Postcolonial literature Towards a new canon Bill Ashcroft
Postcolonial literature Towards a new canon
Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures “(New Accents) 1989 § "We use the term ‘post-colonial’, however, to cover all the culture affected by the imperial process from the moment of colonization to the present day. This is because there is a continuity of preoccupations throughout the historical process initiated by European imperial aggression. "
Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures” (New Accents) 1989 "What each of these literatures has in common beyond their special and distinctive regional characteristics is that they emerged in their present form out of the experience of colonization and asserted themselves by foregrounding the tension with the imperial power, and by emphasizing their differences from the assumptions of the imperial centre. It is this which makes them distinctively post-colonial. "
PLACE AND DISPLACEMENT Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures” (New Accents) 1989 A valid and active sense of self may have been eroded by dislocation, resulting from migration, the experience of enslavement, transportation, or ‘voluntary’ removal for indentured labour. Or it may have been destroyed by cultural denigration, the conscious and unconscious oppression of the indigenous personality and culture by a supposedly superior racial or cultural model. The dialectic of place and displacement is always a feature of postcolonial societies
Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures” (New Accents) 1989 THE QUESTION OF LANGUAGE – WHOSE LANGUAGE? The discussion of post-colonial writing is largely a discussion of the process by which the language, with its power, and the writing, with its signification of authority, has been wrested from the dominant European power.
Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures” (New Accents) 1989 THE QUESTION OF LANGUAGE – WHOSE LANGUAGE? Post-colonial subjects needed to transform the language, to use it in a different way in its new context and so, as Achebe says, quoting James Baldwin, make it ‘bear the burden’ of their experience (Achebe 1975: 62).
THE QUESTION OF LANGUAGE – WHOSE LANGUAGE? Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures” (New Accents) 1989 In practice the history of this distinction between English and english has been between the claims of a powerful ‘centre’ and a multitude of intersecting usages designated as ‘peripheries’. The language of these ‘peripheries’ was shaped by an oppressive discourse of power. Yet they have been the site of some of the most exciting and innovative literatures of the modern period and this has, at least in part, been the result of energies uncovered by the political tension between the idea of a normative code and a variety of regional languages.
THE WESTERN CANON Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures “(New Accents) 1989 European theories themselves emerge from particular cultural traditions which are hidden by false notions of ‘the universal’. Theories of style and genre, assumptions about the universal features of language, epistemologies and value systems are all radically questioned by the practices of postcolonial writing.
THE WESTERN CANON Bill Ashcroft, Gareth Griffiths, Helen Tiffin, "The Empire Writes Back: Theory and Practice in Post-Colonial Literatures “(New Accents) 1989 More recently, as the range and strength of these literatures has become undeniable, a process of incorporation has begun in which, employing Eurocentric standards of judgement, the centre has sought to claim those works and writers of which it approves as British. In all these respects the parallel between the situation of post-colonial writing and that of feminist writing is striking.
§ Mutuato dalla teologia, in cui designa l’insieme dei testi Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 riconosciuti dalla Chiesa come autenticamente ispirati dalla divinità, il termine “canone” in letteratura indica, per traslato, l’insieme delle opere che in una data società, in un certo periodo o area geografica, sono ritenute fondamentali e autorevoli per i loro meriti letterari. Appare evidente come, nella formazione di qualsiasi canone, un ruolo di primo piano sia giocato dall’ideologia (p. 21).
Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 § In altre parole, il processo di canonizzazione dei testi letterari è sempre motivato dagli interessi (culturali, sociali, economici) e dalle credenze (religiose, politiche) di chi lo compila (21).
§ Fra i più recenti tentativi di canonizzazione, spicca il Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 ‘canone occidentale’ ipotizzato da Harold Bloom nel 1994 (The Western Canon), lista dei libri che si devono assolutamente conoscere. . . si tratta dell’elenco di quelle opere letterarie che “il mondo non sia disposto a lasciar morire” (Bloom, p. 16). § Canone è un elenco di libri da sottoporre ad attente riletture. . Un elenco di libri che si possono rileggere all’infinito” (p. 23) § Shakespeare e Hamlet (come coscienza introspettiva) al centro del canone.
§ Calvino, Perché Leggere i Classici (1991, opera postuma): § “Il classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 ha da dire” (Calvino p. 7), ovvero un testo che “tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno”, perché “persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile la fa da padrona” (Calvino pp. 11 -12). § I classici sono “quei libri che ci arrivano portando con sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato “ (Calvino pp. 6 -7).
§ Edward Said, Culture and Imperialism (1993) § Revisione del canone occidentale sulla base di una Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 lettura “contrappuntistica”, che tenga conto anche di quanto l’opera non dice apertamente ma lascia trasparire tra le pieghe del discorso o del soggetto, in termini di consenso con l’ideologia coloniale imperante. § Fondamentale per la critica postcoloniale il cambio di prospettiva e punto di vista § La nuova posizione postcoloniale è conscia di dover “malmenare” il classico per appropriarsene, e per poi poterlo rivisitare, rileggere, riscrivere attraverso la parodia, il pastiche, la rilettura ideologica.
§ Edward Said, Culture and Imperialism (1993) § In quest’ottica, lo stesso classico si configura come “libro Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 relazionale”, non fedele a un presunto canone occidentale in senso strettamente formale e ideologico, ma spesso capace di “riflettere diverse realtà, molteplici ideologie e credi, infinite situazioni, espresse in un crogiolo di linguaggi che, lungi dal conferire scorrettezza al dettato, ne aumentano il fascino e la potenza” (Albertazzi su Said, p. 26).
§ Salman Rushdie, The Ground Beneath Her Feet (1999) § Sulla prospettiva / il punto di vista postcoloniale e verso la revisione del canone: Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 § “Le uniche persone che vedono tutto il quadro… sono quelle che escono dalla cornice” (Rushdie citato in Albertazzi, p. 26) § Nessi con feminist criticism, womanist criticism, minority cultures – posizione epistemologica marginale fondamentale per avere il quadro completo.
§ Letteratura postcoloniale come letteratura minore / minority literature? § Deleuze-Guattari, letteratura minore non come Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 letteratura di una lingua minore ma di una minoranza in una lingua maggiore”. § Quale canone è possibile in cui trovino spazio le opere non occidentali scritte in lingue europee? ?
§ Postcoloniale/postmoderno § Tratti comuni / tratti specifici - Sindrome di Sherazade – morte del narratore che dona autenticità alle parole (postmoderno/postcoloniale) ma con differenze Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 Postcoloniale narrazione fortemente collettiva, estraniata e straniante, dialettica e corale, che porta a una posizione dinale. Lo scrittore postcoloniale non narra per salvare la vita a sé stesso, ma alla propria comunità, riscrivendo la stria dalla parte dei vinti. - Revisione della storia (postmoderno/postcoloniale) ma con differenze – “non saremo mai capaci di rivendicare ciò che abbiamo perso… in breve, creeremo finzioni, non città o villaggi reali, ma città invisibili, patrie immaginarie” (Salman Rushdie, Imaginary Homelands, 1991), p. 10. Postcoloniale – revisione della storia come ricerca di appartenenza e dinamica collettiva vs postmoderno revisione della storia come crisi della storicità.
§ Postcoloniale/postmoderno § Tratti comuni / tratti specifici - Riscrittura del canone Silvia Albertazzi, “Canone”, in “Abbecedario Postcoloniale”, Quodlibet 2001 Postmoderno – distruzione di illusione narrativa, realtà come contesto di molteplici affabulazioni. Revisione del canone per accumulo. Postcoloniale – revisione del canone per contaminazione; riscrittura di elemnti selezionati dei romanzi canonici in senso retrospettivo e di “contagio” – passaggio di narrazioni, storie, sogni esperienze da epoca, da comunità Dalle fine della storia postmoderna al contagio e la rinascita della storia.
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