NON BASTA PREMERE UN BOTTONE Incontri ravvicinati con
NON BASTA PREMERE UN BOTTONE Incontri ravvicinati con il cinema privato
IL FILM AMATORIALE: DEFINIZIONI E PROBLEMI TEORICI «Lo stesso termine “amatoriale” designa qualcosa di ambiguo: da un lato, si riferisce alla passione verso qualcosa, un’attività; dall’altro, rimanda al fatto di esercitare tale pratica senza una competenza strutturata, da dilettante insomma» A. Cati, Pellicole di ricordi. Film di famiglia e memorie private (1926 -1942), Vita e pensiero, Milano 2009, p. 6 «Perché l’amatore è uno che realmente vive la sua vita – non uno che “compie il suo dovere”- e in quanto tale, esperisce il proprio lavoro mentre lo svolge, invece che andare a scuola a impararlo per potere passare il resto della sua vita impegnato solo a svolgerlo doverosamente […] L’amatore, invece, filma persone, luoghi e oggetti del suo amore, come pure gli eventi della sua felicità e quelli di importanza personale su cui può agire direttamente e soltanto a seconda dei bisogni della sua memoria»
CINEMA AMATORIALE: DEFINIZIONI E PROBLEMI TEORICI «Il dilettante dovrebbe fare uso dell’unico grande vantaggio che tutti i professionisti gli invidiano, e cioè la libertà sia artistica che fisica […] Non dimenticate che non è stato ancora inventato nessun treppiede che sia altrettanto versatile nei suoi movimenti quanto quel complesso sistema di supporti, giunture, muscoli e nervi che è il corpo umano» Maya Deren, Notes, Essays, Letters, “Film Culture”, n. 39, 1965 Il cinema amatoriale si configura come un tessuto complesso, la cui principale caratteristica consiste nel manifestare una sensibilità estetica diversa rispetto al cinema professionale. Una definizione per negazione?
CINEMA AMATORIALE: DEFINIZIONI E PROBLEMI TEORICI L’amatorialità delinea dinamiche di relazione tra un soggetto-osservatore e un oggetto-osservato Le strutture intenzionali sono motivate da due fattori: 1. 2. Utilizzo di dispositivi specifici non-professionali Dimensione personale, autobiografica e autorappresentativa
IL FILM AMATORIALE E LA TECNOLOGIA «È la stessa produzione Lumière a sollecitare l’uso della cinepresa per la registrazione di scene di vita familiare e sociale come testimonianza per i posteri di eventi importanti della vita» K. Fiorini, M. Santi, “Per una storia della tecnologia amatoriale”, in Comunicazioni sociali, 3/2005 La diffusione della tecnologia 35 mm con film in nitrato di cellulosa appare impossibile: oltre ai costi, la pellicola in nitrato è altamente infiammabile e, quindi, pericolosa. Dai primi anni del secolo fino agli anni venti la ricerca si muove lungo due direttrici: da una parte, la riduzione della superficie della pellicola; dall’altra, le sperimentazioni di materiali non infiammabili. Nascono, così, i primi formati a passo ridotto: 17, 5 mm Birtac, Pathé Kok (28 mm Safety), 22 mm Kodak Safety.
IL FILM AMATORIALE E LA TECNOLOGIA Nel 1922 è la volta del 9, 5 mm (o Pathé Baby), lanciato dalle Pathé Freres. Si tratta di una pellicola non-invertibile e in diacetato di cellulosa. Sarà il primo formato a passo ridotto ad avere successo commerciale Nel 1923 la Kodak immette sul mercato la pellicola 16 mm invertibile e in triacetato di cellulosa Nel 1932 la Kodak prosegue con successo nei tentativi di miniaturizzazione: dal 16 mm all’ 8 mm millimetri (invertibile e in triacetato) La guerra, oltre a sancire il successo commerciale della Eastman. Kodak, segna una pausa nella sperimentazione. Bisognerà attendere fino al 1965 perché il mercato venga invaso da un nuovo formato. Si tratta del Super 8 (invertibile e in triacetato), il formato amatoriale per eccellenza
CINEMA AMATORIALE E HOME MOVIE Il concetto di cinema amatoriale si riferisce a quel complesso di relazioni di potere che definiscono il filmmaking amatoriale, mentre “home movie” è un termine descrittivo relativo a film prodotti dalle famiglie Cfr. P. Zimmerman, “Prefazione” in ID. , Reel Families. A Social History of Amateur Film, Indiana University Press, Bloomington e Indianapolis 1995, p. X «Per film di famiglia intendo un film (o un video) realizzato da un membro della famiglia a proposito dei personaggi, degli eventi o degli oggetti legati in un modo o nell’altro alla storia di questa famiglia e ad uso privilegiato di questa» R. Odin, “Le film de famille dans l’istitution familiale” in ID. , Le film de famille. Usage privé, usage public, Meridiens Klincksieck, Paris 1995, p. 27
CINEMA AMATORIALE E CINEMA PRIVATO I film di famiglia rappresentano buona parte delle produzioni di film privati. Si tratta preferibilmente di “cinema privato” perché, in questo modo, è possibile evitare uno dei problemi posti in campo dal cinema familiare: l’evocazione di una sola istituzione tra le molte a cui aderisce il cineamatore (circoli ricreativi etc. )
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI «Gli home movies funzionano come registratori, condensatori e mediatori dei traumi storici che si estendono oltre la persona» Gli home movies come storie che provengono dagli spettatori, non dagli abituali storytellers «Gli home movies sono una pratica visuale che emerge da culture variegate, localizzate e spesso minoritarie. Non sono una pratica imposta» P. Zimmerman, “The Home Movie Movement” in Mining the Home Movie. Excavations in Histories and Memories, a cura di K. Ishizuka e P. Zimmerman, University of California Press, Berkeley e Los Angeles 2008, p. 1 -5
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI «La discussione muove la storia oltre il singolo, metanarrativo e onniscente punto di vista, basato su criteri di referenzialità, realismo e fatti che reprimono l’eterogeneità, e muove verso rinnovate elaborazioni dei passati» «Si viene a creare una struttura polivocale in cui più di un punto di vista è presente e le contraddizioni abbondano, aprendo così l’analisi storica verso diversi modelli esplicativi» P. Zimmerman, “The Home Movie Movement” in Mining the Home Movie. Excavations in Histories and Memories, op. cit. , p. 5
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI Il termine di riferimento è, ovviamente, Foucault. «Per Foucault gli eventi emergono come rotture, discontinuità all’interno di formazioni discorsive» . Tali formazioni vanno intese come sistemi in cui, tra oggetti, tipi di asserzioni, scelte tematiche etc. , è possibile definire una regolarità Cfr. P. Zimmerman, “Prefazione” in ID. , Reel Families. A Social History of Amateur Film, op. cit. , p. X
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI La storia non è un percorso lineare né «una memoria millenaria e collettiva. Anzi, è la messa in opera di una materialità documentaria (libri, testo, narrazioni, registri, atti, edifici, istituzioni, regolamenti, tecniche, oggetti, costumi etc. ) che presenta sempre e dovunque, in ogni società, delle forme sia spontanee sia organizzate di persistenza» M. Foucault, L’archeologia del sapere. Una metodologia per la storia della cultura, BUR, Milano 1999, p. 10
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI Che cosa significa, in sostanza, osservare attentamente queste immagini? Essere consapevoli che ci si ritrova davanti a una instabile intersezione tra storia della famiglia, iconografia ufficiale e “consumer technology” Analizzare come il discorso sociale, economico, estetico e politico che ha definito il cinema amatoriale entri in relazione con le formazioni mediali dominanti
HOME MOVIE E STUDI CULTURALI Significa, in altri termini, rispondere a queste domande: In che modo le formazioni istituzionali come famiglia, riviste settoriali e industria manifatturiera del cinema definiscono il cinema amatoriale? Come possiamo spiegare il mutamento delle definizioni? Che rapporti stabiliscono le strategie discorsive e non discorsive tra cinema professionale e cinema amatoriale? Quali possibilità di democratizzazione dell’accesso ai media offre, in senso storico, il cinema amatoriale? Cfr. P. Zimmerman, “Prefazione” in ID. , Reel Families. A Social History of Amateur Film, op. cit. , p. XII
CINEMA PRIVATO COME FONTE STORICA «Se per assurdo il film di famiglia fosse l’unica fonte audiovisiva del Novecento, avremmo a disposizione un patrimonio immenso costituito quasi interamente da immagini felici» In realtà, «a osservare attentamente queste immagini, e se si esercita l’occhio critico su di esse, è possibile che si svelino i retroscena di un’epoca […] Come sostiene Patricia Zimmerman, il cinema amatoriale, insieme ad altre forme negate e rimosse dalla storiografia del cinema […], muove l’asse della ricerca dall’immagine ufficiale, spesso l’unica e il più delle volte menzognera, a tante immagini non ufficiali, che secondo gli storici per loro natura mettono sempre in crisi l’immagine ufficiale, e sposta l’attenzione dal centro ai margini della società, dal macro al micro, dall’unitario al frammentario» P. Simoni, “Il film di famiglia. L’ambiguità delle immagini felici” in Schermi di pace, a cura di M. Bertozzi, Annali 8, AAMOD, Roma 2005
CINEMA PRIVATO COME FONTE STORICA Il film privato più famoso è quello di Abraham Zapruder La pratica della videoregistrazione impone un mutamento di paradigma: alla rappresentazione sociale si sostituisce un doppio movimento che, da una parte, favorisce l’inserimento del cineamatore all’interno dello spazio televisivo e che, dall’altra, in contrapposizione ai grandi poteri, coincide con atti discorsivi forti. Il cineamatore utilizza il video per rivolgersi agli altri con la ferma intenzione di informare, denunciare, protestare. La videocamera diventa lo strumento per una confessione (Hervé Guibert, Du pudeur et de l’impudeur; Jean-Pierre Gaudin, Laurent et Stephane)
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