Prof Stefano Federici Dipartimento di Filosofia Scienze Sociali

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia stefano. federici@unipg. it Psicologia del funzionamento individuale, della disabilità e della salute 2. La valutazione del funzionamento individuale Prof. Stefano Federici – A. A. 2014 -2015

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Cap. 1 Funzionamento e disabilità 3

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Le origini del modello biopsicosociale l George Engel nel 1977[1], psichiatra, propone di integrare all’interno del modello medico le variabili dominanti sociali e psicologiche: – – 4 «Il modello dominante di malattia, oggi, è quello biomedico, che non lascia all’interno della sua cornice alcuno spazio per le dimensioni sociali, psicologiche e comportamentali della malattia. È qui proposto un modello biopsicosociale che fornisce un piano per la ricerca, una cornice per l’insegnamento e un progetto per l’azione nel mondo reale dell’assistenza sanitaria» (p. 130).

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia La teoria dei sistemi e il modello biopsicosociale l Engel ha fornito il principale contributo teorico alla costruzione del modello biopsicosociale fondato sulla teoria generale dei sistemi di von Bertalanffy (1950)[1]. – I principi unificanti nel contesto scientifico non sono una riduzione di, ma l’organizzazione che spiega un fenomeno scientifico. l – Anche l’essere umano viene visto come un sistema ecologicamente immerso in sistemi multipli. l 5 Non è sufficiente dividere un fenomeno scientifico in più semplici unità di analisi e di studiare queste unità una ad una, ma è necessario indagare le interrelazioni tra queste unità. Nel modello biopsicosociale la definizione dello stato di salute o di malattia è, pertanto, l’esito dell’interazione tra processi che agiscono a macro-livello come, ad esempio, l’esistenza di un sostegno sociale o di depressione, e processi che operano a microlivello, come gli squilibri biologici o biochimici.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Funzionamento e disabilità da una prospettiva biopsicosociale l Da una prospettiva sistemica e biopsicosociale, è impossibile isolare la disabilità dal funzionamento di un individuo e viceversa o, piuttosto, ipotizzare l’uno senza l’altra. l La disabilità implica il funzionamento e viceversa. 6

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Funzionamento e universalità l Secondo Zola[1], contiguo al modello biopsicosociale, non c’è una dicotomia tra abilità e disabilità, ma piuttosto un continuum nel quale la completa abilità o la completa disabilità rappresentano nient’altro che casi limite solo teoricamente possibili. – 7 Gli unici confini da tracciare su questo continuum dovrebbero avere finalità politiche ed economiche e produrre distinzioni funzionali alla redistribuzione delle risorse all’interno della società.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Disabilità nella Convenzione del 2006 l In accordo con il modello biopsicosociale e con l’ICF, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata il 13 dicembre 2006 dalla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riconosce che: – 8 «La disabilità è un concetto in evoluzione ed è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere attitudinali e ambientali che ostacolano la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di parità con gli altri» [1]

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Cap. 2 La misura del funzionamento e della disabilità 9

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia The best measure l Nel 2001 fu organizzato il 1° Seminario Internazionale delle Nazioni Unite sulla Misurazione della Disabilità. – – 10 Scelsero l’ICF come il modello concettuale di base Migliorò i principi e le forme standard per gli indicatori globali di disabilità da utilizzare nei censimenti e agevolò la costruzione di una rete di istituzioni ed esperti.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia La misura dipende dallo scopo della misurazione l In un modello complesso di disabilità – – 11 «ciascun dominio rappresenta un’area differente di misurazione e ciascuna categoria o elemento di classificazione all’interno di ciascun dominio rappresenta un’area differente di operazionalizzazione del più ampio concetto del dominio. Per generare una misura significativa di una prevalenza generale è necessario determinare quale componente rifletta meglio l’informazione necessaria a indirizzare lo scopo della raccolta dei dati» (Mont 2007, p. 4).

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il paradosso definizionale 1/2 l Madans & Altman (2006) Purposes Statistics – of Disability Il paradosso definizionale sulla definizione di disabilità è dovuto l alla natura operativa del concetto di disabilità secondo il quale ogni definizione teorica implica aporia, l mentre ogni significato operativo è determinato dallo scopo della ricerca.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il paradosso definizionale 2/2 l Altman & Gulley (2009). Convergence and divergence – – 13 «Noi siamo preoccupati dalle similarità e dalle differenze nelle popolazioni identificate come disabili quando la concettualizzazione di disabilità, le domande che ne risultano e i metodi utilizzati per codificare e analizzare i dati differiscono da un insieme di domande all’altro. In aggiunta, noi siamo preoccupati dalle stime sulla prevalenza della disabilità quando il medesimo insieme di domande è rivolto a due differenti popolazioni nazionali» (p. 554).

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Esiste un elisir della misurazione? l Si misurerà solo ciò che si vuole trovare. – – – l Un elisir per la misurazione della disabilità non è nemmeno desiderabile. – 14 Secondo il principio di indeterminazione, più è precisa la misurazione di una proprietà (per esempio, la capacità), meno è precisa la misurazione delle altre (per esempio, la performance). Essendo la disabilità un oggetto di misura caratterizzato da più proprietà, non è possibile misurare tutte le proprietà allo stesso tempo con lo stesso strumento. Di conseguenza, il miglior ricercatore è colui il quale abbia chiaramente definito la proprietà della disabilità da misurare e lo strumento richiesto per misurarla. Infatti, il più affidabile approccio scientifico consiste nell’avere una varietà di strumenti di misurazione e la flessibilità per modificare le procedure di misurazione, adattandole a differenti persone, contesti e scopi.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il World report on disability del 2011 l La necessità di stime aggiornate sulla prevalenza mondiale della disabilità ha portato la WHO e la World Bank insieme a produrre il primo in assoluto World report on disability (2011). – Questo rapporto è basato su 2 ampie fonti di dati: 1. 2. 15 la World Health Survey of 2002 -2004 della WHO riguardante 59 paesi, e il Global Burden of Disease studio aggiornato del 2004 della WHO.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Le due indagini mondiali l World Health Survey of 20022004 della WHO riguardante 59 paesi – – – 16 È la più ampia indagine multinazionale sulla salute e sulla disabilità con un unico insieme di domande e metodi coerenti per raccogliere dati comparabili sulla salute provenienti da diversi paesi. Prevalenza globale della disabilità tra la popolazione adulta del 15, 6% 1 miliardo di persone. Persone con una disabilità significativa sono stimate tra il 2, 2– 3, 8% 22– 38 milioni. l Global Burden of Disease studio aggiornato del 2004 della WHO – – È una valutazione globale della salute mondiale che fornisce stime esaustive della mortalità prematura, della disabilità e della perdita della salute in conseguenza di differenti malattie, traumi e fattori di rischio attingendo alle fonti di dati disponibili presso la WHO e alle informazioni fornite dagli Stati Membri. Prevalenza globale della disabilità tra la popolazione adulta del 19, 4% 1 miliardo e 240 milioni di persone.

WHO (World Health Organization) • ICD-10 • ICF-2001 • Preceduta dall’ICIDH 1980 (1976) •

WHO (World Health Organization) • ICD-10 • ICF-2001 • Preceduta dall’ICIDH 1980 (1976) • ICF-Checklist e ICF-Core set • WHODAS 2. 0 APA (American Psychiatry Association) • DSM-III & IV • Robert Spitzer 1980 (1987) e 1994 (2000) • DSM-5 • David J. Kupfer 2013 AAIDD (American Association of Intellectual and Developmental Disability) • SIS • James R. Thompson 2004 • System of Support: Ruth Luckasson 2002 e Robert Schalock 2010 VINELAND • Sviluppata da Edgard Doll (1935, 1965) • Rivista da Sara Sparrow, David Balla e Domenic Cicchetti 1984 17

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Cap. 3. 1 ICFChecklis 18

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Versione l ICF Checklist – versione 2. 1 A (settembre 2003) – L’intero ICF risulta essere poco pratico in termini di gestione della raccolta dati l 2° livello = 362 codici l 3° + 4° livello = 1. 424 codici – La checklist utilizza una selezione di 128 codici. l È possibile aggiungere altri codici. – 19 In Italia il Disability Italian Network (DIN) suggerisce, ad esempio, di utilizzare nel dominio D (A+P) il codice d 420 – Trasferirsi.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Natura l Strumento di classificazione consente di ordinare i domini del funzionamento all’interno di un modello complessivo. – – 20 Non è uno strumento di misurazione, né di valutazione o di assessment. l Non consente di assegnare e cogliere delle differenze qualitative osservate attribuendo un valore numerico Serve per aprire dei codici, in risposta alla domanda «esiste un problema? » .

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Struttura l Sezione introduttiva: – – – l 21 elenco dei codici delle Funzioni Corporee (b) e delle Strutture Corporee (s). II parte: – l IV parte: l Altre informazioni sul contesto: descrizione sintetica del soggetto e dei Fattori Personali (non classificati, nell’ICF), che possono avere un impatto sul funzionamento personale. Appendice 1: – – I parte: – l informazioni anagrafiche (sesso, età, scolarità, stato civile e situazione lavorativa), codice ICD-10 fonte d’informazione (documenti scritti, soggetto interessato o altri informatori). l elenco dei codici per Attività e Partecipazione (d) III parte: – lista dei codici relativi ai Fattori Ambientali (e) l Appendice 2: – l Informazioni sintetiche sullo stato di salute: altezza e peso, presenza di disturbi o lesioni, terapie farmacologiche in atto, ricoveri ospedalieri, ecc. Domande generali sulla partecipazione e le attività: guida per l’esaminatore. Appendice 3: – Linee guida per l’uso della ICF Checklist versione 2. 1 a.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Somministrazione l Somministratore – l Somministrazione – 22 clinici o professionisti del settore sociale o sanitario. La Checklist può essere compilata sia direttamente con il paziente che con un caregiver, ed è molto utile nelle équipe multidisciplinari.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 1/8 l Domande guida per l’esaminatore rispetto a problemi nel funzionamento e nelle attività quotidiane, per poter distinguere tra capacità e performance. – – l Si prendano in considerazione tutte le informazioni personali note che riguardano il soggetto e si ponga qualsiasi altra domanda necessaria. Se necessario si ripetano le domande con formulazione aperta. Prima domanda: capacità di svolgere un compito o un’azione o limitazioni di capacità che sono caratteristiche inerenti o intrinseche alla persona stessa. – Queste limitazioni dovrebbero essere manifestazioni dirette dello stato di salute della persona, senza assistenza. l 23 Per assistenza intendiamo l’aiuto di un’altra persona, o l’assistenza fornita da un veicolo, da un ausilio, da un dispositivo o uno strumento adattato o appositamente progettato, o qualsiasi altra forma di modificazione ambientale di una stanza, della casa, del posto di lavoro, ecc. Il livello di capacità dovrebbe essere valutato relativamente alle normali aspettative della persona, o alle capacità della persona, prima delle attuali condizioni di salute.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 2/8 l La seconda domanda: performance – 24 attuale performance del soggetto interessato in un compito o in un’azione nella situazione o ambiente di vita attuali, ed evidenzia ulteriori informazioni sugli effetti delle barriere o dei facilitatori ambientali. l Questo è importante per enfatizzare che si è interessati solo alla gravità della difficoltà che la persona ha nel fare le cose, ammesso che le voglia fare. Il non fare qualcosa è irrilevante, se è la persona stessa a decidere di non fare.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 3/8 1. MOBILITÀ (Capacità) 1. 2. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel camminare per una lunga distanza (un chilometro o più) senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (o: «. . . quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente? » ) (Performance) 1. 2. 3. 25 Nel suo attuale ambiente di vita, quanti problemi incontra nel camminare per lunghe distanze (un chilometro o più)? Il suo abituale ambiente di vita migliora o peggiora queste difficoltà nel camminare? La sua abilità di camminare per lunghe distanze, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 4/8 2. CURA DELLA PROPRIA PERSONA (Capacità) 1. 2. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel lavarsi senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (o: «. . . quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente? » ) (Performance) 1. 2. 3. 26 In casa sua, quanti problemi incontra nel lavarsi? Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o utilizza strumenti specificamente adattati? La sua capacità di lavarsi senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 5/8 3. VITA DOMESTICA (Capacità) 1. 2. l (Performance) 1. 2. 27 Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel pulire il pavimento della casa in cui vive, senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (o: «. . . quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente? » ) 3. In casa sua, quanti problemi incontra nel pulire il pavimento? Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o utilizza strumenti specificamente adattati? La sua abilità di pulire il pavimento senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 3: Linee Guida per l’uso della Checklist 6/8 4. INTERAZIONI INTERPERSONALI (Capacità) 1. 2. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel fare nuove amicizie senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (o: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente? » ) (Performance) 1. 2. 3. 28 Nella sua attuale situazione, quanti problemi ha nel fare nuove amicizie? Il suo attuale ambiente di vita, migliora o peggiora questa difficoltà nel fare amicizie? È capace di fare amicizia, senza assistenza, in maniera maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 7/8 5. AREE DI VITA PRINCIPALI (Capacità) 1. 2. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti necessari per la sua attività lavorativa, senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente? » ) (Performance) 1. 2. 3. 29 Nel suo attuale ambiente di vita quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti necessari per la sua attività lavorativa? Questo problema, di portare a termine le mansioni della sua attività lavorativa, è peggiorato, o migliorato, da quando l’ambiente di lavoro è stato modificato o utilizza strumenti specificamente adattati? La sua abilità di svolgere il suo lavoro, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 8/8 6. VITA SOCIALE, CIVILE E DI COMUNITÀ (Capacità) 1. 2. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri della comunità, feste o altri eventi locali, senza assistenza? Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute? (O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute odi avere l’incidente? » ) (Performance) 1. 2. 3. 30 Nella sua comunità, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri della comunità, feste o altri eventi locali? Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua comunità è stata organizzata o utilizza strumenti, veicoli o altro specificamente adattati? La sua abilità di partecipare agli eventi della comunità, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Cap. 3. 2 ICF-Core set 31

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Core-set dell’ICF (condizione-specifico) Core-set condizione specifico l È una selezione di domini dell’ICF che include il minor numero di domini possibili per essere pratico, l ma tanti quanti ne sono richiesti per essere sufficientemente esaustivo l da coprire lo spettro prototipico di limitazioni nel funzionamento e nella salute che si incontrano in una specifica condizione di salute[1, p. 281]. 32

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Core-set dell’ICF generico Core-set generico l Consente una comparazione della salute tra condizioni differenti dal momento che i suoi domini rappresentano – 33 i domini più rilevanti che includano il minor numero di domini possibili per essere pratico, ma tanti quanti ne sono richiesti per essere sufficientemente esaustivo da coprire lo spettro generale di limitazioni nel funzionamento e nella salute[1, p. 281].

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l World Health Organization – Disability Assessment Schedule (WHO-DAS II) – sviluppato dall’OMS per valutare le l limitazioni dell’attività e l le restrizioni della partecipazione vissute da un individuo, l indipendentemente da una diagnosi medica. – Lo schema concettuale di riferimento dello strumento è l’ICF. l L’indipendenza delle valutazioni fornite dall’WHODAS II rispetto alla diagnosi medica è concettualmente compatibile con l’ICF 35

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Descrizione – Si propone di valutare il funzionamento dell’individuo nell’ambito di 6 domini di attività: cognizione (6 item), l mobilità (5 item), l cura personale (4 item), l interagire con le persone (5 item), l attività quotidiane (4+6 item), l partecipazione (6 item). l – L’arco di tempo considerato dalle domande relative a ciascun dominio, comprende gli ultimi 30 giorni della vita quotidiana della persona. 36

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Somministrazione /1 – Ai soggetti intervistati è chiesto di l indicare il livello di difficoltà nessuna, lieve, media, grave, estrema o non posso farlo vissuto, prendendo in considerazione l come normalmente eseguono una certa attività, includendo l’uso di un qualsiasi supporto e/o l’aiuto di una persona (Facilitatori) Per il dominio 5 Attività quotidiane (domestiche/lavorative/studio) e 6 Partecipazione 37 l Registrare il numero dei giorni in cui la persona ha incontrato difficoltà

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Somministrazione /2 – Gli intervistati dovrebbero rispondere alle domande tenendo conto dei seguenti riferimenti: l Grado di difficoltà – l Condizioni di salute – l l l – l’aumento nello sforzo, il disagio o dolore, o la lentezza, o le differenze in generale; la malattia o infermità, oppure lesioni, o problemi mentali od emotivi, o legati all’abuso di alcool, o problemi legati all’abuso di droghe; Gli ultimi 30 giorni; La media tra giorni buoni e cattivi; Il modo in cui normalmente svolgono l’attività. Gli item che si riferiscono ad attività non vissute negli ultimi 30 giorni non sono classificati. 38

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 1: Cognizione – Concentrarsi nel fare qualcosa per 10 minuti? – Ricordare di fare cose importanti? – Analizzare e trovare soluzioni ai problemi quotidiani? – Apprendere un nuovo compito, per esempio, imparare come raggiungere un posto nuovo? – In genere capire cosa dice la gente? – Iniziare e portare avanti una conversazione? 39

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 2: Mobilità – Rimanere in piedi per lungo periodo, tipo 30 minuti? – Alzarsi dalla posizione seduta? – Muoversi dentro casa? – Uscire di casa? – Camminare per una lunga distanza tipo un chilometro [o equivalente]? 41

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 3: Cura personale – Lavarsi l’intero corpo? – Vestirsi? – Nutrirsi? – Rimanere da solo per pochi giorni? 43

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 4: Interagire con le persone – Interagire con persone che non conosce? – Mantenere un’amicizia? – Interagire con le persone a lei vicine? – Fare nuove amicizie? – Attività sessuale? 45

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 5: Attività quotidiane – – Adempiere alle sue responsabilità domestiche? Fare bene le più importanti cose di casa? Finire tutto il lavoro domestico che doveva fare? Fare tutto il lavoro domestico tanto velocemente quanto necessitava? Se lavora/studia aggiungere l Suo lavoro/studio quotidiano? l Fare bene i più importanti compiti lavorativi/di studio? l Finire tutto il lavoro/lo studio da fare? l Finire il lavoro/lo studio tanto velocemente quanto necessitava? Ha dovuto lavorare ad un livello inferiore a causa delle sue condizioni di salute? Si/No – Ha guadagnato di meno a causa delle sue condizioni di salute? Si/No – 47

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia WHODAS 2. 0 l Dominio 6: Partecipazione – – – – Quali problemi ha incontrato nel partecipare, come chiunque altro, ad attività comunitarie (per esempio, feste, attività religiose o altro)? Ha trovato qualche problema a causa di barriere o ostacoli nel mondo che la circonda? Quali problemi ha incontrato nel vivere con dignità a causa degli atteggiamenti o delle azioni altrui? Quanto tempo ha dedicato alla sua condizione di salute o alle sue conseguenze? Quanto è stato coinvolto emotivamente dalle sue condizioni di salute? Quanto le sue condizioni di salute hanno inciso sulle sue risorse finanziarie e quelle della sua famiglia? Quanti problemi ha avuto la sua famiglia a causa dei suoi problemi di salute? Quanti problemi ha avuto nel fare cose da solo per relax o per piacere? 50

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia SIS: Supports Intensity Scale l La SIS fornisce informazioni che possono 54 aiutare le équipe di progettazione degli interventi, gli enti e le organizzazioni a comprendere i bisogni di sostegno delle persone con disabilità intellettive (ovvero, ritardo mentale) e disabilità dello sviluppo strettamente correlate.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il System 2002 e 2010 l Nel Systems of support del 2002 ritardo mentale è definito: «come una disabilità caratterizzata da limitazioni significative sia nel funzionamento intellettivo sia nel comportamento adattivo come espresso in abilità adattive, concettuali, sociali e pratiche. Questa disabilità ha origine prima dei 18 anni di età» . [1] l Nel Systems of support del 2010 ritardo mentale diviene disabilità intellettiva. [2] 55

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Systems, SIS ed ICF l La SIS completa la 11 a edizione della Definition, Classification and Systems of Support for People with intellectual and developmental disabilities, edita dalla AAIDD. [1] l La SIS è uno strumento che consente di tradurre in pratica la definizione teorica del modello basato sul sostegno. l Il modello basato sul sostegno è concettualmente compatibile con l’ICF: – 56 La principale differenza è che l’ICF è un modello generale di disabilità, mentre il AAIDD System è specifico della disabilità intellettiva.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Modello teorico del System 2010 I. Abilità intellettive II. Comportamento adattivo Sostegno III. Partecipazione, Interazioni, ruoli sociali IV. Salute V. Contesto 57 Funzionamento individuale

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il funzionamento umano 1/2 1. L’intelligenza – 2. Il comportamento adattivo – 3. è l’insieme di abilità concettuali, sociali e pratiche sono state apprese da persone per funzionare nella loro vita quotidiana. La partecipazione e l’interazione – 58 è una capacità mentale generale che comprende il ragionamento, la pianificazione, la risoluzione dei problemi, pensare astrattamente, comprendere idee complesse, imparare in fretta e apprendere dall’esperienza. sono meglio determinate osservando direttamente il proprio impegno nelle attività quotidiane e facendo una semplice domanda. «L’individuo e attivamente impegnato con (frequentando, interagendo con, partecipando a) il suo ambiente? » I ruoli sociali si riferiscono ad una serie di attività considerate normali per un specifico gruppo di età.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il funzionamento umano 2/2 4. La salute – 5. Il contesto – 59 è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Questa definizione è coerente con quella utilizzata dalla WHO (ICD-10 1993; ICF 2001). descrive le condizioni interrelate in cui le persone vivono la loro vita quotidiana e consiste dell’ambiente sociale prossimo, che comprende la persona, la famiglia. e/o sostenitori; l'ambiente più ampio del quartiere, comunità, o organizzazioni che forniscono educazione o servizi di abilitazione o sostegni; e l’ambiente globale, con i suoi modelli del contesto culturale, della società, di più ampie popolazioni, nazionali, o delle influenze socio-politiche. I vari ambienti sono importanti per le persone con disabilità intellettive perché spesso determinano ciò che gli individui stanno facendo, dove e quando lo fanno, e con chi. Così questi tre ambienti sono in grado di fornire opportunità, promuovere il benessere e mediare i sistemi di supporto.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia SIS: Struttura l La SIS comprende 3 sezioni che misurano 57 diverse attività di vita – La sezione 1 l Scala dei bisogni di sostegno, comprende 49 attività di vita raggruppate in 6 subscale di sostegno. – – La sezione 2 l – Sottosezione supplementare che comprende 8 item correlati alle attività di protezione e tutela. La sezione 3 l 60 (1) vita nell’ambiente domestico, (2) vita nella comunità, (3) insegnamento ed educazione, (4) occupazione, (5) salute e sicurezza, (6) attività sociali. Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e comportamentale, comprende 15 condizioni mediche e 12 problemi comportamentali che in genere richiedono livelli di sostegno consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del soggetto in altri ambiti di attività di vita.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia SIS: Definizione di sostegno l I sostegni sono definiti come: – Risorse e strategie che promuovono l’interesse e il benessere dei soggetti e che hanno come conseguenza l maggiore indipendenza personale e produttività, l maggiore partecipazione all’interno di una società interdipendente, l una integrazione più profonda all’interno della comunità e/o una migliore qualità di vita. [1, p. 390] 61

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia SIS: Il modello 62 1/2 Modello medico l L’importanza data dal modello medico alle condizioni di cura non si è dimostrata efficace con le persone le cui disabilità non potevano essere trattate prontamente in senso medico. Modello funzionale l Le descrizioni funzionali delle disabilità non si focalizzano unicamente sulle caratteristiche biologiche, ma piuttosto sullo svolgimento di azioni considerate indispensabili per il funzionamento all’interno di una comunità.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia SIS: Il modello 2/2 Il paradigma dei sostegni ritiene che i sostegni debbano seguire una persona in qualsiasi ambiente in cui la persona voglia o abbia necessita di stare[1]. l I sostegni devono essere l – – – 63 variabili, individualizzati (ovvero, fatti sulla misura delle caratteristiche uniche dell’individuo e dell’ambiente). forniti negli ambienti in cui l’individuo vuole e ha bisogno di stare.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia I 5 fattori che maggiormente influenzano i bisogni di sostegno Competenza personale: Sociale, Pratica, Concettuale, Fisica Numero e complessità delle attività di vita Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico 64 Modello e intensità dei bisogni di sostegno Numero e complessità degli ambienti Bisogni di sostegno non ordinari di tipo comportame ntale

65 dei bisogni di sostegno comprende 49 attività di vita pate in 6 subscale

65 dei bisogni di sostegno comprende 49 attività di vita pate in 6 subscale di sostegno: nell’ambiente domestico, (B) vita nella comunità, (C) mento ed educazione, (D) occupazione, (E) salute e sicurezza, tà sociali. La Scala dei bisogni di sostegno comprende 49 attività di vita raggruppate in 6 subscale di sostegno: (A) vita nell’ambiente domestico, (B) vita nella comunità, (C) insegnamento ed educazione, (D) occupazione, (E) salute e sicurezza, (F) attività sociali.

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Sottosezione supplementare che comprende 8 item correlati alle attività di protezione e tutela. 71

Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e comportamentale comprende 15 condizioni mediche

Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e comportamentale comprende 15 condizioni mediche e 12 problemi comportamentali che in genere richiedono livelli di sostegno consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del soggetto in altri ambiti di attività di vita. 72

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Cap. 3. 5 DSM-5 74

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Aumento delle malattie mentali 75

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Approccio ateorico del DSM secondo Robert Spitzer l Negli anni 1960 -70, le tante scuole frammentavano la disciplina e impedivano un accordo sulla metodologia diagnostica. – l Spitzer ateorico voleva dire ignorare tutte le teorie eziopatogenetiche (le teorie causali delle malattie, le inferenze non dimostrate), e affidarci solo ai dati certi dell’esperienza, ai sintomi così come appaiono al clinico – 76 Per esempio, la schizofrenia risultava molto più frequente negli Stati Uniti che in Europa. per questo si dovettero eliminare i termini “isteria” e “nevrosi”, perché troppo legati a ipotesi teoriche, ad esempio psicoanalitiche).

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il sistema multiassiale del DSM III & IV (1980 -2000) di Robert Spitzer l l 77 Asse I Disturbi clinici, temporanei, asse sincronico (Episodio Depressivo Maggiore, Episodio schizofrenico, attacchi di panico). Asse II Disturbi di personalità e disabilità intellettive. Durano tutta la vita e si stabilizzano con l’adolescenza. Asse diacronico. l l l Asse III Condizioni mediche o neurologiche influenzano un problema psichiatrico (p. e. , lesioni cerebrali). Asse IV Fattori di stress psicosociale e ambientale (p. e. , morte di una persona cara, divorzio) Asse V Valutazione Globale del Funzionamento (Global Assessment of Functioning) scala 0 -100.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia Il sistema politetico del DSM III & IV (1980 -2000) di Robert Spitzer l I criteri diagnostici prevedono che per ogni disturbo mentale venga specificato un numero minimo di criteri la cui presenza è necessaria per la diagnosi (p. e. , 5 su 9) con criteri sia di inclusione che di esclusione. – l 78 l Nel sistema di tipo non monotetico ma politetico tutti i criteri diagnostici hanno ugual valore ponderale. Il sistema politetico discende necessariamente dall’approccio ateorico – ritenere un criterio più importante di altri potrebbe implicare una teoria sottostante o un legame di causalità. – In medicina, il sistema diagnostico è in genere monotetico. Il DSM-5 mantiene il sistema politetico.

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Prof. Stefano Federici Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione Università degli Studi di Perugia DSM-5 - Struttura 79 l Sezione I (21 pp. ) 3 capitoli di presentazione: introduzione, uso del manuale e una dichiarazione cautelativa per l’utilizzo in psichiatria forense. l Sezione II (700 pp. ) criteri diagnostici di tutti i disturbi, in ventidue capitoli. l Sezione III (78 pp. ) sulle misurazioni e modelli emergenti, quattro capitoli: nei primi due sono pubblicati, rispettivamente, quattro scale di valutazione (tra cui l’WHODAS 2. 0 che misura la disabilità), misurata tramite la e due interviste per la formulazione culturale del caso clinico. l Appendice (110 pp. ) differenze tra DSM-5 e DSM-IV, glossari, elenchi alfabetici e numerici delle diagnosi e dei codici del DSM-5.

Cap. 3. 6 VINELAND Adaptive Behavior Scales 80

Cap. 3. 6 VINELAND Adaptive Behavior Scales 80

Le Vineland Adaptive Behavior Scales valutano l’autonomia personale e la responsabilità sociale delle persone

Le Vineland Adaptive Behavior Scales valutano l’autonomia personale e la responsabilità sociale delle persone dalla nascita fino all’età adulta. n n Le scale sono utilizzabili con soggetti normodotati o con disabilità. Non richiedono la diretta somministrazione delle prove al soggetto in esame, ma la compilazione assieme a una persona che lo conosca in modo approfondito. Le scale Vineland in particolare non misurano l’intero insieme di abilità adattive, ma permettono la rilevazione delle quattro dimensioni che ogni scala di comportamento adattivo dovrebbe rilevare: n n Comunicazione, Abilità quotidiane, Socializzazione e Abilità motorie. Prof. Stefano Federici 81

Tabella 1: Contenuto degli item della Vineland Contenuto degli item Comunicazione Ricezione Ciò che

Tabella 1: Contenuto degli item della Vineland Contenuto degli item Comunicazione Ricezione Ciò che il soggetto comprende Espressione Ciò che il soggetto dice Scrittura Ciò che il soggetto legge e scrive Abilità quotidiane Personale Come il soggetto mangia, si veste e cura l’igiene personale Domestico Quali lavori domestici il soggetto compie Comunità Come il soggetto usa tempo, denaro, telefono e proprie capacita lavorative Socializzazione Relazioni interpersonali Come il soggetto interagisce con gli altri Gioco e tempo libero Come il soggetto gioca e impiega il tempo libero Regole sociali Come il soggetto manifesta senso di responsabilità e sensibilità verso gli altri Abilità motorie Grossolane Come il soggetto usa braccia e gambe per il movimento e la coordinazione Fini Come il soggetto usa mani e dita per manipolare oggetti Scala composta dalle scale comunicazione, abilità quotidiane, socializzazione e abilità motorie Prof. Stefano Federici 82

La Vineland: la Forma completa di 540 item n n Consente una valutazione analitica

La Vineland: la Forma completa di 540 item n n Consente una valutazione analitica del comportamento adattivo tale da consentire la preparazione di programmi individuali educativi o riabilitativi. Si somministra tramite un’intervista semistrutturata a un genitore o a un responsabile di un soggetto di età compresa tra 0 e i 18 anni e 11 mesi o di un adulto con disabilità. Il tempo di somministrazione per la Forma completa è normalmente compreso fra i 60 e i 90 minuti. La Forma completa comprende: • un questionario e • un protocollo per il conteggio. Prof. Stefano Federici 83

La Vineland: Applicazioni in campo educativo Applicazioni Pianificazione di programmi educativi e riabilitativi n

La Vineland: Applicazioni in campo educativo Applicazioni Pianificazione di programmi educativi e riabilitativi n • In anni recenti è stata posta maggiore enfasi sullo sviluppo di programmi educativi o riabilitativi con obiettivi rilevanti per le necessità di un individuo. Molti pongono l’accento sulle abilità necessarie ad essere sufficienti in ambito personale e sociale, abilità valutate dalle Vineland. La Forma completa indica i punti di forza e di debolezza in specifiche aree del comportamento adattivo: queste informazioni possono essere utilizzate per selezionare il tipo di programma più adatto per l’individuo, per esplicitare le attività da enfatizzare nel programma, per monitorare i progressi durante tale programma e per valutarne l’esito finale. Prof. Stefano Federici 84

La Vineland: Scale, subscale e Item target Item della Forma completa n n n

La Vineland: Scale, subscale e Item target Item della Forma completa n n n All’interno delle scale gli item sono organizzati in subscale; ogni subscala è raggruppata in cluster costituiti da 2 a 8 item elencati in ordine evolutivo, ovverosia, in modo da rappresentare le abilità sequenziali richieste per padroneggiare il più alto livello o item target di ogni cluster. Questa disposizione degli item permette di individuare le attività specifiche da insegnare in sequenza evolutiva per sviluppare l’abilità target. L’item target A di Prime forme di comprensione precede l’item target B di Prime forme di ascolto. Questo perché l’abilità o il comportamento relativi all’item target di Prime forme di ascolto si manifesta più tardi nello sviluppo. RICEZIONE cluster Item target 1. Gira occhi e capo in direzione di un suono 2. Alza le braccia quando chi si occupa di lui dice “vieni qui” o “su” 3. Mostra di comprendere il significato di “no” 4. Mostra di comprendere il significato di almeno dieci parole 5. Mostra di comprendere il significato di “ssss” Prof. Stefano Federici 6. Mostra di comprendere il significato di “sì” o “va bene” B. Prime forme di ascolto cluster A. Prime forme di comprensione 1. Ascolta almeno per un attimo quando chi si occupa di lui gli parla 2. Ascolta attentamente le istruzioni 3. Ascolta una storia per almeno cinque minuti 85

La Vineland: Punti di partenza e procedure dell’intervista Determinazione dei punti di partenza n

La Vineland: Punti di partenza e procedure dell’intervista Determinazione dei punti di partenza n Per i soggetti senza disabilità: • è in genere basato sull’età cronologica, eventualmente arrotondata per difetto. § Ad esempio, per i soggetti di età compresa fra i 5 e i 5 anni, 11 mesi e 30 giorni, si dovrebbe utilizzare il punto di partenza relativo all’età di 5 anni. n Per i soggetti con disabilità: • si basa su una stima dell’età mentale o sociale del soggetto. Procedure di intervista n L’intervistatore dovrebbe completare la compilazione in una sola seduta di circa 60 -90 minuti. • Nondimeno, se necessario, questi deve essere flessibile e disponibile ad organizzare una seconda seduta in modo da non penalizzare il grado di accuratezza a favore di un’economia di tempi. Prof. Stefano Federici 86

La Vineland: Presentazione dell’Intervista Presentazione delle Vineland all’intervistato n n Lo scopo della Vineland

La Vineland: Presentazione dell’Intervista Presentazione delle Vineland all’intervistato n n Lo scopo della Vineland è rilevare in modo descrittivo ciò che il soggetto fa per avere cura della propria persona e stare insieme agli altri e non ciò che l’intervistato o altri fanno per lui. Questo implica una discussione sulla responsabilità sociale e sullo sviluppo dell’autonomia del soggetto. L’intervistatore dovrebbe fare notare che: 1. non esistono risposte giuste o sbagliate 2. le persone compiono attività diverse in età diverse 3. l’attenzione è posta non su ciò che il soggetto può fare ma su ciò che egli fa. Enfasi primaria dovrebbe essere posta sul fatto di rilevare se una data attività è praticata di solito o abitualmente. • Se non è praticata in modo consueto o abituale, accade che venga realizzata qualche volta, o in modo parziale, o niente affatto? • Il comportamento o l’attività erano compiuti in precedenza, ma al momento sono “in eccesso” o non sono più praticati per qualche ragione? Incoraggiate la persona a sentirsi libera di fare domande in ogni fase dell’intervista. Infine descrivete brevemente ogni scala come segue: Prof. Stefano Federici 87

Esempio di presentazione dell’Intervista Vineland «Oggi parleremo di quattro aree generali. La prima riguarda

Esempio di presentazione dell’Intervista Vineland «Oggi parleremo di quattro aree generali. La prima riguarda la comunicazione, ovvero come [pronunciate il nome del soggetto in esame] parla e comprende gli altri [e, se è il caso, legge e scrive]. Un’altra area ha a che fare con le abilità pratiche necessarie alla cura della propria persona. Le chiamiamo abilità quotidiane. La terza area comprende le abilità che le persone devono avere per stare insieme agli altri, così come per le attività di gioco e l’impiego del tempo libero. Queste sono dette abilità di socializzazione. L’ultima area che discuteremo ha a che fare con abilità fisiche fondamentali. Le chiamiamo abilità motorie» Prof. Stefano Federici 88

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 1/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 1/8 Scala e subscale Categoria Cluster COMUNICAZIONE Ricezione Comprensione del linguaggio verbale A. Prime forme di comprensione C. Indicare le parti del corpo Ascolto e attenzione B. Prime forme di ascolto E. Ascoltare e prestare attenzione Espressione Esecuzione di istruzioni D. Seguire istruzioni Espressioni pre-linguistiche A. Prime forme di espressione affettiva B. Suoni pre-linguistici C. Espressione pre-linguistica non verbale Prime forme di linguaggio D. Prime forme di linguaggio E. Vocabolario F. linguaggio con frasi Linguaggio interattivo G. Uso dei nomi propri H. Formulazione di domande J. Raccontare le proprie esperienze N. Recitazione P. Fornire informazioni riguardo a sé Uso di concetti astratti L. Uso di concetti astratti 89

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 2/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 2/8 Scala e subscale Categoria Cluster COMUNICAZIONE Espressione Competente linguistiche K. Uso di preposizioni L. Uso di parole funzione-connettivi M. Articolazione O. Uso dei plurali e dei tempi dei verbi Scrittura Espressione di idee complesse Q. Esprimere idee complesse Prime forme di scrittura A. Riconoscimento di lettere e di parole B. Prime forme di lettura Competenze nella lettura E. Uso di materiali di lettura F. Lettura di libri. giornali e riviste Competenze nella scrittura C. Prime forme di scrittura D. Scrittura in stampatello e in corsivo G. Scrittura di lettere e temi ABILITÀ QUOTIDIANE Personale Mangiare e bere A. Mangiare E. Bere Uso della toilette M. Usare le posate D. Toilet training 90

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 3/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 3/8 Scala e subscale Categoria Cluster ABILITÀ QUOTIDIANE Personale Vestirsi B. Togliersi i vestiti ]. Chiudersi bottoni, cerniere e ganci K. Mettersi le scarpe N. Vestirsi O. Indossare vestiti appropriati al clima Lavarsi C. Farsi il bagno con aiuto G. Lavarsi mani e faccia L. Farsi il bagno senza aiuto Cura della persona F. Lavarsi i denti L. Curarsi il naso Q. Cura dei propri capelli R. Cura delle proprie unghie Cura della salute P. Prime forme di cura della propria salute S. Cura della propria salute Prof. Stefano Federici 91

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 4/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 4/8 Scala e subscale Categoria Cluster ABILITÀ QUOTIDIANE Domestico Gestione della casa A. Prime forme di pulizia della casa B. Riordino delle proprie cose D. Utilizzo di utensili G. Uso di attrezzatura e di prodotti per pulire la casa H. Farsi il letto L Pulizie della casa ]. Riparazioni e manutenzioni della casa Attività in cucina C. Prime forme di preparazione del cibo E. Pulizia e preparazione della tavola F. Uso di accessori da cucina K. Cucinare Cura dei vestiti L. Cura dei propri vestiti M. Cucire Comunità Prudenza e sicurezza A. Regole di sicurezza in casa C. Regole di sicurezza in strada Uso del telefono B. Prime forme di uso del telefono ]. Uso del telefono 92

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 5/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 5/8 Scala e subscale Categoria Cluster ABILITÀ QUOTIDIANE Domestico Uso del denaro D. Riconoscimento del denaro L Uso del denaro K. Risparmio di denaro L. Guadagno di denaro M. Pianificazione delle spese O. Amministrazione del denaro Orientamento temporale G. Orientamento temporale: giorni. mesi e anni H. Orientamento temporale: ore e minuti Orientamento sinistra-destra E. Orientamento sinistra-destra Abilità al ristorante F. Abilità al ristorante Abilità al lavoro N. Abilità al lavoro Riconoscimento degli altri A. Prime forme di reazione a persone SOCIALIZZAZIONE Relazioni interpersonali C. Riconoscimento di persone familiari Espressione e riconoscimento delle espressioni B. Espressione delle emozioni E. Riconoscimento delle emozioni Prof. Stefano Federici 93

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 6/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 6/8 Scala e subscale Categoria Cluster SOCIALIZZAZIONE Relazioni interpersonali Imitazione D. Imitazione di frasi e movimenti Comunicazione sociale F. Identificazione delle persone G. Prime forme di comunicazione sociale ]. Comunicazione sociale K. Interazioni cooperative Gioco e tempo libero Amicizie H. Amicizie Ricorrenze e anniversari I. Fare regali Appartenenza a gruppi L. Appartenenza a gruppi Relazioni di coppia M. Appuntamenti Gioco A. Gioco con giocattoli B. Interesse verso l’ambiente C. Gioco con altre persone D. Attività immaginativa H. Partecipare a giochi Condivisione e cooperazione E. Condivisione e cooperazione G. Seguire le regole nel gioco Prof. Stefano Federici 94

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 7/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 7/8 Scala e subscale Categoria Cluster SOCIALIZZAZIONE Gioco e tempo libero Uso del televisore e della radio F. Guardare la televisione Hobby e sport ]. Hobby L. Uso di radio e di televisione per intrattenimento e informazione K. Attività extra-scolastiche Uscita con amici L Uscire con amici M. Uscire da solo con amici Regole sociali Buone maniere B. Prime forme di cortesia C. Buona educazione nella conversazione G. Buona educazione a tavola Competenze nel rispettare le rgole A. Rispetto delle regole Scusarsi L. Scusarsi Mantenere segreti F. Mantenere segreti o confidenze Controllo degli impulsi E. Sensibilità verso gli altri Responsabilità ]. Prendere a prestito e restituire D. Gestione responsabile del proprio tempo H. Controllo dei propri impulsi K. Fissare e rispettare i propri appuntamenti 95

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 8/8 Scala e subscale Categoria

Tabella 2: Categorizzazione dei contenuti dei cluster degli item 8/8 Scala e subscale Categoria Cluster ABILITÀ MOTORIE Grossolane Stare seduto A. Stare seduto Camminare e correre B. Prime forme di movimento C. Camminare D. Correre F. Uso delle scale Attività motorie di gioco E. Saltare G. Arrampicarsi H. Saltellare L. Lanciare e afferrare la palla ]. Guidare triciclo e bicicletta Fini Manipolazione degli oggetti A. Uso di entrambe le mani B. Raccogliere oggetti e fare costruzioni C. Completare puzzle E. Aprire cassetti e porte Disegnare e usare forbici D. Disegnare F. Uso delle forbici Prof. Stefano Federici 96

La Vineland: Appendice A – Comunicazione Ricezione Età 0 -2 Prof. Stefano Federici 97

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Ricezione Età 3 -18≥ Prof. Stefano Federici

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione Espressione Età 0 -2 Prof. Stefano Federici 100

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Espressione Età 2 Prof. Stefano Federici 102

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Espressione Età 6 -18≥ Prof. Stefano Federici

La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Espressione Età 6 -18≥ Prof. Stefano Federici 105

La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Espressione Età 6 -18≥ Prof. Stefano Federici

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Scrittura Età 8 -9 Prof. Stefano Federici

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Scrittura Età 10 -14 Prof. Stefano Federici

La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Scrittura Età 10 -14 Prof. Stefano Federici 108

La Vineland: Appendice A – Comunicazione – Scrittura Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici

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La Vineland: Appendice A – Comunicazione Scrittura Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici 110

La Vineland: Appendice A – Comunicazione Scrittura Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici 110

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 4 Prof. Stefano Federici

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La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 5 Prof. Stefano Federici

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 5 Prof. Stefano Federici 112

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 8 Prof. Stefano Federici

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 8 Prof. Stefano Federici 113

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 9 -10 Prof. Stefano

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La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 11 -18≥ Prof. Stefano

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La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Personale Età 11 -18≥ Prof. Stefano

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La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 5 -6 Prof. Stefano

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La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 7 Prof. Stefano Federici

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 7 Prof. Stefano Federici 118

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 16 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 16 -18≥ Prof. Stefano Federici 119

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 16 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Domestico Età 16 -18≥ Prof. Stefano Federici 120

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane Comunità Età 6 Prof. Stefano Federici 121

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane Comunità Età 6 Prof. Stefano Federici 121

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane Comunità Età 7 Prof. Stefano Federici 122

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane Comunità Età 7 Prof. Stefano Federici 122

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 8 -9 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 8 -9 Prof. Stefano Federici 123

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano Federici 124

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano Federici 125

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane – Comunità Età 14 -18≥ Prof. Stefano Federici 126

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 5 -6 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 5 -6 Prof. Stefano Federici 127

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 7 -10 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 7 -10 Prof. Stefano Federici 128

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano Federici 129

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano Federici 130

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Relazioni interpersonali Età 13 -18≥ Prof. Stefano Federici 131

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 5 Prof.

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 5 Prof. Stefano Federici 132

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 10 -12

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 10 -12 Prof. Stefano Federici 133

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 10 -12

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 10 -12 Prof. Stefano Federici 134

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 13 -14

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 13 -14 Prof. Stefano Federici 135

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 13 -14

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 13 -14 Prof. Stefano Federici 136

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici 137

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici 138

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Gioco e tempo libero Età 15 -18≥ Prof. Stefano Federici 139

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 7 -8 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 7 -8 Prof. Stefano Federici 140

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 9 -10 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 9 -10 Prof. Stefano Federici 141

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 11 -12 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 11 -12 Prof. Stefano Federici 142

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano Federici 143

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano Federici 144

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 13 -18≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione – Regole sociali Età 13 -18≥ Prof. Stefano Federici 145

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano Federici 146

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Grossolane Età 5≥ Prof. Stefano Federici 147

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 4 Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 4 Prof. Stefano Federici 148

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano Federici 149

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano Federici 150

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano

La Vineland: Appendice A – Socializzazione Abilità Motorie – Fini Età 5≥ Prof. Stefano Federici 151