Quali sono i risultati generali Quali sono le
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Quali sono i risultati generali? Quali sono le forme di lavoro? Maurizio Gambuzza Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro
Obiettivo del Progetto: mettere a punto una metodologia standard per l’analisi degli sbocchi occupazionali degli allievi della FR Criteri guida: • metodo rigoroso • facilità di implementazione • ricorrenza temporale • costi contenuti La scelta operativa: Sfruttare al meglio il patrimonio informativo già a disposizione della ppaa, in primo luogo il Sil come base dati di riferimento centrale (tema del lavoro) e Arof (reinserimento percorsi formativi); A complemento una tradizionale indagine diretta (standard Isfol)
Le informazioni a disposizione (I): a. da Sil - Tutti i rapporti di lavoro dipendente (compreso lavoro a chiamata) e parasubordinato che hanno riguardato lavoratori residenti o assunti in imprese localizzate in Veneto, tanto nel settore pubblico che in quello privato; i tirocini (esclusi quelli curriculari); - - per ciascuno di questi: data di stipula, trasformazione o cessazione; tipologia contrattuale e d’orario, settore e qualifica professionale di inserimento, localizzazione dell’unità produttiva… Le dichiarazioni di disponibilità rilasciate ai centri per l’impiego - Data di rilascio, tipologia di iscrizione, centro per l’impiego. . b. da Arof - informazioni sulle iscrizioni, i passaggio di corso e lo stato in ciascun anno scolastico dei giovani in obbligo formativo - Data dell’evento, anno di corso, tipologia di istituto. .
Le informazioni a disposizione (II): c. dall’indagine Cati - Informazioni sulla condizione dichiarata dall’intervistato in relazione all’eventuale occupazione, alla ricerca di lavoro, alla prosecuzione degli studi, oltre ad alcune valutazioni soggettive sull’utilità del percorso di qualificazione seguito (standard Isfol) L’acquisizione delle informazioni: sequenza operativa vs sequenza logica - Dimensione “lavoristica” e gerarchia tra le fonti Duplice prospettiva: - a 12 mesi: complesso delle fonti utilizzate per cercare di garantire la maggiore copertura possibile dell’universo osservato - a cadenze diverse (semestrali, fino a 24 mesi – non ancora pienamente trascorsi) solo fonti amministrative (Sil e Arof) per approfondire in dettaglio i percorsi post qualifica
1. Il livello di copertura dell’indagine 2. I risultati generali 3. Le modalità di inserimento lavorativo
Tasso di copertura secondo la fonte
Tasso di copertura secondo la fonte
Tasso di copertura a 12 mesi per tipologia di percorsi formativi
Il livello di copertura dell’indagine, comparativamente ad altre esperienze recenti, è decisamente elevato Tassi di caduta fisiologici legati principalmente alla mobilità territoriale dei soggetti e alla carenza/deficit delle informazioni individuali La copertura rimane elevata anche con riferimento alle informazioni di dettaglio (i singoli enti erogatori e i singoli corsi di qualifica): solo 5 enti (su 134) e due percorsi di qualifica (su 91) segnalano infatti una copertura inferiore al 75% Le fonti amministrative si confermano adeguate al monitoraggio degli esiti permettendo una prospettiva temporale di osservazione più lunga (oltre ad una maggiore precisione delle informazioni)
1. Il livello di copertura dell’indagine 2. I risultati generali 3. Le modalità di inserimento lavorativo
La condizione rilevata a 12 mesi Effetto positivo complessivo 81% Tasso di occupazione lordo 67%
La condizione a 12 mesi per principali caratteristiche anagrafiche
La condizione a 12 mesi per indirizzo formativo
Formazione iniziale: condizione a 12 mesi per qualifica
Formazione iniziale: indicatori di placement per le tre annualità esaminate
Pur nel quadro congiunturale sfavorevole, il tasso di occupazione lordo rilevato (67%) costituisce un risultato in linea con i migliori esiti occupazionali misurati in altre ricerche condotte in Italia Questo risulta significativamente più elevato per i qualificati dei percorsi per utenza mista (77%) e per disoccupati (73%) di quanto non accada per quanti sono usciti dalla formazione iniziale (66%). I maschi e gli stranieri presentano i risultati migliori (70%) mentre le donne paiono incontrare maggiori difficoltà di inserimento (63%). La scelta di rientro nei percorsi di istruzione (in media il 14%) può condizionare la valutazione degli esiti occupazionali per alcune qualifiche, in particolare nell’ambito della formazione iniziale Combinando tasso di occupazione e quello di rientro nell’istruzione si ottiene un “effetto positivo complessivo” di placement pari ad oltre l’ 80%
1. Il livello di copertura dell’indagine 2. I risultati generali 3. Le modalità di inserimento lavorativo
Distribuzione settoriale delle aree formative di origine e degli ambiti professionali di inserimento lavorativo
Distribuzione settoriale delle aree formative di origine e degli ambiti professionali di inserimento lavorativo
Progressione dei tassi di occupazione per tipologia di percorso formativo
Tempi medi di attesa per caratteristiche individuali e tipologia di indirizzo
Numero medi di rapporti instaurati nei 12 mesi successivi alla qualifica 7. 029 qualificati occupati nel corso dei 12 mesi 11. 110 assunzioni nell’anno 2 occupati su 3 hanno avuto un solo rapporto di lavoro (1 su 2 nei percorsi per disoccupati)
Periodi di lavoro e tempo medio lavorato nel corso dei 12 mesi successivi per indirizzo formativo Periodi di lavoro: < 1 mese: 13% 1 - 3 mesi: 19% 3 - 6 mesi: 20% 6 - 11 mesi: 37% 12 mesi: 11%
Tipologia contrattuale di inserimento lavorativo (ultimo rapporto nei 12 mesi)
Distribuzione per qualifica di inserimento Totale assunzioni in Veneto 2011 6% 12% 8% 24% 17% 11% 22%
Coerenza tra qualifica conseguita e inserimento lavorativo (ultimo rapporto nei 12 mesi)
In sintesi I risultati complessivi lasciano trasparire un quadro positivo per il sistema della formazione regionale La formazione iniziale presenta risultati migliori e mostra una maggiore aderenza alle domande del sistema produttivo; il percorrere sentieri meno consolidati e dover fare i conti con una utenza più difficile comporta invece per gli altri indirizzi l’emergere di qualche segnale di difficoltà (inserimenti meno stabili e meno coerenti) Per quanto riguarda le caratteristiche individuali alcune delle differenze emergenti ricalcano quelle più generali del mercato del lavoro: i maschi fanno meglio delle femmine, gli italiani mostrano percorsi lavorativi più stabili degli stranieri, questi ultimi sono mediamente più mobili e flessibili… L’inserimento lavorativo avviene utilizzando l’ampia gamma di alternative contrattuali, pur con il deciso prevalere dell’apprendistato come strumento tipico d’ingresso della formazione iniziale
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