POTERI SIGNORILI Tipologia della signoria rurale a poteri

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POTERI SIGNORILI • Tipologia della signoria rurale: • a) poteri inerenti al vincolo personale

POTERI SIGNORILI • Tipologia della signoria rurale: • a) poteri inerenti al vincolo personale che avevano con un signore i suoi servi o commendati (commendatio) • b) poteri di natura economica: riscossione di censi e prestazioni (corvées) da parte di coloro che avevano terre in concessione (signoria fondiaria) • c) poteri di natura bannale, che si esercitavano sui residenti in un determinato territorio (signoria bannale, detta anche signoria di castello quando, come spesso avveniva, si appoggiava ad uno o più castelli).

- Poteri signorili di natura personale, economica e bannale spesso si trovavano riuniti nelle

- Poteri signorili di natura personale, economica e bannale spesso si trovavano riuniti nelle stesse mani e gravavano a titolo diverso sulle stesse persone, ma a volte la situazione era più complicata (groviglio dei poteri signorili) - Contenuto del banno (da ban, antico termine germanico già in uso in età carolingia per indicare il diritto di comandare e costringere per finalità di ordine pubblico): a) prestazioni d’opera per la costruzione e la manutenzione di un castello b) servizi di guardia c) obbligo di partecipare alla difesa come pedites in appoggio ai milites (cavalieri) vassalli d)assemblee (placiti) giudiziarie presiedute dal signore e accaparramento dei profitti della giustizia e) imposizione di dazi e pedaggi come corrispettivo della protezione di ponti, strade, passaggi obbligati f) monopolio di mulini, frantoi, forni.

SISTEMA CURTENSE • Scarsa attitudine delle nuove aristocrazie ad occuparsi dell’amministrazione patrimoniale. In condizioni

SISTEMA CURTENSE • Scarsa attitudine delle nuove aristocrazie ad occuparsi dell’amministrazione patrimoniale. In condizioni migliori gli enti ecclesiastici. • L’amministrazione delle grandi proprietà, come anche quella delle piccole aziende contadine, rispondeva ai criteri di un’economia di consumo. I grandi proprietari erano itineranti e consumavano sul posto. Gli enti ecclesiastici, e soprattutto i monasteri, erano invece costretti ad organizzare il trasporto delle derrate.

 • Articolazione della curtis (o villa) in: • a) riserva padronale (dominicum, pars

• Articolazione della curtis (o villa) in: • a) riserva padronale (dominicum, pars dominica), formata dalle terre gestite direttamente dal proprietario attraverso il lavoro di schiavi e le prestazioni d’opera (corvées), fornite gratuitamente da coloni liberi o di condizione servile; • b) massaricio (massaricium), complesso delle terre (mansi) date in concessione ai coloni in cambio del pagamento di canoni (in denaro, in natura o misti) e delle corvées, che erano l’elemento unificante dell’azienda curtense, consentendo il raccordo funzionale tra riserva padronale e massaricio; • c) incolto, cioè l’insieme di boschi, prati, paludi, utilizzati dai coloni per integrare, attraverso la pesca, la caccia e l’allevamento, il raccolto dei loro mansi, che era assai scarso, dato il livello produttivo assai basso dell’agricoltura del tempo.

 • Equilibrio precario tra dominicum e massaricium a causa del dinamismo dei patrimoni

• Equilibrio precario tra dominicum e massaricium a causa del dinamismo dei patrimoni fondiari: • a) mansi staccati da una curtis e aggregati a un’altra per vari motivi, tra cui le donazioni a chiese e monasteri • b) divisione della riserva signorile tra più eredi • Nel massaricio lavoravano sia massari di condizione libera sia massari di condizione servile, gravati da oneri diversi tra loro (le corvées dei primi erano più lievi di quelle dei secondi). • Tendenza all’assimilazione di servi e liberi in una condizione di servaggio, favorita dai mutamenti profondi nelle strutture politiche di età postcarolingia.