oppure arrivati in città da bambini Situazione linguistica molto fluida e caotica. Il fattore di genere emerge come significativo insieme alla provenienza regionale. 3 Seconda generazione autoctona di Amman (1980 -90) Si sviluppa l’ammānī. C’è maggiore stabilità e una maggiore consapevolezza di cosa è e non è proprio di questo vernacolare
CARATTERISTICHE DELL’ AMMĀNĪ qāf LE CONSONANTI Le donne usano sempre [ʔ] Gli uomini usano [ʔ] tra ragazzi Palestinesi [g] tra ragazzi giordani [ʔ] utilizzato da entrambi i gruppi quando parlano con delle ragazze [g] utilizzato tra ragazzi dei due gruppi che parlano tra loro; interessante l’uso nelle risse background dialettale, sesso e contesto sociale (=interlocutore) giocano tutti un ruolo Negli anni Novanta la [ʔ] acquisisce un carattere transnazionale e cosmopolita ma l’acquisizione di nuovi significati della realizzazione [ʔ] non è avvenuta alle spese di [g] che con questa coesiste sia come simbolo di machismo e influenza maschile sia come peculiarità del “giordano” nell’area. Il parlante, soprattutto di sesso maschile, deve saper scegliere quale realizzazione utilizzare a seconda del contesto.
CARATTERISTICHE DELL’ AMMĀNĪ Dialetti giordani (centro e nord): utilizzano sempre /a/ tranne che dopo i suoni coronali (articolati con la parte flessibile della lingua) dove si utilizza /ɛ/. Per esempio maglu: ba vs. fattɛ LA DESINENZA FEMMINILE Dialetti palestinesi urbani: sempre /e/ tranne dopo velari ﻙ ﻭ , enfatiche e faringali ﻉ ﺡ in /a/. Per esempio maḥkame vs. ṣulṭa Ammānī: c’è una forma che combina la fonologia palestinese con la fonetica giordana, vale a dire che l’ultima generazione (la terza) utilizza sempre /ɛ/ tranne che dopo velari, enfatiche e faringali
CARATTERISTICHE DELL’ AMMĀNĪ Perdita della distinzione di genere alle seconde e terze persone plurali propria dei dialetti urbani. MORFOLOGIA/SISTEMA VERBALE Uso di preverbi: b- per il presente e -‘am per il presente puntuale ma meno sistematico rispetto all’area siro libanese
NAZIONALISMO, TRIBALISMO, MUSICA E LINGUA 1922 -1970 -oggi I beduini vengono esclusi per quanto possibile dalla narrativa governativa. Il governo vuole integrare i beduini nel tessuto statale sedentarizzandoli e rendendoli il simbolo vivente della “cultura giordana”. Sedentarizzandoli li “nazionalizza” (sedentarizzazione = ṭawṭīn). Prevalgono i tratti linguistici urbani dell’élite siro-libanese-palestinese La canzone popolare degli anni 70 Dīritna al-Urduniyya di Samira Tawifq è parte della nuova narrativa governativa volta a far confluire i due termini/concetti di waṭan e dīra la musica contribuisce a “beduinizzare” la cultura giordana: anche Fayruz ha prodotto il musical in stile Broadway «Petra» , contribuendo a creare il nuovo “logo” dello stato-nazione giordano. Inizialmente i tentativi di rendere le canzoni beduine tradizionali popolari fallirono soprattutto perché la lingua non era comprensibile ai sedentari urbani, la strategia successiva fu quindi quella di utilizzare solo le musiche e riscrivere i testi “beduinizzandoli” con piccoli accorgimenti (Q>G) ma rendendoli comprensibili a un pubblico vasto.
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