Percezione del rischio tecnologico Prof Lucia Savadori Universit
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Percezione del rischio tecnologico Prof. Lucia Savadori Università di Trento
PARTE 1 LA PERCEZIONE DEL RISCHIO
Science of Risk Assessment Rischio = probabilità x intensità x esposizione x vulnerabilità Subjective Risk Assessment Rischio = ……
11 Settembre 2001: attacco terroristico alle torri gemelle, N. Y. , USA Due tipi di danni: 1. Danni diretti: per le conseguenze immediate dell’azione terroristica ci sono state circa 3000 vittime. 2. Danni indiretti: per le conseguenze che non erano sotto il controllo dei terroristi, ma che hanno un’origine psicologica si sono avuti altri danni (per esempio, danni finanziari nel settore aereo, perdita di posti di lavoro nel settore turistico, etc. ).
( da Gigerenzer , 2006)
…“the total estimated number of Americans who lost their lives on the road by trying to avoid the risk of flying is 1, 595. ”…
Ogni volta che facciamo girare la roulette, la pallina può cadere su qualsiasi numero, rosso o nero. L’evento è totalmente casuale.
Terremoto I terremoti non sono prevedibili, ma la probabilità di un terremoto non è completamente casuale: è minore subito dopo che è successo e aumenta da quel momento in poi.
Un esempio: l’assicurazione contro il terremoto Probabilità dell’evento Numero di polizze vendute Tempo Terremoto Le persone lasciano scadere la loro assicurazione mano che il tempo passa perché si attenua la memoria dell’evento emotivo (Kunreuther 1996)
Se il rischio è la possibilità di un evento avverso allora, quale corso di azione comporta più rischi? VA _______ A: perdi 100 euro con il 50% di probabilità -50€ B: perdi 500 euro con l’ 10% di probabilità -50€ La nostra scelta è soggettiva
Alcune questioni da capire 1. Come le persone “percepiscono” il rischio? 2. Quali fattori determinano la percezione del rischio e l’accettazione del rischio? 3. Come le persone decidono in situazioni di rischio? 4. Quali sono le implicazioni per la comunicazione del rischio?
La percezione del rischio • Mappa cognitiva della percezione del rischio • Slovic, P. (1987). Perception of Risk. Science, Vol. 236. no. 4799, pp. 280 – 285. • L’euristica affettiva ed il sistema a doppia via • Finucane, M. , Alhakami, A. , Slovic, P. , & Johnson, S. (2000). The affect heuristic in judgments of risks and benefits. Journal of Behavioral Decision Making, 13(1), 1 -17. Paul Slovic Decision Research, Eugene, Oregon
La psicologia delle decisioni in condizioni di rischio • Euristiche e bias • Tversky, A. , & Kahneman, D. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Science, 185, 1124 -1131. • Il sistema a doppia via • Kahneman D. (2003). A Perspective on Judgment and Choice: Mapping Bounded Rationality. American Psychologist, Vol. 58, No. 9, 697– 720 Amos Tversky Daniel Kahneman
Il “rischio” è un concetto complesso e controverso
Di cosa ci dovremmo preoccupare
Ci preoccupiamo molto per… 17
Ci preoccupiamo poco per… • “Climate change” (riscaldamento terrestre) ed altri pericoli per la natura e l’ambiente • Disastri naturali (terremoto, tsunami, inondazione, tempeste) • Popolazioni in pericolo (AIDS, fame, povertà, genocidi) Bioweek 5 -11 Ottobre 2009 Trento 18
Il rischio è spesso al centro di controversie e conflitti
Il conflitto esperti vs. pubblico È un esempio di un problema che fonda le ragioni in una diversa definizione di rischio
La complessità del rischio Risk assessment (identificazione e misurazione) – – – – – Tossicologia Epidemiologia Analisi ingegneristica Meteorologia Geologia Microbiologia Astrofisica Radiazioni Biologia …. Risk Management (valutazione, percezione, comunicazione) – …manca ricerca!!!
Quale rischio? • Rischio come “pericolo” – che cosa dobbiamo classificare come un pericolo e che cosa no • Rischio come probabilità – Qual è il rischio di una malformazione fetale dopo l’esposizione ad un agente (virus, farmaco etc. ) • Rischio come conseguenza – Qual è il rischio di lasciare scadere il ticket del parcheggio? Risposta: prendere una multa. • Rischio come potenziale avversità: – Quanto è rischioso guidare una motocicletta? (rischio +/-= probabilità x gravità esito) Il linguaggio del rischio è confuso, la definizione però è importante!
Che cosa è il rischio • Il rischio non “esiste lì fuori” in maniera indipendente dalla nostra mente e dalla nostra cultura, che aspetta di essere misurato. • Le persone hanno coniato il termine rischio per capire ed affrontare le incertezze della vita. • Non esiste un “rischio vero” o “rischio oggettivo”: il rischio di incidente nucleare o la stima tossicologica di un rischio tumorale sono basati su modelli teorici, la cui struttura è soggettiva e basata su assunzioni.
Scegliere una misura di rischio • Ogni modalità con la quale decidiamo di riassumere il numero di persone morte, implica uno specifico set di valori. – Per esempio, contare il numero di fatalità, implica dare un eguale peso a: • • Bambini, giovani ed anziani Morti dolorose e morti non dolorose Morti volontarie e morti non volontarie Morti giuste (benefiche) vs. ingiuste (non benefiche)
Il rischio ha una natura multidimensionale • Il pubblico ha un concetto di rischio che è qualitativo e complesso, incorpora considerazioni come l’incertezza, la paura, il potenziale catastrofico, la controllabilità, l’equità, il rischio per le generazioni future, etc. e tutte queste dimensioni entrano nell’equazione mentale del rischio
I valori sono parte integrante del concetto di rischio • Al di sotto delle dimensioni del rischio risiedono questioni intrise di valori e queste dimensioni devono essere prese in considerazione nelle decisioni di policy che riguardano il rischio. • Per esempio, il rischio di cancro (un rischio «terrificante» ) è uguale o peggio del rischio da incidente d’auto (un rischio non «terrificante» ). Un rischio imposto ad un bambino è più serio di un rischio accettato volontariamente da un adulto? Le morti separate di 50 passeggeri sono equivalenti alle morti di 50 passeggeri in un incidente aereo?
Decidere come definire il rischio è un esercizio di potere! • Chiunque controlli la definizione di rischio, controlla la soluzione razionale al problema. • Se definisci il rischio in un modo, allora, una opinione salirà come quella più cost-effective o più sicura, se lo definisci in un altro modo (magari incorporando gli aspetti di volontarietà), la soluzione ideale sarà un’altra.
Decidere le giuste politiche è complesso • Costo della rimozione dell’amianto – la rimozione dell’amianto dagli edifici scolastici di tutti gli Stati Uniti costerebbe $100. 000 e salverebbe 400 vite umane in 40 anni, che equivale a dire $250. 000 per ogni vita salvata (Breyer, 1993) • Vantaggio ottenuto da un aumento del reddito individuale – se invece dessimo i soldi direttamente alle persone, secondo alcuni dati, una vita salvata costerebbe (solo) $10. 000, perché le persone possono usare questi soldi per migliorare la propria sicurezza personale (Lutter e Morrall, 1994) • Vantaggio ottenuto dall’introduzione di regolamenti – se si investisse in regolamentazione si potrebbe ottenere una vita salvata quasi a costo zero (es. aumenti nella sicurezza dei veicoli a motore, Tengs et al. , 1995) • Conclusione: – Secondo questi calcoli e secondo i modelli normativi potremmo risparmiare soldi e vite umane se spostassimo le risorse dedicate alla 30 rimozione dell’amianto su altri interventi come il controllo
Lichtenstein et al. 1987 La stima soggettiva di frequenze • Molte persone hanno paura di essere vittima di un reato, forse più di quanto sia giustificato dalle statistiche ufficiali sulla criminalità. Come mai? 1. Una possibile spiegazione è che i reati commessi siano in realtà di più di quelli rivelati nelle statistiche ufficiali 2. Una seconda spiegazione è che la gente sovrastimi la prevalenza della criminalità violenta perché questi argomenti sono quelli più citati dai media 31
Lichtenstein et al. 1987 • La prima ricerca volta a studiare quanto gli individui siano accurati nello stimare i rischi è quella condotta negli Stati Uniti nel 1978 da Sara Lichtenstein e colleghi. • Gli autori hanno scelto 41 cause di morte, che variavano notevolmente in frequenza: – Per esempio, hanno scelto il botulismo (causa di morte rara) e l’ictus (causa di morte frequente). – Alcune cause erano naturali, per esempio, il cancro allo stomaco, mentre altre erano innaturali, come l'omicidio. • Gli autori hanno fatto la previsione che le cause non naturali con alta copertura mediatica sarebbero state giudicate più frequenti delle cause naturali come il cancro allo stomaco. 32
Lichtenstein et al. 1987 33
Lichtenstein et al. 1987 • I risultati confermarono le previsioni di Lichtenstein et al. : – anche se il cancro dello stomaco era 5 volte più frequente rispetto all’omicidio, i partecipanti hanno valutato l'omicidio circa 1, 6 volte più frequente rispetto al cancro allo stomaco. – Inoltre, la copertura dei media è risultata elevata per gli omicidi, ma completamente assente per il cancro allo stomaco, ed era un buon predittore statistico della stima di frequenza di cause di morte. • Conclusioni: le stime di frequenza degli eventi letali si basano sull’euristica della disponibilità. – Infatti, tra le cause più sopravvalutate vi erano eventi clamorosi come il tornado, le inondazioni, gli omicidi. – Mentre le cause di morte più sottovalutate sono state quelle non molto coperte dai media, come l'asma, la tubercolosi, il diabete, il cancro dello stomaco, e le malattie cardiache. 34
Euristica della disponibilità • DEFINIZIONE: consiste nel giudicare “la frequenza di una classe o la probabilità di un evento in base alla facilità con la quale esemplari o casi possono venire in mente” (Tversky e Kahneman, 1974, p. 1127). • L’euristica della disponibilità produce giudizi solitamente accurati perché, a parità di condizioni, è più facile rievocare/immaginare eventi realmente più comuni che rievocare/immaginare eventi meno comuni. • Ma l’euristica della disponibilità può trarre in errore se l’evento viene facilmente recuperato per motivi che non sono la sua reale frequenza di accadimento (come per esempio quando è associato ad una esperienza recente o ad una elevata salienza emotiva). 35
Esercitazione • Per ogni coppia, scegliere la causa di morte che è più frequente negli Stati Uniti: 1. (a) Diabete (b) Omicidio 2. (a) Tornado (b) Fulmine 3. (a) Incidente automobilistico (b) Cancro allo stomaco 36
Esercitazione • Per ogni coppia, scegliere la causa di morte che è più frequente negli Stati Uniti: 1. (a) Diabete (b) Omicidio 2. (a) Tornado (b) Fulmine 3. (a) Incidente automobilistico (b) Cancro allo stomaco 37
Tversky e Kahneman, 1973 Si consideri un generico testo di inglese e la lettera R. E’ più probabile che la lettera R appaia in prima posizione o in terza posizione? |__| Prima posizione |__| Terza posizione • Tversky e Kahneman (1973) hanno utilizzato cinque consonanti (K, L, N, R, V), ciascuna delle quali era in realtà più frequente nella terza posizione. • Risultati: di 152 partecipanti, 105 hanno giudicato la prima posizione più probabile per la maggior parte delle lettere e i restanti 47 hanno giudicato la terza posizione più probabile per la maggior parte delle lettere. Ciascuna delle cinque lettere è stata giudicata dalla maggioranza dei partecipanti più frequente nella prima che nella terza posizione. 38
Sherman et al. , 1985 • I partecipanti dovevano stimare la probabilità di contrarre una malattia: – Gruppo di controllo: solo formulare la stima di probabilità – Gruppi sperimentali (2): esprimere il giudizio dopo aver immaginato di aver contratto la malattia • Il compito di immaginazione era di due tipi: 1. Sintomi concreti e facili da immaginare (stanchezza, dolori muscolari, mal di testa frequente ed intenso) 2. Sintomi astratti e difficili da immaginare (vago senso di disorientamento, malfunzionamento del sistema nervoso, fegato infiammato) • Risultati: la media dei giudizi di probabilità era più elevata nel gruppo che aveva immaginato i sintomi concreti, rispetto al gruppo di controllo. La media dei giudizi di probabilità era più bassa anche nel gruppo di coloro che avevano immaginato i sintomi astratti, rispetto al gruppo di controllo. • Conclusioni: l’immaginazione può aumentare o diminuire la stima di probabilità. 39
Schwartz et al. , 1991 • Si parla genericamente di disponibilità, ma questa potrebbe essere il frutto di due processi: 1. una impressione soggettiva di facilità di recupero 2. l’effettivo recupero di un numero maggiore di esemplari – Es. le consonanti (R) in prima o terza posizione • Schwartz e colleghi (1991) hanno verificato quale delle due ipotesi fosse supportata dai dati empirici trovando sostegno per la prima (facilità di recupero). 40
Schwartz et al. , 1991 • Esperimento 1: – 4 gruppi di partecipanti dovevano valutare il proprio grado di assertività su una scala da 1 a 10: • Gruppo 1: dopo aver riportato 6 esempi di comportamento assertivo • Gruppo 2: dopo aver riportato 12 esempi di comportamento assertivo • Gruppo 3: dopo aver riportato 6 esempi di comportamento non assertivo • Gruppo 4: dopo aver riportato 12 esempi di comportamento non assertivo – Pre-test: le persone trovavano più facile rievocare 6 esempi rispetto a 12. 41
Schwartz et al. , 1991 • Ipotesi a sostegno della facilità di recupero: 1. Gruppo 1 (6 esempi di comportamento assertivo) conduce a stime di assertività più elevate rispetto al Gruppo 2 (12 esempi di comportamento assertivo) 2. Gruppo 3 (6 esempi di comportamento non assertivo) conduce a stime di assertività meno elevate del gruppo 4 (12 esempi di comportamento non assertivo) • Ipotesi a sostegno del numero di esempi: 1. Gruppo 1 (6 esempi di comportamento assertivo) conduce a stime di assertività meno elevate rispetto al Gruppo 2 (12 esempi di comportamento assertivo) 2. Gruppo 3 (6 esempi di comportamento non assertivo) conduce a stime di assertività più elevate del gruppo 4 (12 esempi di comportamento non assertivo) 42
Schwartz et al. , 1991 Risultati dell’interazione tra “valence” (facilità di recupero) x “number of exemplars” (numero di esemplari) , F (1, 36) = 3. 40, p <. 07 1 43
L’euristica della disponibilità e la memoria • L’euristica produce degli errori in quei casi in cui la facilità di recupero è legata a fattori diversi dalle sole frequenze di accadimento che influenzano la memoria: § Emozioni forti: l’adrenalina ed il cortisone prodotti dall’amigdala aumentano le capacità di memoria in modo che l’esperienza verrà ricordata vivamente. § Tempo: Le cose più recenti si ricordano meglio. § Le immagini : le immagini si ricordano meglio, ma anche l’istruzione di immaginare aumenta la frequenza percepita. § Elaborazione: le cose che noi ripetiamo di più e/o che elaboriamo più in profondità si ricordano meglio. 44
Fischhoff e Mac. Gregor (1983) • Il rischio può essere espresso con stime differenti, riguardo alla medesima fonte di rischio a seconda del modo in cui agli individui viene richiesta la valutazione. • In Fischhoff e Mac. Gregor (1983) veniva chiesto a diversi gruppi di individui di stimare la “frequenza di morte di una serie di cause letali” rispondendo a quattro differenti formulazioni della domanda: 1. «su ogni 100. 000 persone colpite da … quante ne moriranno? » 2. «se n persone sono state colpite da …, quante ne moriranno? » 3. «per ogni persona morta, quanti sono stati colpiti da …, ma sopravvivranno? » 4. «n persone sono morte, quante persone sono state colpite da …, ma non sono morte? » . • È evidente che il rischio oggettivo non si modifica per effetto della diversa formulazione della domanda, mentre è proprio la diversità dei quesiti (che pure sono sostanzialmente e formalmente analoghi) a causare valutazioni molto differenti. 45
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Fischhoff et al. (1978) • La grandezza dei rischi soggettivi varia a seconda che chi esprime le stime sia un esperto o una persona che non abbia dimestichezza con le statistiche relative ai rischi. • Fischhoff e colleghi (1978) hanno intervistato tre gruppi di non esperti (aderenti alla Lega delle elettrici di Eugene, studenti dell’Università dell’Oregon e professionisti aderenti a un Club di Eugene), e un gruppo di esperti (geografi, biologi, biochimici, economisti, ecc. ). • A tutti è stato chiesto di ordinare 30 fonti di rischio rispetto alla possibilità di morire come conseguenza delle attività o tecnologie indicate nella lista. • I risultati mostrarono che mentre c’era una sostanziale omogeneità tra le valutazioni espresse dai tre gruppi di non esperti, l’ordine di rango formulato dagli esperti è invece molto differente. 47
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Loewenstein and Mather (1990) George Loewenstein 1 and Jane Mather 2 (1) Graduate School of Business, University of Chicago, 1101 East 58 th Street, 60637 Chicago, Illinois (2) Graduate School of Business, University of Chicago, USA Abstract: This article examines how public concern about different social problems changes over time in response to fluctuations in problem severity. Examining time series of concern and objective severity for nine different problems, both graphically and econometrically, we address three main questions. First, how closely does concern track fluctuations in problem severity? Second, what psychological processes mediate the relationship between concern and problem severity? Finally, what factor(s) distinguish between problems for which tracking is accurate and inaccurate? Loewenstein, George & Mather, Jane, 1990. " Dynamic Processes in Risk Perception, " Journal of Risk and Uncertainty, Springer, vol. 3(2), pages 155 -75.
Loewenstein and Mather (1990) • Perception of 9 risks (AIDS, Crime, Teen suicide) • Objective measures • Risultati: – A volte la percezione saliva, quando saliva il rischio a volte scendeva, e comunque c’erano delle “wild fluctiuations” nel grado di percezione che non erano connessi ai rischi veri e propri. • Conclusioni degli autori: “non è applicabile nessuna relazione generale tra il rischio percepito ed il rischio attuale”
Come percepiamo i rischi • La nostra percezione del rischio è confusa: Per es. – Domanda: Qual è il fattore di rischio principale per il tumore al seno? (Oxford Univ survey)
Come percepiamo i rischi • La nostra percezione del rischio è confusa: Per es. – Domanda: Qual è il fattore di rischio principale per il tumore al seno? (Oxford Univ survey) – Risposte: • • • 54% l’età non conta 25% il rischio è maggiore a 50 anni 9% il rischio è maggiore a 40 anni 1% il rischio è maggiore a 70 anni 0. 7% dice che il rischio è maggiore a 80 anni.
Stranezze • In Europa ci sono più cellulari che persone, però più del 50% degli europei pensa che il cellulare faccia dei danni alla salute. • In Europa si fuma moltissimo ma si è contrari ai cibi OGM. • Siamo contrari al nucleare ma paghiamo cifre enormi per poterci sdraiare al sole: – Chernobyl: 9000 vittime – Tumore alla pelle OGNI ANNO in USA: 10. 000 vittime
NASCAR • http: //www. metacafe. com/watch/67212/nasc ar_crashes_compulation/ • In 5 anni ci sono stati 3000 scontri durante NASCAR e circa una morte ogni anno.
Percezione del rischio • Definizione: – La percezione del rischio è il giudizio di rischio che le persone usano quando devono valutare e decidere comportarsi in riferimento a dei rischi o presunti tali (comportamenti, sostanze, tecnologie). 57
L’approccio psicometrico • Un primo approccio utilizzato per spiegare i comportamenti degli individui di fronte al rischio è l’approccio “psicometrico” che consiste nel misurare il rischio percepito chiedendo alle persone di esprimere i propri giudizi o credenze relativi al rischio (Slovic, et al. , 1985). • Questo approccio ha evidenziato che i rischi per cui le persone si preoccupano di più hanno alcune “caratteristiche” in comune. 58
Il «paradigma psicometrico» • La tecnica per indagare la rappresentazione cognitiva del rischio fu sperimentata alla fine degli anni Settanta da un gruppo di studiosi americani costituito da Fischhoff, Slovic, Lichtenstein, Reed e Combs del Decision Research, un centro di ricerca privato dell’Oregon (negli Stati Uniti). • La tecnica, conosciuta come «paradigma psicometrico» , consiste nel chiedere a gruppi di persone di: 1. valutare da 0 a 100 la pericolosità di diverse attività sostanze o tecnologie (ad esempio energia nucleare, armi portatili, fumo, uso di pesticidi, fare scalate, ecc. ). 2. valutare ciascuna di queste attività, sostanze o tecnologie su una scala da 1 a 7 in relazione a un certo numero di dimensioni (es. gravità delle conseguenze derivanti da quelle fonti di rischio, grado di controllo esercitabile su quelle attività, immediatezza delle conseguenze di quel rischio, volontarietà del rischio, esposizione personale alle fonti di rischio, conoscenza da parte del mondo scientifico etc. ) 59
Il «paradigma psicometrico» • I risultati vengono poi analizzati con la tecnica dell’analisi fattoriale, e permettono di osservare la rappresentazione mentale del rischio è descritta da due fattori principali: l’aspetto terrificante e la conoscenza del rischio. • Ciò significa che quando gli individui valutano i rischi, utilizzano queste due dimensioni di giudizio, dimensioni che riassumono le differenti caratteristiche descrivono le fonti di rischio valutate. 60
L’approccio psicometrico: la misura del rischio percepito il termine “rischio” non viene definito “quanto ritieni rischiose le seguenti attività, sostanze o tecnologie, per la società italiana nel suo complesso” i veicoli a motore 0_ _ _ _ 100 i pesticidi 0_ _ _ _ 100 le centrali nucleari 0_ _ _ _ 100 … fino a 90 item 61
L’approccio psicometrico: la magnitudine del rischio 62
Savadori, Rumiati & Bonini (1998) Rischi Stima degli esperti Stima del pubblico Guerra Droga Armi nucleari Fumare Mafia (criminalità organizzata) Energia nucleare Armi leggere Inefficienza soccorso medico Veicoli a motore Carenza strutture sanitarie/ospedaliere 59, 10 57, 70 57, 30 52, 50 51, 20 44, 20 42, 60 41, 30 38, 30 69, 60 66, 40 64, 00 59, 50 63, 10 54, 10 51, 90 50, 70 42, 70 48, 10 Pesticidi e Fertilizzanti chimici Micro criminalità (furti, scippi) Motociclette Viaggiare in auto il sabato sera Bevande alcoliche Psicofarmaci 37, 90 37, 70 37, 60 37, 10 35, 40 33, 20 33, 50 43, 40 43, 70 40, 10 36, 60 31, 70 63
Alpinismo Scontri interraziali Energia Elettrica Industrie petrolifere Antibiotici Conservanti per cibi Raggi X Tensioni Sociali Crisi Economiche Chirurgia Aeronautica militare Falciatrici Industrie siderurgiche Elettrodomestici Ferrovie Aviazione Commerciale Caccia Sciare Conflitti familiari Bicicletta Nuotare Giocare a calcio 30, 80 29, 50 26, 20 25, 40 24, 70 24, 10 24, 00 23, 50 23, 10 22, 50 22, 40 22, 20 21, 40 19, 30 19, 20 14, 70 13, 90 12, 70 8, 40 5, 40 34, 20 37, 70 27, 40 29, 90 21, 60 22, 50 22, 40 24, 70 18, 00 30, 40 25, 70 28, 30 19, 40 24, 30 33, 00 24, 40 19, 30 17, 70 14, 00 14, 10 9, 20 6, 50 (Savadori, Rumiati & Bonini , 1998) 64
L’approccio psicometrico: le “caratteristiche” • Catastrofico: se produce molti danni tutti insieme la nostra percezione del rischio sale. • Familiarità: se è nuovo o non familiare ci preoccupiamo di più. • Comprensione: se pensiamo che il modo in cui una tecnologia funzioni non sia molto compreso, allora la riteniamo più rischiosa. • Controllo personale: se pensiamo di poter controllare il danno potenziale riteniamo la tecnologia meno pericolosa. • Volontarietà: se non scegliamo noi di sottoporci al rischio lo riteniamo più rischioso. • Bambini: se sono coinvolti dei bambini è percepito molto più pericoloso. • Generazioni future: se mette a rischio le generazioni future lo riteniamo più pericoloso. • Identità della vittima: se si possono identificare delle vittime, piuttosto che citare statistiche, il rischio sembra più pericoloso. 65
• Terrore: se gli effetti generano paura, la sensazione di rischio sale. • Fiducia: se non ci fidiamo delle istituzioni coinvolte, il rischio è percepito più alto. • Media: più i media dedicano spazio, più la gente si spaventa. • Storia di incidenti: eventi negativi accaduti nel passato, alimentano la paura. • Equità: se i benefici vanno ad alcuni e i rischi vanno ad altri, allora ci sembra più pericoloso. • Benefici: se i benefici non sono chiari, sembra più rischioso. • Reversibilità: se gli effetti di qualcosa che va male non possono essere modificati, allora il rischio cresce. • Esposizione personale: se mi colpisce personalmente, allora è più rischioso. • Origine: i rischi prodotti dall’uomo sono giudicati più pericolosi di quelli in natura. • Effetti nel tempo: se sono immediati, hanno più peso, se sono nel futuro, sono meno rilevanti. 66
Radiazioni Slovic, 67
Mappa mentale dei rischi
Rappresentazione mentale del rischio in un campione di soggetti non esperti (Savadori et al. 1998)
Il «paradigma psicometrico» • Grazie a ricerche condotte con lo stesso paradigma in differenti nazioni e in periodi differenti è stato dimostrato che questa struttura è relativamente generalizzabile in una molteplicità di culture. • Questo farebbe pensare che individui americani, tedeschi, scandinavi o italiani utilizzino le stesse dimensioni di giudizio per valutare i rischi. In altre parole, almeno nel mondo occidentale, tutti gli individui hanno la stessa rappresentazione o «mappa cognitiva» del rischio. 72
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Biotecnologie
Rischio percepito delle biotecnologie Fonte: Savadori L. , Savio S. , Nicotra E. , Rumiati R. , Finucane M. , Slovic P. , "Expert and public perception of risk from biotechonology". Risk Analysis: an international journal, 2004. v. 24, 5, p. 1289 -1299 78
Fonte: Savadori L. , Savio S. , Nicotra E. , Rumiati R. , Finucane M. , Slovic P. , "Expert and public perception of risk from biotechonology". Risk Analysis: an international journal, 2004. v. 24, 5, p. 1289 -1299 79
Fonte: Savadori L. , Savio S. , Nicotra E. , Rumiati R. , Finucane M. , Slovic P. , "Expert and public perception of risk from biotechonology". Risk Analysis: an international journal, 2004. v. 24, 5, p. 1289 -1299 80
Biotecnologie/alimenti
Mappa mentale delle applicazioni biotecnologiche (non esperti) Applicazione benefica Applicazione paurosa Fonte: Savadori L. , Savio S. , Nicotra E. , Rumiati R. , Finucane M. , Slovic P. , "Expert and public perception of risk from biotechonology". Risk Analysis: an international journal, 2004. v. 24, 5, p. 1289 -1299
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Le dimensioni del rischio • Limiti: è una lista di fattori consci (accessibili alla coscienza) e sappiamo che la nostra coscienza ha una forte tendenza a razionalizzare, ovvero a trovare risposte a domande anche le risposte non ci sono (es. Gazzaniga).
Due curiosità … • Il “Dread factor”: – Correla con tutte le altre dimensioni – È un forte predittore del giudizio di rischio • La sistematica correlazione negativa tra rischi e benefici nella mente delle persone.
PARTE 2 La natura emozionale della percezione del rischio
Il rischio è valutato dalle persone essenzialmente sulla base di “sentimenti immediati” (gut feelings).
• è lento • esamina l’evidenza • fa calcoli, fa considerazioni • quando decide, è facile spiegare a parole le ragioni Slovic et al. , 2006 • Funziona in modo inconscio/automatico • è veloce • non necessita di istruzione formale • Siamo consci delle emozioni che produce • difficile descrivere a parole le ragioni • usa le euristiche di ragionamento
Sistema 1 (esperienziale) Il sistema 1 è il frutto di una evoluzione umana forgiatasi in un ambiente molto diverso da quello che abbiamo oggi, funziona tramite veloci associazioni emotive collegate alle rappresentazioni mentali evocate da uno stimolo
Evoluzione • 5. 000 – 7. 000 di anni fa primi Hominidi • 2. 000 anni fa: Homo – Cervello da 400 c 3 a 650 c 3 • 500. 000 anni fa: – Cervello da 650 a 1200 • 150. 000 anni fa: Homo sapiens – Cervello raggiunge i 1400 c 3 • Selezione e mutazione: anche per il cervello • Il cervello è stata la nostra arma migliore per sopravvivere e forse per questo si è evoluto in dimensioni tali da comportare anche disagi (morte per parto, colli rotti, 1/5 dell’energia del corpo)
Il cervello • Si è evoluto soprattutto durante l’era paleolitica 2. 000 anni fa, non recentemente. • In proporzione: – Età nomade di caciatori-raccoglitori: 200 pagine – Società agricola: 1 pagina – Il tempo moderno (ultimi 2 secoli): un paragrafo. • Il nostro cervello è quasi uguale a quello di un uomo dell’età della pietra? – Amigdala/cervello rettile o cervello “lizard”
Professor risk (Cambridge U) • http: //www. youtube. com/watch? v=a 1 Pt. Q 67 u r. G 4
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