Predicazione di Giovanni Battista e tentazioni di Ges
Predicazione di Giovanni Battista e tentazioni di Gesù
Capitolo 3, 1 -15 Predicazione di Giovanni Battista
1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» . 3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: «Abbiamo Abramo per padre!» . Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12 Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» . 13 Allora Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? » . 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» . Allora Giovanni acconsentì.
La figura di Giovanni Battista Spartiacque tra due epoche: N. T e A. T Inserito nel movimento escatologicoapocalittico Fondatore di una setta Si colloca nella società come un rabbi Era una personalità di spicco Punto di riferimento perchè ritenuto profeta
Predicazione di Giovanni B. CONTESTO Farisei, o «separati» , sorti al tempo dei Maccabei, raggruppavano alcuni sacerdoti con una maggioranza di laici, reclutati spesso tra gli scribi o maestri della legge. Fedeli alla legge e alla tradizione orale ricevuta dagli antenati, erano diventati, al tempo di Gesù, gli animatori spirituali del popolo; il loro influsso nell’ambito religioso e morale non era per nulla trascurabile Sadducei, discendenti di Sadoc, sommo-sacerdote intronizzato al tempo di Salomone (cf. 1 Re 2, 35), costituivano il partito dei sacerdoti, poiché raggruppavano le ricche famiglie sacerdotali. Avevano accolto le costumanze greche e si adattavano al dominio romano, mentre in materia religiosa riconoscevano la Thora o Pentateuco, ma rifiutavano la tradizione orale, come anche la fede nella risurrezione, l’esistenza degli angeli e la provvidenza divina
Predicazione di Giovanni B. CONTESTO: tendenze estremiste Zeloti: costituivano un partito fanatico, politico e religioso allo stesso tempo. Sognando uno stato teocratico, pretendevano che solo Iahvé potessere re d’Israele e si proponevano di scuotere il giogo dei romani attraverso la violenza. Rifiutavano di pagare le imposte e si raccoglievano nel deserto per preparare la guerra santa; questa scoppiò effettivamente nel 66, al tempo della «ribellione giudaica» . Esseni: anch’essi ritirati nel deserto, preparavano nella solitudine la comunità messianica dell’alleanza.
Predicazione di Giovanni B. Dove predicava Giovanni predicava e battezzava sulle rive del Giordano a qualche decina di chilometri a nord di Kirbet Qumran, dove verso il 130 a. C. si era stabilita, in pieno deserto e non lungi dal Mar Morto, una comunità di sacerdoti contestatori, ritenuti un ramo del movimento esseniano. Vivendo nell’attesa del «giorno ultimo» , dediti allo studio della legge e alla purificazione del cuore, sotto la guida dello Spirito Santo, conducevano un’esistenza ascetica, centrata sulla condivisione del lavoro e dei beni, sul celibato, la sottomissione alla regola e al maestro della comunità. Praticavano dei riti di abluzione e celebravano un pasto d’alleanza, prefigurante, attraverso la benedizione del pane e del vino, il convito messianico. Senza dubbio la missione di Giovanni Battista s’inserisce in questa corrente,
Che significa la proclamazione profetica di Giovanni? Per Giovanni, essa esprime la certezza che l’attesa del popolo è infine realizzata; come i suoi contemporanei, egli crede che non può esserlo se non attraversò l’evento decisivo: la venuta del messia, che egli presenta come il giudice della fine dei tempi (3, 10 -12). In realtà, tra la predicazione di Giovanni e la “fine del mondo” non vi è spazio se non per un solo evento, la venuta di colui con il quale viene la fine del mondo. Giovanni è più che un profeta (Mt 11, 9), è tutti i profeti in uno solo: non annuncia un avvenimento della storia, annuncia l’evento che mette la fine alla storia.
Capitolo 3, 5 -15 Giovanni e Gesù messianismi a confronto
5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 13 Allora Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? » . 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» . Allora Giovanni acconsentì.
5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. La prima presenta l’esodo degli ebrei verso battesimo di Giovanni, ciò che permette a quest’ultimo di svolgere la sua proclamazione iniziale: «Convertitevi, perché si è avvicinato il regno dei cieli» (3, 2). Di fronte ai «farisei e sadducei» presenti nell’uditorio, dice ciò che è una conversione autentica (3, 7 -10), sviluppa quindi il suo concetto del regno dei cieli come la venuta del giudice escatologico nell’ira e nel fuoco (3, 11 -12).
13 Allora Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? » . La seconda descrive l’incontro di Giovanni e di Gesù; questi contesta la rappresentazione messianica del Battista facendosi battezzare, nonostante le reticenze del precursore (3, 13 -15 b).
15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» . Allora Giovanni acconsentì. La terza infine, molto breve (v. 15 c), riferisce la sottomissione di Giovanni, che «lascia fare» e acconsente a battezzare Gesù.
Temi maggiori in queste tre unità ü Prima unità Ø Ipocrisia Ø Discernimento ü Seconda unità Ø Gesù, contesta la concezione che il Battista ha del regno dei cieli e della venuta del messia ü Terza unità Ø giustizia Ø adempimento
Capitolo 4, 1 -11 Gesù e il diavolo: il rifiuto del messianismo temporale
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane» . 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» . 5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede» . 7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo» . 8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai» . 10 Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto» . 11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
Il testo è scandito da un quadruplice «allora» (4, 1. 5. 10. 11) Nella tentazione, Gesù affronta, non più un messianismo escatologico nella linea qumraniana, bensì un messianismo terrestre, nazionalista, quale lo concepivano gli zeloti. Vi è un evidente legame tra il battesimo e la tentazione: è lo Spirito, disceso in occasione del battesimo, che conduce Gesù nel deserto, non come gli esseni per andarvi a scrutare la legge e a ritrovare lo spirito dell’alleanza, né come gli zeloti per prepararvi la resistenza armata, ma per esservi tentato dal diavolo (4, 1).
Perché la tentazione zelota è qui espressa dal diavolo? Presentandosi al battesimo di Giovanni (3, 13), la cui predicazione denunciava il legalismo e l’ipocrisia delle autorità del tempo, Gesù si era collocato in realtà nel prolungamento dell’attesa escatologica d’Israele, di cui Giovanni Battista era il messaggero. Ma se l’escatologia si realizza in Gesù nel presente successivo della storia, si comprende come la vera «tentazione» possa essere quella del messianismo terrestre nel significato degli zeloti: la realtà della storia deve essere ricevuta nella sua totalità dal Padre, e l’uomo tenta sempre di appropriarsene.
Un’altra interpretazione, che concorda perfettamente con la mentalità rabbinica dell’evangelista, vede nella triplice tentazione un ampliamento del primo precetto della preghiera giudaica Shema Israel ( «Ascolta, Israele» ): «Tu amerai il Signore! tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6, 5). Il giudaismo considera infatti questo triplice atteggiamento come le tre colonne cui si fonda la realizzazione del mondo: la verità, la pace e la giustizia; così Gesù ha amato Dio «con tutto il cuore» , preferendo la verità della Parola di Dio alle proprie esigenze; «con tutta l’anima» , rifiutando il trionfo facile per portare agli uomini la pace; «con tutte le forze» , optando per la giustizia che fa rendere a ognuno ciò che gli è dovuto.
Tentazioni 1. L’uomo vuole dominare la materia, possedere e regolare i beni di consumo. II messia non avrà questo potere? La voce che invita Gesù a prendere come refezione le pietre del deserto, è quella dell’istinto e della carne dell’uomo, che tenta di soffocare la vita stessa di Dio. Ma Gesù ristabilisce l’ordine dei valori: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (v. 4 = Dt 8, 3). 2. Il tentatore eccelle nell’arte di abbellire le immagini; con pochi elementi egli abbozza un quadro grandioso. Regista abile, vuol far giocare a Gesù il ruolo di un messia trionfatore, che viene tra i suoi con potenza, una potenza, del resto, ricevuta da Dio. 3. La scena si allarga e prende le dimensioni del mondo. Gesù resta fedele alla sua missione; non abbandona la realtà per l’immagine, il regno dei cieli per i regni della terra. La sua opera di salvezza passa attraverso il reale: sofferenza e morte più che onori e gloria. Il figlio di Dio è veramente uomo: non vuole sottrarsi a ciò che è.
Conclusione Oggi come in altri tempi, vi sono ancora dei profeti, dei precursori del messia. Ma questo messia ognuno continua a raffigurarselo secondo il suo ambiente, la sua tradizione, le sue preoccupazioni, i suoi propri desideri. Solo il Figlio prediletto del Padre può giudicarci in verità, e la sua apparizione, in ognuna delle nostre vite, fa traballare i limiti delle nostre speranze umane e produce un frutto degno di conversione. Il riporre orgogliosamente la propria fiducia nel legalismo non è un atteggiamento morto, ed è bene talvolta che venga posto in questione dalla prospettiva di un giudizio decisivo. Non ci si può mettere al seguito di Gesù, se non si acconsente a passare attraverso la tentazione che prova e purifica il cuore umano da ogni tentativo di possesso, di riuscita umana o di annessione degli spiriti. Il regno dei cieli è anzitutto una liberazione interiore; invita a lasciare tutto ciò che costituisce la nostra vita quotidiana, per ritrovarla con uno sguardo trasformato, lo sguardo di figlio.
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