NEUROPSICOLOGIA DELLET EVOLUTIVA A cura di Stefano Vicari

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NEUROPSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVA A cura di Stefano Vicari e Maria Cristina Caselli Psicologia dei

NEUROPSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVA A cura di Stefano Vicari e Maria Cristina Caselli Psicologia dei disturbi del linguaggio e dell'apprendimento

LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE BAMBINI CON DISTURBO SPECIFICO DI LINGUAGGIO (DA DSM-5 DISTURBO DI LINGUAGGIO)

LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE BAMBINI CON DISTURBO SPECIFICO DI LINGUAGGIO (DA DSM-5 DISTURBO DI LINGUAGGIO)

I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE In base a quanto riportato nel DSM 5 i disturbi

I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE In base a quanto riportato nel DSM 5 i disturbi della comunicazione rientrano nei disturbi del neurosviluppo e comprendono: Disturbo del linguaggio; Disturbo fonetico-fonologico; Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzia) Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica); Disturbo della comunicazione senza specifiche.

DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO Nel quadro clinico dei bambini con DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO

DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO Nel quadro clinico dei bambini con DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO (DSL) vi rientrano tutti i soggetti in cui viene riscontrata una compromissione ‘selettiva’ del linguaggio, in assenza di altre patologie.

DISTURBI DEL LINGUAGGIO Nel 2013, con la pubblicazione del DSM 5, viene introdotto un

DISTURBI DEL LINGUAGGIO Nel 2013, con la pubblicazione del DSM 5, viene introdotto un nuovo termine, DISTURBO DEL LINGUAGGIO, in sostituzione al precedente.

Perché? Le recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che i bambini a cui viene attribuito

Perché? Le recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che i bambini a cui viene attribuito un disturbo specifico del linguaggio spesso manifestano un profilo neuropsicologico caratterizzato da fragilità anche in aspetti NONLINGUISTICI

ESEMPI DI FRASI (LIVELLO: 200 -300 PAROLE) I teino titoino (il cagnolino piccolino) ti

ESEMPI DI FRASI (LIVELLO: 200 -300 PAROLE) I teino titoino (il cagnolino piccolino) ti tono i datto (sì sono il gatto) Vanno a tada (vanno a casa) ti tei diata (ti sei svegliata) ha tanuto i panta (è caduto il ponte) ache ito nancia (anche questo mangia) i nati macia ito (i gatti mangiano questo) mamino macia uito (xxx mangia questo) un natto due natti ga qua (un gatto due gatti ga) i micio fa e nanne i micio (il micio fa la nanna il micio)

EZIOLOGIA DEL DL L’eziologia del disturbo rimane ancora sconosciuta anche se viene attribuita in

EZIOLOGIA DEL DL L’eziologia del disturbo rimane ancora sconosciuta anche se viene attribuita in parte dall’assetto genetico e in parte da fattori di rischio ambientale.

In particolare dal punto di vista genetico È stato riscontrata un’associazione tra: alterazione del

In particolare dal punto di vista genetico È stato riscontrata un’associazione tra: alterazione del cromosoma 16 q e difficoltà di memoria di lavoro; alterazione del cromosoma 19 q e disturbo grammaticale espressivo. Falcaro et al. , 2008

Gli studi con f. MRI che indagano il funzionamento cerebrale Riduzione del pattern di

Gli studi con f. MRI che indagano il funzionamento cerebrale Riduzione del pattern di asimmetria emisferica hanno individuato: Ipoattivazione di diverse aree dell’emisfero sinistro; Pattern atipico di attivazione corticale per assenza della prevalenza emisferica sinistra. De Guibert et al. , 2011

Recentemente attraverso lo studio di Krishnan et al. (2016) è stato riscontrata un’alterazione strutturale

Recentemente attraverso lo studio di Krishnan et al. (2016) è stato riscontrata un’alterazione strutturale e funzionale a livello del sistema striatale. In relazione a questo la ricerca dagli studi a livello corticale si potrebbe spostare ai circuiti cortico-striatali.

SVILUPPO E DECORSO DEL DL Come abbiamo già visto, i bambini che presentano un

SVILUPPO E DECORSO DEL DL Come abbiamo già visto, i bambini che presentano un ritardo di insorgenza del linguaggio sono tendenzialmente a rischio di sviluppare delle difficoltà di linguaggio. Tuttavia, va sottolineato, come riportato nel DSM 5, che è possibile diagnosticare un disturbo del solamente a partire dal 4 anno di età. linguaggio

COMORBILITA’ DEL DL I bambini che presentano un ritardo di insorgenza del linguaggio sono

COMORBILITA’ DEL DL I bambini che presentano un ritardo di insorgenza del linguaggio sono soggetti a rischio non solo per le difficoltà di linguaggio ma anche di disordini socio-relazionali e di apprendimento scolastico.

DISTURBI DEL LINGUAGGIO PRIMARIO O SECONDARIO In base alla presenza o assenza di comorbilità

DISTURBI DEL LINGUAGGIO PRIMARIO O SECONDARIO In base alla presenza o assenza di comorbilità possiamo identificare due categorie di disturbo del linguaggio: Primario Secondario

 Nel primo caso i ritardi o disordini del linguaggio sono ‘puri’, cioè non

Nel primo caso i ritardi o disordini del linguaggio sono ‘puri’, cioè non presentano comorbilità con altri disturbi Nel secondo caso, al disturbo primario sono associati altri disturbi di tipo relazionali, neuromotori e sensoriali cognitivi,

La distinzione del DL e la difficoltà di identificare una definizione chiara e comune

La distinzione del DL e la difficoltà di identificare una definizione chiara e comune del disturbo, rende difficile identificare le percentuali di soggetti che presentano questo disturbo.

Tuttavia, è stato possibile identificare che circa il 7% della popolazione pre-scolare presenta un

Tuttavia, è stato possibile identificare che circa il 7% della popolazione pre-scolare presenta un DL. La percentuale poi diminuisce a circa il 3 -4% in età scolare.

Inoltre, essendo il linguaggio una funzione cognitiva complessa, il deficit linguistico può coinvolgere uno

Inoltre, essendo il linguaggio una funzione cognitiva complessa, il deficit linguistico può coinvolgere uno o più aspetti del linguaggio: • Codifica/produzione • Lessico • Decodifica/comprensio • Morfosintassi ne • Fonologia • Pragmatica

I disturbi recettivi e i disturbi espressivi hanno un andamento evolutivo e una prognosi

I disturbi recettivi e i disturbi espressivi hanno un andamento evolutivo e una prognosi differente. Per questo motivo è necessario valutare il profilo funzionale e il grado di compromissione dei differenti componenti linguistici.

Inoltre, i bambini con disturbi sia nel vocabolario ricettivo che espressivo sono quelli che

Inoltre, i bambini con disturbi sia nel vocabolario ricettivo che espressivo sono quelli che presentano un quadro clinico più grave in quanto hanno un alterazione sia dei processi di codificadecodifica fonologica. che della memoria di lavoro

Nei bambini di lingua italiana si osservano maggiormente disturbi: della morfologia grammaticale della strutturazione

Nei bambini di lingua italiana si osservano maggiormente disturbi: della morfologia grammaticale della strutturazione delle frasi dello sviluppo del linguaggio narrativo

In particolare, come possibili marker del DL vengono segnalati difficoltà nell’uso della terza persona

In particolare, come possibili marker del DL vengono segnalati difficoltà nell’uso della terza persona plurale del verbo e pronomi clitici oggetto (Bortoli et al, , 2006; Arosio et al. , 2014).

In altre lingue, oltre all’italiano, sono state osservate difficoltà a produrre/comprendere particolari morfemi che

In altre lingue, oltre all’italiano, sono state osservate difficoltà a produrre/comprendere particolari morfemi che sembrano riconducibili a caratteristiche linguo-specifiche.

Nella lingua inglese (Leonard, 2014) vengono identificati come marker del DL errori nell’uso della

Nella lingua inglese (Leonard, 2014) vengono identificati come marker del DL errori nell’uso della morfologia flessiva del verbo finito (s della terza persona singolare nel presente e ed della forma regolare del passato) e degli articoli the/ a.

MEMORIA E LINGUAGGIO In parallelo alle ricerche sull’individuazione di market linguistici, gli studi si

MEMORIA E LINGUAGGIO In parallelo alle ricerche sull’individuazione di market linguistici, gli studi si sono interessati a comprendere il rapporto tra memoria e DL.

E’ stato dimostrato che la memoria di lavoro fonologica gioca un ruolo cruciale nello

E’ stato dimostrato che la memoria di lavoro fonologica gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del linguaggio. Una delle principali comorbilità del DL è il deficit cognitivo a livello mnemonico.

Il deficit di memoria è uno dei fattori determinanti per lo sviluppo del decorso

Il deficit di memoria è uno dei fattori determinanti per lo sviluppo del decorso del disturbo di linguaggio nei bambini late talker (Petruccelli, Bavin e Bretherton, 2012) e di disturbo dell’apprendimento nei (Brizzolara et al. , 2012). bambini con DL

Caselli et al. (2007) hanno documentato, in uno studio sulla relazione tra memoria e

Caselli et al. (2007) hanno documentato, in uno studio sulla relazione tra memoria e DL, che le difficoltà di memoria fonologica dei soggetti con DL principalmente legati a: processi di codifica e mantenimento; loop fonologico; ripetizione di parole a bassa frequenza d’uso; ripetizione di parole fonologicamente simili; ripetizione di non parole. sono

RIPETIZIONI DI NON PAROLE La ripetizione di non parole è considerato un marker clinico

RIPETIZIONI DI NON PAROLE La ripetizione di non parole è considerato un marker clinico importante del DL sia nella lingua inglese che nella lingua italiana (Bortolini et al. , 2006).

La ripetizione di non parole viene considerata come indice della memoria fonologica, in quanto

La ripetizione di non parole viene considerata come indice della memoria fonologica, in quanto misura l’abilità di immagazzinazione e recupero della memoria a breve termine di informazioni di tipo verbale, senza avvalersi di indizi di tipo semantico.

Esempi di parole e non parole che potrebbero essere chieste a bambini con presunto

Esempi di parole e non parole che potrebbero essere chieste a bambini con presunto DL. PAROLE VELLUTTO BAVA MULINO SEME POMATA CUBO DILUVIO TORRE VULCANO NEBBIA MARMOTT FRASE CORVO PALMA GALERA A TAMBURO NON PAROLE Ø BOFO Ø SEMI Ø COBE Ø TAMMO Ø NOGGE Ø FRIVE Ø CANSA Ø PARNA Ø GORELO Ø Ø Ø VILLOPA MORUNA PANOCO DIRUSIA VIRTOMA MOLMITTO Ø TUNDALO

ALTRE DIFFICOLTA’ Sono state documentate difficoltà in compiti di memoria di lavoro visuo-spaziale e

ALTRE DIFFICOLTA’ Sono state documentate difficoltà in compiti di memoria di lavoro visuo-spaziale e di attenzione, insieme ad un generale rallentamento nell’ambito delle abilità generali, non solo linguistiche.

DISTURBI FONETICO-FONOLOGICI Il DL può presentarsi in concomitanza con il disturbo fonetico-fonologico, in particolare

DISTURBI FONETICO-FONOLOGICI Il DL può presentarsi in concomitanza con il disturbo fonetico-fonologico, in particolare quando i bambini con DL presentano deficit espressivi.

Questo disturbo è eteregoneo in quanto comprende sia un disturbo fonologico sia un disturbo

Questo disturbo è eteregoneo in quanto comprende sia un disturbo fonologico sia un disturbo dell’articolazione. I soggetti produzione presentano di suoni una che difficoltà nella interferisce con l’intelligibilità dell’eloquio e con la comunicazione non verbale.

Viene diagnosticato quando la produzione dei suoni dell’eloquio non è quella che ci si

Viene diagnosticato quando la produzione dei suoni dell’eloquio non è quella che ci si aspetterebbe in base all’età e alla fase di sviluppo del bambino e quando i deficit non sono causati da altri disturbi neurofisiologici.

Spesso il disturbo fonetico-articolatorio si presenta in co-occorrenza con la difficoltà di coordinare rapidamente

Spesso il disturbo fonetico-articolatorio si presenta in co-occorrenza con la difficoltà di coordinare rapidamente gli organi articolatori implicando un ritardo nell’uso degli stessi in altre attività (ad esempio masticare, tenere la bocca chiusa, soffiarsi il naso).

Alle difficoltà di coordinazione ‘fine’ si possono poi aggiungere motoria generale. difficoltà di coordinazione

Alle difficoltà di coordinazione ‘fine’ si possono poi aggiungere motoria generale. difficoltà di coordinazione

DISPRASSIA VERBALE Nel DSM 5 si parla nello specifico anche di disprassia verbale per

DISPRASSIA VERBALE Nel DSM 5 si parla nello specifico anche di disprassia verbale per indicare ‘un disordine complesso dell’articolazione dei suoni del linguaggio in cui la precisione e la coerenza del dialogo sono compromesse in assenza di deficit neuromuscolari’.

Le caratteristiche evidenziate dall’American Speech -Language-Hearing Association (ASHA) del disturbo sono: Produzione di errori

Le caratteristiche evidenziate dall’American Speech -Language-Hearing Association (ASHA) del disturbo sono: Produzione di errori inconsistenti; Alterazioni delle transizioni coarticolatorie tra suoni e sillabe e tra sillabe e parole; Alterazione della prosodicità, intonazione, ritmo dell’eloquio. velocità, (Vicari e Caselli, 2017)

IN CONCLUSIONE Si vuole riproporre il modello di Rapin (2006), che in parte si

IN CONCLUSIONE Si vuole riproporre il modello di Rapin (2006), che in parte si rispecchia con il DSM 5, ma che nella pratica clinica può rivelarsi più funzionale rispetto ad un rigido inquadramento nosologico.

L’autore individua fondamentalmente 3 categorie di disturbi: Disturbi misti recettivi/espressivi; Disturbi espressivi caratterizzati da

L’autore individua fondamentalmente 3 categorie di disturbi: Disturbi misti recettivi/espressivi; Disturbi espressivi caratterizzati da una comprensione normale o quasi normale; Disturbi da deficit dei processi di integrazione centrale.

Disturbi misti recettivi/espressivi Agnosia espressivo verbale uditiva, determinato severo da deficit di comprensione e

Disturbi misti recettivi/espressivi Agnosia espressivo verbale uditiva, determinato severo da deficit di comprensione e decoding fonologico; Sindrome da deficit fonologico/sintattico, tipologia più frequente del disordine del linguaggio e presenta una forte agrammaticità linguistica

Disturbi espressivi caratterizzati da una comprensione normale o quasi normale Disprassia verbale, presenta difficoltà

Disturbi espressivi caratterizzati da una comprensione normale o quasi normale Disprassia verbale, presenta difficoltà articolatorie, errori fonologici, dissociazione automatico/volontaria che comportano un eloquio ipofluente Disordine da deficit di programmazione fonologica, errori stabili e produzione a volte intellegibile

Disturbi da deficit semantico-pragmatico Disordine nell’accesso da deficit e/o lessicale, recupero deficit lessicale. Formulazione

Disturbi da deficit semantico-pragmatico Disordine nell’accesso da deficit e/o lessicale, recupero deficit lessicale. Formulazione del discorso e comprensione di enunciati complessi inadeguata; Disordine da deficit semantico-pragmatico, verbosità con difficoltà di comprensione, frequenti problemi di recupero lessicale e stranezze nel contenuto e uso del linguaggio.

DISTURBO DELLA FLUENZA CON ESORDIO NELL’INFANZIA (BALBUZIA) E’ un’alterazione della normale fluenza e della

DISTURBO DELLA FLUENZA CON ESORDIO NELL’INFANZIA (BALBUZIA) E’ un’alterazione della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio che non è adeguata all’età dell’individuo. I soggetti che presentano questo disturbo mostrano: frequenti ripetizioni di suoni; prolungamenti di suoni e/o sillabe; DSM 5

 Interruzione di parole (pause all’interno di una parola); Blocchi udibili o silenziati (pause

Interruzione di parole (pause all’interno di una parola); Blocchi udibili o silenziati (pause del discorso colmate o non); Circonlocuzioni (sostituzione di parole per evitare parole problematiche); Parole pronunciate con un’eccessiva tensione fisica; Ripetizioni di parole monosillabiche (ad esempio, lo-lo-lo vedo).

Sviluppo e decorso L’età di esordi è tra i 2 e i 6 anni

Sviluppo e decorso L’età di esordi è tra i 2 e i 6 anni di età. Nell’ 80 -90% dei casi si presenta entro i 6 anni. Il momento di principale gravità del disturbo si presenta intorno agli 8 anni. Tra il 65 -85% dei casi i bambini si ristabilisco da questa problematica.

Quali sono le conseguenze? Influenza negative sulle prestazione scolastiche Influenza negativa sulle prestazioni lavorative

Quali sono le conseguenze? Influenza negative sulle prestazione scolastiche Influenza negativa sulle prestazioni lavorative Difficoltà nella comunicazione sociale

La difficoltà del soggetto è più marcata quando è sottoposto a un forte pressione

La difficoltà del soggetto è più marcata quando è sottoposto a un forte pressione a comunicare (ad esempio, interrogazioni scolastiche, colloqui di lavoro). E’ assente quando l’esposizione orale è collegata alla lettura orale, al canto o a conversazioni con oggetti inanimati o animali.

Inoltre i soggetti con questa problematica presentano alti indici di stress e ansia che

Inoltre i soggetti con questa problematica presentano alti indici di stress e ansia che possono portare alla compromissioni delle interazioni sociali.

DISTURBO DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE PRAGMATICA I soggetti presentano difficoltà a: Comprendere e seguire le

DISTURBO DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE PRAGMATICA I soggetti presentano difficoltà a: Comprendere e seguire le regole sociali della comunicazione verbale e non; Cambiare linguaggio in base alle necessità dell’interlocutore o della situazione; Seguire le regole della conversazione o della narrazione.

Sviluppo e decorso E’ difficile diagnosticare questo problema prima dei 4 anni di età

Sviluppo e decorso E’ difficile diagnosticare questo problema prima dei 4 anni di età del bambino, dato che la comunicazione sociale dipende dallo sviluppo dell’eloquio e del linguaggio. Le forme più lievi del disturbo possono non essere evidenziate anche fino all’adolescenza.

L’esito del decorso è molto variabile in quanto alcuni bambini migliorano significativamente mentre altri

L’esito del decorso è molto variabile in quanto alcuni bambini migliorano significativamente mentre altri continuano ad avere persistenti anche nell’età adulta. difficoltà,

Quali sono le conseguenze? Limitate funzioni dell’efficacia della comunicazione; Limitata partecipazione sociale; Limitato sviluppo

Quali sono le conseguenze? Limitate funzioni dell’efficacia della comunicazione; Limitata partecipazione sociale; Limitato sviluppo di relazioni sociali; Negativo rendimento scolastico e lavorativo.

E’ presente una forte comorbilità tra disturbi della comunicazione sociale e: deficit di attenzione/iperattività

E’ presente una forte comorbilità tra disturbi della comunicazione sociale e: deficit di attenzione/iperattività (DDAI) problemi di comportamento e disturbi specifici dell’apprendimento