SCIACCA MEDIEVALE PERIODI Periodo svevo Periodo angioino Periodo

  • Slides: 8
Download presentation
SCIACCA MEDIEVALE

SCIACCA MEDIEVALE

PERIODI Periodo svevo Periodo angioino Periodo aragonese Caso Luna-Perollo

PERIODI Periodo svevo Periodo angioino Periodo aragonese Caso Luna-Perollo

PERIODO SVEVO La dominazione Sveva in Sicilia ebbe inizio nel 1198 con l’incoronazione di

PERIODO SVEVO La dominazione Sveva in Sicilia ebbe inizio nel 1198 con l’incoronazione di Federico II, il quale unì le Corone di Germania e d’ Italia, i beni della contessa Giuditta passarono a Federico II, erede dei feudi normanni. Crebbe in clima siciliano e pose la base del suo regno a Palermo, facendola diventare la Capitale di un vasto Impero. Trasformò la Sicilia in un fulcro centrale ed ebbe molto a cuore il suo sviluppo. Palermo divenne il punto fondamentale di scambi culturali, economici ed intellettuali. Durante la dominazione Sveva in Sicilia nacque la Scuola Siciliana che diede vita alla prima poesia in lingua Romanza. L' obiettivo fu quello di creare uno stato autonomo concentrando nella figura dell’imperatore il potere dell’Assolutismo. Le notizie relative a Sciacca del lungo governo di Federico II sono prevalentemente di carattere religioso. Riguardano la fondazione di chiese come S. Maria della Raccomandata, dell’arrivo di famosi religiosi come padre Angelo da Rieti, discepolo di S. Francesco, cui si attribuisce la fondazione del convento e della chiesa dedicata al Santo di Assisi ancora esistente in via Agatocle. Non abbiamo precise notizie di carattere politico, sappiamo solo che Sciacca, in quanto città demaniale, ebbe concesso il suo magistrato comunale e la rappresentanza nei parlamenti. Durante il periodo secondo di Federico II di Svevia a Sciacca fu istituito il fondaco governativo che aveva funzioni doganali per il commercio con l’estero. Nel 1269 Sciacca viene assediata per mare e per terra. La città è presa e a partire dal 1270 passa sotto il dominio Angioino. Il 31 Marzo del 1282, che era il lunedì di Pasqua, scoppia la rivoluzione che si estenderà per tutta l’Isola.

PERIODO ANGIOINO Nel 1268 Sciacca fu assediata da Carlo I D’Angiò, il quale la

PERIODO ANGIOINO Nel 1268 Sciacca fu assediata da Carlo I D’Angiò, il quale la conquistò definitivamente l’anno successivo. In questo periodo la città fu sottoposta a soprusi d’ ogni sorta. Con la Rivolta del Vespro, a Sciacca fu fatta strage di francesi presso il Carmine. Federico Incisa fu di grande rilievo come militare quado Sciacca fu assediata dalle truppe francesi di Carlo Di Valois. Re Federico mandò l’incisa del Papa affinché lo persuadesse ad accettare lo stesso Federico come re di Sicilia. Per questo incarico fu nominato Grande Ufficiale e Gran Cancelliere. Il Re concedeva ai cittadini di Sciacca l’immunità dai dazi doganali e dai diritti spettanti alla regia Curia. Sciacca vede crescere la sua popolazione e la sua prosperità economica nel secolo XIV, come è attestato dai vari documenti notarili, il commercio dei fiorentini fu prospicuo a Sciacca, dove fra l’altro sono presenti agenti dei Peruzzi, famosi mercanti banchieri di Firenze.

PERIODO ARAGONESE Durante la guerra contro gli Angioini, Sciacca diede il suo contributo inviando

PERIODO ARAGONESE Durante la guerra contro gli Angioini, Sciacca diede il suo contributo inviando arcieri e cavalieri. Dopo 43 giorni di assedio della città, sostenuto da Federico Incisa, si conclude la guerra del Vespro. Il 31 Agosto 1302 fu firmata la pace di Caltabellotta nel territorio dove era accampato l’esercito di Federico II d’Aragona; in seguito ad essa a Napoli restano gli Angioini e in Sicilia gli Aragonesi. Federico II d’Aragona ampliò la cerchia delle mura di Sciacca, in modo da includervi i borghi suburbani del Rabato, della Cadda e di Mezzo. Da allora fino al secolo scorso l’antico nucleo della città fu detto Terra Vecchia. A metà del ‘ 300 scoppiò la guerra civile tra latini e catalani, Sciacca si schierò dalla parte latina. Tra le famiglie più cospicue troviamo quella dei Peralta, conti di Caltabellotta, poiché in seguito alla morte di re Federico III lo succedette la figlia Maria, la quale divise in 4 parti l’isola, governate da 4 vicari. Sciacca fu la capitale della parte assegnata a Guglielmo Peralta. Proprio durante questo periodo fu fondata da Eleonora D’Aragona una delle chiese più antiche di Sciacca: la chiesa di Santa Margherita, oggi chiusa al culto. Fondata nel 1342 da Eleonora D’Aragona, nel 1350 viene concessa ai Cavalieri Teutonici che vi annessero il loro ospizio e nel 1468 viene eseguita nella facciata centrale della chiesa un portale di marmo bianco attribuito al Laurana, ritenuta una delle opere scultoree più pregiate del ‘ 400 siciliano. Nel 1595 fu completamente trasformata e ampliata con il contributo di Antonio Pardo, un ricco mercante catalano, proprietario della Torre del Pardo del 1550.

PRIMO CASO DI SCIACCA Raimondo Peralta, nobile aragonese, riceve l'investitura comitale da Pietro III

PRIMO CASO DI SCIACCA Raimondo Peralta, nobile aragonese, riceve l'investitura comitale da Pietro III di Sicilia nel 1337 diventando signore di Caltabellotta. Con il figlio Guglielmo Peralta Sciacca si aggiunge ai territori della contea. Guglielmo a Sciacca fondò la chiesa di Santa Maria dell'Itria. Guglielmo muore nel 1398, e il figlio Nicolò vende a Giovanni Perollo il feudo di San Bartolomeo nel territorio di Sciacca nel 1455. Nicolò non lascia eredi maschi, ma solo tre femmine tra cui Margherita amava da tempo il giovane Giovanni Perollo, ma la ragione di stato prevalse e andò sposa ad Artale Luna anche se il suo cuore continuava a battere per Giovanni. Queste nozze furono la causa dell’odio profondo tra le famiglie Luna e Perollo. Successori di Giovanni Perollo e quindi successore del feudo di San Bartolomeo, era divenuto Pietro Perollo: Barone dal pugnale veloce, egli, insieme con i suoi due fratelli tentò di uccidere Antonio di Luna, Conte di Caltabellotta, per questioni di eredità relative alla baronia di S. Bartolomeo. Tesogli un agguato, mentre il Luna era a Sciacca, ove anche lui aveva una magnifica dimora, lo trafissero: ma Antonio di Luna però riuscì a scamparla. Guarito, con una schiera di armati, da Caltabellotta piombò sulla vicina Sciacca: non trovati i Perollo che si erano resi latitanti, ammazzò in loro vece una trentina dei loro congiunti amici. È questo il così detto “Primo caso di Sciacca”: episodio terribile che fu solo il preludio di eventi ancora più spaventosi avvenuti successivamente.

I LUOGHI DEL PRIMO CASO Il Castello Nuovo, detto poi dei Luna, perché appartenne

I LUOGHI DEL PRIMO CASO Il Castello Nuovo, detto poi dei Luna, perché appartenne a questi ultimi, fu eretto nel 1380 dal grande Guglielmo Peralta come simbolo della sua grande potenza. Ubicato ad est di Sciacca, esso sorge sulla viva roccia e si trova in una postazione dominante rispetto al resto della città. Il castello presentava due ingressi: il principale a nord ovest ed un altro a sud. Si dice che un tempo, a questo ingresso si giungesse attraverso un ponte levatoio. Il castello comprendeva quattro parti essenziali: la cinta, il mastio, la torre cilindrica e il palazzo comitale. Oggi, del castello non rimane molto, ma tutto ciò che è ancora visibile testimonia che è un edificio architettonico di stile arabo-normanno. Sono rimaste ancora intatte le forti mura di cinta che racchiudeva il castello. Completamente intatta è rimasta anche la torre cilindrica, la quale si erge ancora fioremente a sud del castello. Invece il ponte levatoio, che un tempo isolava l'edificio, non ha resistito all'usura del tempo.

LAVORO REALIZZATO DA: • • • ALBIOLO ELENA BACCHI NICOLO' CIPOLLINA MARIA FICANI M.

LAVORO REALIZZATO DA: • • • ALBIOLO ELENA BACCHI NICOLO' CIPOLLINA MARIA FICANI M. SVEVA RIZZUTO A. CHIARA M. RUSSO ACCURSIO