Musica popolare di Berlino I I S V
Musica popolare di Berlino I. I. S. V. Bachelet A/S 2011/2012 Prof. ssa: Marfia Alunna: Vittoria Salmoiraghi
Inno Alla Gioia Musica di Ludwig van Beethoven, dalla Sinfonia N. 9 in Re minore opera 125, testo di Friedrich von Schiller. Il famoso Inno alla Gioia, oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza. Con tale composizione Beethoven volle formulare aperto invito alla fratellanza universale: proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo.
l'Inno alla Gioia è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal male, dall'odio e dalla cattiveria. Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia è stato adottato come Inno Europeo dal Consiglio d´Europa nel 1972. Oggi l´Inno alla gioia rappresenta anche la speranza di una pacifica integrazione tra i popoli d´Europa. La strumentazione per banda e' del Maestro Pellegrino Bossone.
Il tema: è la storia di un'anima (e di un corpo, qui del tutto inscindibili) che attraversa il Novecento con la coscienza e la volontà di essere assolutamente se stessi, costi quel che costi: solitudine e amarezza, incomprensione e violenza. Modesta nasce, povera, il 1 gennaio del 1900 e da allora si potrebbe dire che non fa altro che costruire, pezzo per pezzo, errore dopo errore, la propria persona. Senza tralasciare nulla, s'intende, ma anzi provando sulla sua stessa pelle, le mille possibili varianti che la vita ci sottopone ogni giorno, indifferente alle mode dei tempi, al giudizio della gente, alle regole codificate da altri, alle consuetudini sociali, sessuali e religiose.
Ne esce il ritratto di una donna, che come il Siddharta di Hermann Hesse, è "una stella fissa che segue il suo corso", capace di leggersi dentro fino al fondo e con la stessa gioia impietosa abbracciare gli altri, di conversare con la morte e le tradizioni e liberare le forze inespresse del femminile, di ballare da sola e accettare la sua parte, coraggiosa e responsabile, senza mai essere fiera e appagata.
Non più grande e piccola storia a contrapporsi e svelarsi a vicenda, quanto la necessità del protagonismo assoluto di ciascuno e la speranza di un mondo non più fatto da comprimari e gregari, ma da figure a tutto tondo, mai vinte, mai dome, neppure dalla morte. Il canto che si leva è perciò alla diversità del femminile, ma senza nessuna alterigia, come un dato di fatto.
An Die Freude • • • • • Freude, schöner Götterfunken, Tochter aus Elysium, Wir betreten feuertrunken, Himmlische, dein Heiligtum. Deine Zauber binden wieder, Was die Mode streng geteilt, Alle Menschen werden Brüder, Wo dein sanfter Flügel weilt. Wem der grosse Wurf gelungen, Eines Freund zu sein, Wer ein holdes Weib errungen, Mische seinen Jubel ein! Ja, - wer auch nur eine Seele Sein nennt auf dem Erdenrund! Und wer's nie gekonnt, der stehle, Weinend sich aus diesem Bund! Freude trinken alle Wesen An den Brüsten der Natur;
• • • • • Alle Guten, alle Bösen, Golgen ihrer Rosenspur! Küsse gab sie uns und Reben, Einen Freund, geprüft im Tod! Wollust ward dem Wurm gegeben, Und der Cherub steht vor Gott! Froh, wie seine Sonnen fliegen Lieti, Durch des Himmels prächt'gen Plan, Laufet, brüder, eure Bahn, Freudig, wie ein Held zum Siegen. Seid umschlungen, Millionen! Diesen Kuss der ganzen Welt! Brüder, über'm Sternezelt Muss ein lieber Vater wohnen. Ihr stürzt nieder, Millionen? Ahnest du den Schöpfer, Welt? Such' ihn über'm Sternenzelt! Über Sternen muss er wohnen!
Alla Gioia • • • • • Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. La tua magia ricongiunge ciò che la moda ha rigidamente diviso, tutti gli uomini diventano fratelli, dove la tua ala soave freme. L'uomo a cui la sorte benevola, concesse di essere amico di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia! Gioia bevono tutti i viventi; dai seni della natura; tutti i buoni, tutti i malvagi
• • • • • seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva, un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio! Lieti, come i suoi astri volano, attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostrada gioiosi, come un eroe verso la vittoria. Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio (vada) al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso. Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!
Reichstag Il 3 ottobre 1990, il Bundestag (parlamento federale) scelse il Reichstag come sede parlamentare della capitale della Germania unita. Fu avviato un restauro completo e spettacolare dell’edificio realizzato nel 1894 dall’architetto Paul Wallot.
Il Reichstag è stato più volte il palcoscenico di eventi fondamentali della storia tedesca, come la proclamazione della Repubblica nel 1918, da parte del socialdemocratico Philipp Scheidemann. Nel 1933 il Reichstag fu incendiato: un evento che diede a Hitler il pretesto per dichiarare lo stato d’emergenza.
La prima pietra del Reichstag, fu posata nel 1884. Paul Wallot, l’architetto, diede forma a un edificio che univa motivi rinascimentali e classici, come la facciata con avancorpo e colonnato e la moderna cupola in vetro e acciaio.
La fine della Seconda guerra mondiale, fu immortalata dalle immagini che mostravano i soldati dell’Armata Rossa che brandivano eroicamente. L’immagine si rivelò poi un falso, frutto di un fotomontaggio realizzato settimane più tardi e arricchito di nubi e fumo per dare all’insieme un tocco di spettacolarità.
Qui, il 3 ottobre 1990, si tenne la cerimonia ufficiale della riunificazione della Germania. Nel 1995, invece, milioni di persone affluirono a vedere il palazzo “impacchettato” in tela argentata dall’artista di origini bulgare, Christo, e dalla moglie Jeanne. Claude.
La grandiosità dell’edificio era accentuata proprio dall’avancorpo, sormontato da un timpano e con un’ampia scalinata. Complessivamente, l’edificio era costituito da quattro ali e due cortili interni, con un gran salone per le sedute plenarie. A 75 metri d’altezza, sulla cupola, spiccava la corona imperiale.
Il parlamento federale più tardi approvò invece un progetto più conservativo che comportava la ricostruzione della cupola originale, rivisitata in chiave moderna. La nuova cupola, detta anche “lanterna”, con il suo cono centrale ha una struttura tecnologicamente avanzata, in grado di riflettere e ottimizzare la luce naturale e di controllare la penetrazione del calore.
Di notte riflette all’esterno la luce interna. Per questi motivi la cupola è forse l’elemento visivamente e tecnicamente più sorprendente dell’edificio. Sul tetto sono sistemati pannelli solari che alimentano il sistema di ventilazione dell’aria.
Porta di Brandeburgo di Berlino Durante la Guerra Fredda, quando il Muro divideva la città in due, la Porta di Brandeburgo era situata nella Terra di Nessuno, eppure questa porta è proprio lontana dall‘ “essere nessuno”, visto e considerato che è il monumento simbolo di Berlino. Questo monumento è alto 26 metri, largo 56. Questa maestosa porta è l'unica rimasta in piedi fra le 18 che un tempo consentivano l'accesso alla città.
Queste imponenti colonne hanno accompagnato Berlino in tutta la sua storia: scenario privilegiato da Hitler per le parate e le fiaccolate che celebravano il Reich nazista, con l'innalzamento del Muro la celebre porta si ritrovò a metà strada tra Est e Ovest, tra la libertà e la dittatura
Potsdamer Platz di Berlino La personalità di Potsdamer Platz è stata divisa in due dal corso della storia. Nel 1920 la piazza era il fulcro della metropoli più vivace e irriverente d'Europa: si trovavano cafè letterari, alberghi, cabaret ed era un luogo dove ogni giorno transitavano così tanti tram, circa 600, che qui fu montato il primo semaforo del mondo.
Dall'inizio della guerra in poi, invece, Potsdamer divenne la tetra terra di Nessuno nella parte ovest di Berlino. Nella seconda metà degli anni '90 è ricominciata la sua rinascita ed è divenuta il più grande cantiere aperto d'Europa che attualmente ospita cinema, uffici, appartamenti e il Festival Internazionale del cinema di Berlino.
Alexanderplatz di Berlino ‘Alex’, così la chiamano i berlinesi, era già nota in epoca medievale come mercato del bestiame, ruolo dal quale derivò il suo primo nome, Ochsenmarkt. Nel 1805, fu ribattezzata Alexanderplatz, in onore della visita a Berlino dello zar Alessandro I. Ad attirare lo sguardo attento del visitatore è stata la Fernsehturm (torre della televisione).
Fernsehturm è la costruzione più alta della città, sormontata da una sfera che durante i Mondiali di calcio del 2006 fu trasformata in un grande pallone rosa. Al suo interno c’è un café con piattaforma panoramica rotante.
East-Side-Gallery La East Side Gallery è un lungo tratto del Muro di Berlino che si trova in Mühlenstrasse, nella ex Berlino est: è la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo e ospita oltre cento dipinti murali originali.
Questa “acropoli dell’arte” abbraccia l’evoluzione della concezione museale del 20° secolo e raccoglie opere e reperti che raccontano di seimila anni di arte.
Molte opere provengono dalle collezioni private della famiglia reale prussiana e dal 1918 sono amministrate dalla fondazione Stiftung Preusschiscer Kulturbesitz (la fondazione responsabile del patrimonio culturale degli Hohenzollern).
Entusiasmati dagli straordinari eventi che stavano cambiando il mondo, artisti provenienti da ogni parte del globo accorsero a Berlino nel 1990 per celebrare la caduta del Muro, la libertà e lo spirito di riconciliazione attraverso la realizzazione di questa grande opera che sarebbe diventata una durevole testimonianza della gioia e del desiderio di libertà di quei giorni.
Alcune tra le opere più famose sono diventate popolari soggetti da cartolina. È il caso, per esempio, di The Mortal Kiss di Dimitrji Vrubel, che raffigura Erich Honecker e Leonid Breznev che si baciano sulla bocca; e Test the Best, di Birgit Kinder, che mostra una Trabant (l’auto-simbolo dell’ex Germania est) che sfonda il muro.
Altri dipinti – con immagini surreali, graffiti e slogan politici riflettono l’atmosfera eclettica, multiforme e un po’ bohémienne della Berlino di oggi: se ne trovano da Oberbaum Brücke fino alla Ostbanhof.
Oggi i dipinti murali sono sotto tutela e per una parte di essi, danneggiati dal tempo e dall’inquinamento, sono in corso opere di restauro.
Arte berlinese
Museumsinsel Il Museuminsel (isola dei musei) è un insieme di cinque musei – tra i quali il Pergamon – costruiti tra il 1824 e il 1930 su una piccola isola della Sprea, il fiume cittadino.
Luogo di grande valore culturale e architettonico, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1999.
Il Dialetto Berlinese Analogamente ai dialetti di molte grandi città, anche quello di Berlino appare come un grande cocktail linguistico. La condizione di capitale della Germania fa si che, lo sviluppo storico abbia convertito questa città in un grande centro culturale di commercio e destino di molti viaggiatori che finiscono per diventare parte di quella massa interculturale.
La fonetica e specialmente l’intonazione dell’accento berlinese sono stati influenzati dai nuovi tedeschi provenienti da famiglie turche o curde. Questa nuova variante della parlata berlinese include anche coloro che in questi quartieri sono di discendenza interamente tedesca. Anche questo dialetto possiede le sue regole, non si tratta soltanto di cambiare alcuni casi grammaticali.
Proverbio berlinese • Es giebt nur zwei gute Weiber auf der welt: die Ein ist gestorben, die Andere nicht zu finden. • Ci sono due donne buone nel mondo: una è morta e l'altra non è stata ancora trovata. • Jedes weib will lieber schön als fromm sein. • Ogni donna preferirebbe essere bella piuttosto che buona. • Liebe und singen lässt sich nicht zwingen. • Non si può costringere nessuno ad amare o a cantare.
Gastronomia Berlinese La cucina tipica di Berlino ci regala piatti dai sapori più autentici, che come nella storia del Paese, oggi uniscono le caratteristiche proprie di quelle che un tempo furono la Germania occidentale e quella orientale.
E ancora, la gastronomia berlinese non poteva non essere stata influenzata dai paesi vicini. In una città come Berlino i piatti tipici vengono naturalmente accompagnati da una varia cucina internazionale la quale ha oggi saputo ricreare un mix di sapori alquanto interessanti.
La cucina tradizionale berlinese tende ad essere rustica e caloroso - polpette e currywurst (salsiccia con salsa al curry) sono esempi tipici. Così come lo Eisbein (stinco di maiale) e la Berliner Weisse (specialità di birra) sono anch'esse delle gradite specialità.
A Berlino, si può gustare la colazione (spesso un vero e proprio pranzo) a qualsiasi ora del giorno. Ci si riunisce numerosi in un caffetteria fino a buona parte del pomeriggio.
Due celebri chioschi per il Currywurst sono il “Konnopke's Imbiss” e “Curry 36”. Ed ecco che, in una città multiculturale come Berlino, i sapori più tipici si gustano in particolare presso gli 'Imbiss', i classici chioschi presenti in ogni angolo della città, e nei quali vengono servite le famose Bulette (pasta ripiena di carne) e il Döner turco (un ottimo kebab) servito in una piccola focaccia farcita da sottili e lunghi ritagli di carne arrostita, insalata e salsa allo yogurt e all'aglio.
L’Eisben mit Sauerkraut (un saporito stinco di maiale contorno di crauti) dall'aspetto campagnolo dove viene servito al meglio in proporzione al costo. Qui si può assaporare un ottimo 'Bandenburgischer Rindfleischtopf', uno stufato di carne alle verdure.
Il Currywurst, sempre lui (la salsiccia tagliata a fette con salsa al curry) è di sicuro il porta bandiera della cucina berlinese, ma lo sono anche i tipici Würstel con la buonissima Bockwurst (una tipica e piccola salsiccia bollita), e ancora la Wiener Wurst (la tradizionale salsiccia viennese, sempre lessata). Il contorno è in genere sempre accompagnato da ottime patatine fritteo dagli onnipresenti crauti.
A Berlino, la tradizione culinaria tedesca è comunque influenzata dall'antica cultura prussiana che ha come prodotti principali, con varianti internazionali, le patate (Kartoffel) (non perdetevele alla brace, Bratkartoffelln), in insalata (kartofellsalat), come ingrediente principale dei gnocchi (kartoffelklosse), o ancora in zuppa (kartoffelsuppe), e quindi il pane, i crauti, la zuppa di piselli e le polpette.
Bevande Berlinesi La bevanda nazionale della Capitale tedesca non poteva non essere che la birra magari servita nei famosi bar della capitale. La Birra a Berlino viene prodotta da tantissime aziende, spesso anche di produzione locale o addirittura familiare; tra le marche più in voga si citano le. Schultheiss, la Berliner Kindl, Becks, Warsteiner e Jever.
Tra i vini ricordiamo quelli di produzione nazionale come per i bianchi, i vitigni del Riesling, il Silvaner, il Müller Thurgau, il Kerner e il Weißburgunder. Tra i vini rossi di Berlino ricordiamo il Spätburgunder, il Dornfelder, il Lemberger, il Portugieser e il Trollinger.
Berliner Pfannkuchen Il krapfen (anche chiamato kraffen) è un dolce di origine austro-tedesca. In Germania del nord è conosciuto come Berliner Pfannkuchen. Spesso la ricetta dei krapfen è utilizzata anche per la preparazione delle ciambelle.
Nelle regioni ex-austriache (anche quelle italiane) fa parte della tradizione. In particolare in provincia di Bolzano viene spesso chiamato Faschingskrapfen, letteralmente krapfen del carnevale, perché prodotto e consumato soprattutto nel periodo del carnevale. La parola krapfen deriva dall'antico tedesco krafo (gancio, artiglio), poi divenuto nella lingua gotica krappa.
Il nome, Krapfen, fa riferimento ad una probabile forma originale allungata del dolce. Esiste inoltre una seconda ipotesi, che farebbe derivare dal nome di Cäcilie Krapf, una pasticcera viennese che verso la fine del '600 sembra abbia inventato questi dolci.
Inoltre è un dolce tipico del carnevale a forma di palla confezionato con pasta lievitata e farcito con marmellata (di solito di rosa canina ma anche di prugne o albicocche), panna o crema bavarese (secondo la zona di produzione), e fritto nello strutto, quindi spolverato zucchero, normale o a velo.
Ricordiamo lo Apfelstrudel (strudel di mele) o il tipico dolce natalizio Stollen presente nelle tavole di tutta la Germania.
Il dopo-pasto in una città come Berlino trova la perfezione nel cosiddetto Kaffee und Kuchen, una fetta di torta accompagnata da un caffè appena macinato.
Un'altra specialità è rappresentata dal Milchkaffe e una sorta di caffè latte servito in una grande tazza.
Curiosità La tradizione di passare le vacanze di pasqua a nascondere e cercare uova in mezzo ai prati è prettamente tedesca. Questo spiega come mai nel periodo di pasqua, in Italia, la gente si affolla sulle autostrade con macchine piene di uova di cioccolato alte come minimo 15 cm, incartate con carta catarifrangente e per ciò impossibili da nascondere in giro per i prati: è proprio dalla Germania che noi italiano abbiamo preso questa abitudine.
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