SEMINARIO Possibilit e criticit del lavoro integrato nel
SEMINARIO “Possibilità e criticità del lavoro integrato nel Materno- Infantile” Palermo, 14 Gennaio 2017 La S. I. P. Ped. : il lavoro integrato nel maternoinfantile, verso le nuove emergenze sociali Giovanna Perricone
Società Italiana Psicologia Pediatrica SCOPO: la meta politico-sociale Promuovere una diversa expertise professionale degli psicologi nella presa in carico dei processi di sviluppo, con compromissioni e punti forti, in condizione pediatrica (Wilson, Lawman, 2010), all’interno di un lavoro integrato con altre figure professionali nel materno-infantile; Un materno – infantile, visto come «sensorio» delle emergenze individuali e delle nuove e vecchie emergenze sociali (Van Ommeren et al. , 2005; Polizzi, 2008) Psicologi TIPOLOGIE DI FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE (Aylward et al. , 2010) Pediatri di ogni specialità Neuropsichiatri infantili Ginecologi
MODELLO/I «UNITARI» E NON UNICI VS L’UNIVOCITA’ La presa in carico dello sviluppo e delle condizioni di rischio individuale, di contesto, di fragilità sociale anche nel lavoro con i contesti, “partire dalla dinamica dello Sviluppo del bambino” (Fonzi, 2001; Magnusson, 2009; Perricone, Polizzi, Morales, 2014)
L’UNIVOCITA’ I FATTORI TEORICO-OPERATIVI • Linguaggio: parlare la reciprocità (Saito, Murakami, Karashima, 2007) • Lavoro di comunità: gestire il conflitto tra la centralità della propria pratica professionale e quella dell’altro (Witmer et al. , 1995; Naidoo, Wills. , 2000) • Contatto: (Robine, 2006; Luobb, 2014) Nella relazione con l’altro: potersi «nutrire» a vicenda (Parolari, 2006) «Nascondersi» per acquisire sicurezza e serenità, per vedere oltre le proprie risorse e limiti (Bryant et al. , 2004) Gestire l’attivazione dell’arousal (Eisenberg, Spinrad, Smith, 2004; Greenspan, 2007 ; Attwood, 2013; Zuckerman, 2014) Proteggersi e proteggere l’altro (Cavaleri, 2007; Orange, 2015)
Società Italiana Psicologia Pediatrica MISSION Formare psicologi pediatrici: psicologi capaci di gestire il rapporto tra emergenze evolutive indotte dalla condizione pediatrica, neonatale (tra i bisogni di «normalità» e quelli indotti dalla patologia, dalla sindrome…) e le emergenze sociali che caratterizzano i contesti (famiglie, sistemi di cura e trattamento, di riabilitazione, etc…. . ) (Biondi, 1991; Di Blasio et al. , 2005; Roberts, Steele, 2010; Monti et al. , 2012; Di Vita, 2013; ) VISION L’estetica dell’integrazione (Shimamura, Palmer, 2012) La rilevanza del campo costituito dalla condizione pediatrica (Roberts, Mitchell, Mc. Neal, 2003) La natura emergenziale che assumono: • la dinamica dello sviluppo • La disfunzionalità dei contesti • La patologia/sindrome… (Koger, Scott, 2007)
Il campo Le relazioni tra il bambino/feto con le sue emergenze evolutive che risultano dal rapporto conflittuale tra i bisogni della fase evolutiva e quelli indotti dalle sindromi/patologie (Kazak, Rourke, Navsaria, 2010) e i singoli vertici caratterizzati da emergenze sociali funzionali e disfunzionali (Alderfer et al. , 2008; Perricone, 2012) • Famiglia • Bambino • Sistemi di cura • Etc….
Estetica del lavoro integrato Criterio: «andare oltre» Dalla condivisione di un obiettivo vs la condivisione di una visione (De Carlo, 2005; Walter, Kellermanns, Lechner, 2012) Dalla messa insieme di informazioni vs la messa in comune (Schuman, Presser, 1996; Ashforth, Harrison, Corley, 2008) Dal tentativo di uniformarsi vs il riconoscimento di un dialogo tra differenze (Miyake, Friedman, 2012) Dalla complementarietà vs La sinergia (Gherardi, Poggio, 2003; Magrin, 2008) Dalla rilevanza delle relazioni vs I legami istituzionali e non (Flin, 2006)
I modelli di lavoro integrato fondati sui nessi (Palmisano, Solano, 2005; Wysocki, 2015; Casadei et al. , 2006; Righetti, 2013) pianificazione comunicazione le consensus e non linee guida monitoraggio costruzione di procedure per il qui ed ora della condizione
La natura emergenziale della dinamica dello sviluppo • • • immediatezza della presa in carico il qui ed ora di questa presa in carico la costruzione della resilienza (Wilson, Keane, 2004) delle disfunzionalità dei contesti Non una psicologia dell’emergenza perché si focalizza come figura lo sviluppo e nello sfondo il trauma (Schwartz et al. , 2003) Della patologia, sindrome… da prendere in carico intenzionalmente e pienamente L’esigenza di trovare risorse e di rendere questi contesti una risorsa: • Resilienza • Coping • Scaffolding (Putton, Fortugno, 2006)
La nuova expertise L’organizzazione della Si. P. Ped. La formazione al lavoro integrato: • Modelli • Approcci • Strumenti (Kazak et al. , 2006; De. Lucia, Pitts, 2006) Le emergenze evolutive vecchie e nuove orientate dai cambiamenti e dalle emergenze sociali (il Child Neglect – le tassonomie cliniche, i cambiamenti socioculturali nella tipologia e natura della famiglia, cambiamenti epidemiologici) (Cicchetti & Toth, 2005; WHO, 2013) Oncoematologia come sintesi tra emergenze evolutive ed emergenze sociali, orientate anche alla ricerca (Amadori et al. , 2002; Bellani, 2003; Bonner et al. , 2007)
Un esempio delle prospettive di sviluppo della S. I. P. Ped. occuparsi di: Una classificazione degli stati intersessuali E allora, il cariotipo com’è? Un’emergenza “sociale medica”: L’intervento chirurgico La presa in carico di: condizione pediatrica di un neonato/a con «fenotipo sessuale ambiguo» Un’emergenza evolutiva (sul piano ormonale, percettivo, cognitivo, dello sviluppo sessuale, della costruzione dell’identità) Lo Psicologo pediatrico: ricadute per la prevenzione di interpretazioni ideologizzate o troppo schematizzate
Verso il congresso ”Materno-infantile. Modelli di intervento integrato. Quali? come? ” Palermo 1 -2 Dicembre, 2017
Una Società nata tra ex giovani, ultra/ultra sessantenni ma ultras giovani, tra 40 e 50, giovanissimi… per la creazione di una comunità professionale di giovani «ultras»
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