Nascita della letteratura per linfanzia Primi libri per
Nascita della letteratura per l’infanzia Primi libri per l’infanzia erano racconti volti all’insegnamento morale, religioso, scientifico o storico. Primo libro: Orbis Pictus (1657) dell'umanista Jan Amos Comenius, uno dei fondatori della cultura cecoslovacca. Il pubblico è una ristretta cerchia di figli di nobili famiglie europee.
Nascita della letteratura per l’infanzia «Abbecedario, trattato di morale e di storia naturale, presentato sotto forma di dialogo fra 'Puer' e 'Magister’ è soprattutto il primo libro illustrato per bambini. L'idea fondamentale e moderna di Comenius era che ogni cosa nominata davanti al fanciullo dovessergli contemporaneamente mostrata, e le abbondanti illustrazioni che abbellivano il testo erano state realizzate a Norimberga con cura particolare» . (Jan, Genitori ragazzi e libri, 1970).
Nascita della letteratura per l’infanzia La letteratura per l’infanzia nasce parallelamente al concetto di infanzia. Nasce con il filosofo e scrittore svizzero Jean Jacques Rousseau (1712 -1778) che scrisse il romanzo pedagogico Emilio o dell'educazione (1762), suddiviso in cinque tomi: prima infanzia, seconda infanzia (fino ai 12 anni), fanciullezza (fino ai 15 anni), adolescenza, età adulta.
Nascita della letteratura per l’infanzia «l’infanzia non è affatto conosciuta. [. . . ] I più saggi si attengono a quello che importa agli uomini di sapere, senza considerare ciò che i fanciulli sono in grado di apprendere. Cercano sempre l’uomo nel fanciullo e non pensano a ciò che egli è prima di essere uomo» (Rousseau, Emilio o dell' educazione). Il bambino non è più «adulto imperfetto ma piuttosto un modo diverso dell’adulto di essere uomo e persona» .
Nascita della letteratura per l’infanzia Per Rousseau l’educazione dovrebbe seguire il vivere secondo natura. Il fanciullo apprende scoprendo in modo autonomo le cose attraverso l’esperienza diretta con esse. Il fanciullo non è in grado di acquisire nozioni astratte perché conosce e valuta diversamente dall’adulto.
Nascita della letteratura per l’infanzia Il fanciullo adotta come parametri di valutazione e conoscenza: il piacere e il dolore; l’utile e l’inutile; e solo in ultima fase, quand’è adulto, si apre ai bisogni sociali. L’educazione non può quindi partire dal libro.
Nascita della letteratura per l’infanzia Lascito di Rousseau è l’aver distinto l’adulto dal bambino. Successivamente nasce la letteratura per l’infanzia che coniuga libro e letteratura all’età evolutiva. per è indice di un interesse da parte dell’adulto (nel ruolo autoriale), di fornire alla generazione successiva un contenuto valoriale, sia esso dichiarato o disseminato nel testo, come strumento di crescita.
Nascita della letteratura per l’infanzia «La letteratura per l’infanzia non è quindi destinata all’infanzia in senso puramente denotativo, per le modalità di scrittura o per consentire un’alfabetizzazione [. . . ] neutra» (Renata Lollo, La letteratura per l'infanzia tra questioni epistemologiche e istanze educative, 2002). La letteratura per l’infanzia nasce in Italia nel periodo illuministico-romantico.
Nascita della letteratura per l’infanzia «Per quanto riguarda il territorio italiano possiamo individuare nella produzione narrativa del periodo romantico e risorgimentale, largamente storica (fra tutti Foscolo e Manzoni), il bisogno di riconoscersi e trovare un'identità nonché di creare largo consenso tra il popolo, incentivando l'estensione dell'istruzione e della lettura» . (Lollo, La letteratura per l'infanzia tra questioni epistemologiche e istanze educative, 2002)
Nascita della letteratura per l’infanzia Fino al secondo dopo guerra la letteratura per l’infanzia è risposta al bisogno di educare alla formazione di un’identità culturale. Una capillare propaganda culturale controllava attentamente il contenuto destinato a formare le giovani generazioni (provvedimenti di censura conosciuti come ‘bonifica del libro’ del 1939).
Nascita della letteratura per l’infanzia A partire dal secondo dopoguerra si svilupperanno nuove prospettive educative. Per l’iniziale volontà di rimozione adulta dei problemi politici del primo Novecento, cultura e letteratura si avvicinano a tematiche nuove quali l’attenzione intima familiare, lo sport, lo svago, il tempo libero, il divertimento.
Nascita della letteratura per l’infanzia Nella letteratura per ragazzi il linguaggio si rinnova, è più vicino ai ragazzi stessi, e nulla meglio della metafora (e conseguentemente del genere archetipico di essa, ossia la fiaba) sembra rispondere a questo bisogno di ri-semantizzazione del linguaggio.
Nascita della letteratura per l’infanzia Sullo sfondo di questo rinnovamento culturale cambiano nel 1955 i programmi didattici per la scuola elementare, viene istituita la scuola media unica (1962), e ampio spazio viene dato nei programmi scolastici alla narrativa e alla lettura. Nel 1956 esce la prima rivista che si occupa esclusivamente di letteratura giovanile, così definita dallo stesso fondatore Enzo Petrini.
Letteratura giovanile La letteratura giovanile è il passaggio da una concezione passiva dell’educazione, ad una postulata centralità del soggetto (il lettore) nel progetto educativo che gli è proposto, partendo da una sua ineliminabile specificità come individuo e una sua autonomia di scelta nello sviluppo di una domanda di crescita che cerca risposta anche nel libro.
Letteratura giovanile La ‘letteratura giovanile’ è quel «complesso delle opere letterarie specificatamente proposte all’attenzione e alla fruizione di un pubblico compreso nell’arco dell’età evolutiva e di quelle che, pur scritte in origine per adulti, sono state apprezzate nel tempo e sentite come proprie dai giovani lettori» . (Dizionario di Scienze dell'Educazione, 1997 )
Letteratura giovanile «giovanile, si badi, e non solo giovane: a orientare meglio verso la comprensione di una condizione dello spirito di integrale apertura alla realizzazione e alla ricerca di senso che parte da un dato generazionale (l’essere giovane), ma che non si riduce a esso e investe tutta la vita» . (Lollo, La letteratura per l'infanzia tra questioni epistemologiche e istanze educative, 2002)
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