Raffaello e lAbruzzo Spunti derivati dal ritorno in
Raffaello e l’Abruzzo Spunti derivati dal ritorno in Italia per la Mostra- Evento su Raffaello de La Visitazione sottratta all’Italia dagli Spagnoli nel 1655 dalla Cappella Branconio (Chiesa di San Silvestro) L’Aquila, dove era conservata dal 1517 Fernando Tammaro
La mostra evento su Raffaello esposta alle Scuderie del Quirinale per ricordare 500 anni dalla sua morte (15202020), ad appena 37 anni, mi sollecita il ricordo della sua profondissima amicizia con un abruzzese, l’aquilano Giovanbattista Branconio e soprattutto la sottrazione all’Abruzzo ed all’Aquila di un suo capolavoro, La Visitazione (1517), che aveva eseguito per Giovanbattista Branconio (da porre come pala d’altare alla Cappella di famiglia nella chiesa di San Silvestro di L’Aquila).
L’opera fu sottratta alla Città abruzzese, durante la rapace dominazione spagnola, nel 1655 e con l’occasione della Mostra rientra momentaneamente in Italia Una delle sale della Mostra su Raffaello delle scuderie del Quirinale a Roma
Collaborazione di Branconio con i Papi Giulio II e Leone X Giovanbattista Branconio (1473 -1522), da Collebrincioni, piccolo borgo non lontano da L’Aquila, si trasferì a Roma ove svolgeva la professione di orafo. Tramite la sua arte strinse fruttuose relazioni con i Della Rovere e, successivamente, con i Medici, contribuendo anche all’elezione di papa Leone X. Giovanbattista Branconio era un personaggio affermato e noto in tutta Roma, e il suo prestigio era legato non tanto alla sua attività di orafo, della quale oggi nulla rimane, ma al favore di due papi, prima di Giulio II e poi di Leone X. Divenne consulente artistico di questo papa e conobbe Raffaello che nei primi anni del 500, produceva capolavori pittorici in Vaticano.
Questo importante rapporto di collaborazione e di incarichi ricevuti dai pontefici Giulio II (della Rovere) e Leone X(Medici) fu ricordato nello stemma di famiglia, in cui figurano i rami dei Della Rovere e le Tre Palle dei Medici
Branconio ebbe anche il curioso incarico di custode dell’elefante albino Annone, che era stato donato al papa Leone X dal re Manuele I di Portogallo e che era al centro della curiosità. Lo stesso Raffaello raffigurò l’elefantino Annone (morto nel 1516) accompagnando il dipinto con la scritta: Giovanni Battista Branconio Aquilano, cameriere pontificio, preposto alla custodia dell’elefante, pose l’ 8 giugno 1516. Quel che la natura ci tolse, Raffaello con l’arte ci restituì.
Esercitò il ruolo di protonotaro papale ed ebbe il riconoscimento di abate di San Clemente a Casauria, della chiesa di Santa Maria Assunta a Bominaco e fu detentore di rendite a Piacenza e sul Po. Il suo nome è riportato in una lettera a Michelangelo che il pittore veneziano Sebastiano del Piombo scrisse nell’ottobre del 1520 sugli affreschi da eseguire per ordine di Leone X negli appartamenti vaticani del Borgia. Il papa, scrive del Piombo, vuole far eseguire alla lettera tutte le indicazioni fornitegli al riguardo dal fidato Giovanni Branconio.
L’elefante Annone è per questo rappresentato nella Cappella Branconio nella Chiesa di San Silvestro a L’Aquila. L’affresco fu realizzato da un pittore locale Giulio Cesare Bedeschini dopo il 1655, quando fu affrescata la cappella.
Amicizia tra Raffaello Sanzio e Giovanbattista Branconio Fra il grande pittore e l’abruzzese Giovanbattista Branconio vi fu una profondissima e sfavillante amicizia. Insieme organizzavano e realizzavano i principali eventi pubblici del papato ed inoltre erano animatori anche della brillante mondanità rinascimentale a cui davano ampia adesione sia Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico che il Cardinale Innocenzo Cybo, nipote del defunto Papa Innocenzo VIII per parte paterna e di Lorenzo il Magnifico per parte materna. L’amicizia si concretizzò anche con interventi artistici rilevanti.
a-Raffaello architetto di Palazzo Branconio a Roma Per Branconio Raffaello progettò(1517 -18) un artistico palazzo al Borgo ( vicino a San Pietro), realizzato nel 1519, noto come Palazzo Branconio dell’Aquila. Era considerato tra i più belli della Città. Giorgio Vasari lo definì «cosa bellissima» . Come si legge nell’illustrazione della facciata fu anche l’abitazione del Pittore Palatium et Habitaculum Raphaelis Santii de Urbino Nonostante fosse e rimanga annoverato tra i capolavori architettonici del Rinascimento, è stato demolito intorno al 1660 permettere la costruzione del colonnato di piazza San Pietro. di Gian Lorenzo Bernini.
Celebre quadro di Raffaello è L'Autoritratto con un amico un dipinto a olio su tela (databile al 1518 -1520)circa e conservato nel Museo del Louvre a Parigi. L’amico sulle cui spalle poggia la mano per la gran parte dei critici è proprio il suo amico carissimo Giovanbattista Branconio. Giovanbattista aveva 10 anni di più. Branconio (1473 -1522); Raffaello(14831520).
La Visitazione Per il suo amico Giovanbattista, Raffaello realizzò con i suoi aiuti la Visitazione un dipinto a olio su tavola successivamente trasportata su tela (200 x 145 cm) databile al 1517 circa, ora conservato nel Museo del Prado di Madrid. L'opera è firmata su una pietra in primo piano "RAPHAEL URBINAS F. [ecit] MARINVS BRANCONIVS F. F". F(ecit) F(are)
La tavola fu commissionata come pala d’altare da Giovanbattista Branconio, per volere di suo padre Marino , che la destinò alla Cappella di famiglia nella chiesa di San Silvestro all'Aquila; fu pagata 300 scudi. La scelta del soggetto è dovuta alla devozione familiare: la moglie di Marino Branconio si chiamava infatti Elisabetta, il figlio Giovanbattista.
Esaminando lo sfondo della tela nella parte destra si nota un paesaggio che appare più tipico dell’Abruzzo Aquilano. Vi vedo infatti il ponte romano presso Beffi ed in alto la zona della città romana di Peltuinum con le sue mura con un ampio foro ed il profilo di Cocullo con le case addossate al suo svettante campanile. Forse questa parte della tela fu dipinta da Giulio Romano o altro allievo di Raffaello che verosimilmente era (erano) venuto ad Aquila dove stava in costruzione il Palazzo Branconio, progettato da Raffaello e forse nella circostanza aveva percorso alcune zone dell’Aquilano (Bominaco? , Stiffe? , Cocullo? ).
Alessandro VII ebbe poi a dichiarare-falsamenteche il dipinto di Raffaello era “Libero dono in omaggio alla Maestà Cattolica, tanto benemerita della Santa Sede La Chiesa di San Silvestro a L’Aquila ha conservato il quadro di Raffaello dal 1517 fino al 1655, quando fu requisito dal Viceré di Napoli don Garcia de Avellaneda y Haro che ne fece dono al sovrano Filippo IV di Spagna. Dal Re il quadro fu donato al monastero dell'Escorial insieme ad altri prestigiosi dipinti delle collezioni regie, con allestimento affidato a Diego Velázquez. Durante l'occupazione napoleonica il dipinto fu confiscato dai francesi come preda di guerra e inviato, nel 1813, a Parigi dove rimase, accluso alle collezioni del Louvre, fino 1822: Con la Restaurazione la Visitazione ritornò in Spagna.
A L’Aquila, in San Silvestro, è rimasta una copia, realizzata da Giulio Cesare Bedeschini mentre affrescava, nella seconda metà del XVII secolo a cento anni dalla morte di Giovanbattista(1622 -25) le pareti della cappella Branconio.
Monumento a Giovanbattista Branconio nella cappella omonima di San Silvestro a L’Aquila
FINE
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