REM TENE VERBA SEQUENTUR Dalla lettura critica alla
REM TENE, VERBA SEQUENTUR Dalla lettura critica alla scrittura argomentativa
Schema generale Una unità didattica per passi successivi e reiterabili: • Leggere • Approfondire e rielaborare • Produrre
Introduzione e contestualizzazione Il primo passo è creare il quadro di riferimento, in maniera più o meno approfondita a seconda delle esigenze. Idealmente l’introduzione può e dovrebbe coincidere con un’U. D. storica cui questa si riaggancia
Lettura • Lettura di testi resi anonimi (se necessario anche con la discreta ma chiaramente indicata eliminazione di nomi o identificativi nel testo) • Prima analisi “impressionistica”: senza l’usuale introduzione scolastica (“autore, biografia, pensiero”) gli elementi fondamentali devono emergere da una lettura guidata ma personale da parte degli studenti: peculiarità linguistiche e letterarie, registro, tematiche ed idee • Analisi contrastiva: i testi vengono affiancati e confrontati in modo che dall’accostamento emergano più chiaramente le caratteristiche del testo. E’ un primo approfondimento • NOTA: I testi da proporre devono essere di varia natura, non solo letteraria ma anche documentaria (documenti d’archivio, verbali, diari, altri media laddove possibile)
Elaborare ed approfondire • “Assegnazione” dei testi ai singoli autori • Approfondimento biografico e letterario-culturale: è il momento di sistematizzare e approfondire le prime analisi “impressionistiche” (con il libro di testo, ricerche, presentazioni, ecc. ). Ora parlare di generi, stili e registri ha per gli studenti un senso concreto, perché si tratta di “cose” che hanno già osservato con l’attenzione viva richiesta da un lavoro attivo ed aperto, non semplice ripetizione di quanto letto o ascoltato • Lettura di testi di critica relativi ai testi letti (passaggio fondamentale: gli studenti, dopo essersi “improvvisati” critici, si confrontano con un lavoro e con una scrittura professionali)
La scrittura, parte prima • Una prima prova preparatoria (con o senza valutazione sommativa) su una nuova batteria di testi anonimizzati: il compito è di attribuire i testi agli autori studiati in maniera argomentata (l’importante non è indovinare, ma argomentare l’attribuzione) • Sfruttare il testing effect: L’attivazione richiesta da un compito in classe è più efficace del semplice ripasso • Permettere di usare testi, appunti, fonti e anche internet, con duplice vantaggio: i materiali di studio vengono compulsati con grande attenzione per superare la prova, ma vengono manipolate attivamente per sostenere l’argomentazione: come nella vera scrittura accademica
La scrittura, parte seconda • La prova sommativa definitiva: un modello ormai rodato: dopo aver visto i modelli accademici, dopo la prima prova e comunque a valle di tutto il lavoro, i ragazzi possono essere messi definitivamente alla prova • Un trucco: invece di dare un autore già affrontato, darne uno nuovo ma della stessa epoca. Le attribuzioni saranno sbagliate, ma il testo sarà letto con molta più attenzione che nel solito schema “biografia-pensiero-opere”, e le peculiarità del testo emergeranno “naturalmente” per contrasto
Un bilancio • Questo approccio spinge gli studenti ad attivarsi: la mancanza di risposte “precostituite” (le “domande improprie” delle interrogazioni, scritte od orali che siano) impone di ragionare • Agli studenti non è richiesto di scrivere di argomenti vaghi o mal posseduti come nel tema tradizionale: le prove di scrittura hanno un obiettivo determinato e definito in un ambito ben delimitato, esattamente come nella scrittura accademica. Con tale ambito gli studenti hanno familiarità (“Rem tene…”) • Il metodo di lavoro è basato su di un utilizzo “adulto” del materiale didattico ed accademico, ma vi si giunge per gradi • L’impegno di scrittura è introdotto e approfondito progressivamente: dalle analisi e dagli appunti impressionistici alle ricerche e alle letture accademiche lo studente segue un percorso di autonomia via maggiore • Agli studenti sono forniti modelli validi e chiari da cui trarre modi di ragionare e di esprimersi
I TESTI Materiali di lettura così come presentati agli studenti
1. E fino a quando ardirassi più di abusare tanta pietà, quanta Dio fin qui si è degnato di dimostrarci? Ha egli finor taciuto, non altrimenti che se stato fosse insensibile ad ogni oltraggio. Ma che? Per questo non sappiamo noi bene che la pazienza lungamente irritata divien furore? Su, date fiato alle vostre trombe, o voi Angeli destinati per banditori del giorno orrendo, e dimostrate a' protervi s'io dica il vero. Oscuratevi, o cieli, e lor negate spaventosi ogni luce, fuor che di folgori; piovete, o fiamme, e loro incenerite voraci le possessioni; apriti, o terra, e loro ingoia famelica gli edifizi; scorrete, o fiere, e uscendo incontro a que' miseri, che sbigottiti dalle città se ne corrono alle caverne per quivi scondersi, sbranate, lacerate, uccidete; non fia chi vantisi di campar fortunato al vostro sdegno.
Io [. . . ] sono cristiano batizato, et si ho vivesto senpre cristianamente et ho fato senpre opere da cristian, et senpre sono stato obidiente ali mei superiori et ali miei padri spirituali tanto che io o podesto, et senpre matina et sera io son segnato col segno dela santa croze, dicendo “al nome del Pare, et del Fiolo et Spirito Santo”, et si o dito lo pater noster et lave Maria et lo credo con una orazion del Signor et una de la Madona, lé ben vero che io o pensato et creduto et dito [. . . ] cose contra li comandamenti de Dio et de la santa Gesia. Io li o diti per voluntà del falso spirito el qual me aveva acecato lo inteleto et la memoria et la voluntà, a farmi pensar et creder et dir el falso et non la verità, et così io confeso aver pensato et creduto et dito lo falso et non la verità, et così o dito la mia pinion ma non o dito chel sia la verità.
"Ho creduto [. . . ] che tanto sia pregar per li morto da un altro quando da un prette. Io ho anco creduto che nell'hostia non sia il corpo de Christo né il sangue nel calice, ma ben quando che si comunica perché dicono Iddio ordinò così et il l'ho creduto [. . . ] Io ho creduto che 'l far oratione a Iddio sia bono, ma ho ben anco imparato in terra thodesca, creduto et idtto molte volte, che tanto è a farla in casa che in molti altri luoghi, facendola di buon core; et che tanto è a farla in casa che in altri luoghi, facendola di buon core; et che non giovi niente l'andar in volta a torno li campi in processione, con quelle cose con quelle croci, et che fosse meglio buttar nei campi del letame che andarli attorno a quel modo. Ho anco creduto che non sia purgatorio alcuno et che non sia se non duo sententie, salvation et condanation, et che chi è pentito delli soi pecati è salvato per Christo senza altro; et non ho creduto le indulgentie che concedino il pappi et altri se non che Christo è la vita et ha detto che nessun pol andar al paradiso se non per lui; et così me hanno insegna' in terra thodescha;
". . . questa sdrucita parte del Cielo è la gran breccia, che vi fecero i Giganti di Flegra, nella batteria che diedero alle Stelle, quando la Terra di fulminata diventò fulminante: qui Ercole, qui Prometeo, qui Bellerofonte, e che so io? ma quella parte delle più nobili Scienze, ch’è interprete veritiera de’ misterj, e segretaria delle più occulte cose de’ Cieli; che svelandone gli occhi, ne faccia vedere, come essi sieno nella mole sì vasti, e pure sì leggieri nel moto: nelle influenze sì discordi, e pure nel mantenimento della natura sì uniti: ne’ giri che fanno, altri sì pigri ed altri sì veloci, e pure tutti a battuta e quasi in una stessa danza concordi: nell’ubbidienza al primo Cielo motore sì stretti, e nella libertà de’ propri movimenti sì scìolti, Tanto limpidi, e tanto profondi; tanto uniformi, e tanto varj; sì maestosi, e sì amabili.
A. Rinserratevi con qualche amico nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi anco un gran vaso d'acqua, e dentrovi de' pescetti; sospendasi anco in alto qualche secchiello, che a goccia vadia versando dell'acqua in un altro vaso di angusta bocca, che sia posto a basso e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando indifferentemente per tutti i versi; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi, gettando all'amico alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa, quando le lontananze sieno eguali; [. . ]
Gli autori dei testi Nell’ordine: • Paolo Segneri, predicatore controriformista • Domenico Scandella detto “Menocchio”, immaginoso mugnaio processato per eresia • Un anonimo eretico veneto (da M. Prosperi) • Daniello Bartoli, per la prosa d’arte • Galileo Galilei (la prosa scientifica, vero obiettivo finale del’U. D. , da proporre, volendo, nella prova finale)
LE PROVE DEI RAGAZZI Esempi e confronti: il lavoro di una studentessa di IV liceo LES
Il sistema tradizionale: un tema Il significato di "alzare un muro" oggi può essere identificato in maniera diversa da persona e può avere molteplici motivazioni. La maggior parte delle volte si tratta di un momento di passaggio che utilizziamo per metabolizzare errori commessi, oppure avvenimenti o persone che ci hanno particolarmente ferito. Altre volte invece creiamo questa sorta di barriera a causa della nostra paura di affrontare ostacoli spesso decisivi a dare una svolta alla nostra vita o per evitare che qualcosa di brutto accada di nuovo, o a causa di incertezze che ci incutono timore. Alzare un muro è come creare dei limiti intorno a noi che ci dividono dal mondo esterno e che ci portano a chiuderci in noi stessi per la poca fiducia che abbiamo e per un senso di debolezza interiore. Ma tutto ciò comporta spesso delle conseguenze, in particolar modo per sé stessi, perché lo spazio in cui ci racchiudiamo non sarà mai sufficiente ad ottenere la nostra felicità poiché in esso dominano paura e odio. In questo modo impediamo anche alle molte cose che restano fuori questo limite, e principalmente le persone a noi care, la possibilità di aiutarci a dabbatterlo e quindi di carci un sostegno e una motivazione valida che ci tragga fuori da questo momento temporaneo di tristezza. Anche in altri ambiti, come ad esempio, in politica, è spesso risentita la frase "alzare un muro" ma che diversamente da quanto detto è intesa come significato fisico, ma che è dovuta ad un bisogno psicologico.
Due analisi (su Galileo e l’anonimo eretico) 1° commento Il primo brano sembra una sorta di ragionamento scientifico, un esperimento, attraverso il quale l'autore sta cercando di spiegare un principio fisico. Ciò si intuisce dai numerosi esempi che egli fa, in particolare quando li indica con "moti", "direzioni", e "velocità". Il linguaggio usato dall'autore è chiaro e semplice, senza uso di espressioni ampollose e complicate nonostante sia un trattato di argomento scientifico. Ponendolo su un piano di confronto, esso può essere definito simile al brano "Io non so trovar miglior ripiego", poiché entrambi esprimono tesi da un punto di vista scientifico e hanno stesse caratteristiche stilistiche. 2° commento Il secondo è un brano di argomento religioso scritto probabilmente da una voce popolare, poiché il lessico non è molto curato e fa uso di termini dialettali. Con la presenza di questi ultimi e l'uso di espressioni eretiche si può dedurre che l'autore sia di origine veneta, dal momento che in questo periodo era il paese in cui i testi erano meno controllati e c'era, in confronto ad altre città, più libertà di espressione, anche se non del tutto. Il testo presenta un andamento discorsivo e spesso un tono polemico, in quanto è molto diretto e presenta periodi lunghi e complessi.
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