PRIMA GUERRA MONDIALE 1914 1918 UNA TRAGEDIA EUROPEA

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PRIMA GUERRA MONDIALE (1914 -1918)

PRIMA GUERRA MONDIALE (1914 -1918)

UNA TRAGEDIA EUROPEA • • • • La seconda guerra mondiale , cinque volte

UNA TRAGEDIA EUROPEA • • • • La seconda guerra mondiale , cinque volte più distruttiva in termini di vite umane, ed incalcolabilmente più pesante per i costi economici, fu una diretta conseguenza della prima. A. Hitler, combattente smobilitato, il 18 settembre 1922, lanciò una sfida alla Germania: «Non è possibile che due milioni di tedeschi siano caduti invano […] No, noi non perdoniamo, noi chiediamo vendetta!» (A. Bullock, Hitler, London, 1952, p. 79. ) La prima guerra mondiale inaugurò quella produzione di morte di massa che la seconda portò ad uno spietato compimento. Alla fine della guerra si stimarono circa 10 milioni di morti. L’Europa prebellica, per quanto imperialista fosse, garantiva il rispetto dei principi del costituzionalismo, il rispetto delle leggi e del governo rappresentativo (era l’Europa razionale e liberale dei Lumi); Dopo la guerra l’Europa perse velocemente fiducia in tali principi: 1917: rivoluzione bolscevica in Russia 1920: in Ungheria regime autoritario dell’ammiraglio Horthy 1922: marcia su Roma e inizio del ventennio fascista in Italia 1923: in Bulgaria vi fu un colpo di stato militare 1926: in Polonia regime semidittatoriale 1933: presa del potere di Hitler in Germania 1934: in Austria il cancelliere cristiano-sociale Engelbert Dollfuss varò una Costituzione in parte ispirata al modello del fascismo italiano 1936: vittoria dei franchisti in Spagna Meno di vent’anni dopo la fine della grande guerra l’Europa si ritrovò nel pieno di una politica di riarmo La Seconda guerra mondiale può essere vista come una prosecuzione della prima, che aveva lasciato sostanzialmente irrisolti i problemi per risolvere i quali era scoppiata.

La belle Époque • • Da cento anni, dalla fine dell’era napoleonica, l’Europa non

La belle Époque • • Da cento anni, dalla fine dell’era napoleonica, l’Europa non era teatro di una guerra continentale. L’ultima guerra fra due potenze europee si era combattuta nel 1870: l’esercito prussiano, in due mesi, aveva sconfitto l’esercito francese e occupato Parigi. Il cancellieri Otto Von Bismarck proclamò la nascita dell’impero tedesco a Versailles il 18 Gennaio 1871. Altre guerre avevano coinvolto gli Stati europei, ma fuori dal continente (nel 1898 la Spagna perse le sue colonie in America e nel Pacifico in seguito alla guerra con gli Stati Uniti; fra il 1899 ed il 1902 l’Inghilterra fu coinvolta nella guerra contri i boeri in Sud Africa nel 1904 la Russia fu sconfitta dal Giappone, nel 1911 l’Italia aveva sconfitto l’impero ottomano e ottenuto la Libia, ecc). La lunga pace dell’Europa aveva fatto nascere la speranza che la modernità trionfante della civiltà europea , guidata dalla fiducia nella ragione e dalla fede nel progresso, sarebbe giunta un giorno a sconfiggere definitivamente la barbarie della guerra… 14 Aprile 1900, a Parigi: una grande esposizione universale il cui tema dominante fu l’elettricità, che simboleggiava la vittoria del progresso sulle tenebre e l’avvento di un’umanità illuminata e pacifica. I movimenti pacifisti facevano proseliti fra l’opinione pubblica e gli elettori 1899, all’Aja: prima conferenza internazionale della pace, dove i rappresentanti dei 26 Stati partecipanti si impegnarono a prevenire la guerra o ridurne gli effetti micidiali adottando regole di condotta sia fra gli Stati belligeranti sia verso i Paesi neutrali.

Cause dello scoppio della guerra • • • La pace del continente si reggeva

Cause dello scoppio della guerra • • • La pace del continente si reggeva su fragili equilibri derivanti dalla DIVISIONE IN DUE BLOCCHI CONTRAPPOSTI: TRIPLICE INTESA (1907): Francia, Inghilterra e Russia (dal 1915, anche Italia) TRIPLICE ALLEANZA (1882; 1887): Austria, Germania, Italia Problemi politici e diplomatici: Prima (1906) e seconda (1911) crisi marocchina: Guglielmo II prende le difese del Marocco contro le mire imperialistiche della Francia, che alla fine otterrà il protettorato sul Marocco e ripagherà la Germania dandole una parte del Congo francese. Crisi dell’impero ottomano con la rivoluzione dei giovani turchi (1908) 1911: occupazione italiana della Libia e sconfitta della Turchia Prima guerra balcanica (1912 -1913): Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria si alleano contro la Turchia (nasce il principato di Albania per impedire alla Serbia lo sbocco sul mare) Seconda guerra balcanica (1913 -14): la Bulgaria attacca Grecia e Serbia, a cui si alleano la Romania e la stessa Turchia

Cause dello scoppio della guerra • • • Riarmo navale tedesco, voluto dall’imperatore Guglielmo

Cause dello scoppio della guerra • • • Riarmo navale tedesco, voluto dall’imperatore Guglielmo II (che nel 1890 aveva allontanato il cancelliere Otto von Bismarck, principale fautore del cosiddetto «concerto europeo» ) per contrastare la superiorità inglese nel mare del Nord Diffusione dei nazionalismi Tra il 1870 e il 1914 i governi dei principali stati (Germania, Francia, Russia, Austria) organizzarono la mobilitazione e l’armamento di grandi quantità di coscritti: nascono i moderni eserciti di massa Crisi dell’Impero austro-ungarico, con la pressione esercitata dalle diverse etnie che lo componevano 1908: l’Austria si annette la Bosnia-Erzegovina aggravando le tensioni sui Balcani con la Serbia e con la Russia (che difendeva gli slavi ortodossi) Esasperazione dell’irredentismo serbo (panslavismo): il 28 Giugno 1914 a Sarajevo (Bosnia) Gavrilo Princip, studente bosniaco animato dal nazionalismo serbo (membro della Giovane Bosnia, associazione nazionalista, armata dalla «mano nera» , associazione terroristica antiaustriaca), uccide l’arciduca Francesco Ferdinando (nipote di Francesco Giuseppe ed erede al trono d’Austria) e la moglie Sofia

Battaglia della Piana dei Merli, di Adam Stefanović, olio su tela, 1870. • Il

Battaglia della Piana dei Merli, di Adam Stefanović, olio su tela, 1870. • Il 28 giugno 1389, la tradizione religiosa e nazionale vuole che la Serbia abbia combattuto contro l'Impero Ottomano nella Battaglia di Kosovo Polje. Entrambi gli eserciti ebbero delle gravi perdite, ma per la Serbia l'esito fu catastrofico: vennero infatti uccisi più di 150 cavalieri serbi e il Paese vide sparire gran parte della sua élite politica e militare. In seguito, dopo altre due battaglie minori e l'assedio di Smederevo, gli Ottomani annessero il resto del Regno di Serbia, completandone la conquista nel 1459. La fine dell'indipendenza serba fu l'evento che diede la possibilità all'esercito ottomano di arrivare fino alle porte di Vienna.

CAUSE DELLO SCOPPIO DELLA GUERRA La Gran Bretagna aveva il più vasto impero coloniale

CAUSE DELLO SCOPPIO DELLA GUERRA La Gran Bretagna aveva il più vasto impero coloniale della storia, sul quale «Non tramontava mai il sole» , mentre la Francia possedeva gran parte dell’Africa centro-occidentale e della penisola indocinese in Asia: entrambe erano decise a difendere ed incrementare i loro imperi coloniali. • L’impero russo si estendeva dall’Europa orientale al Pacifico e, dopo la sconfitta subita per opera del Giappone, le sue mire si orientavano verso la penisola balcanica, rivaleggiando con l’Austria-Ungheria, che non aveva colonie ed era decisa ad estendere il suo dominio sui Balcani. • Germania ed Italia potenze di recente formazione, avevano possedimenti coloniali che non ritenevano adeguati alle loro ambizioni ed al loro rango di grandi potenze. • Accelerazione della corsa agli armamenti, accompagnata dall’invenzione o dal perfezionamento di armi sempre più micidiali, come le mitragliatrici con potenza di fuoco fino a 500 colpi al minuto e l’artiglieria pesante, costituita da mortai, obici e cannoni di grosso calibro e a lunga gittata. (Alcune di queste armi erano già state sperimentate nella guerra russo-giapponese, nella guerra di Libia e nelle due guerre balcaniche). • Dopo l’Intesa fra Francia, Russia ed Inghilterra, la Germania si sentì accerchiata ed esposta al rischio di essere aggredita su due fronti; fra gli esponenti del militarismo prussiano si fa strada l’idea di una «guerra preventiva» per liberare la Germania dalla minaccia di essere schiacciata da un attacco congiunto di Francia e Russia. • I tre anni precedenti lo scoppio della guerra furono anni di agitazioni sociali e di lotte sindacali (anche in seguito alle crisi economiche degli anni 1907 e 1913): In Germania il Partito socialista, nelle elezioni del 1912, divenne il primo partito; in Russia aumentò l’ostilità verso l’autocrazia zarista, in Italia esplosero le violenze della «settimana rossa» , ondate di scioperi sconvolsero la Francia e l’Inghilterra e l’Irlanda appariva sulla soglia di una guerra civile. •

La polveriera d’Europa • • All’inizio del Novecento, la polveriera che avrebbe potuto far

La polveriera d’Europa • • All’inizio del Novecento, la polveriera che avrebbe potuto far scoppiare una guerra europea erano i Balcani. Mosaico di popolazioni differenti per nazionalità, etnia e religione, mescolate entro i confini dell’impero austro-ungarico e degli Stati sorti nel corso dell’Ottocento dalla rivolta contro il dominio ottomano (Grecia, Serbia, Montenegro, Bulgaria, Romania), i Balcani erano l’aria più turbolenta del continente europeo, perché in questa regione si scontravano le ambizioni egemoniche dell’Austria, della Russia e degli stati balcanici che miravano ad ingrandirsi alle spese dell’impero ottomano.

 • • • LO SCOPPIO DELLA GUERRA 23 Luglio 1914: ultimatum dell’Austria alla

• • • LO SCOPPIO DELLA GUERRA 23 Luglio 1914: ultimatum dell’Austria alla Serbia La Serbia non accetta la partecipazione di funzionari austriaci alla repressione del movimento sovversivo in territorio serbo 28 luglio: l ’Austria dichiara guerra alla Serbia Scatta il sistema delle alleanze: mobilitazione russa; 1 Agosto la Germania dichiara guerra alla Russia ed il 3 alla Francia; la Germania invade il Lussemburgo ed il Belgio (paesi neutrali); il 4 Agosto l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania; il Giappone dichiara guerra alla Germania il 23 Agosto e ne attacca le isole sul Pacifico Fallimento della Seconda Internazionale (1889 -1914): gli interessi nazionali si mostrarono molto più forti dei legami fra lavoratori (patriottismo, fedeltà alla dinastia e senso del dovere prevalsero sull’internazionalismo e sul pacifismo)

LO SCOPPIO DELLA GUERRA • A favore della guerra: governi (unioni sacre = governi

LO SCOPPIO DELLA GUERRA • A favore della guerra: governi (unioni sacre = governi di coalizione), ceti industriali, interessati alla produzione di armamenti, partiti proletari, con l’eccezione del Partito socialista italiano e dei bolscevichi in Russia; il socialista francese Jean Jaurès fu assassinato da un nazionalista per le sue posizioni pacifiste. • L’annuncio della guerra viene accolto da folle acclamanti nelle capitali delle potenze coinvolte; fotografie filmati dell’epoca mostrano schiere di fanti che partono per il fronte fra ali di gente festosa, abbracciati da giovani donne che li salutano lanciando fiori, come fossero in partenza per un viaggio di avventura. • L’entusiasmo per la guerra coinvolse prevalentemente il ceto medio urbano e giovani studenti, mentre la maggior parte dei mobilitati, i contadini, andarono al fronte rassegnati, senza conoscere neppure la causa per cui dovevano combattere. • I governi dei diversi Stati belligeranti si illusero che la guerra sarebbe stata breve e si sarebbe svolta con le tattiche tradizionali.

L’Italia di fronte allo scoppio della guerra Il 2 Agosto: l’Italia dichiara la sua

L’Italia di fronte allo scoppio della guerra Il 2 Agosto: l’Italia dichiara la sua neutralità (visto il carattere difensivo della Triplice alleanza e visto che né l’Austria né la Germania avevano consultato l’Italia prima di inviare l’ultimatum alla Serbia) INTERVENTISTI NEUTRALISTI Intellettuali dei movimenti d’avanguardia, come i Futuristi : ritenevano che la partecipazione dell’Italia alla guerra fosse un’esperienza collettiva decisiva per consolidare l’unità politica e morale degli Italiani. Socialisti: rimanevano fedeli al l’internazionalismo antimilitarista , giudicando la guerra un conflitto scatenato da imperialismi antagonisti Irredentisti e democratici (Leonida Bissolati, Gaetano Salvemini): si richiamavano alla tradizione mazziniana e volevano completare l’unificazione nazionale e dare l’indipendenza a tutte le nazionalità sottomesse all’impero asburgico Cattolici (Benedetto XV): la Santa Sede aveva condannato la guerra non solo per pacifismo cristiano, ma anche perché temeva di perdere, con la sconfitta dell’Austria, cattolica e autoritaria, un valido argine contro l’espansione del panslavismo ortodosso e contro l’avanzata della modernità laica, incarnata dalla Francia repubblicana ed anticlericale. Liberali conservatori e nazionalisti (Luigi Albertini, direttore del «Corriere della Sera» , Salandra e Sonnino): volevano completare l’unità nazionale, ampliare i possedimenti coloniali, rafforzare l’egemonia della destra liberale. Liberali giolittiani: Giolitti riteneva che l’Italia fosse militarmente impreparata a intervenire in una guerra mondiale che egli prevedeva lunga ed onerosa; Giolitti scrisse che il governo italiano avrebbe potuto ottenere «parecchio» trattando con l’Austria la cessione di territori in cambio della neutralità Sindacalisti rivoluzionari: consideravano la guerra contro il militarismo e l’autoritarismo degli imperi centrali l’inizio di una rivoluzione per accelerare l’emancipazione delle classi lavoratrici. Mussolini (che diventerà interventista): come direttore dell’» Avanti!» si batté per la neutralità assoluta; poi si convertì all’idea della guerra rivoluzionaria e del patriottismo; fondò un nuovo giornale, «Il popolo d’Italia» , per sostenere l’intervento e fu espulso dal Partito socialista.

IL PIANO SCHLIEFFEN Il capo dello Stato maggiore Alfred von Schlieffen aveva dato per

IL PIANO SCHLIEFFEN Il capo dello Stato maggiore Alfred von Schlieffen aveva dato per scontata l’eventualità di una guerra su due fronti (a causa dell’alleanza franco-russa) e aveva predisposto un piano che mettesse fuori combattimento in poche settimane la Francia per poi concentrare le forze tedesche contro la Russia. Le truppe dovevano passare attraverso il Belgio, nonostante la sua neutralità, per raggiungere la frontiera francese e dispiegarsi lungo i fiumi Mosa e Somme; da qui l’ala destra doveva volgersi a sud, aggirare Parigi da occidente e schiacciare l’esercito francese verso l’ala sinistra che avanzava verso l’Alsazia-Lorena. Una grande tenaglia avrebbe così incastrato l’esercito francese, che doveva essere sconfitto in 40 giorni per poi risalire sui treni e rivolgersi ad Oriente contro la Russia.

IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN • • Lo «STUPRO DEL BELGIO» : Nonostante il

IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN • • Lo «STUPRO DEL BELGIO» : Nonostante il Belgio fosse una nazione smilitarizzata e la popolazione non opponesse nessuna resistenza i tedeschi fucilarono innocenti e diedero alle fiamme interi villaggi. Sul finire del 1914, al termine della “corsa verso il mare”, la cittadina di Ypres (oggi Ieper), nelle Fiandre settentrionali, assunse il ruolo di ultimo caposaldo (punto fortificato di uno schieramento difensivo) dell’esercito Inglese, prima della regione prossima alle coste del Belgio, completamente inondata per impedire l’avanzata tedesca. Ben tre terrificanti campagne, con il concerto di un clima quasi perennemente piovoso, ridussero l’intera zona ad un paesaggio lunare e spettrale, dove moltissimi soldati furono vittima del fango e degli elementi naturali particolarmente avversi, ancor prima delle mitragliatrici e dei cannoni. Il 25 Agosto a Lovanio, cittadina universitaria, ricca di tesori architettonici , dopo tre giorni di incendi e saccheggi, la biblioteca dell’Università Cattolica, che conservava 300. 000 volumi e preziosi manoscritti, fu ridotta in cenere, migliaia di edifici furono rasi al suolo, 248 civili uccisi e 42. 000 abitanti evacuati a forza. (Emilio Gentile, Storia illustrata della grande guerra, Laterza, Roma-Bari, 2014, pp. 57 -58) Biblioteca Università Cattolica di Lovanio dopo l’incendio (1914)

IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN • Primi di settembre: I tedeschi ottennero una serie

IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN • Primi di settembre: I tedeschi ottennero una serie di clamorosi successi iniziali attestandosi lungo il corso della Marna a poche decine di km da Parigi; qui, però i tedeschi arrivarono esausti e dal 4 al 12 Settembre dovettero affrontare il contrattacco francese: fu la prima grande battaglia della Grande Guerra i tedeschi devono arretrare attestandosi in corrispondenza dei fiumi Aisne e Somme : il «miracolo della Marna» sancì il fallimento del piano Schlieffen (affidato al generale Von Moltke) • La fortificazione e difesa dell’Aisne segnano l’inizio della guerra di trincea e l’abbandono della guerra di movimento (manovra offensiva, spostamento rapido di ingenti masse di uomini in vista di pochi e risolutivi scontri campali) sostituita da una guerra di logoramento (due schieramenti praticamente immobili che si affrontano in attacchi sterili e sanguinosi, inframezzati da lunghi periodi di stasi) • Tra il 21 Ottobre ed il 23 Novembre 1914, nella battaglia presso la città belga di Ypres, inglesi, francesi e belgi riuscirono a tenere testa ai tedeschi, arrestando la loro «corsa al mare» . • Fine Novembre: gli eserciti si erano attestati in trincee improvvisate su un fronte di 750 km che andava dal Mare del Nord al confine svizzero. • La seconda battaglia di Ypres (22 aprile 1915) inaugurò l’uso indiscriminato di gas letali, tra cui il fosgene, il cloro e il solfuro dicloroetilico: tutte queste miscele letali presero poi il nome identificativo generico di “Iprite”, dalla stessa cittadina belga. In seguito i gas verranno utilizzati anche dagli alleati, ma le maschere antigas presto avrebbero ridotto notevolmente l’effetto mortale dei gas venefici. Sulla vita nelle trincee: Emilio Gentile, Storia illustrata della grande guerra, Laterza, Roma-Bari, 2014, pp. 59 - 62

GUERRA DI TRINCEA E NUOVE ARMI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

GUERRA DI TRINCEA E NUOVE ARMI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

LA GUERRA DIVENTA MONDIALE STATI CHE SI AFFIANCANO ALLA TRIPLICE INTESA • Agosto 1914:

LA GUERRA DIVENTA MONDIALE STATI CHE SI AFFIANCANO ALLA TRIPLICE INTESA • Agosto 1914: il Giappone dichiara guerra alla Germania (per impadronirsi dei possedimenti tedeschi nel Pacifico) • 23 Maggio 1915: l’Italia entra in guerra contro l’Austria. Ungheria • Portogallo • Romania • Grecia • Aprile 1917: gli Stati Uniti • Cina, Brasile ed altre Repubbliche latino-americane STATI CHE AFFIACANO LA TRIPLICE ALLEANZA • Novembre 1914: la Turchia interviene a favore degli Imperi centrali • Bulgaria

 • PATTO DI LONDRA: Salandra (capo del governo) e Sonnino (ministro degli esteri)

• PATTO DI LONDRA: Salandra (capo del governo) e Sonnino (ministro degli esteri) allacciarono rapporti segreti con le forze dell’Intesa ed infine decisero, con il solo avvallo del re, di accettarne le proposte e di firmare il 26 Aprile 1915 il patto di Londra con Francia, Inghilterra e Russia. • L’Italia, in caso di vittoria avrebbe ottenuto: il Trentino, il Sud Tirolo (Alto Adige), la Venezia Giulia, l’intera penisola istriana (eccetto Fiume) ed una parte della Dalmazia. Nella concezione diplomatica di Sonnino, il Patto di Londra non prevedeva la disgregazione dell’impero asburgico, ma solo un suo ridimensionamento a vantaggio dell’Italia nell’Adriatico. • La volontà neutralista manifestata dal Parlamento italiano fu scavalcata dal re che rifiutò le dimissioni di Salandra. • Radiose giornate di Maggio: appoggio della popolazione, mobilitata dagli interventisti. Roma divenne teatro di manifestazioni contro Giolitti e contro i parlamentari, accusati di essere traditori della Patria. L’ITALIA ENTRA IN GUERRA D’Annunzio in questa occasione si propose come poeta vate di una nuova Italia in guerra. Il 23 Maggio il Governo italiano dichiarò guerra all’Austria

BATTAGLIE DELL’ISONZO (9 -11)

BATTAGLIE DELL’ISONZO (9 -11)

1915 – 1916: LA GRANDE STRAGE • Le forze austro-ungariche si dispongono sulle posizioni

1915 – 1916: LA GRANDE STRAGE • Le forze austro-ungariche si dispongono sulle posizioni difensive più favorevoli: lungo il fiume Isonzo e sulle alture del Carso; il fronte italiano si estendeva per circa 600 chilometri, dal Passo dello Stelvio al fiume Isonzo, e dalle Alpi carniche al golfo di Trieste. (E. Gentile, Storia illustrata della grande guerra, p. 85) 1915: le truppe italiane, guidate da Luigi Cadorna le affrontano in 4 battaglie sanguinose e fallimentari (66. 000 morti e 180. 000 feriti senza riportare risultati importanti) ( J. Keegan, La prima guerra mondiale, Carrocci, Roma, 2012, p. 390) • • Febbraio 1916: le truppe tedesche attaccano i Francesi a Verdun; fu una carneficina per entrambi gli schieramenti (oltre 600. 000 morti, tra tedeschi e francesi, in quattro mesi) • Sulla Somme (pochi mesi dopo): controffensiva degli inglesi con introduzione dei tanks (carri armati) In 6 mesi quasi 1 milione di morti • Dal 14 Maggio al 2 Giugno 1916: Strafexpedition (spedizione punitiva contro l’ex alleato traditore); gli italiani riescono faticosamente ad arrestarla sugli altipiani di Asiago (E. Gentile, op. cit. , p. 89 -90) • • Dimissioni governo Salandra, sostituito da Paolo Boselli Altre 5 battaglie sull’Isonzo e presa di Gorizia (agosto 1916).

 «Pronti per l’assalto! – ripeté ancora il capitano. Di tutti i momenti della

«Pronti per l’assalto! – ripeté ancora il capitano. Di tutti i momenti della guerra, quello precedente l’assalto era quello più terribile. L'assalto! Dove si andava? Si abbandonavano i ripari e si usciva. Dove? Le mitragliatrici, tutte, sdraiate sul ventre imbottito di cartucce, ci aspettavano. Chi non ha conosciuto quegli istanti, non ha conosciuto la guerra. Le parole del capitano caddero come un colpo di scure. La 9° era in piedi, ma io non la vedevo tutta, talmente era addossata ai parapetti della trincea. La 10° stava di fronte, lungo la trincea, e ne distinguevo tutti i soldati. Due soldati si mossero ed io li vidi, uno a fianco dell'altro, aggiustarsi il fucile sotto il mento. Uno si curvò, fece partire il colpo e s'accovacciò su se stesso. L'altro l'imitò e stramazzò accanto al primo. Era codardia, coraggio, pazzia? Il primo era un veterano del Carso. - Savoia! - gridò il capitano Bravini. - Savoia! - ripeterono i reparti. E fu un grido urlato come un lamento ed un'invocazione disperata. La 9°, tenente Avellini in testa, superò la breccia e si slanciò all'assalto. Il generale e il colonnello erano alle feritoie. -Il comando di battaglione esce con la 10°, - gridò il capitano. E quando la testa della 10° fu alla breccia, noi ci buttammo innanzi. La 10°, la 11° e la 12°, seguirono di corsa. In pochi secondi tutto il battaglione era di fronte alle trincee nemiche. Che noi avessimo gridato o no, le mitragliatrici nemiche ci attendevano. Appena oltrepassammo una striscia di terreno roccioso ed incominciammo la discesa verso la vallata, scoperti, esse aprirono il fuoco. Le nostre grida furono coperte dalle loro raffiche. A me sembrò che contro di noi tirassero dieci mitragliatrici, talmente il terreno fu attraversato da scoppi e da sibili. I soldati colpiti cadevano pesantemente come se fossero stati precipitati dagli alberi. Per un momento, io fui avvolto da un torpore mentale e tutto il corpo divenne lento e pesante. Forse sono ferito, pensavo. Eppure sentivo di non essere ferito. I colpi vicini delle mitragliatrici e l'incalzare dei reparti che avanzavano alle spalle mi risvegliarono. Ripresi subito coscienza del mio stato. Non rabbia, non odio, come in una rissa, ma una calma completa, assoluta, una forma di stanchezza infinita attorno al pensiero lucido. Poi anche quella stanchezza scomparve e ripresi la corsa, veloce.

 «Ora, mi sembrava di essere ridivenuto calmo, e vedevo tutto attorno a me.

«Ora, mi sembrava di essere ridivenuto calmo, e vedevo tutto attorno a me. Ufficiali e soldati cadevano con le braccia tese e, nella caduta, i fucili venivano proiettati innanzi, lontano. Sembrava che avanzasse un battaglione di morti. Il capitano Bravini non cessava di gridare: - Savoia! Un tenente della I 2° mi passò vicino. Era rosso in viso e impugnava un moschetto. Era un repubblicano e aveva in odio il grido d'assalto monarchico. Egli mi vide e gridò: - Viva l'Italia! Io avevo in mano il bastone da montagna. Lo levai in alto per rispondergli, ma non potei pronunciare una parola. Se noi ci fossimo trovati su un terreno piano, nessuno di noi sarebbe arrivato ai reticolati nemici. Le mitragliatrici ci avrebbero falciati tutti. Ma il terreno era leggermente in discesa e coperto di cespugli e di sassi. Le mitragliatrici erano obbligate continuamente a spostare l'elevazione e il puntamento, e il tiro perdeva della sua efficacia. Non pertanto, le ondate d'assalto diradavano e su mille uomini del battaglione, pochi restavano in piedi ed avanzavano. Io guardai verso le trincee nemiche. I difensori non erano nascosti, dietro le feritoie. Erano tutti in piedi e sporgevano oltre la trincea. Essi si sentivano sicuri. Parecchi erano addirittura dritti sui parapetti. Tutti sparavano su di noi, puntando calmi, come in piazza d'armi. Io urtai contro il sergente dei guastatori. Egli era rovesciato su un fianco, cinto della corazza, l'elmetto forato da parte. Era stato colpito alla testa, mentre incitava i suoi compagni, e ripeteva il grido che gli era stato troncato, con una cantilena pietosa: - Avan. . . avan. . . Attorno, giacevano tre guastatori, con le corazze squarciate. » (Emilio Lussu, Un anno sull’Altipiano, To, Einaudi, 1945, pp. 105 -106)

IL FRONTE ORIENTALE • La guerra sul fronte orientale fu combattuta su una linea

IL FRONTE ORIENTALE • La guerra sul fronte orientale fu combattuta su una linea molto estesa, dal Baltico al Mar Nero. • Agosto e settembre 1914: i tedeschi inflissero due grandi sconfitte ai Russi sul fronte polacco a Tannenberg e sui Laghi Masuri. • Estate del ‘ 15: i Russi dovettero lasciare gran parte della Polonia. • Autunno ‘ 15: la Serbia viene invasa dagli Austriaci e cancellata di fatto dal novero dei contendenti. • Primavera/estate ‘ 15: visto lo stallo sul fronte occidentale, il governo inglese decise di organizzare un corpo di spedizione anglo-francese (su pressione di Churchill), con la partecipazione di truppe australiane e neozelandesi, per occupare lo stretto dei Dardanelli, mirando alla conquista di Costantinopoli. Lo sbarco avvenne il 25 Aprile sulla penisola di Gallipoli, ma l’esercito turco, coadiuvato dai tedeschi, trincerato sulle colline sovrastanti la spiaggia, inflisse agli alleati perdite pesantissime fino a costringerli ad abbandonare l’impresa.

 • Ogni 25 aprile in Australia e Nuova Zelanda viene celebrato l’Anzac Day,

• Ogni 25 aprile in Australia e Nuova Zelanda viene celebrato l’Anzac Day, (ANZAC: Australia and New Zealand Army Corps, ) giornata in cui vengono ricordati i soldati di queste due nazioni caduti in tutte le guerre. Per alcuni la campagna denota la nascita di un'autentica identità nazionale australiana dopo la guerra, strettamente vincolata alla concettualizzazione popolare delle qualità dei soldati che la combatterono (nel 1981 il regista australiano Peter Weir raccontò la battaglia dal punto di vista dell'ANZAC nel film Gli anni spezzati). • Maggio 1915: un sottomarino tedesco affonda il transatlantico inglese Lusitania (che trasportava anche 140 cittadini americani) • Ottobre 1916: gli austro-tedeschi invasero la Romania, che si era unita alla Triplice Intesa • 31 Maggio 1916: la flotta tedesca viene sconfitta nella battaglia navale dello Jutland, in Danimarca (i comandanti tedeschi dovettero ritirare le navi nei porti e rinunciare definitivamente allo scontro in mare aperto) • I tedeschi subivano gli effetti del blocco navale imposto dagli Inglesi nel Mare del Nord, per impedire il rifornimento di armi, materie prime e prodotti alimentari.

MAPPA DEI FRONTE ORIENTALE

MAPPA DEI FRONTE ORIENTALE

LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO» • La guerra per la prima volta

LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO» • La guerra per la prima volta investe in modo così devastante le popolazioni civili • Tragedia dei profughi (chi abitava in prossimità del fronte doveva abbandonare la propria abitazione e la propria terra) • Durezza delle occupazioni militari dei territori conquistati • Chi abitava in un paese diverso da quello di origine poteva venire percepito come nemico (confisca dei beni o, addirittura, internamento) • Minoranze etniche ritenute sospette (sterminio degli Armeni di Turchia nella primavera-estate del 1915; film: La masseria delle allodole dei fratelli Taviani, tratto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan) • Fin dall’inizio la guerra si estese anche ai possedimenti coloniali delle potenze europee che arruolarono truppe indigene: i Francesi arruolarono soprattutto Algerini e senegalesi e gli Inglesi arruolarono circa 870. 000 indiani • Imponente sviluppo delle industrie legate alla produzione bellica (industrie siderurgiche, meccaniche e chimiche) • Intervento dello Stato in ambito economico (economia pianificata in contrasto con i principi del liberismo) • Produzione agricola sottoposta a requisizioni e prezzi controllati • In Germania si parla addirittura di «socialismo di guerra» (sistema gestito da militari ed industriali)

LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO» Incremento dell’apparato burocratico Rafforzamento dell’esecutivo a discapito

LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO» Incremento dell’apparato burocratico Rafforzamento dell’esecutivo a discapito degli organismi rappresentativi Strapotere dei militari Importanza della propaganda a sostegno di una guerra che stava gradualmente perdendo il consenso della popolazione (manifesti, stampa, manifestazioni, associazioni «per la resistenza interna» ) • Uniche voci di dissenso: settembre 1915 e Aprile 1916 Conferenze di Zimmerwald e Kienthal, in Svizzera, conferenze socialiste internazionali che condannarono la guerra e chiesero una pace «senza annessioni senza indennità» • Iniziativa promossa dal papa Benedetto XV che inviò ai governi un appello per porre fine all’ «inutile strage» e prendere in considerazione una pace senza annessioni • Due partiti socialisti più attivi contro la guerra: Spartachisti tedeschi (Lega di Spartaco fondata da Karl Liebknech e Rosa Luxemberg) e i Bolscevichi russi, guidati da Lenin, staccatesi dalla socialdemocrazia e divenuti partito autonomo nel 1912. • •

LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA • In assenza dei mariti chiamati alle armi,

LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA • In assenza dei mariti chiamati alle armi, le madri assunsero il ruolo di capifamiglia. • Sulle donne, oltre che sui vecchi e sui ragazzi, ricadde tutto il lavoro delle campagne. • Numerose donne lavorarono come impiegate, telefoniste, autiste di trasporti pubblici e, soprattutto, come operaie nelle fabbriche di armi e munizioni. • Molte donne furono infermiere e ausiliarie nell’opera di assistenza, nella direzione di ospedali militari, nella guida di ambulanze. • Ci furono anche giornaliste come corrispondenti al fronte e donne che si finsero uomini per essere arruolate. • In Russia, dopo la rivoluzione di Febbraio 1917, con l’affermazione dell’uguaglianza fra i sessi, il governo provvisorio fece organizzare battaglioni femminili. • La partecipazione allo sforzo bellico conferiva alle donne una nuova coscienza della propria cittadinanza, che strideva con l’esclusione dai diritti politici.

LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA Dopo la guerra non mancarono importanti riconoscimenti al

LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA Dopo la guerra non mancarono importanti riconoscimenti al contributo che le donne avevano dato alla patria in guerra: • in Gran Bretagna il Parlamento nel Febbraio 1918 aveva già concesso il diritto di voto alle donne che avessero compiuto 30 anni (limite abolito 10 anni dopo) e nel Novembre riconobbe il loro diritto all’eleggibilità • negli Stati Uniti il suffragio femminile fu approvato nel Giugno 1919 ed entrò in vigore l’anno successivo • in Germania le donne ottennero il diritto di voto attivo e passivo nel 30 Novembre 1918 • in Olanda, paese che non aveva partecipato alla guerra, il diritto di voto alle donne fu, comunque concesso nel 1919 • in Italia e Francia, invece, la parità dei diritti politici continuò ad essere negata alle donne.

LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO • Nel contesto della «guerra totale» la

LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO • Nel contesto della «guerra totale» la violenza si estese non solo contro la popolazione civile dei paesi occupati, ma anche contro il «nemico interno» , cioè i civili sospettati di agire a favore degli Stati contro i quali la nazione era in guerra. • Manifestazioni spontanee: episodi di folle isteriche aggredivano gli oppositori della guerra e i cittadini di origine straniera, sospettati di essere spie degli stati stranieri. • Fiammate di antisemitismo in Germania ed in Russia, che riproponevano lo stereotipo dell’ebreo come un estraneo alla comunità nazionale, sospettato di tramare contro di essa. • Reclusioni e deportazioni di cittadini originari di Paesi nemici (in Germania furono chiusi nei campi di concentramento i francesi e i belgi prelevati dalle regioni occupate, in Austria lo furono gli italiani, i serbi ed i rumeni).

LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO • • • Gli Armeni che vivevano

LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO • • • Gli Armeni che vivevano in Turchia all’inizio della guerra erano circa 2 milioni e mezzo, in massima parte cristiani. Nel 1915 il governo nazionalista turco, deciso ad imporre la «turchizzazione» della penisola anatolica con l’omogeneità etnica e religiosa, (panturanismo), prese a pretesto alcune ribellioni di comunità armene, accusate di tramare con la Russia contro la Turchia, specialmente dopo il fallimento dell’offensiva turca nel Caucaso all’inizio del 1915, per mettere in atto un’operazione di sterminio della popolazione armena con fucilazioni di massa e con la deportazione forzata di circa 800. 00 persone, in gran parte anziani, donne e bambini, dall’Anatolia verso i deserti della Siria e della Mesopotamia. Molti Armeni morirono lungo il tragitto per fame, malattie e violenze inflitte dalle truppe che li scortavano; le donne subivano stupri e sevizie, i bambini morivano di stenti e di fame; chi non continuava la marcia veniva ucciso o abbandonato a un destino di morte; i sopravvissuti alla «marcia della morte» furono rinchiusi in campi di concentramento nei deserti della Siria e della Mesopotamia. Si trattò, come ammisero i Turchi, di un «massacro mascherato, e portato avanti in modo più diabolico, più calcolato e a sangue freddo» . Dallo sterminio si salvarono circa 300. 000 armeni che riuscirono a fuggire nei territori russi, alcune migliaia di fanciulle rinchiuse negli harem, orfani adottati da famiglie musulmane, che li convertirono all’islam.

1917: LA SVOLTA DEL CONFLITTO • 15 marzo 1917: abdicazione dello zar Nicola II

1917: LA SVOLTA DEL CONFLITTO • 15 marzo 1917: abdicazione dello zar Nicola II (e successivo arresto di tutta la famiglia reale) in seguito allo scoppio della rivoluzione russa • 6 Aprile 1917: entrata in guerra degli Sati Uniti contro la Germania a causa della ripresa della guerra sottomarina indiscriminata da parte dei tedeschi contro tutte le navi dirette verso i paesi dell’Intesa • Gli Stati Uniti entrarono in guerra non come alleati, ma come «potenza associata» all’Intesa alla quale avevano già fornito aiuti economici e finanziari; il Presidente Wilson volle sottolineare che gli Usa entravano in guerra senza interessi ed ambizioni di potenza, ma unicamente per la causa della giustizia internazionale e per contribuire al bene dell’umanità. • Il crollo del regime zarista fu il preludio della disgregazione dell’esercito russo • I tedeschi penetrarono in profondità nel territorio russo • Ripercussioni degli avvenimenti russi sugli orientamenti delle masse lavoratici e sul morale delle truppe al fronte (scioperi operai ed ammutinamenti dei reparti combattenti) • 6 -7 Novembre ‘ 17: presa del potere dei bolscevichi; Lenin si dichiara disponibile ad una «pace senza annessioni e senza indennità» e firma l’armistizio con gli imperi centrali • Estate ‘ 17: accordo fra Serbi, Croati e Sloveni per la costituzione di uno Stato unitario del sud (futura Jugoslavia)

DISFATTA DI CAPORETTO • 24 ottobre ‘ 17: le truppe austro-tedesche sfondano le linee

DISFATTA DI CAPORETTO • 24 ottobre ‘ 17: le truppe austro-tedesche sfondano le linee italiane nei pressi del villaggio di Caporetto; solo dopo due settimane un esercito praticamente dimezzato riusciva ad attestarsi sulla nuova linea difensiva del Piave (E. Gentile, op. cit. , pp. 137 -138) • • Sostituzione del generale Cadorna con Armando Diaz e del governo Boselli con il governo di coalizione nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, che fece appello al paese, invocando la difesa della patria invasa dal nemico Dal 1918: creazione di un servizio P (di propaganda); diffusione dell’idea della guerra democratica (lotta per un più equo ordine interno ed internazionale)

1918: ULTIMO ANNO DI GUERRA • • 3 Marzo 1918: Lenin firma la Pace

1918: ULTIMO ANNO DI GUERRA • • 3 Marzo 1918: Lenin firma la Pace di Brest-Litovsk (città ai confini con la Polonia) accettando le dure condizioni imposte dai tedeschi: perdita di circa un quarto dei territori europei dell’impero russo (Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Polonia, Ucraina, granaio dell’impero zarista). Lenin salva lo Stato socialista e dimostra che era stata realizzata la trasformazione della guerra imperialista in rivoluzione comunista Gli Stati dell’Intesa dovettero, di conseguenza, accentuare il carattere ideologico della guerra, presentandola come una crociata della democrazia contro l’autoritarismo e la difesa della libertà dei popoli contro l’imperialismo tedesco. Gennaio 1918: Quattordici punti di Woodrow Wilson 8 -11 Agosto: i tedeschi subirono la prima grande sconfitta sul fronte occidentale ad Amiens ed iniziarono ad arretrare lentamente mostrando forti segni di stanchezza Bulgaria ed Impero turco chiesero l’armistizio, Cecoslovacchi e Slavi del sud proclamarono l’indipendenza, mentre i soldati abbandonavano il fronte crisi dell’Impero Austroungarico 24 Ottobre: offensiva degli Italiani sul fronte del Piave e sconfitta degli austriaci nella battaglia di Vittorio Veneto 3 Novembre: gli Austriaci firmano l’armistizio a Villa Giusti, presso Padova.

L’EUROPA DOPO LAGRANDE GUERRA • • • Novembre ‘ 18: ammutinamento dei marinai di

L’EUROPA DOPO LAGRANDE GUERRA • • • Novembre ‘ 18: ammutinamento dei marinai di Kiel (dove era concentrato il grosso della flotta tedesca) Diffusione di consigli rivoluzionari, ispirati al modello russo, a Berlino ed in Baviera 9 Novembre: il socialdemocratico Friedrich Ebert viene nominato capo del governo, mentre Guglielmo II fugge in Olanda (seguito poi dall’imperatore d’Austria Carlo I) 11 Novembre: i delegati del governo provvisorio tedesco firmano l’armistizio presso il villaggio francese di Rethondes (7 mesi prima era morto di tubercolosi, a 23 anni, nella prigione della fortezza di Terezin, vicino a Praga, Gavrilo Prinzip) La Grande guerra era finita. La Germania perde la guerra per fame e per stanchezza, per esaurimento delle forze morali e materiali, ma senza essere stata schiacciata sul piano militare e senza aver subito alcuna invasione del suo territorio da parte di eserciti stranieri. BILANCIO DELLE PERDITE UMANE CAUSATE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE: • 8 milioni e mezzo di morti • Oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati ( «Le classi d’età 1892 -1895, uomini che avevano tra i 19 ed i 22 anni quando scoppiò la guerra furono ridotte del 35/37 per cento. Uno su tre. Non c’è da stupirsi che nel primo dopoguerra si parlasse di una «generazione perduta» » , J. Keegan, La prima guerra mondiale, p. 476) • Oltre a ciò: drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente • I rancori e l’instabilità lasciati dalla prima guerra mondiale ci permettono di considerare la seconda guerra mondiale come una sua continuazione. • Per la pace senza pacificazione e i Trattati di pace vedi E. Gentile, op. cit. pp. 157 -207 •

L’EUROPA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE

L’EUROPA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE

1918: LA FINE DELLA GUERRA • • • Novembre ‘ 18: ammutinamento dei marinai

1918: LA FINE DELLA GUERRA • • • Novembre ‘ 18: ammutinamento dei marinai di Kiel (dove era concentrato il grosso della flotta tedesca) Diffusione di consigli rivoluzionari, ispirati al modello russo, a Berlino ed in Baviera 9 Novembre: il socialdemocratico Friedrich Ebert viene nominato capo del governo, mentre Guglielmo II fugge in Olanda (seguito poi dall’imperatore d’Austria Carlo I) 11 Novembre: i delegati del governo provvisorio tedesco firmano l’armistizio presso il villaggio francese di Rethondes (7 mesi prima era morto di tubercolosi, a 23 anni, nella prigione della fortezza di Terezin, vicino a Praga, Gavrilo Prinzip) La Germania perde la guerra per fame e per stanchezza, per esaurimento delle forze morali e materiali, ma senza essere stata schiacciata sul piano militare e senza aver subito alcuna invasione del suo territorio da parte di eserciti stranieri. BILANCIO DELLE PERDITE UMANE CAUSATE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE: • 8 milioni e mezzo di morti • Oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati ( «Le classi d’età 1892 -1895, uomini che avevano tra i 19 ed i 22 anni quando scoppiò la guerra furono ridotte del 35/37 per cento. Uno su tre. Non c’è da stupirsi che nel primo dopoguerra si parlasse di una «generazione perduta» » , J. Keegan, La prima guerra mondiale, p. 476) • Oltre a ciò: drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente • I rancori e l’instabilità lasciati dalla prima guerra mondiale ci permettono di considerare la seconda guerra mondiale come una sua continuazione. • Per la pace senza pacificazione e i Trattati di pace vedi E. Gentile, op. cit. pp. 157 -207

 «Un tempo era diverso. Quando ci presentammo al comando di presidio, eravamo ancora

«Un tempo era diverso. Quando ci presentammo al comando di presidio, eravamo ancora una classe di venti scolari che, con grande presunzione, si fecero tutti insieme radere la barba - alcuni per la prima volta – prima di entrare in caserma. Non avevamo progetti per l’avvenire, solo per pochissimi la carriera e la professione erano già idee così precise da significare una forma di vita; in compenso, eravamo pieni di idee confuse, che ai nostri occhi conferivano alla vita e anche alla guerra un carattere idealistico e quasi romantico […] «Chissà come andrà, quando torneremo a casa…» si chiede Müller, e lui stesso è colpito dalle proprie parole. Kropp alza le spalle. «Non so. Prima bisogna tornare, poi vedremo» . In realtà nessuno di noi ha un’idea. […] Anche Kropp ci pensa. «Sarà un affare serio per noi tutti. Che se ne preoccupino qualche volta, laggiù in patria? Due anni di sparatorie e bombe a mano…Non puoi spogliartene come ti togli un calzino…» Siamo d’accordo che è così per tutti: per tutti quelli, ovunque nel mondo, che siano nelle nostre condizioni, un po’ più, un po’ meno. È il destino comune della nostra generazione. Albert sintetizza il tutto: «La guerra ci ha guastati per sempre» . Ha ragione: non siamo più giovani, non ci interessa più dare l’assalto al mondo. Siamo dei profughi, fuggiamo da noi stessi. Avevamo diciott’anni e cominciavamo ad amare il mondo e l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro. La prima granata ci ha colpiti al cuore. Siamo esclusi ormai dall’attività, dal lavoro, dal progresso, non ci crediamo più. Crediamo alla guerra» . (E. M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Vicenza, neri Pozza, 2016, pp. 21 -68)