Simbologia Feste Religione Calendario Calendario Repubblica no Matematico
Simbologia Feste Religione Calendario
Calendario Repubblica no
Matematico Joseph-Louis Lagrange Matematico Gaspard Monge
Calendario Repubblicano
• VENDEMMIAO 22 SETTEMBRE - 21 OTTOBRE • BRUMAIO 22 OTTOBRE - 20 NOVEMBRE • FRIMAIO 21 NOVEMBRE - 20 DICEMBRE • NEVOSO 21 DICEMBRE - 19 GENNAIO • PIOVOSO 20 GENNAIO - 18 FEBBRAIO • VENTOSO 19 FEBBRAIO - 20 MARZO • GERMINALE 21 MARZO - 19 APRILE • FIORILE 21 APRILE - 19 MAGGIO • PRATILE 20 MAGGIO - 18 GIUGNO • MESSIDORO 19 GIUGNO - 18 LUGLIO • TERMIDORO 19 LUGLIO - 17 AGOSTO • FRUTTIDORO 18 AGOSTO - 21 SETTEMBRE
• Considerato simbolo e vessillo della laicita' del nuovo stato. • Nel 1806 Napoleone Bonaparte reinstauro ' il calendario Gregoriano
• Fu approvato alla Convenzione dell'Ottobre 1793 • Rimase in vigore dal 24 Ottobre 1793 sino al 31 Dicembre 1805 • ripristinato per un breve periodo durante l'esperienza della Comune di Parigi, nel 1871
Partendo dalla data della fondazione della Prima Repubblica francese, il 22 settembre 1792, che divenne il giorno 1 del mese Vendemmiaio dell'an no 1 della Repubblica.
Feste La festa è "fusione ed effusione dei cuori” Pierre Jean Georges Cabanis
La festa spontanea Nel 1789 le feste nascevano improvvisate e la presenza collettiva si trasforma in uno spettacolo simbolico La festa è generatrice di nuove emozioni e sentimenti l’individuo si sente parte integrante della comunità. La socievolezza e l’affettività permettono l’integrazione del singolo 4 Maggio 1789 convocazione stati generali a Versailles. I rappresentanti dei diversi stati vestiti in modi differente Il pubblico manifesta le sue riserve e preferenze non si limita al ruolo di spettatore
Le feste organizzate • Si sostituiscono ben presto le feste organizzate dai politici. Le feste non sono solo il canale di sfogo della sensibilità popolare, ma costituiscono uno strumento particolarmente efficace per influenzare e orientare, per impressionare e manipolare le folle. • Il passaggio dalle feste sporadiche alle feste organizzate è reso necessario da esigenze di tipo politico. Infatti, la "generazione spontanea" delle feste rende noto ai politici il potente influsso che i simboli e le cerimonie esercitano sugli animi e li spinge a farne uso. • Un "sistema di feste" diventa cosģ parte integrante ed essenziale dell'educazione nazionale che si desidera instaurare il più velocemente possibile. Per alcuni serviva a consolidare le conquiste della rivoluzione, per altri era strumento in grado di assicurare il progresso continuo della rivoluzione verso il suo scopo finale
La festa profana • Si abbandonano definitivamente gli schemi delle antiche liturgie, e rinasce il gusto per le antiche feste carnevalesche • Dal 1795 il Direttorio cerca di trasporre in un sistema festivo l'espressione simbolica della propria visione del mondo. A partire dall'anno IV queste cerimonie intese a convincere e a istruire si integrano nelle feste annuali ripetitive (21 gennaio, 14 luglio, 9 termidoro) e si associano alle celebrazioni morali: dei giovani, dei vecchi, dell'agricoltura, della riconoscenza e le commemorazioni degli eroi defunti. Tuttavia sulle feste del Direttorio hanno il sopravvento le feste popolari pił profane e libere.
Religione
Simbologia
Antoine-Jean Gros, La Marianne, 1794 -1795. L’immagine femminile, che fu richiesta come sigillo per siglare gli atti ufficiali della Repubblica francese, rappresenta allegoricamente la Patria, la Libertà o la Repubblica. La donna nel dipinto prende il nome di Marianne. I suoi accessori e i suoi abiti hanno una connotazione classicheggiante: il fascio littorio simboleggia la forza derivante dall’unità, il cappello frigio degli schiavi liberati nell’antica Roma sta ad indicare la libertà, la lancia con la punta conficcata nel terreno rappresenta una repubblica pacifica ma al contempo combattiva nei momenti in cui è necessario l’uso della forza.
L’immagine raffigura la marcia del corteo femminile del 5 ottobre verso la reggia di Versailles (o forse il ritorno del 6 ottobre a Parigi), con l’obiettivo di riportare il re a Parigi e di ottenere l’abbassamento dei prezzi del pane.
Nobiltà, Clero e Terzo Stato raffigurati nell’atto di portare insieme un cumulo di imposte a dimostrazione del sistema egualitario sancito dall’abolizione dei privilegi nobiliari ed ecclesiastici e del regime feudale
Raffigurazione della decapitazione del re, avvenuta il 21 gennaio del 1793: nonostante la repubblica fosse già stata proclamata formalmente il 21 settembre del 1792, l’esecuzione del sovrano rappresentava il distacco definitivo dal sistema monarchico vigente fino ad allora e l’adozione di un sistema democratico-repubblicano in cui tutti gli individui contano allo stesso modo. Da notarsi nell’immagine i festeggiamenti per l’imminente dipartita del re: essi sono simbolo di un entusiasmo fortissimo derivante dal trionfo dell’ideologia, che non lascia spazio nemmeno alla pietà per la morte dell’avversario.
Due immagini a confronto: il soggetto di entrambe è Robespierre, ma in abiti e atteggiamenti diversi: Nella prima, ritratto come il più vivace sostenitore della causa e il più schierato e solenne difensore degli interessi e, soprattutto, dei diritti del popolo; nella seconda, rappresentato , durante il periodo del Terrore e della dittatura Giacobina, come un folle dittatore i cui ordini riguardano solamente l’eliminazione fisica di tutti coloro che, a sua detta, sono nemici del popolo e della rivoluzione, meritevoli pertanto della morte più vile, ovvero la decapitazione.
Immagine rappresentativa dell’entusiasmo rivoluzionario portato fuori dalla Francia dai volontari dell’esercito che avrebbero combattuto contro le più grandi potenze d’Europa, quali l’Austria, la Prussia, l’Inghilterra e l’Olanda, in nome della liberazione dal potere oppressivo e per solidarietà nei confronti dei popoli schiacciati da sovrani e governi dispotici.
L’immagine ha per protagonista un sanculotto, riconoscibile dagli abiti semplici e, in particolar modo, dai calzoni lunghi che venivano indossati solo dagli appartenenti ai ceti più bassi della società, diversamente da nobili e ricchi borghesi che vestivano dei pantaloni al ginocchio, detti anche “culottes”. Dall’icona emergono tutta la fierezza e l’orgoglio per la vittoria popolare concretizzatasi nella proclamazione della repubblica. Significative sono anche le armi che egli porta con sè, quali giavellotto e spada, a dimostrazione della lotta e del combattimento intrapresi per l’abbattimento dell’oppressione monarchica e la conquista dei diritti civili e di un nuovo sistema politico fondato sulla democrazia.
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