Protagonisti maschili e femminili della tragedia Elementi in

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Protagonisti maschili e femminili della tragedia Elementi in comune e differenze

Protagonisti maschili e femminili della tragedia Elementi in comune e differenze

Protagonista della tragedia • Eroe: personaggio a metà tra gli dei e gli uomini.

Protagonista della tragedia • Eroe: personaggio a metà tra gli dei e gli uomini. Il termine non ha a che vedere con l’accezione positiva della parola italiana. • L’eroe non è ‘colpevole’ nel senso religioso. Commette piuttosto un errore (hamartia), perché non sa interpretare i segni degli dei. Spesso sconta l’errore che non è stato commesso da lui, ma da qualche progenitore.

La follia • La parola greca più frequente è ate che indica un accecamento

La follia • La parola greca più frequente è ate che indica un accecamento della mente, per cui l’eroe ambisce a divenire quel che non può essere, simile a dio, o crede di poter evitare i disegni degli dei, oppure è vittima del dio stesso che lo spinge a sbagliare. Nella tragedia greca ci sono grandi rappresentazioni della follia e dell’irrazionalità. Ma ogni tragediografo ha sue specificità.

Hybris • E’ una parola portante della concezione tragica dei Greci, ma l’idea si

Hybris • E’ una parola portante della concezione tragica dei Greci, ma l’idea si trova, prima della tragedia, nell’epica. • La hybris indica originariamente ‘recare oltraggio agli altri’: l’Iliade inizia con un atto di hybris di Agamennone ai danni di Achille. • Poi connota il ‘passare la misura’: la perdita dell’equilibrio è uno dei principali timori della morale greca.

Destino? • Non c’è nella tragedia un’idea del ‘destino’ simile a quella che abbiamo

Destino? • Non c’è nella tragedia un’idea del ‘destino’ simile a quella che abbiamo noi; non c’è una legge prefissata. Persino gli dei sono sottoposti ad una forza superiore, che si chiama Tyche, ‘caso’. • Ogni uomo è in parte responsabile delle proprie sventure. Ogni volta che eccede e non riconosce i propri limiti, determina il proprio sventurato destino. L’eroe tragico è dunque, almeno in parte, colui che eccede. Da qui, in età Romantica, la tragedia è stata vista come la lotta contro il destino.

Specificità delle donne? • E’ sbagliato pensare che le protagoniste della tragedia greca esprimano

Specificità delle donne? • E’ sbagliato pensare che le protagoniste della tragedia greca esprimano una ‘condizione femminile’: esse sono comunque prodotti dell’immaginario maschile, destinati ad un pubblico maschile. • Anche esse, come gli eroi maschi, eccedono la misura, nel senso che contrastano convenzioni e mentalità che determinano il ruolo delle donne nella polis. Perciò personaggi che a noi possono sembrare positivi, in realtà non erano avvertiti come tali dal pubblico.

Alcune eroine tragiche • Clitemnestra, ‘colei che ha il cuore da maschio’, segno del

Alcune eroine tragiche • Clitemnestra, ‘colei che ha il cuore da maschio’, segno del rovesciamento dei ruoli e delle istituzioni. • Antigone, colei che si oppone al Re e alle leggi della polis. • Medea, che uccide i propri figli per gelosia. Conserva gli aspetti della ‘barbara’, cioè di chi non è integrato nella polis.

Come muore nella tragedia una donna • La ‘vergogna’ come elemento distruttivo: Fedra, Giocasta.

Come muore nella tragedia una donna • La ‘vergogna’ come elemento distruttivo: Fedra, Giocasta. La vergogna (aidos è la più frequente parola greca) ha un ruolo essenziale nella mentalità epica e tragica. Aveva dunque una grande rilevanza sociale. Cenni sul senso della vergogna nei testi greci antichi sino all’età classica, raffrontato al senso di vergogna nella società contemporanea. • Il suicidio delle donne non ha nulla di eroico, ma avviene tra le mura della casa. • Il caso di Alcesti, che dà la propria vita in cambio di quella del marito.