Preparazione alla prima prova scritta degli Esami di

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Preparazione alla prima prova scritta degli Esami di Stato A. S. 2009/2010 Anno scolastico

Preparazione alla prima prova scritta degli Esami di Stato A. S. 2009/2010 Anno scolastico 2009/2010

1. La teoria CHE COS’È UN “SAGGIO BREVE”

1. La teoria CHE COS’È UN “SAGGIO BREVE”

Definizione di «saggio» «Studio critico, normalmente breve, su un argomento specifico» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Definizione di «saggio» «Studio critico, normalmente breve, su un argomento specifico» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Definizione di «saggio» «Studio critico, normalmente breve, su un argomento specifico» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Definizione di «saggio» «Studio critico, normalmente breve, su un argomento specifico» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli aspetti contraddittori e meno evidenti di qualcosa» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli aspetti contraddittori e meno evidenti di qualcosa» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli aspetti contraddittori e meno evidenti di qualcosa» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli

Che significa «critico» «Che analizza e valuta razionalmente, con la capacità di cogliere gli aspetti contraddittori e meno evidenti di qualcosa» (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)

Il saggio implica un punto di vista • Da queste definizioni appare chiaro che,

Il saggio implica un punto di vista • Da queste definizioni appare chiaro che, in un saggio, dovremo esprimere un punto di vista. • Il saggio breve è un testo argomentativo. • L’espressione “testo argomentativo” viene dal verbo “argomentare”. • Quando parliamo di “testo argomentativo”, usiamo il sostantivo “argomento”, e i vocaboli che ne derivano, in una accezione specifica, che non va confusa con il significato che comunemente si dà a questa parola.

Il saggio implica un punto di vista • Nel linguaggio comune, si parla di

Il saggio implica un punto di vista • Nel linguaggio comune, si parla di “argomento” per indicare semplicemente il tema o la materia di un discorso. • Nella sua accezione specifica, invece, “argomento” indica «ciò che si adduce a sostegno di un principio, di un’opinione, ragionamento, dimostrazione» . • Nel saggio breve è necessario “argomentare”, ossia dimostrare una tesi.

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: •

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: • Enunciazione della tesi • Esposizione degli argomenti a favore della tesi • Enunciazione dell’antitesi • Esposizione degli argomenti a favore dell’antitesi • Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi • Conclusione

Il saggio implica un punto di vista • Non è necessario che il saggio

Il saggio implica un punto di vista • Non è necessario che il saggio sia costruito schematicamente secondo quest’ordine. • È tuttavia importante che tutti questi elementi siano presenti nella struttura logica del saggio.

Il saggio implica un punto di vista • La tesi può consistere nell’opinione che

Il saggio implica un punto di vista • La tesi può consistere nell’opinione che noi esprimiamo su un qualsiasi tema, e che dimostriamo logicamente, confrontandola con l’opinione opposta. • Può consistere anche in un giudizio critico su tematiche letterarie o artistiche. Anche questo giudizio va supportato con prove logiche.

I quattro ambiti del saggio breve • Artistico-letterario • Socio-economico • Storico-politico • Tecnico-scientifico

I quattro ambiti del saggio breve • Artistico-letterario • Socio-economico • Storico-politico • Tecnico-scientifico

Cosa dobbiamo fare per scrivere un saggio breve • La prima parte della traccia

Cosa dobbiamo fare per scrivere un saggio breve • La prima parte della traccia del saggio contiene le consegne, ossia le istruzioni per la sua redazione. • Leggiamo ora le consegne dei saggi proposti per gli esami negli anni passati. • Facciamo attenzione alle parole: il termine “argomento” e il verbo “argomentare” verranno infatti usati sia nella loro accezione generica sia nella loro accezione specifica.

Consegne (fino al 2008) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve”

Consegne (fino al 2008) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell’”articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

È molto importante leggere attentamente le consegne � Non dimenticate, in sede di esame,

È molto importante leggere attentamente le consegne � Non dimenticate, in sede di esame, di dedicare qualche minuto alle consegne che, come si è visto, possono variare da un anno all’altro. � Se avete dubbi sulla loro interpretazione, chiedete alla commissione di chiarirveli.

Non dimenticate i dettagli importanti � Le consegne richiedono di aggiungere al saggio un

Non dimenticate i dettagli importanti � Le consegne richiedono di aggiungere al saggio un titolo e, in alcuni casi, alcune indicazioni sul giornale o rivista su cui pubblichereste il vostro lavoro. � Non trascurate questi elementi, che fanno parte integrante della traccia. � Il titolo non va assolutamente confuso con l’argomento che trovate all’inizio della traccia. � In un saggio ben costruito, il titolo è la sintesi della vostra tesi.

Dai documenti al saggio: le fasi del lavoro • Lettura attenta dei documenti per

Dai documenti al saggio: le fasi del lavoro • Lettura attenta dei documenti per evidenziarne i punti nodali e più interessanti. • Confronto dei documenti sulla base di analogie, diversità, contrasti. • Raccolta delle informazioni e delle idee. • Individuazione del problema e assunzione del punto di vista. • Preparazione della scaletta per il testo. • Stesura del testo. • Rilettura e successiva copiatura del testo. • Rilettura finale.

Dai documenti al saggio: come iniziare � Ci viene fornita una serie di brani

Dai documenti al saggio: come iniziare � Ci viene fornita una serie di brani attinenti al tema (argomento) proposto dalla traccia. � Effettueremo su ciascuno di essi un lavoro di analisi e sintesi. � In ogni brano, sottolineeremo le parole chiave. � A ogni brano (o, se necessario, ai capoversi significativi) aggiungeremo un titoletto.

Dai documenti al saggio: come iniziare � In seguito, metteremo a confronto i documenti

Dai documenti al saggio: come iniziare � In seguito, metteremo a confronto i documenti per individuare gli elementi di convergenza e gli elementi di divergenza tra le posizioni dei diversi autori. � Avremo così portato a termine una delle richieste della consegna: l’interpretazione e il confronto dei documenti sui quali si baserà la nostra argomentazione.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell' «articolo di giornale» , indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

Dai documenti al saggio: come iniziare � Ricordiamo che l’argomentazione è un ragionamento critico

Dai documenti al saggio: come iniziare � Ricordiamo che l’argomentazione è un ragionamento critico e logico che implica una tesi. � Comprendere e confrontare le posizioni espresse dai diversi autori non equivale a possedere e argomentare una tesi. � Tuttavia questa operazione costituisce una premessa indispensabile all’individuazione della tesi.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell' «articolo di giornale» , indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

2. La pratica UN ESEMPIO CONCRETO

2. La pratica UN ESEMPIO CONCRETO

Esami di stato 2003 � Ambito socio-economico � Argomento: È ancora possibile la poesia

Esami di stato 2003 � Ambito socio-economico � Argomento: È ancora possibile la poesia nella società delle comunicazioni di massa? � Il titolo proposto consiste in una domanda alla quale si può dare una risposta affermativa o una negativa. � Occorrerà dunque argomentare la propria tesi e discutere, confutandoli, gli argomenti a favore dell’antitesi. � Nella nostra esercitazione seguiremo dunque la classica impostazione del testo argomentativo.

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: •

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: • Enunciazione della tesi • Esposizione degli argomenti a favore della tesi • Enunciazione dell’antitesi • Esposizione degli argomenti a favore dell’antitesi • Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi • Conclusione

Esami di stato 2003 � Non sempre, però, la traccia si presta al classico

Esami di stato 2003 � Non sempre, però, la traccia si presta al classico svolgimento argomentativo. � In base alla natura della traccia, dell’argomento trattato e dei documenti a supporto, lo studente dovrà scegliere se compiere una trattazione in cui l’argomentazione comporti anche la discussione e confutazione di un’antitesi, o una trattazione in cui l’argomentazione si sostanzi in una tesi interpretativa che non implica il confronto con un’antitesi.

Esami di stato 2003 � Ambito socio-economico � Argomento: È ancora possibile la poesia

Esami di stato 2003 � Ambito socio-economico � Argomento: È ancora possibile la poesia nella società delle comunicazioni di massa?

1 - Lettura analitica dei documenti � Come si è già detto, il primo

1 - Lettura analitica dei documenti � Come si è già detto, il primo passo consiste nel leggere attentamente i documenti. � Subito dopo dovremo confrontarli, per evidenziare analogie e differenze. � Partiamo da una lettura attenta della traccia e dei documenti che essa contiene.

1 - Lettura analitica dei documenti

1 - Lettura analitica dei documenti

1 - Lettura analitica dei documenti � Dopo aver letto una prima volta i

1 - Lettura analitica dei documenti � Dopo aver letto una prima volta i documenti, cominciamo a individuare le parole chiave di ciascuno di essi. � Al termine di quest’operazione, metteremo dei titoletti ai documenti, o a paragrafi significativi di essi.

Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a

Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? (E. Montale, È ancora possibile la poesia? Discorso tenuto all'Accademia di Svezia, 1975)

Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a

Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? (E. Montale, È ancora possibile la poesia? Discorso tenuto all'Accademia di Svezia, 1975)

 • Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica

• Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica dell’immediato Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? (E. Montale, È ancora possibile la poesia? Discorso tenuto all'Accademia di Svezia, 1975)

Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento

Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli, leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più. (M. Gramellini, I versi della nonna, «La Stampa» , 20/11/2002)

Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento

Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli, leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più. (M. Gramellini, I versi della nonna, «La Stampa» , 20/11/2002)

 • È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly,

• È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli, leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più. (M. Gramellini, I versi della nonna, «La Stampa» , 20/11/2002)

La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno,

La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno,

La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… • Impopolarità della poesia: non ci sono poeti per i tragici eventi dell’umanità Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… • Impopolarità della poesia: non ci sono poeti per i tragici eventi dell’umanità Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… • Impopolarità della poesia: non ci sono poeti per i tragici eventi dell’umanità Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. • La poesia appare morta Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . .

La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . .

La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

 • Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne”

• Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne” La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

… la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si

… la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

… la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si

… la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. • Gli eventuali assassini: intellettuali materialisti, borghesi corrotti, cultori del trash e del denaro Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. • Gli eventuali assassini: intellettuali materialisti, borghesi corrotti, cultori del trash e del denaro Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. • Gli eventuali assassini: intellettuali materialisti, borghesi corrotti, cultori del trash e del denaro Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. • Nel mondo dell’apparenza e dello spettacolo è meglio che la poesia impopolare, così resta universale ed eterna Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne

La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne

La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

 • Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni

• Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

 • Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni

• Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

 • Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni

• Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . • Sono i giovani il futuro della poesia, la garanzia della sua sopravvivenza C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

“Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so

“Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze… (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

“Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so

“Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

 • La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo

• La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

 • La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo

• La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

 • La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo

• La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. • Ognuno deve conservare la poesia dentro di sé Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

2 - Confronto dei documenti � Ultimata la lettura analitica dei documenti passiamo a

2 - Confronto dei documenti � Ultimata la lettura analitica dei documenti passiamo a confrontarli, per individuare: � gli elementi di convergenza; � gli elementi di divergenza.

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia

 • Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica

• Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica dell’immediato Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? (E. Montale, È ancora possibile la poesia? Discorso tenuto all'Accademia di Svezia, 1975)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione»

 • È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly,

• È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli, leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più. (M. Gramellini, I versi della nonna, «La Stampa» , 20/11/2002)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» .

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… • Impopolarità della poesia: non ci sono poeti per i tragici eventi dell’umanità Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. • La poesia appare morta Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori»

 • Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne”

• Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne” La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: –

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. • Gli eventuali assassini: intellettuali materialisti, borghesi corrotti, cultori del trash e del denaro Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. • Nel mondo dell’apparenza e dello spettacolo è meglio che la poesia impopolare, così resta universale ed eterna Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: – Conte: «Bisogna indicarli gli assassini della poesia: …» «Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato…»

 • Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni

• Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . • Sono i giovani il futuro della poesia, la garanzia della sua sopravvivenza C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: – Conte: «Bisogna indicarli gli assassini della poesia: …» «Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato…» Cucchi: «La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia»

 • La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo

• La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. • Ognuno deve conservare la poesia dentro di sé Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . " (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: – Conte: «Bisogna indicarli gli assassini della poesia: …» «Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato…» Cucchi: «La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia» Fruttero: –

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea

 • Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica

• Società di massa e annientamento della riflessione: tempo veloce e ricerca spasmodica dell’immediato Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? (E. Montale, È ancora possibile la poesia? Discorso tenuto all'Accademia di Svezia, 1975)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? »

 • È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly,

• È la poesia il rimedio contro l’angoscia: l’esempio degli anziani Ruth Lilly, erede novantenne della casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli, leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più. (M. Gramellini, I versi della nonna, «La Stampa» , 20/11/2002)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» .

 • Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere"

• Poesia: genere letterario sempre più specialistico La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… • Impopolarità della poesia: non ci sono poeti per i tragici eventi dell’umanità Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. • La poesia appare morta Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre. (S. Vassalli, Il declino del vate, «Il Corriere della Sera» , 12/01/2003)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» . Vassalli: NO «Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre» .

 • La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana

• La poesia non muore, altrimenti morirebbero il pensiero e la storia umana … la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. • Gli eventuali assassini: intellettuali materialisti, borghesi corrotti, cultori del trash e del denaro Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala dei valori…. • Nel mondo dell’apparenza e dello spettacolo è meglio che la poesia impopolare, così resta universale ed eterna Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno. (G. Conte, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, «Il Corriere della Sera» , 15/01/2003)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» . Vassalli: NO «Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre» . Conte: SÌ «la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. […] è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno» .

 • Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni

• Tentativo della società dello spettacolo di sostituire la poesia con le canzoni La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia. . . • Sono i giovani il futuro della poesia, la garanzia della sua sopravvivenza C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati. (M. Cucchi, Il destino della poesia nella società moderna, «La Stampa» , 21/1/2003)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» . Vassalli: NO «Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre» . Conte: SÌ «la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. […] è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno» . Cucchi: SÌ «C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. […] Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati» .

 • La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo

• La poesia è innamoramento “Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria. . . Ma per me quel "sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica. • Ognuno deve conservare la poesia dentro di sé Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime risonanze. . . " (C. Fruttero, L’indice di Borges, «Tuttolibri» , 11/1/2003)

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» . Vassalli: NO «Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre» . Conte: SÌ «la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. […] è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno» . Cucchi: SÌ «C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. […] Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati» . Fruttero: SÌ «Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato» .

 • Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne”

• Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne” La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

OTTICA DIVERSA: IMPOSSIBILITÀ DI RISPONDERE Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea

OTTICA DIVERSA: IMPOSSIBILITÀ DI RISPONDERE Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea

 • Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne”

• Impossibilità di definire la popolarità della poesia che dipende da ragioni “esterne” La poesia è irreversibilmente morta… oppure è viva e lotta con noi. . . ? Di fronte a un'alternativa del genere, la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia. (G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, «Il Corriere della Sera» , 18/01/2003)

OTTICA DIVERSA: IMPOSSIBILITÀ DI RISPONDERE Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Raboni:

OTTICA DIVERSA: IMPOSSIBILITÀ DI RISPONDERE Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Raboni: «Come si fa a rispondere? La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la "popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia» .

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per evidenziarne i punti nodali e più interessanti. • Confronto dei documenti sulla base di analogie, diversità, contrasti. • Raccolta delle informazioni e delle idee. • Individuazione del problema e assunzione del punto di vista. • Preparazione della scaletta per il testo. • Stesura del testo. • Rilettura e successiva copiatura del testo. • Rilettura finale.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Per affrontare questa fase del

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Per affrontare questa fase del lavoro, è utile prestare attenzione ai seguenti elementi: � Le notizie editoriali relative ai documenti. � La contestualizzazione storica dei documenti e il loro inserimento entro coordinate spaziali e temporali. � La possibilità di ampliare le informazioni presenti nella documentazione con le nostre conoscenze ed esperienze.

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di

Consegne (fino al 2008) Consegne (2009) � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. � Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. � Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. � Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). � � Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. � Se scegli la forma dell' «articolo di giornale» , indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. � Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. � Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. � Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. � Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). � Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). � Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Nel caso del nostro saggio

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Nel caso del nostro saggio le coordinate spaziali sono molto semplici: tutti i documenti sono opera di autori italiani. � Anche le coordinate temporali sono semplici: a parte il discorso di Montale, che è del 1975, gli altri documenti sono tutti molto recenti (primo decennio del 2000).

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Infine, semplice è anche la

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Infine, semplice è anche la ricostruzione delle notizie editoriali. � Il primo documento è un discorso pronunciato da Montale (si può facilmente inferire che esso è stato letto in occasione del conferimento del premio Nobel). � Tutti gli altri sono articoli di giornale.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Purtroppo non sempre questa ricostruzione

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Purtroppo non sempre questa ricostruzione è così semplice. � Una delle insidie che le tracce presentano consiste nella data di pubblicazione delle opere. � Capita spesso infatti che, con riferimento ad autori stranieri, si indichi solo la data di uscita della traduzione italiana, spesso di molto posteriore all’opera o addirittura postuma. � In questo caso dovremo aiutarci con le nostre conoscenze di studio, o potremo chiedere chiarimenti alla commissione.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee �È molto importante, ma non sempre

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee �È molto importante, ma non sempre facile, sapere chi sono gli autori dei documenti. � Una prima difficoltà consiste nel fatto che non sempre i documenti sono opera di autori noti o che abbiamo studiato. � Un’ulteriore difficoltà consiste nel fatto che, di solito, le tracce indicano solo il cognome degli autori mentre, per il nome, si limitano all’iniziale puntata.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Eugenio Montale è un poeta

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � Eugenio Montale è un poeta italiano che qualsiasi studente ammesso agli esami è tenuto a conoscere. � Massimo Gramellini è un giornalista. � Sebastiano Vassalli è un romanziere. � Giovanni Raboni è stato un poeta e scrittore, scomparso nel 2004. � Giuseppe Conte è un poeta. � Maurizio Cucchi è un poeta, scrittore e critico letterario. � Carlo Fruttero è un romanziere.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee �È molto utile ampliare le informazioni

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee �È molto utile ampliare le informazioni fornite dai documenti con le proprie conoscenze di studio. � Nel nostro caso, potremo fare ricorso in primo luogo alle conoscenze su Montale. Nel discorso del 1975 egli parla di un rapporto difficile tra poesia e modernità. Questo rapporto è testimoniato anche dall’evoluzione della sua opera.

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � In secondo luogo, possiamo ricordare

3 - Raccolta delle informazioni e delle idee � In secondo luogo, possiamo ricordare i precedenti dibattiti letterari sul ruolo della poesia nel mondo che cambia. � Un dibattito del genere si sviluppò all’inizio dell’Ottocento con il Romanticismo. � In quel contesto, già Leopardi pose drammaticamente la questione della sopravvivenza della poesia nel mondo “moderno”.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Siamo ormai

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Siamo ormai arrivati a individuare il problema su cui verterà il saggio. Dovremo adesso assumere un nostro punto di vista, ossia abbozzare la tesi che intendiamo argomentare. � La tesi andrà dedotta dalla lettura dei documenti, dalle nostre conoscenze di studio, dalle nostre convinzioni sul tema trattato.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � In questo

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � In questo caso, potremmo argomentare la tesi che la poesia non muore, anche se la modernità l’ha profondamente trasformata. Non sappiamo esattamente cosa sarà la poesia in futuro e quale sarà il suo spazio. Ma sappiamo che essa risponde a un bisogno umano ineliminabile. � Potremmo argomentare la tesi contraria e sostenere che, in realtà, la poesia non ha un futuro nel mondo moderno. Le trasformazioni attuali sono molto più profonde di quelle del passato e la poesia non riuscirà a sopravvivere.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Naturalmente la

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Naturalmente la tesi dipende da scelte personali. Essa è infatti l’elemento più originale del saggio, quello da cui discende la sua strutturazione e che andrà richiamato nel titolo. � Non si chiede agli studenti di dare risposte definitive a problemi di questa portata. Ciò che conta è che la tesi sia pertinente alla traccia e che sia argomentata in modo logico e corretto, a partire dai documenti.

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per evidenziarne i punti nodali e più interessanti. • Confronto dei documenti sulla base di analogie, diversità, contrasti. • Raccolta delle informazioni e delle idee. • Individuazione del problema e assunzione del punto di vista. • Preparazione della scaletta per il testo. • Stesura del testo. • Rilettura e successiva copiatura del testo. • Rilettura finale.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Anche se

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Anche se non è ancora il momento di costruire la scaletta, possiamo già, sulla base del materiale che abbiamo analizzato integrato dalle nostre conoscenze, anticiparne la struttura di fondo. � Il nostro saggio potrà essere articolato in due parti fondamentali.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � La prima

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � La prima parte (individuazione del problema) ha natura prevalentemente informativa. � Naturalmente anche questa parte informativa è frutto di una nostra operazione critica: l’impostazione di essa dipende dal modo in cui abbiamo letto e confrontato i documenti. � Per articolare la prima parte del saggio, possiamo utilizzare la tabella sugli elementi di convergenza che abbiamo ricavato dal confronto tra i documenti.

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: – Conte: «Bisogna indicarli gli assassini della poesia: …» «Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato…» Cucchi: «La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia» Fruttero: –

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Questi elementi

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Questi elementi ci permettono di porre il problema prima di enunciare la nostra posizione. � Per arricchire l’esposizione del tema, potremo utilizzare le nostre conoscenze di studio.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Fin da

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Fin da Ossi di Seppia Eugenio Montale pone il problema della possibilità della poesia nel nostro tempo. A differenza di D’Annunzio, egli non manifesta nessun ottimismo circa le possibilità della parola poetica.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Montale, dopo

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Montale, dopo La bufera e altro, ha attraversato un lungo periodo di silenzio poetico. Anche quando, in seguito, ha ripreso a scrivere poesia, lo ha fatto in una forma profondamente diversa da quella delle precedenti opere: la poesia dell’ultimo Montale è assai vicina alla prosa e utilizza spesso il meccanismo dell’autocitazione parodistica.

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � All’inizio dell’Ottocento

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � All’inizio dell’Ottocento era stato Giacomo Leopardi a sostenere che la poesia dei moderni era irrimediabilmente inferiore da quella degli antichi, che era stata l’unica vera poesia. � La posizione di Leopardi si inseriva nel dibattito nato, in età romantica, a partire dalla famosa distinzione di Schiller tra poesia ingenua (quella degli antichi) e poesia sentimentale (quella dei moderni).

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Il secondo

4 - Individuazione del problema e assunzione del punto di vista � Il secondo momento del saggio sarà quello più propriamente argomentativo. � A partire dalle divergenze evidenziate nei documenti, proporremo la nostra tesi e la discuteremo. � I documenti ci serviranno come appoggio alla nostra argomentazione: potranno rafforzarla (argomenti a favore della tesi) o metterla in crisi (argomenti a favore dell’antitesi). In questo caso, dovremo presentare dei controargomenti plausibili a sostegno della nostra tesi (confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi).

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: •

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: • Enunciazione della tesi • Esposizione degli argomenti a favore della tesi • Enunciazione dell’antitesi • Esposizione degli argomenti a favore dell’antitesi • Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi • Conclusione

5 - Preparazione della scaletta � Siamo dunque a conoscenza del problema e abbiamo

5 - Preparazione della scaletta � Siamo dunque a conoscenza del problema e abbiamo abbozzato una tesi. � Si tratta ora di scegliere la strategia attraverso cui la dimostreremo. � È insomma arrivato il momento di preparare la scaletta.

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per evidenziarne i punti nodali e più interessanti. • Confronto dei documenti sulla base di analogie, diversità, contrasti. • Raccolta delle informazioni e delle idee. • Individuazione del problema e assunzione del punto di vista. • Preparazione della scaletta per il testo. • Stesura del testo. • Rilettura e successiva copiatura del testo. • Rilettura finale.

5 - Preparazione della scaletta � Come abbiamo già detto, in base a quanto

5 - Preparazione della scaletta � Come abbiamo già detto, in base a quanto emerso dall’analisi e dal confronto dei documenti, divideremo il nostro saggio in due parti fondamentali: � 1. Presentazione del problema, che incentreremo sugli elementi di convergenza, integrati dalle nostre conoscenze.

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale:

ELEMENTI DI CONVERGENZA La società contemporanea tende a “uccidere” la diffusione della poesia Montale: «Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione» Gramellini: «E la rabbia di saperli (gli anziani) quasi costretti a scrivere, dal momento che il mondo non li ascolta più» . Vassalli: «La poesia è, ormai, un "genere" letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori» Raboni: – Conte: «Bisogna indicarli gli assassini della poesia: …» «Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato…» Cucchi: «La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone il surrogato di massa della poesia» Fruttero: –

5 - Preparazione della scaletta � Come abbiamo già detto, in base a quanto

5 - Preparazione della scaletta � Come abbiamo già detto, in base a quanto emerso dall’analisi e dal confronto dei documenti, divideremo il nostro saggio in due parti fondamentali: � 1. Presentazione del problema, che incentreremo sugli elementi di convergenza, integrati dalle nostre conoscenze. � 2. Argomentazione della nostra tesi, che incentreremo sugli elementi di divergenza, presentando il nostro punto di vista e dimostrandone la fondatezza.

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In

ELEMENTI DI DIVERGENZA Possibilità di «vita» della poesia nella società contemporanea Montale: NO «In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? » Gramellini: SÌ «Rimane la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei bambini» . Vassalli: NO «Forse, un capitolo della storia umana si è chiuso per sempre» . Conte: SÌ «la poesia non muore mai del tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare. […] è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la faranno» . Cucchi: SÌ «C'è però un fatto decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo genere espressivo. […] Sono loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai surrogati» . Fruttero: SÌ «Un mondo di suggestioni enigmatiche e dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato» .

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: •

Il saggio implica un punto di vista • I passaggi logici dell’argomentazione sono: • Enunciazione della tesi • Esposizione degli argomenti a favore della tesi • Enunciazione dell’antitesi • Esposizione degli argomenti a favore dell’antitesi • Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi • Conclusione

5 - Preparazione della scaletta � Non è tuttavia necessario che la scaletta della

5 - Preparazione della scaletta � Non è tuttavia necessario che la scaletta della parte argomentativa sia così schematica. Si possono adottare delle strategie alternative. � La scelta andrà fatta di caso in caso, in base alle caratteristiche del problema, al tipo di documenti disponibili, alle nostre conoscenze, alla natura della nostra tesi.

5 - Preparazione della scaletta � Gli argomenti che dimostrano e rafforzano una tesi

5 - Preparazione della scaletta � Gli argomenti che dimostrano e rafforzano una tesi possono essere di vario tipo. Un’affermazione può essere dimostrata: � con dati oggettivi; � con paragoni; � con esempi; � con citazioni; � con ragionamenti.

5 - Preparazione della scaletta � Per evidenziare i nessi logici nella scaletta, è

5 - Preparazione della scaletta � Per evidenziare i nessi logici nella scaletta, è importante fare uso dei connettivi logici per evidenziare i rapporti di causa/effetto, deduzione, accostamento, analogia, contrapposizione ecc.

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � aggiungere informazioni: e, inoltre,

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � aggiungere informazioni: e, inoltre, in più, pure, altresì ecc. � spiegare o precisare: cioè, ossia, ovvero, infatti ecc. � porre un'alternativa: o, oppure ecc. � contrapporre: ma, però, bensì, viceversa ecc.

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � indicare la causa che

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � indicare la causa che determina il fatto: perché, poiché ecc. � indicare la conseguenza di un fatto o di un'azione: dunque, perciò, pertanto, tanto… che ecc. � indicare lo scopo cui è diretta un'azione: perché, affinché ecc.

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � introdurre un paragone: come…

5 - Preparazione della scaletta �I connettivi logici possono: � introdurre un paragone: come… così, tanto… quanto ecc. � indicare la conclusione di quanto è stato affermato in precedenza: perciò, pertanto, dunque, quindi ecc.

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per

Dai documenti al saggio: a che punto siamo • Lettura attenta dei documenti per evidenziarne i punti nodali e più interessanti. • Confronto dei documenti sulla base di analogie, diversità, contrasti. • Raccolta delle informazioni e delle idee. • Individuazione del problema e assunzione del punto di vista. • Preparazione della scaletta per il testo. • Stesura del testo. • Rilettura e successiva copiatura del testo. • Rilettura finale.

6 – Stesura del testo � Ai fini della stesura del testo occorre ricordare

6 – Stesura del testo � Ai fini della stesura del testo occorre ricordare alcuni elementi che caratterizzano il saggio breve: � la scelta di un registro formale; � l’esposizione logica e consequenziale; � la cura dei legami e dei passaggi; � un linguaggio quanto più possibile rigoroso e specifico.

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme di documenti, è importante sapere fare un buon uso delle citazioni. A tal fine occorre ricordare che: � le citazioni sono uno strumento dell’argomentazione; � le citazioni fanno parte del nostro discorso, sia logicamente che sintatticamente; � le citazioni vanno attribuite ai loro autori.

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme di documenti, è importante saper fare un buon uso delle citazioni. A tal fine occorre ricordare che: � le citazioni sono uno strumento dell’argomentazione; � le citazioni fanno parte del nostro discorso, sia logicamente che sintatticamente; � le citazioni vanno attribuite ai loro autori.

6 – Stesura del testo � Le citazioni vengono usate come ragioni a sostegno

6 – Stesura del testo � Le citazioni vengono usate come ragioni a sostegno della propria argomentazione. Esse non sono mai fini a se stesse. � Bisogna sceglierle opportunamente e ridurle a una ragionevole lunghezza: il saggio non deve mai sembrare una compilazione acritica di opinioni altrui.

6 – Stesura del testo � Le citazioni possono costituire o supportare un argomento

6 – Stesura del testo � Le citazioni possono costituire o supportare un argomento a favore della tesi, un argomento a favore dell’antitesi, la confutazione di un argomento a favore dell’antitesi. � Possono anche servire a introdurre il problema o aiutarci a concludere il saggio. � È importante che le citazioni siano introdotte e/o seguite da frasi di raccordo che le inseriscano organicamente nel tessuto logico del nostro discorso.

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme di documenti, è importante sapere fare un buon uso delle citazioni. A tal fine occorre ricordare che: � le citazioni sono uno strumento dell’argomentazione; � le citazioni fanno parte del nostro discorso, sia logicamente che sintatticamente; � le citazioni vanno attribuite ai loro autori.

6 – Stesura del testo � Il raccordo, oltre che logico, deve essere anche

6 – Stesura del testo � Il raccordo, oltre che logico, deve essere anche sintattico. � Una citazione può costituire un periodo a sé. � Quando una citazione viene inserita in un periodo scritto da noi, occorre curare la correttezza sintattica del testo e la punteggiatura. A tal fine, senza modificare le parole, si può “tagliare” il testo citato (segnalando le omissioni) per inserirlo correttamente nel nostro discorso. � Se si “taglia” il testo, si deve fare sempre attenzione a rispettarne il significato.

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme

6 – Stesura del testo � Poiché il saggio si basa su un insieme di documenti, è importante sapere fare un buon uso delle citazioni. A tal fine occorre ricordare che: � le citazioni sono uno strumento dell’argomentazione; � le citazioni fanno parte del nostro discorso, sia logicamente che sintatticamente; � le citazioni vanno attribuite ai loro autori.

6 – Stesura del testo � Le citazioni vanno attribuite ai loro autori e

6 – Stesura del testo � Le citazioni vanno attribuite ai loro autori e vanno presentati i riferimenti bibliografici necessari per risalire ai testi da cui esse sono tratte. � Per le modalità con cui inserire queste indicazioni (tra parentesi, in nota ecc. ) si adotterà lo stile normalmente consigliato dall’insegnante della classe. � Si raccomanda però di fare in modo che le indicazioni bibliografiche non compromettano la scorrevolezza del testo.

6 – Stesura del testo � Se si forniscono la indicazioni bibliografiche nel corpo

6 – Stesura del testo � Se si forniscono la indicazioni bibliografiche nel corpo del testo, è essenziale controllare che siano sempre rispettate la sintassi e la punteggiatura. � Importante in tal caso può essere l’uso delle parentesi.

6 – Stesura del testo � Non dimentichiamo infine, in fase di stesura del

6 – Stesura del testo � Non dimentichiamo infine, in fase di stesura del testo, di indicarne il titolo. � Esso non va assolutamente confuso con l’argomento del saggio. � Un buon titolo è invece il riflesso della tesi di fondo che sosteniamo nel saggio. � Non dimentichiamo di prestare la dovuta attenzione alle consegne per verificare se esse richiedano altre indicazioni (come la destinazione editoriale del saggio stesso).