Progetto Alla scoperta del Cielo Realizzato dagli alunni

  • Slides: 37
Download presentation
Progetto Alla scoperta del Cielo Realizzato dagli alunni della 3 H Italiano, Storia, Geografia,

Progetto Alla scoperta del Cielo Realizzato dagli alunni della 3 H Italiano, Storia, Geografia, Scienze, Tecnologia, Arte, Spagnolo, Musica

GEOGRAFIA ASTRONOMICA

GEOGRAFIA ASTRONOMICA

LA TERRA: • uno degli otto pianeti che costituiscono il Sistema Solare, il quarto

LA TERRA: • uno degli otto pianeti che costituiscono il Sistema Solare, il quarto partendo dal Sole. • Esistono molti altri corpi celesti di maggiori dimensioni (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno Urano, Nettuno, il Sole e tutti gli altri corpi che compongono il sistema solare) • grazie alla presenza di acqua è l'unico pianeta in cui si può sviluppare la vita, questo è dato anche dalla sua lontananza dal Sole

 • compie due movimenti principali (di rotazione intorno all'asse terrestre e di rivoluzione

• compie due movimenti principali (di rotazione intorno all'asse terrestre e di rivoluzione che si svolge intorno al sole) • si alternano un certo numero di ore di luce (dì) e di buio (notte) • un giro completo su sè stessa è uguale a un giorno (24 h) • un giro completo intornon al sole lungo un'orbita elittica è chiamato un anno solare • questo moto di rivoluzione è la causa del succedersi delle stagioni

 • la linea che separa la parte illuminata da quella in ombra si

• la linea che separa la parte illuminata da quella in ombra si chiama circolo di illuminazione

 • il fuso orario è quello attraversato dal meridiano di Greenwich, il meridiano

• il fuso orario è quello attraversato dal meridiano di Greenwich, il meridiano fondamentale

Emanuele Rosinganno Eleonora Pampillonia Martina Andriolo Matteo Graziano

Emanuele Rosinganno Eleonora Pampillonia Martina Andriolo Matteo Graziano

Giacomo Leopardi, L’infinito Molti poeti per comporre le loro poesie si sono ispirati al

Giacomo Leopardi, L’infinito Molti poeti per comporre le loro poesie si sono ispirati al cosmo , una di queste, tra le più belle, è «L’ infinito» di Leopardi Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Questa lirica è stata composta nel 1819. Il poeta è salito su una collinetta

Questa lirica è stata composta nel 1819. Il poeta è salito su una collinetta di Recanati e una siepe impedisce la vista di gran parte dell’ orizzonte. Proprio questo ostacolo gli permette di spaziare con la fantasia nell’ infinito. L’improvviso stormire del vento lo riporta alla realtà e avverte un altro infinito, quello del tempo, dell’eternità. E a questa sensazione di immensità il poeta si abbandona dolcemente.

Provo anch’io a naufragare nell’ infinito…. Anche se ho davanti un mare calmo e

Provo anch’io a naufragare nell’ infinito…. Anche se ho davanti un mare calmo e piatto come una tavola immagino, oltre l’ orizzonte, un mare agitato, onde gigantesche, una vera tempesta e delle isole ricoperte dall’ acqua. Ma sono anche attratta da quella «striscia» lontana, e mi piacerebbe sorvolare il mare e raggiungerla. Lo faccio con la fantasia: è così che naufrago nell’ infinito, nel mare, nella mia mente e nella mia immaginazione.

A volte, mi trovo a naufragare nell’ infinito e come ostacolo trovo una barriera,

A volte, mi trovo a naufragare nell’ infinito e come ostacolo trovo una barriera, una barriera che io chiamo «la mia età» . La mia età perché mi impedisce di guardare il mio futuro. « la mia età» perché mi impedisce di fare determinate cose.

Uno spazio enorme al di là di un monte, uno spazio colorato e apparentemente

Uno spazio enorme al di là di un monte, uno spazio colorato e apparentemente vuoto di ogni cosa, ma che in realtà è pieno di tutto: pieno di ricordi, di sentimenti, pieno di tutto ciò di cui un uomo ha bisogno per potersi ritenere soddisfatto della propria vita

In un giorno d’ inverno, oltre la nebbia che mi impedisce di guardare oltre

In un giorno d’ inverno, oltre la nebbia che mi impedisce di guardare oltre l’ orizzonte, immagino un mondo migliore, dove non ci sono differenze tra le persone , ma siamo tutte uguali. Vedo un grande parco dove s’incontrano persone di nazionalità diverse e stanno insieme pacificamente. Immagino un sole caldo e splendente, come se fosse già estate. Immagino un posto tranquillo, dove si può pensare e riflettere e dove l’unico rumore presente è dato dalle foglie che cadono dagli alberi. Mi sento completamente in pace col mondo.

Di giorno il sole e di notte le stelle mi fanno riflettere su cosa

Di giorno il sole e di notte le stelle mi fanno riflettere su cosa c’è oltre l’ infinito, oltre a tutto ciò che mi circonda osservo con curiosità. L’infinito è libertà. Continua anche se non so in che modo. Paragonandomi ad esso sono come un piccolo pesce che nuota nell’oceano, sembro piccola e indifesa. L’ infinito, per me, può essere dolore, gioia, paura o tristezza. È qualcosa che va oltre la mia immaginazione, qualcosa che non posso raggiungere.

Cosa c’è dietro tutti questi palazzi? Immagino un grande prato per correre senza ostacoli,

Cosa c’è dietro tutti questi palazzi? Immagino un grande prato per correre senza ostacoli, immagino famiglie che ridono alle barzellette più stupide, padroni che giocano con i loro animali, bambini che litigano per prendere l’ altalena. Dietro tutti i palazzi vedo l’amore, vedo volare chi ormai sta perdendo la speranza, vedo non solo l’amore tra uomini e donne, ma l’amore per un figlio, per un animale, per una pianta, per un luogo.

Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli

X AGOSTO San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla

X AGOSTO San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Anche un uomo tornava al suo nido: l’uccisero: disse: Perdono; e resto negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano. E tu, cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, Oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del male.

La poesia X AGOSTO di Giovanni Pascoli rievoca nel poeta uno degli eventi più

La poesia X AGOSTO di Giovanni Pascoli rievoca nel poeta uno degli eventi più dolorosi della sua vita: infatti quel giorno il padre fu assassinato mentre tornava a casa. Attraverso essa il poeta vuole esprimere il suo dolore per quest’evento tragico che ha segnato tutta la sua vita. Il nido è la metafora della casa, unico luogo d’amore in un mondo pieno di contrasti. Al dolore del poeta partecipa la notte di San Lorenzo, ovvero la notte in cui cadono le stelle che raffigurano il pianto dell’universo «sull’atomo opaco del male» che è la terra. In questa poesia emergono i tre grandi temi di Pascoli: il simbolo del nido, la sofferenza e il mistero del male.

 RIFLESSIONI «Pascoli in questa poesia esprime tutto il suo dolore per il lutto

RIFLESSIONI «Pascoli in questa poesia esprime tutto il suo dolore per il lutto che ha subito» «esprime la sua rabbia per la cattiveria umana. Quest’evento segnò non solo la poetica ma anche l’animo di Pascoli, Le cui conseguenze lo tormentano per tutta la vita» «si capisce il vuoto che lascia l’assenza di un padre, l’attesa infinita, il buio, la paura, la tristezza e la rabbia» «il male esiste, e per questo la terra è il suo regno» «buio , paura e tristezza travolgono la terra, la delusione ha preso il sopravvento e neanche davanti al perdono si è fermata» «tutto ricorda la persona che non c’è più, anche le stelle cadenti sono un pianto per la cattiveria umana» ALESSANDRO ZAGARA, SALVATORE ZANGARA, VERONICA VENEZIANO, MARTINA SCIURBA

Giuseppe Ungaretti MATTINA M’illumino d’immenso Questo è uno dei componimenti più rappresentativi della poetica

Giuseppe Ungaretti MATTINA M’illumino d’immenso Questo è uno dei componimenti più rappresentativi della poetica dell’ermetismo di Ungaretti, tipico esempio di quella essenzialità lirica, con parole di una altissima potenza suggestiva. Ungaretti ha voluto esprimere la gioia del suo animo quando può immergersi in una giornata luminosa. Si tratta di una folgorazione improvvisa. Il verbo “illuminare” suggerisce l’idea della luce, come speranza, fiducia, bisogno di sentirsi in armonia con l’universo intero. La parola “immenso” suggerisce l’idea dello spazio infinito. Alla poesia si attribuisce il significato di speranza per un nuovo giorno e l’intento del poeta è quello di comunicare e suscitare emozioni e sensazioni.

SERENO Dopo tanta nebbia a una si svelano le stelle respiro il fresco che

SERENO Dopo tanta nebbia a una si svelano le stelle respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo mi riconosco immagine passeggera persa in un giro immortale. La nebbia si è dileguata e il poeta contempla il cielo stellato, di fronte all’immensità della natura egli avverte la fragilità della vita. Il titolo “Sereno” si riferisce allo stato d’animo del poeta. Il tema della poesia è la fragilità della vita umana di fronte l’universo. I versi della poesia sono molto brevi, a volte costituiti da un unica parola. Il poeta ha operato questa scelta per esaltare le parole nel loro più profondo e autentico valore.

MARCO LA FATA PAOLA MICELI FLAVIO BRANCATO ALBERTO CELONE

MARCO LA FATA PAOLA MICELI FLAVIO BRANCATO ALBERTO CELONE

 CIAULA SCOPRE LA LUNA Luigi Pirandello Ciaula , un ragazzo sfruttato e maltrattato

CIAULA SCOPRE LA LUNA Luigi Pirandello Ciaula , un ragazzo sfruttato e maltrattato , vittima di un ambiente sociale ingiusto , dove chi è povero deve sottostare al padrone che ha il “diritto” di trattarlo come una bestia. Se poi è anche “diverso” dagli altri come Ciaula subisce soprusi e cattiverie , persino dai suoi compagni di fatica. Ma è proprio la sua “diversità” a renderlo unico: un ‘innocenza assoluta che gli fa provare la meraviglia senza limiti di un bambino davanti allo spettacolo della luna, candida nel cielo notturno. Egli non l’aveva mai vista prima, ma quando la luna gli si rivela all’improvviso, bella come una dea, per lei non può che provare una muta, dolcissima adorazione.

Ciaula è un ragazzo che lavorava in una miniera di zolfo in Sicilia ed

Ciaula è un ragazzo che lavorava in una miniera di zolfo in Sicilia ed è caruso di un minatore chiamato ZI’SCARDA. Ciaula non è preoccupato del buio della miniera, ma del buio della notte. Quella notte Ciaula è impaurito per il buoi che troverà uscendo dalla miniera. Con il sacco pieno di zolfo, sale verso la superficie, ma quando arriva in prossimità degli ultimi scalini, si accorge di essere circondato di luce. Sbalordito, lascia cadere il sacco dalle spalle, scopre l’esistenza della luna e si emoziona davanti alla sua bellezza.

Il buio non l’aveva mai terrorizzato. Esisteva però un episodio importante che lo aveva

Il buio non l’aveva mai terrorizzato. Esisteva però un episodio importante che lo aveva segnato da piccolo, condizionando la sua capacità di uscire allo scoperto nella notte: lo scoppio assordante di una mina che aveva mutilato suo padre. Terminata la scoperta e abbandonato il carico, Ciaula rimane sul margine dell’entrata e alzando lo sguardo al cielo stellato, rimane sconcertato nell’ammirare il magnifico paesaggio, pervaso dall’intensa luce della luna che premeva tutta la natura attorno a lui. CHIARA NAPOLI DIONISIO CAMARRONE MARIA SOFIA SALOMONE FRANCESCA DI NATALE MARTINAGLIA

APOLLO 11 Primo viaggio sulla luna Apollo 11 fu la missione che per la

APOLLO 11 Primo viaggio sulla luna Apollo 11 fu la missione che per la prima volta portò gli uomini sulla Luna. Neil Amstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, il 20 luglio 1969, dicendo “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l’umanità”. Amstrong trascorse due ore e mezza fuori dalla navicella, il suo compagno, Buzz Aldrin, poco di meno. Insieme raccolsero 21, 5 Kg di materiale lunare che riportarono sulla Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’oceano pacifico. Apollo 11 realizzò l’obbiettivo nazionale proposto nel 1961 dal presidente degli Stati Uniti John F Kennedy in un discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti in cui affermò che: “Questo paese deve impegnarsi a realizzare l’obbiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. ” Il modulo di comando fu chiamato Columbia, da Columbiad, il gigantesco cannone, che, nel romanzo di “Jules Verne Dalla Terra alla Luna”, sparava la navicella verso la Luna, Il LEM invece fu chiamato Eagle (Aquila), l’uccello simbolo degli Stati Uniti, rappresentato anche sull’emblema della missione. L’emblema della missione fu inventato da Collins, che volle rappresentare simbolicamente un “allunaggio pacifico degli Stati Uniti”. Rappresentò quindi un’aquila calva, con un ramo d’ulivo nel becco, che atterrava su un paesaggio lunare e con una vista della Terra in lontananza. Alcuni funzionari della NASA ritennero che gli artigli sembrassero troppo “bellicosi” e dopo qualche discussione, il ramo di ulivo venne spostato negli artigli.

Aldrin fu il primo a rientrare, dopo aver caricato dallo sportello, 22 kg di

Aldrin fu il primo a rientrare, dopo aver caricato dallo sportello, 22 kg di materiale lunare. Dopo il trasferimento al modulo di supporto, gli astronauti furono costretti a gettare le scarpe lunari, una fotocamera Hasselblad e altra apparecchiatura per alleggerire la struttura per potere rientrare in orbita. Prima di lasciare il suolo lunare, gli astronauti lasciarono una bandiera americana e una placca con i disegni dei due emisferi terrestri, un’iscrizione, le firme degli astronauti e del presidente Nixon. L’iscrizione recita: “Qui uomini del pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna. Luglio, 1969 d. C. Siamo venuti in pace per l’umanità. ” Il modulo di comando è tutt’ora esposto al National Air and Space Museum di Washington. Prima del ritorno degli astronauti, fu preparato un discorso dal presidente Nixon nel caso in cui gli astronauti non fossero riusciti a tornare sulla Terra. Il discorso recita: “Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace, rimarranno sulla Luna per riposare in pace. Questi uomini impavidi, Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, sanno che non c'è speranza per il loro recupero. Ma sanno che c'è speranza per l'umanità nel loro sacrificio. Questi due uomini stanno donando le loro vite per l'obiettivo più nobile dell'umanità: la ricerca della verità e della conoscenza. Si addoloreranno le loro famiglie ed i loro amici; si addolorerà la loro nazione; si addolorerà tutta la gente del mondo; si addolorerà la Madre Terra per avere mandato due dei suoi figli verso l'ignoto. Nella loro esplorazione, hanno unito le popolazioni del mondo come se fosse una; nel loro sacrificio, hanno legato ancora più strettamente la fratellanza tra gli uomini. Nei giorni antichi, gli uomini hanno guardato le stelle ed hanno visto i loro eroi nelle costellazioni. Oggi, noi facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono uomini in carne e ossa.

Altri seguiranno e certamente troveranno la loro via di casa. La ricerca dell'Uomo non

Altri seguiranno e certamente troveranno la loro via di casa. La ricerca dell'Uomo non verrà negata. Ma questi uomini erano i primi, e i primi resteranno nei nostri cuori. Ogni uomo che guarderà la Luna nella notte, saprà che c'è da qualche parte un piccolo angolo che sarà per sempre l'umanità. “ Tinaglia Martina Di Bella Marta Ignizio Gianluca Vitale Flavio

 «Leopardi in musica» Durante il percorso scolastico «Alla scoperta del cielo» , abbiamo

«Leopardi in musica» Durante il percorso scolastico «Alla scoperta del cielo» , abbiamo riassunto, compreso e analizzato il testo della poesia di Leopardi «Canto notturno di un pastore errante dell’Asia» . Il testo è stato successivamente adattato e musicato. È stata poi preparata un’azione scenica che ha accompagnato il testo e la melodia della stessa.

Comprensione del Testo Il poeta, raffigurandosi in un pastore nomade dell’Asia, rivolge alla luna

Comprensione del Testo Il poeta, raffigurandosi in un pastore nomade dell’Asia, rivolge alla luna ansiosi e vari interrogativi sul perché della vita umana e sul mistero dell’universo. Si rivolge il pastore, ora, al gregge, e lo stima più felice dell’uomo, in quanto è quasi libero da sofferenze e non sente il tedio della vita. Se potesse egli vivere una vita diversa da quella che ora trascorre forse la sua esistenza sarebbe migliore, più felice. La constatazione della realtà subito lo riprende, e conclude affermando che la vita è funesta per qualunque essere.

Adattamento testuale Che fai tu luna in ciel? Dimmi, che fai silenziosa luna? Sorgi

Adattamento testuale Che fai tu luna in ciel? Dimmi, che fai silenziosa luna? Sorgi la sera e vai, sorgi la sera e vai, sorvolando i deserti indi ti posi Se io avessi l’ali pra volar su le nubi, annoverar le stelle ad una e come tuono errar di giogo in giogo Oh come tuono errar di giogo in giogo

Riflessioni riguardanti la poesia Chi medita non è un filosofo, ma è l’anima semplicetta

Riflessioni riguardanti la poesia Chi medita non è un filosofo, ma è l’anima semplicetta di un pastore, che sa nulla, e contempla innamorato la luna e le stelle, e fantastica sul fine e sull’uso della vita, incalzato da tanti «perché» , a cui non trova risposta. La profondità del concetto è questa, che in ultimo il filosofo ne sa quanto il pastore, e che quello che appare una ignoranza e una semplicità del pastore è appunto la verità. Leopardi, mediante la finzione del pastore mette in rilievo il dramma dell’esistenza umana, la consapevolezza dell’inutilità della vita, quanto grave sia la noia, il tedio, e passa di continuo dalla meditazione commossa ad impressione di paesaggio, il tutto poeticamente trasfigurando in immagini.

Romance de la luna Federico Garcίa Lorca La luna vino a la fragua con

Romance de la luna Federico Garcίa Lorca La luna vino a la fragua con su polisón de nardos. El niño la mira. El niño la está mirando. En el aire conmovido mueve la luna sus brazos y enseña, lúbrica y pura, sus senos de duro estaño. Huye luna, luna. Si vinieran los gitanos, harían con tu corazón collares y anillos blancos. Niño déjame que baile. Cuando vengan los gitanos, te encontrarán sobre el yunque con los ojillos cerrados. Huye luna, que ya siento sus caballos. Niño déjame, no pises, mi blancor almidonado. El jinete se acercaba tocando el tambor del llano. Dentro de la fragua el niño, tiene los ojos cerrados. Por el olivar venían, bronce y sueño, los gitanos. Las cabezas levantadas y los ojos entornados. ¡Cómo canta la zumaya, ay como canta en el árbol! Por el cielo va la luna con el niño de la mano. Dentro de la fragua lloran, dando gritos, los gitanos. El aire la vela, vela. el aire la está velando.

Espan ol En síntesis, el poema nos cuenta una sencilla y conmovedora historia: la

Espan ol En síntesis, el poema nos cuenta una sencilla y conmovedora historia: la muerte de un niño gitano en una noche de luna llena. Ahora bien, en García Lorca es casi una constante la fusión entre realidad y mito, de modo que se puede decir que la realidad se transustancia en el mito de una forma original y atractiva. De esta manera, la anécdota se diluye en un confuso y abigarrado mundo de sensaciones que enlazan con lo primigenio y eterno: el ancestral temor ante la muerte. Italiano In breve, la poesia racconta una semplice e toccante storia: la morte di un bambino zingaro in una notte di luna. Ora, in García Lorca è quasi una fusione costante tra realtà e mito, possiamo dire che la realtà si trasforma nel mito in modo originale e accattivante. La storia è diluita in un mondo confuso e variegato di sensazioni che portano a una primordiale ed eterna paura della morte.

Federico Garcίa Lorca Federico García Lorca (Fuentevaqueros, 5 de junio de 1898 - Víznar,

Federico Garcίa Lorca Federico García Lorca (Fuentevaqueros, 5 de junio de 1898 - Víznar, 19 de agosto de 1936). Poeta y dramaturgo español. En 1915 comienza a estudiar Filosofía y Letras, así como Derecho, en la Universidad de Granada. Forma parte de El Rinconcillo, centro de reunión de los artistas granadinos donde conoce a Manuel de Falla. Junto a un grupo de intelectuales granadinos funda en 1928 la revista Gallo, de la que sólo salen 2 ejemplares. En 1929 viaja a Nueva York y a Cuba. Dos años después funda el grupo teatral universitario La Barraca, para acercar el teatro al pueblo, y en 1936 vuelve a Granada donde es detenido y fusilado por sus ideas liberales. Escribe tanto poesía como teatro, si bien en los últimos años se volcó más en este último, participando no sólo en su creación sino también en la escenificación y el montaje. En sus primeros libros de poesía se muestra más bien modernista, siguiendo la estela de Antonio Machado, Rubén Darío y Salvador Rueda. En una segunda etapa aúna el Modernismo con la Vanguardia, partiendo de una base tradicional. En cuanto a su labor teatral, Lorca emplea rasgos líricos, míticos y simbólicos, y recurre tanto a la canción popular como a la desmesura calderoniana o al teatro de títeres. En su teatro lo visual es tan importante como lo lingüístico, y predomina siempre el dramatismo. En la actualidad Federico García Lorca es el poeta español más leído de todos los tiempos.

LA NOTTE STELLATA Vincent Van Gogh “Notte stellata (Cipresso e Paese) ” è un

LA NOTTE STELLATA Vincent Van Gogh “Notte stellata (Cipresso e Paese) ” è un olio su tela, 73 x 92 cm, datato giugno 1889 -un mese dopo l’ ingresso nella struttura psichiatrica- ed è considerato uno dei capolavori dell’ artista, conservato attualmente nel Museum of Modern Art di New York. L’ opera ha un forte potere evocatore, appare semplice pur racchiudendo in sé una natura complessa. In primo piano vi è un alto e scuro cipresso, un “soggetto difficile” – così lo definì Van Gogh- e ricorrente durante il soggiorno di Sàint-Rémy. I colli sullo sfondo accolgono poi un piccolo paese dominato dalla cuspide di un campanile. Non è una notte placida e ferma, gli elementi della natura, quelli del paesaggio e del villaggio, sembrano vibrare con un moto tortuoso. Essi si spingono verso l’alto, raggomitolandosi. La composizione è incentrata sul rapporto tra le linee verticali dei cipressi e del campanile e la forte direttrice obliqua induce una forte spinta dinamica alla linea dell’orizzonte. La figura della luna, in alto a destra, è una falce concava verso l’ esterno e l’ alto. A livello cromatico ricorda un sole, circondata da un globo luminoso che dal giallo chiaro si tinge di verde e celeste. L’ insieme crea la sensazione di una fusione tra luna e sole. L’ intensità della luna è sottolineata caricando il giallo di linee curve rossastre e rosee, incidendo la materia del colore con profondi solchi.

 La mia triste malattia mi fa lavorare con furore sordo, molto lentamente, ma

La mia triste malattia mi fa lavorare con furore sordo, molto lentamente, ma dal mattino alla sera senza interruzione … credo che questo contribuirà a guarirmi . Queste righe appartengono ad una delle numerose lettere che Vincent Van Gogh (1853 - 1890) scrisse al fratello Theo durante la permanenza nell’ ospedale psichiatrico di Sàint- Rémy de Provence. Dall’ inizio del 1889 Vincent fu ricoverato più volte in ospedale per eccessi di follia e l’ 8 maggio di quell’ anno decise di farsi internare in una clinica per alienati mentali, dopo essersi mutilato l’orecchio sinistro , ad Arles, la sera del 23 Dicembre 1888.