Quando cerchiamo di imparare che cosa significhi pensare

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“Quando cerchiamo di imparare che cosa significhi pensare, non finiamo perderci nella riflessione che

“Quando cerchiamo di imparare che cosa significhi pensare, non finiamo perderci nella riflessione che pensa intorno al pensiero? ” M. Heidegger, 1988 Il pensiero: fisologia e psicopatologia

SCIENZE COGNITIVE v Funzione psichica complessa che permette la valutazione della realtà e la

SCIENZE COGNITIVE v Funzione psichica complessa che permette la valutazione della realtà e la formulazione dei giudizi v Attività attraverso la quale si elaborano percezioni, immagini, ricordi, si fanno astrazioni e si formulano ragionamenti, progetti, giudizi v Capacità di cogliere il reale per astrazione

RAPPORTO FUNZIONI MENTALI E STRUTTURE CEREBRALI PENSIERO come entità fisica non separata ma creata

RAPPORTO FUNZIONI MENTALI E STRUTTURE CEREBRALI PENSIERO come entità fisica non separata ma creata dal cervello (Christoff, 2004) Studi neurobiologici Neuroanatomia, neurofisiologia e neurologia Psichiatria, psicologia, psicopatologia

APPROCCIO SPERIMENTALE PENSIERO come funzione mentale più ampia che si frappone tra stimolo e

APPROCCIO SPERIMENTALE PENSIERO come funzione mentale più ampia che si frappone tra stimolo e risposta PSICOFISIOLOGIA NEUROPSICOLOGIA Indagano le risposte cerebrali che sussistono fra stimoli e risposte

“Non c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri” Cartesio CONCETTI

“Non c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri” Cartesio CONCETTI FONDAMENTALI PER LA VALUTAZIONE DELL’INTEGRITÀ DEL PENSIERO ORGANIZZAZIONE FINALIZZAZIONE

L’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEL PENSIERO LE FORME DEL PENSIERO 1. PENSIERO RAZIONALE O CONCETTUALE Utilizza

L’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEL PENSIERO LE FORME DEL PENSIERO 1. PENSIERO RAZIONALE O CONCETTUALE Utilizza la logica per la risoluzione dei problemi 3. PENSIERO IMMAGINATIVO Utilizza in maniera guidata la fantasia per le risoluzione dei problemi 2. PENSIERO FANTASTICO Pensiero libero, di breve durata che può coincidere con la creazione di immagini o idee

PENSIERO RAZIONALE Uso della logica per la risoluzione dei problemi

PENSIERO RAZIONALE Uso della logica per la risoluzione dei problemi

PENSIERO FANTASTICO v. Libero v. Breve durata v. Effetto compensatorio e gratificante

PENSIERO FANTASTICO v. Libero v. Breve durata v. Effetto compensatorio e gratificante

TIPI DI PENSIERO FANTASTICO § Mentire patologico: pseudologia fantastica § Conversione isterica e dissociazione:

TIPI DI PENSIERO FANTASTICO § Mentire patologico: pseudologia fantastica § Conversione isterica e dissociazione: sintomi isterici somatici e psicologici § Idee simil-deliranti: psicosi affettive: derivanti dalla situazione affettiva e sociale del paziente

PENSIERO IMMAGINATIVO n Uso guidato della fantasia e della memoria per costruire progetti per

PENSIERO IMMAGINATIVO n Uso guidato della fantasia e della memoria per costruire progetti per la vita di tutti i giorni e utilizzare attivamente la sequenza delle idee che si presentano alla coscienza n Non trascende i limiti del razionale o del possibile, ma non è necessariamente immediati confinato alla risoluzione di problemi

L’INDAGINE PSICOPATOLOGICA DEL PENSIERO La definizione del pensiero si articola attorno a tre aspetti

L’INDAGINE PSICOPATOLOGICA DEL PENSIERO La definizione del pensiero si articola attorno a tre aspetti fondamentali che coincidono con tre livelli d’indagine psicopatologica ü L’ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE: • disturbi del linguaggio ü I PRINICIPI ORGANIZZATORI: • disturbi della forma del pensiero ü LA COMPRENSIBILITA’ DEL PENSIERO: • disturbi del contenuto del pesniero

1. L’ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE Coincide con le regole di organizzazione del pensiero, indagabili attraverso la

1. L’ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE Coincide con le regole di organizzazione del pensiero, indagabili attraverso la valutazione obiettiva del linguaggio e delle sue regole sintattiche e strutturali DISTURBI del LINGUAGGIO

FISIOLOGIA DEL LINGUAGGIO CORTECCIA UDITIVA PRIMARIA LIVELLO FONOLOGICO Vengono elaborate le informazioni legate ai

FISIOLOGIA DEL LINGUAGGIO CORTECCIA UDITIVA PRIMARIA LIVELLO FONOLOGICO Vengono elaborate le informazioni legate ai suoni (FONEMI) LIVELLO SINTATTICO M. B. T. Codifica dei fonemi e delle parole LIVELLO SEMANTICO LIVELLO EMOTIVO M. L. T. Comprensione del significato di una frase completa AREA FRONTALE VENTRO-MEDIALE Viene associata la componente emotiva del messaggio

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI FONEMI PREFONEMICA Disturbo relativo non solo all’identificazione

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI FONEMI PREFONEMICA Disturbo relativo non solo all’identificazione dei singoli fonemi ma anche a suoni e situazioni in cui gli stimoli da differenziare sono simili. Il difetto di percezione delle parole è secondario a un deficit dell’elaborazione del suono. Disturbo relativo l’identificazione dei fonemi e di particolari messaggi acustici. I paziente con questo disturbo sentono che qualcuno sta loro parlando, ma anziché sentire delle parole sentono come un fruscio di rami o parole che non comprendono, come in lingua straniera.

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI PAROLE Non è generale, ma specifico per

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI PAROLE Non è generale, ma specifico per alcune categorie, anche finemente determinate Per identificare il disturbo si chiede al soggetto di indicare l’oggetto che corrisponde alla parola La sede della lesione è localizzata nell’emisfero sinistro dell’area temporale

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI FRASI Per identificare un difetto nella comprensione

DISTURBI NELLA COMPENSIONE DEL LINGUAGGIO COMPRENSIONE DI FRASI Per identificare un difetto nella comprensione di frasi si può presentare, ad esempio, al paziente una frase che contenga la richiesta di eseguire una certa azione Il paziente non esegue l’azione poiché è in grado di comprendere le singole parole, ma non l’intera frase

DISTURBI NELLA PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO PRODUZIONE DI PAROLE E FRASI ANOMIA Incapacità di produrre

DISTURBI NELLA PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO PRODUZIONE DI PAROLE E FRASI ANOMIA Incapacità di produrre una qualunque parola corrispondente allo stimolo presentato Trasposizione o cambiamento di lettere all’interno di una parola come, ad esempio, “lomocotiva” per “locomotiva” NEOLOGISMI PARAFASIE FONEMICHE (o LETTERALI) VERBALI (o SEMANTICHE) Uso, cioè, di parole con significato diverso da quello loro proprio, come, ad esempio, “finestra” per dire “porta”

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO Il pensiero ed il linguaggio sono per l’artista strumenti della sua

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO Il pensiero ed il linguaggio sono per l’artista strumenti della sua arte (Oscar Wilde)

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 1. ALTERAZIONE NEL RITMO O NELLA VELOCITA’ DELL’ELOQUIO Questa condizione è

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 1. ALTERAZIONE NEL RITMO O NELLA VELOCITA’ DELL’ELOQUIO Questa condizione è spesso conseguente ad alterazioni nella sfera emotivo/affettiva e può comparire nel contesto di un disturbo del tono dell’umore

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 2. ALTERAZIONE NELLE PAROLE Neologismi Introduzione di parole nuove, inventate dal

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 2. ALTERAZIONE NELLE PAROLE Neologismi Introduzione di parole nuove, inventate dal paziente Parafrasie Destrutturazione di parole attraverso l’interposizione di un suono o la sostituzione di una parola con una frase che ne conserva il significato Disartria Alterazione nell’articolazione della parola spesso presente in pazienti con disturbo neurologico

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 3. ALTERAZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLE FRASI Sono prevalentemente disturbi della forma

SEMEIOTICA DEL LINGUAGGIO 3. ALTERAZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLE FRASI Sono prevalentemente disturbi della forma del pensiero che vengono resi accessibili attraverso un’alterazione nella costruzione delle frasi, e quindi, del discorso

2. I PRINCIPI ORGANIZZATORI Coincidono con la comprensione delle alterazioni nei principi organizzatori dell’attività

2. I PRINCIPI ORGANIZZATORI Coincidono con la comprensione delle alterazioni nei principi organizzatori dell’attività del pensiero, i quali forniscono al pensiero gli strumenti per la formazione delle idee o la soluzione di un problema FINALIZZAZIONE ASTRAZIONE Si occupa delle regole organizzative e strutturali con le quali si raggiunge generalmente il messaggio comunicativo Costituisce il processo di ottimizzazione dell’attività del pensiero per mezzo del quale la mente umana è in grado di isolare i singoli oggetti dalla globalità (Discriminazione) e di classificarli (Astrazione)

GENERALIZZAZIONE Processo mediante il quali si tende a mettere insieme oggetti simili, creando un

GENERALIZZAZIONE Processo mediante il quali si tende a mettere insieme oggetti simili, creando un prototipo con le caratteristiche essenziali per quel concetto RIDONDANZA PROCEDURALE La struttura del pensiero può essere più o meno ricca in contenuti concettuali o associazioni che vengono utilizzate per raggiungere il fine del pensiero. Una eccessiva inclusione o riduzione del contenuto concettuale impedisce la finalizzazione del pensiero stesso.

USO DEL SISTEMA LOGICO DI RIFERIMENTO Funzione che consente di caratterizzare il pensiero come

USO DEL SISTEMA LOGICO DI RIFERIMENTO Funzione che consente di caratterizzare il pensiero come flusso di idee che fluisce ordinatamente dalle premesse alle conclusioni passando attraverso concetti intermedi USO DEL SISTEMA SIMBOLICO La simbolizzazione permette la rappresentazione e la gestione di concetti DI RIFERIMENTO astratti, attraverso il significato • es. linguaggio = opera una astrazione manipolando simboli con significato convenzionale e condivisi

SEMEIOTICA DEI DISTURBI FORMALI DEL PENSIERO

SEMEIOTICA DEI DISTURBI FORMALI DEL PENSIERO

A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B In condizioni normali

A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B In condizioni normali il pensiero è caratterizzato da un flusso di idee che fluisce ordinatamente da una premessa (A) ad una conclusione (B) (obiettivo o finalità del pensiero), passando attraverso alcuni concetti intermedi (C 1, C n). I singoli concetti sono rappresentati da cerchi contenenti una lettera. Il percorso associativo logico è rappresentato da frecce.

DISTURBI FORMALI DEL PENSIERO üRALLENTAMENTO üBLOCCO üACCELERAZIONE üFUGA üDERAGALIAMENTO üTANGENZIALITA’ üIMPOVERIMENTO üILLOGICITA’ üDISORGANIZZAZIONE üPERSEVERAZIONE

DISTURBI FORMALI DEL PENSIERO üRALLENTAMENTO üBLOCCO üACCELERAZIONE üFUGA üDERAGALIAMENTO üTANGENZIALITA’ üIMPOVERIMENTO üILLOGICITA’ üDISORGANIZZAZIONE üPERSEVERAZIONE üNEOLOGISMI

RALLENTAMENTO A C 1 C 2 C 3 B La velocità di pensiero è

RALLENTAMENTO A C 1 C 2 C 3 B La velocità di pensiero è ridotta (aumento della lunghezza delle frecce) e i concetti sviluppati (C 1 … Cn) durante il percorso dalla premessa (A) alle conclusioni B sono diminuiti. Sono presenti bassa produttività e ridotta efficacia rispetto alle condizioni normali.

BLOCCO DEL PENSIERO A A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn

BLOCCO DEL PENSIERO A A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B E’ caratterizzato dall’impossibilità a procedere nel flusso del pensiero. La ripartenza può avvenire su altri contenuti

BLOCCO DEL PENSIERO n. Chiusura: esperienza di un paziente schizofrenico che il suo pensiero,

BLOCCO DEL PENSIERO n. Chiusura: esperienza di un paziente schizofrenico che il suo pensiero, in modo inaspettato e non intenzionale, si interrompe, nel mezzo della risoluzione di un problema o anche a metà di una frase. n. Non è causata dalla distrazione, né dal sopraggiungere di altri pensieri n. Neppure con l’introspezione è in grado di fornirne una spiegazione adeguata: semplicemente si verifica. n. Il paziente può spiegarlo in termini di sottrazione del pensiero: “il mio pensiero si è fermato perché le idee mi sono state improvvisamente portate via dalla testa”.

ACCELERAZIONE D 1 A C 1 D 2 C 2 D 3 D 4

ACCELERAZIONE D 1 A C 1 D 2 C 2 D 3 D 4 D 5 C 3 C 4 D 6 Dn Cn B La velocità associativa aumenta e i concetti (D 1…Dn) sviluppati durante il percorso dalla premessa (A) alle conclusioni B eccedono quelli normalmente evocati (C 1 …Cn), a scapito dell’efficacia comunicativa.

FUGA DELLE IDEE n. Esistono nessi logici tra un’idea espressa e quella che la

FUGA DELLE IDEE n. Esistono nessi logici tra un’idea espressa e quella che la segue. n. Tuttavia la direzione del pensiero non viene mantenuta a lungo. n. Cambia continuamente per effetto di un’emotività superficiale e di un elevato grado di distraibilità. n. La tendenza determinante è indebolita, ma le associazioni vengono ancora formate normalmente. n. Tachipsichismo: la velocità nella formazione delle associazioni, e quindi la modalità del pensiero, è notevolmente accelerata.

FUGA DELLE IDEE “Loro pensavano che io fossi a casa nella dispensa. . .

FUGA DELLE IDEE “Loro pensavano che io fossi a casa nella dispensa. . . C’è una scatola magica. . . Povera cara Caterina, sai, Caterina la Grande, la grata di fuoco, sono sempre vicino al focolare, voglio gridare di gioia, alleluia!”

FUGA DELLE IDEE n. E’ possibile individuare le parole che innescano le connessioni tra

FUGA DELLE IDEE n. E’ possibile individuare le parole che innescano le connessioni tra frasi successive, ma i pazienti non arrivano comunque alla meta –I: Che cosa l'ha portata qua? –P: Non sono stato portato qua, sono venuto a piedi, non in macchina. Mi piacciono le macchine nuove, in particolare quelle straniere. Le piacciono le Mercedes? Sono le migliori, ma consumano molto. Sarebbe complicato in Russia. Non ci sono molti benzinai da quelle parti. Ma sarebbe importante per l'economia. L'ho sempre saputo che i russi mettono il cianuro nelle capsule di Tylenol. n. Spesso nÈ si associa all'accelerazione dell'eloquio possibile seguire la successione delle idee, a differenza di quel che succede con i pazienti schizofrenici in cui il senso del discorso è criptico.

DERAGLIAMENTO A C 1 C 2 D E F G C 3 Cn B

DERAGLIAMENTO A C 1 C 2 D E F G C 3 Cn B H I Si verifica un allentamento dei nessi associativi fino alla perdita di finalizzazione con totale incoerenza. Il filo del discorso interno tiene per il soggetto al punto che questi sarà meravigliato dalle richieste di spiegazione del senso delle sue parole. Il discorso ha un significato idiosincrasico, personale che va al di là della necessità di comunicazione con l’interlocutore. Si constata la totale assenza di collegamento logico tra un concetto e l’altro e l’incoerenza rispetto alla risposta attesa dall’interlocutore.

DERAGLIAMENTO I: “Quale è l’obiettivo della sua visita oggi? ” P: “Sono venuto qui.

DERAGLIAMENTO I: “Quale è l’obiettivo della sua visita oggi? ” P: “Sono venuto qui. . . non si passa con il rosso. La barca potrebbe affondare, ma la maestra non è arrabbiata con me. . . ”

TANGENZIALITA’ A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B B 1

TANGENZIALITA’ A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B B 1 Il pensiero fluisce lungo un percorso marginale rispetto a quello percorribile normalmente per giungere a conclusioni attinenti alla finalità (B). Anche la stessa finalità è raggiunta in maniera marginale (B 1). I concetti esposti lungo il percorso si trovano comunque sempre ad una medesima distanza logica da quelli normalmente evocati.

TANGENZIALITA’ I: “Di quale città è lei? ” P: “Beh, questa è una buona

TANGENZIALITA’ I: “Di quale città è lei? ” P: “Beh, questa è una buona domanda, a cui è difficile rispondere, a causa dei miei genitori. . . io sono nato nell’Italia del Nord, anche se i tratti del mio viso non sembrerebbero confermare questo fatto. . . il problema è dei miei nonni, loro sono immigrati. . . al tempo il lavoro scarseggiava ed era difficile. ”

IMPOVERIMENTO A A 1 A 2 A 3 B Disturbo Formale del Pensiero in

IMPOVERIMENTO A A 1 A 2 A 3 B Disturbo Formale del Pensiero in seguito al quale l’ideazione e quindi l’eloquio sono solitamente scarni e ridotti sia dal punto di vista quantitativo (contenuti) che qualitativo (modalità formali dell’espressione).

ILLOGICITA’ D A C 1 C 2 E C 3 C 4 Cn B

ILLOGICITA’ D A C 1 C 2 E C 3 C 4 Cn B Il pensiero non raggiunge le proprie conclusioni in accordo con le finalità (B), ma procede attraverso percorsi logici non comprensibili (le linee tratteggiate) evocando concetti (D; E) apparentemente senza alcuna relazione tra di loro.

DISORGANIZZAZIONE Disturbo Formale del Pensiero in seguito al quale sono presenti nell’eloquio diversi gradi

DISORGANIZZAZIONE Disturbo Formale del Pensiero in seguito al quale sono presenti nell’eloquio diversi gradi di disgregazione delle caratteristiche formali della comunicazione, di perdita (allentamento) dei nessi logici, di sconnessione tra comunicazione verbale e non verbale.

PERSEVERAZIONE A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B Nel giungere

PERSEVERAZIONE A C 1 C 2 C 3 C 4 Cn B Nel giungere alla conclusione in maniera coerente con la finalità (B), il pensiero ripercorre più volte gli stessi concetti (C 1 …Cn). Il paziente ripete in maniera stereotipata parole, idee, soggetti pur avendoli enunciati poco prima.

NEOLOGISMI Disturbo Formale del Pensiero in seguito al quale sono usati durante l’eloquio termini

NEOLOGISMI Disturbo Formale del Pensiero in seguito al quale sono usati durante l’eloquio termini inesistenti neoformati e spesso di significato incomprensibile coniati ex-novo per indicare concetti personali. MANIACALI Formati secondo un criterio SCHIZOFRENICI Formati secondo un criterio semanticamente coerente: semanticamente non coerente: es. “Mani Cosmoradianti” es. “Interperfarcontare” cioè che “influenzano ciò che “tutto è a posto” sta intorno”

3. LA COMPRENSIBILITA’ DEL PENSIERO Coincide con l’identificazione dei disturbi del pensiero all’interno della

3. LA COMPRENSIBILITA’ DEL PENSIERO Coincide con l’identificazione dei disturbi del pensiero all’interno della comunicazione verbale MESSAGGIO CODIFICAZIONE DEL MESSAGGIO TRASMISSIONE DEL MESSAGGIO CONTENUTO DEL PENSIERO ASPETTI FORMALI DEL PENSIERO

IDEA OSSESSIVA IDEA DELIRANTE CONTINUUM PSICOPATOLOGICO EGODISTONIA EGOSINTONIA

IDEA OSSESSIVA IDEA DELIRANTE CONTINUUM PSICOPATOLOGICO EGODISTONIA EGOSINTONIA

Gli uomini hanno il dono della parola non per nascondere i pensieri, ma per

Gli uomini hanno il dono della parola non per nascondere i pensieri, ma per nascondere il fatto che non li hanno. (Sören Kierkegaard)