ORFEO ED EURIDICE a s 20192020 Classe 4Eu

ORFEO ED EURIDICE a. s. 2019/2020 Classe 4^Eu Marika Lo Pipero Veronica Moras Giulia Trevisan

L’OPERA Orfeo, Euridice ed Aristeo sono i personaggi principali della digressione conclusiva del libro IV delle Georgiche di Virgilio. Il mito di Orfeo ed Euridice è uno dei più celebri di tutta la tradizione mitologica greca.

I PERSONAGGI ORFEO: è il protagonista della vicenda. Personaggio della mitologia greca, figlio del Re della Tracia, Eagro, e di una delle Muse (Pollinia o Calliope), cantore che piega al suono della sua lira gli animali e tutta la natura. Orfeo ed Euridice Antonio Canova (1775 -1776) Egli rappresenta uno dei simboli più antichi dell’arte e dell’amore, ed è uno dei più grandi musicisti e poeti della storia. È innamorato della ninfa Euridice.

I PERSONAGGI EURIDICE: è una ninfa, la bellissima sposa di Orfeo. Nella mitologia greca, figlia di Lacedemone e Sparta; conquistata da Orfeo con la dolcezza del suo canto. Muore per il morso di un serpente. Orfeo ed Euridice Antonio Canova (1775 -1776)

I PERSONAGGI ARISTEO: è l’antagonista di Orfeo e il personaggio dominante della prima parte del dramma. È un giovane pastore, padrone di greggi e mandrie. Nella mitologia è il Dio benefico originario della Tessaglia, figlio di Apollo. Aristeo François Joseph Bosio (1817)

LA TRAMA La storia racconta dell’amore tra Orfeo ed Euridice, una coppia di sposi innamorati e felici. La loro felicità durò fino a quando il giovane Aristeo, figlio del Dio Apollo, si innamorò perdutamente della donna. Euridice, però, non ricambiava l’amore di Aristeo ed era spaventata dalle attenzioni che lui le rivolgeva continuamente. Orfeo ed Euridice Frederic Leighton (1864)

LA TRAMA Un giorno, nel tentativo di sfuggire ad Aristeo, inciampò in un serpente velenoso che la uccise mordendola. “Illa quidem, dum te fugeret per flumina praceps, immanem ante pedes hydrum moritura puella Euridice morsa dal serpente Tiziano Vecellio (1508) servantem ripas alta non vidit in herba. ”

LA TRAMA Orfeo si disperò terribilmente e decise di scendere agli Inferi per andare a riprendersi la sua amata. Gli Inferi, come descritti dalla mitologia greca, erano pieni di pericoli e non così semplici da aggirare per un comune mortale come Orfeo. “Taenarias etiam fauces, alta ostia Ditis, et caligantem nigra formidine lucum ingressus, Manisque adiit regemque tremendum Orfeo piange la morte di Euridice Ary Sheffer (1814) nesciaque humanis precibus mansuescere corda. ”

LA TRAMA Egli dovette quindi affrontare numerose prove per raggiungere Ade e Persefone, il re e la regina degli Inferi, gli unici in grado di restituirgli la bella moglie. Il patto stabilito con gli dei sanciva che lui non si voltasse indietro a guardare la donna amata prima di essere uscito dalla valle infernale. “Iamque pedem referens casus evaserat omnis, redditaque Eurydice superas veniebat ad auras pone sequens (namque hanc dederat Proserpina legem)”

LA TRAMA Una volta sceso negli Inferi, Orfeo, presa per mano la sua sposa, iniziò il suo cammino verso la luce. Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente, temendo di condurre per mano un’ombra e non Euridice. “cum subita incautum dementia cepit amantem, ignoscenda quidem, scirent si ignoscere Manes: restitit” Orfeo ed Euridice sulle rive dello Stige John Roddam Spencer Stanhope (1878)

LA TRAMA Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla, ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto, Euridice svanì e Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta. “Eurydicenque suam iam luce sub ipsa immemor heu! victusque animi respexit. Ibi omnis effusus labor atque immitis rupta tyranni foedera, terque fragor stagnis auditus Averni. ” “… iamque vale; feror ingenti circumdata nocte…”

LA TRAMA Invano Orfeo per sette giorni cercò di convincere Caronte a condurlo nuovamente alla presenza del signore degli Inferi, ma costui si rifiutò. Si rifugiò allora Orfeo sul Monte Rodope, in Tracia, trascorrendo il tempo in solitudine e nella disperazione. “Septem illum totos per hibent ex ordine menses…” “… flesse sibi… qualis populea maerens philomela sub umbra amissos queritur fetus…”

LA TRAMA Orfeo sapeva che non avrebbe potuto amare più nessun’altra, e malgrado ciò, molte ambivano ad unirsi a lui. Le donne dei Ciconi videro che la fedeltà del poeta nei confronti della moglie morta non veniva meno; allora, in preda all’ira e ai culti bacchici, cui erano devote, lo fecero a pezzi e ne sparsero i resti per la campagna. “Nulla venus, non ulli animum flexere hymenaei. ” “Spretae Ciconum quo munere matres… discerptum latos iuvenem sparsere per agros. ”

Orfeo ed Euridice Federico Cervelli (1700) Orfeo libera Euridice dall’Ade Peter Paul Rubens (1636 -1638) La morte di Orfeo Emile Lévy (1866)